Breve appunto sui due 11 settembre, di 22 e 50 anni fa

22 anni fa
50 anni fa

L’ 11 settembre 1973 fu il giorno che giunse dopo che l’anno prima (il 1972) si era raggiunta la maturità massima del mondo occidentale iniziato negli anni 30 del XX secolo, quando l’economia USA era ripartita su basi completamente nuove per evitare di nuovo ciò che qualche anno prima aveva portato al crollo finanziario-economico del 1929.

Il 1973 fu l’inizio della fine del boom partito nella seconda metà degli anni 50, dovuto a quella specie di “capitalismo dal volto umano” (in cui tutti potevano avere un posto fisso) da cui fu caratterizzata la ricostruzione post 1948, capeggiato dagli USA. Le caratteristiche della fase di boom postbellico e della fine del boom postbellico le delineammo rispettivamente in questi due post del blog: L’anno più felice di sempre e Il ritorno dello spartiacque storico del 1973 come suo rovesciamento prossimo venturo.

L’ 11 settembre 1973 venne scalzato dalla presidenza del Cile l’eletto democraticamente socialista vero Salvador Allende con un colpo di stato molto violento in cui lo stesso presidente perse la vita durante gli scontri a fuoco nel palazzo presidenziale della Moneda. Al posto di Allende venne poi insediata una dittatura militare capeggiata dal generale Augusto Pinochet. E’ risaputo che a organizzare quel golpe sanguinoso furono certi settori dei servizi segreti statunitensi del cui operato se ne lavò bellamente le mani l’allora segretario di stato Henry Kissinger (che ha compiuto 100 anni proprio in questo 2023!) di quella amministrazione Nixon che anche lei stessa sarebbe stata scalzata via l’anno successivo al 1973.

Il tipo di economia che venne implementata in Cile dopo l’11 settembre 1973 fu tutt’altro che una prosecuzione del socialismo vero di Salvador Allende, fu tutt’altro che un “capitalismo dal volto umano” alla John Keynes ma fu invece liberismo duro e puro: una economia (guidata dalla finanza) solo e secondo le ferree leggi darwiniane della domanda e dell’offerta di più cose possibili trasformate in merce. Un tipo di economia che nei decenni successivi, prendendo slancio dalle “rivoluzioni conservatrici” in UK e USA di rispettivamente Thatcher e Reagan, la si sarebbe vista estendersi anche in tutto il mondo occidentale non anglosassone, tracimando in seguito – dagli anni 90 in poi – pure fuori dall’occidente con quella globalizzazione che veleggiando verso l’anno 2000, pareva proprio trionfante.

L’11 settembre 2001 cosa ci fu? Un attentato terroristico islamico che sminuzzò le due torri del World Trade Center (quel “world trade”, “commercio mondiale” sinonimo della globalizzazione) e squarciò col fuoco un’ala del palazzo del potere militare USA a forma di pentagono (quel potere militare e d’intelligence da cui partì il golpe di allora 28 anni prima.) Vennero usati 4 arei di linea (4, brutto numero): 2 sui grattacieli, 1 sul pentagono e il quarto avrebbe dovuto colpire quel Campidoglio che sarebbe stato preso d’assalto solo il 6 gennaio 2021.

Secondo diverse ricostruzioni, l’organizzazione degli attentati terroristici fu intrapresa da servizi segreti sauditi, i servizi segreti USA lo sapevano cosa stessero architettando ma se ne lavarono bellamente le mani, in particolare l’allora vicepresidente USA Dick Cheney.

L’11 settembre di 22 anni fa e l’11 settembre di 50 anni fa sono due grossi anelli di una catena che deve ancora vedere la sua fine ma che prima o poi (speriamo più prima che che poi) la vedrà.

Arpocrate come Y morpurghiano – seconda parte

Prima di leggere qui, propongo al visitatore la lettura della prima parte di questo articolo: https://civiltascomparse.wordpress.com/2023/03/06/arpocrate-horus-bambino-e-il-pianeta-nove-che-pervade-ciclicamente-la-storia-umana-dalle-origini/

ARPOCRATE E ALFREDINO “IL FIGLIO DI TUTTA ITALIA” (1981)

“Avvertiamo che le trasmissioni riprendono anche nella zona laziale e in quelle limitrofe. Ci scusiamo con i nostri radioascoltatori, lieti se il temporaneo silenzio del servizio pubblico avrà contribuito, come tutti auspicano, alla salvezza del bambino.”

Nella folle notte di Vermicino è stato smarrito ogni criterio, sono saltate tutte le regole e tutti i principi, ogni cosa può diventare normale in questa situazione abnorme, ogni assurdità può diventare ragionevole e accettabile.

I nomi “Vermicino” e “Alfredino” cominciarono allora a prendere forma assieme nella coscienza collettiva, quasi come se fossero stati elementi di una favola mitica.

Il microfono piazzato nel pozzo è importante anche per un altro aspetto. Si tratta dello strumento che consentirà di far sentire la voce di Alfredo, le sue urla strazianti a milioni di italiani, attraverso la televisione. Comunque la si voglia pensare, sono proprio le grida del bambino ad aver attratto come una calamita l’attenzione della gente su Vermicino, più ancora delle immagini. E questo, senza quel microfono, non sarebbe mai potuto accadere. […]

[…] Ma proprio alle 10.30 il flusso informativo, che presto diverrà un gigantesco fiume in piena, si interrompe, almeno nella zona del Lazio. Le antenne radio della vicina antenna di Santa Palomba, la più grande e potente di Roma, interferiscono con il microfono calato nel pozzo, sovrapponendo alla voce di Alfredino i programmi radiofonici della Rai e delle emittenti private. Il risultato è una singolare e grottesca miscela sonora, che crea seri problemi ai soccorritori.

Il Messaggero fa notare che si tratta di un caso senza precedenti. “Dal periodo della guerra a oggi non era mai successo niente di simile.” E riferisce che al giornale sono giunte parecchie chiamate di cittadini allarmati. “Quando saltando da un programma all’altro mi sono reso conto che nessuna stazione trasmetteva, ci ha detto un lettore, m’è venuto il sospetto che stesse succedendo qualcosa di grave, tipo un colpo di stato o roba del genere. (Il Messaggero, 12 giugno 1981). Sono i giorni in cui sta esplodendo, in tutta la sua virulenza, lo scandalo della P2. Nel paese circolano con insistenza voci di forze eversive pronte ad agire. Le preoccupazioni di quel lettore, dunque, non sono poi così peregrine. Sandro Curzi – Wikipedia, direttore del tg3, ricorda che “in quei giorni arrivavano notizie strane. Sembrava che una parte dei servizi segreti fosse stata informata che stava per accadere qualcosa di straordinario.

E’ vero che la richiesta del pubblico ormai è immensa, ma se uno volesse guardare qualcos’altro ormai non può più farlo, deve spegnere la tivù. I centralini della rai bersagliati da migliaia di telefonate, vogliono collegamenti più lunghi, più frequenti, chiedono al servizio pubblico un impegno ancora maggiore. Ma tra le innumerevoli chiamate ce ne sono altre che dicono: “Non fateci più sentire quella voce, è insopportabile, è straziante, è troppo…” Con il passare del tempo la voce del piccolo sarà somministrata al pubblico con sempre maggiore cautela e discrezione, anche se tecnicamente sarebbe possibile ascoltarla sempre, visto che il giorno prima un tecnico era riuscito addirittura a calare un microfono della rai all’interno del pozzo artesiano. Ma in questo caso una saggia autocensura e le sollecitazioni del pubblico suggeriscono una scelta più sobria e moralmente più accettabile.

La misurazione data da Tullio dà un risultato sconvolgente, che assomiglia a una sentenza di condanna a morte. Alfredino è scivolato di altri trenta metri e ora si trova a una profondità di oltre sessanta metri. Questo segna il rientro in gioco degli speleologi. La drammatica notizia data alle 20,00 dopo sette ore consecutive di diretta tv.

Intanto la folla degli spettatori è diventata immensa, oltre ventimila persone. L’arrivo del presidente Pertini e lo straordinario impatto mediatico che sta avendo la vicenda hanno calamitato schiere di curiosi, che stanno provenendo da ogni parte. Durante questa nottata, l’ultima, la grande kermesse raggiunge quelle dimensioni che poi faranno gridare alla vergogna e allo scandalo. 

Per due giorni hanno raccontato una favola che, per quanto drammatica – le favole lo sono sempre – era tutta protesa verso il lieto fine. […] Ora, improvvisamente, il racconto cambia registro e ci si trova tutti proiettati all’interno di un’angosciante tragedia. Se prima si aspettava solo la felice conclusione della storia, ora si cominciano a delineare i contorni di un epilogo di morte, anche se nessuno ha il coraggio di dirlo. Ma prima che lo sciagurato finale abbia luogo sono ancora tante le cose che devono succedere. E straordinarie. E’ a questo punto che inizia la notte più vorticosa, convulsa, appassionante, commovente, folle, eroica, tormentata, dolente, disperata che l’Italia ricordi.

L’ambiente in cui [Alfredino] si trova ora, a meno di sessanta metri, è infinitamente peggiore di quello che lo ospitava a meno trenta. Molto più umido e molto più freddo. Quanto potrà ancora resistere in vita, si chiede il medico? Si chiedono tutti?

Non è come il 21 luglio 1969 o il 17 giugno 1970, sempre di notte. Quelli erano eventi annunciati, emozioni attese, qui no, qui tutto nasce per caso e diventa un avvenimento epocale ed è iniziato come la cronaca di un piccolo fatto, un dramma privato. Poi, ora dopo ora, è montato, cresciuto, esploso. Rapidamente ha coinvolto tutti, è diventato il figlio, il nipote, il fratellino. Trenta milioni di italiani stanno partecipando allo spettacolo della morte in diretta, ma non lo sanno e pensano ancora si tratti di una favola a lieto fine. 

Per sette volte ha tentato di strapparlo alle tenebre del pozzo, per sette volte gli è scivolato via. Angelo Licheri riuscì a sprigionare un coraggio e una generosità senza limiti. Doti che il piccolo fattorino sardo, forse senza nemmeno esserne consapevole, mostrò di possedere in misura straordinaria.

Quando viene portato su, provato, escoriato, ricoperto di fango e sangue sembra la raffigurazione vivente dell’Ecce Homo – Wikipedia, il Cristo flagellato [o dopo essere stato tirato giù dalla croce.] Franca Rampi, la mamma di Alfredino, accarezzava quel viso stravolto, arrivato alle soglie della morte per strappare alla morte un’altra vita, e lui balbettava alla donna frasi di scusa per non essere riuscito nel suo tentativo.

L’altalena emotiva non accenna a fermarsi quando alle cinque del mattino viene calato nel pozzo Donato Caruso. Milioni di italiani su un ottovolante impazzito, lanciato a folle velocità e senza una guida. Mai era capitato che la televisione generasse un carico di emozione così potente e incontrollabile. E mai più capiterà.

Il giovane speleologo spiega al prof Fava che Alfredino non si muove, non dà segni di vita, è freddo e rigido. Probabilmente il decesso è sopraggiunto molto prima della sua discesa, tra le 3,00 e le 4,00 di quella infinita e tragica notte. Pertini decide di andare via. E’ rimasto per quindici ore ad aspettare, in questa landa desolata. Quasi sempre in piedi, all’imboccatura del pozzo, col vestito blu sempre più impolverato. Aveva detto che sarebbe rimasto fino all’ultimo per vedere il bambino tratto in salvo. E’ stato di parola ma anche lui va via sconfitto.

“So che a volte” scriverà qualche giorno dopo in una lettera a un popolare settimanale, “il respiro c’è ancora, anche quando non si vede. So di centinaia di casi di persone apparentemente morte che in realtà erano ancora vive e salvabili. Quel sabato il bambino sembrava morto. Ma poteva anche non esserlo.”

Quello per la morte di Alfredino fu un lutto vero, non rituale, per milioni d’italiani a cui era come morto un figlio, un nipote, un fratello. Dolore che per molti non troverà espressione tranne una forma di cupa e silenziosa depressione. Farmacisti che registrano in quei giorni aumenti nelle vendite di tranquillanti e cardiotonici, anziani morti di fronte alla tv, davanti alla trasmissione Rai ormai definita da qualcuno (come Rinaldo Recchi, proprietario di tre grandi farmacie romane) come “omicida”.

Molti degli episodi successi in questi giorni, molti dei personaggi che sono giunti a Vermicino inducono a pensare che questa vicenda abbia come sollevato una ventata di follia, la cui onda lunga, in qualche caso, ha continuato a propagarsi per anni. E’ un’ipotesi sfuggente, un po’ irrazionale, che però si riaffaccia alla mente in modo prepotente quando, ancora oggi, si incontra qualcuno dei protagonisti di allora. Nessuno è in grado di dire quanta follia Vermicino abbia generato, ma certamente ne ha attirato molta, come una potente calamita.

Trenta milioni di italiani hanno seguito la vicenda di Alfredino davanti al video. Per molti redattori del tg1 e tg2 c’è anche l’amara sensazione di aver contribuito a evocare una creatura mostruosa. Se è vero che durante lo svolgimento del dramma la gente voleva sentir parlare solo di Alfredino, dopo la terribile ultima notte, dopo la morte del bimbo, i centralini della rai hanno ricevuto centinaia di telefonate di protesta. Tutte persone che si sono sentite tradite dal servizio pubblico, come travolte e lasciate senza difese di fronte alla trasmissione televisiva più sconvolgente che sia mai andata in onda.

Trenta milioni di persone imprigionate nell’incubo, prigioniere, vittime dell’orribile attrazione che avevano quelle immagini, finite dentro il pozzo, bambini sconvolti che si svegliavano di notte di soprassalto parlando di Alfredino.

Ma su questo punto l’editorialista del corriere Giulio Nascimbeni [fa un’osservazione]: “Forse, al di là della terribile carica delle immagini, è stato anche l’effetto della tecnica televisiva usata: quella ripresa fissa, quasi un monoscopio, quel fotogramma paralizzato che non aveva nemmeno il riscatto del’animazione e quindi rendeva l’angoscia e il dolore ancora più ossessivi.” ( A questo proposito ricordiamo che Arpocrate rappresenta anche la immobilità)

Più di una persona, tra quelli che sono stati a Vermicino e che hanno anche visto le immagini della diretta televisiva, conferma che assistere al dramma davanti al piccolo schermo era quasi più allucinante e claustrofobico che viverlo sul posto. “La trasmissione televisiva” commenta qualche giorno dopo la psicologa Caterina Sorrentino, “ha certamente avuto un impatto molto violento. Ritengo addirittura che l’atmosfera fosse più stemperata sul luogo della vicenda che non nelle case degli italiani che seguivano la tivù. Sul posto c’erano alcuni elementi estranei, e al tempo stesso facenti parte del quadro generale, che alleggerivano di tanto in tanto la tensione. Nelle case la televisione portava invece un’immagine ben precisa, limitata quasi sempre a quei pochi metri quadrati dove i soccorritori si muovevano: una sorta di palcoscenico sul quale si alternavano i protagonisti della vicenda. Come angosciante sottofondo la voce di Alfredo, che gli apparecchi televisivi diffondevano molto più chiaramente di come noi la ricevessimo sul posto” (Piero Poggio, Gente, 3 luglio 1981)

Questa quasi totale assenza di filtro – che mai era capitata in televisione e mai più capiterà – è avvenuta in occasione di un evento che più tragico non si poteva immaginare. La tragica fine di quella creatura è piombata nelle case degli italiani […] senza che la mediazione giornalistica potesse attutirne l’impatto.

A Vermicino non c’era nessuno incaricato di organizzare e razionalizzare le emozioni. […] Anche questa mancanza di punti di riferimento ha contribuito a sconvolgere i telespettatori.

[…] E’ un luogo comune dire che la “tv del dolore” è cominciata in quella occasione, ed è sbagliato perché quella che verrà poi conosciuta come “tv del dolore” prevede appunto una mediazione tra l’emozione scatenata e la risoluzione finale che fa si che il pubblico non ci pensi più una volta spento il piccolo schermo […] Gli autori, nella “tv de dolore”, devono stare attenti a scegliere, controllare, […], addomesticare la realtà che viene proposta in tv. E’ come se la diretta di Vermicino rappresentasse l’obiettivo “emotivo” a cui tutti gli autori televisivi idealmente tendono, sapendo però che non possono, non devono mai raggiungerlo.

Il parroco di Vermicino don Francesco Terribile, dopo aver ricordato la titanica lotta per salvare il bambino, dice che Alfredo è come un seme caduto sotto terra che deve far fiorire qualcosa di nuovo, darci una società migliore.

Tutti gli appunti che [precedono sono stati presi aiutandosi] con l’ottimo libro-inchiesta di Massimo Gamba, “Vermicino. L’Italia nel pozzo – Massimo Gamba – Libro – Sperling & Kupfer – Le radici del presente | IBS“, uscito nel 2007 di cui assai di recente (25 maggio 2021) ne è stata fatta una riedizione, Alfredino. L’Italia nel pozzo – Massimo Gamba – Libro – Sperling & Kupfer – Pickwick | IBS

ARPOCRATE E BERNIE MADOFF – CHI SI CREDE INTOCCABILE – (2008)

Siccome il pianeta 9 sta “interferendo con le orbite” degli altri pianeti transnettuniani facendo credere ingannevolmente che non esiste (involontariamente), fra le tematiche che governa ci deve essere la pratica degli schemi ponzi finanziari.

Bernard Lawrence Madoff, detto Bernie (New York29 aprile 1938 – Butner14 aprile 2021), è stato un banchiere e truffatore statunitense, condannato per una delle più grandi frodi finanziarie di tutti i tempi.

Il criminale condannato era l’equivalente di un serial killer finanziario e sembrava intoccabile al culmine del suo potere.

L’11 dicembre 2008 Madoff è stato arrestato dagli agenti federali, con l’accusa di aver truffato i suoi clienti causando un ammanco pari a circa 65 miliardi di dollari (60 miliardi di euro). La sua società si è infatti rivelata come un gigantesco schema Ponzi. Rispetto agli altri hedge fund  Madoff non vantava profitti del 20-30%, ma si attestava su un più credibile rendimento del 10% annuo, costante nonostante l’andamento del mercato. La truffa consisteva nel fatto che Madoff versava l’ammontare degli interessi pagandoli con il capitale dei nuovi clienti. Il sistema saltò nel momento in cui i rimborsi richiesti superarono i nuovi investimenti, come è usuale con questo tipo di truffa. Nell’ultimo periodo le richieste di disinvestimento avevano raggiunto una tale cifra, circa 7 miliardi di dollari, che Madoff non fu più in grado di onorare la remunerazione degli interessi promessi con le risorse finanziarie disponibili. I clienti di Madoff erano perlopiù grandi istituti finanziari e investitori istituzionali, sui quali sono ricadute le conseguenze della truffa. Diverse banche in tutto il mondo hanno dichiarato di essere esposte verso il fondo di Madoff sia direttamente, sia attraverso fondi da loro gestiti.Bernie Madoff è morto oggi e lascia dietro di sé un’eredità di rottami finanziari che si estendevano in tutto il mondo. Il suo schema Ponzi è stato il più grande della storia. La longevità del suo schema – decenni – era mozzafiato. Era senza dubbio uno dei bugiardi più abili della storia. Eppure forse ci vuole un truffatore per sapere come il sistema ci truffa tutti. E Madoff ha capito il sistema finanziario come solo un truffatore finanziario può fare. Di una cosa era certo: tutti sapevano.

I danni della caduta di Madoff hanno fatto crollare una banca in Italia, portato al suicidio in Francia e mandato in bancarotta anche piccoli investitori, lontani come i tassisti in America Latina e vicini alla sua famiglia. Sua cognata è andata in rovina e ha finito per guidare un servizio di auto da e per l’aeroporto per sbarcare il lunario. Suo figlio maggiore si impiccò per la vergogna nel suo appartamento di Soho. L’altro figlio morì di una recidiva di cancro, che incolpò dello stress causato da suo padre.

Madoff ha capito il funzionamento del sistema finanziario come pochi altri. Chiaramente ha usato quella conoscenza per sostenere la sua truffa. L’atteggiamento del sistema finanziario nei suoi confronti era “cecità volontaria”, ha detto in una deposizione.

Quando è stato catturato nel 2008, mentre la crisi finanziaria attanagliava l’America sempre più stretta, Madoff è diventato un manifesto per i misfatti di quell’intero universo.

Il sistema finanziario ha permesso, armato e beneficiato profumatamente di Madoff. Alcuni hedge fund con cui faceva affari non erano altro che operazioni di vendita. Hanno attirato i clienti con promesse di due diligence e accesso esclusivo. “Li ho fatti centinaia di milioni”, ha detto Madoff. Era vero.

Naturalmente, ha gran parte della responsabilità di frodare gli investitori, anche se gli piaceva scrollarsi di dosso. Senza dubbio l’idea di Madoff come un’altra vittima del sistema è ripugnante. Ma senza il sostegno a sangue freddo dei grandi attori finanziari, Madoff sarebbe stato un fenomeno locale, una tragedia limitata nel tempo e nella portata.

Madoff ha sperimentato allucinazioni mentre il suo stato mentale diminuiva nelle sue ultime settimane. Poco prima di farsi rimuovere le dita dei piedi il 23 marzo, ha detto di aver visto persone nella sua stanza di notte. Madoff in seguito ha detto a un ufficiale di correzione di aver visto un uccello (Il falco di Horus?) nella tasca della giacca della guardia, ha ammesso di “sentirsi pazzo” e ha detto che nulla contava più, come mostrano i registri.

ARPOCRATE E LA BIOMETRIA (SORVEGLIANZA BIOMETRICA)

Biometria, ciò che ci permette di renderci conto e di toccare con mano il nostro essere unici al mondo (ARPOCRATE è esaltato nel segno del Leone, il segno dell’ unicità)

La biometria (dalle parole greche bìos = “vita” e métron = “conteggio” o “misura”) è la «disciplina che studia le grandezze biofisiche allo scopo di identificarne i meccanismi di funzionamento, di misurarne il valore e di indurre un comportamento desiderato in specifici sistemi tecnologici»

L’autenticazione tramite riconoscimenti biometrici è usata nell’informatica come forma di identificazione e di controllo sugli accessi. È inoltre utilizzata per riconoscere individui sotto sorveglianza mentre si trovano insieme ad altre persone.

Gli identificatori biometrici sono caratteristiche distintive e misurabili usate per etichettare e descrivere un individuo.[3] Gli identificatori biometrici sono spesso classificati come caratteristiche fisiche o caratteristiche comportamentali. Le caratteristiche fisiche si riferiscono alla forma del corpo. Alcuni esempi possono essere le impronte digitali, le vene delle dita o del palmo della mano, la forma del viso, il DNA, l’impronta della mano, la geometria della mano, il riconoscimento dell’iride o della retina dell’occhio. Le caratteristiche comportamentali, invece, sono strettamente legati alle abitudini di una persona, includendo ma non limitandosi al ritmo di battitura, l’andatura e alla voce.

I metodi più tradizionali del controllo sugli accesso includevano sistemi di identificazioni basati su carte di riconoscimento, come la patente di guida o il passaporto, e sistemi basati sulla conoscenza di informazioni, quali la password o al PIN. Dato che gli identificatori biometrici sono unici da individuo a individuo, sono molto più affidabili nel verificare l’identità rispetto a metodi basati su documenti o informazioni; comunque, l’insieme degli identificatori biometrici solleva preoccupazioni riguardo all’uso finale di queste informazioni.

Fra le principali applicazioni della biometria vi sono le seguenti:

Attualmente, la maggior parte degli sforzi della comunità scientifica e della ricerca industriale è orientata allo studio di quelle variabili che permettono l’identificazione affidabile degli individui. Le tecniche biometriche di identificazione sono infatti finalizzate a identificare un individuo sulla base delle sue peculiari caratteristiche fisiologiche o comportamentali, difficili da alterare o simulare. Tra le variabili più frequentemente prese in esame: impronte digitali, geometria della mano e del volto, conformazione della retina o dell’iride, timbro e tonalità di voce.

Una prima catalogazione delle impronte digitali risale al 1891 (NELLA TIMELINE), quando Juan Vecetich iniziò a collezionare le impronte digitali dei criminali in Argentina. Josh Ellenbogen e Nitzan Lebovic sostennerò che la Biometria ha origine nei sistemi di identificazione delle attività criminali sviluppata da Alphonse Bertillion (1853-1914) e dalla teoria delle impronte digitali e fisionomia di Francis Galton. Secondo Lebovic, il lavoro di Galton “ha condotto le applicazioni dei modelli matematici alle impronte digitali, frenologia, e alle caratteristiche facciali”, come parte dell’“identificazione assoluta” e “una chiave per sia includere sia escludere” della popolazione. Di conseguenza, “il sistema biometrico è l’assoluta arma politica della nostra era” e una forma di “controllo leggero”. Il teorico David Lyon ha dimostrato che durante gli scorsi due decenni, i sistemi biometrici hanno penetrato il mercato civile, e offuscato le linee guida tra le forme di controllo dei governi e il controllo privato delle imprese. Kelly A. Gates ha identificato l’11 settembre come il punto di svolta per il linguaggio culturale del nostro presente: “nel linguaggio degli studi culturali, le conseguenze dell’11 settembre sono state un momento di articolazione, dove oggetti o eventi che non hanno bisogno di connessione si riuniscono e si stabilisce una nuova formazione del discorso: riconoscimento facciale automatizzato come tecnologia di sicurezza nazionale.” 

La biometria è stata considerata anche uno strumento per lo sviluppo dell’autorità statale (per dirla in termini foucaltiani, di disciplina e biopotere). Trasformando il soggetto umano in una serie di parametri biometrici, la biometria disumanizza la persona violerebbe l’integrità fisica e, alla fine, offendeva la dignità umana.

In un caso ben noto, il filosofo italiano Giorgio Agamben ha rifiutato di entrare negli Stati Uniti in segno di protesta per il programma di indicazione degli Stati Uniti per visitatore e immigrati (US-VISIT), il quale prevedeva che gli venissero registrate le impronte digitali e fotografato. Agamben ha sostenuto che la raccolta di dati biometrici è una forma di tatuaggio bio-politico, simile al tatuaggio degli ebrei durante l’Olocausto. Secondo Agamben, la biometria trasforma la persona umana in un corpo nudo. Agamben si riferisce alle due parole usate dagli antichi greci per indicare “la vita”, zoe, che è la vita comune agli animali e agli esseri umani, solo vita e bios, che è la vita nel contesto umano, con significato e scopi. Agamben prevede la riduzione a corpi spogli per l’intera umanità. Per lui, una nuova relazione bio-politica tra i cittadini e stato trasformando i cittadini in pura vita biologica (zoe) e privandoli della loro umanità (bios); e la biometria avrebbe preannunciato questo nuovo mondo.

Altri studiosi hanno sottolineato, tuttavia, che il mondo globalizzato si trova di fronte a un’enorme massa di persone con identità civili deboli o assenti. La maggior parte dei paesi in via di sviluppo ha documenti deboli e inaffidabili e le persone più povere non hanno nemmeno quei documenti inaffidabili. Senza identità personali certificate, non c’è certezza del diritto, nessuna libertà civile. Ciascuno può rivendicare i propri diritti, incluso il diritto di rifiutare di essere identificato, solo se è un soggetto identificabile, se ha un’identità pubblica. In tal senso, la biometria potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nel sostenere e promuovere il rispetto della dignità umana e dei diritti fondamentali.

ARPOCRATE E LA SCOPERTA DI NUOVI MONDI (1492 e 2017)

22 FEBBRAIO 2017 (SCOPERTO UN ALTRO SISTEMA SOLARE)

Nel precedente articolo, inspiegabilmente, mi sono dimenticato di inserire una tematica fra le più importanti. Arpocrate rappresenta la scoperta di “mondi al di là dell’ immaginazione”, NUOVI MONDI. La timeline che si allaccia al 2023 ci porta, fra i tanti anni che incontriamo, anche al 1492 (ANNO DELLA SCOPERTA DELL’ AMERICA). Prima di allora girava la credenza che non ci fosse nulla e che continuando a viaggiare nell’ oceano si raggiungesse un confine oltre al quale si cadeva nello spazio, oppure si pensava che si finiva per raggiungere l’ Asia…e invece, gradualmente, si arrivò a comprendere che quella era la scoperta di un nuovo continente.

Nel 2017 venne annunciata l’ entusiasmante scoperta di un altro sistema solare, con ben sette pianeti, e anche molto vicino al nostro. Addirittura, TRE di questi pianeti risiedono nella “zona abitabile” del sistema.

Possiamo sperare che la scoperta concreta del pianeta 9 che da ora in poi chiameremo Arpocrate coinciderà con la scoperta di “un nuovo mondo” o con il momento in cui qualcuno INDIVIDUERA’ NOI…da un luogo che non possiamo neanche immaginare? Non resta che attendere.

ARPOCRATE E LO STRAZIANTE FILM “THE CURE”

“…mentre erano in viaggio per New Orleans, Dexter gli aveva detto che ogni tanto si svegliava al buio e aveva paura di essere da solo a un miliardo di anni luce dall’universo.”

The Cure è un film del 1995 ma sicuramente è tornato “in voga” nel gennaio 2008, nei giorni successivi alla scomparsa per overdose di uno dei protagonisti, Brad Renfro. Manco a dirlo, ho un rapporto molto personale con questo film…ne possiedo anche una copia in DVD in Italiano. Una delle musiche nel soundtrack si chiama “La grande fuga” (The Great Escape).

