I cicli Saturno-Urano, Saturno-Nettuno e il testamento di André Barbault

Nel settembre scorso avevo postato un articolo inerente un senso di certezza che mi sentivo di avere a proposito di ciò che succederà nei prossimi anni e decenni, a differenza di tante altre volte quando invece avevo mostrato di andarci con i piedi di piombo al riguardo.

In quel caso quel mio senso di certezza era dovuto a diverse profezie e narrazioni le quali mostravano in qualche modo come un certo numero di fonti che non si conoscevano l’un l’altra “videro il futuro nel passato”, per quanto in modo distorto e deformato.

E queste diverse e profezie e narrazioni indipendenti l’una dall’altra in qualche modo coincidono nello scenario di fondo.
Il quale scenario ci parla del crollo negli anni venti del XXI sec. dell’attuale mondo in cui siamo abituati a vivere e della nascita di un nuovo mondo radicalmente rinnovato qualche anno dopo a partire dal 2036-2040, un nuovo mondo che sarà all’apogeo nel 2050-2060.
Quell’immane cambiamento, quella rottura titanica che secondo diversi ci sarebbero dovuti essere intorno al 1999-2000 e in seguito, passata questa data invano, ci sarebbero dovuti essere nel 2011-2012, ci saranno – e stavolta sicuramente – negli anni compresi tra il 2024 e il 2030.

Il mio collega Teoscrive, come ben sa chi segue da tempo questo blog, è da anni che ha sviluppato una sua personale ricerca sulla timewave ideata da McKenna e implementata da Meyer, a cui parteciparono anche altri studiosi come Kelly e Watkins.

La timewave è un grafico frattale generato da un programma informatico e questo grafico è la mappatura sia dei “corsi e ricorsi” della storia sia dell’alternanza della prevalenza dell’abitudine sulla novità e della novità sull’abitudine. Secondo il modello della timewave gli avvenimenti registrati dalla storia conosciuta si ripresentano sotto nuove vesti e con intensità (magnitudine) diversa: il grafico sale quando è l’abitudine a prevalere e scende quando invece a prevalere è la novità.

La timewave è dunque tutta la storia lineare a noi conosciuta possibile, auto-ripetente e auto-somigliante come un frattale, la quale man mano che si avvicina al “punto zero” si ripete dall’inizio in maniera sempre più veloce. Più sono alte le cifre del grafico (più la linea sale) più l’abitudine storica si fa sentire, più sono basse le cifre del grafico (più la linea scende) più la novità irrompe. Fino al “punto zero” finale della timewave, l’abitudine appunto non giunge mai allo 0, ci giunge nel punto finale della timewave: ne conseguiva, secondo McKenna, che quando l’abitudine sta a 0, la novità sta a infinito e quindi in quel punto zero finale lì lo spazio-tempo della storia a noi nota finisce inaugurando un nuovo spazio-tempo storico che non ha più nulla a che fare con quello precedente.

Il “punto zero” all’estrema destra in basso collocato erroneamente da McKenna il 21/12/2012.

Il mio collega Teoscrive è da anni che conduce una sua personale ricerca sul grafico timewave in modo da collocare il “punto zero” in una data ben precisa. Abbiamo detto che il grafico frattale autoripetente della timewave c’è già tutto intero ma è privo di date: la difficoltà per il ricercatore è far sì di farlo coincidere con le date storiche del nostro calendario, “punto zero” finale compreso. McKenna aveva collocato questo “punto zero” il 21 dicembre 2012, la stessa data che per anni ci fu mostrata come la “fine del lungo computo degli anni” del calendario astrale dei Maya, ma abbiamo visto bene come quel giorno il tipo di storia che conosciamo non sia affatto finita, e quindi non era la data giusta. Meyer, colui che sviluppo con il computer l’idea di McKenna della timewave, stabilì invece come “onda temporale zero” l’8 luglio 2018 e anche in questo caso anche dopo quella data la storia è proseguita nella stessa maniera che sappiamo, senza alcuna discontinuità ne’ rottura di paradigma storico.

Il mio collega Teoscrive sulle prime pensava anche lui che il “punto zero” ci sarebbe stato in una data degli anni 10 del XXI secolo e quindi, come altri informatori alternativi, vedeva gli anni 10 come un decennio propizio per un evento o serie di eventi di magnitudo così grande da spazzare via il senso comune della storia.
Per ora non è andata così ma i suoi studi sulla timewave continuano. Un po’ ne è interessato anche chi scrive ma di sicuro non con la stessa fedeltà e assiduità del mio collega.

Può essere che il mio parziale disinteresse verso la timewave sia dovuto al fatto che le ricorrenze e le ripetizioni di eventi storici senza che ci sia dietro un senso o una narrazione riguardante le dinamiche della società e della civiltà mi lasciano piuttosto freddo.
Come ho detto più volte a Teoscrive, sono affascinato dalle possibilità che ci schiude la timewave: quelle di poter mappare lo spazio-tempo storico in un grafico, l’alternanza di abitudine e di novità come motore della storia, l’ipotesi di un “punto zero” finale in cui il ritmo solito della storia si conclude e inizia un ritmo nuovo completamente diverso da quello concluso…ma lungi da me mettermi lì, come fa lui – e lo ammiro – a scandagliare in lungo e in largo il programma timewave per sapere in quali ripetizioni storiche siamo, in che punto del grafico ci troviamo attualmente rispetto al punto finale.

Il “punto zero” della timewave viene ora collocato da Teoscrive tra il 2021 e il 2022, in particolar modo in diverse date del 2022.
Un anno vicino a quei 2023-2026 di cui ho diffusamente trattato nell’articolo di settembre.

Ora, recentemente, ho avuto modo di imbattermi in diverse fonti informative, di natura perlopiù ASTROLOGICA, le quali parlano di grandi sconvolgimenti e cambiamenti in un arco di tempo che va dal 2020 al 2040, proprio il ventennio di crollo-ricostruzione di cui ho diffusamente trattato nell’articolo di settembre.
In quell’articolo non facevo uso di riferimenti astrologici, perlomeno direttamente, ma confrontavo tra loro diverse fonti che potrei definire “profetico-narrative”: dalle profezie bibliche alle profezie “alla Nostradamus” a film e fumetti di fantascienza della seconda metà del XX secolo. Tutte con una cosa in comune: la metà degli anni venti del XXI secolo come teatro di cambiamenti immani, presumibilmente catastrofici. I quali però porteranno – più in là – a una nuova “età dell’oro” (dovuta anche a ritmi storici completamente diversi da quelli precedenti).

