I cicli Saturno-Urano, Saturno-Nettuno e il testamento di André Barbault

16 01 2020

Nel settembre scorso avevo postato un articolo inerente un senso di certezza che mi sentivo di avere a proposito di ciò che succederà nei prossimi anni e decenni, a differenza di tante altre volte quando invece avevo mostrato di andarci con i piedi di piombo al riguardo.

In quel caso quel mio senso di certezza era dovuto a diverse profezie e narrazioni le quali mostravano in qualche modo come un certo numero di fonti che non si conoscevano l’un l’altra “videro il futuro nel passato”, per quanto in modo distorto e deformato.

E queste diverse e profezie e narrazioni indipendenti l’una dall’altra in qualche modo coincidono nello scenario di fondo.
Il quale scenario ci parla del crollo negli anni venti del XXI sec. dell’attuale mondo in cui siamo abituati a vivere e della nascita di un nuovo mondo radicalmente rinnovato qualche anno dopo a partire dal 2036-2040, un nuovo mondo che sarà all’apogeo nel 2050-2060.
Quell’immane cambiamento, quella rottura titanica che secondo diversi ci sarebbero dovuti essere intorno al 1999-2000 e in seguito, passata questa data invano, ci sarebbero dovuti essere nel 2011-2012, ci saranno – e stavolta sicuramente – negli anni compresi tra il 2024 e il 2030.

Il mio collega Teoscrive, come ben sa chi segue da tempo questo blog, è da anni che ha sviluppato una sua personale ricerca sulla timewave ideata da McKenna e implementata da Meyer, a cui parteciparono anche altri studiosi come Kelly e Watkins.

La timewave è un grafico frattale generato da un programma informatico e questo grafico è la mappatura sia dei “corsi e ricorsi” della storia sia dell’alternanza della prevalenza dell’abitudine sulla novità e della novità sull’abitudine. Secondo il modello della timewave gli avvenimenti registrati dalla storia conosciuta si ripresentano sotto nuove vesti e con intensità (magnitudine) diversa: il grafico sale quando è l’abitudine a prevalere e scende quando invece a prevalere è la novità.

La timewave è dunque tutta la storia lineare a noi conosciuta possibile, auto-ripetente e auto-somigliante come un frattale, la quale man mano che si avvicina al “punto zero” si ripete dall’inizio in maniera sempre più veloce. Più sono alte le cifre del grafico (più la linea sale) più l’abitudine storica si fa sentire, più sono basse le cifre del grafico (più la linea scende) più la novità irrompe. Fino al “punto zero” finale della timewave, l’abitudine appunto non giunge mai allo 0, ci giunge nel punto finale della timewave: ne conseguiva, secondo McKenna, che quando l’abitudine sta a 0, la novità sta a infinito e quindi in quel punto zero finale lì lo spazio-tempo della storia a noi nota finisce inaugurando un nuovo spazio-tempo storico che non ha più nulla a che fare con quello precedente.

Il “punto zero” all’estrema destra in basso collocato erroneamente da McKenna il 21/12/2012.

Il mio collega Teoscrive è da anni che conduce una sua personale ricerca sul grafico timewave in modo da collocare il “punto zero” in una data ben precisa. Abbiamo detto che il grafico frattale autoripetente della timewave c’è già tutto intero ma è privo di date: la difficoltà per il ricercatore è far sì di farlo coincidere con le date storiche del nostro calendario, “punto zero” finale compreso. McKenna aveva collocato questo “punto zero” il 21 dicembre 2012, la stessa data che per anni ci fu mostrata come la “fine del lungo computo degli anni” del calendario astrale dei Maya, ma abbiamo visto bene come quel giorno il tipo di storia che conosciamo non sia affatto finita, e quindi non era la data giusta. Meyer, colui che sviluppo con il computer l’idea di McKenna della timewave, stabilì invece come “onda temporale zero” l’8 luglio 2018 e anche in questo caso anche dopo quella data la storia è proseguita nella stessa maniera che sappiamo, senza alcuna discontinuità ne’ rottura di paradigma storico.

Il mio collega Teoscrive sulle prime pensava anche lui che il “punto zero” ci sarebbe stato in una data degli anni 10 del XXI secolo e quindi, come altri informatori alternativi, vedeva gli anni 10 come un decennio propizio per un evento o serie di eventi di magnitudo così grande da spazzare via il senso comune della storia.
Per ora non è andata così ma i suoi studi sulla timewave continuano. Un po’ ne è interessato anche chi scrive ma di sicuro non con la stessa fedeltà e assiduità del mio collega.

Può essere che il mio parziale disinteresse verso la timewave sia dovuto al fatto che le ricorrenze e le ripetizioni di eventi storici senza che ci sia dietro un senso o una narrazione riguardante le dinamiche della società e della civiltà mi lasciano piuttosto freddo.
Come ho detto più volte a Teoscrive, sono affascinato dalle possibilità che ci schiude la timewave: quelle di poter mappare lo spazio-tempo storico in un grafico, l’alternanza di abitudine e di novità come motore della storia, l’ipotesi di un “punto zero” finale in cui il ritmo solito della storia si conclude e inizia un ritmo nuovo completamente diverso da quello concluso…ma lungi da me mettermi lì, come fa lui – e lo ammiro – a scandagliare in lungo e in largo il programma timewave per sapere in quali ripetizioni storiche siamo, in che punto del grafico ci troviamo attualmente rispetto al punto finale.

Il “punto zero” della timewave viene ora collocato da Teoscrive tra il 2021 e il 2022, in particolar modo in diverse date del 2022.
Un anno vicino a quei 2023-2026 di cui ho diffusamente trattato nell’articolo di settembre.

