La guerra lampo è imminente ( ? ) – Rievocazione seconda guerra mondiale 2017

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In questo articolo farò un rifacimento dell’ articolo sulla crisi di guerra dei 37 giorni di Febbraio …

https://civiltascomparse.wordpress.com/2017/02/14/timewave-zero-2018-la-guerra-dei-37-giorni-primavera-2017/

In un periodo che va dal 14 Aprile 2017 alla seconda settimana di Luglio 2017 si verificherà una crisi di guerra lampo che durerà all’ incirca 40 giorni e poi si tornerà a una situazione di guerra fredda ma intensificata. Siamo di fronte a una nuova fase della guerra mondiale che è cominciata nel 2001 ( ed è una cosa che non si può negare in qualunque modo la intendete voi E’ una guerra mondiale – punto ).

Questa sarà la fase più calda ed esplosiva, e poi tutto si raffredderà, e le tensioni saranno simili a quelle viste durante la guerra fredda e nel prossimo anno tutto cambierà e anche la fase di guerra fredda finirà.

GIORNO 0 – Sapremo quando la crisi sta per iniziare, quando ore prima le comunicazioni internet e telefoniche saranno temporaneamente interrotte per gli Stati Uniti o la Turchia, o la Russia, e aerei e navi e turisti e persone residenti all’ estero saranno chiamate a rientrare in patria il più presto possibile. Anche britannici e francesi saranno richiamati in patria.

GIORNO 1 – La guerra lampo inizia quando gli Stati Uniti intervengono militarmente in Siria con una invasione terrestre, oppure se la Turchia mette piede in Siria ( o in questo caso addirittura se la Turchia decide di invadere Grecia o Armenia ma è meno probabile per ora ). La Russia interviene a supporto della Siria. La Turchia potrebbe voler cominciare uno sterminio dei Curdi e potrebbe decidere di instaurare campi di isolamento in territorio Siriano.

DAL GIORNO 2 – Da ora è probabile che i vari bombardamenti della seconda guerra mondiale ritornino in forma moderna con attacchi terroristici, magari molto diversi da quelli più recenti, probabilmente con uso di esplosivi o droni…a rischio sono Praga e Finlandia in primis, nel frattempo la Turchia potrebbe decidere di mettere piede in un paese a scelta fra Azerbaigian, Iraq e Cipro.

DAL GIORNO 3 – Ancora, a rischio la Bielorussia e sempre la Finlandia, potenziale incontro fra ( Mussolini e Hitler – ? ) , il primo ministro Britannico annuncia che        ” ( Hitler ) ha perso il pullman ” ( da interpretare come – ha perso la testa – ma potrebbe essere interpretato come – è rimasto indietro ). A rischio attacchi Danimarca e Norvegia. La Turchia potrebbe avere a che fare con il referendum per eliminare il posto di premier e dare al Presidente potere assoluto. Ottenuto ciò, la Turchia potrebbe scatenarsi in invasioni e minacce, e i Turchi all’ estero in manifestazioni tentando una presa di potere e creando disordini in tutta Europa.

DAL GIORNO 4 – A rischio attacchi Francia, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Rotterdam e Bruxelles, Parigi, l’ attenzione dei media si sposterà di nuovo anche sui campi  per profughi in Europa, a causa di rivolte. Possibile colpo di stato in Francia e/o presa di potere da parte della minoranza islamica in certe regioni.

DAL GIORNO 5 – A rischio attacchi Inghilterra, possibile primo intervento di reazione armata Britannico contro la Turchia.

GIORNO 6 – La Turchia annuncia che vendicherà reazione armata nel suo territorio, e l’ Inghilterra potrebbe subire nuovi attacchi, e a rischio c’è anche la Norvegia. La Turchia mette piede in Grecia, che mette in atto forte resistenza.

GIORNO 7 – A rischio attacchi la Germania , l’ Ungheria e Romania si schierano con la Turchia, che potrebbe subire attacchi per rivendicazione da parte dell’ Europa. Intanto l’ Inghilterra interviene in Egitto per sbarrare la strada e ostacolare la Turchia, e l’ Inghilterra potrebbe ancora subire attacchi.

GIORNO 8 – La Turchia comincia la caccia ai Curdi, e potrebbe mettere piede in territorio Libico, ma l’ Inghilterra interviene contro di essa. Battaglia di Bengasi, rivolte e scioperi scoppiano nei Paesi Bassi.

GIORNO 9 – Colpi di stato in zone balcaniche ostacolano le prese di potere della Turchia, che però conquista Bengasi e avanza in Grecia, dove Atene capitola.

 GIORNO 10 – L’ Inghilterra interviene in Iraq, gli Usa dichiarano emergenza nazionale illimitata, e sia Inghilterra che Francia avanzano in Siria, mentre gli Usa chiudono l’ ambasciata Turca assieme ad altri paesi, fra cui Germania e Italia, mentre la Turchia si batte contro la Russia, incominciando una avanzata, con il supporto di Romania e Ungheria. Invece nei Balcani si organizza la Resistenza.  

GIORNO 11 – La Turchia organizza la sua ” soluzione finale ” per i Curdi, e Inghilterra e Russia intervengono in  Iran per ostacolare la Turchia.

GIORNO 12 – La Russia è colpita da un attacco ad armi chimiche e la Turchia lo rivendica, e comincia a fare prigionieri e ad eliminare i Russi, mentre il leader Iraniano è forzato a dimettersi e la Grecia organizza la Resistenza. Si verifica un massacro in Ucraina che scalda anche quel settore focolaio. La Macedonia organizza una guerra di liberazione del territorio.   

