Vi siete mai chiesti come vivono gli adulti dagli anni ’80 in su questa invasione di Internet, e come si sentono ” quelli di mezzo ” che hanno fatto in tempo a godersi una infanzia piena senza Internet e senza cellulari e gradualmente verso i 13 anni hanno accettato qualcosa che suonava ancora come una novità assoluta, quelli come me, nato nel 1990 e usato il primo computer verso gli 11 – 13 anni e che si è visto regalare a 13 anni il primo cellulare…
Noi siamo gli ” ibridi ” che non accettano ancora pienamente questo mondo ancora un po’ alieno e alienante di Internet e che preferiscono ancora leggere su carta vera e attività dove Internet non è contemplato…
Pensate ai cellulari moderni, che distraggono la mente dal mondo circostante, riempiendoci di stimoli fino ad andare in overload, alle volte in cui non ci si guarda negli occhi, l’ usanza dei più giovani di parlare con tutto il mondo meno che con le persone accanto a loro.
Forse ci bastava il semplice telefono, che come la lettera, era più personale, più intimo, si sentiva una voce e non un blip del messaggio, si ascoltava il silenzio imbarazzato e consapevole, e non c’ era invece l’ attesa di chi magari sta facendo ben altro invece di guardare i tuoi messaggi…
Invece forse Internet ci aiuta un po’ di più, ci fa scoprire amici che mai avremmo potuto incontrare e mantiene il contatto costante fra le persone, permette di sentirci anche quando magari non ce la sentiamo di farci vedere, permette di sapere istantaneamente cosa succede dall’ altra parte del mondo e conoscere come comunicano le persone del mondo.
Quindi Internet unisce e ” ascolta “, il cellulare divide e distrae. Questa è la sostanza.
Ma non è ancora arrivata la ” transizione per tutte le transizioni “: quella si chiama realtà virtuale, e ve lo posso garantire. Entro i prossimi 25 anni o poco più, il turismo internazionale farà la fine del mondo della musica moderno post-you tube e si creeranno cyberspazi dedicati alla ricreazione di luoghi turistici, e soprattutto, vi garantisco che i giovani del futuro saranno sempre più silenziosi, imperscrutabili e distratti. Agli occhi di un anziano sembreranno tutti pazzi.
Questo perchè il futuro è della telepatia virtuale, con gadget e tecnologie che permetteranno di trasferire i propri pensieri come adesso facciamo con i dati, i documenti, il download e upload, possibilmente arrivando a trasmetterli sottoforma di immagini e addirittura ” video “.
Stiamo attenti a non perdere una buona parte della nostra umanità; la mente sta prendendo il posto del corpo, la mente sembra più interessante del corpo, e l’ uomo verrà sempre di più visto come una mente, una astrazione , piuttosto che come un corpo e una fisicità.
Quando la transizione ci permetterà di creare cybervillaggi, cybercittà, cybernazioni e soprattutto sempre più strane, alienanti, veloci e bizzarre cyberculture allora sarà tutto fatto. Perderemo il contatto con il mondo reale e concreto e ci perderemo nei meandri di un altro universo, quello delle realtà virtuali, mondi virtuali che immergono completamente la mente insieme ai sensi, alla personalità, come un buco nero.
Persino la nostra identità sarà strapazzata, scaricheremo le mentalità come le app di oggi, esiste già l’ idea, trasferirsi mentalmente nel corpo di un altro, la metamorfosi. Le menti verranno messe in vendita.
Forse resisteremo, torneremo ai bei vecchi tempi, ci saranno divisioni, ci sarà chi se ne andrà e chi rimarrà, forse sarà la natura a salvarci da noi stessi, e forse invece, di quella umanità che abbiamo creato e che quelli del Ventesimo secolo ricordano bene, rimarrà solo una immagine spettrale, come quella di un fantasma.