Lo svolgimento del “programma Kali” è implacabile

Continuo da qui.

Nella religione indoeuropea, Kali è la forza cosmica femminile – una delle emanazioni di Shiva – rappresentante il tempo. Il suo colore è il nero, nell’essere umano si manifesta come la forza Kundalini, avvolta a spirale tre volte e mezzo in fondo alla colonna vertebrale. A dire il vero, Kali, più che il tempo stesso, manifesta i suoi effetti su questa dimensione planetaria. Essa viene rappresentata come una donna di aspetto non molto rassicurante: appare nuda con lunghissimi capelli, la sua pelle è difficile che sia di un colore a cui si è abituati, indossa una collana di teste mozzate, in una delle sue tante braccia (generalmente, sono quattro, ma di solito ne vengono rappresentate di più) tiene una lama, in un’altra una testa mozzata. Kali taglia via tutto ciò che non è necessario, tutto ciò che è un “di più”, gli effetti di questo li vediamo tutto attorno a noi. Nel graduale assottigliarsi degli ornamenti dell’autorità, per esempio. Com’è avvenuto nel corso degli ultimi secoli, un processo che s’è accelerato nel XX secolo, pensiamo allo stile modernista, e confrontiamolo con gli stili precedenti, pieni di orpelli.

E’ un processo, in ultima analisi, riguardante la DECAPITAZIONE – ciclica e, nello stesso tempo, progressiva – dell’ego che domina (dall’ “alto”) la Storia: ego che si concretizza nell’autorità costituita: re, presidenti, capi, papi ecc.

Le lancette dell’orologio, le lame e lance che Kali tiene nelle mani, la ghigliottina. Periodicamente, l’autorità costituita, generalmente una volta raggiunto l’apogeo del suo esaurimento storico, viene decapitata “dal popolo.” La testa simboleggia l’ego.

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KALI.
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Le lancette.
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La ghigliottina.

Come ho già avuto modo di dire più volte, nel periodo 1997-1999 vi fu un certo numero di film americani che sembrarono marcatamente profetizzare il periodo storico che ci troviamo a vivere, ovvero la curva discendente finale verso un “evento” di difficile decifrazione, ma che, forse, può trattarsi della perdita DEFINITIVA dell’ego storico, ovvero delle autorità REALI che ci dominano dall’alto al basso con la forza dei simboli e delle immagini, dai papi agli idoli del cinema e della musica.

La decapitazione ultima, dunque.

I titoli di quei film sono i seguenti: “Jackie Brown”, “Wag the dog – sesso e potere”, “Titanic”, “Matrix”, “Il tredicesimo piano”, “The Truman show”, “Fight club”, “Il grande Lebowsky.”

Proprio ne “Il grande Lebowsky” vi è una scena che voglio ricordare, quando l’ex figlio dei fiori disoccupato Drugo Lebowsky, un “signor nessuno” che passa pigramente le sue giornate giocando a bowling, si specchia di sfuggita su una riproduzione riflettente della copertina del TIME – settimanale principe dell’establishment, dell’autorità costituita globale – dedicata al “Men of the year”, la persona dell’anno. Una ricorrenza che il giornale simbolo dello status quo mondiale dei nostri tempi mantiene dagli anni trenta del secolo scorso, dedicando la sua copertina alla divinità umana che la plebe globale deve adorare, semplicemente donandogli la propria attenzione. Ebbene, in quella scena del film, succedono due cose:

  • Sulla copertina del TIME dedicata alla “persona dell’anno” non vi è nessuno (fase uno.)
  • La copertina del TIME è dedicata a Drugo Lebowsky, uno della plebe, un signor nessuno nullafacente che diventa “persona dell’anno” (fase due.)

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Secondo il tipico rovesciamento psicanalitico della causa con l’effetto, del prima col dopo (con la fase uno che diventa la fase due e viceversa), la copertina del TIME vuota possiamo pensarla  come successiva a quella dove la TESTA di Lebowsky viene incorniciata come “persona dell’anno” dalla copia riflettente della prestigiosissima rivista. E ciò può avvenire semplicemente facendo scorrere il film al contrario. Ecco quindi che il Drugo viene a essere l’ “ultimo della serie”  (una specie di “ultimo papa”) nella successione temporale delle effigi dell’autorità: viene infatti decapitata anche la testa della plebe che è stata indotta a divinizzarsi diventando ego che le masse possono adorare, dando banalmente attenzione alle riviste che leggono o ai programmi tv che guardano, l’ultimo atto della mistificazione massmediatica insomma, cioè “far diventare la plebe stessa una ‘star’, un ‘vip’ “, si direbbe (e questo l’abbiamo ben visto accadere dal 2000 in poi, per esempio coi vari reality show, e ora col Movimento 5 stelle, ma, in generale, con la stessa internet e con i social network, dove chiunque può avere il suo quarto d’ora di celebrità.)

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Movimento 5 stelle.

Il processo di decapitazione della “testa”, dell’ego storico, da parte di Kali, utilizzando la “lancetta dell’orologio” ( o ghigliottina), giunge quindi al suo compimento ultimo, e ciò può essere rappresentato dal logo del gruppo di hacker Anonymous: i mass media non hanno più alcun referente con un volto e un nome ben definito, l’intelligenza operativa della storia diviene diffusa, al di fuori delle immagini, dei simboli, dei nomi, dei volti;  non è più inquadrabile ne’ attraverso un nome, ne’ attraverso un volto (una testa.)

Come dunque si è detto, Kali taglia via tutto ciò che è superfluo.

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ANONYMOUS Noi siamo legione Non perdoniamo Non dimentichiamo.