La bandiera di San Giorgio tra Scozia, Inghilterra e Genova

Questo post lo considero un ricorso dei seguenti due post:

https://civiltascomparse.wordpress.com/2015/04/25/la-scozia-riuscira-ad-annettere-linghilterra/

https://civiltascomparse.wordpress.com/2017/06/26/le-nuvolette-nel-corso-degli-anni-che-hanno-annunciato-la-bufera-marco-bucci/

https://www.ilsole24ore.com/art/sfida-londra-scozia-avvia-procedura-l-indipendenza-ACCTDM7

Sfida a Londra: la Scozia avvia la procedura per l’indipendenza

La premier di Edimburgo, Nicola Sturgeon, invia al governo inglese nel giorno del discorso della regina un disegno di legge che le permette di indire un nuovo refendum sulla secessione dal Regno Unito

La “brexit” potrebbe mettere in moto un meccanismo il quale c’è probabilità che sfugga di mano. Secondo i piani venuti fuori dalle elezioni in UK la scorsa settimana, in cui è emerso come trionfatore un “hard brexiter” – uno per dire che in passato ha paragonato la UE a un lager da cui uscirne – alla fine del prossimo gennaio verrà molto probabilmente proclamata ufficialmente l’uscita dei britannici dall’Unione Europea. Ma il premier indipendentista scozzese Nicola Sturgeon vuole che la Scozia rimanga in UE e la maggior parte degli scozzesi sta dalla sua parte.

https://globalist.it/world/2019/12/19/scozia-indipendente-sturgeon-fa-sul-serio-chiesto-un-secondo-referendum-2050634.html

Scozia indipendente, Sturgeon fa sul serio: chiesto un secondo referendum

Nelle ultime elezioni la stragrande maggioranza degli scozzesi si è espressa contro la Brexit: “Non ci può essere imposto qualcosa che non vogliamo”

Un’eventuale indipendenza della Scozia dopo una (questa più che eventuale ormai molto probabile) “brexit” consisterebbe in un pazzesco precedente, che farebbe sbriciolare una struttura pesantemente storica e baluardo del Potere Globale (soprattutto finanziario) quale è il Regno Unito e getterebbe benzina sul fuoco di altri indipendentismi europei, a partire da quello della Catalogna.

I due processi indipendentisti – con tanto di referendum – quello della Scozia e quello della Catalogna, negli anni scorsi infatti sono spesso andati in tandem e in relazione con la profonda crisi d’identità e di scopo vissuta contemporaneamente dalla UE. Nonostante ciò, sia gli indipendentisti catalani che quelli scozzesi (parliamo di milioni di persone capitanate da politici di razza) sono contro le strutture nazionali in cui sono inglobate ma non contro la UE anzi, nel caso peculiare della Scozia, questo essere per la UE è usato come grimaldello per il proprio voler andare contro lo stato in cui sono inseriti dal 1° maggio 1707.

Cosa succederebbe alla popolarissima Union Jack se la Scozia riuscisse a essere indipendente dal Regno Unito? Già il fatto che circolano riflessioni del genere (sul “The Guardian”) è degno di nota.

Ne abbiamo viste di cose strane in UK in questo decennio che sta finendo: dalle Olimpiadi del 2012 le quali furono una specie di “disclosure” occulto ed esoterico, alla scoperta che il famosissimo dee jay di “Top of the pop” della BBC – beniamino delle masse britanniche per cinquant’anni – era un pedofilo-necrofilo-satanista, da un conservatore di un partito conservatore che ha furoreggiato di elezione in elezione facendo l’ “anti-sistema” contro i “poteri forti” della UE e primo promotore del referendum per uscirne a un vecchio socialista duro e puro diventare capo di un partito laburista non più attento ai bisogni sociali almeno da vent’anni, a poi un altro “anti UE” diventare premier prima poi di essere incensato alle elezioni oltre che, appunto, “last but not last”, una premier scozzese pasionaria indipendentista diventata dirimente nell’attuale politica britannica, soprattutto ora che questa premier richiede un altro referendum per uscire dal Regno, cosa che – anche se per adesso ci sembra fantapolitica – un domani una “brexit senza accordo” potrebbe innescare dando il via a un processo politico-culturale dagli esiti che magari risulterebbero sconvolgenti interallacciandosi con le altre “patate bollenti” di politica internazionale in corso.

Una volta la Scozia diventata una nazione indipendente e sovrana, alleata di una UE (a rischio implosione) in contrapposizione con un’Inghilterra (e il Galles e l’Ulster?), la famosa “Union Jack”, quella che abbiamo visto milioni e milioni di volte come simbolo dei corsi di lingua inglese, non avrebbe più senso di esistere e allora, se l’Inghilterra diventasse a sua volta nazione a sè stante (senza il Galles e l’Ulster appicicati) IL RE SAREBBE NUDO!

