Le repliche dei benpensanti nei confronti di chi la pensa diverso

 

 

Ecco cosa succede quando si fa notare che I MEDIA NOSTRANI DEMONIZZANO I BIANCHI:

in risposta alla stupenda copertina di venerdì prossimo di Internazionale sul “ terrorismo fascista dell’ uomo bianco “

 

I commenti che ho ricevuto dai benpensanti cortesi ed educati e corretti:

Troiata

Il tuo cervellino

Idiota

Cazzate in libertà

Poveraccio

Povero bianco

Da ricovero

Prendi le pastiglie

Garantiscici che non hai il porto d’ armi

Fantascienza distopica

Il bambino che ha dato L’ allarme era marocchino

( biondo, bianco e nome e cognome italiano )

Uscite dalle vostre ossessioni

Apri la mente

Ah, scusa, hai dei seri problemi al cervello

Stupidità disarmante

BU! Paura, vero?

Dovresti seguire un codice etico dei commenti

Xenofobo

Poveretto e vuoto

Ragioni come un bambino 

Fottuto fascista nazista di …

Psicologia gratis: insicurezza di fondo tipica del fragile incosciente maschio di destra

Si rilassi, si informi, non sia razzista, vedrà che andrà tutto bene

Fai davvero tenerezza

Triggerato

Non è che sotto sotto il saluto fascista lo fai per davvero?

Sei proprio un demente

Noi bianchi siamo lupi mannari

Banale stupidità, risparmiacela

Ignoranti della tua specie

Ti senti ancora figo ad essere Itagliano?

Nazionalista ridicolo

Terrapiattista complottista

Il criminale che ha dato fuoco al bus era ITALIANO

le mie affermazioni:

Ci vuole un bel coraggio a pubblicare una simile copertina dopo i fatti di ieri … Dico solo questo.

Prossima copertina mi raccomando, sulla oppressione del migrante costretto a gesti di disperazione e di “ rabbia giustificabile “ nei confronti dei bianchi ipnotizzati dal potere oscuro di Salvini.

Svegliatevi per la miseria, i media vi demonizzeranno fino alla fine. questa rivista non è vostra amica.

meno male, altrimenti dovremmo piangerci addosso ogni giorno per la sventura di essere nati bianchi in un mondo mediatico che ci dipinge come lupi mannari.

io penso con la mia testa, non mi rappresenta nessuno. Io vedo solo gente che dorme e difende i suoi nemici.

ma ducetto perché te lo dice la rivista? I pensieri tuoi personali si devono sottomettere alle parole di una rivista? vedi tu.

non ti piace essere ITAGLIANO? Trasferisciti in Senegal, vedi laggiù come ti accolgono bene. Appena ti vedono ti fanno re. Gente come voi che odia il proprio paese e che assorbe tutto il senso di colpa e di disgusto che vi viene insegnato dai media, quanta pazienza e compassione che bisogna avere. Siamo il primo paese al mondo per influenza culturale e voi non fate altro che sputare odio.

si ma i bambini della scuola media di Valois di Crema non hanno certo buttato a mare tutti i migranti o mi sbaglio? Ha perfettamente senso prendersela con loro perché muoiono i migranti. Ma basta.

io ti dico solo che se ieri andava a finire male tu non vedevi più lo stesso paese. Forse non ti e’ Chiara la gravità del gesto di ieri. La guerra civile libanese del 1975 è iniziata con un pullman bruciato. Ci sarebbero stati 51 bambini bruciati da un tizio che voleva vendicare i morti in mare, come se le famiglie dei bambini fossero stati implicati nella morte di tutti i migranti del mediterraneo e delle sue figlie ( ancora da verificare visto che pare abbia sposato una italiana e che ha 2 figli vivi ). Fosse andata alla peggio, tutto il modo di pensare della rivista sarebbe stato cestinato e sepolto. Voi non avete idea, e rimarrete testardi fino alla fine. Speriamo, speriamo davvero che non sia iniziata la stagione degli attacchi in Italia. Comunque, il famigerato lupo solitario che si attiva all’ improvviso è arrivato in Italia e questo cambia tutto.

