L’ego è la prima forma di sincronicità

“Ero molto interessato alla sincronicità nella mia giovinezza.  E questo interesse mi ha fatto iniziare a leggere Jung.  Ma più tempo passavo a leggere la filosofia e soprattutto la filosofia della scienza in relazione al tempo, più mi rendevo conto che la sincronicità presentata da Jung non è una spiegazione di nulla.  

È il nome di un fenomeno, ma non è una spiegazione. In realtà, ti dice che non c’è spiegazione.  La spiegazione è che non c’è spiegazione, è semplicemente sincronicità.”

Devi essere in grado di percepire in modo quasi schizofrenico... Ciò che accadde a Phillip K. Dick fu che la risonanza divenne più forte della realtà o ebbe una forza tale da divenire uguale alla realtà, in modo che, socchiudendo gli occhi, lui potesse vedere la Roma del II secolo. 
Gli individui intorno a Dick si erano ormai trasformati in figure che indossavano la toga o che parlavano in greco demotico… e tutto il resto.
Era la risonanza di dove Dick si trovava.
 
E quando la risonanza si fa avanti con una forza tale da spostarsi dallo sfondo al primo piano…
 
 
[…]
 

D’altra parte, se riesci a controllare la cosa, è una fonte di grande ricchezza e divertimento interiore “.

 
Terence McKenna

In questa scena particolare stavo suonando la colonna sonora di Joaquin nella stanza poiché avevamo Hildur Guðnadóttir che è il nostro compositore.  Gli ho fatto scrivere musica prima di girare il film, cosa che non viene fatta molto spesso.  Lo ha scritto sulla base della sceneggiatura perché volevo che la musica influenzasse davvero questo set in un certo modo. Volevo che gli operatori della macchina da presa, i comò, i guardaroba, insomma TUTTI sentissero quella musica.  

 
Se ricordo bene, stavamo suonando la sua colonna sonora quando giravamo la scena, e all’improvviso mentre Joaquin sta lottando con il sorriso di Arthur, e il suo cipiglio, domandandosi di nuovo se la sua vita è una commedia o una tragedia, questa piccola lacrima appare. Abbiamo dunque girato la scena e poi siamo andati avanti.
Todd Phillips

http://iahuasca.blogspot.com/2019/10/ego-is-first-form-of-synchronicity_8.html

Daniela Carrasco detta “El mimo”, la donna clown che sulle prime sembrava essere stata vittima delle repressioni in Cile di questo autunno, le quali parrebbero un ricorso delle repressioni in Cile degli esordi del regime di Pinochet negli anni settanta del secolo scorso. Erano circolate notizie sul fatto che la donna era stata rapita, violentata, torturata e uccisa ma poi si è scoperto che si trattava di una bufala e che in realtà la morte di Daniela Carrasco è stata dovuta a suicidio. Stranamente, quelle “fake news” sul suo conto hanno fatto sì di mantenere la sua immagine da “joker femminile” per un certo tempo ben presente davanti allo sguardo della mente collettiva.

Individualismo aperto: il futuro della spiritualità

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In questi anni si sta diffondendo questa teoria metafisica definita Individualismo Aperto che consiste nella credenza che esista una sola coscienza umana che vive la sua esistenza solamente a livello soggettivo attraverso le diverse personalità umane. Quindi in realtà noi crediamo di essere una umanità composta da miliardi di individualità differenti quando in realtà siamo una unica entità che si ricicla attraverso tutti noi. La nostra coscienza vive tutti i punti di vista umani a livello soggettivo. A mio parere, se questo fosse vero, ed e’ probabilmente vero, ci sarebbe quindi una dualità esperienziale nell’ universo, una entità tutta istinto e una entità cosciente di se’ stessa, che però può esprimersi ed esistere solo in maniera frammentata e autoriciclante. Probabilmente in origine questa autocoscienza si è originata come una interferenza o un ” solitone ” ( terminologia di Terence Mckenna)    Che si e’ poi divisa per sempre dai suoi istinti ed e’ andata avanti per conto proprio.

Questa teoria non e’ necessariamente inclusiva di una entità divina teologica e non elimina in se’ la realtà della morte, poiché ogni personalità riciclata automaticamente si separa dalla precedente, anche se probabilmente non in maniera completamente definitiva, visto come sono popolari le ” memorie di vite precedenti ” . Chi decide di includere nelle sue credenze personali questa teoria deve accettare che i dolori e le tragedie degli umani si verificheranno nella sua esperienza soggettiva allo stesso modo e nella stessa quantità dei piaceri e dei successi di altre individualità.