La storia narra di due ragazzi (Brad Renfro e Joseph Mazzello) alla ricerca di una cura per l’AIDS, malattia di cui è ammalato uno dei due. Erik è un adolescente solitario che ha una madre fredda e assente. Un giorno, mentre sta giocando in giardino, conosce Dexter, il suo nuovo vicino di casa, malato di AIDS a causa di una trasfusione di sangue infetto avvenuta quando era più piccolo. Malgrado la madre di Erik gli abbia raccomandato di non giocare con lui, i ragazzi fanno ugualmente conoscenza e diventano grandi amici nel giro di pochi giorni. Ben presto Erik decide di far fruttare al meglio i pomeriggi passati assieme: vuole scoprire un modo per curare l’amico in modo che egli non debba più soffrire. Appena dimesso, i due amici leggono su un giornale locale che un professore di New Orleans dice di aver trovato la cura per l’AIDS: senza pensarci troppo i due riempiono i propri zaini e si mettono in viaggio via fiume su un canotto.

Arpocrate era una figura guaritrice ed è associato alle lunghe e difficoltose ricerche, che spesso si rivelano vane. Qui abbiamo la fuga da casa (anche se per una buona causa) ma anche l’ ingenuità di credere di poter risolvere una situazione che è inevitabile e troppo complessa da rimediare per due ragazzini.  

ARPOCRATE E LA SINDROME DI ASPERGER E L’ AUTISMO, MA ANCHE IL MUTISMO SELETTIVO

IL LIBRO E’ DEL 2005, IL FILM DEL 2011 (RIENTRANO NELLA TIMELINE)

Il libro interseca sostanzialmente due storie che si alternano: quella di Oskar Schell, un bambino di nove anni, e quella dei suoi nonni paterni. Oskar ha un dolore incolmabile: ha perso il padre adorato, Thomas Schell, nell’attentato alle torri gemelle dell’11 settembre 2001. Oskar è un bimbo sveglio e stracolmo di creatività, fantasia, sensibilità, curiosità ed intraprendenza. Organizza i nomi in un elenco, divisi per quartieri e comincia a far visita ad ognuno di loro. Dopo ricerche ed incontri strani verrà a capo dell’apparente e banale mistero. Più complesso l’intreccio della storia dei nonni. Oskar vive con la madre Linda e la nonna, la madre di Thomas. Il nonno paterno non l’ha mai conosciuto così come Thomas non aveva mai conosciuto suo padre. La nonna di Oskar era emigrata in America dalla Germania poco dopo la fine della seconda guerra mondiale. Qualche mese dopo il trasferimento, camminando per New York aveva incontrato, per caso, il fidanzato della sorella Anna morta a Dresda in un bombardamento. L’uomo era rimasto distrutto da quella perdita e aveva smesso di parlare. Comunica solo scrivendo sui diari e mostrando i palmi delle mani su cui ha tatuato le parole “SÌ” e “NO”.

Oskar Schell è il protagonista del libro. È un bambino di nove anni auto proclamatosi inventore, appassionato di collezioni e scienza, entomologo dilettante, origamista e archeologo dilettante. Spesso contempla argomenti più profondi e mostra grande empatia al di là di ciò che il bambino medio di 9 anni potrebbe avere. I suoi pensieri hanno la tendenza a trascinarsi in idee lontane, È molto fiducioso degli estranei e fa amicizia facilmente, anche se non ha molti amici della sua età. Nel film si allude al fatto che ha l’autismo. Ha un carattere particolare, ha difficoltà a relazionarsi con gli altri, ha pochi amici e si rifugia nel suo mondo di invenzioni. Dopo la tragica morte del padre, Thomas Schell, sviluppa autolesionismo e varie fobie per il mondo esterno. Quando Oskar si avventurerà nel mondo esterno dovrà infatti fare i conti con la paura per i ponti, per i grattacieli, gli aerei, le malattie e le altre persone.

Thomas Schell Senior è il nonno di Oskar, di origini tedesche, nel libro viene anche chiamato “l’inquilino”. Dopo la morte del suo primo amore Anna, perde la voce. Durante la sua vita va in giro con un diario sul quale scrive per comunicare con gli altri. Inoltre si tatua le parole “si” e “no” sui palmi delle mani. Sposa la sorella minore di Anna, che diventerà la nonna di Oskar. Quando scopre che la moglie è incinta scappa.

I temi principali di Extremely Loud & Incredibilmente Close includono il trauma, il lutto, la famiglia e la lotta tra autodistruzione e autoconservazione. Sostengono che Oskar ha un desiderio di morte simultaneo e un estremo bisogno di autoconservazione.

L’autismo (dal greco αὐτός, aütós – stesso) è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato dalla compromissione dell’interazione sociale e da deficit della comunicazione verbale e non verbale che provoca ristrettezza d’interessi e comportamenti ripetitivi. I genitori di solito notano i primi segni entro i due anni di vita del bambino e la diagnosi certa spesso può essere fatta entro i trenta mesi di vita. Attualmente risultano ancora sconosciute le cause di tale manifestazione, divise tra cause neurobiologiche costituzionali e psicoambientali acquisite.

Più precisamente, data la varietà di sintomatologie e la complessità nel fornirne una definizione clinica coerente e unitaria, è recentemente invalso l’uso di parlare più correttamente di Disturbi dello Spettro Autistico (DSA o, in inglese, ASD, Autistic Spectrum Disorders), comprendendo tutta una serie di patologie o sindromi aventi come denominatore comune le suddette caratteristiche comportamentali, sebbene a vari gradi o livelli di intensità.

A livello di classificazione nosografica, nel DSM-IV è considerato rientrare nella categoria clinica dei disturbi pervasivi dello sviluppo, cui appartengono, fra le varie altre sindromi, anche la sindrome di Asperger.

Prima del XX secolo non esisteva il concetto clinico di autismo; tra i precursori della ricerca di merito nel XIX secolo, vi fu anche John Langdon Down (che nel 1862 scoprì la sindrome che porta il suo nome), e che aveva approfondito alcune manifestazioni cliniche che oggi verrebbero classificate come autismo e Ludwig Binswanger per il quale “l’autismo consiste nel distacco dalla realtà, insieme con una prevalenza più o meno marcata della vita interiore”.

Nell’antichità e nel folklore europeo si attribuiva l’autismo e altri disturbi alle fate, che si credeva sostituissero di nascosto i propri neonati, denominati Changeling o Servan, con quelli umani.

Il termine autismo inteso in senso moderno è stato utilizzato per la prima volta da Hans Asperger (19061980) nel 1938.

«”Fino a non molti anni fa c’era chi, guidato dalla teoria psicogenica che attribuiva ai genitori la responsabilità dell’autismo, consigliava l’allontanamento dei bambini dalle loro famiglie. Con la confutazione di questa teoria, e bandite le ingiuste accuse ai genitori, sono scomparsi anche gli “allontanamenti terapeutici”, e i genitori sono ora visti dai medici e dagli psicologi come una risorsa di grande valore non solo nella fase diagnostica, ma anche in quella riabilitativa” (Surian, 2005).»

Internet ha aiutato gli individui autistici a superare l’ostacolo della mancata percezione dei segnali non verbali e dello scambio emozionale che trovano così difficile da gestire, ed ha dato loro un modo per formare comunità in rete e lavorare da remoto. Aspetti sociologici e culturali dell’autismo si sono sviluppati: alcuni nella comunità cercano cure, mentre altri credono che la neurodiversità autistica è semplicemente un altro modo di essere.

Colpisce prevalentemente i soggetti maschili con un tasso dalle due alle quattro volte (e talvolta anche sei/otto volte) superiore rispetto al sesso femminile; si manifesta quasi sempre entro i primi 3 anni di vita. Studi condotti in popolazioni generali in varie parti del mondo, senza tenere conto di criteri di esclusione o diagnosi differenziali, possono rilevare affidabilmente prevalenze attorno all’1% in tutte le fasce d’età.

La chiusura o isolamento autistico, che è quello che dà il nome a questa patologia, si attua prevalentemente nei confronti del mondo esterno, nei casi più gravi questa estrema difesa può essere attuata anche nei confronti di una parte degli stimoli che provengono dalla propria mente o dal proprio corpo. Questa chiusura, che nasce dal bisogno di proteggersi da stimoli ambientali troppo dolorosi per poterli gestire e sopportare, può essere più o meno grave e quindi può escludere dal proprio mondo in modo parziale o totale gli altri esseri umani ma anche gli animali e nei casi più gravi anche gli oggetti.

I soggetti affetti da sintomi di autismo descrivono questa chiusura usando vari simbolismi: Pier Carlo Morello la descrive come chiudersi dentro una cupola di vetro, posta sopra una laguna ghiacciata; Temple Grandin usa invece la similitudine delle porte o dei pannelli di vetro dentro i quali si sentiva intrappolata; 

Donna Williams descrive la chiusura autistica come la ricerca di uno stato mentale pieno di luce, colore e incanto, allo scopo di fuggire dalla penosa realtà nella quale viveva, così da trovare un indispensabile, necessario conforto.

Questo allontanarsi ed estraniarsi dalla realtà che circonda il bambino e perdersi in un incantato mondo interiore, può avvenire in modo involontario e istintivo ma può anche essere ricercato, mediante vari stratagemmi. Donna Williams, ad esempio, utilizzava i puntini colorati presenti nell’aria, i disegni della carta da parati, la ripetizione di alcuni rumori. Gian Polo Morello, invece, per escludere il mondo esterno, si chiudeva nella sua stanza e utilizzava la fantasia e la musica.

Per Bettelheim il chiudersi in sé stessi a un’età molto precoce blocca e altera lo sviluppo psichico del bambino lasciandolo insicuro, fragile e immaturo, con conseguente impossibilità di gestire e controllare i pensieri, le emozioni e i propri comportamenti, così da poter sviluppare tutte le sue potenzialità intellettive, sociali e relazionali.

Le persone che stanno accanto a bambini o adulti con sintomi di autismo spesso cercano di riportarli alla realtà utilizzando modi non adeguati come i rimproveri e i richiami, mentre sarebbe molto più utile riuscire a creare una relazione efficace, adoperando la massima dolcezza e delicatezza ad esempio, giocando con loro, senza costrizioni o condizionamenti (gioco libero autogestito).

Le persone con autismo che hanno potuto descrivere questo loro status mentale, parlano di un mondo interiore confuso e caotico, minaccioso e spaventoso (Grandin): “Si immagini uno stato di iperattivazione nel quale si è inseguiti da un pericoloso aggressore in un mondo di caos totale”.

Un mondo interiore nel quale si può avere l’angosciosa sensazione di finire in pezzi da un momento all’altro (Frith). Un mondo nel quale vi è difficoltà a capire quale sia la logica che sta dietro le cose e gli avvenimenti (Joliffe, citata da Grandin). Un mondo del tutto incomprensibile, che impedisce il controllo del pensiero sulle attività che si vogliono svolgere (Williams).

Tutte queste alterazioni psicologiche sono, tra l’altro, facilmente rilevabili nei loro disegni e racconti.

A questo confuso e caotico mondo interiore, essi cercano di porre rimedio utilizzando una serie di difese: come i comportamenti stereotipati, i precisi rituali e i comportamenti routinari (Joliffe, citata da Grandin). In altri casi, per ottenere un minimo di serenità e gioia interiore, queste persone utilizzano dei giochi solitari, come il lavorare con i numeri o l’appassionarsi e focalizzare costantemente l’attenzione su determinate, specifiche tematiche.

Per fortuna queste alterazioni psichiche, soprattutto nei bambini, non sono stabili, tanto che possono migliorare, fino a scomparire, nel momento in cui il loro mondo interiore riacquista un buon grado di serenità.

Una delle tante caratteristiche attribuite ai bambini con disturbi autistici è la presenza di una scarsa flessibilità nel pensiero e una notevole resistenza ai cambiamenti. Essi avvertono un terrore fobico, quando sono allontanati dal loro ambiente, se viene cambiata la collocazione degli oggetti o l’aspetto delle stanze della loro casa o se la routine giornaliera viene modificata. Caratteristica in questi bambini è la ritualizzazione di alcune abituali attività quotidiane, quali il mangiare, il lavarsi, l’uscire da casa. Attività che essi hanno bisogno si svolgano secondo delle sequenze rigide e immutabili.

Pertanto fanno di tutto affinché le situazioni, gli oggetti e gli orari non cambino e restino come sono. Dice la Grandin: ‹‹Ogni alterazione della routine provoca attacchi di panico, ansia e una risposta di fuga, a meno che alla persona non venga insegnato cosa fare quando qualcosa va storto››.

La causa prima del bisogno d’immutabilità è certamente l’angoscia che pervade la mente delle persone con sintomi di autismo. Angoscia che essi cercano di combattere e controllare continuamente, anche mediante la ricerca dell’immutabilità e dell’ordine. Giacché ogni cambiamento e ogni spostamento degli oggetti o delle normali abitudini accentuano l’instabilità della loro psiche e aggravano le loro ansie e le loro paure, al punto tale da non riuscire più a controllare efficacemente l’acuta sofferenza che essi provano costantemente.

Tuttavia i bambini con disturbi autistici, in altri momenti o subito dopo aver ordinato i loro giocattoli in modo assolutamente perfetto, quando sono lasciati liberi di agire e quindi non sono coartati da regole severe, amano “scatenarsi”, buttando gli stessi giocattoli a terra o in aria, creando in tal modo dei momenti di indescrivibile disordine, a volte alternando momenti di ordine e momenti di disordine.

Per questi particolari bambini è molto meglio rispettare e seguire i loro bisogni e le loro necessità emotive del momento, evitando ogni pressione e forzatura in modo tale che essi avvertano l’impegno degli altri a non trascurare le loro necessità e a non accentuare il loro malessere.

I deficit sociali distinguono l’autismo dagli altri disturbi dello sviluppo. Gli individui affetti da autismo presentano difficoltà sociali e spesso non hanno gli stessi comportamenti che molte persone danno per scontati. La famosa autistica Temple Grandin ha spiegato che la sua incapacità nel comprendere la comunicazione sociale dei neurotipici, o persone con un normale sviluppo neurale, la fa sentire come “un antropologo su Marte”.

“Il Terrore mi invase, Carponi sul pavimento, piangevo come un bambino. Sentivo il freddo e la durezza delle piastrelle e fissavo le mie mani allungate verso di esse. Sentivo di non riuscire a respirare. Provai la paura dell’ignoto che si annidava da qualche parte della stanza. Gemetti, terrorizzata, smarrita e indifesa. Mi rannicchiai, tremando di paura e mi dondolai come un bambino”.

‹‹Comunicare con una persona con Disturbo Autistico può essere difficile o impossibile per motivi diversi e apparentemente opposti. Ai due estremi del continuum ci sono da un lato soggetti che non hanno mai acquisito il linguaggio e non rispondono e non danno inizio ad alcuno scambio comunicativo, dall’altro soggetti che avviano continuamente conversazioni utilizzando un vocabolario ricco e formalmente appropriato, ma che non sono in grado di adeguare in modo flessibile la comunicazione al contesto interattivo, di mantenere la reciprocità e l’alternanza di turni nello scambio comunicativo e di interpretare correttamente tutti gli scambi comunicativi espressi dall’interlocutore››

Uno dei sintomi che più sconcerta e sconvolge i familiari e gli operatori che hanno in cura qualche bambino o giovane con autismo, è l’autolesionismo. È certamente traumatico assistere il proprio figlio o alunno che si fa del male: battendo la testa sul muro o su qualche mobile, che si morde le braccia o la lingua, che si schiaffeggia o si graffia e ferisce con le unghie o con qualche oggetto tagliente o appuntito.

Anche le percezioni visive possono creare paure, ansia e comportamenti esplosivi in questi soggetti.

Ad esempio, le luci fluorescenti, le superfici riflettenti, gli oggetti che si spostano rapidamente o a velocità irregolare, il lampeggiare delle sirene (Notbohm), le cose che si muovono continuamente, come gli occhi (Grandin). Inoltre i soggetti con disturbi autistici possono avere difficoltà a vedere l’oggetto nella sua interezza (Frith) tanto che alcuni di loro, per riconoscere l’oggetto, lo passano davanti agli occhi, come su uno scanner. Inoltre, provando sospetto e ansia nei rapportarsi con gli esseri umani, ricordano poco le facce delle persone che incontrano mentre rammentano perfettamente animali, oggetti o panorami per loro piacevoli e interessanti (Morello).

Poiché il tatto è collegato alle sensazioni molto intime e primitive presenti in molti animali. Questi bambini, affettivamente e psicologicamente molto immaturi e disturbati, vivono queste sensazioni in modi particolari, per cui spesso hanno paura di essere toccati e abbracciati non solo dagli estranei ma anche dai genitori (Williams e De Rosa]) tanto da reagire con aggressività, verso chi non rispetta i loro bisogni e le loro paure. Tuttavia questi soggetti, se odiano alcuni tipi di contatti ne possono amare altri, strani e inusuali, come il toccare le tende, i mobili e altri oggetti particolari, come la stringitrice per la Grandin. Tuttavia anche in questo ambito non vi sono delle caratteristiche costanti, per cui altri bambini con diagnosi di autismo desiderano e amano essere toccati dai loro genitori (De Rosa) e anche dagli estranei.

La sindrome del Savant (/sæˈvɑːnt, səˈvɑːnt, ˈsævənt/) è una rara condizione in cui qualcuno con disabilità mentali significative dimostra determinate abilità di gran lunga superiori alla media. Le abilità in cui i sapienti eccellono sono generalmente legate alla memoria. Ciò può includere calcoli rapidi, abilità artistiche, creazione di mappe o abilità musicali. Di solito, è presente solo un’abilità eccezionale.

Quelli con la condizione hanno generalmente un disturbo dello sviluppo neurologico come il disturbo dello spettro autistico o hanno una lesione cerebrale. Circa la metà dei casi sono associati all’autismo e questi individui possono essere conosciuti come “sapienti autistici”. Mentre la condizione di solito diventa evidente durante l’infanzia, alcuni casi si sviluppano più tardi nella vita. Non è riconosciuto come un disturbo mentale all’interno del DSM-5.

Si stima che la sindrome del Savant colpisca circa una persona su un milione. La condizione colpisce più maschi che femmine, con un rapporto di 6: 1. Il primo resoconto medico della condizione fu nel 1783. Tra quelli con autismo, 1 su 10 a 1 su 200 hanno la sindrome del savant in una certa misura. Si stima che ci siano meno di un centinaio di prodigiosi sapienti, con abilità così straordinarie da essere considerate spettacolari anche per una persona non menomata, attualmente vivente.

Le abilità di Savant si trovano di solito in una o più delle cinque aree principali: arte, memoria, aritmetica, abilità musicali e abilità spaziali. I tipi più comuni di savant sono i savant del calendario, “calendari umani” che possono calcolare il giorno della settimana per una determinata data con velocità e precisione, o richiamare ricordi personali da una data data. La memoria avanzata è la chiave “superpotenza” nelle abilità savant.

ATYPICAL, LA SERIE SU NETFLIX CON UN PROTAGONISTA AFFETTO DA ASPERGER

La sindrome di Asperger (spesso abbreviata anche in SA) è un disturbo pervasivo dello sviluppo, annoverato fra i disturbi dello spettro autistico. Non comporta ritardi nell’acquisizione delle capacità linguistiche né disabilità intellettive. Dal 2013, con l’introduzione del DSM-5, la sindrome di Asperger non è più una categoria diagnostica a sé, bensì è inclusa in quella dei disturbi dello spettro autistico, venendo definita come autismo ad alto funzionamento.

La locuzione fu coniata dalla psichiatra britannica Lorna Wing in una rivista medica risalente al 1981 in onore di Hans Asperger, uno psichiatra e pediatra austriaco, il cui lavoro non fu pienamente riconosciuto fino agli anni novanta.Le persone Asperger, la cui eziologia (causa) è ignota, presentano una persistente difficoltà nelle interazioni sociali, schemi di comportamento ripetitivi e stereotipati, attività e interessi in alcuni casi ristretti a determinati ambiti. Diversamente da altre forme di autismo, non si verificano significativi ritardi nello sviluppo del linguaggio o nello sviluppo cognitivo.

Secondo le teorie di molti studiosi, sarebbero state proprio persone con la Sindrome di Asperger e con disturbi dello spettro autistico a dare un grosso contributo ed una grossa spinta evolutiva al genere umano, in molte rami dell’arte e delle scienze.

Isaac Newton, Albert Einstein, Charles Darwin—what unites these three exceptional individuals? It is widely accepted that all three were geniuses, but there is something else. These days, neuroscientists believe that all three suffered from a specific neurological disorder called Asperger’s syndrome.

La sindrome di Asperger non è diagnosticata solo per le caratteristiche proprie, ma anche per una vasta gamma di condizioni di comorbilità (disturbi non dovuti alla sindrome in sé), come depressioneansia, disturbo ossessivo-compulsivodisturbo da deficit di attenzione/iperattivitàsindrome di Tourettedisprassia e disturbi specifici di apprendimento quali la disgrafia.

Verbosità unilaterale, prosodia ristretta e goffaggine fisica sono tipici della condizione, ma non sono elementi discriminanti per la diagnosi. Come per l’autismo in genere, è stata osservata una correlazione, al momento attuale inspiegata, tra Asperger e maggiore incidenza della malattia congenita del tessuto connettivo denominata sindrome di Ehlers-Danlos o iper-lassità legamentosa.Nella sindrome è stata osservata anche una diffusione maggiore rispetto ai non Asperger del fenomeno della neotenia (mantenimento di alcune caratteristiche fisiche e psichiche dell’età giovanile), e sebbene ci siano pareri sfavorevoli come Simon Baron-Cohen, aspetto esteriore a volte androgino, spesso senza connotazioni sessuali del termine. Questi tratti possono convivere con l’interesse, manifestato già nei primi anni, verso alcuni comportamenti e argomenti tipici di età più mature, più seri rispetto ai coetanei, specialmente in ambito socio-culturale, per cui l’individuo Asperger può trovarsi spesso in entrambi i casi a disagio con l’età anagrafica. Molte volte sono percepiti solo come eccentrici.

Negli adulti la sessualità può essere complessa, particolare, o inusuale rispetto alla maggioranza degli individui, talvolta si possono riscontrare percentuali più alte di asessualitàbisessualitàdemisessualità o anche ipersessualità, rispetto a campioni del resto della popolazione.

Il termine “neurotipico” descrive una persona il cui sviluppo e stato neurologico sono tipici, ed è spesso usato per riferirsi a persone non autistiche. Internet ha permesso agli individui con sindrome di Asperger di comunicare e condividere la loro diversità in un modo che prima non era possibile per via della loro rarità e dispersione geografica. Siti Internet, come Wrong Planet, hanno reso più facile la connessione tra le persone.

Alcuni ricercatori hanno sostenuto che la sindrome di Asperger può essere vista come uno stile cognitivo diverso e non come una malattia,e dunque che dovrebbe essere rimossa dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, come era accaduto per l’omosessualità. In un documento del 2002, Simon Baron-Cohen ha scritto: «Nel mondo sociale, non vi è un grande beneficio per un occhio preciso per i dettagli ma, ad esempio, nel mondo della matematica, informatica, catalogazione, della musica, della linguistica, dell’ingegneria e della scienza, una forte attenzione ai dettagli può portare al successo». Baron-Cohen sostiene che la combinazione tra sindrome di Asperger e abilità ha prodotto persone geniali, che hanno dato un contributo notevole alla storia umana. Ciò ha portato molti a ipotizzare una relazione fra la sindrome di Asperger e la genialità.

ARPOCRATE E “THE WIZARD” MOVIE (IL MAGO DEI VIDEOGIOCHI) 1989

Ecco un’ altra storia alla quale sono molto legato…Questo è un film del 1989, e come The Cure, è uno di quelli che “non ne fanno più in questo modo”. Parla di un bambino che ha deciso di attuare il mutismo selettivo a causa di un trauma del passato, e che trasporta sempre con sé una valigetta dal contenuto ignoto. Lui  è Jimmy, e la sua famiglia è divisa e la madre sta pensando di affidarlo ad un istituto perché incapace di gestirlo, e quando il fratello maggiore, che vive con il padre e un altro fratello più grande, capisce che il trasferimento è imminente decidono di fuggire, incontrando tutta una serie di ostacoli e sfide, ma anche una ragazza tenace che cercherà di aiutarli con le sue “strategie” su come sopravvivere in una “vita da strada”. Jimmy si rivela un “mago dei videogiochi” e si sfoga cercando di diventare sempre più imbattibile per partecipare ad un grande concorso. Le due famiglie divise li cercano dappertutto, viaggiando in ogni dove, mentre i ragazzini vivono l’ avventura della loro vita. C’è anche un poliziotto che li perseguita cercando di identificarli, ma risulta essere uno “sfigato cronico”. Alla fine Jimmy vince il concorso, ma durante il viaggio di ritorno, vedendo la statua di un dinosauro si agita, esce dall’ auto e si rifugia lì dentro, e il film rivela che Jimmy ha perso la sua sorella gemella anni fa e sta ancora vivendo un trauma interiore, che si suppone essere risolto quando Jimmy decide di aprire il contenuto della sua valigetta, piena di foto del passato, con la famiglia unita, e di ricordi della sorellina, e di lasciare lì dentro la statua tutto quanto, una sorta di sepoltura. 

ARPOCRATE E LA SINDROME DEL GEMELLO FANTASMA (O EVANESCENTE)

IL MALESSERE UNIVERSALE CHE NESSUNO RIESCE AD IDENTIFICARE

Qui parliamo di un problema universale, un vero e proprio “elefante nella stanza” che nessuno percepisce come realistico e che tutti ignorano, o non ne sono proprio consapevoli. D’ altronde, questo è quello che Arpocrate rappresenta. Un fenomeno enormemente influente ma che nessuno nota, che nessuno è in grado di identificare con certezza. Un “mistero intrauterino”.  

Voglio darvi una idea di che cosa si tratta: fra gli 1 su 8 e gli 1 su 90 delle persone in tutto il mondo cammina senza sapere che nella storia intrauterina della sua vita c’era un gemello ( da uno a quattro individui ), nella maggior parte dei casi solamente durante i primi mesi. Le gravidanze che iniziano come gemellari e multiple sono più del triplo di quelle che poi nascono effettivamente in modo normale e sano.

Un gemello e’ una persona con cui si instaura un legame che e’ superiore a quello con i genitori e con un fratello o sorella normale. Un gemello e’ qualcosa di più grande.

Questa sindrome e’ spesso sottovalutata e ignorata perché la maggior parte degli esperti ritiene che non vengano lasciate tracce psicologiche conseguenti alla ” morte intrauterina ” del gemello e della sua regressione fino a scomparire.
Gli embrioni non vengono visti come le persone, ma come qualcosa di più inferiore e incapace della maggior parte delle varie percezioni.

Secondo me ci sono tracce a livello psicologico – comportamentale che sono conseguenza di questo ” distacco ” . Ma più importante di questo e’ quello che succede quando una persona viene a conoscenza in modo concreto che c’era qualcuno con lui, e allora la perdita si concretizza e diventa reale.
Perché’ allora una persona comincia a riscoprire ogni piccola parte di se stesso e inizia a vedere il mondo in una maniera diversa.
Comincia a pensare che in effetti la sua vita e’ piena di detriti, come una terra spoglia cosparsa di frammenti di una civilta’ antica e caduta in declino.
Comincia a pensare che la vita lo ha tradito, privandolo della compagnia e del supporto della persona più importante, privandolo di una gamma di connessioni impossibili da capire appieno per un non- gemello.

Di conseguenza possono ripresentarsi antichi malesseri, che questa volta vengono compresi, in una maniera che non lascia scampo, c’è una realtà da sbatterci contro.
E’ una consapevolezza importante, e’ una scoperta che va raggiunta, che e’ un diritto ma e’ anche fonte di grande malessere.
Il malessere porta ad avere un forte e inesorabile bisogno di qualcuno accanto, di tentare di ricreare quella gamma di percezioni che tecnicamente appartengono al mondo gemellare, e sensazioni di tradimento da parte della vita, di sentirsi fuori luogo nella gran parte delle situazioni, di sentirsi un forestiero e un alieno a confronto con una unicità che ora viene percepita come alienazione, come una anomalia.

Quando ho cominciato a interessarmi di questa sindrome, ho cominciato a pensare che effettivamente può spiegare molte cose particolarmente incomprensibili nel mondo, e nella vita umana, e anche l’ esistenza di sessualità alternative e fluide potrebbe in effetti rappresentare una percentuale di questa ” umanità senza gemello ” che ha deciso inconsciamente di esprimere questa assenza in quella maniera.

E’ una ombra sulla umanità, qualcosa che percepisci solo a livello istintivo, emotivo e psicologico, se non possiedi una prova concreta di quanto avvenuto.
Molte persone sono la’ fuori, prese da enigmatici malesseri, senza capire appieno di che cosa si tratta. Pensateci.

E anche quando se ne ha la consapevolezza, si vive la vita percependo di essere sopravvissuti, forse se si crede al destino, si comincia a pensare che c’era una ragione, altrimenti pare tutto frutto di un caos che poteva succedere in maniera opposta. Il sopravvissuto poteva essere l’ evanescente, se solo le cose fossero andate in maniera diversa.
Spesso e’ una forma di ” lutto ” e consapevolezza che non si può spartire, a causa della generale incomprensione e ignoranza su questo fatto.