ti sfugge anche il fatto che degli italiani hanno deciso che uno con precedenti penali potesse fare l’ Autista scolastico … anzi, aspetta, quelli manco ne erano al corrente, peccato, qualcuno doveva informarli, adesso “ io non lo sapevo “ diventa una giustificazione. Ma tanto questa rivista menzionerà sicuramente come il terrorista, spinto da improvvisa compassione, abbia fatto scendere tutti i bambini prima di appiccare il fuoco. PECCATO CHE un video dimostra che mentre i carabinieri cercavano di liberare i bambini quello è partito di nuovo, e le testimonianze potranno affermare che quando era in fiamme c’ erano passeggeri a bordo

Tanto lo sappiamo tutti che pure se fosse andata alla peggio, la rivista avrebbe commentato come: “ pover uomo traumatizzato dal suo passato, istigato dal mostruoso Salvini ( e non dai tartassamenti continui dei media italiani che in un modo o nell’ Altro colpevolizzano l’ italiano bianco che nulla può nei confronti degli sbarchi, e non da chi demonizza continuamente chiunque non la pensi come ” bisogna correttamente pensare “) …ah no, tutto merito di Salvini “ così ci sarebbe stato scritto e lo sappiamo tutti.

no, ovviamente, però sanno bene che copertine di questo genere danno sui nervi ai bianchi che non hanno mai fatto il gesto mostrato In copertina e che non passano il tempo ad avere nostalgia del fascismo. Ma si sa, il bianco italiano è una brutta bestia da rieducare, un po’ simile al pensiero dei potenti dell’ epoca della scoperta dell’ America …

da ricovero è chi non si indigna del gesto di ieri. Terrorista aizzato giorno dopo giorno da tutti gli amici e complici mediatici di questa rivista. Okay, prima era un uomo comune, ora è soltanto un terrorista che ha tentato di bruciare dei bambini innocenti. La responsabilità del lavaggio di cervello di questo ex uomo comune risiede nei nostri media che non fanno altro che cercare di inculcarci l’ Idea che noi in qualità di bianchi italiani abbiamo fatto il gesto gravissimo di favorire un leader “ fascista “ e che siamo colpevoli a priori di tutto il male che succede nei nostri mari. Chissà il prossimo lavato nel cervello cosa combinerà. Io il mea culpa non me lo faccio, il mea culpa se lo facciano i suoi datori di lavoro e chiunque faccia parte del sistema mediatico. Io nulla posso nei confronti di ciò che accade nel mediterraneo, in qualità di persona comune.

io non mi sento circondato da nostalgici del fascismo. Lei invece? Ha paura del demonio Salvini? Chi non lo copre di insulti è un fascista? Chi non dice che è il nemico è cattivo? Veda lei.

infatti si è visto, il colore biondo dei capelli fa proprio parte dell’ etnia marocchina. Ne dubito. Forse sono stati in due ad allertare le forze dell’ ordine. Può darsi, io ho scoperto il fatto solo questa notte. Comunque ho sentito una intervista ad un bambino che indicava come il suo amico cognome e nome italiano avesse avvisato la polizia, chiamato i genitori, quindi non so. Rimane il fatto che stai cercando di rigirare la frittata.

scommetti che se ieri andava alla peggio dovevano cambiarla? Lo so benissimo che non è stata decisa adesso, cosa credi? Andate a curarla voi la vostra ossessione infermieristica nei confronti dei non bianchi. Bianco = fascista e razzista , Non Bianco = oh, povero disperato, vieni da noi che ti proteggiamo dalla persecuzione bianca e ti daremo tutto quello che abbiamo perché tu automaticamente meriti di più. Ma dove sta scritto? Ancora non avete capito che si parla Di traffico di esseri umani, che cosa bisogna fare con la gente come voi? Compatirvi. Svegliare i recuperabili. Pazientare con chi ti da dello psicopatico. TRAFFICO DI ESSERI UMANI, non misericordia nei confronti del non bianco.