Ora, recentemente, ho avuto modo di imbattermi in diverse fonti informative, di natura perlopiù ASTROLOGICA, le quali parlano di grandi sconvolgimenti e cambiamenti in un arco di tempo che va dal 2020 al 2040, proprio il ventennio di crollo-ricostruzione di cui ho diffusamente trattato nell’articolo di settembre.
In quell’articolo non facevo uso di riferimenti astrologici, perlomeno direttamente, ma confrontavo tra loro diverse fonti che potrei definire “profetico-narrative”: dalle profezie bibliche alle profezie “alla Nostradamus” a film e fumetti di fantascienza della seconda metà del XX secolo. Tutte con una cosa in comune: la metà degli anni venti del XXI secolo come teatro di cambiamenti immani, presumibilmente catastrofici. I quali però porteranno – più in là – a una nuova “età dell’oro” (dovuta anche a ritmi storici completamente diversi da quelli precedenti).

Nell’articolo in corso vedremo quanto abbia scoperto certe analisi di astrologia presentino elementi di vicinanza a ciò da me scritto nell’articolo di settembre.

Come ho scritto anche recentemente, questo non è un blog di astrologia, nonostante il mio collega Teoscrive, co-autore in questo blog, se ne sia interessato e qualche tempo fa abbia anche messo su un sito di “archeologia post-moderna” di sua invenzione. Però, l’interesse per tematiche quali i cicli della storia, la ciclologia, le sincronicità, il sincro-misticismo, la retro-causalità, il futuro nel passato, la meta-storia, la sincro-storiografia, è naturale che prima o poi faccia sì di incrociare anche l’astrologia. Naturalmente l’astrologia inerente i ritmi della storia, non certo quella di Paolo Fox.

Molto di recente, a proposito dell’assassinio del generale iraniano Soleimani, ho trattato dei cicli planetari Saturno-Plutone, quello 1947-1982 e soprattutto quello 1982-2020, il quale si è concluso il 12 gennaio.
E’ ormai da un certo tempo che mi interesso al ciclo Saturno-Plutone, interesse partito da un accenno che ne fece il mio collega Mediter in un suo articolo di inizio 2017, il particolare il “Saturno-Plutone” tra la congiunzione del 1982 e la congiunzione del 2020.

In cyclesofhistory.com il ciclo Saturno-Plutone viene definito “della trasformazione violenta”, avviene all’incirca ogni 33 anni (ma gli ultimi due “Saturno-Plutone” sono durati rispettivamente 35 e 38 anni) e quello 1982-2020 viene fatto coincidere con il fondamentalismo (islamico ma non solo) contro le forze spionistico/militari del “neoliberismo a guida USA-UK globalizzatore” (terza rivoluzione industriale), nel ciclo precedente 1947-1982 la “trasformazione violenta” è quella della guerra fredda in primis che poi muterà in contestazione, Vietnam e guerriglie; nel ciclo ancora precedente 1914-1947 il mondo dell’800 che non vuole finire genera tensioni di ogni tipo e due guerre mondiali; il ciclo ancora prima, quello concluso nel 1914 (iniziato penso con una congiunzione di fine ’70 dell’800) la “trasformazione violenta” è di certo dovuta al nazionalismo, imperialismo e colonialismo così come alle intensità della seconda rivoluzione industriale.

Fino a oggi, da buon “non astrologo”, non avevo ancora ben approfondito i cicli planetari e il loro legame (legame, non “influsso”) con gli avvenimenti storici.
Dai cicli come quello di 20 anni, breve ma considerato molto importante: il “Saturno-Giove”, ai cicli riguardanti cambiamenti di lungo periodo, come il “Nettuno-Plutone” di 493 anni (cambiamenti secolari della mente collettiva) e l’ “Urano-Nettuno” di 172 anni (che cyclesofhistory lo vede come caratteristico dei cambiamenti di mente collettiva dovuti allo sviluppo tecnologico), all’ “Urano-Plutone” di 139 anni, visto come inerente ai cambiamenti intellettuali.

Tornando al “Saturno Plutone”, mi ero troppo concentrato su di esso non tenendo in debito conto altri cicli che mi sono accorto essere importantissimi tanto da essere sicuramente stato in torto a trascurarli.
A tal punto non me ne sono reso conto da aver compiuto un errore in quel recente articolo, cioè di aver citato le guerre locali post-sovietiche e le primavere arabe (con la fine di Gheddafi) come caratteristiche del “Saturno-Plutone” quando invece lo erano di altri due cicli, quello “Saturno-Urano” della durata di 45 anni, ciclo che caratterizza il cambiamento dovuto al mutare degli assetti politico-industriali (e cyclesofhistory lo connette anche alla periodicità dei genocidi), e quello “Saturno-Nettuno” di 36 anni, che caratterizza il cambiamento centrato sui mutamenti delle idee politiche inerenti il sociale e il lavoro (cyclesofhistory lo connette al comunismo).

Non ho potuto fare a meno di notare come il “Saturno Urano” è un ciclo che sembra andare in coppia col “Saturno Nettuno”: il primo della durata di 45 anni mentre il secondo della durata di 36 anni tra una congiunzione e l’altra. Il “Saturno Nettuno” è il ciclo delle lotte politiche; il “Saturno Urano” pare legato ai ritmi del capitalismo e delle democrazie occidentali (versus “resto del mondo”) mentre il “Saturno Nettuno” pare legato ai ritmi della lotta sociale e dei lavoratori e alle strutture politiche a essa inerenti. Il “Saturno Nettuno” combacia dunque con le vicende dell’URSS e il sapere ciò mi ha dato una certa sorpresa, in particolare quando poi mi è capitato di leggere al riguardo in un documento che si potrebbe definire come il “testamento” di colui ritenuto il maggior esperto di “astrologia mondiale”, André Barbault (guarda caso un francese come François Roddier e Gaston Georgel citati nell’articolo di settembre) (e come anche François Masson, il “matematico della storia”.)

