La mia spiritualità si evolve in meccanicismo a- religioso a- mistico a- animistico

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Da qualche settimana a questa parte mi sono deciso ad abbandonare quel sistema di pensiero che si era instaurato in me dopo la scoperta della teoria della timewave zero e del tempo frattale.
Per me era assolutamente affascinante perché interiormente sentivo che ci doveva essere un ordine, mi sembrava di avere fra le mani un nuovo mondo, un DNA universale e un puzzle da ricostruire.
Ma tutte le mie previsioni si sono rivelate errate e inconcludenti, e allora mi sono abbandonato al caos, il che e’ abbastanza destabilizzante.

Mi ricorda quel primo mese del 2013 dove ero reduce di quello che non avrei mai creduto potesse influenzarmi ( pre- timewave )…il flop e il nulla risultato dal Dicembre 2012.

Ora sono molto riluttante a riprovarci ancora perché so che ogni mio sforzo sarà probabilmente vano, e la mia mente si deve riadattare a un futuro vago e indistinto che può sempre prendere pieghe inaspettate, anche se credo ancora nella validità del ciclo dei 25 anni, 87 anni e quelli personali ( 3 anni ).

Ho bisogno di ordine. Non comprendo il disordine. Siamo esseri meccanici, siamo solamente gli animali più ” controllati ” del mondo. Anche se ci scontriamo con una parte del mondo che controllata non lo è’ mai stata.

La mia vita e’ accelerata di nuovo, dopo la lunghissima stasi che mi ha fatto quasi perdere la speranza, la marcia e’ cambiata, e tutto diventa più complicato, e mi ritrovo ad andare contro corrente, perché Mckenna diceva che il mondo sarebbe diventato sempre più complesso, connesso e intricato mentre io aspiro alle cose semplici, meccaniche e forse sto tornando ad essere più incline al lato scientifico- programmato della vita piuttosto che alla vaga disordinata spiritualità.
La mia mente ha svuotato di senso ogni religione, e sto perdendo l’ approccio al misticismo.

In fondo, siamo macchine. Androidi intelligenti e viventi, ma meccanici e non animistici. Siamo gli avatars di noi stessi.
Se devo credere per forza in qualcosa, preferisco credere che siamo una umanità frutto di se stessa, e che abbiamo deciso di crearci di nuovo per vivere esperienze umane infinite, come un enorme gioco di ruolo.
Preferirei questa eventualità rispetto a ogni altra cosa.
L’ umanità può fare ogni cosa, e la prova e’ che noi esistiamo in questo stato, e’ la prova che l’ umanità ha finito il Gioco Originale e ha deciso di creare delle succursali.

La Scozia riuscirà ad annettere l’Inghilterra?

La copertina del quaderno usato come ricettario da mia mamma, che da piccolo attirava stranamente la mia attenzione.
La copertina del quaderno usato come ricettario da mia mamma, che da piccolo attirava stranamente la mia attenzione.

Le elezioni britanniche del prossimo mese saranno particolarmente insolite. Non vi sarà solo l’UKIP del Nigel Farage totalmente contro l’Unione Europea e i laburisti di Ed Milliband che bloccarono l’operazione militare USA contro la Siria nel settembre 2013, ma anche il partito indipendentista scozzese di Nicola Sturgeon che, dopo il fallimento – quasi di misura – dei si all’indipendenza nel settembre scorso, é diventata una forza elettorale in grado di poter essere influente nel prossimo governo britannico, chiunque vinca.

Pensiamo che una possibile discontinuità nella linea spaziotemporale storica occidente-centrica in cui ci stiamo tuttora dibattendo, un possibile “cigno nero”, possa venire proprio da Oltremanica. In quel quadrante si stanno, infatti, accumulando molti segnali premonitori già da un bel po’ di tempo, pensando anche alle recenti inchieste-scandalo sulle reti pedofile ad alto livello insabbiate dalle strutture politiche dell’era Thatcher (la quale, guarda caso, iniziò la sua paradigmatica parabola politica venendo eletta a capo dei Tory esattamente quarant’anni fa.)

Cosa succederebbe alla popolarissima Union Jack se la Scozia riuscisse a essere indipendente dal Regno Unito? Già il fatto che circolano riflessioni del genere (sul “The Guardian”) è degno di nota.

http://www.williampfaff.com/modules/news/article.php?storyid=726

I Britannici potrebbero votare per uscire dall’Unione Europea e dalla politica estera degli Stati Uniti?

