Le repliche dei benpensanti nei confronti di chi la pensa diverso

 

 

Ecco cosa succede quando si fa notare che I MEDIA NOSTRANI DEMONIZZANO I BIANCHI:

in risposta alla stupenda copertina di venerdì prossimo di Internazionale sul “ terrorismo fascista dell’ uomo bianco “

 

I commenti che ho ricevuto dai benpensanti cortesi ed educati e corretti:

Troiata

Il tuo cervellino

Idiota

Cazzate in libertà

Poveraccio

Povero bianco

Da ricovero

Prendi le pastiglie

Garantiscici che non hai il porto d’ armi

Fantascienza distopica

Il bambino che ha dato L’ allarme era marocchino

( biondo, bianco e nome e cognome italiano )

Uscite dalle vostre ossessioni

Apri la mente

Ah, scusa, hai dei seri problemi al cervello

Stupidità disarmante

BU! Paura, vero?

Dovresti seguire un codice etico dei commenti

Xenofobo

Poveretto e vuoto

Ragioni come un bambino 

Fottuto fascista nazista di …

Psicologia gratis: insicurezza di fondo tipica del fragile incosciente maschio di destra

Si rilassi, si informi, non sia razzista, vedrà che andrà tutto bene

Fai davvero tenerezza

Triggerato

Non è che sotto sotto il saluto fascista lo fai per davvero?

Sei proprio un demente

Noi bianchi siamo lupi mannari

Banale stupidità, risparmiacela

Ignoranti della tua specie

Ti senti ancora figo ad essere Itagliano?

Nazionalista ridicolo

Terrapiattista complottista

Il criminale che ha dato fuoco al bus era ITALIANO

le mie affermazioni:

Ci vuole un bel coraggio a pubblicare una simile copertina dopo i fatti di ieri … Dico solo questo.

Prossima copertina mi raccomando, sulla oppressione del migrante costretto a gesti di disperazione e di “ rabbia giustificabile “ nei confronti dei bianchi ipnotizzati dal potere oscuro di Salvini.

Svegliatevi per la miseria, i media vi demonizzeranno fino alla fine. questa rivista non è vostra amica.

meno male, altrimenti dovremmo piangerci addosso ogni giorno per la sventura di essere nati bianchi in un mondo mediatico che ci dipinge come lupi mannari.

io penso con la mia testa, non mi rappresenta nessuno. Io vedo solo gente che dorme e difende i suoi nemici.

ma ducetto perché te lo dice la rivista? I pensieri tuoi personali si devono sottomettere alle parole di una rivista? vedi tu.

non ti piace essere ITAGLIANO? Trasferisciti in Senegal, vedi laggiù come ti accolgono bene. Appena ti vedono ti fanno re. Gente come voi che odia il proprio paese e che assorbe tutto il senso di colpa e di disgusto che vi viene insegnato dai media, quanta pazienza e compassione che bisogna avere. Siamo il primo paese al mondo per influenza culturale e voi non fate altro che sputare odio.

si ma i bambini della scuola media di Valois di Crema non hanno certo buttato a mare tutti i migranti o mi sbaglio? Ha perfettamente senso prendersela con loro perché muoiono i migranti. Ma basta.

io ti dico solo che se ieri andava a finire male tu non vedevi più lo stesso paese. Forse non ti e’ Chiara la gravità del gesto di ieri. La guerra civile libanese del 1975 è iniziata con un pullman bruciato. Ci sarebbero stati 51 bambini bruciati da un tizio che voleva vendicare i morti in mare, come se le famiglie dei bambini fossero stati implicati nella morte di tutti i migranti del mediterraneo e delle sue figlie ( ancora da verificare visto che pare abbia sposato una italiana e che ha 2 figli vivi ). Fosse andata alla peggio, tutto il modo di pensare della rivista sarebbe stato cestinato e sepolto. Voi non avete idea, e rimarrete testardi fino alla fine. Speriamo, speriamo davvero che non sia iniziata la stagione degli attacchi in Italia. Comunque, il famigerato lupo solitario che si attiva all’ improvviso è arrivato in Italia e questo cambia tutto.

