I cicli Saturno-Urano, Saturno-Nettuno e il testamento di André Barbault

Nel settembre scorso avevo postato un articolo inerente un senso di certezza che mi sentivo di avere a proposito di ciò che succederà nei prossimi anni e decenni, a differenza di tante altre volte quando invece avevo mostrato di andarci con i piedi di piombo al riguardo.

In quel caso quel mio senso di certezza era dovuto a diverse profezie e narrazioni le quali mostravano in qualche modo come un certo numero di fonti che non si conoscevano l’un l’altra “videro il futuro nel passato”, per quanto in modo distorto e deformato.

E queste diverse e profezie e narrazioni indipendenti l’una dall’altra in qualche modo coincidono nello scenario di fondo.
Il quale scenario ci parla del crollo negli anni venti del XXI sec. dell’attuale mondo in cui siamo abituati a vivere e della nascita di un nuovo mondo radicalmente rinnovato qualche anno dopo a partire dal 2036-2040, un nuovo mondo che sarà all’apogeo nel 2050-2060.
Quell’immane cambiamento, quella rottura titanica che secondo diversi ci sarebbero dovuti essere intorno al 1999-2000 e in seguito, passata questa data invano, ci sarebbero dovuti essere nel 2011-2012, ci saranno – e stavolta sicuramente – negli anni compresi tra il 2024 e il 2030.

Il mio collega Teoscrive, come ben sa chi segue da tempo questo blog, è da anni che ha sviluppato una sua personale ricerca sulla timewave ideata da McKenna e implementata da Meyer, a cui parteciparono anche altri studiosi come Kelly e Watkins.

La timewave è un grafico frattale generato da un programma informatico e questo grafico è la mappatura sia dei “corsi e ricorsi” della storia sia dell’alternanza della prevalenza dell’abitudine sulla novità e della novità sull’abitudine. Secondo il modello della timewave gli avvenimenti registrati dalla storia conosciuta si ripresentano sotto nuove vesti e con intensità (magnitudine) diversa: il grafico sale quando è l’abitudine a prevalere e scende quando invece a prevalere è la novità.

La timewave è dunque tutta la storia lineare a noi conosciuta possibile, auto-ripetente e auto-somigliante come un frattale, la quale man mano che si avvicina al “punto zero” si ripete dall’inizio in maniera sempre più veloce. Più sono alte le cifre del grafico (più la linea sale) più l’abitudine storica si fa sentire, più sono basse le cifre del grafico (più la linea scende) più la novità irrompe. Fino al “punto zero” finale della timewave, l’abitudine appunto non giunge mai allo 0, ci giunge nel punto finale della timewave: ne conseguiva, secondo McKenna, che quando l’abitudine sta a 0, la novità sta a infinito e quindi in quel punto zero finale lì lo spazio-tempo della storia a noi nota finisce inaugurando un nuovo spazio-tempo storico che non ha più nulla a che fare con quello precedente.

Il “punto zero” all’estrema destra in basso collocato erroneamente da McKenna il 21/12/2012.

Il mio collega Teoscrive è da anni che conduce una sua personale ricerca sul grafico timewave in modo da collocare il “punto zero” in una data ben precisa. Abbiamo detto che il grafico frattale autoripetente della timewave c’è già tutto intero ma è privo di date: la difficoltà per il ricercatore è far sì di farlo coincidere con le date storiche del nostro calendario, “punto zero” finale compreso. McKenna aveva collocato questo “punto zero” il 21 dicembre 2012, la stessa data che per anni ci fu mostrata come la “fine del lungo computo degli anni” del calendario astrale dei Maya, ma abbiamo visto bene come quel giorno il tipo di storia che conosciamo non sia affatto finita, e quindi non era la data giusta. Meyer, colui che sviluppo con il computer l’idea di McKenna della timewave, stabilì invece come “onda temporale zero” l’8 luglio 2018 e anche in questo caso anche dopo quella data la storia è proseguita nella stessa maniera che sappiamo, senza alcuna discontinuità ne’ rottura di paradigma storico.

Il mio collega Teoscrive sulle prime pensava anche lui che il “punto zero” ci sarebbe stato in una data degli anni 10 del XXI secolo e quindi, come altri informatori alternativi, vedeva gli anni 10 come un decennio propizio per un evento o serie di eventi di magnitudo così grande da spazzare via il senso comune della storia.
Per ora non è andata così ma i suoi studi sulla timewave continuano. Un po’ ne è interessato anche chi scrive ma di sicuro non con la stessa fedeltà e assiduità del mio collega.

Può essere che il mio parziale disinteresse verso la timewave sia dovuto al fatto che le ricorrenze e le ripetizioni di eventi storici senza che ci sia dietro un senso o una narrazione riguardante le dinamiche della società e della civiltà mi lasciano piuttosto freddo.
Come ho detto più volte a Teoscrive, sono affascinato dalle possibilità che ci schiude la timewave: quelle di poter mappare lo spazio-tempo storico in un grafico, l’alternanza di abitudine e di novità come motore della storia, l’ipotesi di un “punto zero” finale in cui il ritmo solito della storia si conclude e inizia un ritmo nuovo completamente diverso da quello concluso…ma lungi da me mettermi lì, come fa lui – e lo ammiro – a scandagliare in lungo e in largo il programma timewave per sapere in quali ripetizioni storiche siamo, in che punto del grafico ci troviamo attualmente rispetto al punto finale.

Il “punto zero” della timewave viene ora collocato da Teoscrive tra il 2021 e il 2022, in particolar modo in diverse date del 2022.
Un anno vicino a quei 2023-2026 di cui ho diffusamente trattato nell’articolo di settembre.

Ora, recentemente, ho avuto modo di imbattermi in diverse fonti informative, di natura perlopiù ASTROLOGICA, le quali parlano di grandi sconvolgimenti e cambiamenti in un arco di tempo che va dal 2020 al 2040, proprio il ventennio di crollo-ricostruzione di cui ho diffusamente trattato nell’articolo di settembre.
In quell’articolo non facevo uso di riferimenti astrologici, perlomeno direttamente, ma confrontavo tra loro diverse fonti che potrei definire “profetico-narrative”: dalle profezie bibliche alle profezie “alla Nostradamus” a film e fumetti di fantascienza della seconda metà del XX secolo. Tutte con una cosa in comune: la metà degli anni venti del XXI secolo come teatro di cambiamenti immani, presumibilmente catastrofici. I quali però porteranno – più in là – a una nuova “età dell’oro” (dovuta anche a ritmi storici completamente diversi da quelli precedenti).

Nell’articolo in corso vedremo quanto abbia scoperto certe analisi di astrologia presentino elementi di vicinanza a ciò da me scritto nell’articolo di settembre.

Come ho scritto anche recentemente, questo non è un blog di astrologia, nonostante il mio collega Teoscrive, co-autore in questo blog, se ne sia interessato e qualche tempo fa abbia anche messo su un sito di “archeologia post-moderna” di sua invenzione. Però, l’interesse per tematiche quali i cicli della storia, la ciclologia, le sincronicità, il sincro-misticismo, la retro-causalità, il futuro nel passato, la meta-storia, la sincro-storiografia, è naturale che prima o poi faccia sì di incrociare anche l’astrologia. Naturalmente l’astrologia inerente i ritmi della storia, non certo quella di Paolo Fox.

Molto di recente, a proposito dell’assassinio del generale iraniano Soleimani, ho trattato dei cicli planetari Saturno-Plutone, quello 1947-1982 e soprattutto quello 1982-2020, il quale si è concluso il 12 gennaio.
E’ ormai da un certo tempo che mi interesso al ciclo Saturno-Plutone, interesse partito da un accenno che ne fece il mio collega Mediter in un suo articolo di inizio 2017, il particolare il “Saturno-Plutone” tra la congiunzione del 1982 e la congiunzione del 2020.