Urano e Nettuno sono i pianeti più esterni del sistema solare (visto che dal 2006 Plutone non è più considerato un pianeta) e Saturno è Crono, il pianeta del tempo che mangia i suoi figli.

Urano venne scoperto a inizio anni 80 del XVIII secolo, subito dopo che vennero fondati gli USA e nel pieno del primo slancio del capitalismo industriale; Nettuno venne scoperto nella seconda metà degli anni 40 del XIX secolo, nel momento in cui nacque il marxismo (“il manifesto del partito comunista” nel 1848) e tra l’altro proprio poco dopo una congiunzione “Saturno-Nettuno”.
Basta vedere solo le date dei vari “Saturno-Nettuno” per rendersi conto di quanto abbiano a che fare con le dinamiche e i ritmi del sociale, del comunismo e in particolare con l’evoluzione dell’URSS: 1881-1917; 1917-1953; 1953-1988. Tra l’altro il 1988, l’anno di fine di quest’ultimo ciclo coincise con la fine del “Saturno-Urano” iniziato nel 1942.
Il “Saturno-Nettuno” iniziato nel 1988 finirà nel 2026, il “Saturno-Urano” iniziato nel 1988 finirà nel 2032.

Tenete a mente queste date perché tra poco, leggendo le parole degli astrologi Fabrizio Cecchetti e André Barbault, le rivedrete.

Intanto riportiamo le parole di un altro astrologo, Francesco Faraoni Curitti, la cui analisi ci mostra importanti coincidenze con il periodo temporale di cui ho parlato nell’articolo di settembre:

IL SINODO DEL CAPRICORNO 2019 – 2020. Gli Eventi Collettivi nelle Grandi Congiunzioni di questi tempi.

La Grande Congiunzione del 2020 riguarda e coinvolge i pianeti Marte Giove Saturno Plutone che transiteranno in momenti specifici nella simbologia zodiacale del Capricorno per poi concludere con la congiunzione GIOVE-SATURNO a 0° nello stesso momento che avverrà a Dicembre 2020. […] la Grande Congiunzione […] nel 2020 aprirà un ciclo che arriverà a compimento e a manifestazione nel 2040 quando – a mio avviso – inizierà ufficialmente una Nuova Era nella Coscienza della Terra, evento che faccio coincidere con il mese di settembre 2040 per via di una Congiunzione Dorata formata da Luna Marte Mercurio Venere Giove Saturno nella simbologia della BILANCIA che segnerà nell’orologio terrestre un momento X per tutta l’umanità.

In “Salvare i prossimi due decenni”, tenendo presente soprattutto le date dette da François Roddier e Yves Cochet, parlo di periodo impegnativo (diciamo “la fine dell’Inferno e l’inizio del Purgatorio”) dal 2020-2040 e di “Paradiso” o “nuovo Rinascimento” dal 2040 al 2060.

Un articolo su “Sirio” è stato scritto da Fabrizio Cecchetti quando ancora la “grande recessione” cominciata nel 2007-2008 era nel futuro prossimo. Cecchetti l’ha prevista abbastanza con precisione.

I più affezionati ed attenti lettori di Sirio forse ricorderanno i temi affrontati nei miei articoli sull’emergenza petrolio e sul movimento No-Global, ebbene in entrambi formulai una previsione finale piuttosto allarmante: sul futuro prossimo del mondo, attorno al 2010 (nel 2009 o al più tardi nel 2011), si sta allungando l’ombra di una gravissima crisi economica, finanziaria e produttiva.

Dal momento che l’articolo di Cecchetti parla di “capitalismo in affanno”, viene ovviamente citato il ciclo “Saturno-Urano”  e ci viene detto come il primissimo slancio del capitalismo industriale nei ’70 del ‘700 vide una super-congiunzione Urano-Nettuno-Plutone tutti quanti assieme a Crono cioè Saturno: proprio i pianeti dei cicli di 33-35-38, 36 e 45 anni che abbiamo visto avere massima importanza nel XIX e XX secolo e l’avranno nel XXI fino a inizio anni trenta.

Notare che Cecchetti a inizio anni 2000 prevede la grande recessione iniziata nel 2007-2008 poiché l’aspetto dei pianeti durante la crisi del 1929 è somigliante all’aspetto dei pianeti che nell’allora futuro ci sarebbe stato nel 2010-2014, i quali, come ben purtroppo ora sappiamo, sarebbero stati gli anni in cui la recessione si conclamò e morse di più.

[…] la crisi serpeggiante del capitalismo, dovuta all’avvicinamento del picco petrolifero e all’aumento dei disastri climatico-ambientali, deflagrerà in tutti i suoi aspetti economici più minacciosi proprio attorno al 2010.

E in quel 2010, a proposito di petrolio e di disastri, sarebbe avvenuto anche il versamento petrolifero nel golfo del Messico.

Successivamente Cecchetti, in quei lontani primi anni 2000, parla anche del 2020, e ci dà un po’ di speranza: secondo le sue previsioni potrebbero anche non avvenire i disastri catastrofici previsti da certi allarmisti:

Tuttavia possiamo coltivare una ragionevole speranza che l’umanità, dopo la botta tremenda subìta, prenda atto finalmente dei cosiddetti “limiti dello sviluppo” e che decida di correre al più presto ai ripari sfruttando gli aspetti planetari positivi successivi.