GIORNO 13 – A rischio attacchi è Mosca ora, dove potrebbe scoppiare un conflitto Russo – Turco, e anche la Bielorussia. Ma il tutto viene offuscato dall’ emergere di un nuovo campo di battaglia, perché la Corea del Nord attacca le navi militari statunitensi stazionanti nelle acque circostanti, e allo stesso tempo detona una bomba nucleare nell’ atmosfera sovrastante l’ Asia, provocando un black out generalizzato nell’ area di Hong Kong, Giappone, Shanghai, Filippine, Corea del Sud, Malesia, Thailandia e una parte di India. Nel frattempo , ma molto meno probabile, il Giappone e la Cina si contendono le Isole Kurili da tempo fonte di dispute.

GIORNO 14 – Anche le Filippine potrebbero quindi entrare in guerra, e la Malesia che tempo fa ha avuto una disputa con la Corea del Nord, mentre la Turchia compie massacri e deportazioni di Curdi. Singapore si arrende, e i Nord Coreani attaccano Darwin in Australia, e Los Angeles subisce un black out e un attacco da un ( oggetto non identificato ).

GIORNO 15 – Il primo ministro Britannico commenta il recente attacco della Corea del Nord contro la base navale alleata in Sri Lanka come ” un momento critico ” e come tentativo di replicare il precedente attacco alle navi militari statunitensi nelle acque Coreane.

GIORNO 16 – Si fa battaglia in Ucraina e in Russia, il Messico dichiara guerra agli Usa o alla Turchia, a rischio attacchi la Germania e la Turchia, mentre la Corea del Nord lancia un attacco shelling contro Sydney, mentre Usa ed Europa dichiarano guerra agli alleati della Turchia. Su internet si diffondono i video diari di una ragazzina islamica / Curda residente in un paese affine alla Turchia o in Europa.

GIORNO 17 – Cominciano deportazioni di turchi e migranti e isolamento in campi profughi per evitare rivolte, come anche per i Coreani residenti in Usa e Canada, il Brasile dichiara l’ entrata in guerra, e il Lussemburgo mette su uno sciopero generale.

GIORNO 18 – Scoppiano rivolte nei ghetti e nei campi profughi, e avviene una reazione armata in territorio statunitense o in territorio Turco.

GIORNO 19 – Ulteriori zone della Francia vengono assediate da migranti o islamici, o turchi residenti in Francia, mentre la Turchia subisce una sconfitta in Russia, e gli stermini e deportazioni Curde vengono ufficialmente rese note e riconosciute.

GIORNO 20 – L’ Iraq si rivolta contro la Turchia, mentre l’ Inghilterra conquista Tripoli e la Turchia si arrende in Russia. Intervento armato in Tunisia e la Turchia dichiara guerra totale contro avversari.  

GIORNO 21 – Incominciano massacri e violente rivolte nei campi profughi Europei, a rischio attacchi la Bielorussia, ma anche potenziale evento a Napoli.

GIORNO 22 – Incomincia una battaglia con carri armati in Russia, Statunitensi e alleati arrivano in Sicilia, mentre Roma potrebbe subire attacco, come anche Amburgo in Germania, e anche la Turchia. Potenziale arresto di leader, potenzialmente il Turco. La Turchia continua a perdere in Russia.

GIORNO 23 – Invasione in territorio Italiano da parte degli alleati, e resa di uno dei leader, anche se il Turco potrebbe essere liberato da raid. Rivolte violente a Napoli ed esplosione con potenziali vittime. L’ Italia dichiara guerra alla Turchia.

GIORNO 24 – Gravissimo massacro di Curdi, chiusura nei campi di contenimento di Rom e zingari, a rischio attacco Berlino, ma anche la Turchia. Potenziale evento a Bari, e potenziale massacro in Grecia.

GIORNO 26 – A rischio attacchi l’ Ungheria, possibili eventi in Italia.

GIORNO 27 – La Russia interviene in Crimea, Roma è in mano agli alleati, e anche la Turchia, gli alleati arrivano a liberare la Francia assediata da islamici e Turchi residenti, Londra subisce potenziale attacco missilistico, Turchia clamorosamente sconfitta in Bielorussia, potenziali eventi in Finlandia.

GIORNO 28 – La Russia libera la zona del baltico, continuano rivolte nei campi profughi, ma anche in Siria in modo simile alle Primavere Arabe, la Romania diventa un membro alleato, Parigi è liberata dall’ assedio.

GIORNO 29 – Bruxelles è liberata, Londra subisce ancora attacco missilistico, gli alleati arrivano ad Atene, e cade la prima città Turca.

GIORNO 30 – Potenziale evento esplosivo imponente in Inghilterra, forse accidentale, e inizia una guerriglia civile in Grecia.

GIORNO 31 – La Russia libera un campo di contenimento di Curdi esponendone le condizioni disumane. Erdogan ( ? ) fa il suo ultimo discorso pubblico. Conferenza di Yalta in Ucraina ( il conflitto Ucraino volge al termine con risoluzioni ), la Russia interviene a Budapest, e in una città Turca ( potenzialmente ) ( o si tratterà di un attacco alla Germania? ) avviene il gravissimo massacro / bombardamento che sarà come una Nuova Dresda ( 22/25.000 vittime ). Manila viene liberata. La Turchia passa agli Alleati.

GIORNO 32 – Terribile bombardamento colpisce Pyongyang, Corea del Nord, e fa 100.000 vittime. Erdogan ordina la totale distruzione delle infrastrutture per ostacolare il nemico che avanza, preso da Alleati un altro campo di contenimento Curdo. Si scatena una battaglia a Berlino, o più potenzialmente a Ankara / Istanbul, ed Erdogan concede la sconfitta in un bunker, mentre gruppi di partigiani della Resistenza assaliscono violentemente uno dei leader con la moglie, in fuga dal paese, mentre in alcune zone Europee gli aeroplani buttano giù cibo durante una situazione critica di scarsità di risorse.