In cyclesofhistory.com il ciclo Saturno-Plutone viene definito “della trasformazione violenta”, avviene all’incirca ogni 33 anni (ma gli ultimi due “Saturno-Plutone” sono durati rispettivamente 35 e 38 anni) e quello 1982-2020 viene fatto coincidere con il fondamentalismo (islamico ma non solo) contro le forze spionistico/militari del “neoliberismo a guida USA-UK globalizzatore” (terza rivoluzione industriale), nel ciclo precedente 1947-1982 la “trasformazione violenta” è quella della guerra fredda in primis che poi muterà in contestazione, Vietnam e guerriglie; nel ciclo ancora precedente 1914-1947 il mondo dell’800 che non vuole finire genera tensioni di ogni tipo e due guerre mondiali; il ciclo ancora prima, quello concluso nel 1914 (iniziato penso con una congiunzione di fine ’70 dell’800) la “trasformazione violenta” è di certo dovuta al nazionalismo, imperialismo e colonialismo così come alle intensità della seconda rivoluzione industriale.

Fino a oggi, da buon “non astrologo”, non avevo ancora ben approfondito i cicli planetari e il loro legame (legame, non “influsso”) con gli avvenimenti storici.
Dai cicli come quello di 20 anni, breve ma considerato molto importante: il “Saturno-Giove”, ai cicli riguardanti cambiamenti di lungo periodo, come il “Nettuno-Plutone” di 493 anni (cambiamenti secolari della mente collettiva) e l’ “Urano-Nettuno” di 172 anni (che cyclesofhistory lo vede come caratteristico dei cambiamenti di mente collettiva dovuti allo sviluppo tecnologico), all’ “Urano-Plutone” di 139 anni, visto come inerente ai cambiamenti intellettuali.

Tornando al “Saturno Plutone”, mi ero troppo concentrato su di esso non tenendo in debito conto altri cicli che mi sono accorto essere importantissimi tanto da essere sicuramente stato in torto a trascurarli.
A tal punto non me ne sono reso conto da aver compiuto un errore in quel recente articolo, cioè di aver citato le guerre locali post-sovietiche e le primavere arabe (con la fine di Gheddafi) come caratteristiche del “Saturno-Plutone” quando invece lo erano di altri due cicli, quello “Saturno-Urano” della durata di 45 anni, ciclo che caratterizza il cambiamento dovuto al mutare degli assetti politico-industriali (e cyclesofhistory lo connette anche alla periodicità dei genocidi), e quello “Saturno-Nettuno” di 36 anni, che caratterizza il cambiamento centrato sui mutamenti delle idee politiche inerenti il sociale e il lavoro (cyclesofhistory lo connette al comunismo).

Non ho potuto fare a meno di notare come il “Saturno Urano” è un ciclo che sembra andare in coppia col “Saturno Nettuno”: il primo della durata di 45 anni mentre il secondo della durata di 36 anni tra una congiunzione e l’altra. Il “Saturno Nettuno” è il ciclo delle lotte politiche; il “Saturno Urano” pare legato ai ritmi del capitalismo e delle democrazie occidentali (versus “resto del mondo”) mentre il “Saturno Nettuno” pare legato ai ritmi della lotta sociale e dei lavoratori e alle strutture politiche a essa inerenti. Il “Saturno Nettuno” combacia dunque con le vicende dell’URSS e il sapere ciò mi ha dato una certa sorpresa, in particolare quando poi mi è capitato di leggere al riguardo in un documento che si potrebbe definire come il “testamento” di colui ritenuto il maggior esperto di “astrologia mondiale”, André Barbault (guarda caso un francese come François Roddier e Gaston Georgel citati nell’articolo di settembre) (e come anche François Masson, il “matematico della storia”.)

Urano e Nettuno sono i pianeti più esterni del sistema solare (visto che dal 2006 Plutone non è più considerato un pianeta) e Saturno è Crono, il pianeta del tempo che mangia i suoi figli.

Urano venne scoperto a inizio anni 80 del XVIII secolo, subito dopo che vennero fondati gli USA e nel pieno del primo slancio del capitalismo industriale; Nettuno venne scoperto nella seconda metà degli anni 40 del XIX secolo, nel momento in cui nacque il marxismo (“il manifesto del partito comunista” nel 1848) e tra l’altro proprio poco dopo una congiunzione “Saturno-Nettuno”.
Basta vedere solo le date dei vari “Saturno-Nettuno” per rendersi conto di quanto abbiano a che fare con le dinamiche e i ritmi del sociale, del comunismo e in particolare con l’evoluzione dell’URSS: 1881-1917; 1917-1953; 1953-1988. Tra l’altro il 1988, l’anno di fine di quest’ultimo ciclo coincise con la fine del “Saturno-Urano” iniziato nel 1942.
Il “Saturno-Nettuno” iniziato nel 1988 finirà nel 2026, il “Saturno-Urano” iniziato nel 1988 finirà nel 2032.

Tenete a mente queste date perché tra poco, leggendo le parole degli astrologi Fabrizio Cecchetti e André Barbault, le rivedrete.

Intanto riportiamo le parole di un altro astrologo, Francesco Faraoni Curitti, la cui analisi ci mostra importanti coincidenze con il periodo temporale di cui ho parlato nell’articolo di settembre:

https://www.astroteosofia.it/il-sinodo-del-capricorno-2019-2020/

La Grande Congiunzione del 2020 riguarda e coinvolge i pianeti Marte Giove Saturno Plutone che transiteranno in momenti specifici nella simbologia zodiacale del Capricorno per poi concludere con la congiunzione GIOVE-SATURNO a 0° nello stesso momento che avverrà a Dicembre 2020. […] la Grande Congiunzione […] nel 2020 aprirà un ciclo che arriverà a compimento e a manifestazione nel 2040 quando – a mio avviso – inizierà ufficialmente una Nuova Era nella Coscienza della Terra, evento che faccio coincidere con il mese di settembre 2040 per via di una Congiunzione Dorata formata da Luna Marte Mercurio Venere Giove Saturno nella simbologia della BILANCIA che segnerà nell’orologio terrestre un momento X per tutta l’umanità.

In “Salvare i prossimi due decenni”, tenendo presente soprattutto le date dette da François Roddier e Yves Cochet, parlo di periodo impegnativo (diciamo “la fine dell’Inferno e l’inizio del Purgatorio”) dal 2020-2040 e di “Paradiso” o “nuovo Rinascimento” dal 2040 al 2060.

Un articolo su “Sirio” è stato scritto da Fabrizio Cecchetti quando ancora la “grande recessione” cominciata nel 2007-2008 era nel futuro prossimo. Cecchetti l’ha prevista abbastanza con precisione.

I più affezionati ed attenti lettori di Sirio forse ricorderanno i temi affrontati nei miei articoli sull’emergenza petrolio e sul movimento No-Global, ebbene in entrambi formulai una previsione finale piuttosto allarmante: sul futuro prossimo del mondo, attorno al 2010 (nel 2009 o al più tardi nel 2011), si sta allungando l’ombra di una gravissima crisi economica, finanziaria e produttiva.

Dal momento che l’articolo di Cecchetti parla di “capitalismo in affanno”, viene ovviamente citato il ciclo “Saturno-Urano”  e ci viene detto come il primissimo slancio del capitalismo industriale nei ’70 del ‘700 vide una super-congiunzione Urano-Nettuno-Plutone tutti quanti assieme a Crono cioè Saturno: proprio i pianeti dei cicli di 33-35-38, 36 e 45 anni che abbiamo visto avere massima importanza nel XIX e XX secolo e l’avranno nel XXI fino a inizio anni trenta.

Notare che Cecchetti a inizio anni 2000 prevede la grande recessione iniziata nel 2007-2008 poiché l’aspetto dei pianeti durante la crisi del 1929 è somigliante all’aspetto dei pianeti che nell’allora futuro ci sarebbe stato nel 2010-2014, i quali, come ben purtroppo ora sappiamo, sarebbero stati gli anni in cui la recessione si conclamò e morse di più.

[…] la crisi serpeggiante del capitalismo, dovuta all’avvicinamento del picco petrolifero e all’aumento dei disastri climatico-ambientali, deflagrerà in tutti i suoi aspetti economici più minacciosi proprio attorno al 2010.