Il transito di Plutone in Capricorno, centrato dalla simultanea dissonanza del trio Urano-Saturno-Giove [configurazioni del 2020], sarà sotto molti punti di vista cruciale ed emblematico.

Dopo aver accennato a “valori pluto-capricornici” – i quali direi sono ben rappresentati da diversi personaggi del 2020! – e previsto anche come queste configurazioni prevederanno un’altrettanto intensa reazione di tipo ecologico-ambientalista (anche questo in atto!), Cecchetti conclude così:

Quale dei due scenari prenderà il sopravvento? Difficile dirlo. Ma se riusciremo a superare la seconda grossa e probabile crisi del 2020 (tripla congiunzione Giove-Saturno-Plutone in Capricorno), il mondo conoscerà nel 2026 un nuovo periodo di adattamento armonioso alle nuove condizioni energetiche. Sarà giunto il momento del trigono Urano-Plutone tra i Gemelli e l’Aquario!

“Dalla psicanalisi all’astrologia” di André Barbault.

André Barbault, uno dei più importanti esponenti dell’ “astrologia mondiale”, se non il più importante, si dilunga – in un testo che potrebbe essere considerato un suo testamento visto che morì di lì a non molto – su come abbia previsto astrologicamente in modo netto e ripetuto (fin da fine 60 inizio 70 del XX secolo) che il 1988-1990 – e in particolare l’autunno 1989 – sarebbe stato un anno di fortissima transizione per l’URSS e i paesi dell’est sotto il suo giogo. A più riprese Barbault si riferisce ai cicli “Saturno-Urano” e “Saturno-Nettuno” rispettivamente 1942-1988 e 1953-1988/1917-1953.

“Il mio fratello maggiore Armand ebbe allora l’idea di collegare quel clima rivoluzionario all’opposizione Saturno-Nettuno in corso, per via dell’associazione con la rivoluzione russa del 1917, avvenuta sotto la precedente congiunzione di quei due pianeti.”

In seguito Barbault approfondisce il ciclo di 36 anni “Saturno-Nettuno” facendolo diventare il suo primo studio astrologico mondiale approfondito.

“[rivoluzione del 1917] sotto la congiunzione, fondazione dell’Unione Sovietica al sestile, rottura tra Trotsky e Stalin alla quadratura, grandi opere di edificazione economica al trigono, e processi di Mosca, patto anti Comintern, guerra di Spagna, sotto l’opposizione.”

In quegli anni 40 del XX secolo, Barbault previde che il 1953 (anno dell’allora prossima congiunzione “Saturno-Nettuno”) sarebbe stato un anno di fondamentale importanza per l’URSS. E così fu: la morte di Stalin seguita da un periodo di turbolenza politica trasformativa che poi portò anche alle prime rivolte nei paesi dell’est sotto il giogo di Mosca.

“[…]Dato che il partito comunista russo è nato sotto la congiunzione del 1881, e ha conquistato il potere sotto quella del 1917, se ne deve dedurre che l’anno 1953 sarà importantissimo per l’URSS.”

In seguito, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 del XX secolo, tenendo presente il 1953, così si esprimeva Barbault:

«Forte di questo successo, mi si accorderà più credito se considero seriamente la prossima congiunzione Saturno-Nettuno del 1989 quale annuncio di una nuova svolta decisiva per il destino dell’Unione Sovietica o del comunismo mondiale?»

«Stalin muore sotto la congiunzione del 1952-1953, e l’URSS si trova in pieno cambiamento: inizia un nuovo ciclo che la conduce alla scadenza di capitale importanza del 1989.»

Dopo aver previsto in anticipo tutte le tappe, passo dopo passo dei rapporti URSS-resto del mondo, utilizzando le configurazioni celesti del “Saturno-Nettuno” da fine anni 50 a inizio anni 70 del XX secolo, Barbault, dopo aver anticipato l’inizio del declino dell’ URSS nell’opposizione 1971-1972, in quegli anni, nei suoi libri del 1967 e 1973!, scrive di come si sarebbe stabilito il destino nell’umanità nel XXI secolo proprio in quel 1989 in seguito alle congiunzioni Saturno-Urano e Saturno-Nettuno del 1988, con Giove in opposizione. Questo “grande appuntamento della storia” lo vede dopo “il grande sconvolgimento del 1982-1983” (accenno al “Saturno-Plutone” della “trasformazione violenta”?!) e inoltre fa anche menzione della congiunzione Urano-Nettuno del 1992-1993, ciclo la cui congiunzione successiva sarà nel 2165 e che viene visto da cyclesofhistory come rappresentante il rapporto tra idealismo e sviluppo tecnologico (il 1993 fu l’inizio di internet così come la conosciamo.)

21 anni prima del 1988-1989, in un suo libro del 1967, Barbault scrive così:

“Questo triplice incontro planetario, la riunione astrale più importante di tutto il XX secolo … con due rilanci storici … quello americano e quello russo, nella fattispecie del principio capitalista e del principio comunista … questi due gareggianti sono entrambi arrivati a fine corsa per l’ultima tappa del 1988-1989, alla cui scadenza il mondo tenderà a rinnovarsi per generare una società nuova.”

Per tutti gli anni ’70 e ’80, Barbault alle sue conferenze non fa che prevedere uno sconvolgimento storico decisivo a partire dal 1988. Spesso raccoglie scetticismo perché, ora è difficile ricordarsene col senno di poi, ma allora l’URSS, anche se in crisi, era comunque una superpotenza che appariva inamovibile.