GIORNO 33 – Per propaganda viene annunciata la morte del nuovo Hitler ” in combattimento fino alla morte contro i Russi “, mentre il Presidente Usa è TRUMan, mentre Ankara e Istanbul cadono e i Russi piazzano la loro bandiera su un edificio importante, Olanda, Danimarca sono liberati dagli assedi, e ci si occupa delle operazioni finali della guerra in Siria.

GIORNO 34 – La Turchia viene scomposta e divisa in 4 aree e si comincia a delineare i confini di un Grande Kurdistan. Le Filippine sono liberate, il primo ministro inglese potrebbe dimettersi e potrebbe avvenire un evento a New York. Gli Stati Uniti, d’ accordo con la Cina sin da inizio Aprile 2017, prendono una decisione cruciale e lanciano un paio di bombe nucleari sulla Corea del Nord , mentre il Giappone si arrende nella disputa delle isole con la Cina. Finisce il regime dittatoriale Coreano, anche se le società occidentali reagiscono con proteste, shock e indignazioni all’ uso di armi nucleari da parte degli statunitensi.

GIORNO 35 – Profughi Nord Coreani si riversano nella Corea del Sud creando una immane crisi e scompiglio generale. Si torna a una situazione di Guerra Fredda e si riflette sullo sconsiderato uso di armi nucleari in guerra. Viene stabilita una repubblica democratica con un governo fantoccio. Nei prossimi giorni i responsabili di crimini di guerra e contro l’ umanità verranno sottoposti a processo.

GIORNO 37 – Anche Ungheria, Armenia, Azerbaigian, Cipro, Grecia, Siria, Iraq, Iran, Georgia, Romania e Macedonia potrebbero subire scombussolamenti nel territorio, con confini modificati e potenziali suddivisioni simili al territorio Turco, ma solo alcuni paesi non tutti.

Cento anni di Number Station

Sono passati tre anni da quando citammo le cosiddette “Number station” in un post dedicato al fenomeno musicale della “Witch house”, e ricordo che ci ripromettemmo di parlarne in futuro (in un altro post che ora non riesco a rintracciare.)

A proposito di questo circuito dei brani Witch House-Grab nelle playlist di You Tube, mi è preso di associare questo fenomeno a un altro fenomeno, che si trascina da tanto tempo, qualcuno afferma fin dagli anni 10 del secolo scorso, ovvero le cosiddette NUMBER STATION, stazioni radio misteriose che hanno la particolarità di trasmettere unicamente delle voci che scandiscono numeri in diverse lingue (mai in italiano), intervallate da suoni e musichette strane. Nessuno è mai riuscito a venire a capo di cosa si tratta, nonostante le ipotesi al riguardo, perlopiù inerenti a messaggi elaborati in modo da non essere rintracciati e capire la loro origine, forse da parte di associazioni governative o paragovernative non ben identificate.

 

Dal momento che le prime tracce di questo fenomeno radiofonico si fanno risalire agli anni intorno alla Prima Guerra Mondiale – perciò si possono considerare le prime trasmissioni radiofoniche – sono esattamente cento anni che si possono captare queste stazioni radio che scandiscono numeri, voci, suoni, fruscii e musichette nell’etere.

Il fatto che siano misteriose, non identificate, e si pensi che dietro vi siano i servizi segreti, accresce il fascino di queste Number station, e il loro spirito è affine a un certo tipo di atmosfera che talvolta tento di creare in questo blog.

Tutto ciò che avrei potuto scrivere sulle Number station per presentarle adeguatamente, lo si può, per mia fortuna, già trovare nel seguente testo di un sito antibufala chiamato “CEIFAN, alieni e misteri”, testo che ripropongo integralmente.

Ciò che impressiona di queste Number Station è il fatto che dietro è evidente che ci sia un fine, una struttura, un progetto ben preciso (anche piuttosto esteso, pare), ma essi appaiono sfuggenti e alieni, non si riescono ad afferrare le finalità di tutto ciò, le si sospetta ma in modo confuso e in fondo poco soddisfacente e MAI risolutivo. Inoltre, diverse caratteristiche anomale della questione non fanno che renderla ulteriormente enigmatica e oscura.

Le parti del testo sottolineate sono quelle da me giudicate più attraenti.

 

http://ceifan.org/number_station.htm

Lo strano mistero delle number station radiofoniche

Premessa: adattato in parte da wikipedia e da qui

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Le numbers station sono stazioni radio in onde corte di origine sconosciuta. Generalmente le trasmissioni contengono una voce che legge sequenze di numeri, parole o lettere (usando talvolta un alfabeto fonetico), e spesso la voce è prodotta da un sintetizzatore vocale.

Possono essere individuati tre tipi di numbers station:
– stazioni in fonia, dove i numeri vengono pronunciati da una voce o da un sintetizzatore vocale;
– stazioni che trasmettono in codice Morse;
– stazioni che trasmettono apparente rumore.

In alcune stazioni, possono essere uditi toni di sottofondo. Si suppone che in questi casi la voce possa essere un aiuto per sintonizzare la frequenza corretta, mentre il messaggio codificato sarebbe inviato modulando i toni, forse usando una tecnologia come la trasmissione burst.