Le elezioni generali britanniche all’inizio del mese prossimo potrebbero rivelarsi significative per l’Europa, e anche per gli Stati Uniti, come per lo stesso Regno Unito. L’elettorato britannico deve fare una scelta senza precedenti tra i conservatori, i laburisti, i liberaldemocratici, i nazionalisti scozzesi, gli indipendentisti dell’ UKIP, che vogliono lasciare l’UE e i Verdi, per citare solo i partiti che possono avere qualche influenza sul risultato.

Questo emozionante caleidoscopio di scelta politica, per elettori abituati da quasi un secolo a votare solo per i conservatori, i laburisti, i liberali e una sinistra ineleggibile, offre un enigma per coloro che vorrebbero prevedere l’esito di quest’anno. Mentre scrivo, i conservatori e i laburisti sono così strettamente abbinati nei pareri degli elettori da rendere praticamente nulla alcuna differenza. Vincendo coi margini minuscoli suggeriti oggi, è quasi certo che chiunque vinca avrà bisogno di un partner di coalizione per costruire un governo. I candidati per questo ruolo sono i liberaldemocratici, che hanno condiviso il posto con i conservatori nell’attuale esecutivo uscente, ma che hanno sempre nutrito simpatie di sinistra e non sarebbe così scioccante se si unissero a un ipotetico nuovo governo di Ed Milliband con un riformato partito Laburista.

Tuttavia, ciò che i commentatori britannici trovano interessante è la possibilità che i nazionalisti scozzesi, di recente guidati da Nicola Sturgeon, potrebbe essere terzi (o anche secondi, ma senza un risultato abbastanza grande per essere l’opposizione ufficiale). E ‘ ora comunque il terzo partito in Gran Bretagna, con 110.000 membri, e potrebbe quindi pretendere un posto nella coalizione, ed essere abbastanza forte per marchiare le politiche del nuovo governo. In questo caso, la Scozia, dopo aver perduto l’occasione per l’indipendenza lo scorso anno, avrebbe però un’influenza irresistibile in un governo di coalizione britannico.

Poi abbiamo l’UKIP, il partito anti Unione Europea. O, per meglio dire, una dei due partiti anti-europei in Gran Bretagna, se contiamo le posizioni molto critiche verso l’UE del partito conservatore. La finanza, la City di Londra, e la pressione degli Stati Uniti mantengono il partito Tory un po’ scollegato dalla sua tradizionale posizione ortodossa pro-establishment: i suoi membri, in genere, detestano l’Unione europea, ma i suoi leader accettano le argomentazioni pragmatiche che l’economia manifatturiera britannica ha bisogno dell’Europa e sarebbe improbabile per l’alta finanza britannica tenere la sua posizione come principale concorrente al mondo di Wall Street, senza l’adesione all’UE. Infine, qual è il ruolo della Gran Bretagna se cessa di essere il cavallo di Troia di Washington in Europa e l’agente della sua influenza a Bruxelles?

David Cameron, Tony Blair, e tutti i loro predecessori del dopoguerra, han subordinato l’ orgoglio nazionale ai desideri di Washington. Lo hanno fatto perché ciò è quello che il loro Grande Uomo, Winston Churchill, aveva detto loro che devono fare, e perché Dwight Eisenhower minacciò gravi danni per la sterlina inglese se la Gran Bretagna, quando invase l’Egitto per il controllo del canale di Suez nel 1956, non avesse fermato il suo tentativo di libertà militare dall’America.

Churchill era convinto che la Gran Bretagna dovesse inventare e nutrire la special relationship con gli USA, anche se il suo paese aveva vinto la seconda guerra mondiale in Europa. Tenne contro Hitler, vinse la battaglia d’Inghilterra, controllò Rommel in Nord Africa, e vinse la battaglia di El Alamein, nel momento in cui i russi conquistarono Stalingrado; Dopo di ciò, Hitler non vinse più una sola battaglia.

Ma Churchill riconobbe che furono le masse di uomini e materiali americani a produrre il D Day in Europa (anche se l’impero britannico mise più uomini a terra in Normandia durante il D-Day rispetto agli Stati Uniti). Inoltre, Churchill prevedeva la special relationship come una relazione tra eguali dal punto di vista morale, come la Grecia con Roma. Washington vedeva ciò solo come una subordinazione essenziale della Gran Bretagna. Per questo motivo è molto interessante il fatto che il co-autore della biografia politica del leader laburista Ed Miliband, il corrispondente Mehdi Hasan, scrive nel New York Times che, nonostante l’infanzia di Miliband negli Stati Uniti e il tempo passato a insegnare ad Harvard, è stato un avversario coerente della politica estera degli USA e di Israele.