Dal momento che mi son reso conto di quanto questo Barbault fosse esperto di “astrologia mondiale”, inutile dire che sono saltato dalla sedia quando ho letto la conclusione di quel suo testo che, come ho detto, potrebbe essere giudicato quasi un testamento. Tenendo conto di ciò che esposi in “Salvare i prossimi due decenni”.

“Già da più di un decennio mi è sorto un vivo interesse per la configurazione tanto gigantesca quanto imponente del 2026-2030, portatrice di un rinnovamento di civiltà, di un futuro da cui alla fine non può che scaturire il ritorno dell’astrologia.”

Dopo aver definito il 2020-2021 (con la triplice congiunzione Giove-Saturno-Plutone con la semiquadratura Urano-Nettuno) “un tempo universalmente caotico che colpisce tanto la natura quanto la società umana” [lo stiamo vedendo e temo lo vedremo ancora di più…], ecco però come Barbault conclude il suo testamento. Inutile dire che, tenendo conto di quanto già sappiamo, le sue parole sono impressionanti e meritano di essere riportate una a una:

La particolarità della svolta del 2026-2030 è rappresentata dalla centralità della congiunzione Saturno-Nettuno a inizio Ariete. Nucleo di convergenza del verbo nettuniano, priorità vitale rinforzata dal concorso di profonde basi saturniane. Entrambi hanno natura di Fondocielo: prevale l’interiorità, come i fondali oceanici o le profondità della crosta terrestre, con Psiche che all’occorrenza ha il sopravvento. Da qui il risveglio dei misteri della vita. Occorre considerare il calendario zodiacale associato a questa congiunzione. Già si dà il caso che sia preminente l’ingresso in Ariete, ma sono tutti e quattro i pianeti – in triangolo tra loro – che si muovono come se volessero metamorfosare il mondo. Ci troviamo di fronte alla possibilità di un mutamento tale da far sembrare troppo debole i termini “cambiamento” o lo stesso “sconvolgimento” per definire l’ampiezza di ciò che potrebbe trasformare il mondo conosciuto.

Cari lettori, vi ringrazio per l’attenzione prestata a questo commiato astrologico.





Fantapolitica americana prossima ventura (addendum)

19 10 2012

Nel maggio dello scorso anno avevo profetizzato che i repubblicani USA avrebbero eletto Ron Paul come candidato sfidante di Barack Obama. E quest’ultimo avrebbe perso contro di lui alle elezioni del novembre 2012. Avevo visto questo come il ripetersi ciclico di un modello, a cui avevamo già assistito nel 1990-1991, nelle figure di Boris Eltsin e Mikail Gorbaciov.

La mia idea di un Ron Paul vincitore delle elezioni USA 2012 l’avevo rinnovata qualche mese dopo, in settembre.

Sappiamo che le cose sono andate diversamente. Ron Paul è stato “disarcionato” (in dei modi che hanno ricordato le “elezioni rubate” del 2000) e per sfidare Barack Obama è stato messo Mitt Romney.

Entrambi fanno parte dell’establishment, sono due pupazzi della cosiddetta “élite” che ha per fulcro le banche centrali private dei paesi occidentali, il complesso militare-industriale, organizzazioni religiose, dinastie reali. Dal canto suo, Romney pende ulteriormente dalla parte dei cartelli dell’oligarchia finanziaria internazionale neoiperliberista che ha dominato il mondo da trenta/trentacinque anni a questa parte.

Nell’agosto 1991 Mikail Gorbaciov appariva vittorioso contro la reazione della “vecchia guardia” del Politburo e del KGB che si era opposta alle riforme gorbacioviane con una specie di colpo di stato militare. Ma la vittoria dell’ultimo segretario del PCUS fu di breve durata, perchè, come sappiamo, venne spodestato nel giro di poco tempo dal presidente della Russia Boris Eltsin, il quale fece in modo – assieme ai presidenti di Ucraina e Kazakhistan – di smantellare la stessa URSS con un tratto di penna che venne reso effettivo alla fine dello stesso anno.

Vedendo la candidatura di Mitt Romney –  sostenuta dall’oligarchia finanziaria globale più conservatrice e retriva – come un alter ego della reazione golpista dei quadri conservatori in URSS nell’agosto 1991, e la possibile vittoria di Obama come una vittoria della parte più riformista del globalismo finanziario che ha per perno la BCE e la Federal – l’euro e il dollaro – possiamo immaginare quella di Obama come una vittoria di Pirro, la quale potrebbe sgonfiarsi presto, in seguito, per esempio, a un’azione di polizia internazionale (di cui si vocifera da diversi mesi) che mostri platealmente la corruzione intrinseca, e quindi l’illegalità, dell’attuale architettura monetaria transatlantica sulla quale si basa, tra l’altro il potere militare occidentale.

Quindi verrebbe invalidato il risultato delle elezioni con la Federal Reserve (che finanzia entrambi i candidati) messa sotto arresto e il “vittorioso” Obama sarebbe costretto a gettare la spugna nella situazione di emergenza che si verrebbe a creare. In tale scenario verrebbe smantellato il sistema corporativo USA (guidato dal cartello bancario privato) in vigore dal 1913, e ripristinata la Repubblica costituzionale del 1776, togliendo tutte le leggi anticostituzionali fatte dalle corporation, tra cui il famigerato Patriot act, un pacchetto di leggi restrittive e liberticide promulgate nel 2001 con la scusa della “guerra al terrorismo.”