ti sfugge anche il fatto che degli italiani hanno deciso che uno con precedenti penali potesse fare l’ Autista scolastico … anzi, aspetta, quelli manco ne erano al corrente, peccato, qualcuno doveva informarli, adesso “ io non lo sapevo “ diventa una giustificazione. Ma tanto questa rivista menzionerà sicuramente come il terrorista, spinto da improvvisa compassione, abbia fatto scendere tutti i bambini prima di appiccare il fuoco. PECCATO CHE un video dimostra che mentre i carabinieri cercavano di liberare i bambini quello è partito di nuovo, e le testimonianze potranno affermare che quando era in fiamme c’ erano passeggeri a bordo

Tanto lo sappiamo tutti che pure se fosse andata alla peggio, la rivista avrebbe commentato come: “ pover uomo traumatizzato dal suo passato, istigato dal mostruoso Salvini ( e non dai tartassamenti continui dei media italiani che in un modo o nell’ Altro colpevolizzano l’ italiano bianco che nulla può nei confronti degli sbarchi, e non da chi demonizza continuamente chiunque non la pensi come ” bisogna correttamente pensare “) …ah no, tutto merito di Salvini “ così ci sarebbe stato scritto e lo sappiamo tutti.

no, ovviamente, però sanno bene che copertine di questo genere danno sui nervi ai bianchi che non hanno mai fatto il gesto mostrato In copertina e che non passano il tempo ad avere nostalgia del fascismo. Ma si sa, il bianco italiano è una brutta bestia da rieducare, un po’ simile al pensiero dei potenti dell’ epoca della scoperta dell’ America …

da ricovero è chi non si indigna del gesto di ieri. Terrorista aizzato giorno dopo giorno da tutti gli amici e complici mediatici di questa rivista. Okay, prima era un uomo comune, ora è soltanto un terrorista che ha tentato di bruciare dei bambini innocenti. La responsabilità del lavaggio di cervello di questo ex uomo comune risiede nei nostri media che non fanno altro che cercare di inculcarci l’ Idea che noi in qualità di bianchi italiani abbiamo fatto il gesto gravissimo di favorire un leader “ fascista “ e che siamo colpevoli a priori di tutto il male che succede nei nostri mari. Chissà il prossimo lavato nel cervello cosa combinerà. Io il mea culpa non me lo faccio, il mea culpa se lo facciano i suoi datori di lavoro e chiunque faccia parte del sistema mediatico. Io nulla posso nei confronti di ciò che accade nel mediterraneo, in qualità di persona comune.

io non mi sento circondato da nostalgici del fascismo. Lei invece? Ha paura del demonio Salvini? Chi non lo copre di insulti è un fascista? Chi non dice che è il nemico è cattivo? Veda lei.

infatti si è visto, il colore biondo dei capelli fa proprio parte dell’ etnia marocchina. Ne dubito. Forse sono stati in due ad allertare le forze dell’ ordine. Può darsi, io ho scoperto il fatto solo questa notte. Comunque ho sentito una intervista ad un bambino che indicava come il suo amico cognome e nome italiano avesse avvisato la polizia, chiamato i genitori, quindi non so. Rimane il fatto che stai cercando di rigirare la frittata.

scommetti che se ieri andava alla peggio dovevano cambiarla? Lo so benissimo che non è stata decisa adesso, cosa credi? Andate a curarla voi la vostra ossessione infermieristica nei confronti dei non bianchi. Bianco = fascista e razzista , Non Bianco = oh, povero disperato, vieni da noi che ti proteggiamo dalla persecuzione bianca e ti daremo tutto quello che abbiamo perché tu automaticamente meriti di più. Ma dove sta scritto? Ancora non avete capito che si parla Di traffico di esseri umani, che cosa bisogna fare con la gente come voi? Compatirvi. Svegliare i recuperabili. Pazientare con chi ti da dello psicopatico. TRAFFICO DI ESSERI UMANI, non misericordia nei confronti del non bianco.