Viene usata un’ampia varietà di lingue, in particolare negli USA spesso sono udite in spagnolo, mentre in Europa le trasmissioni sono generalmente in inglese, tedesco o francese o ancora in lingue slave. Inoltre sono per la maggior parte femminili, più raramente maschili o infantili.
È convinzione non provata che queste stazioni vengano usate operazioni di spionaggio o di criminalità internazionale, ma non è mai stata trovata alcuna prova che dimostrasse queste ipotesi, e non c’è mai stata alcuna conferma dalle agenzie governative tra quelle che potrebbero gestire una numbers station.
Le numbers station presentano attività variabile nel tempo (sebbene alcune seguano palinsesti regolari) queste stazioni esistono da decenni ed era credenza comune che fosse qualcosa legato alla Guerra Fredda. Tuttavia, nonostante la fine della Guerra Fredda,  l’attività delle number station è leggermente aumentata proprio dall’inizio degli anni novanta.
Altri ipotizzano che alcune di queste stazioni possano essere legate ad operazioni di criminalità internazionale come traffico di droga. Questa ipotesi è la meno probabile, sia per le caratteristiche tipiche delle stazioni, sia per il fatto che per decenni hanno trasmesso impunemente: è quindi più probabile che siano collegate ad operazioni di organizzazioni governative, sebbene nessun ente o governo abbia ammesso di utilizzare una stazione di questo tipo.

In sostanza, sono state fatte numerose ipotesi sulla provenienza geografica di queste trasmissioni ma nessuna di queste ipotesi è risultata realmente dimostrabile.

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Il formato della trasmissione

Generalmente, le numbers station seguono uno schema di trasmissione semplice, nonostante vi siano molte differenze nei dettagli tra le stazioni. Le trasmissioni iniziano generalmente allo scoccare dell’ora o della mezz’ora.

L’inizio di una trasmissione (dal quale derivano spesso i soprannomi attribuiti alle stazioni) include un qualche tipo di identificatore riguardo alla stazione stessa e/o al designato destinatario. Questo può presentarsi sotto forma di un nome in codice di tipo fonetico o numerico (ad esempio Charlie India Oscar o 250 250 250), una frase o parola caratteristica (ad esempio Atención, 1234567890), e alcuni suoni musicali elettronici (ad esempio The Lincolnshire Poacher, Magnetic Fields). Talvolta, l’introduzione può anche indicare la natura o la priorità del messaggio che segue (ad esempio Charlie India Oscar-2 indicherebbe che non seguono messaggi). Spesso l’introduzione si ripete per un determinato periodo di tempo prima che inizi il corpo del messaggio.
Solitamente è presente una dichiarazione del numero delle sequenze di cifre nel messaggio, che successivamente vengono pronunciate. Le sequenze sono solitamente di quattro o cinque cifre o lettere fonetiche e sono generalmente ripetute leggendole due volte o ripetendo interamente il messaggio.

Queste comunicazioni, si suppone siano crittografati tramite un cifrario di Vernam; pertanto il contenuto di queste sequenze sarebbe indistinguibile da un gruppo di numeri o cifre generato casualmente. Alcune stazioni inviano più di un messaggio durante una trasmissione: in questo caso, alcuni o tutti i metodi di cui sopra vengono ripetuti con contenuti differenti.

Infine, dopo la trasmissione di tutti i messaggi, la stazione chiude la trasmissione in una propria modalità; solitamente viene inviata una forma della parola fine nella lingua usata dalla stazione (ad esempio end of message, end of trasmission in inglese; ende; fini; final; konec). Alcune stazioni, terminano con una serie di zero, ad esempio 000 000; altre invece terminano con musiche o vari suoni.
La tecnologia usata da queste stazioni per trasmettere le sequenze numeriche è stata sempre abbastanza scontata: comuni trasmettitori in onde corte con potenza da 10 a 100 kilowatt.

In realtà le onde corte sono ideali per una comunicazione solo invio, senza risposta, e quindi per mandare ordini o avvisi, perché si ricevono con una radio normale e non sospetta, non hanno bisogno di ripetitori in quanto vengono riflesse dagli strati alti dell’atmosfera e quindi viaggiano seguendo la curvatura terrestre raggiungendo qualsiasi luogo; è solo questione di potenza della trasmissione. Inoltre, sono complesse da localizzare: bisogna tracciare il segnale in base alla direzione da cui arriva con maggior potenza e poi triangolare.

Oltre alle trasmissioni vocali, ci sono anche quelle in cui i codici sono composti da toni o codice morse, e quest’ultime sono in aumento, queste number station non vocali hanno denominazioni particolari affibbiate dagli appassionati come Slot Machine, Squeaky Wheel, The Pip, Workshop. Curiosa è la Backward Music, le cui irregolari trasmissioni consistono in nastri musicali suonati al contrario. Sono state ascoltate trasmissioni in varie lingue europee, in russo, arabo, cinese, ma mai in italiano.

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Alcune caratteristiche dei messaggi

Oltre a quanto già detto finora, c’è da aggiungere che alcune number station hanno la caratteristica di inviare messaggi regolarmente, ad esempio ripetendolo ogni ora o ogni mezz’ora durante la giornata. Facciamo degli esempi su come sono alcuni tipi di messaggi:

– il messaggio  può avere dieci beep elettronici “Count 204, Count 204” (numero di gruppi) seguito dal numero di gruppi annunciato, edo gni gruppo si compone di 5 cifre, con una lieve pausa dopo le prime tre.

allo scoccare dell’ora, vengono trasmesse le prime note da una canzone popolare inglese per dodici volte, poi una voce ripete un gruppo di 5 cifre per dieci volte. Questo si ripete per 10 minuti, dopodiché una sorta di gong suona per tre volte, e inizia il messaggio, che dura 45 minuti. Alla fine, altri tre suoni di gong e di nuovo la musica. E’ curioso notare due cose: il messaggio ha sempre la stessa lunghezza; la voce, probabilmente sintetizzata, sottolinea la prima, terza e quinta cifra del gruppo.

– all’inizio dell’ora, rompendo il silenzio, la voce recita un gruppo di tre cifre per tre-quattro minuti. poi segue il messaggio, di lunghezza variabile.

– una sorta di sirena a tre note precede un secco “Achtung!” e il messaggio numerico che viene letto. Anche qui le frequenze e gli orari cambiano spesso, ma si è notata una certa regolarità annuale.