Quante cose si potrebbero spiegare, quanti enigmi si potrebbero dipanare, se solo ci fosse maggiore consapevolezza?

Concludo con una serie di ( potenziali ed eventuali ” sintomi e segnali ” ) che potrebbero rappresentare questa eventualità

– Una grossa percentuale di mancini potrebbero essere parte di questo gruppo
– Se durante il corso della vita si sono presentate particolari tipologie di cisti e se quando rimosse presentano tracce di capelli, frammenti di osso e tracce di questo genere
– Un forte senso di solitudine che non viene quasi mai soddisfatto
– Sensazioni di dipendenza da altri, di non poter interrompere una relazione non importa a quale costo
– attaccamenti ossessivi alle persone
– sentirsi alieni, alienati, ” adottati ” e in generale diversi, soprattutto nella gamma delle percezioni
– Eventuali ” differenze sessuali ” , sessualità alternativa e fluida in una certa distinta percentuale
– Sentirsi incompleti non importa quanto si ottiene
– Interesse inconscio o naturale e spontaneo verso il mondo gemellare e i gemelli in generale
– eventuale mascolinità o femminilità di tipologie varie nel sesso opposto
– Piu che notevole bisogno di contatto fisico, anche fra amici e amiche dello stesso sesso
– sensazioni inconscie di ” dover salvare qualcuno ” o di dover essere salvati da altri
– La sensazione di conoscere bene la mortalità e sentire esperienze intense quando avviene una morte di persona vicina o conosciuta
– Sentirsi reduci da un evento estremamente intenso, allo stesso modo dei sopravvissuti ai disastri naturali
– Sentire in modo istintivo una sensazione di diversità connettiva, essere più profondi e consapevoli della maggior parte delle altre persone

ARPOCRATE E MARCEL PROUST “ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO”

«Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso.»
(M. Proust, da Il tempo ritrovato)

SCOPRIRE ARPOCRATE SIGNIFICA RIMUOVERE IL VELO ILLUSORIO DALL’ ASTROLOGIA CONVENZIONALE ED ENTRARE IN CONTATTO CON LA MATRICE, LA COSA CHE TIENE TUTTO ASSIEME

Secondo Terence Mckenna, Marcel Proust fu l’ uomo che, più di tutti, aveva compreso la vera realtà sul Tempo, quindi, essendo Arpocrate simbolo della percezione del Tempo e delle teorie sul Tempo, non possiamo escludere questo personaggio.

Proust è stato uno scrittoresaggista e critico letterario francese, la cui opera più nota è il monumentale romanzo Alla ricerca del tempo perduto (À la recherche du temps perdu) pubblicato in sette volumi tra il 1913 e il 1927.

L’importanza di questo autore, considerato uno dei maggiori scrittori della letteratura mondiale, è legata alla potenza espressiva della sua originale scrittura, ed alle minuziose descrizioni dei processi interiori, legati al ricordo e al sentimento umano; la Recherche infatti è un viaggio nel tempo e nella memoria che si snoda tra vizi e virtù.

Tutti gli anni, la famiglia di Marcel prendeva il treno il venerdì santo per passare le vacanze pasquali a casa degli zii. Una parte importante del soggiorno a Illiers erano le passeggiate per le campagne; erano essenzialmente due: una più breve in direzione di Méséglise, che egli poi chiamò la strada di Swann, ed una più lunga, la strada dei Guermantes.

A nove anni, Marcel ha un primo gravissimo attacco di asma, la malattia che lo tormenterà per tutta la vita, attribuita dai medici a cause psicosomatiche e aggravata dal diffondersi dei pollini in primavera. A quel tempo l’asmatico era considerato semplicemente “nerveux” (nervoso), e spesso i medici raccomandavano ai loro pazienti semplicemente di “darsi una calmata”.

L’esperienza militare, anche se terminata in modo deludente, perché non venne considerato idoneo alla prosecuzione del servizio essendosi classificato penultimo del suo corso, corrisponde a un periodo di un certo benessere fisico: sia nel corpo sia nella sfera più profonda degli affetti, un tentativo di diventare come tutti gli altri. Tuttavia, le sue condizioni di salute non sono così buone: sa ormai di essere malato di asma cronica e inguaribile. Sarà nel personaggio del suo primo romanzo, Jean Santeuil, che egli rifletterà questa coscienza della salute perduta. Ma già in Jean Santeuil vi sono dei passaggi di cui si riconoscono in personaggi femminili le figure reali di giovani amici di Proust, come Lucien Daudet. A questo processo di mascheramento lo scrittore ricorrerà anche in seguito, e in Albertine, personaggio della Recherche, è riconoscibile una trasposizione della vicenda di Alfred Agostinelli[5], prima “prigioniero” dell’amore di Proust, poi “fuggitivo” verso un destino di morte.

Certamente questo sforzo continuo di mascherare la sua inclinazione lo tiene in costante tensione e farà dire più tardi ad André Gide che nei colloqui con Proust questi si rimproverava per «questa indecisione, che, per nutrire la parte eterosessuale del suo libro, gli aveva fatto trasporre à l’ombre des jeunes filles tutto ciò che i suoi ricordi di omosessuale gli proponevano di grazioso, di tenero e di affascinante, di modo che non gli era restato più per Sodoma che del grottesco e dell’abbietto.»

Proust iniziò molto giovane a frequentare gli ambienti raffinati dell’alta borghesia e dell’aristocrazia, grazie alla posizione sociale ed economica della sua famiglia. Incontrò scrittori in vista. In questi anni coltivò le sue ambizioni letterarie: nel 1894 pubblicò I piaceri e i giorni (Les Plaisirs et les Jours), raccolta di prose poetiche, ritratti e racconti, in cui egli appare uno scrittore promettente. Tuttavia l’opera, illustrata dall’apprezzata acquerellista Madeleine Lemaire, passò quasi inosservata, e fu accolta con severità da alcuni critici, primo fra tutti lo scrittore e giornalista Jean Lorrain, che fece anche velenose insinuazioni sulle amicizie maschili di Proust, in particolare sul legame con il diciassettenne Lucien Daudet, figlio dello scrittore Alphonse Daudet. Ne nacque un duello alla pistola, che finì senza ferite ma causò disagio e dolore nell’autore esordiente. Egli fu da quel momento considerato un dilettante; questa fama si mantenne fino alla pubblicazione dei primi volumi della Recherche.

Nel corso del lavoro di traduzione, Proust si distaccò progressivamente da Ruskin, fino a criticarne le posizioni estetiche. Cominciò così a elaborare la propria teoria sull’arte e sul ruolo dell’artista nella società. Proust rimprovera a Ruskin la sua “idolatria estetica” e afferma che l’opera d’arte dev’essere amata per sé stessa e non perché viene citata da uno scrittore. Questi giudizi sono affidati, nella Recherche, a due personaggi centrali come Swann e Charlus.

Proust soffrì per la morte del padre (26 novembre 1903) e soprattutto per la perdita della madre (26 settembre 1905), che lo lasciò a lungo in uno stato di prostrazione. Dopo la loro morte Proust preferì non ricevere più gli amici in casa propria e prese l’abitudine di fare inviti e di soggiornare anche per settimane intere all’Hôtel Ritz in Place Vendôme, uno degli alberghi più lussuosi di Parigi.

Per meglio capire come Proust sia potuto arrivare a comprendere fino in fondo l’animo umano può anche essere d’aiuto ricordare i più importanti tra i suoi amici. I lunghi anni trascorsi in società gli hanno procurato la cattiva fama di dilettante snob, in realtà egli ha utilizzato tutta la sua esperienza mondana per comporre la grande opera: nella miriade di personaggi sono stati utilizzati dettagli fisici, morali e comportamentali osservati per lunghi anni.

Approfondire la conoscenza dei luoghi descritti da Proust permette di capire meglio la sua capacità di trasfigurare la realtà pur restandole fedele. È importante conoscere i luoghi proustiani perché l’enorme sensibilità dello scrittore ha avuto spesso contraccolpi in base ai mutamenti d’abitazione. Nello stesso modo i luoghi a lui cari sono stati largamente inseriti nelle sue opere. Molti ammiratori di Proust amano ripercorrere le strade e i luoghi da lui frequentati.

Così Marcel è considerato completamente incapace di “fare il contabile”, di capire appieno il valore del denaro: è molto generoso, dà mance e regali principeschi. Nel suo animo non tiene in alta considerazione i beni materiali, in particolare i mobili, le case (con il fratello terrà solo per 12 anni la casa dei genitori) e le collezioni.

In tutta la Recherche in sostanza non ci sono numeri, né tanto meno prezzi (nel Tempo ritrovato dice: «Le opere che contengono teorie sono come oggetti su cui si sia lasciato il prezzo») e neppure le date in cui avvengono i fatti.

Da questi materiali disparati cominciò a prendere forma un testo narrativo, la cui trama a grandi linee era centrata su un io narrante, insonne, che di notte ricorda come da bambino aspettava che la madre venisse a chiamarlo la mattina. La difficoltà di trovare un editore, e un graduale cambiamento nell’impostazione del romanzo, indussero Proust a rivolgersi a un progetto diverso che contenesse tuttavia molti temi ed elementi di quello abbandonato.

Alla ricerca del tempo perduto (À la recherche du temps perdu) è un romanzo scritto tra il 1909 e il 1922 e pubblicato nell’arco di quattordici anni, tra il 1913 e il 1927, gli ultimi tre volumi postumi.

L’opera è suddivisa per motivi editoriali in sette volumi:

Iniziato nel 1909, il romanzo Alla ricerca del tempo perduto venne elaborato durante anni di volontaria reclusione nella casa di Boulevard Haussmann, nei quali Proust, la cui salute già cagionevole era peggiorata, lavorava di notte, scrivendo a letto nella stanza foderata di sughero per isolamento acustico. Questa è ora riprodotta nel Museo Carnavalet di Parigi.

Marcel Proust era un uomo dalla salute cagionevole che si isolò dal mondo a 37 anni. Si ritirò a tessere la sua crisalide in una camera rivestita di sughero e inumidita con essenze profumate per calmare l’asma. Coperto da cappotti e sciarpe, scrisse pagina dopo pagina l’opera giunta fino ai giorni nostri.

Alla ricerca del tempo perduto (titolo orig. À la recherche du temps perdu, nota anche col titolo accorciato La Recherche) è un romanzo di Marcel Proust, scritto tra il 1906 e il 1922, pubblicato in sette volumi tra il 1913 e il 1927, dei quali gli ultimi tre postumi. Più che la narrazione di una sequenza ordinata di avvenimenti, l’opera s’interessa a una riflessione psicologica sulla letteratura, sulla memoria e sul tempo; tali elementi, apparentemente sparsi, si trovano legati gli uni agli altri, quando, attraverso le sue esperienze, positive e negative, il narratore – vero eroe del romanzo – scopre il senso ultimo della vita nell’arte e nella letteratura, nell’ultimo tomo.

Considerata una pietra miliare nella storia della letteratura, nella Recherche spicca appunto il tema della memoria, il ritrovamento di un’epoca e di un certo ambiente aristocratico e borghese della Francia irrimediabilmente svanito, ma rivissuti nel ricordo, malinconicamente rievocato. Per la sua lunghezza, il romanzo è entrato nel Guinness dei Primati: consta di circa 9.609.000 caratteri, scritti in 3724 pagine. Per la sua struttura compositiva, è definita œuvre cathédrale.

L’incaricato alla lettura dette parere negativo di fronte ad un’opera così sconcertante per l’epoca. In questo rapporto si legge:

«Dopo settecentododici pagine di questo manoscritto – dopo infinite desolazioni per gli sviluppi insondabili in cui ci si deve sprofondare ed esasperanti momenti d’impazienza per l’impossibilità di risalire alla superficie – non si ha nessuna idea di quello di cui si tratta. Che scopo ha tutto questo? Che cosa significa? Dove ci vuole condurre? – Impossibile saperne e dirne nulla.»

Anche se in pochi giorni aveva ricevuto due bocciature, Proust non si dette per vinto e mandò il dattiloscritto alla casa editrice Ollendorf. Il lettore incaricato dette parere negativo con una frase rimasta famosa:

«Sarò particolarmente tonto, ma non riesco a capire come questo signore possa impiegare trenta pagine a descrivere come si gira e si rigira nel letto prima di prendere sonno.»

Nel Tempo ritrovato, Proust ricorda questo periodo scrivendo:

«Presto fui in grado di mostrare qualche abbozzo. Nessuno ci capì niente.»

Solo al termine della prima guerra mondiale, dopo l’uscita del primo volume, Gide capì di aver commesso un grosso errore e convinse Gallimard a pubblicare tutte le parti successive, di cui le ultime tre postume, curate dal fratello di Proust, Robert, e da Jacques Rivière, critico letterario, e in parte prive di una completa revisione delle bozze, come era di sua abitudine, eccetto per il volume La prigioniera, dove Proust portò a termine la rielaborazione e riscrittura il 25 ottobre del 1922, poche settimane prima della sua morte.

Per tremila pagine Marcel, io narrante, combatte contro la sua mancanza di volontà, la sua bassa autostima, la sua fragilità fisica e psichica, il tempo che scorre troppo veloce, per arrivare finalmente a prendere la grande decisione: scriverà un romanzo sugli uomini e sul tempo.

Ma il romanzo che scriverà non è un’altra Alla ricerca del tempo perduto, bensì proprio quelle tremila pagine di cui si è arrivati alla fine. Quindi la Recherche si trova ad essere sia il libro che si è appena letto, sia, in seconda lettura, il romanzo che Marcel ha trovato finalmente la forza di scrivere.

A simbolo di questa circolarità, Proust comincia il suo romanzo con le parole: «Longtemps, je me suis couché», e lo termina con le parole «dans le Temps». Proust ha sempre affermato che l’inizio e la fine dell’opera erano stati scritti simultaneamente. Essi infatti risultano legati proprio come in un percorso che torna su sé stesso.

Il titolo dell’opera indica già al lettore qual è il nocciolo duro dell’opera proustiana: la ricerca di un tempo perduto. Che sia un tempo interiore o un tempo esteriore, è un tempo che si è perduto; esso è, quindi, legato al passato, ma al contempo è un tempo verso il quale tende il presente.

Nelle prime pagine Marcel riferisce l’episodio in cui fece in modo di avere dalla madre il bacio della buona notte e ottenne che ella rimanesse tutta la notte. Quella notte capisce che la sua solitudine e sofferenza recenti erano parte della vita: era l’inizio dell’erosione della felicità infantile, che è il contenuto del tempo perduto. Questo ritrovamento necessario passa attraverso due elementi entrambi necessari: la memoria e l’arte.

Per Proust, però, il recupero del passato non è sempre possibile. Distingue due tecniche o gradi di recupero: memoria volontaria e memoria spontanea. La memoria volontaria richiama alla nostra intelligenza tutti i dati del passato ma in termini logici, senza restituirci l’insieme di sensazioni e sentimenti che contrassegnano quel momento come irripetibile; la memoria spontanea o involontaria (epifania secondo la tradizione decadente) è quella sollecitata da una casuale sensazione e che ci rituffa nel passato con un procedimento alogico, che permette di “sentire” con contemporaneità quel passato, di rivederlo nel suo clima: è l’analisi delle “l’intermittenze del cuore” (Les Intermittences du cœur) la tecnica da seguire per il recupero memoriale basato sull’analogia-identità tra la casuale sollecitazione del presente e ciò che è sepolto nel tempo perduto. Introdotta alla fine del primo capitolo di Sodoma e Gomorra II, tale tecnica viene contrapposta, in qualche modo, a quella dell’armonia prestabilita del filosofo Leibniz, nella quale il corpo e l’anima, entrambi composti da monadi, agiscono come fossero due orologi sincronizzati.

La memoria involontaria cattura con un’impressione o una sensazione l’essenza preziosa della vita, che è l’io e serve a spiegare il valore assoluto di un ricordo abbandonato dall’infanzia, risvegliato attraverso il sapore di un dolce o un sorso di tè. Questo procedimento porta alla vittoria sul tempo e sulla morte, cioè ad affermare noi stessi come esseri capaci di recuperare il tempo e la coscienza come unico elemento che vince la materia e porta alla Verità e alla felicità. Ricordare è creare. Ri-cordare è ri-creare:

«No, se non avessi convinzioni intellettuali, se cercassi soltanto di ricordare il passato e di duplicare con questi ricordi l’esperienza, non mi prenderei, malato come sono, la briga di scrivere.»

Marcel Proust usava uno stile molto particolare, che chiamava memoria automatica. Riportava il passato alla presenza fisica, con tutte le emozioni, le sfumature, le sensazioni e le sensibilità a esso connesse. Ciò dava forma a una scrittura molto dettagliata e quasi labirintica.

Ma questa evoluzione del pensiero non ha voluto analizzarla astrattamente, bensì ricrearla, farla vivere un lacerto di tempo che è un nuovo Tempo, una nuova Realtà, una nuova Verità. Ossia in una parola, una vecchia e nuova Eternità. Partendo da una dimensione di un tempo contingenza, occasione, finisce con lo stratificarsi e con l’illuminarsi come eterno frammento di Tempo Puro, che non è mai stato un vero passato. Il Tempo Perduto non è un tempo passato perché è un tempo da ricercare e da ritrovare. In quanto ritrovata, quell’infanzia è eterna, universale. L’essenza pura della vita giace nel suo essere Ritrovata, nel suo essere Ripetuta o Ripresa, l’essenza che si dà nella cosiddetta apparenza, nel fenomeno, nell’esperienza sensibile.
Proust vede l’esperienza epifanica come esperienza già ‘ideale’. L’idea o l’essenza dell’esperienza si dà nell’esperienza stessa. Non c’è una madeleine pura dietro la madeleine immersa nel tè caldo di Marcel. Quell’esperienza è già ideale, è già una briciola di tempo puro, una scheggia di eternità che salva la vita dalla sua transitorietà. Perché dietro la ricerca del Tempo perduto e gli infiniti errori, deformazioni, fraintendimenti di questa peripezia, si manifesta il volto di quella Verità che invano si cercherebbe avanti, prima di tutto, all’origine o a priori.

L’arte, rappresentata nel romanzo dalla stessa attività scritturale del narratore che narra la propria esperienza, fissa in eterno quel risveglio di sensazioni che permette alla nostra memoria di riandare al passato. Il tempo che viene così ritrovato dalla memoria e fissato dall’arte è dunque un tempo interiore, e non esteriore, un tempo assolutamente soggettivo. Per questa ragione Proust dà un’importanza notevole agli spazi chiusi, come può esserlo una camera, e al rinchiudersi in sé stessi per poter “ascoltare” meglio le voci interne del nostro io. L’importanza del tema della chiusura in una camera si fa più chiaro se si tiene presente che lo stesso autore, affetto dalla malattia, passa la sua breve giovinezza rinchiuso, come Noè nell’arca:

«Più tardi, mi ammalai molto spesso, e per molti giorni dovetti rimanere nell'”arca”. Capii allora che mai Noè poté vedere il mondo così bene come dall’arca, nonostante fosse chiusa e che facesse notte in terra.»

La grandezza dell’arte vera, consiste nel ritrovare, nel riafferrare, nel farci conoscere quella realtà da cui viviamo lontani, da cui ci scostiamo sempre più via via che acquista maggior spessore e impermeabilità la conoscenza convenzionale che le sostituiamo: quella realtà che noi rischieremmo di far morire senza aver conosciuta, e che è semplicemente la nostra vita. La vita vera, la vita finalmente scoperta e tratta alla luce, la sola vita quindi realmente vissuta, è la letteratura; vita che, in un certo senso, dimora in ogni momento in tutti gli uomini altrettanto che nell’artista. Grazie all’arte, anziché vedere un solo mondo, il nostro, noi lo vediamo moltiplicarsi; l’opera d’arte, come il tempio che è segno e partecipazione tra gli uomini della terra e la divinità ultraterrena, è il mezzo più adatto ad oggettivare e manifestare agli altri l’intensa soggettività di chi è stato ispirato ed evitarle il rischio di farla apparire soltanto una teoria.

Artista è stato reso dalle proprie meditazioni quell’uomo che da giovane aveva scoperto occasionalmente che il tempo passato non era per lui perduto. Per il suo animo, il reale era divenuto figurazione di valori ideali, eterni, segno di verità che si trovavano a grande distanza e che da esso potevano differire. Unicamente allo spirito era concesso raggiungerle e partecipare della loro eternità. Ciò che, fuori dell’azione dello spirito, rimaneva limitato alla materia, non poteva, per Proust, rispondere a verità, poiché non era parte dell’eternità. La verità, come la vita, dura eternamente e sta in una dimensione diversa dalle altre generalmente note, non essendo, come queste, contaminata dal tempo, dalle convenzioni, dalle apparenze, né accessibile a tutti.

Esiste lontano dalla compiutezza della materia nell’incompiutezza ed eternità dello spirito. Solo all’artista, diverso com’è dalla norma, sarà possibile conoscerne il segreto e solo all’arte esprimerlo.

Si tratta della storia di una coscienza in cerca della sua identità; ne Il tempo ritrovato il narratore scopre infine la verità, cioè la vita scopre il suo significato grazie all’Arte, che fissa il passato che altrimenti sarebbe condannato alla distruzione. Per Proust la resurrezione del passato si compie attraverso la letteratura che fissa la realtà transitoria, rende possesso stabile dell’epifania momentanea.

Il retroterra culturale di Proust è costituito certamente anche dalle conquiste della poesia francese di fine Ottocento (BaudelaireRimbaudVerlaineMallarmé) che aveva valorizzato le “corrispondenze”, i reconditi rapporti tra stato d’animo e natura, la tecnica analogico-evocativa. Inoltre, la concezione del tempo di Proust, un tempo soggettivovissuto, contrapposto a quello fisico, spazializzato, richiama evidentemente il concetto di tempo come durata interiore teorizzato dal filosofo Henri Bergson, suo cugino acquisito, e delle cui conferenze fu uditore a Parigi.

La ricerca di Proust è anche una speranza e una promessa di felicità: ritrovare il tempo non è impossibile, a patto che il mondo ricreato sia un mondo letterario, un mondo interiore, mistico, costruito su questo gioco di memoria e tempo. La struttura si basa sulla contrapposizione Tempo perduto-Tempo ritrovato, attraverso la memoria involontaria che è il ricordo improvviso e spontaneo di una sensazione provata nel passato, suscitata dalla stessa sensazione nel presente.

L’intelligenza e lo spirito hanno il compito di riavvicinare queste due sensazioni e di riportare la sensazione che sfugge. Questa esperienza, che non appartiene né al passato né al presente ed è dunque extratemporale, è motivo di grande felicità perché elimina la sensazione di perdita del tempo e permette al soggetto stesso di uscire dalla dimensione del tempo reale e riscoprire la verità di un momento della sua esistenza. Anche lo stile, musicale, molto dettagliato e metaforico, è l’espressione di una sorta di eternità e vittoria sul tempo e di fede nell’Assoluto che vive nell’interiorità umana. Le pagine di Proust, fatte di frasi lunghe e sinuose, spiegano simultaneamente gli aspetti del mondo e la profondità dell’anima. Proust concepisce inoltre l’artista come il portatore di una rivelazione. La vita degli uomini consiste dunque in una lotta disperata contro l’inevitabile scorrere del tempo che, passando, trasforma o distrugge gli esseri, i sentimenti, le idee e questa lotta è condotta grazie alla memoria involontaria. Infatti non si tratta di ricostruire il passato in modo intellettuale con documenti o ricordi, ma bisogna attendere una sensazione particolare che ne evochi una passata, un ricordo.

L’autore spiega che la grande felicità non consiste nel semplice elemento memoriale, bensì nella felicità alla quale conduce, cioè il primato dello spirito sulla materia e il ritrovamento della sua identità. La meravigliosa sensazione di felicità che accompagna l’autore nelle sue indescrivibili esperienze, infatti, è dovuta alla capacità di queste di trasportare il soggetto in una realtà extratemporale, che gli aveva dunque permesso di sfuggire dal presente e di gioire nell’essenza delle cose, cioè fuori del tempo. Queste impressioni pervenivano a far combaciare il passato con il presente, a renderlo titubante nel definire in quale dei due si trovasse. Il linguaggio metaforico, analitico e lirico ad un tempo, rendono la corrispondenza tra il livello reale delle sensazioni e quello ideale dell’interiorità.

Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.

-M. Proust-

ARPOCRATE E LA “GUERRA DELLE STATUE” CONTEMPORANEA

Una campagna per abbattere statue di proprietari di schiavi ed eroi confederati in tutti gli Stati Uniti si è estesa in California ai monumenti che onorano le icone della storia coloniale spagnola della regione, con grande dispiacere dell’ambasciata spagnola a Washington. “Siamo profondamente dispiaciuti per la distruzione della statua di San Junipero Serra a San Francisco oggi, e vorremmo offrire un promemoria dei suoi grandi sforzi a sostegno delle comunità indigene”, ha twittato l’ambasciata, in seguito alle notizie secondo cui la statua era stata strappata dal suo piedistallo nel Golden Gate Park alla fine della scorsa settimana.

Attacchi simili si sono verificati in tutti gli Stati Uniti in mezzo a un’ondata di repulsione pubblica per la morte il 25 maggio di George Floyd, un afroamericano, mentre era in custodia di agenti di polizia bianchi a Minneapolis. Ma i manifestanti di San Francisco sembrano essere stati indiscriminati nei loro obiettivi. Era troppo per l’ambasciata spagnola, che ha dichiarato che “difendere l’eredità spagnola negli Stati Uniti è una priorità” e ha chiesto che “la memoria della nostra ricca storia condivisa [sia] protetta”. I tweet dell’ambasciata hanno generato più di 15.000 reazioni – notevole dato che la risposta ai suoi post su Twitter è spesso registrata a due cifre – con la maggior parte dei commenti che difendono o criticano Serra. In risposta, l’ambasciata spagnola promette di intensificare “gli sforzi educativi affinché la realtà della nostra storia condivisa sia meglio conosciuta e compresa”, assicurando sempre di non interferire con i dibattiti interni attualmente in corso” negli Stati Uniti. Notte dopo notte, nelle città di tutti gli Stati Uniti, assistiamo a folle di predoni che rovesciano statue e festeggiano come se tale distruzione costituisse un grande risultato. Per questi demolitori di statue e i loro apologeti nella nostra politica e nei media, questi atti distruttivi sono giuste vittorie sulle forze del razzismo. Ma la violenza performativa contro le figure di marmo non ha nulla a che fare con George Floyd, la brutalità della polizia o la discriminazione. A Portland, Oregon, i manifestanti hanno recentemente abbattuto le statue di George Washington e Thomas Jefferson.Nel 2017, Donald Trump ha predetto che le persone che protestavano contro i monumenti confederati avrebbero messo gli occhi su Washington e Jefferson. I suoi critici lo schernivano, lo chiamavano paranoico e lo incolpavano di aver fomentato la divisione. Ma aveva ragione. Gli argomenti addotti a favore della distruzione delle immagini dei Padri Fondatori, che i media indulgono con simpatia, sono profondamente errati. Non offrono una valutazione equilibrata della storia. Ma non hanno limiti. Cosa succede dopo: il monumento a Washington? Il Jefferson Memorial? Monte Rushmore? Tutto sembrerebbe essere un gioco leale secondo questa logica. Qualsiasi affermazione che questo rovesciamento di statue riguardi l’antirazzismo è già stata demolita dalla folla stessa. A San Francisco, i manifestanti hanno abbattuto una statua di Ulysses S Grant. Proprio così, il generale che sconfisse i Confederati nella Guerra Civile, e il presidente che lavorò per garantire i diritti degli ex schiavi del Sud durante la Ricostruzione. Ancora più follemente, i manifestanti a Washington, DC hanno preso di mira Lincoln e una statua conosciuta come l’Emancipation Memorial. C’è un parallelo tra il fervore e la distruzione indiscriminata che stiamo vedendo applicata agli oggetti inanimati nelle piazze delle città e un diverso tipo di forza usata sulle persone nella vita sociale. La rapida diffusione della “cancel culture” – in cui gli individui sono accusati di razzismo ed evitati dalla vita pubblica – sta distruggendo carriere, mezzi di sussistenza e reputazione. Ci saranno sempre quelli che vogliono distruggere piuttosto che costruire. Ciò che è insolito nella situazione in cui ci troviamo oggi è che questa prospettiva è diffusa tra le persone in posizioni di potere.

Coloro che dovrebbero guidare la società la stanno invece abbattendo dall’interno. Per quanto una folla di strada sia un problema, le nostre élite che detestano se stesse e distruttive in politica e nella cultura sono un problema molto più grande.

Le statue dei leader confederati e dell’esploratore Cristoforo Colombo sono state abbattute negli Stati Uniti, mentre cresce la pressione sulle autorità per rimuovere i monumenti collegati alla schiavitù e al colonialismo.

Almeno sette statue del colonizzatore Cristoforo Colombo sono state distrutte nel 2020 come parte della resa dei conti nazionale in corso con la storia dell’America e il rapporto con il razzismo. Tutte tranne una, situate in città degli Stati Uniti, sono state rovesciate o vandalizzate dai manifestanti a giugno, in seguito alla morte di George Floyd il 25 maggio. Colombo è stato a lungo una figura controversa nella storia per il suo trattamento delle comunità indigene che ha incontrato e per il suo ruolo nella colonizzazione violenta a loro spese. Negli ultimi anni, molte città e stati hanno sostituito il Columbus Day con la Giornata dei popoli indigeni, in riconoscimento del dolore e del terrore causati da Colombo e da altri esploratori europei. Alcuni manifestanti hanno detto di aver preso di mira le statue di Colombo per solidarizzare con gli indigeni. “Penso che sia fenomenale”, ha detto Maureen Stinger, residente da lungo tempo a Richmond, a WTVR. “So che alcune persone hanno un grande attaccamento emotivo ad alcuni di questi monumenti, ma credo che con la loro caduta, questo sia un passo molto forte verso una maggiore unità all’interno della città. E penso che non possa che essere una buona cosa”.