prima regola del fantomatico codice etico? Vietato dare del terrorista a chi non ha la pelle bianca? Ah, no, aspetta, vietato criticare e giudicare in qualsiasi modo chiunque non ha la pelle bianca. Ai vostri amati media non gliene frega un fico secco del ” codice etico ”, loro vi lavano il cervello e voi glielo lasciate fare, loro creano in voi sensi di colpa, e voi vi fate imboccare senza alcuna resistenza. Perché se lo dice la tv deve essere vero per forza. Perché se la rivista dice una cosa bisogna prenderlo per oro colato e far propri tutti i suoi principi, perché lei è dalla parte del giusto, e gli altri solo spazzatura. Io non ho insultato nessuno, a me han dato del ritardato, dello psicopatico, mi hanno detto di prendere delle pastiglie, insegnalo a loro questo fantomatico codice etico.

andiamo alla grande oggi con le supposizioni alla cazzo sulle persone sconosciute, eh? Complimenti, seguitelo voi il vostro santissimo rispettabilissimo codice etico Del quale parla chi ha commentato prima

che goduria a psicanalizzare lo sconosciuto da uno schermo, vero?

almeno io non do’ del fascista a chi osa criticare le mie idee. Poi a me si parla di codice etico che dovrei rispettare, aspetta che mi leggo gli insulti e le supposizioni in serie che sono stati scritti qua: psicopatico, prendi le medicine, fascistello, nazista …non è che sotto sotto chi cova rabbia e frustrazione nei confronti del differente siete proprio voi?

 

 

Carlo Calenda, ovvero Enrico Bottini, l’io narrante

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Dopo il Matteo Salvini diciassettenne partecipante al quiz di canale 5 “Doppio Slalom” e partecipante ventenne a un’altro quiz di canale 5, “Il pranzo è servito” e dopo il Matteo Renzi partecipante diciannovenne ad ancora un altro quiz di canale 5, “La ruota della fortuna”…l’ennesimo homo novus mediatico della politica italiana appartenente alla Generazione X, CARLO CALENDA, ci trasporta in una dimensione magica, simile a quella dei due Matteo concorrenti ai quiz tv delle mattine e dei pomeriggi degli anni Novanta e futuri segretari e presidenti: dimensione psichica simile perché vediamo come un uomo politico ora abbastanza sotto i riflettori mediatici, fu già in precedenza sotto i riflettori mediatici, e in giovanissima età ma, a differenza dei due Matteo, nel caso di Carlo Calenda c’è il “rischio” che il campo della fiction e quello della realtà si intersechino ulteriormente, provocando corto-circuiti archetipici e simbolici che possono auto-riflettersi in modo inatteso attraverso i decenni.

Una figura sotto i riflettori dei media che spargono la sua immagine e le sue parole per ogni dove a milioni di persone diventa qualcosa di somigliante più a un ASTRO che a una persona comune non famosa, un astro dunque in grado di influenzare la mente collettiva produttrice di archetipi e simboli i quali dalla fiction possono travasarsi nella realtà, quella realtà che però è costantemente filtrata dai mass media, oggi più che mai.

La realtà che crediamo tanto reale è contaminata da quella virtuale e il flusso informativo va nei due sensi e cose che si sarebbero concretizzate solo molto, molto tempo dopo già sono apparse in nuce molto tempo prima e, quando le abbiamo viste per la prima volta, non le abbiamo riconosciute come tali, non le potevamo in nessun modo riconoscere come tali poiché, naturalmente, all’epoca (perennemente distratti dalla nostra mente conscia e dall’emisfero cerebrale sinistro) non conoscevamo quel futuro che comunque, pur in stato embrionale e irriconoscibile, già era attivo ed emergeva in quel passato, a nostra insaputa.