– il messaggio può cambiare voce pur rimanendo identico il segnale di inizio, ad esempio la “Swedish Rhapsody” (probabilmente polacca) anch’essa denominata dalla intro musicale, suonata da un carillon: fino al 1998 la voce recitante i messaggi era, o sembrava, una voce infantile.

– il messaggio può essere anche totalmente imprevedibile!

 

Spesso la voce che si sente è quella riconoscibile di programmi che riproducono voci sintetiche partendo da un testo scritto. Delle volte si sentono voci abbastanza strane, che sembrano lasciare trasparire una forte noia da parte di chi legge. Alcuni speaker tentavano di simulare un accento, per esempio, britannico, a volte con risultati poco convincenti, e non ne è chiara la motivazione, visto che un parlante nativo è in grado di smascherare una simile operazione.

Nei primi anni delle number station i messaggi venivano addirittura letti dal vivo, dato che si sentivano i rumori di fondo. Nei casi di messaggi registrati, si ritiene che la procedura standard fosse di far registrare allo speaker i numeri o le lettere che poi venivano incollati a seconda delle necessità. Questo viene fatto ancora oggi, ma con ben altri mezzi.

Finora nessuno è riuscito a decifrare anche un solo messaggio delle number station, infatti i codici numerici dei messaggi sono criptati in modo estremamente complesso, praticamente impenetrabile.

Visto il tipo di messaggi, si ritiene che ad ogni numero corrisponda una lettera, ma che ad esempio cinque cifre corrispondano ad una parola o ad una frase, indipendentemente dalla lunghezza di quest’ultime. In alcuni casi è possibile che invece sia il contrario, cioè che ad esempio quattro cifre corrispondano a una lettera, perché lo scopo sarebbe quello di dare una informazione importante che completa una informazione data attraverso un altro canale.

Esistono inoltre dei messaggi di lunghezza diversa che vengono spesso trasmessi in modo alternati ad altri, e sembrano presentarsi come dei falsi codici, come se volessero depistare e confondere chiunque tentasse di decriptare quelli corretti.

 

Alcuni aspetti oscuri della faccenda

Gli enigmi legati alle trasmissioni delle number station, che ricordo proseguono indisturbate da decenni, sono:

– non si conosce il motivo per cui vengono trasmesse e non si riescono a decifrare i messaggi inviati;

– non si conosce né il mittente e né il destinatario dei messaggi;

– non si capisce perché eventuali agenzie governative di vari Paesi del mondo dovrebbero usare tutte la stessa tecnica;

– non esistono number station in lingua italiana;

– il comunismo è morto ed è finita la Guerra Fredda, ma le number station continuano ad andare avanti;

con tutti metodi sofisticati oggi esistenti per trasmettere informazioni ad ipotetici agenti segreti non si capisce perché si continua ad usare il metodo delle number station;

nessuna agenzia governativa di spionaggio ha mai ammesso o lasciato ad intendere che vengano utilizzati questi metodi di comunicazione, neanche agenti segreti non più in servizio hanno mai dato alcuna informazione in merito, come se non ne sapessero nulla.

Di conseguenza, è possibile fare le più disparate ipotesi su chi c’è dietro alle number station, partendo dalle spie finendo a misteriosi organizzazioni internazionali, ed è probabile che questo mistero è destinato a durare a lungo visto che questo sistema di trasmissione fa si che è impossibile individuare mittente, destinatario, tipo di messaggio, area di trasmissione, area di destinazione, numero di persone a cui è rivolto e tracce che consentano di risalire alla fonte.

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Come ascoltare registrazioni delle Number Station

Qui è possibile scaricare ben quattro CD contenenti alcune registrazioni delle Number Station captate sulla radio:

http://irdial.hyperreal.org/the conet project/disc 1/

http://irdial.hyperreal.org/the conet project/disc 2/

http://irdial.hyperreal.org/the conet project/disc 3/

http://irdial.hyperreal.org/the conet project/disc 4/

 

Ecco il tipo di cifrario che si pensa possa essere utilizzato per i messaggi delle Number Station:

http://it.wikipedia.org/wiki/Cifrario_di_Vernam

 

Maggiori informazioni sulle Number Station:

http://www.spynumbers.com/numbers.tips.html   (in inglese)

 

Guida all’ascolto delle Number Station:

http://captainsonic.wordpress.com/2009/08/11/numbers-stations-guida-allascolto/

Il bombardamento atomico di Genova

1995

Correva l’anno 1995, esattamente dopo il conseguimento del mio esame di maturità, e tutto non sarebbe più stato come prima.

Immediatamente dopo il superamento della prova orale, lessi un articolo sulla rivista “Oggi” riguardante l’epidemia del virus Ebola in Africa, ed ero rimasto così impressionato dalle descrizioni horror dei sintomi e degli effetti sanguinosi della malattia, che mi sembrava quasi di sentirmela addosso.

Poi, andai in vacanza al mare in Calabria, furoreggiava la guerra dall’altra parte dell’Adriatico, in Bosnia e, forse per via del fatto che mi trovavo in un luogo diverso dal solito e, seguendo un po’ ciò che c’era scritto sulle riviste e i giornali riguardante questo conflitto, avevo cominciato a essere angustiato da immaginazioni sul possibile trascinamento dell’Italia in questo conflitto, con le battaglie che avrebbero insanguinato anche il nostro paese, cose a cui non c’eravamo abituati assolutamente, dopo tanti anni in cui si era stati abituati alla pace, e questo m’inquietava e non mi faceva stare tranquillo.