Nell’articolo in corso vedremo quanto abbia scoperto certe analisi di astrologia presentino elementi di vicinanza a ciò da me scritto nell’articolo di settembre.

Come ho scritto anche recentemente, questo non è un blog di astrologia, nonostante il mio collega Teoscrive, co-autore in questo blog, se ne sia interessato e qualche tempo fa abbia anche messo su un sito di “archeologia post-moderna” di sua invenzione. Però, l’interesse per tematiche quali i cicli della storia, la ciclologia, le sincronicità, il sincro-misticismo, la retro-causalità, il futuro nel passato, la meta-storia, la sincro-storiografia, è naturale che prima o poi faccia sì di incrociare anche l’astrologia. Naturalmente l’astrologia inerente i ritmi della storia, non certo quella di Paolo Fox.

Molto di recente, a proposito dell’assassinio del generale iraniano Soleimani, ho trattato dei cicli planetari Saturno-Plutone, quello 1947-1982 e soprattutto quello 1982-2020, il quale si è concluso il 12 gennaio.
E’ ormai da un certo tempo che mi interesso al ciclo Saturno-Plutone, interesse partito da un accenno che ne fece il mio collega Mediter in un suo articolo di inizio 2017, il particolare il “Saturno-Plutone” tra la congiunzione del 1982 e la congiunzione del 2020.

In cyclesofhistory.com il ciclo Saturno-Plutone viene definito “della trasformazione violenta”, avviene all’incirca ogni 33 anni (ma gli ultimi due “Saturno-Plutone” sono durati rispettivamente 35 e 38 anni) e quello 1982-2020 viene fatto coincidere con il fondamentalismo (islamico ma non solo) contro le forze spionistico/militari del “neoliberismo a guida USA-UK globalizzatore” (terza rivoluzione industriale), nel ciclo precedente 1947-1982 la “trasformazione violenta” è quella della guerra fredda in primis che poi muterà in contestazione, Vietnam e guerriglie; nel ciclo ancora precedente 1914-1947 il mondo dell’800 che non vuole finire genera tensioni di ogni tipo e due guerre mondiali; il ciclo ancora prima, quello concluso nel 1914 (iniziato penso con una congiunzione di fine ’70 dell’800) la “trasformazione violenta” è di certo dovuta al nazionalismo, imperialismo e colonialismo così come alle intensità della seconda rivoluzione industriale.

Fino a oggi, da buon “non astrologo”, non avevo ancora ben approfondito i cicli planetari e il loro legame (legame, non “influsso”) con gli avvenimenti storici.
Dai cicli come quello di 20 anni, breve ma considerato molto importante: il “Saturno-Giove”, ai cicli riguardanti cambiamenti di lungo periodo, come il “Nettuno-Plutone” di 493 anni (cambiamenti secolari della mente collettiva) e l’ “Urano-Nettuno” di 172 anni (che cyclesofhistory lo vede come caratteristico dei cambiamenti di mente collettiva dovuti allo sviluppo tecnologico), all’ “Urano-Plutone” di 139 anni, visto come inerente ai cambiamenti intellettuali.

Tornando al “Saturno Plutone”, mi ero troppo concentrato su di esso non tenendo in debito conto altri cicli che mi sono accorto essere importantissimi tanto da essere sicuramente stato in torto a trascurarli.
A tal punto non me ne sono reso conto da aver compiuto un errore in quel recente articolo, cioè di aver citato le guerre locali post-sovietiche e le primavere arabe (con la fine di Gheddafi) come caratteristiche del “Saturno-Plutone” quando invece lo erano di altri due cicli, quello “Saturno-Urano” della durata di 45 anni, ciclo che caratterizza il cambiamento dovuto al mutare degli assetti politico-industriali (e cyclesofhistory lo connette anche alla periodicità dei genocidi), e quello “Saturno-Nettuno” di 36 anni, che caratterizza il cambiamento centrato sui mutamenti delle idee politiche inerenti il sociale e il lavoro (cyclesofhistory lo connette al comunismo).

Non ho potuto fare a meno di notare come il “Saturno Urano” è un ciclo che sembra andare in coppia col “Saturno Nettuno”: il primo della durata di 45 anni mentre il secondo della durata di 36 anni tra una congiunzione e l’altra. Il “Saturno Nettuno” è il ciclo delle lotte politiche; il “Saturno Urano” pare legato ai ritmi del capitalismo e delle democrazie occidentali (versus “resto del mondo”) mentre il “Saturno Nettuno” pare legato ai ritmi della lotta sociale e dei lavoratori e alle strutture politiche a essa inerenti. Il “Saturno Nettuno” combacia dunque con le vicende dell’URSS e il sapere ciò mi ha dato una certa sorpresa, in particolare quando poi mi è capitato di leggere al riguardo in un documento che si potrebbe definire come il “testamento” di colui ritenuto il maggior esperto di “astrologia mondiale”, André Barbault (guarda caso un francese come François Roddier e Gaston Georgel citati nell’articolo di settembre) (e come anche François Masson, il “matematico della storia”.)

Urano e Nettuno sono i pianeti più esterni del sistema solare (visto che dal 2006 Plutone non è più considerato un pianeta) e Saturno è Crono, il pianeta del tempo che mangia i suoi figli.

Urano venne scoperto a inizio anni 80 del XVIII secolo, subito dopo che vennero fondati gli USA e nel pieno del primo slancio del capitalismo industriale; Nettuno venne scoperto nella seconda metà degli anni 40 del XIX secolo, nel momento in cui nacque il marxismo (“il manifesto del partito comunista” nel 1848) e tra l’altro proprio poco dopo una congiunzione “Saturno-Nettuno”.
Basta vedere solo le date dei vari “Saturno-Nettuno” per rendersi conto di quanto abbiano a che fare con le dinamiche e i ritmi del sociale, del comunismo e in particolare con l’evoluzione dell’URSS: 1881-1917; 1917-1953; 1953-1988. Tra l’altro il 1988, l’anno di fine di quest’ultimo ciclo coincise con la fine del “Saturno-Urano” iniziato nel 1942.
Il “Saturno-Nettuno” iniziato nel 1988 finirà nel 2026, il “Saturno-Urano” iniziato nel 1988 finirà nel 2032.