E in quel 2010, a proposito di petrolio e di disastri, sarebbe avvenuto anche il versamento petrolifero nel golfo del Messico.

Successivamente Cecchetti, in quei lontani primi anni 2000, parla anche del 2020, e ci dà un po’ di speranza: secondo le sue previsioni potrebbero anche non avvenire i disastri catastrofici previsti da certi allarmisti:

Tuttavia possiamo coltivare una ragionevole speranza che l’umanità, dopo la botta tremenda subìta, prenda atto finalmente dei cosiddetti “limiti dello sviluppo” e che decida di correre al più presto ai ripari sfruttando gli aspetti planetari positivi successivi.

Il transito di Plutone in Capricorno, centrato dalla simultanea dissonanza del trio Urano-Saturno-Giove [configurazioni del 2020], sarà sotto molti punti di vista cruciale ed emblematico.

Dopo aver accennato a “valori pluto-capricornici” – i quali direi sono ben rappresentati da diversi personaggi del 2020! – e previsto anche come queste configurazioni prevederanno un’altrettanto intensa reazione di tipo ecologico-ambientalista (anche questo in atto!), Cecchetti conclude così:

Quale dei due scenari prenderà il sopravvento? Difficile dirlo. Ma se riusciremo a superare la seconda grossa e probabile crisi del 2020 (tripla congiunzione Giove-Saturno-Plutone in Capricorno), il mondo conoscerà nel 2026 un nuovo periodo di adattamento armonioso alle nuove condizioni energetiche. Sarà giunto il momento del trigono Urano-Plutone tra i Gemelli e l’Aquario!

“Dalla psicanalisi all’astrologia” di André Barbault.

André Barbault, uno dei più importanti esponenti dell’ “astrologia mondiale”, se non il più importante, si dilunga – in un testo che potrebbe essere considerato un suo testamento visto che morì di lì a non molto – su come abbia previsto astrologicamente in modo netto e ripetuto (fin da fine 60 inizio 70 del XX secolo) che il 1988-1990 – e in particolare l’autunno 1989 – sarebbe stato un anno di fortissima transizione per l’URSS e i paesi dell’est sotto il suo giogo. A più riprese Barbault si riferisce ai cicli “Saturno-Urano” e “Saturno-Nettuno” rispettivamente 1942-1988 e 1953-1988/1917-1953.

“Il mio fratello maggiore Armand ebbe allora l’idea di collegare quel clima rivoluzionario all’opposizione Saturno-Nettuno in corso, per via dell’associazione con la rivoluzione russa del 1917, avvenuta sotto la precedente congiunzione di quei due pianeti.”

In seguito Barbault approfondisce il ciclo di 36 anni “Saturno-Nettuno” facendolo diventare il suo primo studio astrologico mondiale approfondito.

“[rivoluzione del 1917] sotto la congiunzione, fondazione dell’Unione Sovietica al sestile, rottura tra Trotsky e Stalin alla quadratura, grandi opere di edificazione economica al trigono, e processi di Mosca, patto anti Comintern, guerra di Spagna, sotto l’opposizione.”

In quegli anni 40 del XX secolo, Barbault previde che il 1953 (anno dell’allora prossima congiunzione “Saturno-Nettuno”) sarebbe stato un anno di fondamentale importanza per l’URSS. E così fu: la morte di Stalin seguita da un periodo di turbolenza politica trasformativa che poi portò anche alle prime rivolte nei paesi dell’est sotto il giogo di Mosca.

“[…]Dato che il partito comunista russo è nato sotto la congiunzione del 1881, e ha conquistato il potere sotto quella del 1917, se ne deve dedurre che l’anno 1953 sarà importantissimo per l’URSS.”

In seguito, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 del XX secolo, tenendo presente il 1953, così si esprimeva Barbault:

«Forte di questo successo, mi si accorderà più credito se considero seriamente la prossima congiunzione Saturno-Nettuno del 1989 quale annuncio di una nuova svolta decisiva per il destino dell’Unione Sovietica o del comunismo mondiale?»

«Stalin muore sotto la congiunzione del 1952-1953, e l’URSS si trova in pieno cambiamento: inizia un nuovo ciclo che la conduce alla scadenza di capitale importanza del 1989.»

Dopo aver previsto in anticipo tutte le tappe, passo dopo passo dei rapporti URSS-resto del mondo, utilizzando le configurazioni celesti del “Saturno-Nettuno” da fine anni 50 a inizio anni 70 del XX secolo, Barbault, dopo aver anticipato l’inizio del declino dell’ URSS nell’opposizione 1971-1972, in quegli anni, nei suoi libri del 1967 e 1973!, scrive di come si sarebbe stabilito il destino nell’umanità nel XXI secolo proprio in quel 1989 in seguito alle congiunzioni Saturno-Urano e Saturno-Nettuno del 1988, con Giove in opposizione. Questo “grande appuntamento della storia” lo vede dopo “il grande sconvolgimento del 1982-1983” (accenno al “Saturno-Plutone” della “trasformazione violenta”?!) e inoltre fa anche menzione della congiunzione Urano-Nettuno del 1992-1993, ciclo la cui congiunzione successiva sarà nel 2165 e che viene visto da cyclesofhistory come rappresentante il rapporto tra idealismo e sviluppo tecnologico (il 1993 fu l’inizio di internet così come la conosciamo.)

21 anni prima del 1988-1989, in un suo libro del 1967, Barbault scrive così:

“Questo triplice incontro planetario, la riunione astrale più importante di tutto il XX secolo … con due rilanci storici … quello americano e quello russo, nella fattispecie del principio capitalista e del principio comunista … questi due gareggianti sono entrambi arrivati a fine corsa per l’ultima tappa del 1988-1989, alla cui scadenza il mondo tenderà a rinnovarsi per generare una società nuova.”

Per tutti gli anni ’70 e ’80, Barbault alle sue conferenze non fa che prevedere uno sconvolgimento storico decisivo a partire dal 1988. Spesso raccoglie scetticismo perché, ora è difficile ricordarsene col senno di poi, ma allora l’URSS, anche se in crisi, era comunque una superpotenza che appariva inamovibile.

Dal momento che mi son reso conto di quanto questo Barbault fosse esperto di “astrologia mondiale”, inutile dire che sono saltato dalla sedia quando ho letto la conclusione di quel suo testo che, come ho detto, potrebbe essere giudicato quasi un testamento. Tenendo conto di ciò che esposi in “Salvare i prossimi due decenni”.

“Già da più di un decennio mi è sorto un vivo interesse per la configurazione tanto gigantesca quanto imponente del 2026-2030, portatrice di un rinnovamento di civiltà, di un futuro da cui alla fine non può che scaturire il ritorno dell’astrologia.”

Dopo aver definito il 2020-2021 (con la triplice congiunzione Giove-Saturno-Plutone con la semiquadratura Urano-Nettuno) “un tempo universalmente caotico che colpisce tanto la natura quanto la società umana” [lo stiamo vedendo e temo lo vedremo ancora di più…], ecco però come Barbault conclude il suo testamento. Inutile dire che, tenendo conto di quanto già sappiamo, le sue parole sono impressionanti e meritano di essere riportate una a una:

La particolarità della svolta del 2026-2030 è rappresentata dalla centralità della congiunzione Saturno-Nettuno a inizio Ariete. Nucleo di convergenza del verbo nettuniano, priorità vitale rinforzata dal concorso di profonde basi saturniane. Entrambi hanno natura di Fondocielo: prevale l’interiorità, come i fondali oceanici o le profondità della crosta terrestre, con Psiche che all’occorrenza ha il sopravvento. Da qui il risveglio dei misteri della vita. Occorre considerare il calendario zodiacale associato a questa congiunzione. Già si dà il caso che sia preminente l’ingresso in Ariete, ma sono tutti e quattro i pianeti – in triangolo tra loro – che si muovono come se volessero metamorfosare il mondo. Ci troviamo di fronte alla possibilità di un mutamento tale da far sembrare troppo debole i termini “cambiamento” o lo stesso “sconvolgimento” per definire l’ampiezza di ciò che potrebbe trasformare il mondo conosciuto.