Inoltre, in quel luglio di diciannove anni fa, era esploso anche un ordigno in Europa, sulla metropolitana di Parigi, che aveva fatto morti e feriti, e vi erano, anche in questo caso, descrizioni impressionanti sui giornali (amputazioni di arti, ecc); di solito queste cose accadevano in Medio Oriente, in Israele, non in Europa; per un certo periodo, mi veniva da pensare a possibili esplosioni di quel tipo quando andavo sugli autobus, di ritorno dalla vacanza e, quando avevo udito uno strano ticchettare sotto l’automobile della mia famiglia, avevo subito immaginato alla possibilità di una bomba a orologeria.

Poi venne la GRANDE PARANOIA, quella delle armi nucleari. Infatti, in quell’estate 95, si commemoravano i 50 anni dalle esplosioni nucleari in Giappone e vi era tutta una diffusione di articoli al riguardo, che parlavano anche degli effetti di quelle armi e del loro rischio presente, compreso di analisi degli esperti e con tanto di mappe e cartine. E si parlava, ricordo un’intervista a Carlo Rubbia su “L’espresso” o “Panorama”, di come i rischi presenti, venuta meno la guerra fredda USA URSS, provenissero da paesi come l’Iran.

Precedentemente, non avevo mai riflettuto molto su questo argomento, non mi aveva nemmeno mai preoccupato più di tanto, forse perché non ci pensavo; quando vi erano state le grandi paure nucleari USA URSS degli anni ottanta, ero troppo piccolo e non potevo seguire questi argomenti, e la mia adolescenza l’avevo trascorsa in un mondo postmoderno, post guerra fredda, quei primi anni novanta dove la storia (e con essa anche il terrore dell’olocausto nucleare) sembrava essere finita, con la vittoria della globalizzazione a guida anglosassone, dove i terrori della guerra più distruttiva non sembravano più avere spazio.

Però, in quella seconda metà del 1995, in me sembrava essersi acceso un interruttore. In quello stesso periodo, oltretutto, i francesi, con la nuova presidenza Chirac, avevano ricominciato i loro esperimenti atomici nelle profondità del Pacifico, presso l’atollo di Mururoa. Una sera, sul Tg1, avevo anche visto un servizio dedicato a come gli USA avessero ricominciato a pensare allo “scudo spaziale”, un progetto risalente ai tempi di Reagan negli anni 80, e come, così diceva lo speaker, sembrava  fossero ricominciati di nuovo discorsi da guerra fredda. Questo “scudo spaziale”, nell’estate ’95, sarebbe stato destinato a difendere l’Occidente dalle “minacce terroristiche”, in particolare quelle inerenti il fondamentalismo islamico.

Sulla spiaggia, guardando le onde del mare sotto l’ombrellone, ripensavo a certe cose che avevo letto, un po’ di tempo prima, su un libro delle profezie di Nostradamus, riguardanti l’Apocalisse, la Terza Guerra Mondiale, che avrebbe preso fuoco dal Medioriente, coinvolgendo poi l’Occidente, la Russia e la Cina in quella fine secolo, e fine millennio, che si stava profilando all’orizzonte, il famoso 1999 (comparso anche in una quartina di Nostradamus dedicata al “Gran re di terrore” proveniente dall’Oriente.)

Eppure, come ho detto, in confronto a ciò che poi si sarebbe manifestato nei vent’anni successivi, le immense tensioni internazionali con Serbia, Israele, Iraq, Siria, Cecenia, Corea del nord, Iran, Pakistan, India, Afghanistan, la Libia, la Cina e la stessa Russia, quella metà degli anni novanta, con anche uno zeitgeist piuttosto improntato all’ottimismo generalizzato (basti pensare com’erano spumeggianti e piene di novità le radio all’epoca, con le superclassifiche dance che esplodevano di ottimismo estivo), era tranquilla, anche se, però, non era proprio così: rispetto ai due, tre anni precedenti, qualcosa si stava surriscaldando, qualcosa non era più come prima. Nonostante la globalizzazione del marketing multinazionale fosse nel pieno dei suoi “anni sessanta” (il periodo 1994-1997) captavo qualcosa “dal futuro”, e lo manifestavo con quelle immaginazioni paranoiche.

Riprendendo in mano libri e fumetti che parlavano di guerre mondiali prossime venture, bombardamenti atomici (tra cui un dossier sugli effetti di quelli a Hiroshima e Nagasaki cinquant’anni prima), ora ci facevo caso quando invece, precedentemente, non me ne interessavo. Ripeto, era come se mi si fosse acceso un interruttore nella testa.

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Mi immaginavo aerei che arrivavano a lanciare il loro carico nucleare nei cieli sopra la mia città, Genova, pensando agli effetti distruttivi oltre ogni immaginazione; infatti, in quel periodo, di notte su Raitre, avevo visto anche un film di Alain Resnais di fine anni cinquanta, “Hiroshima mon amour”, film particolarmente angosciante dove, all’inizio, vi è una carrellata spaventosa delle conseguenze del bombardamento del 1945 e, uno dei protagonisti, un giapponese superstite della tragedia, ai discorsi che fa la protagonista femminile, riguardanti il fatto che lei si è documentata bene e sa cos’è successo quel giorno, lui le risponde “Tu n’as rien vu à Hiroshima”, “Tu non hai visto niente a Hiroshima.”

Pensavo alla possibilità di un’esplosione atomica terroristica, magari dentro uno dei container nel porto, provenienti da chissà dove, spesso, quando vedevo un aereo, o il suono di uno di essi nei cieli, la mia preoccupazione aumentava. Mi dicevo che Genova poteva essere benissimo un target di un’azione di quel tipo, visto che era un po’ il corrispettivo occidentale di una città come Hiroshima, una città occidentale abbastanza famosa ma molto meno conosciuta nel mondo rispetto ad altre città italiane ed europee, e quindi PIU’ SACRIFICABILE.