Quindi se questo concetto corrisponde al vero, siamo una unica entità che viaggia di corpo come nel libro ” Everyday ” , con la differenza che ogni esperienza di vita effettivamente viene vissuta come unica e separata dalle altre. In questo modo siamo una entità che rappresenta tutte le vicissitudini umane, e soggettivamente sperimentiamo tutte le esperienze possibili per gli umani.

Questo porta all’ inevitabile conclusione che quando ci rapportiamo agli altri di fatto ci stiamo rapportando con una versione alternativa di noi stessi. Non importa se essi sono con noi nello stesso periodo temporale che successivamente ci accingeremo a ripercorrere. Infatti in questo modello spirituale il tempo e’ vissuto anche esso in maniera soggettiva. Questo ci porta ad addentrarci in un territorio solipsistico, ma se ci pensiamo bene, ognuno di noi e’ separato da una barriera invalicabile nei confronti della interiorità di chi ci sta accanto e di chi vive con noi, a meno che egli o ella non si esprima, non possiamo effettivamente sapere cosa succede nella sua mente. Di fatto, ognuno di noi vive in maniera solipsistica, ed e’ perfettamente legittimo, visto che la nostra vita personale ci appartiene.

Se tutti sapessimo che un giorno ci troveremo nei panni dell’ altro, chissà quanto cambierebbe nei nostri comportamenti e nell’ approccio verso il diverso. A me piace pensare che questo sistema spirituale abbia una sua metodologia e una sua dinamica precisa, mi piace pensare che il sistema di ricambio delle personalità avvenga in connessione al tempo, e quindi in modo cronologico. Ogni giorno nascono un tot di persone, e di conseguenza ritengo di poter ipotizzare che il ricambio segua una metodologia precisa, quindi se io sono nato un determinato giorno ad una determinata ora, continuerò a rinascere per un grande numero di vite in persone nate lo stesso giorno, con differenze di secondi e più avanti anche minuti.

Secondo la storia di Andy Weir, l’ Uovo, rappresentiamo lo stato vitale embrionale di una divinità, siamo ” allevati ” da Dio e addestrati a conoscere ogni sfaccettatura umana a livello interiore, un campione di umanità, che una volta portato a compimento e a conclusione, ci porterà a nascere come una divinità effettiva che in teoria dovrebbe poi guidare le vite della VERA umanità , che di conseguenza non esisterebbe ancora. Siamo quindi in una realtà virtuale, una scuola per divinita’ , un tutorial.

Solo chi ha conosciuto e ha vissuto ogni esperienza possibile può comprendere cosa vuol dire essere UMANO. Di conseguenza, ci vuole una divinità per comprendere la nostra umanità.

In un certo senso ho sempre pensato, anche prima di conoscere questa teoria, che noi identifichiamo Dio attraverso la nostra personalità, plasmiamo la sua essenza attraverso ciò che conosciamo della nostra interiorità ( anche se una volta ho letto che la nostra comprensione interiorizzata di Dio si sviluppa attraverso il nostro approccio con i genitori, il che è comprensibile, ma io in realtà ho sempre identificato Dio come affine al mio essere interiore, non per narcisismo, ma perché credo che sia un processo automatico ).

Invece di utilizzare personaggi e ruoli di tramite per approcciarsi al divino, potremmo invece utilizzare noi stessi per identificarci con la totalità della nostra essenza ” embrionale ” e cercare di vivere attraverso gli altri, come se ci stessimo rapportando effettivamente con una parte di noi stessi ( sebbene questa parte esterna alla nostra soggettività per ovvi motivi non ci riconosce come una parte di se stesso ). Chissà quanto cambierebbe il mondo se tutti percepissimo questo concetto.

La Storia è un processo di metamorfosi

 

Vedere anche https://civiltascomparse.wordpress.com/2011/06/13/linizio-della-storia-si-trova-nel-futuro/

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La nostra infelice dipendenza dall’essere guidati dall’ego, è diventata non solo la fonte del nostro proprio disagio, ciò sarebbe già abbastanza brutto, ma adesso è diventata la fonte di un grande malessere e disturbo per tutte le vite e le società umane sulla Terra.