Tenete a mente queste date perché tra poco, leggendo le parole degli astrologi Fabrizio Cecchetti e André Barbault, le rivedrete.

Intanto riportiamo le parole di un altro astrologo, Francesco Faraoni Curitti, la cui analisi ci mostra importanti coincidenze con il periodo temporale di cui ho parlato nell’articolo di settembre:

https://www.astroteosofia.it/il-sinodo-del-capricorno-2019-2020/

La Grande Congiunzione del 2020 riguarda e coinvolge i pianeti Marte Giove Saturno Plutone che transiteranno in momenti specifici nella simbologia zodiacale del Capricorno per poi concludere con la congiunzione GIOVE-SATURNO a 0° nello stesso momento che avverrà a Dicembre 2020. […] la Grande Congiunzione […] nel 2020 aprirà un ciclo che arriverà a compimento e a manifestazione nel 2040 quando – a mio avviso – inizierà ufficialmente una Nuova Era nella Coscienza della Terra, evento che faccio coincidere con il mese di settembre 2040 per via di una Congiunzione Dorata formata da Luna Marte Mercurio Venere Giove Saturno nella simbologia della BILANCIA che segnerà nell’orologio terrestre un momento X per tutta l’umanità.

In “Salvare i prossimi due decenni”, tenendo presente soprattutto le date dette da François Roddier e Yves Cochet, parlo di periodo impegnativo (diciamo “la fine dell’Inferno e l’inizio del Purgatorio”) dal 2020-2040 e di “Paradiso” o “nuovo Rinascimento” dal 2040 al 2060.

Un articolo su “Sirio” è stato scritto da Fabrizio Cecchetti quando ancora la “grande recessione” cominciata nel 2007-2008 era nel futuro prossimo. Cecchetti l’ha prevista abbastanza con precisione.

I più affezionati ed attenti lettori di Sirio forse ricorderanno i temi affrontati nei miei articoli sull’emergenza petrolio e sul movimento No-Global, ebbene in entrambi formulai una previsione finale piuttosto allarmante: sul futuro prossimo del mondo, attorno al 2010 (nel 2009 o al più tardi nel 2011), si sta allungando l’ombra di una gravissima crisi economica, finanziaria e produttiva.

Dal momento che l’articolo di Cecchetti parla di “capitalismo in affanno”, viene ovviamente citato il ciclo “Saturno-Urano”  e ci viene detto come il primissimo slancio del capitalismo industriale nei ’70 del ‘700 vide una super-congiunzione Urano-Nettuno-Plutone tutti quanti assieme a Crono cioè Saturno: proprio i pianeti dei cicli di 33-35-38, 36 e 45 anni che abbiamo visto avere massima importanza nel XIX e XX secolo e l’avranno nel XXI fino a inizio anni trenta.

Notare che Cecchetti a inizio anni 2000 prevede la grande recessione iniziata nel 2007-2008 poiché l’aspetto dei pianeti durante la crisi del 1929 è somigliante all’aspetto dei pianeti che nell’allora futuro ci sarebbe stato nel 2010-2014, i quali, come ben purtroppo ora sappiamo, sarebbero stati gli anni in cui la recessione si conclamò e morse di più.

[…] la crisi serpeggiante del capitalismo, dovuta all’avvicinamento del picco petrolifero e all’aumento dei disastri climatico-ambientali, deflagrerà in tutti i suoi aspetti economici più minacciosi proprio attorno al 2010.

E in quel 2010, a proposito di petrolio e di disastri, sarebbe avvenuto anche il versamento petrolifero nel golfo del Messico.

Successivamente Cecchetti, in quei lontani primi anni 2000, parla anche del 2020, e ci dà un po’ di speranza: secondo le sue previsioni potrebbero anche non avvenire i disastri catastrofici previsti da certi allarmisti:

Tuttavia possiamo coltivare una ragionevole speranza che l’umanità, dopo la botta tremenda subìta, prenda atto finalmente dei cosiddetti “limiti dello sviluppo” e che decida di correre al più presto ai ripari sfruttando gli aspetti planetari positivi successivi.

Il transito di Plutone in Capricorno, centrato dalla simultanea dissonanza del trio Urano-Saturno-Giove [configurazioni del 2020], sarà sotto molti punti di vista cruciale ed emblematico.

Dopo aver accennato a “valori pluto-capricornici” – i quali direi sono ben rappresentati da diversi personaggi del 2020! – e previsto anche come queste configurazioni prevederanno un’altrettanto intensa reazione di tipo ecologico-ambientalista (anche questo in atto!), Cecchetti conclude così:

Quale dei due scenari prenderà il sopravvento? Difficile dirlo. Ma se riusciremo a superare la seconda grossa e probabile crisi del 2020 (tripla congiunzione Giove-Saturno-Plutone in Capricorno), il mondo conoscerà nel 2026 un nuovo periodo di adattamento armonioso alle nuove condizioni energetiche. Sarà giunto il momento del trigono Urano-Plutone tra i Gemelli e l’Aquario!

“Dalla psicanalisi all’astrologia” di André Barbault.

André Barbault, uno dei più importanti esponenti dell’ “astrologia mondiale”, se non il più importante, si dilunga – in un testo che potrebbe essere considerato un suo testamento visto che morì di lì a non molto – su come abbia previsto astrologicamente in modo netto e ripetuto (fin da fine 60 inizio 70 del XX secolo) che il 1988-1990 – e in particolare l’autunno 1989 – sarebbe stato un anno di fortissima transizione per l’URSS e i paesi dell’est sotto il suo giogo. A più riprese Barbault si riferisce ai cicli “Saturno-Urano” e “Saturno-Nettuno” rispettivamente 1942-1988 e 1953-1988/1917-1953.