Cosa vogliamo dire con questo? Un po’ di pazienza e lo saprete.

La croce di San Giorgio

https://it.wikipedia.org/wiki/Croce_di_San_Giorgio#Storia

Nel 1099 [la croce di San Giorgio] fu adottata da Goffredo di Buglione a seguito della presa di Gerusalemme in onore delle forze Genovesi (“Praepotens Genuensium Praesidium”) al seguito di Guglielmo Embriaco che giunti dopo un lungo assedio risolsero le sorti della battaglia con un contributo decisivo nella conquista della Città Santa.

Ebbene si, la bandiera della nuova nazione inglese in seguito al distacco della Scozia (in primis e poi Galles e Ultster o Nord Irlanda) altro non sarebbe che la “croce di San Giorgio”, la bandiera di Genova dal XI-XII secolo in avanti.

L’uso del vessillo da parte dei genovesi, invece, pare risalire ad epoche remote, quando l’esercito bizantino stanziava nella città, e il vessillo della guarnigione (una croce rossa in campo bianco) veniva portata in omaggio nella piccola chiesa di San Giorgio, ma è di sicuro attestato nel 1096. La bandiera, storicamente utilizzata dalla Repubblica di Genova, aveva un valore di difesa automatica: le navi nemiche se la vedevano evitavano il conflitto.

Così nel 1190[1] i regnanti di Londra ottennero l’uso della bandiera per la flotta britannica, ma in cambio di un tributo annuale da pagare alla Repubblica di Genova[2]. Nel luglio 2018 il sindaco di Genova Marco Bucci ha chiesto alla Regina inglese 247 anni di tributi arretrati in quanto non fu più pagata la concessione del vessillo dal 1771.

Foto scattata dall’autore di questo post

Tra breve ci ritorneremo su questa storia del sindaco di Genova Bucci che intenderebbe far “pagare gli arretrati” alla regina d’Inghilterra per l’affitto della bandiera crociata di San Giorgio, cosa che, nel caso in cui l’Inghilterra tornasse a essere una nazione a sè stante, dopo il distacco della Scozia (e dell’Irlanda del nord magari riallacciata pacificamente al resto dell’isola assieme – “why not?” – al Galles), si noterebbe con maggior risalto, dal momento che non potrebbe più sbandierare in giro per il mondo la “Union Jack” dei corsi d’inglese ormai priva di senso ma solo il vessillo con croce rossa in campo bianco ovverosia quello “affittato” a suo tempo dalla Repubblica di Genova e per il cui affitto ora dovrebbe pagare gli arretrati!

Ma andiamo un attimo avanti.

Vedere anche, per maggiori informazioni:

https://digilander.libero.it/paolore2/cult_tradiz/bandea.html

Leggiamo, dal sito dello storico repubblicano (di Genova) Franco Bampi: http://www.francobampi.it/liguria/bandiera/bandiera_genova.htm

La croce di San Giorgio, battuta dalle Navi della forte e valorosa Repubblica marinara di Genova, incuteva rispetto e rappresentava una sorta di immunità per chi navigava sui mari, allora piuttosto pericolosi. Fu così che nel 1190 Londra e l’Inghilterra chiesero e ottennero la possibilità di utilizzo della bandiera crociata per avere le loro navi protette dalla Flotta Genovese nel Mar Mediterraneo; per questo privilegio il monarca inglese corrispondeva a Genova un tributo annuale. Ancora oggi l Inghilterra e la città di Londra utilizzano la bandiera di San Giorgio; e San Giorgio dei Genovesi compare pure sulle sterline inglesi.

E ancora, dallo stesso sito:

Queste concessioni non devono sorprendere. Riferisce infatti l’Accinelli che i Genovesi non erano restii a concedere di portare le loro insegne “ai loro amici o confederati nelle marittime spedizioni”. Oliviero Cromwell ebbe a dire: “… l’Inghilterra e Genova sono due Repubbliche sorelle ambedue sotto l’egida della Croce del gran San Giorgio e perciò si debbono rendere mutuo onore e aiuto”.

Lo stemma di Genova e di Londra a confronto. Genova ha i grifoni, Londra i draghi.

Ne abbiamo parlato di recente della “City” di Londra e dei suoi stemmi:

https://civiltascomparse.wordpress.com/2019/11/30/ponti-aquile-e-unicorni/

Ora, non è per noi importante che le storie inerenti alla cessione della bandiera di San Giorgio agli inglesi da parte dei genovesi (e il successivo “affitto” per cui gli inglesi ci devono gli arretrati) siano vere a o meno, per noi (come penso che chiunque segua da tempo questo blog ormai l’ha capito) è importante la carica simbolica oltre che sincro-ciclo-archetipica che queste vicende stimolano.