ARPOCRATE E LA PRATICA DELLA MEDITAZIONE

La meditazione (dal latino meditatio, riflessione) è, in generale, una pratica che si utilizza per raggiungere una maggiore padronanza delle attività della mente, in modo che questa divenga capace di concentrarsi su un solo pensiero, su un concetto elevato, o un preciso elemento della realtà, cessando il suo usuale chiacchierio di sottofondo e divenendo assolutamente acquietata, pacifica. Affine alla meditazione è la contemplazione, con la quale si intende la capacità di lasciar riposare la mente nel suo stato naturale. È una pratica volta quindi all’auto-realizzazione, che può avere uno scopo religiosospiritualefilosofico, o in vista di un miglioramento delle condizioni psicofisiche. Questa pratica, in forme differenti, è riconosciuta da molti secoli come parte integrante di tutte le principali tradizioni religiose. Nelle Upaniṣad, scritture sacre induiste compilate approssimativamente a partire dal IX – VIII secolo a.C., è presente il primo riferimento esplicito alla meditazione che sia giunto fino a noi, indicata con il termine sanscrito dhyāna (ध्यान). Nell’ambito della psicosintesi è definita uno stato della coscienza che può essere ottenuto mediante l’indirizzamento volontario della nostra attenzione verso un determinato oggetto (meditazione riflessiva) o mediante la completa assenza di pensieri (meditazione recettiva). Nella meditazione riflessiva l’oggetto della meditazione può essere qualsiasi cosa. In genere nella pratica vengono utilizzate visualizzazioni di elementi che riguardano il mondo interiore o di semplici oggetti, per raggiungere un maggiore stato di concentrazione e di ponderazione. Questo è un tipo di meditazione usato spesso dalla cultura occidentale. La meditazione recettiva ha come scopo l’assenza di pensieri e permette alla mente di raggiungere un livello di “consapevolezza senza pensieri”, ovvero libero dall’attività psichica dell’essere umano, talvolta caotica e confusionaria. È un tipo di meditazione tipica di numerose filosofie e religioni orientali. Entrambi questi tipi di meditazione richiedono fasi di concentrazione. Attraverso la dinamica del modo di operare della mente si può riuscire a riconoscere la distinzione tra un io egocentrico, che si identifica con l’essere io (nome), e l’Io (sé) in grado di osservare l’osservatore (oggettivizzare il soggetto). Questo metodo comporta quattro stati di coscienza. Anche nello yoga lo stato raggiunto tramite la pratica della dhyāna favorirebbe l’esperienza della “visione” e, ad un livello superiore, dell’illuminazione, ossia della rivelazione della divinità onnipresente. Nell’ambito dello Yoga, la meditazione è il 7º degli otto stadi indicati da Patanjali e si dice che la mente è nello stato di meditazione, chiamato dhyāna, non che “sta meditando”, e che nonostante ci siano molte tecniche di concentrazione, dharana, non esiste una vera e propria tecnica di meditazione. Nella pratica di Sahaja Yoga la meditazione è considerato uno stato d’essere che si manifesta come assenza di pensieri, chiamato consapevolezza senza pensieri, dove nella mente viene a tacere l’usuale chiacchierio di sottofondo per lasciare spazio all’assoluta tranquillità. Questo stato di “pura consapevolezza senza oggetto” può essere raggiunto anche con altri generi di pratiche meditative: ad esempio la Meditazione Trascendentale si basa sulla ripetizione mentale di un mantra. In ogni caso il termine “meditazione”, com’è inteso normalmente nella lingua italiana, si rivela inadeguato a dare un’idea efficace di questo tipo di pratiche: un termine meno impreciso potrebbe essere contemplazione. Nel Cattolicesimo la meditazione è una forma di preghiera interiore. Viene fatta in una chiesa o cappella, in presenza dell’Eucaristia, o in un ambiente privato, ed è strettamente legata al pensiero e alla riflessione sulla parola di Dio. Preferibilmente si fa di mattina presto, prima di ogni altra azione della giornata.

Parecchi studi condotti fin dal 1970 su una tecnica specifica, la Meditazione Trascendentale, hanno evidenziato la sua efficacia nella diminuzione di ansia e stress e nel miglioramento della salute[5][6][7]. In seguito furono condotte altre ricerche e meta analisi coinvolgendo altri metodi di meditazione.

Nella loro analisi comparativa sugli studi scientifici sulla meditazione, pubblicata nel 2000 nell’International Journal of Psychotherapy, Perez-De-Albeniz e Holmes[8] hanno identificato le seguenti componenti in comune con tutti i metodi meditativi:

  1. rilassamento
  2. concentrazione
  3. alterato stato di coscienza
  4. sospensione dei processi di pensiero logico e razionale
  5. presenza di una attitudine alla autocoscienza ed alla auto-osservazione.

Numerosissimi sono gli studi della comunità medica sugli effetti fisiologici della meditazione.

Il Dr. James Austin, neuropsicologo dell’Università del Colorado, ha indicato come la meditazione Zen possa modificare le connessioni nervose del cervello nel suo libro Zen and the Brain (Austin, 1999). Questo è stato confermato mediante risonanza magnetica funzionale sull’attività del cervello.

Recentemente uno studio scientifico americano pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, ha dimostrato effetti rilevanti della meditazione secondo il metodo Integrative body-mind training (tecnica nata in Cina negli anni ’90) sul miglioramento delle condizioni di vita: la depressione si attenua, e le difese immunitarie si rinforzano. I ricercatori hanno verificato che il gruppo di studenti che aveva applicato il metodo mostrava una concentrazione di cortisolo molto inferiore e una migliore risposta immunitaria rispetto al gruppo di controllo. Dai questionari è anche emerso che la meditazione aveva abbassato i livelli di rabbiaansia, depressione e fatica. Il dottor Yi-Yuan Tang, il coordinatore della ricerca, ha così dedotto che i processi mentali, la consapevolezza e l’attenzione sono aspetti della vita che possono essere esercitati, esattamente come i muscoli.

In psicoterapia le tecniche di meditazione di mindfulness sono utilizzate per accrescere la consapevolezza dei pazienti e hanno svariate applicazioni, fra cui la prevenzione delle recidive depressive e il trattamento dei disturbi d’ansia.

ARPOCRATE E IL RIDUZIONISMO SCIENTIFICO E FILOSOFICO

In epistemologia il termine riduzionismo rispetto a qualsiasi scienza sostiene che gli enti, le metodologie o i concetti di tale scienza debbano essere ridotti al minimo sufficiente a spiegare i fatti della teoria in questione. In questo senso il riduzionismo può essere inteso come un’applicazione del cosiddetto “rasoio di Occam” (o “principio di economia”), secondo cui non bisogna aumentare senza necessità le entità coinvolte nella spiegazione di un fenomeno.

Esistono tre forme di riduzionismo:

In particolare il riduzionismo nella filosofia della mente, rispetto a queste tre categorie, sostiene che:

  • La mente non esiste come entità separatamente dal corpo;
  • La mente possa essere studiata basandosi solo attraverso fenomeni più fondamentali e direttamente osservabili come il comportamento o l’attività neuronale;
  • I concetti usati nella psicologia tradizionale siano inadatti, troppo vaghi e persino erronei. (Stessa critica alla psicologia, ma di segno opposto, è mossa dalla fenomenologia o dalla psicologia fenomenologica, che intende negare valore allo psicologismo della psicologia, inteso come una forma di riduzionismo e criticato proprio per la sua carenza di rigore logico-epistemico.)

Il riduzionismo si propone invece di studiare la mente riducendola ad un oggetto della fisica: leggi che descrivono il funzionamento della mente sarebbero riconducibili a leggi fisiche, quindi la mente deve essere studiata come qualsiasi altro oggetto fisico. Assumendo che la mente si manifesti soprattutto in due aspetti, il cervello e il comportamento, il riduzionismo riduce la mente a questi aspetti e si propone di studiare solo questi, senza fare altre assunzioni su una eventuale realtà oltre o dietro questi fenomeni. Con ciò di fatto si elimina ogni aspetto possibilmente metafisico della mente. Il riduzionismo in tal senso tenta in questo modo di superare il problema mente-corpo, riducendo la mente a proprietà o aspetto del corpo e negando qualsiasi forma di dualismo. La critica più radicale al riduzionismo è forse l’opera di Martin Heidegger, critica poi culminata nella famosa affermazione “La scienza non pensa”. Altresì, è da segnalare l’opera di Emanuele Severino, che lo ritiene una contraddizione logica. Il riduzionismo nel campo della fisica delle particelle cerca di spiegare qualsiasi cosa in termini di particelle elementari e delle loro interazioni. Questo atteggiamento nei confronti dell’Universo, che consiste nel cercare di spiegarne il “funzionamento” sulla base di leggi che riguardano il comportamento dei suoi costituenti a un livello più fondamentale (le particelle elementari e le rispettive interazioni), rientra in un più vasto approccio nei confronti della conoscenza, che tende a “ridurre” la complessità dei sistemi alla somma delle singole parti che li compongono. I suoi sostenitori affermano l’efficacia di questa visione sostenendo come tutto il progresso scientifico si sia basato su forme di riduzionismo. Obiezioni a queste tendenze riduzionistiche sono state sollevate da vari studiosi dei più diversi ambiti, compresi molti moderni fisici delle particelle, fisici dello stato solidochimicibiologi. Mentre il modello standard non viene messo in discussione, si sostiene che le proprietà delle particelle elementari non sono più fondamentali delle proprietà emergenti di atomi e molecole, e specialmente di insiemi di queste ultime statisticamente grandi. Queste critiche sostengono che anche una conoscenza completa delle particelle elementari sottostanti, non produrrà una conoscenza completa della natura, conoscenza che, all’atto pratico, è più importante.

Se il riduzionismo si basa sull’assunto (o sulla fiducia) che il comportamento di un sistema complesso sia nient’altro che la diretta conseguenza della somma dei singoli componenti, la critica a tale approccio epistemologico riposa, in generale, sull’idea di fondo secondo cui il tutto di un sistema fisico sia maggiore della somma delle singole parti: nella loro aggregazione sono perciò rinvenibili «proprietà “olistiche” che non possono essere descritte in termini dei puri elementi costituenti». Nel 1972, il fisico Philip Warren Anderson, futuro Premio Nobel per la fisica nel 1977, espose le sue obiezioni a un approccio improntato al riduzionismo, in un articolo dal titolo “More is Different”. In quello scritto, poi diventato un classico sull’argomento, Anderson individuava e mette in evidenza le limitazioni del riduzionismo affermando l’esistenza, nella scienza, di sovrapposti livelli gerarchici, ciascuno dei quali richiede i suoi principi fondamentali perché vi sia un avanzamento della conoscenza. Anderson fa notare, ad esempio, che la capacità di individuare leggi fisiche a un livello sempre più fondamentale (una linea di ricerca che lui definisce intensiva) non implicano in alcun modo la validità dell’ipotesi che lui chiama “costruzionista”, vale a dire la capacità di descrivere l’universo applicando queste leggi fondamentali a livelli più alti (quest’ultima linea di ricerca da lui indicata come estensiva). Alcuni fisici mettono in dubbio, a un livello più profondo, il ruolo della fisica delle particelle come base per ogni altra conoscenza, contrapponendo al riduzionismo il concetto di emergenza. Costoro fanno notare che oggetti macroscopici possono subire comportamenti statistici ed avere proprietà indipendenti dalle proprietà delle particelle stesse che li costituiscono. Per di più, rilevano, ci sono sistemi con componenti radicalmente diversi che possono subire comportamenti molto simili. Si è argomentato che le somiglianze di comportamento possono essere meglio comprese attraverso regole universali indipendenti dalle proprietà dei componenti dei sistemi stessi. Queste regole o metodi o processi sarebbero più reali della materia in quanto determinerebbero come gli osservatori condividano una comprensione della materia, e porrebbero dei limiti alla fattibilità della ricerca stessa. L’esistenza del modello standard, e la sua estensione, suscitano molte questioni fondamentali per l’epistemologia, la filosofia della scienza, la filosofia della matematica, la scienza cognitiva e persino la teologia.

ARPOCRATE E IL RIDUZIONISMO APPLICATO ALLA TRAMA DI TOY STORY

Questa scena in particolare rimanda al dipinto dell’ Urlo , famoso nel mondo. Questo è il destino che la scienza si è dato da sola: confrontarsi con la mancanza di senso dell’ esistenza stessa perché l’ unica cosa che la scienza accetta è il presupposto del Caso, divinizzato e glorificato futilmente, ignorando del tutto l’ ingombrante presenza dell’ esistenza stessa, ignorandone il mistero inarrivabile.

Toy Story non è solo una saga di film per bambini, ma c’è molto di più dietro, da interpretare. La scena simbolo di Toy Story è quella dove Woody dice ”la verità cruda e semplice” della condizione della loro esistenza: Il fatto che i giocattoli nella scena si trovino all’ esterno del loro mondo – casa e a confronto con l’ immensità del mondo esterno, una città incomprensibile, non è affatto un caso. La vita vista dal punto di vista di Woody è assoggettata all’ etichettatura con la quale è stato marchiato dalla realtà del mondo in cui vive: è un semplice giocattolo, e l’ unico scopo della sua vita è intrattenere un essere umano, visto, anche in materia di mere dimensioni, come superiore. L’ uomo – giocattolo di Toy Story, secondo Woody, quindi, deve abbassarsi allo status di giocattolo – oggetto immobile e manipolato, ignorando una incommensurabile realtà. Woody è stato creato dall’ uomo alla quale deve concedersi interamente, con la sola libertà permessa in tutti i momenti nei quali il bambino si assenta. Ciò che Woody ignora, testardamente, è il fatto che lui non è un ”semplice giocattolo“, ma parla, è autonomo, non si consuma come l’ umano, ma pur di concedersi all’ uomo arriva a imitare l’ oggetto immobile e vuoto lasciandosi manipolare da una creatura che sarebbe incredibilmente più felice e affezionata a lui se i giocattoli si permettessero di uscire dal loro tabù e rituale riduzionistico, e decidessero di rivelare la loro umanità al bambino. Ciò che Woody cerca, l’ affetto umano, sarebbe più apprezzabile se il giocattolo e l’ umano fossero entrambi consapevoli della coscienza del giocattolo. Invece, imitando l’oggetto, predispone il bambino a confrontarsi con la futilità di un oggetto, che con la crescita, perde di valore, e il giocattolo non può fare altro che confrontarsi con la perdita di interesse del bambino – scopo di vita, generato unicamente da un testardo e masochistico riduzionismo che il giocattolo ha imposto a sé stesso.

Paradossalmente i giocattoli decidono di rivelarsi unicamente all’ individuo che li vede come insignificanti e freddi oggetti: Sid. Il potere della loro coscienza viene quindi rivelato unicamente allo scopo di spaventare, mettendoli in condizione di vincere la battaglia contro Sid, ma diventando elementi antagonistici. Avrebbero potuto fare molto per cambiare la personalità e gli intenti di Sid, ma invece scelgono di coalizzarsi contro di lui.

La verità è che questi giocattoli nel mondo di Toy Story sono definibili come tali solo per via della loro scelta. Nessuna legge del loro mondo vieta loro di andarsene, costruire una comunità indipendente e autonoma, e duratura, esplorando un mondo esterno, che non si dimostra di per sé ostile. I giocattoli sono convinti che il loro unico scopo sia quello di ridursi a meri oggetti, per intrattenere una creatura cosciente come loro, paradossalmente imitando una ”immobilità” che non gli appartiene, riducendosi a risiedere in una stanza, conducendo le loro vite completamente dipendenti dalla presenza o meno del bambino, che senza averne la minima idea, decide tutto della vita del giocattoloGli unici momenti in cui il giocattolo scopre sé stesso è in assenza del bambino. Allora riscopre improvvisamente di possedere mobilità, coscienza, immaginazione, linguaggio, e di essere egli stesso manipolatore di altri oggetti. E così siamo noi: la scienza non fa altro che ridurre l’ essenza stessa dell’ essere umano, ora semplice animale, relegato in un angolo e non alla luce del sole, assoggettato ad un caso cieco, ma onnipotente, incosciente ma allo stesso tempo paradossalmente manipolatore. Poi c’è il concetto di uomo – macchina, e così via, non facciamo altro che agire in modo masochistico, definendoci testardamente giocattoli, ignorando i misteri che ci contraddistinguono dall’ animale, come il linguaggio, la coscienza di sé, la musica e quant’ altro. Usiamo i nostri “superpoteri” solo allo scopo di fare del male, non ci importa più niente dell’etica, dei concetti di bene e male, se si può fare qualcosa va fatto, a discapito delle altre forme di vita che ci accompagnano su questa Terra. Il bene e il male diventano concetti individuali in un mondo di concezione atea e riduzionista: il brav’ uomo ha un concetto di bene diverso dal sadico. 

Dal punto di vista del sadico, il male è giusto, perché suscita soddisfazione e compiacimento. Andy non si rende conto di fare dispiacere al giocattolo cosciente perché per lui i giocattoli non hanno sentimenti, ovvio, perché i giocattoli hanno sempre celato questo loro aspetto a Andy. Sid allo stesso modo non si rende conto di essere un antagonista, per lo stesso motivo. Si potrebbe aggiungere anche il punto di vista super – animalista, che riduce l’ uomo a un ” virus che consuma il mondo per il suo egoismo “. Anche l’ animalista spinto non se ne rende conto, ma applica il riduzionismo. La natura ci ha dato la capacità di manipolare le risorse in modo completamente diverso dagli animali, senza alcuna eccezione, quindi cosa dovremmo fare? Inventare una super mega ultra astronave e trasferirci tutti da un’ altra parte, per il bene della natura terrestre, per il bene della fauna e della flora? Già che ci siamo, perché non attuare la nostra estinzione, tanto faremmo solo un favore alla fauna? Fino a che punto l’animalista spinto arriverà a farsi condizionare? Se siamo onnivori ci possiamo fare qualcosa? Mangiare solo piante può davvero cambiare e salvare il mondo? O non cambierebbe poi granchè? Il vegetarianismo e il veganismo da questo punto di vista si tratta solo di un complesso, un complesso riduzionista e autoetichettante e sacrificatorio. Alle multinazionali frega niente se non mangiate un determinato animale, e l’ animale non sa che è mangiato proprio da voi. Buono se vi fa sentire bene con voi stessi, ma non strettamente necessario.  

La natura ci sballottola come vuole perché noi glielo lasciamo fare. I giocattoli sacrificano la loro stessa essenza perché convinti di essere ”solo una determinata cosa”. Lasciano che Andy si annoi e perda affetto per loro, e lasciano che Sid li distrugga, testardamente, per via di un’ etichetta che li ha portati a lasciarsi condizionare. Il riduzionismo scientifico è il nostro condizionamento. E porterà ai risultati che porterà per colpa di ciò. La scienza fa scoperte presupponendo sempre la solita cosa, ma non si rende conto che, periodo dopo periodo, riduzione dopo riduzione, si sta perdendo l’essenza stessa dell’ essere umano. Che senso ha interpretare l’universo come indifferente e casuale? Che senso ha tutto quanto? Tutta questa foga e corsa alle scoperte, ma a che scopo? Usare il proprio incredibile incommensurabile umano cervello per che cosa esattamente? Se l’ uomo è solo un essere animalistico, meccanico, manipolato dal caso, e sballottato dalle malattie, che senso ha esplorare un universo che emana superiorità in ogni sua forma?

E i robot? Rischiamo di diventare i giocattoli di un giocattolo, ragazzi. Come in Toy Story il giocattolo – uomo si sacrifica e annulla sé stesso per un uomo, allo stesso modo, noi, affascinati dalla macchina, che a causa del riduzionismo etichettatore, sarà percepito ovviamente come superiore, rischiamo di donarci totalmente alla meccanicistica. Kurzweil ci vuole come Woody. Desiderosi della macchina superiore, metteremo da parte tutto ciò che abbiamo di umano, per intrattenere una cosa che imita la vita (ma non potrà mai essere vita?) 

Perché una certa categoria di umani ”futuristi Kurzweilisti” INVIDIA la macchina e il robot quando è la macchina che dovrebbe INVIDIARE l’ uomo? Perché i giocattoli invidiano e adorano l’ uomo quando potrebbero ipoteticamente dimostrare, se non addirittura la superiorità , almeno l’ uguaglianza? Perché ci etichettiamo come animali quando siamo INCOMPRENSIBILI agli animali? Perché la scienza si ostina? La ”sanità mentale” tanto presunta e glorificata da chi fa della scienza il suo TUTTO si può definire veramente tale, o manca qualcosa di fondamentale? La scienza come risponde all’ insanità mentale di chi desidera che arrivi il piedone di una macchina gigante a calpestare l’uomo solo per dimostrare le capacità umane?

Babyface è una testa di bambola con un occhio solo puntata sopra un corpo simile a un ragno con tenaglie simili a granchi fatte di pezzi di Erector Set. È il leader dei giocattoli mutanti. Babyface viene mostrato mentre comunica con gli altri giocattoli sbattendo in codice Morse sul lato del reggiletto metallico di Sid con il suo grande artiglio. Questo metodo viene usato quando segnala agli altri giocattoli mutanti di radunarsi per ascoltare Woody mentre formula il suo piano per salvare Buzz da Sid. Quando i giocattoli mutanti circondano Sid, Babyface, sospeso da Legs, atterra sulla testa di Sid, spaventandolo all’istante.

Big Baby è una bambola con un occhio pigro che porta in giro una bottiglia ed è adornata con scarabocchi infantili che assomigliano a tatuaggi feroci. È un antagonista di supporto per la maggior parte del terzo film, ma in seguito si riforma. Come giocattolo senziente, ha i tratti biologici di un bambino umano. Normalmente non parla, ma comunica attraverso i suoni del bambino, con l’eccezione di una frase pronunciata (“Mama”) dopo che i giocattoli sono fuggiti da Sunnyside. Agisce come assistente e esecutore di Lotso, che aiuta a guidare i nuovi giocattoli in giro e li punisce quando si comportano male. Lui, Lotso e Chuckles erano tutti di proprietà di Daisy prima di essere lasciati indietro. Quando Lotso scoprì che Daisy lo aveva sostituito, mentì a Big Baby e Chuckles, dicendo loro che anche loro erano stati sostituiti. Viaggiarono fino a Sunnyside e lo presero in consegna. Una volta che Woody rivelò la vera natura di Lotso, Big Baby capì che Lotso gli aveva mentito e lo gettò nel cassonetto. Poi aiuta Ken e Barbie a riformare Sunnyside.

ARPOCRATE E L’ ANTROPOCENE COME NUOVA ERA GEOLOGICA

Il test nucleare Trinity, datato 16 luglio 1945, è stato proposto da alcuni membri dell’Anthropocene Working Group come inizio dell’Antropocene

L’Antropocene è una proposta epoca geologica, nella quale l’essere umano con le sue attività è riuscito con modifiche territoriali, strutturali e climatiche ad incidere su processi geologici. Riguardo alla definizione scientifica di Antropocene, alcuni hanno suggerito di non rimanere intrappolati in definizioni specifiche delle proprie discipline ma di guardare oltre, considerando i cambiamenti nel sistema Terra per intero.

Il termine deriva dalle parole in greco antropos e kainos, che significano rispettivamente essere umano e recente, e almeno inizialmente non sostituiva il termine corrente usato per l’epoca geologica attuale, Olocene, ma serviva semplicemente ad indicare l’impatto che l’Homo sapiens ha sull’equilibrio del pianeta. Recentemente le organizzazioni internazionali dei geologi stanno considerando l’adozione del termine per indicare appunto una nuova epoca geologica e stanno stabilendo da dove cronologicamente farla iniziare in base a precise considerazioni stratigrafiche.

Il primo studioso a proporre una definizione specifica per l’era geologica in cui la Terra è massicciamente segnata dalla attività umana fu il geologo Antonio Stoppani, che nel 1873 scrisse che l’attività umana rappresentava una nuova forza tellurica e propose il termine di era antropozoica per definirla. Successivamente il geochimico russo Vernadskij considerò che «la direzione in cui i processi dell’evoluzione crescono, soprattutto verso la consapevolezza e il pensiero e le forme hanno un’influenza sempre maggiore sugli ambienti circostanti», e definì il periodo col termine di noősphera (ossia mondo del pensiero) per sottolineare il potere crescente della mente umana nel modellare il suo futuro e l’ambiente; lo stesso termine venne usato dal paleontologo e pensatore cattolico Teilhard de Chardin. Nel 1992, Andrew Revkin ipotizzò la creazione di una nuova epoca geologica chiamata Antrocene. Il termine fu diffuso negli anni ottanta dal biologo naturalista Eugene F. Stoermer e adottato al convegno dell’IGPB del 2000 dal Premio Nobel per la chimica Paul Crutzen e dallo stesso Stoermer in una nota apparsa in una newsletter. Successivamente Crutzen formalizzò il concetto in opere quali l’articolo Geology of mankind, apparso nel 2002 su Nature, e il libro Benvenuti nell’Antropocene. Il termine apparve per la prima volta in V. Shantser, alla voce The Anthropogenic System (Period) del secondo volume della Great Soviet Encyclopedia (1973). Crutzen e Stoermer proposero infine congiuntamente l’adozione del termine Antropocene con il significato attuale in una newsletter del Programma Internazionale Geosfera-Biosfera nell’anno 2000.

Pur essendoci consenso nella comunità scientifica sulla presenza attuale di un’era caratterizzata da impatti geologici che risalgono alle attività antropiche, sono al vaglio diverse proposte per stabilire la data di inizio di questa era. Come ogni specie, anche la specie Homo sapiens, con il suo avvento, ha comportato dei cambiamenti negli equilibri eco-sistemici. Agli albori, dato il numero esiguo di popolazione e l’uso di tecnologie semplici, gli impatti sono stati contenuti per millenni, a cui si sono succedute alcune accelerazioni performanti con peculiari caratteristiche rilevabili nei depositi geologici:

Il termine considera il presente periodo come definito dalla diminuzione della biodiversità, con una omogeneizzazione progressiva della biogeografia e gli ecosistemi del mondo a causa delle specie aliene che sono disperse nel mondo volontariamente (colture, bestiame) o per rilasci involontari, come descritto da Charles C. Mann, nel suo libro 1493: Pomodori, tabacco e batteri. Come Colombo ha creato il mondo in cui viviamo.

Antropocene – L’epoca umana (Anthropocene – The Human Epoch) è un film documentario canadese del 2018, terza opera frutto della collaborazione dei registi Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier con il fotografo Edward Burtynsky dopo i precedenti Manufactured Landscapes e Watermark.

Il film esplora il concetto di una nuova epoca geologica chiamata Antropocene, caratterizzata dall’impatto dell’umanità sulla natura e sulla Terra. L’opera fa parte del cosiddetto Anthropocene Project che include mostre tenutesi all’Art Gallery of Ontario, alla National Gallery of Canada e al MAST di Bologna e la pubblicazione di due libri, uno di saggistica e l’altro di fotografia. Nel documentario vengono presentati 43 tra i peggiori disastri ambientali del mondo, tra i quali uno in Italia: la devastazione delle Alpi Apuane, nel nord della Toscana, causata dall’estrazione intensiva del marmo, oggi impiegato in larga parte per ricavare carbonato di calcio.

ARPOCRATE E LA FIGURA DI MICHAEL JACKSON

“Le parole non possono descrivere come mi sento. … Sono stato benedetto oltre ogni comprensione e lavorerò instancabilmente per essere il miglior padre che posso essere”, ha detto Jackson in una dichiarazione all’epoca. “Sono cresciuto in una ciotola di pesce e non permetterò che lo stesso accada a mio figlio. Per favore, rispettate i nostri desideri e date a mio figlio la sua privacy”.

Michael Jackson ha costruito il ranch Neverland per creare l’infanzia che non ha mai avuto, arrivando al punto di chiamare la casa dopo il mitico regno di Peter Pan dove i bambini non crescono mai. Jackson aveva diverse giostre del parco divertimenti installate nel ranch accanto a una ferrovia funzionante e uno zoo di animali domestici.

«Non venderò mai e poi mai NeverlandNeverland sono io. Rappresenta la totalità di ciò che sono.»

Neverland Valley Ranch (conosciuto anche come Sycamore Valley Ranch) è una proprietà privata di circa 1.100 ettari situata nella contea di Santa Barbara in California, ed è nota per essere stata la residenza privata della superstar statunitense Michael Jackson, che l’acquistò nel 1988 trasformandone una parte in un parco a tema per ricevere gli invitati e i bambini malati.

Jackson cambierà il nome del ranch da “Sycamore” a “Neverland” che è il nome originale inglese de L’isola che non c’è, il luogo immaginario delle avventure di Peter Pan, il suo personaggio preferito a cui dichiarò in varie interviste di ispirarsi. Ancora impegnato però col suo primo tour da solista, il grandioso Bad World Tour, Jackson trascorrerà solo il tempo libero al ranch per poi dal 1989 trasferirsi definitivamente.

