Germania e Italia, gemelli diversi

 

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Vi sono certe cose che non si notano finchè qualcuno non le fa notare.

Per esempio la Germania e l’Italia, due paesi complementari l’un l’altro, entrambi sullo stesso meridiano (che divide l’Occidente dall’Oriente), l’uno il rovescio dell’altro ma proprio per questo tanto simili, proprio come gemelli diversi.
Complementari come il rosso e il verde, come il giallo e viola. In modo quasi perfetto.
Questo basta già vederlo guardando un atlante geografico: l’Italia ha confini marittimi, a est, a ovest e a sud, le Alpi a nord; la Germania ha confini terrestri, a est, a ovest, a sud, il mare a nord (e le Alpi a sud.)

Entrambi i paesi sono di recente unificazione di staterelli prima separati, ed entrambi sono stati riunificati intorno al 1870. Entrambi sono vissuti, dal 1870 fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, in un ancient regime monarchico e,  nel primo dopoguerra, hanno vissuto forti tumulti rivoluzionari sia di destra che di sinistra; negli anni venti i due paesi sono stati laboratori politici internazionali e negli anni trenta e quaranta hanno vissuto in un regime totalitario con al centro una guida fortemente simbolica.

Nel secondo dopoguerra, e soprattutto nel periodo della guerra fredda, Germania e Italia sono state fortemente divise tra ovest ed est, la prima con la Repubblica Federale e la Repubblica Democratica e la seconda con la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista più grande dell’Europa Occidentale; negli anni settanta entrambe hanno vissuto la strategia del terrore e negli anni ottanta/novanta hanno sopportato più di altri il crollo della Guerra Fredda, e poi è uscita fuori l’Unione Europea e l’euro e, soprattutto da qualche anno, i binari dei due paesi (la Germania come primo paese dell’UE, l’Italia come primo paese dei PIIGS) si vede bene come continuino a proseguire con uno singolare parallelismo.

Oltre alla geografia e alla storia, si vede come la tradizione alimentare tedesca sia l’esatto contrario rispetto a quella italiana, la lingua italiana è il picco della latinità, la lingua tedesca è il picco della germanicità; nel passato, l’attrazione dei letterati tedeschi verso l’Italia è sempre stata palpabile, soprattutto nell’epoca romantica e, oggi, quest’attrazione si manifesta nelle masse di tedeschi che fanno turismo in Italia, sia di tipo culturale sia di tipo balneare, mentre le masse di italiani si riversano in Germania a lavorare.

Anche se si leggono gli annuari dei Mondiali di calcio, dei campionati e degli altri sport, si vedono un sacco di corrispondenze tra i due paesi.

Inutile parlare di come, dal punto di vista politico, i due paesi siano lo specchio l’uno dell’altro: l’Italia è l’inconscio della Germania e la Germania è la coscienza dell’Italia. L’Italia è improvvisazione, genio, arte di arrangiarsi, imprevedibilità, insofferenza per le regole, esagerazione, attrazione per la finzione e l’apparenza, mancanza di responsabilità. La Germania è ingegno, tecnica, produzione, senso comunitario, prevedibilità, rispetto per le regole, rifiuto dell’ l’improvvisazione e dell’apparenza senza sostanza, forte senso di responsabilità. Di tutto ciò che manca a un paese è fortemente provvisto l’altro.

Entrambi sembrano due pezzi di un motore. Diverse volte nella storia si è cercato di metterlo assieme, di assemblarlo, ma alcune forze hanno sempre ostacolato questo. Sembrano come quei pezzi meccanici di cui uno è il maschio e l’altro la femmina.
E’ probabile che, una volta fatto funzionare, questo motore – è facile prevederlo seguendo la geopolitica – si trascinerà dietro l’Eurasia: la Francia, il Giappone, la Russia, la Cina, l’India…