Quindi, per fare un parallelismo tra gli avvenimenti dell’agosto 1991 che risuonano ciclologicamente con quelli del novembre 2012:

reazione dei conservatori del sistema 1991 (colpo di stato degli antiriformisti URSS) reazione dei conservatori del sistema 2012 (candidatura di Mitt Romney)
riformismo del sistema apparentemente vittorioso 1991 (Mikail Gorbaciov) riformismo del sistema apparentemente vittorioso 2012 (Barack Obama)
Capi provenienti dal sistema contro il sistema stesso 1991 (Boris Eltsin, Victor Chernomirdyn, economisti liberali) Capi provenienti dal sistema contro il sistema stesso 2012 (Ron Paul, Dennis Kucinich, guardia repubblicana, Oath keeper)
esito 1991 (smantellamento dell’URSS, che durava dal 1917) esito 2012 (smantellamento del sistema corporativo con a capo la Federal Reserve, che durava dal 1913)




Fantapolitica americana prossima ventura

13 05 2011
Considerate la seguente situazione archetipicadella storia: c’è un capo alla guida di un impero che è in crisi inarrestabile. Ed è stretto tra due opposizioni politiche opposte, la prima opposizione lo considera troppo conservatore, la seconda opposizione lo giudica troppo riformista. Tuttavia, il capo viene visto al momento attuale come l’unico che può mantenere in piedi l’impero. Poi succede qualcosa, il capo (carismatico, dall’eloquenza efficace e gli “occhi da buono”), è alla vigilia di un annuncio che punta a cambiare profondamente le cose. La seconda opposizione, ben sapendo cosa sta per succedere, si precipita a contrapporsi alla decisione del capo in una maniera energica, ma viene bloccata dalla prima opposizione – che sembra stare dalla parte del capo – e riceve sostegno da un POTERE ESTERNO all’impero. Tuttavia, l’intero sistema è così screditato che risulta ormai indifendibile dal capo il quale, spinto dalla prima opposizione, rassegna le dimissioni, rendendo di fatto l’impero non più esistente.Nel periodo 1990-1991, nell’allora impero sovietico, l’operato del segretario del PCUS era osteggiato da due opposizioni, a loro volta opposte. La prima opposizione, di cui facevano parte i liberali e la presidenza della Russia, accusava il segretario di non procedere abbastanza spedito con le riforme democratiche e di tenere troppo all’unità di un impero che non era più saldo e coeso come un tempo, la seconda opposizione, di cui facevano parte ampi settori del politburo, del KGB e del ministero della difesa, lo accusava di stare correndo il rischio, a causa delle riforme democratiche portate avanti troppo rapidamente, di un indebolimento del PCUS e dello stesso stato sovietico.
Quando, nell’agosto 1991, Gorbaciov si preparava a comunicare, dalla più alta tribuna del partito, che un nuovo patto tra le varie repubbliche le quali componevano l’URSS stava per essere firmato, e che avrebbe comportato una maggiore sovranità delle repubbliche (per giunta col PCUS mutato in senso socialdemocratico), un certo numero di appartenenti alla seconda opposizione – tra i quali il presidente del KGB Viktor Kryuchkov e il ministro della difesa Dimitri Yazov – fece si che Gorbaciov non potesse ritornare a Mosca dalla sua dacia in Crimea, in cui stava passando le vacanze prima di ritornare nella capitale per esporre il nuovo accordo tra le repubbliche per poi siglarlo e renderlo operativo. Gli organizzatori del colpo di stato, temendo che il potere gli sarebbe sfuggito dalle loro poltrone, fecero quindi blocco per mantenere le strutture dell’impero per far sì che il regime si mantenesse intatto, e dunque la loro posizione politica all’interno di esso. A questo tentativo di golpe si opposero i democratici e i liberali stretti attorno al presidente della Russia Boris Eltsin il quale, a bordo di un carro armato sulle strade di Mosca, rispose all’improvvisato e incerto comunicato dei golpisti letto dal vicepresidente dell’URSS Ghennadi Jenaev, con dei forti proclami al megafono di tornare indietro sulle loro posizioni perchè – dal momento che le immagini di ciò che succedeva a Mosca giravano in tutto il mondo tramite Tv come la CNN – la loro azione non sarebbe potuta andare avanti senza il sostegno dell’opinione pubblica internazionale.

L’impero sovietico, dunque, si autoscreditò in modo definitivo con quel tentativo di colpo di stato da operetta; il segretario del PCUS riuscì a tornare a Mosca dalla Crimea, ma il suo peso politico aveva ormai i mesi contati poichè il suo compito sarebbe stato quello di difendere una struttura statale desueta, con le repubbliche ex sovietiche che stavano per volersi staccare dall’orbita della capitale una dopo l’altra, e con il POTERE ESTERNO (USA ed Europa) che ormai designava come suo interlocutore nelle relazioni internazionali il presidente della Federazione Russa Boris Eltsin.

Gorbaciov si dimise in dicembre con un discorso storico alla Tv; dal punto più alto del Cremlino venne ammainata la bandiera rossa con la falce e martello gialla, e l’anno successivo si aprì con l’URSS che non esisteva più. Abbiamo visto in questo blog, precisamente in un articolo dello scrittore François Masson, come gli avvenimenti si ripresentano all’interno del flusso causato dall’ONDA TEMPORALE. Questo succede sia nel percorso di vita di un essere umano, sia in quello di organizzazioni più grandi, dalle famiglie alle aziende alle nazioni, alle relazioni tra queste. Un avvenimento ritorna puntualmente, certo sotto altre condizioni, ambienti e personaggi differenti, durata differente, magnitudo (ovvero intensità dell’avvenimento) differente. Ciò è legato, limitandoci alla terra, alla posizione che il pianeta ha in rapporto con gli astri in un determinato processo che coinvolge il guscio di distorsione spaziotemporale in cui siamo inseriti e siamo abituati a percepire la realtà che ci circonda, in cui ogni elemento muta in relazione a ogni altro elemento, attirato da diversi ATTRATTORI, e il maggiore tra questi si trova nel PUNTO CENTRALE della spirale spaziotempo, a cui si giungerà in una data imprecisata, molti pensano il 21 dicembre 2012 ma non è detto.