Siamo fuori controllo.

Siamo dipendenti gravemente dalle cose.

E non possiamo fermarci.

E sappiamo, o dovremmo sapere, che non c’è abbastanza petrolio, metalli, ecc, sul pianeta, per fornirci ogni dipendenza dalle cose che dobbiamo avere per essere felici.

Abbiamo diffuso questo virus intellettuale dal polo nord al polo sud, dal Turkmenistan al Borneo, dall’Amazzonia superiore agli abitanti del Tagjikistan.

Dove ci porterà tutto questo?

Bene, finora ci siamo sollazzati come se ci fossimo trovati in un parco giochi senza fine.

Non c’è nessun serio piano sul tavolo per affrontare tutto ciò, per nulla.

Penso che nessuno tra noi immagina che la Storia possa andare avanti per altri mille anni, cioè, come sarebbe possibile pensando all’attuale stadio di crescita della popolazione, diffusione di malattie epidemiche, tasso di crescita esponenziale delle invenzioni e della connettività delle comunicazioni, esaurimento delle risorse, le condizioni dell’atmosfera…è impossibile concepire un altro millennio di storia umana.

Dunque, la Storia sta finendo.

La Storia è come un processo di gestazione, un tipo di metamorfosi, è solo un episodio nella vita di una specie.

Se pensiamo a un semplice esempio di metamorfosi, dal bruco alla farfalla, sappiamo che c’è un momento intermedio in cui il bruco si dissolve attraverso degli enzimi per poi ricostituire un tipo di organismo del tutto differente, con strutture fisiche diverse, diversi occhi, diverse gambe, un altro modo di respirare, con le ali (dove le ali prima non c’erano), con un altro modo di alimentarsi.

Questo è ciò che ci sta succedendo: la Storia è un processo di metamorfosi, è lo stadio detto “pupa”, inizia con una scimmia nuda e ha termine con una interfaccia tra l’intero pianeta e ogni singolo essere umano, in grado di rilasciare quantità di energia confrontabili con la luce delle stelle.

Tale processo ha una durata di 15-20.000 anni e, durante questo periodo, l’intero processo è sempre in bilico, ad alto rischio di fallimento, allo stesso modo di quando, dentro il bozzolo, il bruco non è più bruco e non è ancora farfalla, o ciò che accade al feto dentro l’utero, è un processo di gestazione, quando una forma di vita sta cambiando e sta diventando altro.

Se dovessimo mancare la palla, se dovessimo realmente fallire, dove migliaia di generazioni prima di noi non hanno fallito [per farci arrivare fino a qui], la magnitudine di questa tragedia sarebbe immensa, perché il fallimento non è inevitabile, non è scontato che dobbiamo fallire. Ci sono idee, personalità, tecnologie, disponibili già adesso che, se fossero realmente sperimentate e implementate, potrebbero salvarci dalle disgrazie da cui siamo assediati.

Non vogliamo che questo finisca in una discarica di rifiuti e quindi essere dominati da una tirannia, che può, come voi ben sapete, il modo in cui saremmo costretti a essere guidati.

Lo svolgimento del “programma Kali” è implacabile

Continuo da qui.

Nella religione indoeuropea, Kali è la forza cosmica femminile – una delle emanazioni di Shiva – rappresentante il tempo. Il suo colore è il nero, nell’essere umano si manifesta come la forza Kundalini, avvolta a spirale tre volte e mezzo in fondo alla colonna vertebrale. A dire il vero, Kali, più che il tempo stesso, manifesta i suoi effetti su questa dimensione planetaria. Essa viene rappresentata come una donna di aspetto non molto rassicurante: appare nuda con lunghissimi capelli, la sua pelle è difficile che sia di un colore a cui si è abituati, indossa una collana di teste mozzate, in una delle sue tante braccia (generalmente, sono quattro, ma di solito ne vengono rappresentate di più) tiene una lama, in un’altra una testa mozzata. Kali taglia via tutto ciò che non è necessario, tutto ciò che è un “di più”, gli effetti di questo li vediamo tutto attorno a noi. Nel graduale assottigliarsi degli ornamenti dell’autorità, per esempio. Com’è avvenuto nel corso degli ultimi secoli, un processo che s’è accelerato nel XX secolo, pensiamo allo stile modernista, e confrontiamolo con gli stili precedenti, pieni di orpelli.