prima regola del fantomatico codice etico? Vietato dare del terrorista a chi non ha la pelle bianca? Ah, no, aspetta, vietato criticare e giudicare in qualsiasi modo chiunque non ha la pelle bianca. Ai vostri amati media non gliene frega un fico secco del ” codice etico ”, loro vi lavano il cervello e voi glielo lasciate fare, loro creano in voi sensi di colpa, e voi vi fate imboccare senza alcuna resistenza. Perché se lo dice la tv deve essere vero per forza. Perché se la rivista dice una cosa bisogna prenderlo per oro colato e far propri tutti i suoi principi, perché lei è dalla parte del giusto, e gli altri solo spazzatura. Io non ho insultato nessuno, a me han dato del ritardato, dello psicopatico, mi hanno detto di prendere delle pastiglie, insegnalo a loro questo fantomatico codice etico.

andiamo alla grande oggi con le supposizioni alla cazzo sulle persone sconosciute, eh? Complimenti, seguitelo voi il vostro santissimo rispettabilissimo codice etico Del quale parla chi ha commentato prima

che goduria a psicanalizzare lo sconosciuto da uno schermo, vero?

almeno io non do’ del fascista a chi osa criticare le mie idee. Poi a me si parla di codice etico che dovrei rispettare, aspetta che mi leggo gli insulti e le supposizioni in serie che sono stati scritti qua: psicopatico, prendi le medicine, fascistello, nazista …non è che sotto sotto chi cova rabbia e frustrazione nei confronti del differente siete proprio voi?

 

 

Catastrofi sfiorate e avvenimenti epocali annullati nel 1974 in Italia

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In questa puntata della serie “catastrofi sfiorate” ci concentreremo sull’anno 1974 in Italia, durante la maggior crescita e il culmine dell’eversione di estrema destra. Il 1974 è un anno decisivo per il cambiamento degli equilibri politici e l’iniziativa militare degli estremisti è più forte che mai; l’estremismo nero e le organizzazioni autoritarie hanno infatti cellule molto numerose, ben distribuite sul territorio nazionale e spalleggiate da una parte dei servizi segreti.

L’azione dello stragismo nel 1974 è sullo sfondo di una guerra tra due indirizzi d’azione presenti all’interno dei servizi segreti: l’ala più legata alla collaborazione con l’estrema destra volta a instaurare una dittatura militare di tipo presente in Grecia fin dal 1967, contro l’ala che pensa invece a una stabilizzazione del paese di tipo democratico presidenzialista alla francese ma senza comunisti e sindacati tra i piedi. Queste due posizioni si erano già delineate ai tempi della bomba di Piazza Fontana nel 1969 e anche da prima ancora, ma nel 1974 questa guerra sotterranea diviene violenta più che mai e provoca scintille che si concretizzano in minacce, agguati, arresti, sparatorie e soprattutto attacchi terroristici esplosivi, sia concretizzatisi (come a piazza della Loggia a Brescia il 28 maggio e sul treno Italicus il 4 agosto) sia sventati, e alcuni di quelli sventati sarebbero stati assai più catastrofici di quelli avvenuti.

La guerra sotterranea è alimentata da uno scenario internazionale in piena evoluzione che porta alla fine delle dittature in Portogallo e in Grecia mentre negli Stati Uniti il presidente Richard Nixon è costretto a dimettersi in conseguenza del suo coinvolgimento nello scandalo Watergate.

L’azione di coloro che progettano le stragi (soprattutto i movimenti fascisti semi-clandestini Avanguardia Nazionale e Ordine Nero) punta a fungere da miccia per indurre l’ala dei servizi segreti italiani che vuole fare un colpo di stato di tipo dittatoriale militare. Nessun anno come il 1974 annovera una così numerosa serie di voci, progetti o minacce di colpo di stato. Il Movimento Sociale Italiano, dopo i successi politici ed elettorali del 1971-1972, è ora sotto tiro dall’opinione pubblica perché viene considerato vicino agli ambienti in cui si progettano quegli attacchi terroristici.