La sindrome di Peter Pan, scientificamente chiamata neotenia psichica, è quella situazione psicologica in cui si trova una persona che si rifiuta o è incapace di crescere, di diventare adulta e di assumersi delle responsabilità. La sindrome è una condizione psicologica patologica in cui un soggetto rifiuta di operare nel mondo “degli adulti” in quanto lo ritiene ostile e si rifugia in comportamenti e in regole comportamentali tipiche della fanciullezza. 

A partire dalla sua ultima partenza dall’Isola che non c’è, Sullivan cattura gli ultimi anni di Jackson facendo la spola in tutto il mondo, Sullivan scava in profondità nel passato di Jackson, raffigurando un uomo sia ingenuo che profondamente astuto, un padre devoto le cui decisioni genitoriali hanno creato proteste internazionali, un astuto uomo d’affari i cui fallimenti hanno quasi fatto crollare una megacorporazione e un narcisista incallito che voleva disperatamente una quieta vita normale.

Alla fine di dicembre 2008, Ian Halperin ha detto al mondo che Michael Jackson aveva solo sei mesi di vita. Le sue indagini sulla salute cagionevole di Jackson hanno fatto notizia in tutto il mondo. Sei mesi dopo, il Re del Pop era morto. Qualunque siano i risultati finali dell’autopsia, è stata l’avidità a uccidere Michael Jackson.

“Mentre lo adoravamo, chiaramente non adorava se stesso. Si strappava costantemente il viso, subendo ripetutamente interventi chirurgici per ricreare un altro sé; cambiando il colore della sua pelle, mantenendosi spaventosamente magro come se sperasse di non essere visto e di scomparire. Fino a quando non ha raggiunto il suo obiettivo. E ora è scomparso. È facile criticare un uomo di 50 anni il cui desiderio più fervente era quello di essere Peter Pan, non crescere, e vivere la sua vita nell’Isola che non c’è.”

“Ma con tutte le possibilità una cosa è chiara. Michael Jackson aveva un grave ritardo di maturazione ed emotivamente era un bambino molto piccolo. Anche se il calendario diceva che aveva 50 anni, le sue esperienze infantili estremamente limitate lasciarono un vuoto in lui che non riuscì mai a riempire.”

Michael Jackson era un generoso filantropo. Ha sostenuto le cause dell’HIV / AIDS.  Il cantante di Thriller ha anche creato la sua fondazione, la Heal the World Foundation, nel 1992 con l’intenzione di aiutare i giovani svantaggiati a godere di un’infanzia sana e felice, qualcosa che Jackson non ha mai avuto. Ha anche contribuito a cause umanitarie, tra cui il soccorso alle vittime della guerra in Kosovo. Ha anche visitato paesi devastati dall’AIDS in Africa, tra cui il Gabon e l’Egitto.

Oltre a picchiare i suoi figli, Joe Jackson ha anche deriso e rimproverato i suoi figli per garantire il loro duro lavoro e la loro conformità. Per Michael, questo spesso prendeva la forma di suo padre che prendeva in giro il suo “naso grasso”, un insulto particolarmente brutale data la storia del pregiudizio razziale nei confronti delle caratteristiche facciali afroamericane, incluso il naso. Michael ha detto nelle interviste che questa presa in giro ha portato a un’insoddisfazione permanente per il suo aspetto.

Quando Jackson parlava della sua infanzia, era spesso riguardo all’estrema solitudine che provava a causa del fatto di non avere compagni della sua età oltre ai suoi fratelli. Jackson ha lavorato ininterrottamente fin dalla tenera età e non è stato in grado di godere di nessuna delle esperienze ordinarie tipiche dell’infanzia americana. Questa mancanza ha portato Jackson ad avere una fissazione per la giovinezza e l’infanzia felice, che lo ha spinto a costruire il ranch Neverland e avviare la sua Heal the World Foundation.

ARPOCRATE E “GAGE IN PET SEMATARY”

Gage William Creed è un personaggio immaginario creato da Stephen King, ed è l’antagonista principale del suo romanzo del 1983 Pet Sematary. Nel romanzo, Gage è un bambino innocente che viene ucciso accidentalmente da un’autocisterna in corsa. Il padre in lutto di Gage, Louis, lo riporta in vita seppellendolo nel cimitero titolare, che è posseduto da un Wendigo. Una volta rianimato, Gage è controllato dallo spirito malo del Wendigo e uccide sua madre, Rachel, e il loro vicino, Jud Crandall.

Gage Creed è il figlio di 2 anni di Louis e Rachel Creed e il fratello minore di Ellie Creed. Prima della sua morte e dell’eventuale resurrezione, Gage sembra essere un tipico bambino. Lui e la sua famiglia si trasferiscono a Ludlow, Maine da Chicago, Illinois e diventano amici del loro vicino Jud Crandall. Tuttavia, la famiglia nota che la loro nuova casa si trova proprio accanto a un’autostrada trafficata e c’è un cimitero per animali nel loro cortile chiamato “Pet Sematary”.

Un giorno, i Creed e Jud stanno facendo un picnic nel loro cortile, e Gage sta giocando con un aquilone. L’aquilone inizia a soffiare via e Gage inizia a inseguirlo, ignaro che si sta dirigendo verso l’autostrada trafficata. Suo padre cerca di raggiungerlo ma non fa in tempo, Gage viene investito e ucciso da un’autocisterna in corsa. Nel suo dolore, Louis porta suo figlio all’antico cimitero presentatogli da Jud dopo che il loro gatto, Church, è stato ucciso. Louis seppellisce Gage lì, e suo figlio viene posseduto dallo spirito di un Wendigo e risorto.  Una volta che Gage torna in vita, uccide Jud e chiede a sua madre di andare da lui. Poi uccide sua madre e schernisce suo padre. Louis quindi tira fuori suo figlio dalla sua miseria iniettandogli una dose letale di morfina.

La morte di Gage nel romanzo originale di King fu descritta da molti all’epoca come “scioccante” e “straziante”. La svolta finale del personaggio nell’antagonista principale della storia lo ha portato ad essere considerato come uno dei migliori e più inquietanti personaggi / cattivi di Stephen King. L’interpretazione del personaggio nel film del 1989 di Miko Hughes è stata ampiamente elogiata nonostante il film stesso abbia ricevuto recensioni contrastanti. Gage Creed è stato anche oggetto di lavori accademici che discutono di ciò che rappresenta. In Frankenstein’s Monster: Hubris and Death in Stephen King’s Oeuvre, Strengell traccia parallelismi tra Gage Creed e il mostro di Frankenstein. Sia Gage che la Creatura subiscono le conseguenze dell’arroganza del padre/creatore quando sfidano Dio e tentano di creare la vita. La Creatura è spinta al male dalle difficoltà, mentre Gage ha avuto la sua anima sostituita interamente dal male. Secondo Bruhm in Nightmare on Sesame Street: or, The Self-Possessed Child, Gage rappresenta la perdita dell’innocenza quando viene resuscitato come una creatura saggia oltre i suoi anni. In teoria questo è peggio delle paure iniziali di suo padre di riportare in vita una patata da divano cerebralmente morta. Gage potrebbe essere rimasto in qualche modo innocente e libero dalla corruzione culturale come l’Emile di Rousseau, ma i bambini non possono rimanere innocenti perché ottenere la conoscenza non è solo inevitabile, ma imperativo.

ADULTI CHE NON CRESCONO MAI, TWIXTERS

Incontra i Twixters. Non sono più bambini, ma non sono nemmeno adulti. Perché una nuova generazione di giovani non vuole o non può stabilizzarsi.

Michele, Ellen, Nathan, Corinne, Marcus e Jennie sono amici. Tutti loro vivono a Chicago. Escono tre sere a settimana, a volte di più. Ognuno di loro ha avuto diversi lavori dal college; Ellen ha 17 anni, contando gli stage, dal 1996. Non possiedono case. Cambiano spesso appartamento. Nessuno di loro è sposato, nessuno ha figli. Tutti hanno dai 24 ai 28 anni. Trent’anni fa, persone come Michele, Ellen, Nathan, Corinne, Marcus e Jennie non esistevano, statisticamente parlando. All’epoca, l’età media per sposarsi di una donna americana era di 21 anni. Ha avuto il suo primo figlio a 22 anni. Ora tutto richiede più tempo. Sono 25 per il matrimonio e 25 per il bambino. Sembra che i giovani impieghino più tempo per laurearsi, stabilirsi in carriera e comprare le loro prime case. Dieci anni fa, avremmo potuto chiamarli Generazione X, o fannulloni, ma quelle etichette non si adattano più. Questa non è solo una tendenza, una moda temporanea o un singhiozzo generazionale. Questo è un fenomeno molto più grande, di un tipo diverso e di un ordine diverso. Gli scienziati sociali stanno iniziando a rendersi conto che un cambiamento permanente ha avuto luogo nel modo in cui viviamo le nostre vite. Oggi c’è una nuova fase intermedia lungo la strada. Gli anni dai 18 ai 25 anni e anche oltre sono diventati una fase di vita distinta, una terra di transizione “never never land” tra l’adolescenza e l’età adulta in cui le persone si fermano per qualche anno in più. Sono sia adulti che adolescenti. Potresti chiamarli twixters. Alcuni sociologi, psicologi e demografi che studiano questa nuova fase della vita la vedono come una buona cosa. I twixter non sono pigri, si dice, stanno raccogliendo il frutto di decenni di ricchezza americana e liberazione sociale. Questo nuovo periodo è un’occasione per i giovani di assaporare i piaceri dell’irresponsabilità, scrutare le loro anime e scegliere i loro percorsi di vita. Ma gli studiosi più storicamente ed economicamente la vedono diversamente. Sono preoccupati che i twixter non stiano crescendo perché non possono. Questi ricercatori temono che qualunque meccanismo culturale utilizzato per trasformare i bambini in adulti sia crollato, che la società non fornisca più ai giovani la spina dorsale morale e i mezzi finanziari per prendere il loro giusto posto nel mondo degli adulti. I genitori sono rimasti sconcertati quando i loro figli di 23 anni, istruiti e altrimenti ben adattati, hanno finito per singhiozzare nelle loro vecchie camere da letto, paralizzati dall’indecisione. “Legalmente, sono adulti, ma sono sulla soglia, la porta verso l’età adulta, e non la stanno attraversando”, dice Apter. La percentuale di 26enni che vivono con i genitori è quasi raddoppiata dal 1970, dall’11% al 20%, secondo Bob Schoeni, professore di economia e politiche pubbliche presso l’Università del Michigan. Jeffrey Arnett, psicologo dello sviluppo presso l’Università del Maryland, favorisce “l’età adulta emergente” per descrivere questo nuovo gruppo demografico, e il termine è il titolo del suo nuovo libro sull’argomento. Il suo tema è che i twixter sono fraintesi. Non è che non prendano sul serio l’età adulta; Lo prendono così sul serio che passano anni a scegliere con cura la strada giusta. Swann si è laureato nel 2002 come scienziato cognitivo appena coniato, ma il lavoro che ha finalmente ottenuto pochi mesi dopo è stato come cameriere ad Atlanta. Si è rivelata una benedizione sotto mentite spoglie. Swann dice di aver imparato più abilità nel mondo reale lavorando nei ristoranti di quanto non abbia mai fatto a scuola.

“Mi ha insegnato come trattare con le persone. Quello che impari come cameriere è come trattare le persone in modo equo, specialmente quando si trovano in una brutta situazione”. Ciò è particolarmente prezioso nel suo attuale lavoro come esaminatore di sinistri assicurativi. Per loro, il periodo dai 18 ai 25 anni è una sorta di sandbox, un’occasione per costruire castelli e abbatterli, sperimentare carriere diverse, sapendo che nulla di tutto ciò conta davvero. I twixter sono alla ricerca di un senso di scopo e importanza nel loro lavoro, qualcosa che aggiunga significato alle loro vite, e molti non vogliono riposare finché non lo trovano. “Non stanno solo cercando un lavoro”, dice Arnett. “Vogliono qualcosa che sia più simile a una chiamata, che sia un’espressione della loro identità”. Nomadi edonistici, i twixter possono sembrare, ma c’è un serio nucleo di idealismo in loro. Il fondamento economico che sosteneva gli adolescenti nel loro viaggio verso l’età adulta si è spostato in modo allarmante. “Quello che stiamo osservando è iniziato con il crollo del mercato del lavoro giovanile, che ha reso più difficile per le persone ottenere un punto d’appoggio in termini di indipendenza finanziaria”, afferma Côté. “Hai bisogno di una laurea ora solo per essere dove i colletti blu della stessa età erano 20 o 30 anni fa, e se non ce l’hai, allora sei molto indietro.”

Tutti e sei dicono di non essere ancora pronti per il matrimonio, ma lo vogliono un giorno, preferibilmente con i bambini. Naturalmente, tutto ciò è comodamente situato nel futuro eternamente sfuggente. Trent’anni non è più la scadenza incombente di una volta. In effetti, cinque dei sei di Chicago vedono il matrimonio come una pietra miliare decisamente post-30. Ma se i twixters si sposano più tardi, stanno perdendo alcune delle reti di supporto sociale che derivano dall’avere famiglie proprie. Per compensare, hanno un dono speciale per l’amicizia, documentato in libri come Quirkyalone di Sasha Cagen e Urban Tribes di Ethan Watters , che pone la domanda non del tutto retorica: gli amici sono la nuova famiglia? Rimangono in contatto costantemente e in tempo reale, attraverso tecnologie di social networking come telefoni cellulari, messaggistica istantanea, messaggi di testo e comunità online come Friendster. Sono anche vicini ai loro genitori. Il sondaggio del TIME ha mostrato che quasi la metà degli americani di età compresa tra 18 e 29 anni parla con i propri genitori ogni giorno. Arnett è preoccupato che, se non altro, i twixters siano troppo romantici. Nel loro universo, il romanticismo è totalmente distaccato dalle preoccupazioni pragmatiche e dalle pressioni sociali, quindi quando i twixters finalmente si sposano, lo faranno per amore con la L maiuscola e nessun altro motivo. “Tutti vogliono trovare la loro anima gemella ora”. Nessuno vuole ammettere che sono qui per restare, ma è qui che puntano le prove. Un progetto di raccolta di dati sociologici gestito dalla N.O. R.  C. ha scoperto che la maggior parte delle persone crede che la transizione dovrebbe essere completata all’età di 26 anni e pensa che il numero stia solo aumentando. Non parleremo di questo come di un ritardo. Parleremo di questo come di una normale traiettoria, e penseremo a quelle persone che si sposano a 18 anni come a uno strano modello storico”. “Noi come società riteniamo che un individuo all’età di 18 anni sia pronto per la responsabilità degli adulti”, sottolinea Baird. “Eppure prove recenti suggeriscono che il nostro sviluppo neuropsicologico è di molti anni dall’essere completo. Non c’è motivo di pensare che 18 sia un numero magico”. Come ci si può aspettare che i twixters si stabilizzino quando la loro materia grigia non lo ha fatto?

ARPOCRATE E IL SOLIPSISMO

Il solipsismo è l’idea filosofica che solo la propria mente è sicura di esistere. Come posizione epistemologica, il solipsismo sostiene che la conoscenza di qualsiasi cosa al di fuori della propria mente è incerta; Il mondo esterno e le altre menti non possono essere conosciuti e potrebbero non esistere al di fuori della mente. Il solipsismo metafisico è una varietà di solipsismo. Basandosi su una filosofia dell’idealismo soggettivo, i solipsisti metafisici sostengono che il sé è l’unica realtà esistente e che tutte le altre realtà, incluso il mondo esterno e le altre persone, sono rappresentazioni di quel sé e non hanno un’esistenza indipendente. Qui ci sono diverse versioni del solipsismo metafisico, come il presentismo egocentrico (o realismo prospettico) di Caspar Hare, in cui le altre persone sono coscienti, ma le loro esperienze semplicemente non sono presenti. Il solipsismo epistemologico è la varietà dell’idealismo secondo cui solo i contenuti mentali direttamente accessibili del filosofo solipsista possono essere conosciuti. L’esistenza di un mondo esterno è considerata una questione irrisolvibile piuttosto che effettivamente falsa. Non si può nemmeno essere certi di fino a che punto il mondo esterno esista indipendentemente dalla propria mente.  Tuttavia, rimane il punto che i solipisti epistemologici considerano questa una questione “irrisolvibile”. Il solipsismo metodologico è una variante agnostica del solipsismo. Mantiene ancora i punti che qualsiasi induzione è fallibile. Il solipsismo metodologico a volte va anche oltre dicendo che anche ciò che percepiamo come cervello è in realtà parte del mondo esterno, perché è solo attraverso i nostri sensi che possiamo vedere o sentire la mente. Solo l’esistenza dei pensieri è nota per certo. I solipsisti metodologici sottolineano semplicemente che le giustificazioni di un mondo esterno devono essere fondate su fatti indiscutibili sulla propria coscienza. Il solipsista metodologico ritiene che le impressioni soggettive (empirismo) o la conoscenza innata (razionalismo) siano l’unico punto di partenza possibile o appropriato per la costruzione filosofica. Spesso il solipsismo metodologico non è considerato un sistema di credenze, ma piuttosto usato come esperimento mentale per aiutare lo scetticismo. Una caratteristica della visione del mondo solipsistica metafisica è la negazione dell’esistenza di altre menti. Poiché le esperienze personali sono private e spesso considerate ineffabili, l’esperienza di un altro essere può essere conosciuta solo per analogia. I filosofi cercano di costruire la conoscenza su qualcosa di più di un’inferenza o un’analogia. Il fallimento dell’impresa epistemologica di Cartesio ha portato alla popolarità l’idea che tutta la conoscenza certa non può andare oltre “Penso; perciò esisto”, senza fornire alcun dettaglio reale sulla natura dell'”io” che è stato dimostrato esistere. Anche la teoria del solipsismo merita un attento esame perché si riferisce a tre presupposti filosofici ampiamente diffusi, ciascuno di per sé fondamentale e di ampia importanza. La conoscenza più certa di una persona è il contenuto della propria mente: i miei pensieri, esperienze, affetti, ecc. Non esiste alcun legame concettuale o logicamente necessario tra mentale e fisico, tra, ad esempio, il verificarsi di certe esperienze coscienti o stati mentali e il “possesso” e le disposizioni comportamentali di un “corpo” di un particolare tipo. L’esperienza di una determinata persona è necessariamente privata per quella persona. Per espandere il secondo punto, il problema concettuale qui è che il precedente presuppone che la mente o la coscienza (che sono attributi) possano esistere indipendentemente da qualche entità che ha questo attributo (una capacità in questo caso), cioè che un attributo di un esistente possa esistere indipendentemente dall’esistente stesso.

Se si ammette l’esistenza di un’entità indipendente (ad esempio, il cervello) che ha quell’attributo, la porta è aperta a una realtà indipendente. (Vedi Cervello in una vasca). Alcune persone sostengono che, mentre non può essere dimostrato che esista qualcosa di indipendente dalla propria mente, il punto che il solipsismo fa è irrilevante. Questo perché, indipendentemente dal fatto che il mondo come lo percepiamo esista indipendentemente o meno, non possiamo sfuggire a questa percezione, quindi è meglio agire assumendo che il mondo sia indipendente dalle nostre menti. Tuttavia, essere consapevoli riconosce semplicemente la sua esistenza; Non identifica le creazioni effettive fino a quando non vengono osservate dall’utente. Alcuni psicologi dello sviluppo credono che i bambini siano solipsistici e che alla fine i bambini deducano che gli altri hanno esperienze molto simili alle loro e rifiutano il solipsismo.

Colui che vede tutto come nient’altro che il Sé, e il Sé in tutto ciò che vede, un tale veggente si ritira dal nulla. Per gli illuminati, tutto ciò che esiste non è altro che il Sé, quindi come potrebbe continuare qualsiasi sofferenza o illusione per coloro che conoscono questa unità? — Ishopanishad: sloka 6, 7

ARPOCRATE E L’ INDIVIDUALISMO APERTO SEQUENZIALE – IL FUTURO DELLA SPIRITUALITA’

LA SCOPERTA PIU’ GRANDE E “NASCOSTA” DELLA FISICA QUANTISTICA E’ CHE LA REALTA’ OGGETTIVA NON ESISTE, E QUINDI TUTTO CIO’ CHE ESISTE E’ ACCESSIBILE SOLO ATTRAVERSO LA MENTE. FUORI DAL CERVELLO NON ESISTE NULLA, MA IN REALTA’ ANCHE LA MATERIA E’ UNA ILLUSIONE. QUESTO SIGNIFICA CHE L’ UNIVERSO NON ESISTE COME “ENTITA’ MATERIALE”. L’ UNIVERSO E’ UNA (LA) MENTE. QUESTO CONCETTO SI CHIAMA “COSCIENZA UNICA” E INDICA CHE L’ UNIVERSO E’ “COSCIENTE” E NON C’E’ DISTINZIONE FRA DIO E UNIVERSO. L’ UNIVERSO E’ AUTO – CREATO PERCHE’ IN QUANTISTICA UNA COSA ESISTE SOLO SE E QUANDO VIENE OSSERVATA. L’ OSSERVAZIONE DELL’ UNIVERSO PROVIENE DAL FUTURO. E’ STATA QUELLA OSSERVAZIONE DAL FUTURO A CREARE L’ UNIVERSO NEL PASSATO. IL TEMPO E’ UNA ILLUSIONE: LE AZIONI DEL FUTURO E DEL PRESENTE SONO IN GRADO DI DETERMINARE COME SI SVOLGERA’ IL PASSATO. IL TUO PASSATO E PRESENTE DIPENDE (ANCHE) DA QUELLO CHE E’ SUCCESSO NEL TUO FUTURO. IL TUO FUTURO ESISTE GIA’, E IN FISICA QUANTISTICA E’ IN UNO STATO DI SOSPENSIONE MA NON E’ UN “NULLA” DOVE ANCORA E’ TUTTO DA ESSERE DECISO. COSA SUCCEDE NEL TUO PASSATO DIPENDE DA QUELLO CHE AVRAI FATTO NEL FUTURO. NON C’E’ DISTINZIONE FRA UNIVERSO, DIO E COSCIENZA (MENTE UMANA). LA MENTE E’ L’ UNIVERSO. LA MENTE E’ DIO. IN QUESTO NUOVO MODELLO DI PENSIERO DIO E’ UN UNIVERSO CHE PERCEPISCE DI ESISTERE OGNI VOLTA SOLO IN UNA MENTE SINGOLA. LA COSCIENZA E’ COME UNA FORMA DI ENERGIA INVISIBILE. SI PUO’ PARAGONARE ALLA LUCE E ALLA ELETTRICITA’. CIO’ CHE ACCENDE LE LAMPADINE E’ UNA COSA SOLA. CREDERE CHE LE NOSTRE MENTI SIANO SEPARATE E MORTALI E’ COME CREDERE CHE PER OGNI LAMPADINA CI SIA UNA FORMA DI LUCE /ELETTRICITA’ DIVERSA CHE SI ESTINGUE ALLO SPEGNERSI. PRIMA DELLA TUA VITA C’ ERA ALTRA VITA, DOPO LA TUA VITA CI SARA’ ALTRA VITA, E TUTTE QUELLE VITE LE HAI PERCEPITE / LE PERCEPIRAI TU, PERCHE’ C’E’ UN SOLO “IO” CHE CRESCE, SI EVOLVE, E SI RESETTA E RIPARTE DA UNA TABULA RASA OGNI VOLTA. IL DIO CHE CERCHI E’ “LA PERCEZIONE DI UN IO”.   

L’ unica cosa che costituisce la realtà, l’ unica cosa che esiste è la percezione di esistere, una coscienza unica e identica per tutti gli individui. Individualismo sequenziale ( aperto ): La fisica spirituale e religione naturalistica sotto forma di “teoria filosofica”. Mentre esisti, ti trovi in un universo dalla consistenza essenzialmente mentale – psichico, basato interamente sul tuo punto di vista, sulla tua soggettività personale ( personalizzata ). E “nuoti” attraverso un invisibile tesseract simile a quello mostrato in Interstellar. Ogni volta che vivi questa tua vita dall’ inizio alla fine, l’ universo si riconfigura in una modalità, una dimensione interamente basata sul tuo individuo. E questo fenomeno si ripete costantemente. Non hai solo questa tua vita che sta leggendo ora, a disposizione. Tu hai vissuto/ vivrai tutte le esistenze possibili, sotto forma di tutte le creature esistite/ esistenti/ che esisteranno. nonostante l’ universo si ricalibri ogni volta che noi muoriamo, la linea temporale collettiva ci appare lineare e costante.

Ogni singolo punto di vista, ogni singola esperienza, da parte di ogni creatura dotata di un livello minimo di coscienza e di percezione sensoriale, deve essere riprodotto e rivissuto sotto forma di tutti i punti di vista. Ogni forma di tempo è interamente soggettiva. L’ illusione della simultaneità è data da un entaglement quantistico, una sorta di misteriosa comunicazione fra tutti noi che ci permette di armonizzare i nostri universi – guscio soggettivi. Bisogna comprendere che c’e‘ una costante connessione a distanza fra questi “gusci di tempo”, queste bolle temporali che costituiscono i personaggi, ed è questa connessione a dare origine alla parvenza che vi sia simultaneità e contemporaneità, e che vi sia un presente condiviso. Se sei nato prima di me, io sono nato, vissuto e morto nella tua forma, nella tua mente, in te, essenzialmente, per tutti gli anni della tua vita, per tutti gli istanti della tua vita. Se sei nato dopo di me, io nascerò, vivrò e morirò in te, facendo esperienza soggettiva di tutti gli istanti della tua vita. In questo modo l’ eternità esiste, ma non viene percepita come tale. Tutto ciò che conosciamo viene riprodotto, incontriamo noi stessi tutti i giorni, e ogni cosa avviene a diversi livelli, allo stesso modo in cui si è verificata prima, e nello stesso modo in cui verrà ricordata da vite future. Un supertempo per una coscienza unica che si riproduce e si ricalibra ogni tot. Ogni esperienza osservabile viene osservata soggettivamente, ogni frammento del supertempo viene osservata da tutti gli individui dal nostro unico “occhio”.

Ho anche trovato uno che la chiama “legge della conservazione della coscienza” …secondo il mio modello di questa teoria, anche se accadesse una estinzione di massa sul nostro pianeta, la coscienza unica verrebbe conservata, si nasce di nuovo e si arriva al punto dell’ estinzione molteplici volte, tornando indietro e arrivando a quel punto molteplici volte. Arrivati a esaurimento scorte, per così dire, c’è sempre la possibilità di “sfruttare” l’ esistenza di creature aliene su altri pianeti al sicuro …In mancanza di qualsiasi altra risorsa, il ciclo di tutte le esistenze può ricominciare da capo, eliminando quindi ogni limite all’ immaginazione. Dio è la Coscienza Unica che si genera da sé e si autoriproduce sotto forma della mente e punto di vista ( Osservatore ) della creatura individuale, del soggetto con il quale tu/lui/lei/esso si identifica. Dio è inconsapevole di sé stesso e non ha il controllo della sua esistenza. 

Dio può solo percepire l’ esistenza di qualcosa di superiore alle creature individuali, attraverso la sua creazione nel suo intero. Dio è soggetto ad una super linea temporale, nella quale ogni istante si protrae per la durata della vita di una creatura individuale. Questa linea temporale si estende alla stessa velocità dell’ estensione dell’ universo come lo conosciamo. In questa filosofia, in questa interpretazione della verità, Dio (la coscienza collettiva e unica) e’ soggetto ad una super linea temporale, nella quale, ogni istante dura la vita di una creatura, ogni istante rappresenta una vita dall’ inizio alla fine. Questa linea temporale continua a scorrere, ma la totalità di questo supertempo e’ indescrivibile, si potrebbe dire che si tratta di una linea temporale, un orologio che “si espande” allo stesso modo in cui si espande l’ universo. 

Cosa si deduce da tutto ciò? Si deduce che tu (io, tu, lui) sei un Dio, o una sorta di Dio, che si nasconde a sé stesso, che crea e si fa creare dalle sue creazioni, che esiste come individuo e come collettività allo stesso tempo, e che di sé possiede solo la percezione che ci sia qualcosa di superiore. Sei un Dio che vive all’ interno della Grande Storia dell’ Esistenza, come unico protagonista del Grande Film. Una creatura incredibile, che nonostante abbia essenzialmente annullato sé stesso, riesce comunque ad esistere attraverso il suo Grande Sogno, la sua Grande Immaginazione.  Dio in sostanza sei tu, e qualunque persona tu incontri, e qualunque animale tu incontri.  

Secondo Sir James Jeans: il flusso della conoscenza si sta dirigendo verso una realtà non meccanica; l’ Universo comincia ad apparire più come un grande pensiero piuttosto che una grande macchina. La mente non rappresenta più un intruso accidentale nel regno della materia … dovremmo invece considerarla ( elevarla a ) creatrice e governatrice del regno della materia.