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Matteo Salvini a “Doppio slalom”.
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Matteo Salvini a “Il pranzo è servito”.
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Matteo Renzi a “La ruota della fortuna”.

Quelle di Matteo Salvini e Matteo Renzi, come sappiamo, furono delle COMPARSATE mediatiche, il celebre “quarto d’ora di celebrità” di Andy Warhol, anche se si può dire che il futuro, in qualche modo, era televisivamente già apparso dentro quelle lontane puntate di “Doppio slalom”, “Il pranzo è servito” e “La ruota della fortuna”, era già apparsa la voglia di vincere (che si concretizzava in modo piano e sicuro) di Matteo Salvini ed era già apparso il “buttarsi a bomba in una piscina” di Matteo Renzi, prima di vedere se dentro la piscina in cui ci si butta c’è l’acqua oppure no.

Quindi nel caso di Salvini le risposte al quiz tv vengono date a colpo sicuro e tutte esatte mentre le risposte di Renzi sulle prime sembrano tutte sicure ma poi almeno una si rivela clamorosamente sbagliata. Embrionalmente (e televisivamente), ciò che è successo in questi ultimi anni ERA GIA’ SUCCESSO negli anni Novanta, anche se a magnitudine mooolto più ridotta e con mooolti meno telespettatori. E, come si è detto, all’epoca non ci si rendeva conto di ciò a cui si stava assistendo, solo un bel po’ di anni dopo ci se ne sarebbe resi conto, ex post si potrebbe dire.

Simile ma diverso il caso del terzo uomo appartenente alla generazione X della politica italiana di oggi, Carlo Calenda.

Qui passiamo dall’apatia, il cinismo e il grunge degli anni Novanta a quell’INCANTO e quella fiducia negli esseri umani e nei processi storici lineari che esisteva ancora in tv nell’anno 1984, reso celebre dall’omonimo libro di George Orwell, come tutti sanno. Esistevano ancora in prima serata sulla Rai sceneggiati televisivi girati su pellicola dal grande Luigi Comencini (il regista di Cercasi Gesù con Beppe Grillo, per inciso) e si rifacevano a un classico intramontabile della coscienza civile adolescenziale del post-risorgimento italiano, Cuore, anzi “IL LIBRO Cuore come fu quasi da subito intitolato l’omonimo romanzo dello scrittore onegliese Edmondo De Amicis. In questo caso, la futura celebrità politica italiana andò ben oltre il quarto d’ora visto che si trattava di uno dei personaggi principali assieme a Eduardo De Filippo per dire, un protagonista fatto e finito, calzato e vestito, comparso persino sulle locandine della videocassetta e sulla copertina del libro con più di cento illustrazioni.

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Carlo Calenda compare nella locandina della videocassetta di Cuore nel 1984.
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Carlo Calenda compare sulla copertina del libro Cuore, con più di cento illustrazioni. Ricorda in modo inquietante la copertina del libro con Matteo Renzi bambino uscito qualche anno fa in allegato a un quotidiano.

Il romanzo parla di alunni diligenti che scrivono diari al lume di candela dando del voi ai genitori, aule in cui si aggirano personaggi vestiti all’antica in un modo tardo ottocentesco (ricordiamo il maestro Perboni interpretato da Johnny Dorelli e la maestrina dalla penna rossa da Giuliana De Sio), onore e patria, Dio e famiglia, vicende familiari strappa-lacrime, il rischio della tbc sempre in agguato, scolari adolescenti indimenticabili come il forzuto e altruista Garrone (personaggio capace di addossarsi i torti di un compagno di scuola pur di salvarlo da una condanna ingiusta), il malefico Franti (che però poi si scopre avere alle spalle una situazione familiare agghiacciante), il già citato maestro di scuola, solo come un naufrago e sempre sofferente e intabarrato nei suoi paltò, la cui unica sua vera famiglia, dice, sono i suoi allievi…

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Elsa Fornero, la “maestrina dalla penna rossa” del libro Cuore.