L’archetipo che abbiamo illustrato prima, il quale si è già manifestato verso la fine del XX secolo e si dev’essere senz’altro presentato in altri punti del tempo, della storia recente e antica e in diverse parti del mondo (naturalmente con livelli di magnitudine differenti), e vi è una linea di probabilità che ci dice si possa manifestare nuovamente in futuro.

Abbiamo un impero in crisi, un capo carismatico, e dalla loquela facile, che lo difende, e che viene osteggiato da due opposizioni. La prima opposizione vede il governo Obama come troppo propenso ad accettare che la Federal Reserve prosegua la linea dell’indebitamento-indebolimento dell’economia USA, con la finanziarizzazione slegata da questa e il dominio su cui è a capo, e che riguarda anche il mantenimento delle basi militari americane in gran parte del mondo. Inoltre, in nome della sicurezza non si oppone anche a una legislazione che ostacola i diritti garantiti costituzionalmente. Una figura che mostra chiaramente questo antagonismo politico a Obama è quella del deputato repubblicano Ron Paul. La seconda opposizione all’attuale amministrazione USA si sarebbe tentati di identificarla in una buona parte dei circoli conservatori-populisti-religiosi degli Stati Uniti, in Mitt Romney, Sarah Palin, o in magnati antigovernativi come Donald Trump e i fratelli Koch. Certo, questi gruppi hanno la loro importanza nell’osteggiare l’attuale inquilino della Casa Bianca, ma riteniamo come zoccolo duro di questa seconda opposizione i personaggi facenti parte del potere decisionale il quale fa da tramite tra istituti di credito privati, l’industria degli armamenti e il non rilascio di tecnologie in grado di scardinare l’attuale sistema monetario-economico, tecnologie presumibilmente legate al fenomeno UFO, costantemente tenuto al livello più alto di segretezza da oltre sessant’anni.

Cosa può succedere a un certo punto di quello che per noi ora è l’avvenire? Immaginiamolo, facendo un po’ di fantapolitica. Come candidato, le primarie del Great Old Party scelgono Ron Paul contro Obama, dal momento che sulla piazza repubblicana non si è trovato di meglio per i tempi che corrono, e la situazione per gli USA è diventata talmente brutta e problematica che tutte le riserve sulla spinta verso questa candidatura sono state gradualmente annullate (nel 2007-2008 si era giunti addirittura a voler quasi censurare certe apparizioni di Paul nei dibattiti Tv!).
Nello stesso momento, la spinta di una certa parte dell’opinione pubblica verso la fine del segreto nazionale sul fenomeno Ufo, in crescita ormai incontrollabile in seguito all’accumularsi senza fine di documenti, prove, avvistamenti, fenomeni anomali sempre più frequenti, costringe l’amministrazione statale di un impero indebolito e privo di futuro, a fare grossi passi avanti in proposito aprendo un dossier dopo l’altro, senza che mai la differenza tra informazione e disinformazione sia ben visibile. Ci si ritrova dentro una situazione che irrita sempre più una buona parte dell’intelligence e dell’establishment militare.

Nel frattempo, nazioni appartenenti alla NATO come la Germania, tendono a voler distaccarsene approfondendo il solco creato con la non partecipazione all’intervento in Libia. Questo anche a causa della forte crescita dei Verdi e la loro influenza sulle decisioni politiche dello stato guida della zona Euro che però ha assai meno fiducia della BCE e della sua valuta rispetto a un tempo. La nuova Germania ha idea di cominciare a ruotare nell’orbita di una direzione diversa, più verso l’Asia, assieme a un’altro paese NATO, la Turchia. Questa nuova atmosfera internazionale, alquanto movimentata, è resa tale anche dalla diffusione molto ampia di nuove idee (per esempio quella del “Movimento Zeitgeist”) che considerano la possibilità per la società globale di uscire dal sistema moneta-debito delle banche private e, fondamentalmente, di uscire dalla società del profitto e addirittura del denaro. Inoltre, vi è pure il blocco economico-strategico delle nazioni del BRIC (Brasile Russia India Cina) che, forte e influente com’è diventato, può permettersi adesso di fronteggiare l’impero decadente. Con il fantasma mediatico di Osama Bin Laden scomparso per sempre dai teleschermi e la “guerra al terrorismo” che perde di immaginario, gli USA si vogliono concentrare sulle faccende interne – in special modo la loro effettiva produzione nazionale di beni e servizi, le loro esportazioni – e vedono che è un disastro.

Pochi ricordano il George W. Bush che dibatteva con il rivale Al Gore nelle presidenziali 2000, e mostrava di essere piuttosto isolazionista – in linea con la vera tradizione del suo partito – e affermava cose come “promettere di riportare indietro i marines dai Balcani”. Ebbene, quando Ron Paul parla di ridurre i problemi finanziari togliendo le tende dalle basi militari sparse in giro per il pianeta, è in linea con questo tipo di pensiero, che mostrava anche di avere il Bush prima del 2001. A differenza di quest’ultimo, però, va a testa bassa contro le politiche dell Federal Reserve, fino ad augurarsi il suo scioglimento.