Dunque le elezioni di maggio potrebbero produrre uno (o più) esiti drammatici nelle relazioni transatlantiche e trans-canale della Manica. Il primo è il ritiro dall’UE da parte dei britannici. Questo è ciò che vuole il leader dell’UKIP Nigel Farage. Ma dopo una pre-campagna molto pubblicizzata, Farage sembra oggi più indebolito. Il suo dibattito alla BBC della scorsa settimana non è stato un successo. I critici hanno detto che è stato completamente oscurato dalla grintosa Nicola Sturgeon del Partito nazionale scozzese. Il leader Tory David Cameron, se vince, promette un eventuale referendum nazionale sul ritiro dall’Europa. Il sostegno popolare in Gran Bretagna per lasciare l’Europa è notevole, ma può svanire quando è il momento di confrontarsi con la realtà di un passo così drastico

Se vincono i laburisti, e formassero una coalizione con i nazionalisti scozzesi o liberaldemocratici, le principali conseguenze sarebbero domestiche, in politica economica e sociale, e nel ruolo della Gran Bretagna a Bruxelles.

Se Mehdi Hasan ha ragione, un governo guidato dai laburisti potrebbe produrre un serio cambiamento nelle relazioni tra UK e UE e tra UK e politica estera degli USA. Ciò potrebbe essere drammatico, infatti, dal momento che si inizia a capire negli Stati Uniti, così come in Europa, che la configurazione post-Seconda Guerra Mondiale delle  organizzazioni internazionali, e il potere sia economico che politico, sta spostandosi a est per via dell’influenza della Cina e della Russia di Vladimir Putin, e per via degli errori di calcolo dell’amministrazione Obama

William Pfaff

Repetita juvant? Mah… Il ritorno del Maurizio Costanzo Show e del Karaoke

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Ecco un bell’ esempio fresco fresco dell’esaurimento delle novità nell’attuale linea spaziotemporale, in cui ci stiamo tuttora trovando, e che sta perdendo sempre più propulsione, non riuscendo più a proporre nulla di nuovo, riempendo il presente di passato ripetitivo e annullando il futuro: il RITORNO di due trasmissioni tv che parevano defunte ma qualcuno, nottetempo, ha avuto idea di intrufolarsi nel cimitero, scavare le tombe, usare il defibrillatore e far ritornare in vita il MAURIZIO COSTANZO SHOW e il KARAOKE: due zombi provenienti, il primo dal 1982 il secondo dal 1994.

Vedere anche:

https://civiltascomparse.wordpress.com/2013/05/03/e-dopo-il-ritorno-di-carosello-torneremo-ad-andare-a-letto-presto/

https://civiltascomparse.wordpress.com/2011/10/10/il-male-torna-in-edicola-ed-e-subito-aria-fritta/

https://civiltascomparse.wordpress.com/2011/09/03/jazz-33-giri/

Black Mirror e Luis Quiles

Prossimamente, nuovo articolo (forse) sulla miniserie tv britannica Black Mirror e sull’opera dell’artista spagnolo Luis Quiles: ovvero, quando l’arte di qualità del nostro tempo mostra l’attuale involuzione in atto, dovuta ai catastroficamente incontrollabili eccessi delle tecnologie digitali della comunicazione.

Diaframma – Siberia

Il ghiaccio si confonde
con il cielo, con gli occhi
e quando il buio si avvicina
vorrei rapire il freddo
in un giorno di sole
che potrebbe tornare in un attimo solo.

Forse stanotte,
se avro’ attraversato
la strada che non posso vedere
poi in un momento
copriro’ le distanze
per raggiungere il fuoco
vivo sotto la neve.

I nostri occhi impauriti
nelle stanze gelate,
al chiarore del petrolio bruciato
e oltre il muro il silenzio,
oltre il muro solo ghiaccio e silenzio.

Aspettero’ questa notte pensandoti,
nascondendo nella neve il respiro,
poi in un momento diverso dagli altri
io copriro’ il peso di queste distanze…
di queste distanze… di queste distanze…
Di queste distanze…

Altri testi su: http://www.angolotesti.it/D/testi_canzoni_diaframma_7514/testo_canzone_siberia_277853.html
Tutto su Diaframma: http://www.musictory.it/musica/Diaframma