Cari lettori, vi ringrazio per l’attenzione prestata a questo commiato astrologico.

L’anno più felice di sempre

Film britannico del 1957. Dell’epoca in cui incredibilmente si producevano ancora veri e propri film in UK, diversi da quelli di Hollywood.

Oggi vi proponiamo un articolo apparso sul Daily Mail due anni e mezzo fa. Nonostante sia forse passato un po’ di tempo, non penso proprio che esso abbia nel frattempo perduto la sua fragranza.

Anzi, mi viene da dire che migliorerà sempre più con gli anni.

Tra l’altro, il presente post del blog lo si potrebbe vedere come un ricorso di quest’altro: https://civiltascomparse.wordpress.com/2010/11/27/l11-aprile-1954-non-e-successo-niente/

Trovandosi sul Daily Mail, ovviamente, tutto l’articolo in questione è incentrato sulla Gran Bretagna e su tante cose che sicuramente riescono ad assaporarle in pieno solo i lettori britannici…però il fatto è che il 1957 pare davvero che fu sul serio un anno decisamente felice e non solo per l’UK ma per tutto l’intero Occidente (più Russia, ciòè l’allora URSS, che comunque considero parte dell’Occidente): gli USA furono nel pieno degli anni Cinquanta di Happy Days e di un presidente repubblicano con una politica economica di sinistra, la Germania ovest e l’Italia si stavano apprestando al cosiddetto “boom economico”, l’URSS metteva in orbita il primo satellite artificiale e cominicava il cosiddetto “disgelo”con gli USA e la NATO…

https://it.wikipedia.org/wiki/1957

Prima che trovassi il seguente testo, ricordo bene l’impressione di una certa serenità che ho sempre avuto di fronte ai mass media di quell’epoca precisa, che fossero magari siparietti pubblicitari animati francesi trasmessi in palinsesti tv notturni dimenticati  oppure riviste italiane dell’epoca trovate nelle cantine, riviste popolate oltre che da Amintore Fanfani anche da Jayne Mansfield e Brigitte Bardot. E proprio in un’Italia nell’anno di elezioni politiche somiglianti a una siesta messicana, alla televisione iniziò il “Carosello”, vennero messe in commercio le prime auto utilitarie “per tutti” come le Fiat 600 e Nuova 500 (stavolta davvero per le classi popolari e non per finta come successe con la Fiat 500 “Topolino” del 1936), e il “maggiolone” VW, la 2CV e la Citroen DS “Squalo” cominciarono a diffondersi rispettivamente dalla Germania ovest e dalla Francia dopo essere rimaste sotto chiave almeno dal 1939.

Al di là di questo, io non so se l’autore Dominic Sandbrook (https://www.dailymail.co.uk/news/article-4150296/Yes-1957-really-happiest-year-ever.html) o quei ricercatori di cui scrive abbiano mai pensato alla possibilità di cicli storici; il 1957 fu l’anno in cui “doveva ancora tutto accadere” poiché fu il primo in cui si lasciarono davvero alle spalle gli anni  che sfociarono nella cosiddetta “seconda guerra mondiale”, venne lasciata dietro quell’epoca cinica che portò al 1929, agli anni Trenta e ai disastrosi anni Quaranta. Epoca cinica la quale non potè imparare nulla dal 1957 semplicemente perché allora si trovava ancora nel futuro e non potè imparare nulla da quell’ ALTRO 1957, all’ inizio inizio della Belle Epoque situato nel pieno degli anni Ottanta del XIX secolo perché ormai troppo indietro nel passato.

 

Sì, il 1957 fu davvero l’anno più felice di sempre! Questo è ciò che hanno scoperto dei ricercatori e, come sostiene uno storico, la nostra epoca cinica potrebbe imparare tanto dal suo ottimismo

Qual’è stato l’anno recente più felice per la Britannia? Gli storici battibeccano da anni per cercare una risposta a questa domanda, ma ora una squadra della Warwick University sostiene di averlo scoperto. L’anno migliore della nostra storia moderna, affermano, è stato il 1957.

A prima vista, questa potrebbe sembrare una scelta strana: il 1957 fu l’anno in cui Harold Macmillan divenne Primo Ministro, Paul McCartney incontrò per la prima volta John Lennon, Stanley Matthews giocò la sua ultima partita per l’Inghilterra e Patrick Moore apparve per la prima volta nella televisione britannica.

Fu anche l’anno in cui la regina diede il suo primo messaggio natalizio televisivo ed Elvis Presley registrò il suo primo numero uno britannico, All Shook Up.

Harold MacMillan divenne primo ministro nel 1957 sostenendo “non siete mai stati tanto bene!”.

Ciononostante, non fu in alcun modo uno degli anni iconici della storia moderna.

Nessuno ha mai scritto un libro che celebra gli eventi e le conquiste del 1957, come s’è fatto con anni importanti come il 1914 (l’inizio della prima guerra mondiale), il 1945 (la fine della seconda guerra mondiale) o il 1989 (la fine della Guerra Fredda) [o anche il 1968 o il 2001…]

Ma i ricercatori di Warwick sono irremovibili. Dopo aver setacciato circa otto milioni di libri pubblicati tra il 1776 e il 2009, e contando l’uso di “parole positive” come “pace”, “pacifico”, “divertimento” e “felicità”, affermano che tutte le prove suggeriscono che il 1957 rappresenta il picco, il vero Everest del nostro benessere nazionale.

Avendo passato un sacco di tempo a scrivere sulla Gran Bretagna dagli anni Cinquanta, potrei avere qualche dubbio sui loro metodi di ricerca, ma non posso essere in disaccordo con le loro conclusioni.

E anche se i sedicenti progressisti possono amare il mondo gentile e ordinato degli anni Cinquanta in Gran Bretagna, penso che potremmo imparare molto dai tempi degli arredi G-plan, delle radio in bachelite e delle case angolari di Lione.

Per i giovani [non solo per i giovani] di oggi, la Gran Bretagna del 1957 sembra appartenere alla storia antica. Era una terra di terrazzi affumicati e di pub di quartiere, di uomini incappottati [e con i cappelli] con le loro pinte di mite e di casalinghe con il velo che spazzava i loro passi, un paesaggio che svaniva di piccioni e stagni, Muffin The Mule e Hancock’s Half Hour.

Per i giovani moderni la fine degli anni ’50 sembra storia antica.

Non tutto era perfetto, ovviamente. Nessuna società lo è mai stata. La Gran Bretagna alla fine degli anni Cinquanta aveva poco tempo per persone che erano diverse, per immigrati, gay e lesbiche, o per coloro che non erano proprio in grado di adattarsi. Se avessi camminato per alcune strade nel 1957, avrei visto dei cartelli con su scritto “Niente cani, niente irlandesi e niente negri.”

Però è un po’ troppo poco per schernire i presunti fallimenti dei nostri predecessori. Molto meglio, penso, imparare da quello che avevano di buono – e la verità è che nel 1957, in Gran Bretagna c’erano un sacco di cose giuste.

Forse la cosa più sorprendente, considerato il fatto che tanti di noi sono disgraziati nel 2017, è ciò che una volta eravamo persone allegre e ottimiste. Erano passati solo 12 anni dalla fine della seconda guerra mondiale e alcune città e città erano ancora segnate dai danni delle bombe.

Eppure, dopo gli anni di austerità del dopoguerra, il grande motore del consumismo aveva già cominciato a ruggire. Nel 1957, i primi bar “express”, come li chiamavano allora, si stavano diffondendo nell’Inghilterra meridionale, mentre i primi gruppi di skiffle stavano trovando un pubblico entusiasta.

Le vendite di automobili, televisori e elettrodomestici in vendita a High Street erano a livelli record: entro la fine del decennio otto famiglie della classe operaia su dieci possedevano un televisore e tre su dieci possedevano una lavatrice; quando fino a pochi anni prima praticamente nessuno ne possedeva neanche uno.

Per dirla in modo spiccio, la vita stava migliorando ad un ritmo sorprendente.