Dunque, fantapolitica: un giorno qualsiasi della primavera o estate 2012. Dopo una faticosa e lunghissima trattativa (come quella che Gorbaciov fece nel 1991 con i rappresentanti delle varie repubbliche dell’URSS) il presidente Obama decide una data per annunciare agli Stati Uniti QUALCOSA DI INAUDITO (questo febbraio la Commissione per le comunicazioni federali, FCC ha detto che prossimamente ci sarà un test del sistema di allerta chiamato EAS, che copre ogni possibile mass media compresi telefoni e cellulari, inviando milioni di messaggi e sms preregistrati). Conoscendo in anticipo le intenzioni dell’amministrazione Obama, vi è una reazione del genere “colpo di stato” proveniente da settori della Federal Reserve, della CIA e soprattutto dagli ambienti delle “operazioni segrete” – o Black Ops – legati agli esponenti dell’élite che spingono per l’edificazione di un Governo Mondiale in seguito all’allarme suscitato da un finto attacco extraterrestre da loro stessi preparato. I contenuti di ciò che sarebbe esposto pubblicamente da Obama, in seguito a una preparazione durata anni, farebbero saltare in aria i piani delle Black Ops, collegate al sistema finanziario e al sistema militare. Chissà, forse verrà fatto in modo che il presidente, impegnato in un viaggio o in una vacanza, NON ritorni a Washington nella data prevista per il discorso preventivato, tenendolo praticamente in ostaggio, tentando di ammazzarlo, oppure suscitando tumulti che potrebbero anche accelerare i cinici propositi mirati alla creazione di un regime militarizzato. Ricordiamo che tutto ciò sta avvenendo nel pieno della campagna elettorale per la corsa alla presidenza che vede come sfidanti Obama e Ron Paul.



Quest’ultimo, assieme ai suoi sostenitori mediatici – come per esempio Alex Jones – farebbe si di riuscire a riversare nelle piazze di Washington e New York migliaia e migliaia di persone, portando dalla sua parte anche forze di polizia, per opporsi in nome della “carta costituzionale dei padri fondatori dei primi tredici stati”, a questo colpo di stato organizzato dagli “irriducibili dell’impero globalista”, e sarebbe spalleggiato, forse non in modo esplicito, da un POTERE ESTERNO agli USA. Nello stesso tempo questa controreazione con a capo l’attuale deputato repubblicano alla Camera dei rappresentanti, sembrerebbe in apparenza stare dalla parte di Obama ma, una volta sgominato il colpo di mano degli “oscuri”, l’ex benevolo impero USA giunge a un tale grado di discredito internazionale che il suo ultimo difensore (e sembrava impensabile appena un anno prima!) PERDE clamorosamente le elezioni di novembre, e la vittoria del liberale Ron Paul fa si che lo scioglimento della Federal Reserve e lo smantellamento delle basi USA nel mondo divengano una realtà, e senza alcun bisogno di una “Guerra Mondiale contro la Cina” o catastrofi prossime venture del genere (come è avvenuto per il tracollo dell’impero sovietico, senza sparare un colpo.)
Inoltre, la fine del segreto sul fenomeno UFO e il rilascio di tante invenzioni criptate, nascoste – riguardanti soprattutto l’energia basata sulla forza nucleare elettrodebole, sull’antigravità e il punto zero – in precedenza mantenute segrete, farà sì che il turbine del cambiamento giungerà a un livello tale di distorsione rispetto allo stato di cose presente da rendere irriconoscibile rispetto a prima l’intera realtà, forse addirittura cancellando persino il ricordo dell’attuale – violenta – civilizzazione.

E’interessante notare come sia presente una specie di simbologia archetipica in tutto questo racconto. Il paleoconservatore Ron Paul intende vedere demolito l’impero foraggiato della Federal Reserve, un sistema nato nel XX secolo in seguito a riorganizzazioni di tipo politico-sociale ottenute attraverso la violenza delle armi, della finanza, dei mass media, ma non intende certo demolire gli Stati Uniti originari di George Washington, Thomas Jefferson, Benjamin Franklin, tutt’altro. Anzi, è l’idea originaria di “nuovo occidente al di fuori dell’Europa”, di “terra della libertà”, che la si vedrebbe risorgere trionfalmente, dopo essere stata seppellita da una visione del potere USA (peraltro sfruttato da organizzazioni non nazionali) proiettata in senso violentemente globale, in pratica come “gendarme del mondo” a cui tutti gli altri devono rendere tributo, e presente in maniera ossessiva nel discorso pubblico di tutto il mondo. La MULTIPOLARITA’ dei centri di potere del globo, portata alle sue conseguenze estreme, potrebbe significare che ognuno di questi – ora cosciente della sua forza ma anche dei suoi limiti – non avrebbe più alcun desiderio di creare “blocchi militari” in una realtà tanto globalizzata come l’attuale e quella che verrà, oltretutto se non ci fosse più necessità di combattere per accaparrarsi le risorse energetiche non rinnovabili in via di esaurimento. Ricordiamoci che l’ultima alleanza militare riconosciuta storicamente, cioè la NATO, risale a un periodo storico assai lontano, ovvero l’indomani della Seconda Guerra Mondiale, prima ancora della formazione degli arsenali nucleari, quando lo “spirito del tempo” era ben differente e il concetto, marcatamente storico e frutto di una mentalità patriarcale e gregaria, di imperi armati l’uno contro l’altro lo si poteva ancora considerare a livello economico, e di investimenti finanziari. Ora non più. Un’ultima considerazione: è in un certo senso affascinante vedere come dagli Stati Uniti, idee radicali e di rottura riguardanti la politica vengano da vecchi alquanto dinamici quali appunto il deputato texano Ron Paul, settantaseienne, e l’ingegnere ultranovantenne Jacque Fresco che abbiamo già avuto modo di citare. Possono essere figure come queste i “PADRI riFONDATORI” di cui l’America, e il mondo, hanno disperatamente bisogno? E il loro momento può giungere in pratica sul finire delle loro vite?