 

La strage sventata sul treno Torino-Roma

Già da prima dell’inizio del 1974 vi fu il rischio di una strage di grosse proporzioni: il 7 aprile 1973, infatti, un certo Nino Azzi, ventunenne affiliato di Ordine Nuovo (che verrà sciolto dal ministro dell’interno Taviani proprio a fine 1973) appartenente al gruppo milanese della Fenice, è colto sul fatto mentre intendeva attivare dell’esplosivo a bordo del treno Torino-Roma. L’attentato al treno di cui l’esecutore era questo Azzi avrebbe provocato una carneficina se l’ordigno fosse esploso (com’era programmato) in una galleria appenninica. Un chilogrammo di tritolo venne collocato nella toilette di uno degli affollati convogli. Ad Azzi, nel tentativo di attivare l’esplosivo, scoppia il detonatore tra le mani. Una volta in tribunale confessa il suo obiettivo: fare una grossa strage – per fortuna sventata – in modo da favorire un colpo di stato in Italia.

Tra gli altri progetti (sventati o annullati) del gruppo Fenice di Ordine Nero vi fu anche un attacco alla Coop di Bollate con esplosione di camion minati e un attentato all’Università Cattolica di Milano.

 

D’altra parte, in quei due anni i traffici di esplosivi erano in auge più che mai. In due rastrellamenti avvenuti nel Nord Italia nel 1973 furono sequestrate due tonnellate di polvere esplosiva, migliaia di pistole e di candelotti di tritolo.      A Sonico in una delle valli di Brescia, il 9 marzo 1974 vengono fermati due uomini di Avanguardia Nazionale con a bordo del loro veicolo 8 chili di plastico esplosivo e 364 candelotti di tritolo. Poco prima dell’esplosione a Brescia in piazza della Loggia (che porta al culmine la stagione delle bombe), il 19 maggio 1974 Silvio Ferrari, neofascista ventunenne, salta in aria a bordo della sua Vespa perché gli esplodono i candelotti che stava trasportando sotto il sedile: una delle rivendicazioni della bomba in piazza fu la vendetta per la morte di questo Ferrari.

L’attacco ai treni del 1974 venne iniziato il 29 gennaio a Silvi Marina, in provincia di Teramo, dove è collocata una carica sui binari destinata all’espresso Milano-Bari. L’ordigno non esplode perché l’inatteso passaggio di un treno merci trancia la miccia esplosiva.

 

La strage sventata del rapido Parigi-Roma a Vaiano

Un’altro gravissimo attacco che non ebbe luogo fu il fallito attentato alla linea ferroviaria a Vaiano, vicino Prato in Toscana il 21 aprile. L’ordigno è posto sulle rotaie e mira a colpire il rapido Parigi-Roma con l’obiettivo di provocare centinaia di morti. L’esplosione rompe una ventina di metri di ferrovia prima che vi transiti il convoglio ma lo sbriciolamento della struttura fa saltare l’allarme cosicché il treno si arresta senza conseguenze per i viaggiatori. Il fallito attentato di Vaiano provocò una cappa di inquietudine perché la popolazione cominciava ad avvertire come una spada di Damocle sospesa sopra la sua testa.

 

Tanto per dare un’idea della folle attività terroristica di quell’anno, soltanto in tre giorni, dal 21 al 23 aprile, si registrano: il fallito attentato ferroviario a Vaiano, al quale seguono gli attentati di Milano e Lecco (un terrorista nero colto in flagrante), i tentati incendi a Palmi vicino Reggio Calabria, una grave aggressione squadrista a Napoli. Un pugno di estremisti neri il 23 aprile alle due di notte piazzano una carica di un chilo e mezzo di tritolo a Moiano vicino Perugia che fa saltare in aria la casa del popolo, la chiesa e gli edifici circostanti. Gli attentati di Lecco, Milano e Moiano sono rivendicati da Ordine Nero e avrebbero dovuto costituire una sequenza destabilizzante se a Vaiano fosse avvenuta la strage progettata. Il 10 maggio altri due attentati di estrema destra a Bologna e Ancona:  la prima azione viene vista dalla magistratura come una tentata strage: una carica di esplosivo è infatti piazzata in un edificio del quartiere Bolognina in cui vivono 36 persone.