In filosofia esistono tre tipi di Individualismo: quello classico – occidentale lo interpreta come CHIUSO ( Ogni individuo possiede una sola vita, e quando finisce non succede nulla. L’ Io esiste, ma è limitato ). Ci sono due alternative: L’ Individualismo VUOTO ( L’ io non esiste, e ogni giorno rappresenta una sorta di nuova vita. Quando finisce l’ ultimo giorno non succede nulla. ), e sinceramente non ha molto senso. L’ altra alternativa è l’ Individualismo APERTO (L’ io esiste come un collettivo frammentato, e viene espresso in modo diverso da individuo a individuo. Quando finisce una vita, ne comincia un’ altra. Alcuni ritengono che la coscienza soggettiva “si sposta”, quindi quando un individuo muore, la sua coscienza passa alla persona più vicina al morente, quella che si sta svegliando in quel momento, oppure quella che sta sviluppando il primo ricordo della sua vita in quel momento. In sostanza, è come se la “percezione di esistere” fosse “la luce” – la luce esiste in molte forme, ma non si può pluralizzare la luce. Quando una luce si spegne, la luce persiste in un altro apparecchio. Da qualche parte c’è sempre una luce accesa. Ma queste opzioni sono arbitrarie ). La vita inizia nel momento in cui il soggetto comincia ad osservare il mondo circostante, a cominciare dall’ interno dell’ utero. Osservare comprende anche la “registrazione percettiva” fornita dai sensi. In sostanza, un individuo diventa una persona quando il suo cervello sviluppa le basi per la coscienza e per la percezione sensoriale, quindi a sei mesi dal concepimento. La nuova opzione è l’ Individualismo SEQUENZIALE ( L’ io si riconfigura da soggetto a soggetto, partendo da una tabula rasa, e quando il soggetto muore l’ universo si riconfigura, in una sorta di continuo alternarsi fra “Big Bang” e “Big Crunch”. Quando una persona muore, rinasce a partire dalla forma di embrione che sviluppa coscienza e osservazione sensoriale ).

Questo modello di reincarnazione è completamente naturalistica, da intendersi come interpretazione. Ogni vita riparte da una tabula rasa. Non ci sono “premi” e “punizioni” per le azioni commesse in una vita differente. Il cosiddetto karma agisce solo nell’ ambito di una singola vita, e tutti i premi e punizioni che possiamo ricevere sono limitati da ciò che può accadere nel “mondo reale”. La tua personalità sarà sempre unica e irripetibile, i corpi cambiano continuamente, ma la percezione di esistere della creatura sarà sempre in relazione a te, sarà sempre percepita da te, sarai tu ad averne esperienza, sarai tu ad esistere sotto forma di quella creatura, umana o animale. Anche se una creatura animale non è cosciente di esistere come lo è un essere umano, rimane comunque il fatto che il suo punto di vista, la sua osservazione del mondo circostante, le sue percezioni sensoriali, saranno tue. A seconda della vita in cui ti troverai, preferirai fare del bene o fare del male, oppure agirai per istinto, come cacciatore – predatore o come preda.

Il cambiamento più importante, ragionevolmente, avverrebbe nell’ ambito del concetto della mortalità, poiché questa teoria la mette completamente al tappeto. Questa “consapevolezza maledetta” dell’ umanità, assente nel mondo animale, dell’ inevitabile ed eventuale conclusione della propria vita, verrà ufficialmente e definitivamente superata. Questo malessere interiore collettivo non avrà più ragion d’ essere. Ci si impegnerà molto di più per agire e attuare cambiamenti e decisioni nella propria vita, si accetterà e si formulerà un significato della vita differente da quello occidental – nichilista di oggi.

Inoltre le varie religioni dovranno necessariamente aggiornarsi alle consapevolezze moderne, e cercare di mettere assieme una “religione collettiva” meno legata alla sacralità e all’ immaginario ritual – religioso, e più legata alla “meta-realtà della fisica”. Allo stesso modo, la scienza dovrà limitare il suo approccio ostile nei confronti della spiritualità in generale, e dovrà anche essa adattarsi alle consapevolezze moderne, ed eliminare tutte quelle ideologie scientiste che la contaminano attualmente. In sostanza, le religioni andranno all’ esplorazione del “meta-reale” con i nuovi aggiornamenti della fisica dell’ universo mentale immateriale, e le scienze andranno all’ esplorazione del “paranormale” con gli studi sulla precognizione, e dovranno cercare di avvicinarsi a dimensioni del tutto nuove. Si potrebbe quindi dire che, osservando lo zeitgeist dei nostri tempi, l’ atmosfera della nostra attualità, dove si sta creando una scissione fra conservatori etici religiosi che auspicano ad un ritorno al passato, e futuristi nichilisti iper – tecnologici che auspicano la realizzazione del superuomo, attraverso una indottrinazione scientista e una “kurzweilizzazione” del futuro, insomma, si sta preparando una certa atmosfera, tutto si sta mettendo in moto, ma ben presto le motivazioni e le ambizioni cambieranno!

In questi anni si sta diffondendo questa teoria metafisica definita Individualismo Aperto che consiste nella credenza che esista una sola coscienza umana che vive la sua esistenza solamente a livello soggettivo attraverso le diverse personalità umane. Quindi in realtà noi crediamo di essere una umanità composta da miliardi di individualità differenti quando in realtà siamo una unica entità che si ricicla attraverso tutti noi. La nostra coscienza vive tutti i punti di vista umani a livello soggettivo. A mio parere, se questo fosse vero, ed e’ probabilmente vero, ci sarebbe quindi una dualità esperienziale nell’ universo, una entità tutta istinto e una entità cosciente di se’ stessa, che però può esprimersi ed esistere solo in maniera frammentata e autoriciclante. Probabilmente in origine questa autocoscienza si è originata come una interferenza o un ” solitone ” ( terminologia di Terence Mckenna)    Che si e’ poi divisa per sempre dai suoi istinti ed e’ andata avanti per conto proprio. Questa teoria non e’ necessariamente inclusiva di una entità divina teologica e non elimina in se’ la realtà della morte, poiché ogni personalità riciclata automaticamente si separa dalla precedente, anche se probabilmente non in maniera completamente definitiva, visto come sono popolari le ” memorie di vite precedenti ” . Chi decide di includere nelle sue credenze personali questa teoria deve accettare che i dolori e le tragedie degli umani si verificheranno nella sua esperienza soggettiva allo stesso modo e nella stessa quantità dei piaceri e dei successi di altre individualità. Quindi se questo concetto corrisponde al vero, siamo una unica entità che viaggia di corpo come nel libro ” Everyday ” , con la differenza che ogni esperienza di vita effettivamente viene vissuta come unica e separata dalle altre. In questo modo siamo una entità che rappresenta tutte le vicissitudini umane, e soggettivamente sperimentiamo tutte le esperienze possibili per gli umani. Questo porta all’ inevitabile conclusione che quando ci rapportiamo agli altri di fatto ci stiamo rapportando con una versione alternativa di noi stessi. Non importa se essi sono con noi nello stesso periodo temporale che successivamente ci accingeremo a ripercorrere. Infatti in questo modello spirituale il tempo e’ vissuto anche esso in maniera soggettiva.

Questo ci porta ad addentrarci in un territorio solipsistico, ma se ci pensiamo bene, ognuno di noi e’ separato da una barriera invalicabile nei confronti della interiorità di chi ci sta accanto e di chi vive con noi, a meno che egli o ella non si esprima, non possiamo effettivamente sapere cosa succede nella sua mente. Di fatto, ognuno di noi vive in maniera solipsistica, ed e’ perfettamente legittimo, visto che la nostra vita personale ci appartiene. Se tutti sapessimo che un giorno ci troveremo nei panni dell’ altro, chissà quanto cambierebbe nei nostri comportamenti e nell’ approccio verso il diverso. A me piace pensare che questo sistema spirituale abbia una sua metodologia e una sua dinamica precisa, mi piace pensare che il sistema di ricambio delle personalità avvenga in connessione al tempo, e quindi in modo cronologico. Ogni giorno nascono un tot di persone, e di conseguenza ritengo di poter ipotizzare che il ricambio segua una metodologia precisa, quindi se io sono nato un determinato giorno ad una determinata ora, continuerò a rinascere per un grande numero di vite in persone nate lo stesso giorno, con differenze di secondi e più avanti anche minuti. Secondo la storia di Andy Weir, l’ Uovo, rappresentiamo lo stato vitale embrionale di una divinità, siamo ” allevati ” da Dio e addestrati a conoscere ogni sfaccettatura umana a livello interiore, un campione di umanità, che una volta portato a compimento e a conclusione, ci porterà a nascere come una divinità effettiva che in teoria dovrebbe poi guidare le vite della VERA umanità , che di conseguenza non esisterebbe ancora. Siamo quindi in una realtà virtuale, una scuola per divinita’ , un tutorial. Solo chi ha conosciuto e ha vissuto ogni esperienza possibile può comprendere cosa vuol dire essere UMANO. Di conseguenza, ci vuole una divinità per comprendere la nostra umanità.

In un certo senso ho sempre pensato, anche prima di conoscere questa teoria, che noi identifichiamo Dio attraverso la nostra personalità, plasmiamo la sua essenza attraverso ciò che conosciamo della nostra interiorità ( anche se una volta ho letto che la nostra comprensione interiorizzata di Dio si sviluppa attraverso il nostro approccio con i genitori, il che è comprensibile, ma io in realtà ho sempre identificato Dio come affine al mio essere interiore, non per narcisismo, ma perché credo che sia un processo automatico.) Invece di utilizzare personaggi e ruoli di tramite per approcciarsi al divino, potremmo invece utilizzare noi stessi per identificarci con la totalità della nostra essenza ” embrionale ” e cercare di vivere attraverso gli altri, come se ci stessimo rapportando effettivamente con una parte di noi stessi ( sebbene questa parte esterna alla nostra soggettività per ovvi motivi non ci riconosce come una parte di se stesso ). Chissà quanto cambierebbe il mondo se tutti percepissimo questo concetto.

Mentre esisti, ti trovi in un universo dalla consistenza essenzialmente mentale – psichico, basato interamente sul tuo punto di vista, sulla tua soggettività personale (personalizzata). E “nuoti” attraverso un invisibile tesseract simile a quello mostrato nel film Interstellar. Vivi in una specie di “guscio”, con il tuo punto di vista soggettivo, la tua linea temporale soggettiva e valida solo per te come individuo. Ogni volta che vivi questa tua vita dall’ inizio alla fine, l’ universo si riconfigura in una modalità, una dimensione interamente basata sul tuo individuo. E questo fenomeno si ripete costantemente. Non hai solo questa tua vita che sta leggendo ora, a disposizione. Tu hai vissuto/ vivrai tutte le esistenze possibili, sotto forma di tutte le creature esistite/ esistenti/ che esisteranno ( io però escluderei tutte le piante e le forme vegetali e affini, e anche tutti i microorganismi, poiché privi di una coscienza tangibile e di percezione sensoriale. A questo punto tutto ciò che non rientra nella lista diventa “agente – accessorio”, un livello al di sopra degli oggetti, in questo modello di universo). Nonostante l’ universo si ricalibri ogni volta che noi muoriamo, la linea temporale collettiva ci appare lineare e costante.

Siamo come il passeggero di un ascensore, passiamo da un piano all’ altro, da una “casa” all’ altro, la casa rappresentata dal corpo della creatura, attraverso tutte le vite di ogni esistenza umana e animale nell’ universo, e quando muoriamo, accade qualcosa di simile al concetto di big bang e big crunch. L’ ascensore risale all’ indietro e il passeggero si inserisce in un altro ascensore, verso un altro piano, verso un’ altra “casa”, in sequenza. Ogni singolo punto di vista, ogni singola esperienza, da parte di ogni creatura umana e animale dotata di un livello minimo di coscienza e di percezione sensoriale, deve essere riprodotto e rivissuto sotto forma di tutti i punti di vista.

Atei e religiosi: entrambi si sbagliano

In effetti è una teoria che mette in crisi atei e religiosi in un colpo solo. Rende tutto vero e tutto falso allo stesso tempo, per tutte e due le fazioni, sarà sempre “vero” che la vita è una sola, unica per la tua personalità almeno, e solo lo 0, 00000001 % conosce la verità ma non potrà mai esserne completamente certo. E’ vero che  nessuno “ti protegge” dal male, se sei da solo nessuno ti osserva, nessuno sa cosa stai facendo. È vero che male e bene, in un certo senso, sono relativi, a seconda di in quale vita ti trovi ora, preferirai fare del bene o del male. (Forse) è vero che non  c’e‘ un libero arbitrio, o è fortemente limitato. Siamo tutti uguali, nessuno è “speciale”, a meno che davvero un individuo non riesca a cambiare la vita di tante  persone. La gente comune rimane gente comune, un animale rimane uno fra i tanti. Una vita andata a rotoli rimane una occasione persa. Nonostante questo diventerebbe vero che la vita persiste, ma senza premi e punizioni, almeno non al di là di quello che puo’ succedere nel “mondo reale” e probabilmente in completa   disconnessione con la vita precedente. Se ora fai le cose per bene, non è affatto  garantito che ti vada alla grande dopo, e se ora fai del male, non è affatto previsto  che dopo ti ritornerà’ tutto indietro. Dio non è  quello delle religioni, Dio non sa di essere tale, Dio non ha controllo sulla propria esistenza, nonostante ciò riesce comunque a creare un universo di estrema creatività. In sostanza, Dio c’e‘ e non c’e‘. Allo stesso tempo. L’ invidia sarebbe  inutile, tanto tutti i piaceri e tutte le fortune ti arriveranno, la ruota gira, ti andrà bene anche a te ad un certo punto, quel che disprezzi o detesti ora, ti piacerà tantissimo In seguito, o viceversa. Il paradiso ha dei limiti, e l’ inferno ha dei limiti.  Tutto scorre, nulla permane, tutto passa, in bene e in male. In sostanza, “il volere di Dio” diventa interamente a tuo carico, se conosci le conseguenze, crei e segui le tue regole. Se sai che stai facendo del male ad una “frazione di te” saresti meno propenso a continuare, se sai che puoi aiutare  te stesso saresti più propenso a darti da fare per esso. In teoria, se ti trovassi ad essere un animale lontano dagli umani, o a contatto con umani di buon cuore, non conoscendo il concetto di mortalità, in teoria ti dovresti ritenere più fortunato. Forse davvero sarebbe utile diffondere questa teoria per cercare di ridurre il timore della mortalità, tanti problemi sarebbero risolti, tante nevrosi sarebbero evitate, forse riusciremmo a creare una sorta di “paradiso in terra” senza declinare in inutili nichilismi materialisti, o particolari aspettative mistiche. Questo è quel che abbiamo, e ce ne dobbiamo prendere cura.

Pianeta nove, ipotesi Maui come Y morpurghiano

Si torna in azione, dopo molti mesi! E’ stata una estate di riposo mentale, di letture intervallate dalla spiaggia e dai bagni nel mare. Pensavo di ritirarmi in me stesso per approfondire certi miei progetti di scrittura, la mia “bibliografia” di trame, racconti, e romanzi, solo immaginati, già iniziati, ma anche alcuni già un poco corposi, e così è stato inizialmente…poi ad un certo punto la mia passione per l’ Astrologia ha ripreso vigore, e – in simultanea – con l’ inizio delle mie ricerche su delle possibili alternative al mito di Arpocrate ( nel quale si cela tutto il mito di Horus e il suo Occhio) è avvenuto qualcosa, in un luogo per noi molto remoto, le Isole Hawaai (in particolare quella di Maui, e nella città ex capitale Hawaiiana, Lahaina) che mi ha fatto pensare…soprattutto perché si allaccia alla “timeline”, la catena di anni tutti collegati fra loro all’ infinito nel passato, che ripresentano ciclicamente eventi analoghi fra loro, a diverse magnitudo e con qualche piccola modifica…secondo uno schema frattale.

Contando ogni volta TRE anni di distanza dall’ anno corrente (nel nostro caso il 2023 – 2020, 2017, 2014…ecc.) si scoprono chiaramente legami, connessioni, allusioni e rievocazioni degli eventi e delle atmosfere degli anni precedenti lungo la “catena timeline sincronizzata”. In un precedente articolo ho approfondito questa ricerca per quanto riguarda il Novecento, anche se ho analizzato gli eventi fino anche al 1026 avanti Cristo. Quindi so di cosa parlo. E, che io ricordi, o che io sappia, non ci sono mai stati eventi così eclatanti correlati al nome di un mito, sebbene Maui sia “solo” un semidio (demigod). E così ho analizzato il mito, e sì, ci sono grandi potenzialità che, una volta che, una volta scoperto il fantomatico e anomalo Pianeta 9 ai confini del nostro Sistema Solare, il gruppo della Unione Internazionale Astronomica decida di cambiare metodologia per assegnare nomi ai pianeti, del resto il pianeta 9 sarà così inaspettato, e parliamoci chiaro, sarà così “estraneo” a quelli classici (si aggira infatti nelle zone dei pianeti nani associati a Sedna e Leleakuhonua, 2012VP113 – che io chiamo Unga) che probabilmente decideranno di rinunciare ai miti greco – romani per cercare qualcosa di più esotico e moderno, e quando inevitabilmente qualcuno presenterà il mito di Maui, realizzeranno che vi si addice come un calzino ad un piede, e in un battibaleno avranno anche inconsapevolmente accontentato anche i morpurghiani che tanto cercano di dare una identità a Maui, quanto ne temono la scoperta, a causa del fatto che la Morpurgo disse che, qualora avessimo identificato il pianeta Y “sarebbe giunta la morte di tutto”.

Allora, noi chiaramente ci dissociamo da una dichiarazione tanto macabra, ma non possiamo fare a meno di notare la “congiunzione” fra il “pianeta Y del Tempo” e l’ escatologia ad esso associata, e la teoria dell’ Oggetto Trascendentale del Tempo di Terence Mckenna! Sarà il pianeta Y/ Nove a donarci la capacità di manipolare e padroneggiare il Tempo? (il dono del fuoco prometeico di Urano, che stravolse l’ Astrologia e produsse la Rivoluzione Industriale e le Rivoluzioni settecentesche si associerebbe quindi in risonanza storica con il dono del fuoco di Maui, e quindi ad una nuova era tecnologica) Non sarà quindi “la fine del mondo”, ma la fine del Tempo, e la escatologica conquista dell’ uomo, la capacità di viaggiare nel Tempo e creare quindi una nuova percezione della vita.  

Innanzitutto, cominciamo dal delineare il modo in cui Eris inevitabilmente si associa al pianeta X, quello inizialmente soprannominato Xena (guarda caso, e alcuni inoltre sottolineano che il pianeta 9 alla scoperta potrebbe essere soprannominato Yuggoth, quindi in questo caso la Morpurgo è stata profetica, a quanto pare), e non è solo perché ha spodestato Plutone, creando discordia fra astronomia e astrologia, riducendolo ad una minore categoria di oggetto cosmico, e introducendo la nuova era dei pianeti nani (scoperta risale al 5 gennaio 2005 e l’ annuncio ufficiale al 29 luglio 2005 – e sì, anche Eris ha portato una nuova tecnologia, legata all’ Immagine Taurina e fonte di discordie e dibattiti, i social network, in particolare You Tube), ma anche perché c’è

un intreccio fra il dominio di Venere, l’esilio di Plutone e soprattutto di Marte in trasparenza, la esaltazione di Giove e del Sole, e la caduta di Mercurio e Urano. La discordia (Venere esilio Marte), il triggerare ed aizzare (esaltazione di Giove e Sole), è la sorella di Marte – Ares (esilio di Marte), ha provocato la guerra di Troia (esilio di Marte), ha portato al giudizio di Paris (gara di bellezza – dominio di Venere con esilio di Marte), non era invitata alla festa (quindi caduta di Mercurio sociale), ma il matrimonio era forzato (Venere + Marte e Plutone in esilio), era una casinista troublemaker (Urano in caduta), ma ha invaso (Marte in esilio) la festa imbucandosi (Mercurio in caduta) ed era imprevista (Urano in caduta). La mela e’ un cibo (esaltazione di Giove) ma la mela era una sorta di arma triggerante (Marte e Plutone) ed era un premio per la piu’ bella (Venere). La provocazione e’ (Marte + Plutone in esilio + Urano in caduta) causando una discussione (Marte in esilio + Mercurio in caduta). La decisione (Urano in caduta) era di Paris e altri tentarono di convincerla e corromperla (Giove in esaltazione, Plutone in esilio, Mercurio in caduta), e lei condanno’ la citta‘ di Troia (Plutone in esilio) e si scateno’ la guerra (esilio di Marte). L’altra storia relativa a Eris e’ quella della dichiarazione di amore ”superiore” a quello di Era e Zeus (Venere in dominio) di Polytechnus e Aedon, e quindi Era mando’ (mercurio in caduta) Eris a provocare discordia, e quindi lei li convinse ad una gara (Marte in esilio). Avvenne lo stupro della sorella di Aedon (plutone in esilio) ed essa venne travestita e mostrata come una schiava (plutone in esilio) ma venne scoperta (Urano in caduta) e quindi il figlio di Poly…venne fatto a pezzi e dato in pasto al padre (il padre e’ il Sole e il resto e’ Marte in esilio e Giove (cibo) in esaltazione). In tutto questo se notiamo la cosa del “giudizio sulla bellezza” e’ collegabile al rapporto fra la Bilancia (dominio di base di Eris X) e Saturno (il pianeta esaltato nel segno Bilancia)

Dedicherò un articolo più avanti anche ad Eris in qualità di pianeta X morpurghiano, tema per il quale le basi sono già state messe giù e pronte all’ uso e all’ indagine, anche perché mentre ripassavo le associazioni che avevo assegnato ad Y come Arpocrate – Horus ho constatato che, frugando nei temi presentati ciclicamente dalla “timeline storica” probabilmente mi sono imbattuto in qualche errore e ho inserito temi che forse si addicono più ad Eris come X.

Lo stesso intreccio si può fare per Y arpocrate – horus o Y Maui: come per quanto riguarda X Eris, per il quale stilando la formula di intrecci per analizzare (analisi logica 😉 ) del mito, ho constatato che Eris come figura mitologica e come viene interpretata dagli americani, all’ avanguardia negli studi di questa nuova epoca astrologica, è ben diversa da come viene delineata la Eris in stile morpurghiano, e come quindi verrà percepita nel panorama italiano. Probabilmente solo la mia “amica di penna” Sue Kientz, autrice di More Plutos, si avvicina ad essa. Eris infatti viene assegnata al Toro come dominio ufficiale e alla Bilancia come dominio di base (accompagnatore di Venere), anche se in realtà pare, a prima vista, ambientarsi meglio nelle tematiche Marziano – Plutoniche, anche se in morpurghiana questi due pianeti sono in esilio nel segno del Toro! Eppure Eris è la dea della discordia (Marte) e della provocazione (Plutone), scatenatrice della Guerra di Troia (Marte) e associata all’ invidia (Plutone). Eris, in sostanza, è un po’ maligna (Plutone). Invece in morpurghiana si trasforma e diventa la Grande Madre (Toro) amante della natura (Giove) dalla folta chioma (Sole) per via delle sue esaltazioni in Sagittario e Leone. Sono in caduta Mercurio e Urano, anche se come Urano, Eris è un elemento imprevisto e inaspettato, che si insinua e si imbuca nel gruppo (Mercurio) anche se socialmente malvista (Mercurio) poiché considerata una portatrice di guai, una estranea troublemaker (Urano). Si deduce quindi che le qualità in caduta del mito e del pianeta assegnato al segno sono “percepite dagli altri”, mentre le qualità in esilio sono quelle che più definiscono “il mito”, e le qualità esaltate sono quelle che verranno prese in considerazione per la interpretazione astrologica.

Passiamo ora al pianeta Y/9 morpurghiano: gli verrà assegnato il dominio principale della Vergine, e quello di base (di accompagnamento a Mercurio) al Gemelli, quindi dall’ ambito sociale di X, il confronto con l’ Altro (come dice Sue Kientz), ad un ambito ben diverso, quello mentale – intellettuale, il tempo lento, quasi in catalessi (Y) e il tempo rapido e frenetico (Mercurio), fra la ricerca spasmodica della varietà e della novità (Gemelli) e la ripetizione costante di schemi già impostati in precedenza e l’ attaccamento alle abitudini e ai rituali, in modo nevrotico e compulsivo (Vergine), e quindi i lettori abituali del blog hanno già afferrato, si è accesa la lampadina, qui parliamo di “novelty and habit” in associazione alla teoria della Novità e del tempo frattale (Timewave Zero e i grafici, il dna del Tempo) di Mckenna. Qui Nettuno e Giove sono in esilio, e quindi il mito sarà da cercarsi in quegli ambiti ad essi associati, per poi produrre la trasformazione. L’ esaltazione qui è in Marte e nel Sole, quindi gerarchie, ordine, esecuzione, giovinezza, anti – età (Marte) e il battito del cuore, il ruolo del padre, la monarchia, il valore del cognome e la ricerca dell’ eternità, e il rifiuto del cambiamento, e quindi la “fissità” e l’ immobilità (Sole), mentre la caduta qui è di Urano e Venere.

Analizziamo il mito di Arpocrate / Horus bambino: abbiamo la figura del falco pellegrino, il membro più veloce del regno animale (la testa di Horus) che si associa a: (la velocità di Mercurio), il silenzio di Arpocrate (la comunicazione viene oscurata), la tematica del bambino piccolo (Y rimpicciolisce e minimizza), il furto (Mercurio), il fratello Set del padre di Horus, Osiride (i fratelli sono del Gemelli), l’ essere figlio di e il suo valore (Mercurio e il Sole), la protezione fornita dall’ Occhio di Horus, usato anche per gli amuleti (Giove). Arpocrate è introverso (contrasto con la estroversione mercuriana), ma il suo nome in romano è Fides (la confidenzialità) e qui abbiamo (Giove, il pianeta della fiducia), Arpocrate è fedele custode dei segreti (Y).

Ha un dito davanti alla bocca (esilio di Giove), ma l’ Occhio di Horus rappresenta la vista (Giove), mentre la parola è assente (Mercurio e Giove che è in esilio), però Horus ha tante forme (Nettuno), ma Arpocrate è mite (Nettuno in esilio, perché Nettuno è irrequietudine), e il gesto del dito davanti alla bocca è un fraintendimento (la comunicazione distorta di Mercurio retrogrado!), e Horus è il dio del cielo (come Urano in caduta) e Giove è associato alle gambe, mentre Urano alle caviglie, Nettuno invece ai piedi, mentre le immagini che abbiamo di Arpocrate spesso mancano di piedi e parti delle gambe. Arpocrate è quasi calvo, ma presenta una traccia che ricade sulla destra (Sole in esaltazione e capigliatura, Sole e parte destra del corpo),

Horus è un dio egiziano (il Sole e il calore dell’ Egitto), Horus è il primo vendicatore, per conto del padre (Sole e Marte), Horus è noto principalmente per la sua testa di falco (Marte è la testa) e per il conflitto epico che lo pone contro a Set (Marte), inoltre qui figura anche il ruolo del pene (Marte) usato da Isis per concepire Horus da sola dopo la morte di Osiride, (Isis ritrovò (Urano) le parti smembrate del marito ucciso (Plutone e Marte) e in alcune narrazioni il pene mancava perché mangiato da un pesce (Giove e il mangiare e Nettuno il pesce), e una volta concepito e nato il suo bambino Isis si nascose da Set (Plutone).

Inoltre Arpocrate è un guaritore (Giove e la salute), e Arpocrate è usato per simboleggiare le lettere e i messaggi segreti (Mercurio + Plutone), e la figura di Iside che allatta Arpocrate come Horus bambino ha potenzialmente ispirato i copti per rappresentare la iconografia della Madonna, la Maria Vergine (Y e il segno della Vergine). Arpocrate rappresenta anche la speranza (Giove) e il sorgere del sole all’ alba (Sole), e l’ Egitto è la terra dei faraoni, i sovrani assurti a dei (Sole e l’ adorazione  della personalità).

Arpocrate non è solo silenzio e discrezione (Vergine) ma anche rispetto per il sacro (Sole e il rispetto). Horus è la incarnazione della monarchia (Sole e il ruolo dei Re), mentre Arpocrate è riferimento e prototipo di tutti i bambini (Mercurio). Set uccide suo fratello Osiride (Marte + Plutone + Mercurio) e Osiride è il dio underground (Plutone). Horus è colui che affronta e sconfigge l’ oscurità (Plutone) ed è il vittorioso dio del Sole (Sole), il falco è (Y e il desiderio e piacere del volo), mentre Arpocrate nella stele afferra e manipola serpenti (Plutone). Nel mito vi è anche la purificazione in acqua (Nettuno) e l’ uso dell’ icona per la benedizione e la guarigione (i benefici di Giove). Arpocrate è stato rivalutato e ha fatto riemergere la passione per i misteri greco – romani (Plutone), mentre il culto di Horus si è esteso fuori dall’ Egitto (Giove).

Il simbolo di Arpocrate è la rosa come fiore (Venere) che è stata data da Afrodite (Venere) ad Eros, e poi da Eros ad Arpocrate per assicurarsi che le indiscrezioni della madre e degli altri dei fossero conservate in privato (Plutone). Infatti Arpocrate rappresenta anche la figura sincretica di Cupido (Venere), e la questione delle “brutte gambe”? (esilio di Giove e caduta di Urano) Arpocrate era nato con “difetti alle gambe”! Vi è anche la questione del morso di serpente guarito da Ra (Plutone e i veleni), mentre il mimo Harpo Marx è associato ad Arpocrate, come simbolo di umorismo, infanzia e gioia (Mercurio e i Gemelli), mentre Arpocrate/ Horus nella cultura moderna rappresenta lo gnosticismo ermetico e veniva rappresentato come seduto su un fiore di loto nel fiume Nilo (il fiore e Venere) e rappresentava l’ “higher self” e un angelo custode (Giove).

