Il fenomeno delle icone massmediatiche simili morte nello stesso periodo.
Lady Diana Spencer e Madre Teresa di Calcutta.
Lady Diana Spencer e Madre Teresa di Calcutta. Entrambe icone contemporanee della dolcezza e dell’accoglienza, qualità femminile, ma anche qualità maschili, come la determinazione, l’instancabilità e il coraggio. Morte tra agosto e settembre 1997, a sei giorni di distanza l’una dall’altra. Grande eco mediatica globale all’epoca.
Robert Mitchum e James Stewart
James Stewart e Robert Mitchum, due grandi attori dell’epoca (PIU’ CHE) d’oro di Hollywood, nel pieno del moderno, più che grandi, semplicemente dei CLASSICI, che si manifestano una volta sola e, successivamente, possono esserci solo repliche e revival sempre più sbiaditi. Il primo morto il 2 luglio 1997, il secondo il 1°luglio dello stesso anno.
Michelangelo Antonioni e Ingmar Bergman.
Dieci anni dopo, Michelangelo Antonioni e Ingmar Bergman, due registi superclassici estremamente simili, di quelli che hanno cominciato la carriera col bianco e nero e conclusa col colore e magari col digitale; immancabili nei libri di testo dove si studia cinema e spesso accoppiati, dal momento che hanno sagomato un certo cinema introspettivo, esistenzialista e simbolico, in cui si riflette il disagio della civiltà industriale nei rapporti tra gli esseri umani della seconda metà del XX secolo. Morti entrambi il 30 luglio 2007.
Mi piacerebbe che chi passasse di qui riuscisse a indicarmi altri esempi di questo fenomeno che, sicuramente, ci saranno.
La nostra infelice dipendenza dall’essere guidati dall’ego, è diventata non solo la fonte del nostro proprio disagio, ciò sarebbe già abbastanza brutto, ma adesso è diventata la fonte di un grande malessere e disturbo per tutte le vite e le società umane sulla Terra.
Siamo fuori controllo.
Siamo dipendenti gravemente dalle cose.
E non possiamo fermarci.
E sappiamo, o dovremmo sapere, che non c’è abbastanza petrolio, metalli, ecc, sul pianeta, per fornirci ogni dipendenza dalle cose che dobbiamo avere per essere felici.
Abbiamo diffuso questo virus intellettuale dal polo nord al polo sud, dal Turkmenistan al Borneo, dall’Amazzonia superiore agli abitanti del Tagjikistan.
Dove ci porterà tutto questo?
Bene, finora ci siamo sollazzati come se ci fossimo trovati in un parco giochi senza fine.
Non c’è nessun serio piano sul tavolo per affrontare tutto ciò, per nulla.
Penso che nessuno tra noi immagina che la Storia possa andare avanti per altri mille anni, cioè, come sarebbe possibile pensando all’attuale stadio di crescita della popolazione, diffusione di malattie epidemiche, tasso di crescita esponenziale delle invenzioni e della connettività delle comunicazioni, esaurimento delle risorse, le condizioni dell’atmosfera…è impossibile concepire un altro millennio di storia umana.
Dunque, la Storia sta finendo.
La Storia è come un processo di gestazione, un tipo di metamorfosi, è solo un episodio nella vita di una specie.
Se pensiamo a un semplice esempio di metamorfosi, dal bruco alla farfalla, sappiamo che c’è un momento intermedio in cui il bruco si dissolve attraverso degli enzimi per poi ricostituire un tipo di organismo del tutto differente, con strutture fisiche diverse, diversi occhi, diverse gambe, un altro modo di respirare, con le ali (dove le ali prima non c’erano), con un altro modo di alimentarsi.
Questo è ciò che ci sta succedendo: la Storia è un processo di metamorfosi, è lo stadio detto “pupa”, inizia con una scimmia nuda e ha termine con una interfaccia tra l’intero pianeta e ogni singolo essere umano, in grado di rilasciare quantità di energia confrontabili con la luce delle stelle.