“Il mio fratello maggiore Armand ebbe allora l’idea di collegare quel clima rivoluzionario all’opposizione Saturno-Nettuno in corso, per via dell’associazione con la rivoluzione russa del 1917, avvenuta sotto la precedente congiunzione di quei due pianeti.”

In seguito Barbault approfondisce il ciclo di 36 anni “Saturno-Nettuno” facendolo diventare il suo primo studio astrologico mondiale approfondito.

“[rivoluzione del 1917] sotto la congiunzione, fondazione dell’Unione Sovietica al sestile, rottura tra Trotsky e Stalin alla quadratura, grandi opere di edificazione economica al trigono, e processi di Mosca, patto anti Comintern, guerra di Spagna, sotto l’opposizione.”

In quegli anni 40 del XX secolo, Barbault previde che il 1953 (anno dell’allora prossima congiunzione “Saturno-Nettuno”) sarebbe stato un anno di fondamentale importanza per l’URSS. E così fu: la morte di Stalin seguita da un periodo di turbolenza politica trasformativa che poi portò anche alle prime rivolte nei paesi dell’est sotto il giogo di Mosca.

“[…]Dato che il partito comunista russo è nato sotto la congiunzione del 1881, e ha conquistato il potere sotto quella del 1917, se ne deve dedurre che l’anno 1953 sarà importantissimo per l’URSS.”

In seguito, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 del XX secolo, tenendo presente il 1953, così si esprimeva Barbault:

«Forte di questo successo, mi si accorderà più credito se considero seriamente la prossima congiunzione Saturno-Nettuno del 1989 quale annuncio di una nuova svolta decisiva per il destino dell’Unione Sovietica o del comunismo mondiale?»

«Stalin muore sotto la congiunzione del 1952-1953, e l’URSS si trova in pieno cambiamento: inizia un nuovo ciclo che la conduce alla scadenza di capitale importanza del 1989.»

Dopo aver previsto in anticipo tutte le tappe, passo dopo passo dei rapporti URSS-resto del mondo, utilizzando le configurazioni celesti del “Saturno-Nettuno” da fine anni 50 a inizio anni 70 del XX secolo, Barbault, dopo aver anticipato l’inizio del declino dell’ URSS nell’opposizione 1971-1972, in quegli anni, nei suoi libri del 1967 e 1973!, scrive di come si sarebbe stabilito il destino nell’umanità nel XXI secolo proprio in quel 1989 in seguito alle congiunzioni Saturno-Urano e Saturno-Nettuno del 1988, con Giove in opposizione. Questo “grande appuntamento della storia” lo vede dopo “il grande sconvolgimento del 1982-1983” (accenno al “Saturno-Plutone” della “trasformazione violenta”?!) e inoltre fa anche menzione della congiunzione Urano-Nettuno del 1992-1993, ciclo la cui congiunzione successiva sarà nel 2165 e che viene visto da cyclesofhistory come rappresentante il rapporto tra idealismo e sviluppo tecnologico (il 1993 fu l’inizio di internet così come la conosciamo.)

21 anni prima del 1988-1989, in un suo libro del 1967, Barbault scrive così:

“Questo triplice incontro planetario, la riunione astrale più importante di tutto il XX secolo … con due rilanci storici … quello americano e quello russo, nella fattispecie del principio capitalista e del principio comunista … questi due gareggianti sono entrambi arrivati a fine corsa per l’ultima tappa del 1988-1989, alla cui scadenza il mondo tenderà a rinnovarsi per generare una società nuova.”

Per tutti gli anni ’70 e ’80, Barbault alle sue conferenze non fa che prevedere uno sconvolgimento storico decisivo a partire dal 1988. Spesso raccoglie scetticismo perché, ora è difficile ricordarsene col senno di poi, ma allora l’URSS, anche se in crisi, era comunque una superpotenza che appariva inamovibile.

Dal momento che mi son reso conto di quanto questo Barbault fosse esperto di “astrologia mondiale”, inutile dire che sono saltato dalla sedia quando ho letto la conclusione di quel suo testo che, come ho detto, potrebbe essere giudicato quasi un testamento. Tenendo conto di ciò che esposi in “Salvare i prossimi due decenni”.

“Già da più di un decennio mi è sorto un vivo interesse per la configurazione tanto gigantesca quanto imponente del 2026-2030, portatrice di un rinnovamento di civiltà, di un futuro da cui alla fine non può che scaturire il ritorno dell’astrologia.”

Dopo aver definito il 2020-2021 (con la triplice congiunzione Giove-Saturno-Plutone con la semiquadratura Urano-Nettuno) “un tempo universalmente caotico che colpisce tanto la natura quanto la società umana” [lo stiamo vedendo e temo lo vedremo ancora di più…], ecco però come Barbault conclude il suo testamento. Inutile dire che, tenendo conto di quanto già sappiamo, le sue parole sono impressionanti e meritano di essere riportate una a una:

La particolarità della svolta del 2026-2030 è rappresentata dalla centralità della congiunzione Saturno-Nettuno a inizio Ariete. Nucleo di convergenza del verbo nettuniano, priorità vitale rinforzata dal concorso di profonde basi saturniane. Entrambi hanno natura di Fondocielo: prevale l’interiorità, come i fondali oceanici o le profondità della crosta terrestre, con Psiche che all’occorrenza ha il sopravvento. Da qui il risveglio dei misteri della vita. Occorre considerare il calendario zodiacale associato a questa congiunzione. Già si dà il caso che sia preminente l’ingresso in Ariete, ma sono tutti e quattro i pianeti – in triangolo tra loro – che si muovono come se volessero metamorfosare il mondo. Ci troviamo di fronte alla possibilità di un mutamento tale da far sembrare troppo debole i termini “cambiamento” o lo stesso “sconvolgimento” per definire l’ampiezza di ciò che potrebbe trasformare il mondo conosciuto.

Cari lettori, vi ringrazio per l’attenzione prestata a questo commiato astrologico.

Le elezioni politiche del 1948, le più allucinatorie di sempre

Ricordo quando nel lontano 1994 iniziò in Italia la cosiddetta “Seconda Repubblica”, dopo che tra il 1989 e il 1993 ebbe fine la “Prima Repubblica”.