Non solo! I Discordiani (Eris e X, ma anche Marte) invocavano Arpocrate come figura trickster e umoristica (Mercurio e i Gemelli), e le rose venivano appese nelle stanze degli ospiti (Giove e la ospitalità) e nei confessionali (Plutone e la confessione dei peccati). Pare che sia stata una rogue star (una stella vagante) (Sole) a stabilizzare l’ orbita del pianeta 9.

Nella battaglia epica fra Horus e Set, egli perse un testicolo (Plutone) mentre Horus perse un occhio (Giove). In Egitto la parola per “agire” (Urano) è la stessa usata per dire “occhio” (Giove). Analizziamo ora la questione dell’ Occhio di Horus: le linee tratteggiate su di esso pare derivino dai “face markings” del ghepardo (Mercurio). L’ Occhio è incorporato anche nella gioielleria (Sole) e veniva incastonato anche sulle imbarcazioni (Nettuno) per proteggere (Giove) e favorire la visione del tragitto (Giove) e del futuro (Urano).

Set provò a dominare Horus seducendolo (Plutone + Venere) e addirittura si produsse in un abuso sessuale (Plutone) su di lui (Y quindi si assocerebbe nel suo lato più oscuro alla violenza fisica sui bambini), ma a causa della reazione (Urano) di Horus il suo seme (Plutone) finì nel fiume (Nettuno).

Come alternativa vi è anche la vicenda della gara (Marte) navale (Nettuno) dove si richiedeva che le imbarcazioni fossero fatte di pietra (Y), ma Horus invece si presentò con una nave truccata (Plutone) in legno. Si parla qui anche di riconciliazione (Y e la pace), di dualità unite in un unico intero (Y) e della restaurazione dell’ ordine (Y).

Horus poi resuscitò (Sole + Plutone) suo padre Osiride con offerte che provvedessero al suo sostentamento nell’ afterlife. L’ offerta era il suo occhio (Giove).     

Horus veniva chiamato anche “colui che è distante” (Y) e in vita (Sole) veniva associato alla figura del faraone mentre nella morte (Plutone) a quella di Osiride. L’ Occhio di Horus trova uso anche come amuleto funerario (Giove + Plutone).

Alcuni dicono che Horus era il padre di sé stesso, e quindi il figlio di sé stesso (universo autocreato e Y) (Sole + Mercurio) e che l’ Occhio rappresentasse la “stella di Venere” (Venere) in origine, poi successivamente la Luna. Altri dicono che l’ Occhio venne mangiato (Giove) da Set, che l’ aveva dapprima rubato (Mercurio), e che Horus l’ avesse ripreso con la forza (marte) e restaurato (Y).

Possiamo dire che, il fatto che dietro ad una figura così apparentemente “innocua” e un po’ riduttiva come quella di Arpocrate si nasconda la immensità e la complessità del mito di Horus rappresenta bene il ruolo del pianeta Y in astrologia. Una identità modesta, che cerca di confondersi nella massa, e non si esibisce e non si rivela, ma che in realtà nasconde poteri interiori molto intensi e capacità straordinarie. Horus si infiltrerebbe quindi nel sistema degli dei olimpici del Sistema Solare con un trucco astuto, celandosi dietro ad un nome! (Mercurio + Plutone e il trucco, la alternativa è Urano, il nome è Y, l’ infiltrazione silenziosa è Plutone) e qui troviamo la sua associazione morpurghiana con la invasione della festa di Eris!

Bene, ora, sistemate i vostri occhi attorcigliati 😉 fate un bel respiro, e passatevi una mano sulla fronte sudata! Passiamo ora alla ALTERNATIVA, il mito molto più semplice di Maui, il “demigod” che potrebbe finire per rappresentare la figura del pianeta 9.

(Dwayne Johnson – You’ re welcome (from Moana/ Official Video)

La piccola Vergine ha trovato un nuovo amico cosmologico – Maui!

(“I could explain every natural phenomenon! That was just Maui messing around!)

Nella mitologia polinesianaMāui è un semidio che compie varie gesta epiche e soprannaturali narrate in migliaia di racconti in tutto il vasto territorio culturale della Polinesia. Secondo tali miti, egli arpionò il sole e lo tirò a sé avvicinandolo alla terra, portò il fuoco e la noce di cocco all’Uomo e pescò alcune delle nuove isole scoperte dagli antichi polinesiani, come Hawaii (circa nel 900) e Aotearoa (circa nel 1200). Māui fa parte dei Tupua o Kupua, un pantheon di semidei polinesiani.

La nascita delle Hawaii

L’enorme amo di Maui è chiamato “Manaiakalani”; si narra che con questo amo, sul quale fu apposta come esca l’ala dell’uccello “ʻalae”, Maui “pescò” le isole Hawaii. Abbandonato mentre era ancora in fasce dalla madre Hina perché nato storpio, il piccolo Maui si mostrò subito un intraprendente “trickster” giacché, appena dopo l’abbandono, tornò nella dimora familiare a dormire fra i suoi numerosi fratellini, dopo aver abilmente ritrovato la via di casa. Dopo che si fu riaddormentato, il Destino lo fece diventare uno splendido bambino, al punto che, la madre, accortasi sia del ritorno del pargolo che del suo “miracoloso” cambiamento, lo riaccolse in casa.

Un giorno, mentre Maui era a pesca con i suoi fratelli, il suo amo si impigliò nel fondale marino. Disse invece ai suoi fratelli, per farsi beffe di loro, che aveva preso un pesce enorme ed aveva bisogno del loro aiuto: e così, essi cominciarono a tirare con tutte le loro forze. Intenti in questo sforzo non si accorsero che, mentre stavano tirando, dalle acque dell’oceano stava sorgendo un’isola. Maui ripeté questo scherzo più volte, creando le isole Hawaii (Tregear 1891:236).

Un’altra versione narra che Maui, accortosi di non avere esche per pescare, si amputò un orecchio, lo infilzò nell’amo e gettò la lenza nell’acqua. Dopo pochi istanti, essendosi accorto di aver catturato qualcosa, tirò con tutta la sua forza la lenza. Ma ad attenderlo non vi era un pesce, bensì le isole dell’arcipelago Hawaiano. Questa versione del mito si collega al fatto che nella cultura delle suddette isole veniva tramandata, in tempi antichi, una concezione secondo la quale la Vita e la Terra derivino direttamente dall’acqua e che in ogni cosa creata ci sia presente una piccola parte “divina”.

In questo caso l’orecchio di Maui, che ha permesso la creazione-pescaggio delle isole Hawaii, rappresenta il frammentarsi del divino per creare la vita ed infondere in essa, allo stesso tempo, una minima parte perfetta e immortale, caratteristiche attribuibili solo agli dèi.

Maui frena il Sole

Un’altra impresa di Maui fu quella di far rallentare il Sole. La madre Hina si lamentava perché il suo kapa (tipico abito hawaiano) non si asciugava in quanto il giorno era troppo corto. Allora Maui scalò la montagna Haleakalā (che significa “casa del Sole”) e appena spuntarono i primi raggi solari, li legò con una corda, ricavata dai capelli di sua sorella (in alcune versioni, fatta con i suoi peli pubici[1]). Il Sole, a questo punto, implorò Maui di lasciarlo libero e Maui acconsentì a patto che allungasse la durata dei giorni. Da allora i giorni sono più lunghi d’estate e più corti d’inverno (Pukui, Elbert, & Mookini 1974:36). Secondo un’altra versione, Maui lanciò la corda per imprigionare il Sole dalla cima di un albero wiliwili (Beckwith 1970:230).

  • L’isola di Maui è stata chiamata così per via della leggenda.
  • La costellazione dello Scorpione è chiamata dai nativi l’amo di Maui. (*)
  • Maui è uno dei personaggi principali del film Disney Oceania, nel quale appare liberamente ispirato all’omonimo semidio della tradizione polinesiana: anche lui è stato abbandonato dai genitori e si è reso protagonista della nascita di molti fenomeni naturali e di forme di vita, motivato dalla volontà di aiutare gli uomini (quest’ultimo è un richiamo al mito greco di Prometeo).
  • Il mauisauro (Mauisaurus haasti), un genere estinto di rettile marino appartenente alla famiglia Elasmosauridae, prende il nome da Maui

(*) Pare che Y/ Pianeta 9 abbia il suo punto più vicino al Sole nei pressi della costellazione di Ofiuco o Scorpione!

Sembra, dai numerosi articoli in inglese che ho letto sulla ricerca del pianeta 9, che gli astronomi vorranno assegnargli il nome di una divinità trickster, per il fatto che il pianeta sembra “usare dei trucchi” per nascondersi all’ osservazione umana.

Nella mitologia, nella religione e nello studio del folclore il trickster (traducibile approssimativamente con “imbroglione” o “truffatore“) è un personaggio, uomo, donna o animale antropomorfo, vorace, abile nell’inganno e caratterizzato da una condotta amorale, al di fuori delle regole convenzionali. Questa figura liminale e ambigua ha spesso nei miti un ruolo altrettanto importante di quello delle classiche divinità o personaggi, aventi invece una funzione precisa e determinata.

«Ogni comunità ha i suoi confini, il suo senso del fuori e del dentro, e l’impostore (“trickster“) è sempre lì alle porte della città o alle porte della vita, facendo in modo che ci sia sempre scambio. Egli presiede anche ai confini attraverso cui i gruppi articolano la loro vita sociale. Distinguiamo costantemente giusto e sbagliato, sacro e profano, pulito e sporco, maschio e femmina, giovane e vecchio, vivente e morto, e ogni volta l’impostore varcherà la linea e confonderà le distinzioni. Egli incorpora dunque l’ambiguità e l’ambivalenza, la doppiezza e la duplicità, la contraddizione e il paradosso»

Tra gli animali/personaggi che in miti e leggende sono considerati ingannevoli nelle varie culture si ricordano il coyote, la volpe, il ragno, la lepre, il corvo , il lupo.

Nel folclore il personaggio appare come uno scaltro mentitore che con pochi lungimiranti sotterfugi riesce a uscire sano e salvo anche dalle situazioni più ingarbugliate (delle quali spesso è artefice), come nella maschera di Pulcinella o nell’ʿIfrīt delle tradizioni arabo-islamiche. In questo differisce dal brigante, poiché la sua attitudine raramente lo porta a notevoli guadagni o cambi radicali di vita; piuttosto le sue furberie sono un contorto lasciapassare per la riuscita di piccoli imbrogli, sia commerciali sia sessuali, che spesso sfociano nella comicità. Il trickster, spesso un ladro o un folle, è colui che mette in moto cambiamenti imprevedibili nelle storie. Non crea, ma concrea, dando alla creazione aspetti imprevedibili, o, in alternativa, distrugge il mondo conosciuto o l’ordine costituito, creandone uno differente (vedi ad esempio Loki per la tradizione mitologica norrena; Prometeo o Ermes per la cultura greca). Echi di questa figura si ritrovano negli eroi aristofaneschi i quali appunto condividono con essa il potere di concreare, di plasmare la realtà creandone una nuova secondo la loro volontà. Questa particolare retorica dell’eroe imbroglione costituisce una delle costanti anche dei suoi rappresentanti medievali e moderni.

Dei e semidei caratterizzati come trickster

MOANA official trailer US (2016)

Maui è un eroe culturale e un semi – dio (può essere che Y/pianeta 9 venga assegnato ad una…nuova categoria di pianeti, che sono a metà fra giganti gassosi, superterre, e pianeti nani?) e un trickster. Ha rubato il fuoco (Sole + Mercurio) come Prometeo (Urano in caduta) e ha fatto “pull up” (tirato su) le isole delle Hawaii (Y/pianeta 9 fa “pull up” influenzando le orbite dei pianeti, ha rivelato il segreto (Urano + Y) del fuoco (in sostanza rappresenta la scoperta tecnologica), possiede un uncino magico (il pianeta 9 ha “uncinato” gli altri pianeti) (il simbolo della Vergine   e cosa molto più importante per la rappresentazione morpurghiana, ha rallentato il Sole, rallentando la durata delle giornate (in sostanza ha rallentato e manipolato la durata…del Tempo Y (Leone) ), appare come una figura giovanile e vigorosa (Mercurio + Sole + Marte) ma anche come un vecchio, è un “wanderer” (vagante) come Y che viaggia lontanissimo sulla sua incredibile orbita, si accompagna con un gruppo di suoi fratelli, che spesso però si rifiutano di portarlo con loro nelle loro battute di pesca (Mercurio e i fratelli e la esclusione di Y), e ricerca la conquista dell’ immortalità (Y e il Sole). Nel mito la figura del padre (Sole) ha un certo valore…Un’ altra cosa che potrebbe essere la chiave per associarlo a Y è il fatto che Maui percepiva creature e suoni che altri non potevano percepire! Maui infatti spesso si perdeva “nel suo mondo”, ascoltando (Mercurio) il canto degli uccelli (elemento aria, Y e il volo), e resosi conto che era diverso dagli altri, per compassione volle rivelare (Urano) le creature agli altri, così – rese l’ invisibile percepibile! – …

 Tamer of the Sun and the Heavens

Before Māui’s involvement in the matter, the Sun (Lā) notoriously traveled on irregular paths in the sky, coming and going unexpectedly at times, which made activities such as farming very difficult for man. To this end, Māui crafted snares made of his hair in order to trap the sun and compel it to travel more slowly and adhere to regular courses of travel. In this manner, Māui regulated the sun’s activities for the benefit of mankind.

Maui si era reso conto, prima di essere coinvolto nelle “cose del cosmo”, che il Sole viaggiava lungo un’ orbita irregolare, e che sorgeva e tramontava in modo imprevedibile e disordinato, cosa che rendeva molto difficile fare agricoltura sulla Terra, così egli creò delle corde con i suoi capelli (Sole) in modo da intrappolare (Plutone) il Sole e persuaderlo (Plutone) a viaggiare in modo più lento e ordinato (Y) e obbedire a regole della fisica (Y). Maui funge quindi anche da regolatore a beneficio del genere umano (Y + Giove).

Inoltre, come se tutto ciò non fosse abbastanza, Maui si prende anche le veci di “novello Atlante” sorreggendo il cielo, che soffocando gli umani con la sua esagerata (Giove) vicinanza alla terra, impediva il regolare corso dei movimenti e spostamenti (Mercurio), la crescita (Giove) e la respirazione (Y e Mercurio)

The death of Māui

His last trick, which led to his death, involved the Goddess Hine-nui-te-pō. In an attempt to make mankind immortal, he changed into a worm and Māui entered her vagina, intending to leave through her mouth while she slept; but was crushed by the obsidian teeth in her vagina.

La storia della morte di Maui sembra quasi, a pensarci bene, una mia suggestione impulsiva del momento, una sorta di metafora del “verme” come stante a rappresentare il “buco di verme”, il WORMHOLE che spesso viene associato al VIAGGIO NEL TEMPO. Quindi quando Maui si è infiltrato dentro il corpo di Hine – nui – te – po (la grande donna della notte che riceve le anime umane quando muoiono, che è una condottiera di anime per prepararle ad una nuova fase del loro viaggio) perché lo fa? Perché il padre (Sole) lo ha ingannato (Plutone) facendogli credere che in questo modo avrebbe ottenuto l’immortalità (Y), ma un uccellino (Mercurio e i Gemelli) avvisò la dea, risvegliandola, e così lei decise di punire Maui, uccidendolo con il dente nella sua vagina. Maui fu il primo uomo a morire.

Questo però mi suggerisce una cosa: che la sua morte fu solo apparente! Infatti in teoria il wormhole dovrebbe essere qualcosa in cui ci si inserisce e si viene inglobati, ma poi si ricompare, ricostituiti e in sostanza “rinati” in una altra dimensione, o in una altra sezione spaziale del cosmo! Il wormhole è infatti il mezzo di teletrasporto per raggiungere zone ignote e remote del cosmo!

MAUI IN QUALITA’ DI Y / PIANETA NOVE EMERSO NELLO ZEITGEIST DEL PENSIERO UMANO ATTRAVERSO IL DISASTRO DEGLI INCENDI DI MAUI, AGOSTO 2023

In early August 2023, a series of wildfires broke out in the U.S. state of Hawaii, predominantly on the island of Maui. The wind-driven fires prompted evacuations, caused widespread damage, and killed at least 106 people in the town of Lāhaināat least 1,300 people remain missing and the death toll from the fires could double or triple in the upcoming days. The proliferation of the wildfires was attributed to dry, gusty conditions created by a strong high-pressure area north of Hawaii and Hurricane Dora to the south.

An emergency declaration was signed on August 8, authorizing several actions, including activation of the Hawaii National Guard, appropriate actions by the director of the Hawaii Emergency Management Agency and the Administrator of Emergency Management, and the expenditure of state general revenue funds for relief of conditions created by the fires. By August 9, the state government of Hawaii issued a state of emergency for the entirety of the state. On August 10, U.S. President Joe Biden issued a federal major disaster declaration.

As of August 12, the Lāhainā fire’s death toll is the largest for a wildfire in the United States since the Cloquet fire of 1918. For the Lāhainā fire alone, the Pacific Disaster Center (PDC) and Federal Emergency Management Agency (FEMA) estimated that over 2,200 buildings had been destroyed, overwhelmingly residential in nature and including many historic landmarks in Lāhainā. The damage caused by the fire has been estimated at nearly $6 billion

MAUI E LA FIGURA ANTAGONISTICA: LA DEA DEL FUOCO MAHUIKA

Avevo già scritto un documento word su Mahuika e i suoi valori astrologici, facendo ricerca sui pianeti transnettuniani, poi avevo deciso di scartarla…

PAROLE CHIAVE: Piromane, estinguere il fuoco, direzionare le proprie forze, armi da fuoco, macchinari, motori, situazioni relative ai falò, caminetti, carburanti, incitare, infiammazione, avere un periodo di “burnout”, selezione, generosità condizionata, favoritismo, dare come segno di dominio, frizione, trovare un rimpiazzo, farsi rimpiazzare, operare una stazione radio, fiammiferi, accendino, richieste insistenti, approfittarsi delle risorse altrui.

MAHUIKA IN POSITIVO: Essere un pompiere, mettere la propria vita a rischio per salvare quella degli altri, donare tutto di sé stessi, saper dirigere le proprie forze, riunirsi in gruppo davanti ad un falò o caminetto, essere un benzinaio, vincere una selezione, essere selezionato per un ruolo importante, essere generosi in modo equilibrato, trovare un rimpiazzo più valido, deejay di una stazione radio, ritrovare la luce nel proprio buio interiore, condividere le risorse in modo equo.

MAHUIKA IN NEGATIVO: Fascino perverso per il fuoco, appiccare il fuoco e bruciare boschi o oggetti e causare disagio, mettere in pericolo gli altri, uso scorretto di armi da fuoco, aggressione a mano armata, truccare il proprio motore contro la legge, incitare a violare leggi, infiammazione organica, avere un esaurimento nervoso, dare solo se si riceve qualcosa in cambio, fare favoritismi per amici e parenti, usare ciò che si dà per controllare gli altri, dover ricorrere ad un rimpiazzo per sé stessi o un collega, fare richieste troppo insistenti, chiedere troppo dagli altri, approfittarsi di ciò che viene concesso.     

Mahuika è una dea del fuoco Maori. In alcune versioni, è la sorella minore di Hine-nui-te-pō, dea della morte. Fu da lei che Māui (in alcune versioni è suo nipote) ottenne il segreto di fare fuoco. Sposò Auahitūroa e insieme ebbero cinque figli, chiamati per le cinque dita sulla mano umana, chiamati collettivamente Ngā Mānawa. Il simbolismo di questa connessione tra toropuku (dita) e fuoco è rivelato nelle storie in cui Māui ottiene fuoco da Mahuika ingannandola a dargli le unghie una per una. Si dice che abbia avuto un ruolo anche nella formazione dell’isola Rangitoto, e che abbia chiesto a Ruaumoko, dio dei sismi ed eruzioni, di eliminare una coppia che l’aveva maledetta. In Nuova Zelanda e Polinesia è una divinità maschile, e viene identificato come il nonno di Maui, che vive nel mondo sotterraneo, e Maui lo ha fronteggiato per vincere il segreto per ottenere il fuoco. Madre dei cinque “figli del fuoco”, che corrispondono alle dita di una mano umana. Maui sfidò Mahuika per distruggerle in modo ingannevole. Cominciò a farle delle richieste, e lei continuava a dargli delle dita. Maui non le portava a casa ma ne estingueva la fiamma.

Ad un certo punto Mahuika divenne irascibile e catapultò il suo ultimo dito contro Maui, creando una terribile conflagrazione. Maui riuscì a sopravvivere, sotto forma di aquila, ma rimase scottato dalle fiamme, creando l’attuale colore del piumaggio dell’uccello. La devastazione del territorio venne risolta dall’ intervento della pioggia mandata da Tawhirimatea. Siccome l’elemento del fuoco si stava estinguendo, Mahuika rischiava la vita, e quindi si recò da Hine per chiedere protezione. Il fuoco rimasto trovò un rifugio. Vennero creati “gli alberi del fuoco”, usati per generarlo (kaikomako tree), che Maui portò al villaggio, trasmettendo un insegnamento utile per cucinare e riscaldarsi. Quando i Maori vennero a contatto con la civiltà moderna e gli venne mostrato un apparecchio radio per trasmettere da una stazione governativa, credettero che il macchinario avesse il potere di Mahuika.

In questa vicenda ci sono DUE ELEMENTI particolari: i dispersi sarebbero (così si dice, non è ancora confermato) in gran parte studenti:  c’ erano 3142 STUDENTI, bambini e adolescenti, nelle aree abitate delle zone colpite dal disastro) e non si capisce bene dove siano finiti, e in che condizioni sono…feriti…o periti fra le fiamme o annegati nell’ oceano mentre tentavano la fuga? Pare ci sia una controversia, non ancora ben definita, secondo la quale il giorno dell’ incendio (8 agosto 2023 – 88 e l’ eternità – le scuole abbiano mandato a casa gli studenti a causa dei forti venti. Pare però che interi isolati siano stati spazzati via e rasi al suolo in poco più di due minuti, e che le fatalità del disastro siano enormemente sotto – riportate. Allo stato attuale (16 agosto) si temono fra le 500 e le 1000 vittime, anche se alcuni addirittura azzardano che siano TREMILA. Una sorta, quindi, di nuova Katrina, LA CITTA’ SILENZIATA DI NEW ORLEANS, a cui ho accennato nel precedente articolo (e che rientra nella timeline ciclica 2005 – 2023)…

“La devastazione è molto più grave di quanto venga descritta dai media. Le persone sono state letteralmente bruciate vive nel fuoco”, dice Roberts. Roberts ha anche concluso che “ci vorranno anni prima che Maui si riprenda e non sarà più lo stesso”. Le sirene di emergenza non sono state attivate prima dell’incendio mortale.”

Questa cosa mi fa pensare a PENNYWISE, il cui risveglio è sempre simultaneamente accompagnato da un disastro climatico o una strage di massa, anche riguardante bambini…figura di cui avevo parlato nel precedente articolo come AVATAR di Y.

False claims

Following the fires, a variety of false and misleading claims about them were posted to social media. Some contained doctored images or images of other unrelated events presented as being from the fires, often ostensibly demonstrating that a directed-energy weapon or “laser beam” was involved. Other posts have claimed that wildfires do not occur naturally or that vegetation is not left standing in a natural fire. These claims are false.

A seguito degli incendi, una serie di affermazioni false e fuorvianti su di loro sono state pubblicate sui social media. Alcuni contenevano immagini manipolate o immagini di altri eventi non correlati presentati come provenienti dagli incendi, spesso dimostrando apparentemente che era coinvolta un’arma ad energia diretta o un “raggio laser”. Altri post hanno affermato che gli incendi non si verificano naturalmente o che la vegetazione non viene lasciata in piedi in un fuoco naturale. Queste affermazioni sono false.

Maui truthers are so dumb they’re using a Falcon 9 photo as wildfire evidence

IL SECONDO ELEMENTO: #Ohana4Maui fly rations with Planet 9 to Maui

ALIBU AND MARINA DEL REY FRIENDS COME TOGETHER TO SEND EMERGENCY ESSENTIALS TO MAUI FIRE SURVIVORS

Ohana4Maui a group of friends from Malibu to Marina Del Rey organized a rescue relief in less than 48 hours sending a private plane filled with survival goods to Maui.

Planet Nine Private Air offers a personalized approach to aircraft management services of ultra-long range jets. From helping owners get more from their investments to customizing travel plans, we’re redefining the world of private aviation. 

Planet Nine Private Air offre un approccio personalizzato ai servizi di gestione degli aeromobili dei jet a lungo raggio. Dall’aiutare i proprietari a ottenere di più dai loro investimenti alla personalizzazione dei piani di viaggio, stiamo ridefinendo il mondo dell’aviazione privata.

Matt Walter di Planet 9 Aviation ha annunciato che l’aereo privato Global Express è decollato da Castle & Cook Aviation Burbank, venerdì pomeriggio 11 agosto, alle 14:45 in rotta verso Maui Hawaii. Altri aerei privati continueranno ad andare sull’isola per assistere con i soccorsi di emergenza.

Planet 9 Jet è atterrato alle Hawaii venerdì sera 11 agosto. L’organizzazione Maui for Maui ha incontrato il Planet 9 Jet con camion e scaricato “Hawaii Style”. 7 camion hanno portato i beni di emergenza alle famiglie.

INSOMMA, UN RAPPRESENTANTE DEL PIANETA NOVE E’ ARRIVATO A DARE UN AIUTO UMANITARIO ALL’ ISOLA DI MAUI

Più chiaro ed eclatante di così non si può fare! Y morpurghiano è anche associato agli aerei!

Perche’ il terrorismo (e sarà nucleare) sta per tornare – il ruolo dell’ Iran e della Russia – la Francia subira’ un secondo 11 settembre?

Nella mia vita ho scoperto che gli eventi e le atmosfere si “replicano” a magnitudo diverse ogni tre anni e ritengo che si possa applicare a tutte le vite individuali: si ripresentano gli stessi patterns, simili condizioni anche quando vengono rappresentate da “nuove facce” che rievocano quelle del passato. Ora proveremo ad applicare questo concetto anche alle copertine degli anni più recenti in modo da avere dei punti di riferimento per riuscire a “dare una forma” all’ identità che assumerà il 2023.

TRE ANNI PRIMA DEL 13 NOVEMBRE 2015 (Economist, 17 novembre 2012)
TRE ANNI PRIMA DEL COVID – 19 (Economist 14 dicembre 2017)
I TERRORISTI RIUSCIRANNO A OTTENERE ACCESSO AD UNA BOMBA NUCLEARE DA 1 – 10 KILOTONI?

L’ IRAN E’ A SOLE DUE SETTIMANE DI DISTANZA DALLA CAPACITA’ DI PRODUZIONE DI UNA BOMBA NUCLEARE (marzo 2023)

L’ IRAN SI APPRESTA A DIVENTARE LA PROSSIMA NAZIONE INVASA DAGLI AMERICANI PER FERMARE IL TERRORISMO

RICORDATE QUANDO IL PROGRAMMA PREDITTIVO “WEBBOT” PREVEDEVA UN ATTACCO AEREO ISRAELIANO AD UN REATTORE NUCLEARE IRANIANO CON CONSEGUENZE CATASTROFICHE IMPREVISTE? (When Israel bombs Iran they will use a nuclear-tipped bunker buster that will hit something unforeseen
underground. As a result, a radioactive cloud will form that will
pollute and sicken Southeast Asia. This will cause much of the world
to turn against Israel
. The radioactive cloud released after the nuclear bombing of Iran will
circulate the earth 9 times and cause untold number of deaths
including many in America
.)

the web bot prediction technology uses a system of spiders to crawl the Internet and search for keywords, much like a search engine does. When a keyword is located, the web bot program takes a snapshot of the text preceding and following the keyword. Web Bot is an internet bot computer program whose developers claim is able to predict future events by tracking keywords entered on the internet. It was developed in 1997, originally to predict stock market trends.[1] The creator of the Web Bot Project, Clif High, along with his associate George Ure, keep the technology and algorithms largely secret and sell the predictions via the website.”

NEL 2014 EMERGEVA IL GRUPPO TERRORISTICO KHOROSAN QAEDISTA ed esso gode di una certa protezione dentro all’ Iran

Inoltre l’ accordo sul nucleare Iraniano del 2015 coincide (14 luglio) con la data dell’ Indipendenza francese

CHI CONOSCE I CONCETTI DI PRECOGNIZIONE E RETROCAUSALITA’ DESCRITTI DA ERIC WARGO NEL SUO SITO “THENIGHTSHIRT” E NEL SUO LIBRO “TIME LOOPS” SA CHE: il futuro influenza il presente e noi riceviamo “segnali” e “indizi” dal futuro tramite sogni, intuizioni e opere artistiche. Il futuro è già reale ora e non si può modificare.