Il narratore in prima persona del libro Cuore è l’alunno Enrico Bottini…ma leggiamo su Wikipedia:

Il romanzo è strutturato come il diario di un ragazzo di famiglia borghese, Enrico Bottini, che riporta sulla pagina episodi e personaggi della sua classe scolastica durante un anno in terza elementare, nell’anno scolastico 1881-82 presso una scuola di Torino e intervallato da “racconti mensili” del maestro elementare su varie storie sempre interpretate da fanciulli. L’ambientazione generale è la Torino dell’Unità d’Italia, nel periodo tra il 1878 (anno d’incoronazione del Re Umberto I) e il 1886 (anno della pubblicazione del libro); più precisamente gli eventi narrati sono ambientati fra il 17 ottobre 1881 e il 10 luglio 1882.

In pratica gli eventi narrati si svolgono all’incirca cento anni prima della messa in onda sulla rai dello sceneggiato tv. Enrico Bottini è un ragazzo borghese, che pare distinguersi per condotta, diligenza, obbedienza e – possiamo dirlo? – anche un po’ di mediocrità.

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Enrico Bottini interpretato da Carlo Calenda e la maestrina dalla penna rossa interpretata da Giuliana De Sio.

Lo sviluppo dell’anno scolastico è seguito in ordine cronologico, dal 17 ottobre 1881 al 10 luglio 1882: a ogni mese corrisponde un capitolo, in cui il diario di Enrico è intervallato da appunti dei familiari (padre e madre, solo una volta la sorella maggiore), che leggono le sue pagine e gli forniscono consigli di stampo etico e pedagogico utili per la sua crescita. A questi capitoli si aggiungono nove racconti, presentati mensilmente dal maestro di Enrico, che seguono le avventure, spesso con esito drammatico, di bambini italiani di varie regioni. Il diario termina con la notazione del trasferimento della famiglia e la perdita degli amici di Enrico, che dovrà frequentare la quarta elementare in un’altra città.

Il diario di Enrico Bottini viene intervallato da storie lette e dettate dal maestro – che ricordo sempre triste, tossicchiante e ricoperto di cappotti – storie riguardanti bambini delle varie regioni italiane, racconti spesso edificanti ma lacrimevoli: l’escursus in un’Italia triste e piena di problemi.

Lo sguardo del nostro Enrico è quello di un ragazzo qualunque, ligio al dovere, testimone di drammi in cui non vuole essere coinvolto ma solo descriverli con la sua penna, calamaio e carta assorbente. Nella sua classe c’è una vera e propria esplosione di tragedie e di individui ben distanti dalla media, nel bene e nel male (borderline si direbbe oggi) ma Bottini si limita a farne la cronaca tenendosene ben distante.

Ecco chi è il nostro eroe secondo Wikipedia:

Enrico Bottini, io narrante e protagonista della storia: è un personaggio senza nessuna “caratteristica” particolare, che non parla quasi mai del suo profitto scolastico. Dal testo si intuisce che è un allievo nella media, senza acuti ed entusiasmo particolare per lo studio; alla fine, quando vengono dati i risultati dell’anno, non si cita tra i promossi, anche se la mancanza di commenti da parte sua e dei suoi genitori lo lascia capire.

Capite? E’ SCONTATO che sia promosso, non viene nemmeno preso in considerazione il contrario ma non viene preso in considerazione non in una maniera gaiosa e trionfante bensì in una maniera triste, mediocre per via della sua piatta inevitabilità. “Anche quest’anno sono stato promosso…”, ma detto in modo quasi sconfortato.

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Enrico Bottini o Carlo Calenda?

Dunque da un po’ di anni a questa parte vediamo l’inedito fenomeno di personalità politiche già mediatizzate prima che i loro volti venissero noti sui mass media come politici, in precedenza non era mai successo. E’ un po’ come quei corpi celesti – per esempio Urano, Nettuno e Plutone – che furono già osservati retrospettivamente prima della loro scoperta ma non erano stati riconosciuti.