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Almeno tre periodi della storia italiana riassunti in uno stesso manifesto.

La “Prima Repubblica” ebbe inizio poco più di quarantacinque anni prima, tra il 1946 e il 1948, in seguito al referendum Monarchia-Repubblica assieme alle prime elezioni post-belliche del 1946 le quali formarono la legislatura dei lavori parlamentari che portarono alla commissione che scrisse la Costituzione sulle cui basi si stabilì appunto la Repubblica.

Prima delle elezioni del 1992 – e soprattutto prima delle elezioni del 1994 – chi scrive fu da sempre abituato ad assistere a campagne elettorali alquanto istituzionali e, comunque, costantemente, fino alla fine degli anni ottanta, la comunicazione politica attraverso i mass media appariva sempre formale e talvolta anche un po’ paludata e ingessata nei suoi cliché e stereotipi da “servizio pubblico”

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Il manifesto “Vota comunista”, sempre lo stesso per almeno trentacinque anni.

Fino al 1989-1993 c’era questo sistema che sembrava non sarebbe cambiato mai: da una parte la Democrazia Cristiana e dall’altra il Partito Comunista Italiano.

Tutti gli altri partiti apparivano quasi come le eccezioni che confermavano la regola delle due colonne che sostenevano tutta la struttura politica, DC e PCI, ed entrambi erano referenti di superpotenze contrassegnate da sigle le quali si trovavano oltre confine, a ovest e a est, l’una potenza marittima l’altra potenza terrestre.

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Dal 1948 al 1988 non cambiava mai niente e la dirigenza politica della capitale, tra palazzo Chigi, Montecitorio, palazzo Madama e le sedi dei vari partiti, era sempre uguale a se stessa, soprattutto nei suoi formalismi e nella sua serietà ostentata.

Ogni appuntamento elettorale, dal 1953 al 1987, era scandito da figure ripetitive, da una specie di fotocopiatrice formale che, anche nel passaggio dal bianco e nero al colore, eiettava sempre le stesse copie, di manifesti elettorali e tribune politiche sempre uguali a se stessi.

Non solo la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista ma anche gli altri: i socialisti, i missini, i liberali, i socialdemocratici, i repubblicani…tutti usciti fuori dalla temperie del 1946-1953 e tutti ancora belli ingessati come manichini al loro posto per l’appuntamento elettorale del 1987, l’ennesimo di una lunga serie stereotipata e all’epoca apparentemente interminabile.

Perciò ero rimasto sbalestrato nel 1994, un po’ nel vedere che tutti i partiti quarantennali non c’erano più (a parte certi loro cloni malriusciti) e un po’ nel vedere che il tipo di comunicazione politica elettorale ai quali si accompagnava era praticamente saltato per aria e si avvicendavano figure che apparivano come showman e nuove strutture politiche che apparivano come qualcosa a metà tra degli show o delle squadre di calcio.

Abbiamo detto che le due colonne portanti DC e PCI e le restanti colonne laterali (PSI, PLI, PRI, PSDI, MSI) della Prima Repubblica uscirono fuori dagli appuntamenti elettorali 1946-1948.

In quegli anni era già presente il formalismo elettorale isituzionale che avremmo visto nei quarant’anni successivi fino al 1988?

NO.

Questa è una cosa su cui ho riflettuto recentemente ed è riuscita un po’ a stupirmi.

Così come all’inizio della Seconda Repubblica, anche all’inizio della Prima Repubblica vediamo una specie di pazzia invadere l’arena elettorale.

Questo si sarebbe esplicitato soprattutto in occasione delle elezioni politiche del 18 aprile 1948 ma già le elezioni del 2 giugno 1946, quelle per la legislatura dell’assemblea costituente, mostrarono anomalie che ricordavano più lo spettacolo umoristico piuttosto che la politica seria.

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Infatti una forza politica nata da una rivista satirica chiamata “L’uomo qualunque”, aprofittando della mancanza di prospettive elettorali per molti fascisti nostalgici, che non sapevano cosa votare visto che l’MSI non era ancora nato, era riuscita a raggiungere percentuali di voto tali da poter mandare una trentina di eletti alla camera dei deputati e quattro o cinque al senato della neonata Repubblica.

Se nella campagna elettorale di fine maggio 1946, DC e PCI non erano ancora troppo nemici poiché entrambi loro esponenti dovevano organizzare l’assemblea costituente, in quella dell’aprile 1948 lo scontro appariva come uno scontro tra il bene e il male, una questione di vita o di morte. O, almeno, veniva mediaticamente mostrato come tale. Anche perché i veri leviatani, i veri “deus ex machina” che manovravano le leve dei principali partiti ferocemente avversari, giganteggiavano oltreconfine, a ovest e a est, in tutta la loro titanicità e quelle elezioni erano scosse di assestamento di un ordine mondiale in formazione che poi sarebbe durato per quarant’anni esatti.

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Stabile, formale, istituzionale, ingessato e sempre uguale a se stesso per quarant’anni, anche dopo il passaggio dal bianco e nero al colore, anche coi primi personal computer e le prime cifre rosse al led.

La Prima Repubblica si inaugurò con la vittoria della DC a quelle elezioni del 1948 mentre dall’altra parte, quelli che furono poi i perdenti, PCI e PSI, si unirono in un’alleanza che quarantacinque anni dopo si sarebbe definita un “polo”: il Fronte Democratico Popolare.

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Il Fronte Democratico Popolare aveva come leaders il comunista Palmiro Togliatti e il socialista Pietro Nenni ma il vero leader di questo “polo” elettorale era nientemeno che GIUSEPPE GARIBALDI in persona.

Infatti, a quelle elezioni, il proverbiale simbolo della falce e martello (nel 1948 simbolo sia dei comunisti che dei socialisti) praticamente non c’era affatto sui manifesti, sui volantini, sui libretti e su tutta la propaganda varia.