Ricordo che, quando all’inizio di novembre di quel 95, vi fu l’edizione straordinaria dei telegiornali sulla assassinio del premier israeliano Yitzack Rabin, quindi un’azione gravissima, la quale poteva portare a un’escalation dal Medio Oriente, corsi quasi istintivamente alla finestra, guardando verso il cielo, come se avessi potuto vedere gli aerei che stavano sopraggiungendo, con il loro carico di morte da lanciare.

Ero abbastanza cotto. Provavo un clima interiore che sarebbe stato ben riassunto da libri di un paio di anni dopo, come “Codice Genesi”, già citato in questo blog, dove, nell’introduzione, veniva detto come, nonostante il mondo degli anni novanta sembrasse tranquillissimo e senza rischi e minacce, rispetto ai tempi della Guerra Fredda, vi era ancora eccome il rischio dello scatenamento di una Guerra Mondiale che, suggeriva quel libro con le sue “prove profetiche” dentro la Torah in ebraico, sarebbe cominciata con un’esplosione nucleare, però non certo a Genova ma in Medio Oriente, in Israele. Così come la Seconda era FINITA con l’esplosione atomica, la Terza sarebbe COMINCIATA così.

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Come se non bastasse, l’anno dopo, nel 1996, un anno tartassato da esplosioni kamikaze in Israele e da una tensione internazionale sotteranea che sembrava non esplicitarsi mai (forse per mantenere il clima da “anni novanta”), un mio insegnante di filosofia, parlando di questioni storiche e dei rischi di guerra per l’immediato futuro, s’era lasciato sfuggire una frase che non potei credere di aver udito dalla sua bocca:

“Certo, non intendo dire che dovremo attenderci un BOMBARDAMENTO ATOMICO DI GENOVA ma…”

Negli anni successivi, a più riprese, soprattutto quando tendevo a fidarmi ancora quasi totalmente dei media mainstream, mi preoccupai ancora per i rischi di guerra, i quali avrebbero potuto deteriorare la situazione internazionale fino alla Guerra Mondiale con armi termonucleari, ma non pensai più all’idea del bombardamento atomico di Genova, la città dove sono nato, dove vivo e, se non me ne fossi fuggito in tempo, sarei stato vittima.

L’anno scorso, però, intorno al 20 luglio, mi capitò di passare qualche giorno a dormire all’aperto, in una valle isolata, fuori dalla civiltà, ma sempre all’interno del territorio comunale, e, per qualche tempo, favoleggiai, dopo tanti anni, sull’INFAUSTO EVENTO riguardante la mia città. Mi dissi: “Pensa un po’ se ora io, assieme agli altri, siamo qui in campeggio, a venti chilometri dal centro, esplode la Bomba sopra un punto della città sufficientemente distante da noi per salvarci ed essere immuni dalle conseguenze (perlomeno quelle immediate), e noi siamo costretti a rimanere qui in questa valle isolata…”

Mi veniva anche in mente che, nei giorni intorno al 20 luglio 2001, vi furono gli avvenimenti del G8, e questa sarebbe potuta essere una combinazione significativa, esattamente dopo dodici anni. Un ritorno di un avvenimento simile a maggiore intensità e magnitudo, con Genova di nuovo alla ribalta internazionale, non certo per qualcosa di lieto, ma per qualcosa di fortissimo impatto psicologico globale. Come sarebbe, appunto, un’esplosione atomica.

Periodicamente, la città che venne definita con vari soprannomi, “Superba”, “Dominante”, sembra teatro di forti anomalie, le quali scuotono lo status quo, in particolare dell’Italia, ma non solo. Dalla “partenza dei Mille” nel 1860 al bombardamento navale inglese del 1941 (il quale sembrò un “ricorso storico” del bombardamento navale francese del 1684) ai disordini del 1960 e quelli, già citati, del 2001, e le periodiche, disastrose, alluvioni, dal quella del 1970, a quella del 1992, alla recente del 2011.

E poi l’anno scorso, quando una nave colpì un edificio del porto a forma di torre, provocando vittime.

Inaspettatamente, un’episodio di pochi giorni fa, mi ha fatto rispuntare la paranoia del 1995, come se si fosse aperto un “varco spaziotemporale” tra la mia mente di allora e quella di adesso.

Una sera, dopo il tramonto, ho notato una nube particolarmente illuminata dal sole, in un cielo azzurro-rosa, e l’ho fotografata. Il cielo e quella nube dovevano essere belli carichi di elettricità statica.

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Infatti, successivamente, quando si è fatto buio, in quella stessa zona del cielo, sopra un certo monte (zona che ho notato essere particolarmente interessata alle anomalie climatiche), hanno cominciato a sprigionarsi lampi. Sembrava la sequenza di un’esplosione atomica vista al contrario: PRIMA il fungo e POI il lampo.

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Ho immaginato che il famoso EVENTO si sarebbe manifestato nel prossimo agosto (il mese in cui il mio compare Matteo vede come propizio per lo scatenamento di grandi cose), quando sarò via da Genova per dieci giorni. Mi sarei trovato a non poter più tornarci per lungo, lungo tempo e, quando, magari dopo anni, ci sarei ritornato, non avrei più trovato nulla di ciò che era stato e delle persone che ci vivevano.

Mi domando, però, la ragione simbolica di questa paranoia – che s’è ripresentata, sebbene con intensità molto minore, dopo diciannove anni – cosa vuole davvero dirmi il mio inconscio, rendendomi sensibile e ricettivo a immaginazioni di questo tipo, e ho pensato a ciò che ha scritto recentemente il mio compare Mediter su un suo articolo, il millenario scontro Oriente-Occidente, lo scontro tra il sorgere e il calare del Sole, tra un mondo vecchio che non vuole morire e un mondo nuovo che non riesce a nascere.