Solo da vent’anni la Gran Bretagna era affondata nelle profondità della Grande Depressione, eppure milioni di persone ora godevano di comfort e piaceri – una nuova casa, una nuova macchina, forse anche una vacanza all’estero – cose che una volta sarebbero state quasi inimmaginabili.

In effetti, essere giovani nel 1957 era un paradiso. Era un paese con piena occupazione, dove si poteva uscire da un lavoro lunedì pomeriggio e trovarne uno migliore martedì mattina, dove gli stipendi erano alti e costantemente in aumento.

Nessuna generazione nella storia aveva mai prima goduto della libertà finanziaria e personale degli adolescenti del 1957.

Come disse a un intervistatore un ragazzo della classe operaia di Coventry: “Ogni settimana comprerei almeno due o tre singoli di musica. C’erano così tanti bei lavori ben pagati per adolescenti legati all’industria automobilistica. Ogni settimana mi basta una manciata di sterline, per i vestiti, per uscire fuori la sera e, soprattutto, per la musica. “

Niente di tutto questo andò perduto col nuovo premier eletto quell’anno Harold Macmillan, il quale, anzi, si fece vedere positivamente appagato dalla nuova società dei consumi. Senza dubbio questo spiega le sue famose parole dette a Bedford, “non siete mai stati meglio!”

“Siamo sinceri”, disse il primo ministro alla folla, “la maggior parte della nostra gente non se l’è mai passata così bene. Andate in giro per il paese, andate nelle città industriali, andate nelle fattorie e vedrete una prosperità che non abbiamo mai avuto nella nostra vita, né mai nella storia di questo paese “.

Gli intellettuali di sinistra danno alla Gran Bretagna degli anni Cinquanta una fama ingiustamente cattiva sostenendo che era soffocante

All’epoca, naturalmente, le persone presumevano che la loro nuova prosperità avrebbe potuto renderli sempre più felici.

Mentre la fine degli anni Cinquanta diventavano gli anni Sessanta, sognavano pacchetti salariali sempre più grandi, auto sempre più sfolgoranti, elettrodomestici sempre più elaborati, vacanze sempre più esotiche.

Sicuramente, si dicevano, la vita degli inizi del XXI secolo sarebbe stata un Paradiso, libero da malattie, tristezze e ansie.

Bene, sappiamo quanto si fossero sbagliati. In verità – oltre all’ottimismo e all’inizio inizio del consumismo, forse la qualità più preziosa che definì la Gran Bretagna del 1957 fu il senso di comunità.

Questo, più di ogni altra cosa, è ciò che distingue quel mondo dal nostro: un senso di appartenenza, di vicinato, di una società stabile, stabile, felice.

Si trattava di un paese con una grande mobilità sociale, in cui i bambini della classe operaia più brillanti potevano, dopo la scuola dell’obbligo, aspirare a un posto all’università, a un buon lavoro e un reddito costante.

Però, al tempo stesso, non era una società schiava dell’ingordigia e dell’ambizione; né era una società di individualisti rampanti, che conoscevano il prezzo di tutto e il valore di nulla.

A questo proposito, ciò era altrettanto vero nelle prospere periferie meridionali così come negli stereotipi delle calde e omogenee strade dell’Inghilterra settentrionale. Così, quando i ricercatori studiarono il fiorente borgo di Woodford nel 1957, in quello che oggi è il nord-est di Londra, furono colpiti dal forte spirito di comunità che si respirava allora.

La gente andava in chiesa e nei club insieme. Andavano d’accordo con i loro vicini, e si sentivano rassicurati che i loro concittadini condividessero la loro cultura e i loro valori.

«C’è uno spirito molto amichevole», osservò una casalinga, una certa mrs Noble. ‘Penso di appartenere a una calda comunità ‘.

Stava parlando di Woodford, ma avrebbe potuto facilmente parlare della Gran Bretagna tutt’intera.

In alcuni ambienti culturali, la Gran Bretagna degli anni Cinquanta subisce una stampa ingiusta. Gli intellettuali di sinistra, per esempio, sono spesso pronti a tacciare quegli anni come soffocanti, stagnanti e reazionari, sostenendo che invece gli anni Sessanta erano più liberi e sbarazzini.

Questo mi ha sempre colpito come un’assurdità assoluta. Sì, la Gran Bretagna degli anni Cinquanta era un paese patriottico e moralmente conservatore, non privo di difetti e pregiudizi.

Ma era anche una società immensamente stabile, prospera e ottimista, perfettamente bilanciata tra progresso e continuità, tra entusiasmo per il cambiamento e rispetto per la tradizione.

Con i loro ricordi di guerra di austerity, la maggior parte delle persone erano troppo sensibili, troppo consapevoli dalle avversità, per condividere le nostre ossessioni delle novità e delle celebrity. Sapevano che la vera felicità spesso si trova nella semplicità e nella stabilità, valori che invece in questi ultimi decenni abbiamo ampiamente dimenticato.

A Woodford nel 1957, venne intervistata una donna la cui vita forse sembrerebbe orribilmente noiosa a moltissimi giovani di oggi.

“Alla fine della giornata,” quella donna osservò, “ricordo tutte le operazioni di lucidatura e pulizia, lavaggio e stiratura, che dovranno essere ripetute da capo, e come molte altre casalinghe vorrei che la mia vita potesse essere un po ‘più eccitante a volte.”

“Ma quando il caminetto alla sera scoppietta, quando la casa brilla di pulito, allora mi sembra che questa sia forse la strada per la vera felicità.”

Le nostre vite di adesso sono tanto più felici e piene della sua, con tutti gli stress, le inquietudini e le ansie fastidiose accompagnate dal flusso ininterrotto di aggiornamenti dei social network, delle e-mail e gli avvisi di Twitter? Mah.

In effetti, quando visionate cinegiornali e film di quei giorni, e vedete la semplice gioia della gente che si sdraia a prendere il sole sulla spiaggia di Blackpool, salutando agitata dai finestrini del treno, chiacchierando affettuosamente con i vicini all’angolo della strada, o lanciando i cappucci in alto alle partite di calcio , è difficile non provare una punta di rimpianto per la nostra innocenza perduta.

Non possiamo tornare indietro, naturalmente. I giorni di Dixon Of Dock Green e il fumo di pipa nei pub sono spariti, per non tornare mai più.

Ma se potessimo imparare ancora una volta i valori di semplicità, stabilità, patriottismo e comunità, allora forse anche noi potremmo riconquistare la tranquilla soddisfazione che caratterizzava la vita di tante persone in quel mondo scomparso del 1957.

Una nuova formula del Tempo Frattale derivata dall’ I Ching

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Visualizza immagine di origineHo pensato ad una nuova formula che si potrebbe usare per formare un grafico che rappresenti il corso del Tempo Frattale, sempre tramite la trasformazione dell’ I Ching. Mckenna nella sua formula originale ha usato il metodo 64 esagrammi da 6 linee, ma in realtà  alla base dell’ I Ching, e probabilmente realizzati prima degli esagrammi ci sono i trigrammi, che sono 8 e sono composti da 3 linee ciascuno. Rappresentano le 8 forze primordiali del mondo: fuoco, terra, acqua dolce, aria ( cielo ), acqua, roccia, tuono e vento. Le due contrapposizioni Yin e Yang rappresentano la contrapposizione dei due fattori temporali Abitudine e Novità ( Stagnazione e Progresso ). Due trigrammi formano un esagramma.

Questa nuova formula fornisce un sistema che potrebbe essere più funzionale, e dà origine ad una serie di cicli durante il quale la Storia dell’ Umanità si rievoca ciclicamente. Si parte da un mini ciclo di 3 giorni, poi con un altro piccolo ciclo di 6 mesi e 12 giorni, e poi un ciclo un po’ più grande, di 4 anni, 2 mesi e 16 giorni ( * Questo si potrebbe collegare ai miei cicli vitali, anche se io ho identificato un ciclo vitale di 3 anni, ho notato che esiste un ciclo alternativo di circa 4 anni e qualche mese che si collega alla formula originale della Timewave ).