19 marzo 1915: Plutone fu fotografato per la prima volta senza riconoscerlo, quindici anni prima della sua scoperta da parte di Clyde Tombaugh.

 

Le nuvolette nel corso degli anni che hanno annunciato la bufera Marco Bucci

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In senso orario: Giovanni Toti, Marco Bucci, Fabrizio De Andrè, Gianni Crivello. Immagine trovata in rete non mi ricordo più dove. Se qualcuno reclama diritti su questa immagine non ha che da contattarmi e patteggiamo una soluzione.

Non so bene come considerare questa tarda o anticipata vittoria del “centrodestra unito”, che ha consegnato Genova a una giunta non “rossa”, cioè non di sinistra o centrosinistra, per la prima volta da più di settant’anni portando l’outsider Marco Bucci, un manager che ha lavorato molto all’estero, alla poltrona di sindaco della Superba a palazzo Tursi in via Garibaldi, sede del comune.
Diversi giornali titolano che si tratta di un’ “avvenimento storico” e, in effetti, un po’ lo è: Genova è sempre stata una città di sinistra, progressista, non di destra, con una forte classe operaia portuale e non solo portuale, città medaglia d’oro della resistenza antifascista. Ora, a causa dei molti errori annosi della casta politica cittadina del Partito Democratico e affini – casta che ha deluso un bel po’ di genovesi nonostante sia da sempre egemone in città – è riuscito a vincere le elezioni amministrative un “centrodestra unito” (unito per la prima volta da un sacco di tempo) composto dalla Lega Nord salviniana, da “Fratelli d’Italia” di Giorgia Meloni, dal partito Forza Italia che si richiama a un ectoplasmatico Silvio Berlusconi, dal sempre presente a ogni elezione locale Enrico Musso e da “Direzione Italia” di un certo Raffaele Fitto (partito thatcheriano) più, naturalmente, il listone civico dedicato allo stesso Bucci in pendant con quello dedicato al suo avversario Gianni Crivello dalla sponda opposta dell’agone politico.
Era da anni che si pensava quando il centrodestra sarebbe riuscito a espugnare palazzo Tursi con un suo sindaco, si pensava “quando”, infatti, perché il “se” era fuori discussione: prima o poi era sicuro che sarebbe successo.
E ora, in questa opprimente fine di giugno 2017, è successo, si è concretizzato il fantasma che aleggiava da anni.
Preannunciato, nel corso del tempo, da diversi segni premonitori, per chi sapeva vederli (ed erano in ben pochi):
Come quando, nel 1999, diventò sindaco di “Bologna, la rossa” l’esponente del centrodestra Sergio Guazzaloca, con la prima giunta non di sinistra o di centrosinistra dal dopoguerra, si parlò di “La caduta del muro di Bologna” e fu uno degli elementi psicologici collettivi che, unito a molti altri (come la sconfitta alle regionali dell’anno seguente) portò l’allora governo di centrosinistra alla disfatta. Combinazione, Guazzaloca è morto molto recentemente.
Un altro segno premonitore fu ancora prima, il ballottaggio del 1997 quando il folcloristico Sergio Castellaneta – il quale dopo la rottura con la lega si presentò con un listone civico tutto suo “Genova nuova” – riuscì inaspettatamente ad andare al ballottaggio contro il candidato di centrosinistra Giuseppe Pericu, e alla fine vinse quest’ultimo ma proprio per il rotto della cuffia: ce l’avete presente quando nella primavera 2002 al primo turno delle presidenziali francesi, i citoyens videro sgomenti che lo sfidante al ballottaggio di Jacques Chirac non sarebbe stato Lionel Jospin ma Jean Marie Le Pen? Ebbene, ben prima, nell’autunno ’97 appunto, i cittadini genovesi, sgomenti e un po’ divertiti, videro che lo sfidante di Pericu al secondo turno non sarebbe stato, che so, un Claudio Burlando ma un Castellaneta Sergio,  personaggio ex leghista che conduceva una trasmissione tv regionale dove sparava a zero su tutti.
Un altro segno premonitore fu quando, alle elezioni regionali del 2000 (già citate) divenne presidente della regione Sandro Biasotti e la regione Liguria dalla sua fondazione trent’anni prima era sempre stata di centrosinistra e invece Biasotti era (ed è) un duro e puro di Forza Italia, centrodestra.
Questo exploit biasottiano fu bissato esattamente quindici anni dopo, quando un’altro duro e puro di Forza Italia, Giovanni Toti, conquistò la poltrona di presidente della regione aprofittando delle divisioni, delle rivalità e dei colpi bassi tra i due candidati di sinistra e centrosinistra: Lella Paita e Luca Pastorino…come dice il proverbio? Queste erano le nuvole che preannunciavano il ciclone Marco Bucci, il quale ha aprofittato delladelusione provocata alla cittadinanza genovese dalla ectoplasmaticità del predecessore Marco Doria, esacerbata delle assurde divisioni in seno ai Cinque Stelle e dagli improbabili listoni civici di ex e scissionisti che hanno esasperato gran parte degli aventi diritto al voto i quali son stati spinti a votare in massa un sindaco che non si è mai occupato di politica, che è stato un manager e che è “sceso in campo”.
Ricorda qualcosa?

