
La realtà si crea e progredisce in espansione dimensionale secondo le leggi del tre e del sette.
Il tre crea. Il positivo, il negativo e il neutro.
Il positivo assieme al negativo, in assenza del neutro, restano in stallo.
Il neutro dinamizza al punto da ingenerare universi negli universi.
Il sette ordina.
In un determinato livello o universo, o perlomeno in questo universo di cui abbiamo esperienza, il sette gestisce l’ordine con cui l’esperienza degli esseri senzienti si esplica.
Per trascendere la realtà cui soggiaciamo, ovvero subiamo, con le sue leggi conseguenti al sette applicato al tre, è necessario "cavalcare" la terza forza.
Le pratiche meditative, il vuoto, la mente-in-bianco, ecc., tendono a questo traguardo: la forza neutra. L’azione ondulatoria delle due forze primarie plus-minus costituisce il battagliare degli opposti, il DUALISMO.
Uscire dalla dualità, raggiungere il TAO, è una meta che richiede l’armonizzazione degli opposti mediante la forza neutralizzante.
Le due forze primarie si esprimono costantemente, qui e ora.
Attrazione e repulsione sono gli effetti evidenti nella psicologia umana.
"Mi piace", quindi attrazione.
"Non mi piace", quindi repulsione.
Il desiderio è la conseguenza di un impulso attrattivo.
La paura è la conseguenza di un impulso repulsivo.
Entrambe costituiscono una manifestazione della mente "lunare", o meccanica.
Con l’applicazione della terza forza, e con alcune pratiche destinate a modificare la struttura e la costituzione della mente, si ottiene il corpo mentale solare.
La mente solare è caratterizzata da una presenza costante nel qui-e-ora.
E’ cessata la fantasticheria. E’ cessata la chiacchiera mentale. E’ cessato il battagliare degli opposti, il dubbio, il sonnambulismo psichico.
Il desiderio è generato da un processo psicologico, che principia nella mente lunare, e poi entra in feedback con gli altri centri della macchina umana (emozionale, motorio, sessuale, ecc.).
La mente fantastica circa un evento futuribile. Anche se molto prossimo, immaginare l’evento ci sposta inevitabilmente dall’istante vivente. Ciò avviene in una frazione di secondo…
Se la fantasia è ambita, sorge il desiderio. Se temuta, sorge la paura.
Nel mio modo di intendere, la "paura" dovrebbe essere del tutto rimossa. Non credo possieda un utilità, ovvero non credo che l’utilità che se ne potrebbe trarre valga la grave perdita in termini di consapevolezza.
Il desiderio è proprio come dici tu, Rossano. Il rovescio della medaglia.
Infatti, è semplice comprendere che vivremmo meglio senza paura, ma altamente difficoltoso applicare la stessa filosofia anche al desiderio.
Ma possiamo forse comprendere la sua negatività se riflettiamo sul suo legame funzionale con la paura. Se desidero una donna, TEMO di non poterla raggiungere e avere. Se soddisfo il desiderio di possederla, TEMO di perderla. Se la perdo, TEMO che un’altra donna potrebbe produrmi lo stesso dolore… così via.
Se desidero che mia figlia si laurei, TEMO che ci ripensi, TEMO che si innamori e perda la testa, TEMO che voglia diventare una ballerina…
Se desidero il bene di mio fratello, TEMO che questi (secondo il mio intendimento) prenda una strada sbagliata.
Se osserviamo, ogniuno di questi timori porta ad una azione, e ad uno stato interno, disarmonico, distruttivo, negativo, paralizzante, non obiettivo …
Riuscire a desiderare qualcosa senza produrre timori, è come amare senza essere gelosi: è semplice, me comunemente impossibile. Solo con un cambiamento radicale nella forma di pensare sarebbe possibile amare incondizionatamente, serenamente, profondamente, e trasformare il desiderio in una forma di INTENTO, con il quale l’Uomo si trasformerebbe in cosmocratore, capace di manipolare il microcosmo.