Come ligure, io questo lo avverto in modo particolare, visto che, il posto dove vivo si trova A META’ tra Occidente e Oriente, infatti Genova si trova in mezzo alla Liguria, tra la Riviera di Ponente (Occidente) e la Riviera di Levante (Oriente) e io, tra l’altro, sono anche di un segno, la Bilancia, che richiama alquanto questa dialettica Est-Ovest.

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Questo essere bilanciata tra una direzione e l’altra, lo si vede anche nell’etimologia del nome della città, che, secondo la leggenda deriva da JANUS, il Dio GIANO, il Dio bifronte, come l’aquila bicipite, che guarda ad Est e a Ovest, stando nel mezzo.

La leggenda vuole invece che derivi dal nome del dio romano Giano, perché, proprio come il Giano bifronte, Genova ha due facce: una rivolta verso il mare, l’altra oltre i monti che la circondano. La tradizionale fedeltà della popolazione Genuate a Roma, risalente alle guerre puniche, ha reso inevitabile che successivamente, in epoca medievale, la tesi romana venisse presa in maggiore considerazione e che la città assumesse il nome latino di Ianua, derivandolo direttamente da Janus, ovvero Giano.

Gli antichi romani consideravano Giano come l’iniziatore dell’uso della moneta nella società ed il protettore di tutti i passaggi: della porta di casa, delle Porte di accesso alle città, dei porti e dei valichi (denominati appunto anche porte). Ciò trova un solido riscontro tutt’oggi nel fatto che Genova sia considerata e spesso chiamata “la porta d’Europa sul Mediterraneo”.

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Tra le nazioni importanti, la Turchia e, soprattutto, la Russia, sono nazioni particolarmente “GIANICHE”, con una faccia verso Occidente e una verso Oriente, ed è questo che le fa essere estremamente importanti per l’evoluzione dei cambiamenti geopolitici.

Dal momento che l’esplosione atomica è stata sempre vista come un secondo Sole che sorge sulla Terra, la si può anche vedere come una specie di ALBA.

Un’alba che sorge a Occidente. O forse – meglio dire – ne’ a Occidente ne’ a Oriente, ma NEL MEZZO. La Sintesi tra Tesi e Antitesi.

L’esplosione atomica di Genova, lungi (come ovviamente spero) dal profetizzare ciò che accadrà veramente, nasconde questa allegoria?!

 

 

Frankie goes to Hollywood – Two tribes (1984)

Direttamente dal 1984, ecco un eccezionale videoclip dei Frankie goes to Hollywood, una formazione synth-pop che furoreggiava nelle radio, nei juke box, e nei programmi Tv musicali, poco meno di trent’anni fa.

Formidabile l’inizio del videoclip, in cui si vede un montaggio di immagini e suoni di repertorio, campionati in un modo che anticipa quei brani di Paul Handcastle, come Nineteen, che uscirà l’anno successivo (condividendone anche un po’ lo spirito), o Pump up the volume di MARSS, che uscirà tre anni dopo, o Theme from S-Express, che uscirà addirittura quattro anni dopo!

“Two Tribes” mostra un tema di stretta attualità in quegli anni che a noi ora ci appaiono così distanti, anche se continuamente riproposti nelle radio nostalgiche: il tema della GUERRA FREDDA, della minaccia di guerra termonucleare tra due blocchi continentali e ideologici contrapposti, gli USA e gli URSS, la NATO e il Patto di Varsavia, il capitalismo e il comunismo. In quegli anni ottanta, infatti, era un tema tornato “di moda”, sia per gli strateghi militari del Pentagono e del Cremlino, sia per i mass media. Già allora si trattava di una specie di “revival”, di “remix” della molto più storica e classica guerra fredda degli anni cinquanta-sessanta. E, dopo la caduta del comunismo, ogni ritorno di “guerra fredda” sbandierato sui mass media è sempre apparso come un sempre più sbiadito e scolorito riferimento a cose già avvenute una volta per tutte. A precedenti storici irripetibili per davvero. Insomma, il postmoderno, in una delle sue caratteristiche più peculiari, ovvero la reiterazione-rielaborazione di un “moderno” non più davvero esistente, perchè superato dall’inflazione di immagini (come ben ci ha mostrato Andy Warhol) e di notizie.

Nel videoclip, dopo il suono delle classiche sirene che annunciano l’inizio della guerra termonucleare (come in questa scena di uno dei film di quegli anni sull’argomento, The Day After), sirene che sembrano stranamente “stiracchiate” e distorte, anzichè partire i missili e gli aerei per colpire il blocco contrapposto, vi sono il presidente USA e comandante in capo della NATO (dall’aria molto “occidentale”) e il segretario URSS del Soviet Supremo (dall’aria alquanto di tipo “orso russo”, diversa da quella di Gorbaciov) che si cimentano in una specie di incontro di wrestling in un ring strapieno di un materiale simile a farina – cenere radioattiva? – finendo per farsi male sporcandosi completamente, e a un certo punto profetizzando anche un momento di un bel po’ di anni dopo, quando Mike Tyson, durante un incontro di boxe, mangiucchiò un orecchio al suo sfidante.

Intorno al ring un ricco campionario di varia umanità, diversi popoli del mondo, dagli arabi agli ispanici, e certi tipi che sembrano scommettitori esaltati. Probabilmente gli “alleati” e gli “avversari” che fanno da spettatori senza intervenire nella mischia farinosa. In mezzo alla lotta, tra schermi televisivi e altra roba, il cantante dei FGH sembra divertirsi un mondo, lo stesso mondo che, alla fine esplode completamente, dopo una ripresa dall’edificio dove sembra avvenire il tutto (che sembra quello dell’ONU) verso l’alto – profetizzazione di uno zoom in stile Google maps?