Successivamente arrivano i cicli più lunghi, 12. 288 giorni ( 33 anni ) ( * con un picco del grafico che corrisponde all’ inizio della discesa nella novità e il disequilibrio fra i due fattori che si posiziona a 28 anni ( 10. 240 giorni ) dalla Data Finale ) e un grande ciclo di 269 anni che ci porta alla decade dei 1750s , proprio all’ inizio della Rivoluzione Industriale, la prima Enciclopedia del sapere mondiale, il Grande Terremoto di Lisbona, la Guerra dei Sette Anni e l’ inizio della conquista britannica del subcontinente Indiano.

Altri due ulteriori lunghi cicli ci portano al 135, 136 a. C. , ai tempi dell’ Impero Romano alle prese con le rivolte degli schiavi e ai tempi del Confucianesimo. E al 4. 444 a. C. verso gli inizi della Storia registrata.

Per selezionare un punto di partenza del ciclo dei 33 anni dobbiamo selezionare una data di enorme importanza storica, tale da scindere la Storia che conosciamo in un prima e un dopo. Per trovare il culmine del ciclo al suo picco dei 28 anni dobbiamo trovare un momento storico a 5 anni di distanza dalla scissione in cui il fattore novità della storia ha cominciato a prevalere, quindi un punto di – trascinamento – verso il progresso e il nuovo nella storia.

Ho provato in diversi modi: per il ciclo dei 33 anni inizialmente ho provato a farlo iniziare con Chernobyl ( 26 aprile 1986 ) perché è comunque un evento distruttivo i quali effetti dureranno per secoli ( Data Finale 17 dicembre 2019 ), oppure con il maggiore evento culturale – televisivo del Ventesimo secolo, che è stato il giorno dei concerti del Live Aid ( 13 Luglio 1985 ) ( Data Finale 5 marzo 2019 ), oppure si potrebbe, visto l’ argomento Tempo, posizionarlo al 3 luglio 1985, che sappiamo essere il giorno del debutto del film Ritorno al Futuro ( Data Finale 23 febbraio 2019 ) , oppure al giorno che ha messo in difficoltà il nostro percorso verso l’ esplorazione spaziale, il disastro del Challenger ( 28 gennaio 1986 ) che ha ( Data Finale 21 settembre 2019 ) e anche al giorno dell’ annuncio delle riforme per la Urss che avrebbero poi portato alla sua graduale dissoluzione ( 25 febbraio 1986 ) che ha ( Data Finale 18 ottobre 2019 ).

In questo modo si può provare a posizionare il picco ” trascinatore “ , momento di maggiore frizione della Storia, in quegli anni 1990 e 1991 che sono percepiti come fondamentali: abbiamo la dissoluzione della Urss che lasciò una sola superpotenza ( 25 – 26 dicembre 1991 – Data Finale 7, 8 gennaio 2020 / 8 dicembre 1991 – 21 dicembre 2019 ), il colpo di stato in Urss ( 19 agosto 1991 – Data Finale 1 settembre 2019 ) e 27 febbraio 1991, la resa dell’ Iraq con alcuni che dicono che quel giorno gli Usa lanciarono una piccola bomba nucleare per concludere la guerra      ( Data Finale 12 marzo 2019 ).

Abbiamo anche altre possibilità: la prima pagina web, 13 novembre 1990 ( Data Finale forse troppo vicina, 26 novembre 2018 ), l’ inizio della Guerra del Golfo con intervento americano ( 16 – 17 gennaio 1991 – Data Finale 29, 30 gennaio 2019 ), la più potente tempesta solare mai registrata ( 4 giugno 1991 – Data Finale 17 giugno 2019 ) , l’ eruzione del Pinatubo che cambiò il clima ( 15 giugno 1991 – Data Finale 28 giugno 2019 ) , la scoperta del primo esopianeta ( 25 luglio 1991 – Data Finale 7 agosto 2019 ) e ovviamente l’ inizio dell’ Era Internet ( 6 agosto 1991 – Data Finale 19 agosto 2019 ).

Questo ci porta a capire che il ciclo dei 4 anni e 76 giorni è iniziato nel 2014 – 2015, in una di queste date potenziali ( 22/23 ottobre, 16 giugno, 1 ottobre, 5 luglio, 26 giugno, 27 aprile per il 2015 e 20 dicembre, 21 ottobre, 7 dicembre per il 2014 ) e alcune di queste date sono interessanti, per esempio il 1 ottobre, con l’ intervento militare in Siria, il 5 luglio con la crisi Greca della Grexit, il 26 giugno con gli attentati dell’ Isis, e il 16 giugno 2015 fu il giorno dell’ annuncio di Trump candidato alla presidenza Usa.  

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C’è un metodo diverso di interpretare questa serie di cicli:

Se noi facciamo iniziare il ciclo dei 33 anni negli anni fra il 1985 e il 1991 e il picco di frizione dei 28 anni lo posizioniamo quindi fra il 1991 e il 1997:

( * ricordo che il ciclo dei 33 anni rappresenta una scissione della storia fra un prima e un dopo, e il ciclo dei 28 anni rappresenta un ” evento trascinante ” verso una situazione di instabilità e progresso )

ciclo 33 anni    : 8, 25, 26 dicembre 1991 ( Data Finale 30 luglio – 16, 17 agosto 2025 ) // 27 febbraio 1991 ( DF 19 ottobre 2024 ) // 13 novembre 1990 ( DF 5 luglio 2024 ) // 25 luglio 1991 ( DF 16 marzo 2025 ) // 6 agosto 1991 ( DF 28 marzo 2025 ) ( * vicino all’ ingresso di Nettuno in un nuovo ciclo in Ariete ) // 9 novembre 1989 ( DF 2 luglio 2023 ) // 19 ottobre 1987 ( DF 10 giugno 2021 ) // 26 aprile 1986 ( vedi sopra ) // 25 febbraio 1986 ( vedi sopra ) // 19 agosto 1991 ( DF 10 aprile 2025 ) // 20 novembre 1985 ( vedi sopra ) // 13 luglio 1985 ( vedi sopra ) // 4 giugno 1989 ( DF 25 gennaio 2023 ) // 22 dicembre 1989 ( DF 13 agosto 2023 ) // 12 giugno 1990 ( DF 2 febbraio 2024 ) // 2 agosto 1990 ( DF 24 marzo 2024 ) // 3 ottobre 1990 ( DF 25 maggio 2024 ) // 25 dicembre 1990 ( DF 16 agosto 2024 ) ( * durante le Olimpiadi di Parigi ) // 25 giugno 1991 ( DF 14 febbraio 2025 ) // 16, 17 gennaio 1991 ( DF 8, 9 settembre 2024 ) ( – in questo periodo Elon Musk vuole portare l’ uomo su Marte, la partenza sarebbe nel settembre del 2024 )

  • Il 19 ottobre 1987 ci fu il grande crollo di Wall Street, il 22 dicembre 1989 la crisi in Romania e l’ inizio dell’ effettiva apertura del muro di Berlino, il 12 giugno 1990 venne annunciata la Federazione Russa, il 25 dicembre 1990 avvenne il primo test del sistema Internet e il 25 giugno 1991 avvenne la disgregazione della Jugoslavia, e l’ 8 dicembre 1991 fu una delle date che decisero la fine della Urss. Mentre il 15, 16 gennaio 1991 è il giorno dell’ intervento americano in Iraq.  