La falce e martello era demonizzata dall’altro blocco contrapposto e avversario, dall’altro “polo”, quello dello “scudo crociato”, quello del liberalismo e del cristianismo contro il social-comunismo…quindi la falce e martello era sparita dal “polo” social-comunista ed era stata mimetizzata dietro una grande stella sormontata dal volto quasi fumettistico del leggendario “eroe dei due mondi” il quale, cosa strana, nonostante fosse una specie di guerrigliero rivoluzionario, comunque non si definì mai ne’ socialista, ne’ comunista e mi sa nemmeno “di sinistra” (anche perché ha sempre obbedito a uomini di stato tutt’altro che “di sinistra”).

C’è un che di straniante al pensare a quella lontana battaglia elettorale di più di settant’anni fa: da essa ne derivò tutto ciò che avremmo imparato a conoscere come una (Prima) Repubblica fondata su uno status quo istituzionale molto poco amovibile e fantasioso però i manifesti di quella primavera 1948 – forse una delle armi principali con cui si combattè quella battaglia – componevano una specie di realtà virtuale allucinatoria, uno psicodramma nazionale collettivo in cui sembrava di essere capitati in uno di quei film che anni dopo avrebbero fatto parte della serie “Guerre stellari”: il Bene era da una parte e la Morte Nera (anzi no, che dico, Rossa) dall’altra; strane figure cartoonesche orripilanti le si vedevano allungare le loro mani sull’Italia, provenendo dai lontani orizzonti dell’est e dell’ovest.

Comparivano eroi armati di scudi con la croce i quali difendevano la cristianità, la democrazia, il liberalismo, contro gli assalti dell’ateismo rosso mangia-bambini il quale avrebbe voluto rinchiudere in una specie di lager dei lavori forzati un’intera nazione cattolica occidentale fomentando amore libero e anti-religiosità e facendo si che i figli non fossero più dei genitori e delle famiglie ma direttamente di proprietà dello Stato.

Dalla parte opposta, gli avversari smentivano tutto questo, non mostrando alcun simbolo che avrebbe potuto spaventare un possibile elettorato social-democratico: nessuna falce e martello, stelle rosse, riferimenti all’Unione Sovietica.

La stella non era più rossa, ora era verde e non si diceva di votare Togliatti e Nenni ma direttamente Garibaldi! Era come un simulacro, qualcosa di vagamente somigliante a certi episodi di serie tv degli ultimi anni, in cui un personaggio di fantasia che compare solo alla televisione diventa a tal punto un beniamino della gente da finire poi a capo di un movimento politico che riesce a sbaragliare tutti.

Curiosamente, all’inizio della Seconda Repubblica, non solo ritroveremo di nuovo un bipolarismo selvaggio e spettacolare come mai si vide più da quarantacinque anni a quella parte (anche se mi sa con molto meno smalto!), ma ritroveremo persino la retorica comunisti-anticomunisti!

Quando ormai non aveva più ragione di essere.

“Elettori, io non ho niente a che fare con quello lì!”
Baffino e baffone.
“Il mostro rosso vuole il vostro sangue, ricordatelo!”
Voto cristiano contro il divorzio e il libero amore.
“Capovolgi e vedrai la frode.”
Contro i lacché scudo-crociati del presidente cecchino USA Truman, VOTA GARIBALDI.
Il perfido burattinaio Truman e i suoi burattini.
Garibaldi si toglie la maschera e sotto c’è Stalin-Mangiafuoco con Togliatti e Nenni che sono il gatto e la volpe mentre l’elettore Pinocchio corre dalla fata turchina democristiana.
“Anche la tua femminilità è affidata al tuo voto”
“Statali, altro che aumenti se viene baffone”.
“In questo segno vincerai”
“Bada De Gasperi, che nessun austriaco me l’ha mai fatta!”

Al seguente indirizzo è presente una serie di articoli di Luca Missero che analizzano i manifesti della campagna elettoriale del 1948 prendendo come riferimento la psicologia analitica di Carl G. Jung: https://www.storiadigitale.it/category/strumenti/testi-ipertesti-e-bibliografie/tesi/il-1948-nei-manifesti-elettorali-luca-missero/page/2/

Gatti di Schrödinger, cubi di Schrödinger e case dei fantasmi (cioè ne’ vivi ne’ morti)

https://brizdazz.blogspot.com/2019/04/schrodingers-cube.html

https://brizdazz.blogspot.com/2019/04/the-historic-renwick-mansion.html

 

[Ho tolto una buona parte delle immagini presenti nei post originali. Purtroppo il tizio australiano del blog “Just watching the wheels go round” ha l’abitudine – oltre che di aggiornare il blog molto forse troppo frequentemente, di incorporare un mucchio di video anche lunghi che nessuno guarderà e di divagare senza mai andare dritto al punto – di inserire un mucchio di immagini “simpatiche” (anche .gif animate), con l’intenzione di “alleggerire”, cosa che  invece, a mio parere…appesantisce, anche lo stesso scorrimento della pagina web.]

[Pensare che questi suoi due post presi insieme li ho trovati parecchio importanti e meritevoli di essere ampliati in un articolo tutto loro, che scriverei con piacere se ne avessi la possibilità e soprattutto la capacità.

“The Cube” fa parte di uno di quei film del triennio 1997-1999 che mostrano come in quel momento di fine secolo XX, il cinema hollywoodiano si trasformò in una specie di “stargate” per l’evoluzione della (in)coscienza collettiva formata dalla grande massa planetaria degli spettatori cinematografici dei film usciti da Hollywood: “The Truman Show”, “The Matrix”, “The sixteenth floor”, “Titanic”, “Armageddon”, “Deep Impact”, “The Big Lebowsky”, “Jackie Brown”…e me ne dimentico sicuramente altri, senza contare che persino il provinciale cinema italiano ci mise del suo, con “Nirvana” di Salvatores…e qualcuno potrebbe anche obiettare che quest’ondata psichedelica era iniziata da ben prima del post 1995, perlomeno da dieci anni, dai tempi di “They live”…

Solo ciò che viene mostrato dal tipo di “Just watching the wheels go round”,  quando fa notare come l’ambientazione in cui si muovono i personaggi del film (cioè il cubo) sia un solido in tre dimensioni composto in due dimensioni da una serie di sei quadrati che sono praticamente la croce latina su cui è basata la religione cattolica, meriterebbe sicuramente un approfondimento.