 

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Il progettato attentato al presidente Giovanni Leone

Pochi giorni dopo la bomba di piazza della Loggia, il 2 giugno, c’è la consueta parata commemorativa della Repubblica e l’atmosfera è satura di minacce all’ordine democratico che si alternano a voci di un possibile nuovo attentato, preoccupazione espressa anche dall’ambasciatore statunitense. Uno dei più autorevoli pentiti dell’estremismo nero rivela che era in progetto in quei giorni di attentare alla vita del presidente Giovanni Leone durante la parata della festa della Repubblica, particolare confermato in tribunale da più di un estremista nero.

 

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La strage del treno Italicus Roma-Monaco doveva essere molto più grave

Il 4 agosto 1974 un ordigno ad alto potenziale esplode sul treno Italicus Roma-Monaco al termine della Grande galleria dell’Appennino, nelle vicinanze di San Benedetto Val di Sambro in provincia di Bologna: tra tutti gli attentati che si sono succeduti da quello di Piazza Fontana di dicembre 1969 in poi è il più cruento poiché muoiono bruciate 12 persone e ci sono più di 40 feriti (l’esplosivo adoperato fu di identica origine dell’esplosivo usato per la fallita strage di Vaiano). Il convoglio, proveniente da Firenze, era di 17 carrozze con a bordo 342 passeggeri, probabilmente l’esplosione fu prematura o anticipata perché l’obiettivo era o quello di far esplodere la carica una volta che il treno fosse giunto alla stazione di Bologna – evento esplosivo che si concretizzerà davvero poi il 2 agosto 1980 procurando il maggior numero di vittime per un attacco terroristico in Italia – o farla esplodere in mezzo alla galleria.                  Al momento dello scoppio il treno Italicus viaggia con 23 minuti di ritardo. Sia che l’esplosione fosse avvenuta a Bologna sia che si fosse verificata in mezzo alla galleria, gli effetti dell’attentato sarebbero stati più gravi: a Bologna avrebbero coinvolto molte altre persone e altri treni (proprio come si sarebbe visto esattamente sei anni dopo), nel caso fosse avvenuta in galleria (come successe in seguito, poco più di dieci anni dopo, nella strage del Rapido 904 il 23 dicembre 1984) tutti i 342 passeggeri sarebbero morti per asfissia a causa della termite, composto altamente velenoso presente nella bomba. Il fatto che l’attacco al treno Italicus sia una specie di “riassunto anticipatorio”, di “crocevia retro-causale” di altri eventi terroristici che sarebbero avvenuti in futuro, lo vediamo anche nel fatto che anche Aldo Moro avrebbe dovuto essere uno dei passeggeri del treno ma venne bloccato a Roma alla stazione Termini all’ultimo minuto per firmare dei documenti urgenti: lo stesso Aldo Moro il quale verrà poi rapito dalle Brigate Rosse in un agguato il 16 marzo 1978 che costò la vita ai suoi agenti di scorta.

Poco meno di un mese prima della strage di San Benedetto Val di Sambro, il 6 luglio, è collocata sui binari una potente carica di tritolo a Fesca, vicino Bari, che scoppia intorno alle 19,30 senza causare danni a persone. Il bersagio è il treno da Milano.

 

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La strage mai avvenuta all’arena di Verona

Dopo Brescia e l’Italicus, la sanguinosa stagione stragista del 1974 avrebbe dovuto continuare con un attentato ancora più cruento dei precedenti: una bomba all’arena di Verona durante un concerto estivo. L’episodio, emerso da numerose confidenze nell’ambiente carcerario, è ritenuto dai giudici “non un’ipotesi ma una certezza”, per quanto la ragione che avrebbe indotto a rimuovere la carica già collocata (la consapevolezza di causare un massacro di proporzioni mai viste) non appare convincente essendo antitetica a ciò che gli estremisti neri hanno sempre proclamato [ovvero lo sprezzo della vita umana].

 

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L’annullato crollo della diga Creva

Fino all’inizio dell’anno successivo, le cellule eversive continuano a progettare attentati e piani di uccisione su vasta scala in luoghi molto affollati . Il 28 ottobre a Varese sono compiuti altri arresti tra la destra radicale. Sui fermati cade il sospetto che volessero far saltare la diga Creva che regola la portata d’acqua dal lago di Lugano al lago Maggiore, inondando i paesi circostanti [avrebbe forse provocato quindi un disastro simile a quello di Longarone nell’autunno 1963]. Contemporaneamente, il 3 novembre, doveva esplodere una bomba allo stadio di Varese durante un incontro di calcio.