Picco 28 anni: c’è una connessione fra l’ inizio del ciclo dei 33 anni il 25 – 26 dicembre 1991 e il 4 agosto 1997, che ho scoperto con un calcolatore di distanze temporali e tramite l’ uso della formula calcolando la distanza da una ipotetica Data Finale , e quella data è interessante perché allora morì l’ essere umano più longevo di tutti. // Altre possibilità, per una Data Finale fra il 2023 e il 2024 sono 4 settembre 1995 ( Ebay ), 10 febbraio 1996 ( una data importante per l’ AI e gli scacchi ), il 5 luglio 1996 ( la clonazione ), il 19 aprile 1995 ( attacco terroristico di Oklahoma City ), l’ 11 luglio 1995 ( il massacro di Srebrenica ). // Alternative sono il debutto di Clinton ( 20 gennaio 1993 – DF 2 febbraio 2021 ), l’ attacco al World Trade Center del 1993 ( 26 febbraio 1993 – DF 11 marzo 2021 ), l’ assedio di Waco fra il 28 febbraio 1993 e il 19 aprile 1993 ( DF – 13 marzo 2021 e 2 maggio 2021 ), l’ accordo Israelo – Palestinese del 13 settembre 1993 ( DF – 26 settembre 2021 ) , la fondazione della UE ( 1 novembre 1993 – DF 14 novembre 2021 ), la morte e il funerale di Diana    ( 31 agosto e 6 settembre 1997 – DF 13 e 19 settembre 2025 ), l’ elezione di Mandela in Sudafrica ( 27 aprile 1994 – DF 10 maggio 2022 ) ( * qui Giove inizia un nuovo ciclo in Ariete ), il massacro in Africa ( 6 aprile 1994 – DF 19 aprile 2022 ) , la ” scoperta ” della ” vita su Marte ” il 6 agosto del 1996 ( DF 19 agosto 2024 ) , l’ annuncio della clonazione il 22 febbraio 1997 ( DF 7 marzo 2025 ) , una delle date per la fine del sistema Urss 8 dicembre 1991 ( DF 21 dicembre 2019 ), un’ altra data per la creazione del sistema UE ( 7 febbraio 1992 – DF 20 febbraio 2020 ) , la crisi di Los Angeles del 1992, 29 Aprile ( DF 12 maggio 2020 ) , l’ elezione di Clinton il 3 novembre 1992 ( DF 16 novembre 2020 ).            

 

27 ottobre 1962, il re del terrore

Ricordo da ragazzino, quando seguivo ancora i programmi della televisione, come vi fossero delle serate in cui alla tv “non vi era niente”, nulla di interessante né in un canale né in un altro mentre vi erano altre serate in cui dovevi in continuazione saltare da un canale all’altro, fare zapping o flipping,  perché stavano trasmettendo molte cose interessanti contemporaneamente: uno show (un tempo si diceva “varietà”) nuovo di zecca su rai 2, un film per la tv o fiction (un tempo si diceva “sceneggiato”) interessantissimo su canale 5, una partita di calcio “che non te la potevi assolutamente perdere” su rai 1 ecc. Tutto nella stessa serata di programmazione tv.

Penso sia così anche per certi anni, mesi e giorni della storia occidente-centrica che conosciamo: in alcuni sembra che davvero non succeda nulla di nuovo e che l’abitudine regni sovrana; uno scorre le notizie, le news, e vede che rigurgitano di non novità, di cose che potevano benissimo succedere anche un giorno, un mese, un anno, cinque anni prima; in  altri anni, mesi e giorni, sui giornali, le tv, le radio (e in seguito anche internet) si assiste invece come a un surriscaldamento, a un sovraccarico, a un eccesso di notizie importanti che sembrano avvenire tutte nello stesso tempo e prendersi quasi a spintoni l’un l’altra.

Un esempio di ciò avvenne esattamente 55 anni fa, nell’ottobre 1962 in generale e il 27 ottobre 1962 in particolare. Quel mese e giorno furono PIVOTALI, per usare un neo-inglesismo, fu un periodo in cui in futuro si faceva spazio più del solito e toglieva spazio più del solito al passato quasi franandogli addosso, in cui venivano al pettine nodi della Storia allora recente e nello stesso tempo se ne generavano altri di nodi, in cui si aprivano spazi e orizzonti che si sarebbero fatti sentire per un bel pezzo a venire e avrebbero dato forma a diversi zeitgeist dei lustri e decenni futuri.

Non so se il mio collega di blog Teozakari abbia un giorno o l’altro voglia di studiare l’ottobre 1962 in generale e il 27 ottobre 1962 in particolare su uno dei suoi particolareggiati grafici dell’onda temporale di Terence McKenna, per vedere se, in effetti, anche per la teoria frattale-ricorsiva della Timewave, quel punto lì della nostra storia occidente-centrica mostri qualche anomalia-singolarità pure su quei grafici, in modo da far ritenere che davvero sia stato un momento cardine di grande incremento di novità storica e di grande decrescimento dell’abitudine storica.

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Nell’ottobre 1962 il pianeta Terra si trovò mai come allora vicino a una Guerra Mondiale tra Stati Uniti e Unione Sovietica la quale si sarebbe giocata a colpi di terrificanti armi termonucleari. Si era nel picco, nel culmine assoluto della tensione atomica tra le due superpotenze la quale stava durando da almeno dodici anni. Tutto era iniziato nell’agosto precedente, – l’agosto in cui morì Marylin Monroe – quando l’URSS di Krusciov sfidò gli USA di Kennedy cominciando a installare rampe di missili nell’isola di Cuba retta dai  socialisti di Castro, le foto aeree USA scoprirono le installazioni missilistiche URSS a Cuba. L’esercito americano impedì alle navi sovietiche di raggiungere la costa cubana senza prima aver esaminato il carico delle navi. Cominciò un pericolosissimo “braccio di ferro” tra le due superpotenze che, attraverso i mass media, “lasciò il mondo col fiato sospeso”.

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In quello stesso ottobre 1962, iniziò a Roma il Concilio Vaticano II, organizzato per cominciare a svecchiare l’istituzione secolare e secolarizzata della Chiesa Cattolica Apostolica Romana e tenerla “al passo coi tempi”, i quali stavano cambiando soprattutto a causa della tecnologia e della diffusione sempre più crescente dei mass media. Il Concilio venne inaugurato da Giovanni XXIII, il quale in questa foto (apparsa come copertina di una rivista) appare significativamente col pianeta Terra alle sue spalle.

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In quella terza decade di ottobre 1962 venne deciso un blocco navale da parte delle navi militari USA nei confronti delle navi URSS che attraversavano l’Atlantico verso Cuba cariche di componenti militari per i missili a corto-medio raggio. Intanto, con la procedura “Chrome Dome” del generale delle forze strategiche aeree SAC Thomas Power,  almeno venti bombardieri B 52 erano costantemente in volo sopra l’emisfero nord, fino al polo, sempre armati di bombe termonucleari assai più potenti della bomba di Hiroshima: era la cosiddetta “airborne alert”, “allerta in volo”, in ogni momento questi B 52 potevano essere allertati e dirigersi verso lo spazio aereo sovietico nemico. Durante la “crisi di Cuba” dell’ottobre 1962, il numero di questi aerei militari in volo carichi di bombe atomiche pronte all’uso in caso di allerta, raggiunse quasi la settantina.

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Nello stesso ottobre 1962 uscì la rivista mensile “Panorama”, che col tempo divenne settimanale e la più diffusa rivista di attualità politica, sociale e culturale in Italia . E’ proprio il caso di dire che si apriva un nuovo PANORAMA.

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La crisi missilistica di Cuba fu presente ininterrottamente sui mass media nella terza decade di ottobre 1962 fino alla pericolosissima giornata del 27 ottobre 1962, quando la crisi giunse il suo culmine. Se la crisi di Cuba fu il picco della paura atomica degli anni cinquanta il 27 ottobre 1962 fu il picco del picco: le navi sovietiche continuavano ad avanzare nell’Atlantico, la costruzione delle installazioni missilistiche sovietiche nella Cuba castrista non si fermava, i generali più “falchi” dicevano al presidente che ormai la sola opzione ragionevole era l’invasione militare (dalle conseguenze terribili); non solo, venne intercettato un aereo U2 sopra la Russia e a Cuba venne abbattuto un altro U2 in cui perse la vita il pilota Rudolf Anderson: ormai si era veramente a un passo dalla mezzanotte termonucleare. Il segretario alla difesa di allora, McNamara, in seguito disse che pensò a quel sabato come l’ultimo della sua vita, e non solo della sua.