E anche la seconda parte, con la discussione sul film “Winchester”, film che si svolge nella casa più infestata di spettri di sempre, meriterebbe di essere ampliata coinvolgendo magari un po’ di cose che si trovano dentro i testi ai link seguenti:

http://covatamalefica.blogspot.com/2008/06/hauntology-1-visioni.html

http://covatamalefica.blogspot.com/2008/06/hauntology-2-filosofie.html

http://covatamalefica.blogspot.com/2008/06/hauntology-3-derrida-vs-fukuyama.html

http://covatamalefica.blogspot.com/2008/06/hauntology-4-spettri-e-suoni.html

http://covatamalefica.blogspot.com/2008/06/hauntology-5-altri-fantasmi.html

Articoli del web italiano da incorniciare – e penso nemmeno troppo conosciuti purtroppo – sulla fantasmagorica categoria filosofica di “hauntology” del filosofo Derrida come caratteristica sostanziale del post-moderno, soprattutto dal 1989-1994 in avanti. In alcuni punti di della serie di articoli qui sopra sembra persino essere profetizzata la vaporwave!

Tenendo presente ciò che leggerete e vedrete in questo post, la “hauntology” presentata in quei post di “La covata malefica” la possiamo vedere come il fantasma del gatto di Schrödinger (non uno zombi perché questi è “vivo E morto” mentre il fantasma è “vivo O morto”) dentro un cubo in cui siamo in trappola, fantasmi anche noi (e forse nel nostro caso pure zombi), un cubo in tre dimensioni che, reso in due dimensioni è nient’altro che la croce latina della religione cattolica ovverosia la matrice psico-storico-temporale in cui viviamo ormai da quasi duemila anni e non ne siamo tuttora usciti.]

Il gatto è vivo o morto?

Ho visto “CUBE” un piccolo grande film sul Netflix australiano durante il fine settimana di Pasqua, già da me visto negli anni ’90 in un cinema, ma appena uscito dalla proiezione, mi grattai la testa pensando che fosse si un film interessante, ma troppo strano … e poi me ne dimenticai.

Negli anni ’90 vidi il film pensando che qualche malvagio complesso militare-industriale stava usando una specie di progetto MKULTRA per giocare a gatto e topo su un gruppo di normali cittadini da utilizzare per un esperimento crudele.
Ma guardando di nuovo il film durante il fine settimana e dopo aver ascoltato il personaggio di Holloway borbottare diverse volte la frase “holy cats”, m’è venuto da pensare al film come a una rappresentazione del paradosso del gatto di Schrödinger in cui i personaggi possono essere vivi e al tempo stesso possono anche essere morti.

Il gatto di Schrodinger: un gatto, del veleno e una fonte radioattiva sono piazzati dentro una scatola sigillata. Se al suo interno un rilevatore (per esempio un contatore geiger) rileva radioattività (per esempio il singolo decadimento di un atomo), il contenitore del veleno si frantuma, rilascia il veleno e uccide il gatto. L’interpretazione di Copenhagen della meccanica dei quanti implica che dopo un po’ il gatto è simultaneamente vivo E morto. Eppure, quando si apre la scatola, si vede che il gatto è vivo OPPURE morto, non SIA vivo che morto. Ciò pone la questione di quando esattamente la superposizione quantistica ha termine e la realtà collassa in una possibilità o in un’altra.

Tale tipo di scenario ha reso per me il film molto più interessante in quanto suggeriva un genere di purgatorio in cui i personaggi non si trovavano più sulla Terra ma nemmeno nella “vita reale” dopo la vita.
Erano stati messi alla prova in qualche modo prima della prossima tappa del “viaggio dell’anima” e sarebbero stati ricompensati con l’ammissione in qualche tipo di paradiso (andare verso la luce) , oppure puniti dentro un reame infernale, oppure ancora fatti sul piano terrestre per rinascere in un’altra vita ed essere messi di nuovo alla prova.
Il che mi ha ricordato una battuta ironica in cui uno dei personaggi a un certo punto s’è reso conto di girare in tondo … dentro un cubo ?!  

Sentirete il personaggio di Ren nel trailer del film dire “dai un’occhiata bene, perché ho la sensazione che qualcuno ci stia guardando ” e lo studente di matematica indossa anche quegli iconici occhiali con montatura tonda che gli danno quell’aria alla ‘Grande Gatsby’ .
Chiunque “sia stato” a metterli tutti quanti nel cubo, ha fatto però si di non portare via gli occhiali allo studente dimodoché li possa usare per leggere i numeri posizionati all’ingresso di ciascuna porta.

Thinking Outside of Time (or the Box) Pensando al di fuori del tempo (o della scatola)

Non che io mi consideri davvero dentro la cristianità (forse solo a un livello mistico esoterico), ma apprezzo che una croce latina fatta di quadrati possa agevolmente trasformarsi in una scatola chiusa, e viceversa;-)

A prescindere da qualsiasi cosa intendiate fare, vi consiglio di non mettervi a guardare i sequel; come qualcuno ha scritto, queste trame distruggono il primo film, con l’unico obiettivo di fare cassa.
Guardate la recensione seguente per sapere cosa intendo.

Penso che questi film sequel meriterebbero di essere cancellati e dimenticati.

E facendo un po’ di allarme spoiler, se avete intenzione di guardare il film, noterete che l’ultima stanza è una stanza rossa e se i prigionieri del cubo non ne escono in tempo mentre agisce da ponte, sono costretti a tornare indietro nel cubo.

C’ho anche trovato un po’ di sincro personali dal momento che il personaggio di Ren fa menzione del grande Houdini e m’è capitato di leggere un libro su di un illusionista-escapologista australiano il quale idealizzò a tal punto Houdini da andare a visitare la sua tomba.

[https://civiltascomparse.wordpress.com/2008/12/06/impossibilitato-a-postare-per-qualche-giorno/]

Ho recentemento scritto a proposito di Houdini e di Cosentino nel seguente post sulla Brexit e Halloween –

Britain is Trying to Do a Houdini on Halloween at the Beginning of a Mercury Retrograde? (La Britannia sta provando a fare da Houdini all’inizio di Mercurio retrogrado?)