Tale processo ha una durata di 15-20.000 anni e, durante questo periodo, l’intero processo è sempre in bilico, ad alto rischio di fallimento, allo stesso modo di quando, dentro il bozzolo, il bruco non è più bruco e non è ancora farfalla, o ciò che accade al feto dentro l’utero, è un processo di gestazione, quando una forma di vita sta cambiando e sta diventando altro.
Se dovessimo mancare la palla, se dovessimo realmente fallire, dove migliaia di generazioni prima di noi non hanno fallito [per farci arrivare fino a qui], la magnitudine di questa tragedia sarebbe immensa, perché il fallimento non è inevitabile, non è scontato che dobbiamo fallire. Ci sono idee, personalità, tecnologie, disponibili già adesso che, se fossero realmente sperimentate e implementate, potrebbero salvarci dalle disgrazie da cui siamo assediati.
Non vogliamo che questo finisca in una discarica di rifiuti e quindi essere dominati da una tirannia, che può, come voi ben sapete, il modo in cui saremmo costretti a essere guidati.
Questo pezzo del gruppo dub-funk-ska-trip hop italiano, Casino Royale, risalente allo stesso periodo (1994-1995) dello spot pubblicitario presentato nel precedente post (bell’anagramma, spot, post), mostra come già da un bel po’ di tempo, in una buona parte del cervello collettivo, vi sia quest’idea che nel futuro, date le premesse che ci offre il presente, ci si debba attendere “IL PEGGIO”… Tra l’altro, il titolo dell’album, “Sempre più vicino”, da cui è tratto il pezzo in questione, si riferisce alla scadenza del 2000, che all’epoca era ancora nel futuro, un anno che, per molti, era visto come “il futuro” o anche “fine del mondo, apocalisse”, un po’ come sarebbe stato il 2012.
Dello stesso gruppo, degno di nota anche il brano – questo tratto dall’album “Dainamata” del 1993 – “Treno per Babylon”, che interessò molto il fu blogger Mondart, a cui glielo feci conoscere.
Buon ascolto.
Nel mezzo di un’eclissi Resi invisibili Non sento piu’ messaggi Non riesco a riceverli Nel bene virtuale Paludimentali Immuni dai problemi Indifferenti cronici E’ un mondo che che s’e’ chiuso in casa E mamma che ogni giorno va al lavoro da brava Non vedo non parlo e non sento I resti di scimmia che trovano un senso sento che Bum, bum! Casino Royale ho un sospetto nella testa Qui la Fede non basta Bum, bum questo non e’ il peggio ma la strada e’ giusta Qui la storia e’ questa Nessun ideale, zero meno, buco nero, niente Cibo per la mente nada Mediocrita’ ci domina Dimmi se mi sbaglio se e’ la verita’ Se ci chiedete come state Que’ sera’ sera’, que’ sera’ sera’ Pronti al peggio non c’e’ male Que’ sera’ sera’ e così sara’ La sicura casa europea non e’ piu’ sicura E qualche stanza brucia ahi E dalla serratura vedi tutto vale tutto Quello che non avresti mai voluto vedere Bum, bum! Casino Royale ho un sospetto nella testa E il meccanismo si guasta Bum, bum questo non e’ il peggio ma la strada e’ giusta E avere Fede non basta Esplode TNT, respiri DDT Perdi la partita con gli ipocriti Que’ sera’ sera’ e così sara’ Qualcosa forse peggio di questa realta’ Se ci chiedete come state Pronti al peggio non c’e’ male Que’ sera’ sera’, que’ sera’ sera’
Mi sono ricordato di questo spot, risalente al ’94-’95, ispirato a un fatto realmente accaduto, apparso, coincidenza, proprio nel periodo durante la prima guerra dei russi in Cecenia…
Interessante quando il ragazzino. alla fine dello spot, risponde: “Macché America!”