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Nel medesimo giorno in cui McNamara pensava che quello fosse l’ultimo sabato della sua esistenza, vennero intervistati questi quattro ragazzotti con le zazzere e vestiti con abiti “mod”, questi quattro ragazzotti all’inizio di quello stesso ottobre 1962 fecero uscire il loro primissimo 45 giri, con Love me do su un lato e Please please please su un altro. Ben pochi allora li conoscevano. L’immagine che vedete venne scattata il 27 ottobre 1962 dentro uno studio radio-tv in Inghilterra.

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Quello stesso sabato 27 ottobre, in Italia, il potentissimo magnate del petrolio Enrico Mattei tornava in volo da Catania verso Milano con uno dei suoi piccoli aerei personali. Enrico Mattei era probabilmente il personaggio italiano più influente dell’epoca, era considerato davvero un grandissimo, una specie di divinità dell’Olimpo, veramente pochi oggi se ne rendono conto, era in assoluto l’industriale dell’epoca più conosciuto, ben più di Gianni Agnelli della FIAT. Nelle mani di Mattei, l’ENI divenne un impero in grado di sfidare le potenze petrolifere straniere, in particolare quelle anglosassoni. La sua morte avvenne proprio quel 27 ottobre 1962, quando a bordo del suo aereo precipitò presso una oscura località in provincia di Pavia. All’epoca si pensò a un tragico incidente, ma col tempo si appurò che la struttura del velivolo venne manipolata apposta per farlo perdere controllo e schiantare al suolo. Mattei fece una fine molto simile a quella del pilota Rudolf Anderson, alla guida dell’U2 abbattuto sui cieli di Cuba quello stesso 27 ottobre.

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Nell’ottobre 1962 vennero gettati i semi di un universo culturale pop che tutt’ora non se n’è andato: uscì sugli schermi cinematografici “Dr. No” (“Agente segreto 007, licenza di uccidere”), il primissimo film della lunghissima serie dell’agente segreto 007 James Bond al servizio di sua maestà britannica e vide la luce il primordiale 45 giri dei britannici The Beatles. In quell’ottobre 1962 vennero gettati i semi di un futuro piuttosto lungo da cui ancora non ne siamo usciti.

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La morte dello strapotente magnate petrolifero Enrico Mattei quel 27 ottobre 1962 fu il primo vero “mistero italiano” nello stile dei molti che sarebbero venuti in seguito, in modo particolare dal 1969 in avanti, dalla strage di piazza Fontana in poi . Quella di Mattei fu una fine che influenzò molto il futuro perché fu il primo attacco diretto e violento alla sovranità e all’indipendenza politico-economica dell’Italia, fu il primo atto eversivo nello stile di quella che si sarebbe in seguito chiamata “strategia della tensione”. Furono almeno due gli omicidi sensazionali dell’allora futuro che si ricondurranno al caso Mattei: l’omicidio del giornalista siciliano Mauro De Mauro che avverrà nel 1970 e l’omicidio dell’intellettuale critico, scrittore e regista Pier Paolo Pasolini nel 1975.

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Vasilij Aleksandrovič Archipov (in russo: Василий Александрович Архипов?; Orechovo-Zuevskij rajon, 30 gennaio1926Železnodorožnyj, 18 agosto1998) è stato un marinaio e militaresovietico.
Durante la crisi dei missili di Cuba, nel 1962, come comandante in seconda del sottomarino sovietico B-59 della classe Foxtrot, si oppose al lancio di un siluro nucleare malgrado il suo sottomarino fosse stato oggetto del lancio di bombe di profondità da parte di un gruppo da combattimento della US Navy composto dalla portaereiUSS Randolph e undici cacciatorpediniere[1]; il comandante ritenne la provocazione sufficiente a reagire nel modo più consono e diede disposizioni per lanciare un siluro a testata nucleare. Il vicecomandante Archipov tuttavia espresse disaccordo e convinse il proprio superiore ad attendere: il lancio di bombe da parte dei militari americani si interruppe, e il comandante russo ritirò l’ordine, evitando una possibile escalation che sarebbe potuta culminare in un conflitto atomico fra USA e URSShttps://it.wikipedia.org/wiki/Vasilij_Aleksandrovi%C4%8D_Archipov
Per lanciare quel siluro a testata nucleare, il protocollo da seguire stabiliva che tutti gli ufficiali a bordo del sottomarino dessero parere positivo al lancio, il solo ufficiale che si rifiutò di dare il suo voto e ruppe l’unanimità fu il vice comandante Archipov scongiurando così un’escalation letale. Una vicenda somigliante a questo episodio ed avvenuta più di vent’anni dopo, riguardò il tenente colonnello dell’armata rossa Stanislav Petrov e il suo rifiuto di rispondere con un contrattacco a un lancio di missili ICBM da parte USA, poi rivelatosi un falso allarme dovuto a un errore dei computer.

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Il numero del quotidiano “La Stampa” di domenica 28 ottobre 1962, il giorno del “sospiro di sollievo” dopo il picco altissimo di tensione del sabato.

Col tempo, venne alla luce che i missili sovietici già installati sull’isola di Cuba erano pienamente operativi e in grado di lanciare testate nucleari in caso di invasione dell’isola, all’epoca si riteneva invece che le batterie di missili a Cuba dovessero ancora essere completate e che quindi nessun missile era operativo e pericoloso; ciò facilitava le posizioni degli intransigenti del Pentagono che alla Casa Bianca premevano per un’invasione americana dell’isola: tanti anni dopo, l’allora segretario della difesa McNamara rivelò come quel 27 ottobre si andò “a tanto così” dall’invasione.

La crisi missilistica cubana e la morte di Enrico Mattei nel “black saturday” (come viene ancora oggi ricordato quel giorno negli Stati Uniti) influirono per lungo tempo a venire, molti nodi si erano sciolti e altri nodi si erano invece legati, gli anni Cinquanta furono in rotta di collisione con gli anni Sessanta e Settanta e, come si è detto, nuovi panorami mai visti prima si aprirono.

Nei giorni che seguirono, a inizio novembre, mentre i sovietici iniziavano a smantellare la loro base missilistica a Cuba venti giorni prima che gli americani decidessero di togliere il blocco navale, uscì nelle edicole il primissimo numero di un fumetto che fece scandalo per la sua crudezza e diversità dai soliti cliché delle storie a fumetti: il protagonista non era infatti per i ragazzi un esempio positivo da seguire, Diabolik è infatti un malvivente, un fuorilegge, un maledetto, un clandestino. Questo tipo di figura avrà un avvenire di fronte a sé, in Italia e non solo.

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Appunti Witch House tratti da un Moleskine taroccato (aprile dell’anno scorso)

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Trovo dei parallelismi curiosi tra la vicenda di Ferdinando Carretta, il romanzo Medium di Giuseppe Genna e le stesse vicende della mia vita.

Gli appartamenti.

E due epoche ben precise: il passaggio dalla seconda metà degli anni settanta alla prima metà degli anni ottanta.

E poi, forse, il passaggio dalla seconda metà degli anni ottanta alla prima metà degli anni novanta.

Mi piacerebbe trovare un’altra parola sinonimo di questa, ma l’unica che posso, di cui posso disporre é

inquietante

per definire quel periodo.

Con l’avvento della new wave, le cui tracce, la cui scia arriva fino all’hypnagogic pop e alla witch house
[di cui il video qui è un esempio]

Ma – nello stesso periodo – anche il synth pop e la computer space rocket disco

assieme all’esistenza, ancora, di una grande istituzionalità pubblica-statale.

Democrazia Cristiana.

Istituzionalità molto presente.

Cerimoniosità istituzionale.

Ritualità.

Ritualismo istituzionale.

Partecipazioni pubbliche.

Industria di stato.

Questa situazione raggiungeva i livelli massimi nell’Impero Del Male, nell’URSS.

Quelle parate militari sulla Piazza Rossa davanti ai gerontocrati in tribuna.

Significativo il manifesto del film EvilEnko, col volto del serial killer, pedofilo e cannibale, che indossa degli occhiali [istituzionali] dalla montatura pesante.

E un altro grande simbolo di quella situazione è il telefono grigio della SIP, allora società telefonica gestita INTERAMENTE dallo stato.