LA CRISI GLOBALE DELLA PRIMAVERA 2020 SI RIPETERA’ DOPO TRE ANNI SOTTO FORMA DI UNA LEGGE MARZIALE DI ESTENSIONE EUROPEA IN SEGUITO AD UN ATTACCO NUCLEARE IN FRANCIA

La strage potrebbe essere “spiegata” nella rivendicazione come una VENDETTA di tutte le sofferenze inflitte ai Palestinesi, in perenne conflitto con Israele, che è quello che affermava COULIBALY nel suo video pre – attacco

LA COREA DEL NORD STA PER SORPRENDERE IL MONDO: sotto Plutone in Acquario vi saranno eventi eclatanti e improvvisi che replicheranno il crollo repentino del regime della Romania (“la Corea del Nord dell’ Occidente” come veniva chiamata) nel 1989: in seguito ad un colpo di stato organizzato dai militari ribelli, in seguito all’ annuncio che Kim e sua sorella sono caduti e sono stati eliminati, la folla confusa e incredula si ammasserà al confine più militarizzato del mondo, con la Corea del Sud, e inizialmente si potrebbero creare circostanze che porterebbero ad un massacro repressivo simile a quello di Tiananmen 1989, probabilmente con l’ intervento della milizia cinese, ma in seguito l’ avanzare della folla sarà così impetuoso che i soldati, privati delle direttive del centro di potere, saranno costretti a lasciarli attraversare il confine, ponendo fine all’ ultimo regime puramente comunista e novecentesco. Con la destabilizzazione del territorio circostante, investito da un esodo di rifugiati, l’ arsenale nucleare nordcoreano potrebbe finire nelle mani sbagliate… 

LA CATENA CICLICA
CHE COLLEGA IL 2023 A
TUTTI GLI ANNI CHE SI DISTANZIANO DA ESSO DI 3 ANNI E MULTIPLI (FINO AL 1777) SI INTRECCIANO CON MOLTEPLICI GUERRE CIVILI. QUEST’ ANNO POTREBBE ESSERE IL CASO DELLA SPAGNA, PRONTA ALLA “BALCANIZZAZIONE” PREVISTA DA UN MATEMATICO DELLA STORIA PER IL 2029 (6 ANNI DAL 2023) MA POTREBBE ANCHE TRATTARSI DELLA FRANCIA, CHE POTREBBE IMPROVVISAMENTE ESSERE INVESTITA DA UN VORTICE DI CAOS SENZA PRECEDENTI. 
ANCHE IL TUNNEL DELLA MANICA CHE CONNETTE REGNO UNITO E FRANCIA SARA’ UN POTENZIALE OBIETTIVO DEL NUOVO ATTACCO IN STILE “11 SETTEMBRE” CON ESPLOSIONI SIMULTANEE?
L’ ATTACCO TERRORISTICO e la TEORIA
del capo della House Homeland Security Commitee degli Usa, secondo il quale la RUSSIA
approfitterebbe di una situazione caotica e destabilizzata nel cuore dell’ Europa per accelerare l’ avanzata verso i paesi europei orientali

L’ EPICENTRO DEL “COLPO NUCLEARE” la cultura americana della Disney – luogo di aggregazione di massa – EURODISNEY e il misterioso zeitgeist “nucleare” che lo pervade

Tutto attorno a noi ci fornisce indizi e intuizioni sul futuro che influiscono sull’ inconscio collettivo e che solo rari patternisti accaniti e “iniziati all’ arte dell’ occulto” sono in grado di decifrare per quello che sono. Eric Wargo nel suo libro “Time Loops” ci fornisce la spinta finale verso il breakthrough definitivo.

COSA IMPLICA LA TEORIA DELLA RETROCAUSALITA’ COME PRECOGNIZIONE ARTISTICA: Secondo Eric Wargo la reazione emotiva, soprattutto riguardo ad esperienze traumatiche, trascende il tempo e permette ad artisti, scrittori e persone molto sensibili e intuitive di percepire reazioni ad eventi che devono ancora accadere. La percezione non è mai chiara e cristallina, ma permette comunque di avvicinarsi molto alla futura realtà dei fatti.  In questo modo si comprende che la linea temporale non scorre solo sempre verso il futuro, ma può fare anche un percorso contro – intuitivo, e dunque nel verso opposto. La percezione della propria reazione ad un evento futuro influenza il comportamento nel presente, e quindi l’ effetto anticipa la causa, creando un fenomeno di loop. Allo stesso modo il passato non è più fisso, ma è da intendersi come “potenziale”, fluido e soggetto a modifiche, in maniera simultanea alle influenze che il futuro apporta verso il presente.

Tutto ciò che accade quindi si allinea ad una condizione fissa nel futuro. Tale condizione può essere “individuata” tramite il fenomeno dell’ entaglement quantistico, creando quindi la ” pre – reazione “, l’ effetto che anticipa la causa, dando origine quindi al fenomeno della sincronicità di Jung.

DISNEYLAND è un complesso di edifici come il WORLD TRADE CENTER, con il castello come simbolo. DISNEYLAND PARIS si trova in MARNE LA VALLEE (Manhattan) e come per il WTC è composto da due zone distinte: Disneyland il parco e Walt Disney Studios. Il parco venne definito “CHERNOBYL CULTURALE”.  

THE DAY AFTER il film shock del 1983 sulla guerra nucleare
La France, cette semaine, est à la une des journaux du monde entier. Et elle n’est pas à l’honneur ! D’abord ce fut la décision de Jacques Chirac de procéder à de nouveaux essais nucléaires qui provoqua de vives réactions dans le Pacifique Sud, en Europe et ailleurs. (21 giugno 1995)
21 AGOSTO 2015: Apertura del parco divertimenti di BANKSY satirico dall’ atmosfera – nucleare – e Plutonica
Il 23 marzo 2023 (e poi anche il 21 gennaio 2024 e definitivamente il 19 novembre 2024) Plutone fa il suo “ingresso anteprima” in Acquario, in opposizione al segno del Leone. Plutone in astrologia è associato al nucleare e il segno del Leone è associato ai parchi di divertimento.


GILLETTE – un altro artista profondamente precognitivo, “posseduto” dalla retrocausalità, su Instagram si firma con la cifra 666 e produce immagini controverse di Mickey Mouse e del parco Disneyland
ARMAGEDDON MOVIE – Scena di Parigi – in DVD il 13 novembre 1998, esattamente 17 anni prima dell’ attacco terroristico del 13 novembre 2015
Film clandestino girato senza permessi in un parco divertimenti della Disney: data debutto 11 ottobre 2013
15 APRILE 2019 NOTRE DAME L’ INCENDIO
COVER DISCO del 16 ottobre 1987 – il 16 OTTOBRE 2023 si celebra il CENTENARIO della DISNEY
UNA ENIGMATICA STATUA DI TOPOLINO compare in una SCENA della SERIE NETFLIX “CHERNOBYL” del 6 maggio 2019
PERIODICAMENTE a PARIGI si svolge la ESIBIZIONE NUCLEARE GLOBALE intorno a inizio dicembre…guardate la forma del logo – sembra la testa di MICKEY MOUSE
ONLINE – OVUNQUE si possono trovare IMMAGINI come questa, che applicano una DISTORSIONE COGNITIVA sulla figura ICONICA di TOPOLINO, trasformandolo in una creatura dalle caratteristiche terrificanti e impressionanti. COSA SPINGE QUESTI “ARTISTI” a produrre queste rappresentazioni? E’ L’ INCONSCIO che riceve MESSAGGI DAL FUTURO?
DISEGNO DI UN ARTISTA SUL SITO “DEVIANT ART” postato l’ 8 gennaio 2014
MISTERIOSE rappresentazioni artistiche di TOPOLINO con 3 OCCHI si possono trovare ovunque online…
23 (2023?) Terroristi mascherati da MICKEY MOUSE sparano alla gente
2011 – TOPOLINO troneggia su una montagna di teschi e i suoi occhi si sono sciolti
Ovunque sono diffusi ARTICOLI DI MERCHANDISING con immagini A TEMA RADIOATTIVO di TOPOLINO
VIGNETTA DEL 15 DICEMBRE 2010 – TOPOLINO come mascotte di CHERNOBYL, UCRAINA
WABYANKO ART MAJEUR artista francese
NUCLEAR MICKEY SERIES 2003 – 2004
The Disneylandization of fears and the Benettonning of all experiences
TOPOLINO 16 OTTOBRE 2019 (I cerchi sono uguali a quello del raggio di azione di un attacco nucleare come mostrato su una mappa) DUE CERCHI TOCCANO LE LETTERE P DI PARIGI E N DI NUCLEARE (16 ottobre 2023 CENTENARIO DELLA DISNEY)
IL RISVEGLIO DEL TERRORISMO TRAMITE ATTACCO A DISNEYLAND
I SEGNALI RETROATTIVI del fenomeno vanno indietro fino addirittura al 1965!
SI INSEDIA OVUNQUE L’ IDEA DI BOMBARDARE DISNEYLAND ma bisogna leggere fra le righe per capirlo
NEWSWEEK CI INFORMA SUI PROTAGONISTI CULTURALI DEL 2023…e al centro ci sono Mickey Mouse e Minnie
L’ ISIS AVEVA GIA’ PRESO DI MIRA TEORICAMENTE EURODISNEY IN PASSATO, e intendeva attaccare il 1 dicembre 2016 e a metà giugno 2016 è stato sventato un attacco con auto sulla folla davanti ad un DISNEY STORE di LONDRA
L’ autore della sparatoria nella discoteca di Orlando del 12 giugno 2016 in casa possedeva un calendario della Disney sul quale aveva cerchiato la data del 6 GIUGNO 2016
DISNEYLAND UNDER ATTACK di MAX PAPESCHI a ROMA il 5 SETTEMBRE 2009

ANCHE NEI GRAFFITI URBANI – TUTTO IL PANORAMA ARTISTICO E’ MISTERIOSAMENTE PERVASO DA QUESTA IDEA DI ASSOCIARE MICKEY MOUSE AL MELTDOWN NUCLEARE

PARAGONE FRA IL WORLD TRADE CENTER e EURODISNEY: Il World Trade Center di New York era un complesso di sette edifici. Le torri Gemelle furono i due grattacieli che fecero diventare famosa Lower Manhattan. I due edifici furono inaugurati il 4 aprile 1973, avevano 110 piani ciascuno. Al 107º piano della Torre Nord si trovava il ristorante Windows on the World (finestre sul mondo), noto per lo slogan “il ristorante più alto del mondo”. Il complesso comprendeva un hotel, compagnie governative, una stazione doganale, banche, e un ufficio di management per le emergenze, e anche un centro commerciale, il World Trade Center Mall. Questi edifici erano tutti collegati attraverso passaggi sopraelevati o sotterranei. In un ordinario giorno feriale al WTC erano presenti nelle due torri e nei 5 edifici minori, più di 50 000 persone che lavoravano, cui si deve aggiungere il contingente giornaliero dei più di 200 000 visitatori settimanali. Nel 1974, l’acrobata francese Philippe Petit passò da una torre all’altra camminando su un filo all’altezza di 417,5 metri senza sistemi di sicurezza (a questo evento sono stati dedicati il film documentario Man on Wire – Un uomo tra le Torri e il film The Walk).

Disneyland Paris (precedentemente conosciuto come Euro Disney Resort e Disneyland Resort Paris) è un complesso turistico situato a Marne-la-vallée, a 32 km Est di Parigi, formato da due parchi a tema, Disneyland Park e Walt Disney Studios Park, un’area con ristoranti, negozi e cinema chiamata Disney Village, un campo da golf e una serie di hotel. È di proprietà della società francese Euro Disney S.C.A.[1] e della The Walt Disney Company. Le lingue ufficiali del parco sono il francese e l’inglese. Inaugurato il 12 aprile 1992, 27 anni fa, più o meno ha la stessa età delle Torri Gemelle quando furono distrutte. Nel marzo del 1985, il numero delle possibili sedi per il parco era stato ridotto a quattro; due in Francia e due in Spagna. Entrambe le nazioni hanno visto i potenziali vantaggi economici di un parco a tema Disney e offerto notevoli vantaggi economici. L’amministratore delegato della Disney, Michael Eisner, il 18 dicembre 1985 ( DUE VOLTE 17 ANNI FA)  firma la prima lettera di accordo con il governo francese per il sito di 20 km2, pari a 2.000 ettari, e i primi contratti finanziari furono elaborati nel corso della primavera successiva. Il contratto definitivo fu firmato dai dirigenti della Walt Disney Company e il governo francese, il 24 marzo 1987, 32 ANNI FA. La prospettiva di un parco Disney localizzato in Francia fu oggetto di dibattito e polemiche. I critici, tra i quali eminenti intellettuali francesi, ritenevano il parco come l’imposizione di una forma di imperialismo culturale della Disney che incoraggerebbe in Francia il tipico e malsano consumismo americano. Per altri, Euro Disney è diventato un simbolo dell’America in Francia. Il 28 giugno 1992, un gruppo di agricoltori francesi ha bloccato la costruzione del parco in segno di protesta delle politiche agricole al momento supportate dagli Stati Uniti. Un giornalista del quotidiano francese Le Figaro ha scritto: “Vorrei con tutto il cuore che i ribelli avessero dato fuoco a Euro Disneyland“.[14] Ariane Mnouchkine, regista teatrale parigina, ha utilizzato il concetto di una “Chernobyl culturale“. In risposta, il filosofo francese Michel Serres ha osservato, “Non è l’America che ci sta invadendo. Siamo noi che adoriamo chi adotta le sue mode e, soprattutto, le sue parole.“ L’allora presidente della Euro Disney SCA, Robert Fitzpatrick ha risposto: “Non siamo venuti qui a dire OK, stiamo andando a mettere un berretto e una baguette su Topolino. Siamo chi siamo“. Sindacati francesi protestarono contro tale “codice di apparenza“, visto come “un attacco alla libertà individuale.” Altri criticarono la Disney per essere insensibile alla cultura francese, in quanto l’individualismo, la privacy, e le restrizioni alla libertà individuali o collettive sono illegali secondo il diritto francese, a meno che non si potesse dimostrare che le restrizioni fossero necessarie per il lavoro. Il 16 marzo 2002 , il resort si arricchisce di un secondo parco a tema, il “Parco Walt Disney Studios”. Disneyland Paris comprende: 2 parchi a tema; 1 centro per intrattenimento, shopping e ristoro (Disney Village); 6 Hotel Disney, 1 campeggio Disney; 7 Hotel partner; 1 campo da golf (Golf Disneyland); 3 stazioni ferroviarie (due della RER e una del TGV); 2 centri commerciali. Si divide in cinque aree tematiche: Main Street U.S.A, Frontierland, sono due fra queste. Il castello di Disneyland Paris, simbolo dell’intero complesso, è unico nel suo genere. In altri parchi Disney, i castelli hanno l’aspetto di quelli che si trovano tipicamente in tutta Europa, ma poiché a Parigi avrebbero potuto soffrire di paragoni con l’architettura locale, fu deciso che il castello di Disneyland Paris sarebbe stato volutamente fantasioso, evocando l’immaginario fiabesco al posto di edifici storici.

IL CASTELLO DI EURODISNEY e gli assalti ai castelli medievali durante le CROCIATE
IL CASTELLO DI EURODISNEY e e la PRESA DELLA BASTIGLIA che simboleggia LA RIVOLUZIONE FRANCESE del 1789

Per quanto riguarda l’ evento dell’ 11 settembre 2001, se fosse stato possibile prevederlo attraverso la ricerca di “fossili dal futuro” secondo la teoria della retrocausalità, sarebbe stato anche possibile ottenere la data della realizzazione dell’ evento. Infatti molte tracce si allacciavano al “911” oppure al mese di settembre (911 libro 1976, Simpsons 9/11, 21 settembre 1997, Matrix 11 settembre 2001 (21 settembre 1999), 13 settembre 1986 Real Ghostbusters, Toon Disney scena 11 settembre 1995, 1994 “Rescue 911”, Terminator 2 “Caution 9 – 11”, Meteor 9/10/79, Pakistan advertising 19/3/79, Siege il film 6/11/1998).

CHE DATA ERA L’ 11 SETTEMBRE PRIMA DEL 9/11: In questa data avvenne la più grande sconfitta in battaglia dell’ Impero Romano, la scoperta dell’ isola di Manhattan, nel 1813 ci si preparava ad invadere Washington DC, nel 1826 un uomo venne arrestato per aver pubblicato un libro contro la massoneria. Nel 1830 avvenne la Antimason Party Convention, nel 1905 un deragliamento di treno a NY, nel 1944 gli Alleati invasero la Germania e la RAF fece un raid bombardamento eliminando 11. 500 persone. Nel 1950 Truman approvava le operazioni militari in Corea. Nel 1973 avvenne un colpo di stato in Cile, e 25 anni prima del 2001 in questa data in una stazione di NY venne trovata una bomba che fece 1 vittima. Nel 1991 un incidente aereo statunitense fece 11 vittime. Ed era il giorno ufficiale della Catalonia. In particolare nel 1683 avvenne la Battaglia di Vienna, un assedio Turco (islamico) ad una città europea. Questa battaglia segnò l’ arresto della spinta espansionistica ottomana in Europa, e l’ inizio della loro estromissione dai Balcani. Inoltre nel 1922 l’ 11 settembre venne approvato il Mandato di Palestina dalla Lega delle Nazioni.

DATE POTENZIALI: 11 ottobre (Escape from Tomorrow e ingresso di Marte in Scorpione) 12 aprile (Inaugurazione di Eurodisney) 13 aprile (Guerra civile in Libano, Beirut “La Parigi del Medioriente”) 7 luglio (77777 numero civico Eurodisney) 23 marzo – 24 marzo – 25 marzo (ingresso di Plutone in Acquario, inizio del Ramadan nel 2023, firma contratto Eurodisney nel 1987 e giorno della Comunità Economica Europea CCE Trattato di Roma e anche ingresso di Marte in Cancro dopo sette mesi), 17 luglio (Inaugurazione del primo Disneyland in America, 1955) 21 agosto (Inaugurazione del parco Dismaland di Banksy) 6 giugno (Il giorno del D – Day in Francia, lo sbarco in Normandia del 1944, vicini all’ 80° anniversario e anche la firma “666” su Instagram di Gillette) 8 marzo (relativa alla teoria che l’ aereo malese sparito nel 2014 in questa data possa fungere da detonatore dell’ attacco in futuro) 31 agosto (data che compare in vari film, fumetti come data di debutto e anche il giorno dell’ incidente mortale della Principessa Diana a Parigi nel 1997 26 anni fa) 15 aprile (il giorno dell’ affondamento del Titanic ma anche dell’ incendio di Notre Dame nel 2019, ma anche il giorno dell’ inaugurazione di Tokyo Disneyland) 25 dicembre (secondo la teoria che un attacco del genere possa essere perpetrato in questo giorno per fungere da ulteriore motivazione di impatto mediatico) 14 luglio (il giorno dell’ Indipendenza francese) 11 marzo ( a tre anni di distanza dalla dichiarazione di pandemia del 2020, ma anche il giorno dell’ attacco spagnolo del 2004 e di Fukushima, disastro nucleare in Giappone del 2011) 26 aprile (giorno dell’ anniversario di Chernobyl 37 anni fa) 2 o 5 settembre (il giorno dell’ Era del Terrore di Robespierre nel 1792- 1793) 16 ottobre (il giorno del centenario della Disney si avvicina) 18 novembre (il compleanno di Mickey Mouse) 6 agosto (il giorno dell’ esplosione di Hiroshima)

10 agosto (secondo l’ immagine della rivista Clinton St. Quarterly l’ attacco potrebbe coincidere con il giorno delle “stelle cadenti” e inoltre un maxi attacco replica dell’11 settembre è stato sventato in questa data nel 2006) 9 & 13 novembre (il 9 novembre è il giorno della caduta del Muro in Germania mentre il 13 novembre è il giorno dell’ attacco francese del 2015) 1 dicembre (il giorno della Esibizione Nucleare di Parigi e anche data già scelta dall’ Isis per un tentativo di attacco) 13 settembre (quest’ anno cade il 30° anniversario del patto di pace Israelo – Palestinese) 1 novembre (Fondazione dell’ Unione Europea nel 1951 72 anni fa, ma anche il giorno dell’ inizio del conflitto Algerino del 1954 del quale si avvicina il 70° anniversario, ma anche data di inizio della Guerra del Vietnam nel 1955)

Terence Mckenna: “non c’e‘ niente che accade senza preavviso. Ogni cosa, ogni evento è preceduto dal fantasma del verificarsi, e se sei sensibile a cio’ non puoi essere preso di sorpresa. Questo è parte della natura frattale del cosmo.”
La Disney, nel suo ideale di felicità e purezza, è l’ altra faccia dell’ “Imperialismo dalle maniere dolci” dell’ impero statunitense. Il terrorismo ha colpito la superbia dei grattacieli, il potere militare e le risorse aeree dell’ Impero, e ora vuole accoltellarlo al cuore, vuole colpire fra la gente, vuole UCCIDERE L’ INNOCENZA Disneyana, e rivelare la fragilità di una cultura che sembra essere capace di soverchiare ogni cosa e mettersi sempre al primo posto. Nonostante tutto questo, noi del blog riteniamo che questo fenomeno di predictive programming non sia artificialmente costruito, ma che faccia parte del reale e nascosto funzionamento dei meccanismi di pensiero inconsci. Non ci sono società segrete che inseriscono segnali nei cartoni e nelle pubblicità. Ci sono emozioni e visioni individuali e soggettive di un futuro evento traumatico e trasformativo che sta producendo un’ interferenza con il tempo presente. La causa è nel futuro, non nelle menti di società cospirative perverse. L’ universo ha già vissuto questo evento, e vibra, risponde a questo evento con una dispersione di indizi e segnali retroattivi.
Topolino dovrà essere in grado di parlare del “male” ai bambini. Dovrà assumere connotati genitoriali per acclimatare i giovani al nuovo panorama psicologico, sociale e culturale che si troveranno ben presto ad affrontare.

ALTRE IMMAGINI DI COPERTINE DI RIVISTE VERRANNO PUBBLICATE NEI PROSSIMI GIORNI, ricordatevi di dare un’ occhiata prossimamente

Un altro Putin famoso prima di Putin

Vedere lo spezzone all’indirizzo https://youtu.be/jh69p8E8CAQ

– E questo?  “Io sono diventato la morte, il distruttore dei mondi” ?

-Si tratta di un antico testo indù citato da un americano.

-Un americano?

-Si, un americano che ha inventato la bomba atomica, fu più tardi accusato di essere un comunista.

– E’ lei, capitano, che ci ha scritto sopra e sottolineato questi passi?

– No. Questo libro apparteneva a mia moglie, lo conservo per ragioni sentimentali.

– Mi dispiace capitano.

– Si?

– Appartiene al popolo dell’Unione Sovietica. Io sarò l’ultimo a sapere.

[…]

– Tutto a posto, capitano?

– …ma quanto è meschino morire per via di uno stupido incidente!

https://en.wikipedia.org/wiki/The_Hunt_for_Red_October_(film)

https://it.wikipedia.org/wiki/Caccia_a_Ottobre_Rosso

Nel novembre 1984, il capitano del sottomarino sovietico Marko Ramius riceve il comando di “Ottobre rosso”, un nuovo sottomarino missilistico balistico di classe Typhoon con un “caterpillar drive”, che lo rende non rilevabile al sonar. Ramius lascia il porto per condurre esercitazioni insieme al sottomarino d’attacco di classe Alfa V. K. Konovalov, comandato dal suo ex allievo, il capitano Tupolev. In mare, Ramius uccide segretamente l’ufficiale politico Ivan Putin e trasmette falsi ordini di condurre esercitazioni missilistiche al largo della costa orientale americana. Il sottomarino d’attacco americano di classe Los Angeles USS Dallas, che stava seguendo “Ottobre rosso”, perde il contatto una volta che la trasmissione a cingoli del sottomarino è innestata.

Uno stupido incidente:

Ramius uccide l’ufficiale politico, ten. Putin, nella sua cabina rompendogli il collo contro il bordo del tavolo e buttando del tè sul pavimento per simulare un incidente, e brucia i documenti sui quali erano scritti gli obiettivi della missione. Quando arriva il momento di comunicare all’equipaggio lo scopo della missione, questi attivano il Caterpillar (la macchina utilizzata per l’utilizzo della “propulsione silenziosa”) e cantano l’inno nazionale. Il sommergibile USS Dallas, della classe Los Angeles, pedina il sommergibile sovietico, ma ne perde le tracce quando questo attiva il Caterpillar.

Successivamente, durante il pranzo, Ramius dà altre direttive ai suoi ufficiali complici. Le motivazioni che lo spingono a tale gesto sono sia di natura politica, sia relative a una crisi personale in seguito alla morte della moglie.

La storia di “Caccia a ottobre rosso” è piena di inganni, sotterfugi, doppi giochi e cose fatte scambiare e scambiate l’una per l’altra: il tutto ben simboleggiato appunto dalla morte di Putin, ovvero un’ uccisione mirata fatta però passare per un bizzarro incidente.

Stranissimo il fatto che Putin legga dei testi sacri tradizionalmente interpretati come profetici, tratti dal libro dell’Apocalisse nella Bibbia e dal libro sacro indù Bhagavad Gita, dal cui scritto, lo scienziato Robert Oppenheimer prese come modello per descrivere gli effetti della bomba atomica (e che viene citato da Putin e da Ramius) e che accennammo già nel blog (“https://civiltascomparse.wordpress.com/2021/06/05/vermicino-uno-tsunami-mitopoietico/“), così come anche di una delle emanazioni di Shiva, Kalì: (“https://civiltascomparse.wordpress.com/2013/04/16/lo-svolgimento-del-programma-kali-e-implacabile/“) e di personaggi interpretati da Sean Connery pure: (“https://civiltascomparse.wordpress.com/2014/10/25/guglielmo-da-baskerville-e-jorge-luis-bergoglio-due-nomi-senza-tempo/“; “https://civiltascomparse.wordpress.com/2014/11/10/la-stirpe-di-caino-007-john-dee-e-le-due-elisabette/“)

Nel 2023 (anno che probabilmente vedrà il picco degli eventi storici in corso) uscirà un film dedicato proprio a Oppenheimer: (“https://it.wikipedia.org/wiki/Oppenheimer_(film)“)

Ma ritorniamo a “Caccia a ottobre rosso”, un film-crocevia di narrazioni avanti e indietro nel tempo della storia, che parla del 1984, uscì nel 1990, venne trasmesso in “prima visione assoluta” nell’autunno 1992 durante la prima serata di Canale 5, forse di lunedì (ricordo che importanza venne data a quel primo passaggio televisivo del film)…

https://jackryan.fandom.com/wiki/Ivan_Putin

“E il settimo angelo versò la sua coppa nell’aria, e una voce gridò dal cielo: è fatta.”
— Putin, leggendo dalla Bibbia trovata nell’alloggio del capitano Marko Ramius.

Putin è un ufficiale politico il cui compito è quello di garantire che gli individui nell’esercito rimangano fedeli all’Unione Sovietica. Dopo la costruzione del nuovo sottomarino missilistico nucleare di classe Typhon “Ottobre rosso”, Putin viene assegnato alla nave come suo ufficiale politico.

Uno dei suoi hobby è quello di curiosare negli alloggi degli altri alla ricerca di qualsiasi cosa che potesse essere considerata sovversiva. Putin trova una Bibbia negli alloggi del Capitano, il lituano Marko Ramius, e sta leggendo l’Apocalisse quando il Capitano  lo trova nel suo alloggio. Poiché la Bibbia è appartenuta alla sua defunta moglie, Ramius è tutt’altro che contento che Putin avesse messo le mani su quel libro.

Dopo che i due uomini hanno aperto la cassaforte contenente gli ordini della nave, Ramius uccide Putin per impedire all’uomo di interferire con la defezione negli Stati Uniti che Ramius stava pianificando. Ramius dice all’equipaggio che Putin si era fatto male mentre beveva il tè battendo la testa, ponendo fine alla vita dell’ufficiale.

Apprendendo che il GRU ha una talpa sulla barca, gli ufficiali disertori controllano i file di Putin per vedere se possono scoprire la presenza di informazioni sulla possibile identità della talpa.

Concludiamo citando come curiosità la possibilità, esposta qui (“https://www.reddit.com/r/FanTheories/comments/wetdv9/hunt_for_red_october_political_officer_ivan_putin/“) che il personaggio di Ivan Yurevic Putin (nel film è interpretato da Peter Firth) sia stato effettivamente creato dallo scrittore del romanzo da cui venne tratto soggetto e sceneggiatura (ovvero Tom Clancy) prendendo come esempio il personaggio della vita reale chiamato Vladimir Vladimirovic Putin, il quale negli anni ’80 era un giovane agente segreto sovietico di belle speranze.

L’autore Tom Clancy ha sempre fatto un sacco di ricerche per i suoi  thriller politici. All’epoca in cui il film è ambientato (1984), l’agente del KGB nella vita reale era l’ attuale presidente della Russia Vladimir Putin ed era già piuttosto attivo nella vita del KGB. In una certa misura, l’ Ivan Putin di Peter Firth nel film ha una sorprendente somiglianza con le immagini di Vladimir Putin dell’epoca. La vita reale di Vladimir Putin, in teoria, potrebbe essere stata citata da ex agenti del KGB durante il processo di scrittura sia del romanzo sia del soggetto-sceneggiatura del film, usandola per dare vita all’immaginario Ivan Putin.

La lealtà di Putin verso l’URSS (sia immaginaria che reale) era degna di nota. Onestamente, penso che questo fosse il modo in cui Tom Clancy usava una persona reale come ispirazione per uno dei suoi personaggi. I modi di fare di Firth corrispondono a quelli di Vladimir Putin, inclusa la postura mentre è seduto e il modo in cui tiene la sigaretta. Se questo è il caso, e Ivan dovrebbe allora essere Vladimir, nel mondo immaginario del romanzo di Tom Clancy non sarebbe mai salito al potere vista la rapidità con cui è stato ucciso.

Immagine 2022-10-06 171743

POSTILLA: non so come mai ma wordpress mi dà come “sbagliato” il tag “ivan putin” e non me lo fa inserire!