E’ un processo, in ultima analisi, riguardante la DECAPITAZIONE – ciclica e, nello stesso tempo, progressiva – dell’ego che domina (dall’ “alto”) la Storia: ego che si concretizza nell’autorità costituita: re, presidenti, capi, papi ecc.

Le lancette dell’orologio, le lame e lance che Kali tiene nelle mani, la ghigliottina. Periodicamente, l’autorità costituita, generalmente una volta raggiunto l’apogeo del suo esaurimento storico, viene decapitata “dal popolo.” La testa simboleggia l’ego.

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KALI.

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Le lancette.

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La ghigliottina.

Come ho già avuto modo di dire più volte, nel periodo 1997-1999 vi fu un certo numero di film americani che sembrarono marcatamente profetizzare il periodo storico che ci troviamo a vivere, ovvero la curva discendente finale verso un “evento” di difficile decifrazione, ma che, forse, può trattarsi della perdita DEFINITIVA dell’ego storico, ovvero delle autorità REALI che ci dominano dall’alto al basso con la forza dei simboli e delle immagini, dai papi agli idoli del cinema e della musica.

La decapitazione ultima, dunque.

I titoli di quei film sono i seguenti: “Jackie Brown”, “Wag the dog – sesso e potere”, “Titanic”, “Matrix”, “Il tredicesimo piano”, “The Truman show”, “Fight club”, “Il grande Lebowsky.”

Proprio ne “Il grande Lebowsky” vi è una scena che voglio ricordare, quando l’ex figlio dei fiori disoccupato Drugo Lebowsky, un “signor nessuno” che passa pigramente le sue giornate giocando a bowling, si specchia di sfuggita su una riproduzione riflettente della copertina del TIME – settimanale principe dell’establishment, dell’autorità costituita globale – dedicata al “Men of the year”, la persona dell’anno. Una ricorrenza che il giornale simbolo dello status quo mondiale dei nostri tempi mantiene dagli anni trenta del secolo scorso, dedicando la sua copertina alla divinità umana che la plebe globale deve adorare, semplicemente donandogli la propria attenzione. Ebbene, in quella scena del film, succedono due cose:

  • Sulla copertina del TIME dedicata alla “persona dell’anno” non vi è nessuno (fase uno.)
  • La copertina del TIME è dedicata a Drugo Lebowsky, uno della plebe, un signor nessuno nullafacente che diventa “persona dell’anno” (fase due.)

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Secondo il tipico rovesciamento psicanalitico della causa con l’effetto, del prima col dopo (con la fase uno che diventa la fase due e viceversa), la copertina del TIME vuota possiamo pensarla  come successiva a quella dove la TESTA di Lebowsky viene incorniciata come “persona dell’anno” dalla copia riflettente della prestigiosissima rivista. E ciò può avvenire semplicemente facendo scorrere il film al contrario. Ecco quindi che il Drugo viene a essere l’ “ultimo della serie”  (una specie di “ultimo papa”) nella successione temporale delle effigi dell’autorità: viene infatti decapitata anche la testa della plebe che è stata indotta a divinizzarsi diventando ego che le masse possono adorare, dando banalmente attenzione alle riviste che leggono o ai programmi tv che guardano, l’ultimo atto della mistificazione massmediatica insomma, cioè “far diventare la plebe stessa una ‘star’, un ‘vip’ “, si direbbe (e questo l’abbiamo ben visto accadere dal 2000 in poi, per esempio coi vari reality show, e ora col Movimento 5 stelle, ma, in generale, con la stessa internet e con i social network, dove chiunque può avere il suo quarto d’ora di celebrità.)

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Movimento 5 stelle.

Il processo di decapitazione della “testa”, dell’ego storico, da parte di Kali, utilizzando la “lancetta dell’orologio” ( o ghigliottina), giunge quindi al suo compimento ultimo, e ciò può essere rappresentato dal logo del gruppo di hacker Anonymous: i mass media non hanno più alcun referente con un volto e un nome ben definito, l’intelligenza operativa della storia diviene diffusa, al di fuori delle immagini, dei simboli, dei nomi, dei volti;  non è più inquadrabile ne’ attraverso un nome, ne’ attraverso un volto (una testa.)

Come dunque si è detto, Kali taglia via tutto ciò che è superfluo.

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ANONYMOUS Noi siamo legione Non perdoniamo Non dimentichiamo.