Montagne di ghiaccio e un mare di navi

Questo post potrebbe diventare un link in un articolo che potrei scrivere prossimamente.

Vedere anche:

https://www.youtube.com/watch?v=-58Gjs7H0LU

Vedere anche:

https://civiltascomparse.wordpress.com/2014/02/21/matteo-renzi-e-matteo-salvini-limprinting-generazionale-e-il-tubo-catodico/

Matteo Renzi e Matteo Salvini, l’imprinting generazionale e il tubo catodico

In questo video, durante una trasmissione su Rai3, Tv Talk, un certo Amabile Stifano interviene parlando delle “similitudini divertenti” tra i due giovani uomini nuovi della vecchia politica italiana, il segretario pd Matteo Renzi (classe 1975) e il segretario lega nord Matteo Salvini (classe 1973.)

Sono, in un certo senso, “separati alla nascita”?!

Come ci ricorda il buon Amabile, entrambi:

  1. Si chiamano MATTEO;
  2. Appartengono alla stessa generazione (“imprinting generazionale” lo chiama Amabile);
  3. La fisicità (come ha notato un’altra partecipante alla trasmissione);
  4. Il look;
  5. La passione ostentata per il calcio, milanista uno, tifoso della fiorentina l’altro;
  6. Ed entrambi hanno avuto un battesimo in televisione da giovanissimi, quando si trovarono a essere concorrenti di quiz televisivi; Matteo Renzi a La ruota della fortuna, nel 1994, condotta da Mike Bongiorno, dove sbagliò clamorosamente la frase da indovinare, in relazione all’Antartide, scandalizzando mister Allegria, dicendo (tenetela bene presente, potrebbe essere una frase profetica per il futuro dell’Italia): MONTAGNE DI GHIACCIO E UN MARE DI NAVI (anziché di NEVI); l’altro segretario, Matteo Salvini, appena adolescente, partecipò nel 1990 (o 1989, riportano altre testimonianze) a Doppio Slalom, sempre delle reti Fininvest/Mediaset, condotto da Corrado Tedeschi, e rispose del tutto correttamente a diverse domande, una sulla melanina, una su come veniva soprannominata Greta Garbo e una su come si chiamava il ministro degli esteri sovietico dell’era Gorbaciov.

Che dire, questi nuovi giovani politici italiani (della vecchia politica) fin da pivelli hanno avuto a che fare col tubo catodico dell’era berlusconiana!