Per esempio, quest’altro sito web si mostra scettico nei confronti di quelle storie sulla bandiera di San Giorgio ceduta dai genovesi agli inglesi : http://www.amezena.net/storia-di/storia-di-una-croce-di-una-bandiera/

Storie suggestive e affascinanti ma purtroppo non dimostrabili.

Spesso il confine tra storia e leggenda è labile ma, in questo caso, è facilmente tracciabile. Ad oggi infatti, non esiste alcuna prova che attesti l’esistenza di questo – è il caso di dirlo- sbandierato canone.

Non solo: è inoltre appurato che gli inglesi, come testimoniato dal celebre arazzo di Bayeux (1070/1080) che rappresenta la battaglia di Hastings del 1066, usassero ben prima del 1090 la bandiera con croce rossa in campo bianco denominata a quel tempo di San Pietro e solo successivamente di San Giorgio.

La presente amministrazione comunale di Genova, con la giunta guidata dal sindaco Marco Bucci, si sta mostrando piuttosto sensibile riguardo ai temi di preservazione delle tradizioni culturali genovesi, temi cari agli indipendentisti liguri, coloro i quali rimpiangono i tempi della Repubblica di Genova  (durata quasi sette secoli, dal 1099 al 1797) che si estendeva su gran parte dell’attuale Liguria e che è stata l’unica regione d’Italia a non partecipare a nessun plebiscito per l’annessione al Regno dei Savoia, dal momento che fu annessa d’imperio nel 1815 al Regno durante il “congresso di Vienna”, all’inizio della Restaurazione. Cosa ricordata poco tempo fa in tv dallo stesso sindaco, il quale ha dimostrato una volta di più di essere sensibile a questi temi “indipendentisti”.

Di recente, a Genova è stata istituita la “festa della bandiera” che si tiene il 23 aprile, giorno della festa patronale di San Giorgio. Anche nel seguente articolo, già dal titolo, si cita la bandiera “affittata” agli inglesi, e che qui ci si sbilancia addirittura dicendo espressamente che venne “venduta”!

https://www.ilsecoloxix.it/genova/2014/04/23/news/oggi-e-san-giorgio-storia-di-una-bandiera-venduta-agli-inglesi-1.32050365

E in occasione di questa “festa della bandiera”, si è dato di nuovo risalto alla querelle tra Genova e l’Inghilterra sul mancato pagamento di 247 anni di arretrati per l’affitto della croce rossa in campo bianco. Guarda caso, proprio in questo periodo di fibrillazione politica tumultuosa in Inghilterra, in cui con la “brexit” prima e la ri-nazionalizzazione a sè stante della Scozia poi, la “Union Jack” potrebbe sparire e ognun per sé, con la Scozia col suo bel vessillo con la croce di Sant’Andrea bianca a X su fondo azzurro e l’Inghilterra di nuovo sbandierata davanti al mondo in bella vista ai quattro venti con la sua croce rossa dritta in campo bianco, identica a quella di Genova e pronta a sobillare i suoi appetiti (o meglio, quelli della sua giunta comunale) costituiti nelle voglie di affitto arretrato.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/si-riaccende-crisi-bandiera-genova-e-inghilterra-1678839.html

Si riaccende la “crisi della bandiera” tra Genova e Inghilterra

Tra il serio e il faceto, Genova ha chiesto all’Inghilterra di versare gli arretrati dell’affitto della sua bandiera che, nel Medioevo, gli inglesi usavano per difendersi dai pirati. Un membro della casa reale verrà in Italia per risolvere la querelle

Ed ecco che ieri, durante il rituale e tradizionale falò del 21 dicembre chiamato “Confuego”, ho forse “avuto la prova”, in “diretta”, che i simboli e gli archetipi del sottobosco collettivo della cultura storica europea devono essere all’opera e che questi strani legami sotterranei tra Scozia, Inghilterra, Genova secondo me stanno facendo bollire in pentola qualche sorpresa, non so quanto grossa.

http://www.ansa.it/liguria/notizie/2019/12/21/confeugo-sindaco-bucci-si-veste-da-doge_acc06a28-b1e1-4a7a-9c0d-f1579e40635e.html

Confeugo, sindaco Bucci si veste da Doge

https://www.genovatoday.it/cronaca/confeugo-come-era-la-fiamma.html

Confeugo 2019, sindaco Marco Bucci vestito da doge: fiamma alta e dritta

Il primo cittadino ha indossato abiti storici per partecipare alla tradizionale cerimonia di accensione dell’albero di alloro

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Il sindaco di Genova Marco Bucci vestito da doge accende il tradizionale falò solstiziale del 21 dicembre chiamato “confuego”.