Terence McKenna una volta disse, “l’universo è un puzzle, la vita è un problema da risolvere …”
[Terence McKenna: “Siamo ingabbiati dalle nostre programmazioni culturali. La Cultura è un’allucinazione di massa e quando tu esci fuori da questa allucinazione vedi tutto ciò per quello che è.”

Gatto dipinto nella Renwick Mansion
Fantasma- l’anima di una persona morta, uno spirito disincarnato, immaginifico, di solito dalla forma ombrosa ed evanescente, che vaga e non dà pace alle persone vive.

Il gatto di Schrodinger è VIVO/MORTO

A proposito del vostro gatto, mr. Schrodinger: ho da darvi una notizia buona E una cattiva.
M’è capitato di ascoltare l’ultima puntata del podcast ‘Me & Paranormal You’ di Ryan Singer dove parla a proposito della Renwick Mansion
Sorridevo mentre nel podcast ascoltavo Ryan parlare della Renwick Mansion, specialmente quando all’inizio commentava un dipinto murale di Jane Freeman rappresentante un gatto.
Poi, tirandomi in ballo dal momento che ho rivisto di recente il film “CUBE” e scritto su di esso, Ryan inizia a parlare dell’importanza dei numeri primi in questo podcast.
Poi continua a parlare della sua interpretazione del ventitreesimo comedy show al Renwick Mansion.

23 Minuti?

I 23 MINUTI CRUCIALI: gli operai si sono dimenticati del fuoco fino a che era troppo tardi.

NON la Renwick Mansion tower
[Nemmeno questa è la Renwich mansion tower!]

[https://civiltascomparse.wordpress.com/2015/02/28/vertigo-o-leterno-ritorno-1/

https://civiltascomparse.wordpress.com/2015/03/01/vertigo-o-leterno-ritorno-2/%5D


Nato il 23 aprile.

[https://civiltascomparse.wordpress.com/2015/10/23/fantasilandia-e-i-due-tutti-vestiti-di-bianco/]


Nato il 23 aprile

42 Minutes (and More/Moore?-) with Jake Kotze on Sandra Dee’s Birthday? 42 minuti (e più?) con Jake Kotze sul compleanno di Sandra Dee?

hester”scoltando Ryan parlare della Renwick Mansion mi sono ricordato del trailer del film “Winchester” , che parla di una villa californiana costruita dalla vedova di Winchester per ospitare i fantasmi.
Ho notato che era presentato sul Netflix australiano, quindi gli ho dato una guardata subito dopo aver ascoltato il podcast di “Me & Paranormal You”.

Non ho potuto fare a meno di pensare al film “CUBE” con tutte le sue stanze, così come le stanze del film “Winchester” dove i “fantasmi” sono ospiti della loro ospite Sarah Winchester 🙂


13 chiodi in ogni porta per sigillare ogni stanza nel labirinto della casa di Winchester ?

Non ho potuto fare a meno di pensare che aprile è un mese…impegnativo, in cui c’è maggiore probabilità che accadano strani eventi nel mondo per qualche motivo.

[https://civiltascomparse.wordpress.com/2019/04/20/aprile-e-il-mese-piu-crudele/]

Terremoto e incendio di San Francisco nell’aprile del 1906.
Ispirato ad eventi realmente accaduti nella più infestata casa della storia.

Paranormal Investigator Lorraine Warren Dies on Holy Thursday? L’investigatore del paranormale muore nel giovedì santo?

Mi chiedo se Ryan si sia reso conto che quest anno il 20 aprile ricorreva il ventesimo anniversario dal massacro della Columbine High School ?

Non me ne sono reso conto quando vedevo  il film ‘Winchester’, ma è stato diretto da due fratelli gemelli della mia città natale di Brisbane e parte del film è stato girato nella Labassa mansion nello stato australiano di Victoria.


Una vetrata di vetro decorato nella Labassa mansion.

Labassa

Originariamente chiamato ‘Sylliott Hill’, è stato ribattezzato ‘Ontario’ nel 1880, tenendo presente il patrimonio canadese del nuovo proprietario Alexander William Robertson.
Ha fatto ristrutturare la villa in stile Secondo Impero francese commissionando all’architetto tedesco John AB Koch la ristrutturazione della casa in una villa del XVI secolo.
L’interno presenta carte da parati dorate in rilievo, vetrate ornate e un raro soffitto a trompe l’oeil.

 

Ribattezzata Labassa nel 1904 ospitò l’élite di Melbourne fino al 1920 quando fu divisa in appartamenti.
I residenti includevano le prime star del cinema muto australiano di Hollywood e altri bohemien.
Labassa è la più lussuosa delle poche residenze del XIX secolo e gli interni magnificamente restaurati delle sale principali ancora impressionano tutti i visitatori.

 

Ciò che mi fa ridere quando la gente parla del [lo spazio]tempo come non  realmente esistente e che la morte è al di là del normale [spazio]tempo terrestre non è questo che rende noi esseri umani molto simili ai gatti di Schrödinger , né vivi, né morti?
Solo un pensiero fuori dagli schemi, così come mi piace pensare 😉

[Così come forse è un pensiero fuori dagli schemi anche vedere la nostra condizione post-moderna come somigliante alla condizione dei gatti di Schrödinger, ne’ vivi ne’ morti.]

Devo ammettere che mentre ‘Winchester’ vale la pena di vederlo, non è comunque all’altezza del film del fratello, ‘Predestination’.


The ‘Together Forever’ bullet in the movie ‘Winchester’ La pallottola “per sempre insieme ” nel film “Winchester”.
“Per sempre insieme”.

La cosa per me più strana è che nel film ‘Winchester’ il proiettile inciso con le parole ‘insieme per sempre’ gioca un ruolo centrale nel film e il giorno che vado a vedere questo film prendo il suddetto giornale di Brisbane che mostra quelle parole in prima pagina: non solo, ma leggo di una vicenda su un mio compagno di classe morto, mai più visto e sentito dai giorni di scuola.

Remember the Days of the Old School Yard? Ricordi i giorni nel cortile della vecchia scuola?

E sebbene io personalmente detesti le armi da fuoco, è vero che non sono loro ma le persone a uccidere altre persone.

E penso sia questo il problema reale di questo pianeta.