 

Una strage sventata presso Firenze

Dopo l’Italicus non è abbandonato l’attacco ai treni: Il 3 settembre, sotto un cavalcavia alle porte di Firenze, sono infatti scoperti tre chili di dinamite (90 candelotti, 50 metri di miccia) che potevano causare un’esplosione potenzialmente più grave di quella dell’Italicus.

 

Nell’autunno entra nel vivo l’attacco di Ordine Nero al ministro dell’interno Taviani (per via del suo anti-fascismo e del suo aver sciolto il gruppo Ordine Nuovo). Stavolta le bombe interessano Savona, il collegio elettorale di Taviani. Fra il 9 e il 23 novembre si registrano infatti a Savona sette attentati (di cui uno mortale) moltiplicati da falsi allarmi quotidiani.

Questa campagna era iniziata già in primavera: il 30 aprile 1974 viene assaltata l’abitazione del senatore Franco Varaldo, referente politico del ministro dell’interno Taviani, atto terroristico preannunciato al ministro qualche giorno prima con una lettera minatoria.

 

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La strage sventata al treno Savona-Torino

L’episodio più grave che colpisce Savona avviene comunque sabato 16 novembre a Cimavalle, a otto chilometri dalla stazione ferroviaria della città: nel pomeriggio un congegno trancia oltre un metro di binario della linea Savona-Torino, proprio a neanche cento metri dal viadotto dell’ Acquabona. Un uomo, un certo Quinto Querini, assiste allo scoppio e corre coraggiosamente incontro al treno riuscendo a farlo arrestare all’ultimo minuto utile ed evitando che il convoglio quasi certamente finisca con i suoi 62 passeggeri giù dal viadotto alto 70 metri.

L’azione eroica di Quinto Querini, in seguito, verrà ricompensata da lettere minatorie e messaggi di morte provenienti da Ordine Nero.

 

Vedere anche:

https://civiltascomparse.wordpress.com/2013/11/05/matteo-colpisce-ancora-parte-seconda-eventi-incredibili-che-stavano-per-accadere-se-pensate-di-aver-visto-tutto/

https://civiltascomparse.wordpress.com/2017/07/14/la-seconda-edizione-di-poteva-accadere-nuove-quasi-catastrofi/

 

Per la realizzazione di questo post di Civiltà Scomparse si ringrazia Mirco Dondi col suo libro inchiesta “L’eco del boato”.

Appunti tratti dal mio quaderno (5)

Un nuovo articolo, ricavato da diversi brani di ciò che scrivo sui miei quaderni. Come di consueto, le associazioni mentali riportate sono allo stato grezzo. Alcuni potrebbero lamentare la loro dispersività. Non fateci caso. I brani sono corti e penso possano avere il fascino della gemma non lavorata.

Quando nel filmato della “dichiarazione di guerra” di Mussolini (e dunque dell’Italia intera, visto che egli era l’incarnazione della Nazione, non dello Stato) agli “ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia”, compaiono le FOLLE sulle piazze di tutte le città italiane, sembra un po’ di assistere allo STRAPAESE tipico, per esempio, dell’Intervallo RAI, il quale aveva come musichetta un brano secentesco, come succedeva per l’Almanacco del giorno dopo fino al 1993.

Oppure le immagini delle città italiane aventi i nomi in sovrimpressione, sempre nel filmato della “dichiarazione di guerra”, è qualcosa di somigliante ai quadretti delle varie località d’Italia che si trovano in certe stazioni della penisola, oppure sui vagoni dei treni. E questo lo associo ai dipendenti pubblici, agli impiegati statali. Ad Andreotti, “uomo della previdenza”, come lo chiamava Montanelli, e all’INPS.

La globalizzazione non poteva coesistere col mondo di Andreotti. Non ci poteva essere nessuna “coesistenza pacifica” tra loro. 1994: la “gioiosa macchina da guerra” guidata da Achille Occhetto.

Un giorno verrà scoperto che i  Beatles erano stati sopravvalutati.

La globalizzazione diceva: “E’ finita la storia, la democrazia liberal-capitalistica ha fatto crollare il comunismo – URSS e Patto di Varsavia – e tutto ciò che importa adesso è comprare e vendere, adoperando solo la nostra struttura finanziaria e il fascismo della perfezione high tech.” L’autoritarismo della perfezione high tech.

Durante l’epoca eroica, ardita, inquadrata, militarista, del ventennio fascista, di Mussolini, Storace, “tireremo diritto”, l’Impero e il Regno d’Albania, il saluto e il passo romano, vi erano i borghesissimi filmetti interpretati da un Amedeo Nazzari tutto in tiro, la cui dizione italiana impeccabile aveva come dei cedimenti in certe vocali, a causa dell’accento sardo represso. Impercettibili cedimenti strutturali.

A proposito di tutti gli annunci e le profezie riguardanti il 2012, ho scritto come la più grande catastrofe sia che non accada nulla, che tutte le cose rimangano uguali a come sono sempre state negli ultimi anni. Per esempio, con le giornaliste televisive che parlano dei nuovi morti ammazzati in Palestina (tra le righe, sempre alludendo al fatto che “Israele ha diritto all’autodifesa”), della diretta Tv da Montecitorio. E quel giornalista del Tg3 dall’aspetto invecchiato, ma SEMPRE LI’, sempre in quegli studi Tv. E’ quel tipo di informazione, simboleggiata da una foto all’inizio del capitolo del libro di storia che studiavo nel 2004, per l’esame di “storia contemporanea”…e questa immagine, appunto, mostrava uno di quei mezzobusti televisivi, una di quelle giornaliste del Tg1, quasi un’ipostasi della prosaicità, della banalità totale dei nostri tempi.

Il sistema di ipnosi televisiva sta girando a vuoto. E sono particolarmente irritanti quei “sopravvissuti” come Renzo Arbore, che cianciano “di com’era bella la televisione di un tempo.”

Ciò che crediamo essere l’attuale civiltà, l’attuale società, è una specie di condizionamento ipnotico. La mente è INNOCENTE (non date retta a espressioni come quella che dà nome a questo sito), è la mente condizionata a non esserlo.

Quell’impressione di ordine, pulizia, solidità culturale, che si poteva ancora respirare ai tempi del ventenno fascista. Non si erano ancora affacciati sulla scena i PROBLEMI DI ORDINE PLANETARIO, come la crescita esponenziale della popolazione terrestre, l’inquinamento provocato da un’industrializzazione massiva che utilizza le energie prodotte da materiali estrattivi, le armi di distruzione di massa. Comunque, ritorniamo all’impressione di ordine e pulizia nel ventennio fascista, ben visibile nel filmato della “dichiarazione di guerra” da parte di Mussolini nel giugno 1940, e le scritte delle varie città ITALIANISSIME sovrimpresse a una loro immagine significativa.

Successivamente, un bel po’ di tempo dopo, paragonando quelle scritte a un arredamento urbano ben tenuto, a panchine, marciapiedi, monumenti, fontanelle pubbliche, “littorine” dei tram, tutti immacolati; un bel po’ di tempo dopo, il degrado, l’abbandono, le scritte adolescenziali sui muri dei sottopassaggi urbani. Scrittacce disincantate (si potrebbe scrivere ENTROPICHE) su quadretti delle varie località d’Italia pittoresche nei vagoni dei treni. Ancora “incantate.”

Fellini poteva appartenere solo all’epoca storica in cui  vissuto [scrivo di lui perchè so essere uno degli artisti italiani più rimpianti della storia recente.] Erano inseparabili, due facce della stessa medaglia. Non ci potrà mai più essere un “nuovo Fellini”, così come non ci potrà mai più essere il periodo storico in cui è vissuto. Impronte digitali irripetibili che è inutile e dannoso commemorare, ricordare, rimpiangere. Sono pesi che inchiodano la mongolfiera del futuro a terra.