Narrazione della mentalità interiore di un soggetto “personalità borderline”

21 09 2021

Questo articolo sarà una narrazione “confessionale” della vita interiore di un soggetto con personalità borderline:

“Non ci sono sicurezze nella vita di una persona borderline. Un evento trigger potrebbe essere sempre dietro l’ angolo, pronto a rovinare tutto, a sabotare tutto ciò che si è guadagnato. Una crisi è una sorta di nebbia mentale che ti avvolge e sovrasta la razionalità. Deve passare del tempo prima di recuperare i livelli emotivi normali, la capacità di razionalizzare gli eventi, la capacità di accorgersi di essere andati oltre, di aver reagito in modo eccessivo, di aver contribuito a danneggiare una situazione. E allora emerge la vergogna di sé, l’ imbarazzo, la sensazione di essere stati sconfitti, la sensazione di non avere il controllo delle proprie emozioni e dei propri ragionamenti. E anche quando si riemerge dalle profondità dell’ inconscio, basta il minimo trigger per tornare al punto di partenza. Queste crisi sono proprio come le eruzioni della natura. Questa alternanza di crisi e razionalità possono durare settimane.“

“La mia percezione è che nel mio specifico caso lo sviluppo di questo disequilibrio della personalità si è generato per cause “ambientali”, per una serie di circostanze che mi hanno davvero cambiato e che hanno lasciato un marchio, e sembra proprio che non si possa tornare indietro. Mi ricordo che ero una persona che era in grado di vivere con se stesso, il mio stile di vita era “vivi e lascia vivere”, passavo molto tempo da solo racchiuso nella mia interiorità e avevo relazioni di amicizia equilibrate. Poi ho  cominciato a frequentare costantemente una persona che richiedeva una percentuale del mio tempo giornaliero crescente. Siamo diventati come fratelli, lui era più giovane di me, e dopo circa un anno ho cominciato a frequentare casa sua e la sua famiglia come se fossero le mie, ore e ore ogni giorno, spinto dal senso del dovere, e perché non avendo un dialogo con il mio vero fratello evidentemente inconsciamente cercavo un rimpiazzo. Non venivo trattato bene, solo per brevi periodi, da lui, e questa amicizia era diventata un vero e proprio lavoro. Mi si richiedeva presenza costante, e dopo un certo tempo la situazione diventò gradualmente asfissiante e soffocante. Il mio intero mondo si era rimpicciolito: lui lo occupava quasi interamente. Ad un certo punto ero arrivato a trascorrere qualcosa come 12 ore in quella casa, e dovevo sempre stargli accanto, non riuscivo neanche a trovare il modo di dirgli che avevo bisogno di usare il bagno. Quella è stata l’ ultima goccia: due settimane dopo ho troncato di netto quella amicizia fraterna ma soffocante e non sono più rientrato in quella casa.

Non gliene faccio una colpa. Tagliare di netto è stata una mia decisione ma a lungo andare ho sofferto molto perché volevo tornare da lui dopo anni, anche se per i primi due anni e mezzo ero sollevato da questo ritorno alla mia vita come protagonista, e il fatto è che volevo ritrovare quella intensità e quella presenza, quella sicurezza data dalla abitudine e dalla costanza che non riuscivo a trovare con nessun altro, non allo stesso modo. Quella non era una amicizia normale, era una codipendenza, qualcosa di simile alla sindrome di Stoccolma. Però potevo contare sulla sua presenza, e la sua assenza lasciava un grosso vuoto.

Non gliene faccio una colpa perché il mio taglio netto e inesorabile lo ha scioccato e sicuramente lo ha danneggiato. Il fatto che negli anni si è rivoltato verso di me quando manifestavo un intenso bisogno della sua presenza e del suo ritorno negandosi completamente fa capire che il trauma è stato reciproco. Ma non poteva andare diversamente. Alla fine ci siamo autodistrutti a vicenda.”

Risultato immagine per borderline personality

“Due anni dopo il taglio netto sembrava che io fossi tornato allo stile di vita normale del passato. E poi ho trovato il rimpiazzo del mio amico fraterno e la mia mentalità è cambiata drasticamente. Le persone borderline sono “selfless”, rimpiccioliscono il proprio io nei confronti di una “favorite person”, e cioè mettono al centro come priorità una persona con il quale si legano con continuità e costanza, e lasciano che questa persona invadi la propria vita. Basano la propria percezione di sicurezza e stabilità sul rapporto con questa persona che diventa un elemento centrale. La persona borderline si rapporta nel mentre anche con altre persone ovviamente ma c’è un “vibe” differente, una “aura” diversa quando si tratta della FP. Ci si mette in condizioni di dipendenza e tutto ciò che riguarda questa persona è più importante del resto, è ad un altro livello. Ci sono le altre persone, la famiglia e poi c’è la FP. I borderline vogliono davvero bene alla FP, cercano di essere gli amici perfetti, vogliono distinguersi, cercano di rammentargli che loro ci sono e fanno cose per loro mentre altri invece conducono la propria vita e possono anche non essere presenti per questa persona. La quantità di pensiero dedicata alla strategia per affrontare questo rapporto di “amicizia favorita” è enorme, e la persona si sente in dovere di fare attenzione a tutto, con un costante sottofondo di apprensione e paura, paura che un singolo errore possa compromettere per sempre la amicizia. O che da una piccola cosa si sviluppi una grande crisi. I borderline sono consapevoli che dall’ altra parte non c’è la stessa attenzione, che dall’ altra parte c’è un mondo interiore che non potrebbe mai capire le dinamiche di pensiero reali dell’ altro. Se le cose vanno bene, loro stanno bene, ma siccome una amicizia è in costante trasformazione, è un flusso di cambiamento, qualsiasi novità diventa istintivamente una sorta di ostacolo o di minaccia: una nuova persona nella sua vita? Allora avrà meno tempo per me. Una offerta di lavoro? Un cambiamento stressante, un rifacimento completo delle priorità dell’ altro. Si fa davvero difficoltà ad essere lieti per l’ altro se arriva una novità nella sua vita, perché si teme sempre di rimanere indietro, di non riuscire ad adattarsi e infine, si teme di essere scartati. Purtroppo ci sono quelle persone che te lo dicono direttamente: “adesso che è incominciato questo, io ci sarò molto di meno” oppure “adesso voglio fare grandi cambiamenti nella mia vita, basta con le stesse cose”, e per il borderline è un grande stress. L’ altro non lo saprà, e quando emergerà con un commento la punta dell’ iceberg si stupirà, non saprà che cosa dire, per esempio se io dico “e poi io come farò?” lo si lascia interdetti. Il rimuginare e girare attorno a questo punto fisso diventerà una costante, ci si ricorderà sempre che grandi spostamenti sono dietro l’ angolo, sono potenziali, e si perde la fiducia in se stessi e nella durata della amicizia. Per l’ altro è qualcosa di spontaneo e naturale, ma il borderline non è in grado di capire: “perché vuole cambiare le sue abitudini? Io non sono abbastanza? C’è qualcosa che non va in me? Come può farmi questo proprio adesso?” … Non si riesce a concepire come una altra persona possa attuare cambiamenti drastici e importanti senza considerare le reazioni di un’ altra persona. Per il borderline la percezione è che l’ altro non riesca a “sentire” abbastanza. E’ come se l’ altro funzionasse con una tonalità ben differente, e per il borderline certe persone vengono percepite quasi come prive di emozioni, anche se ovviamente sono consapevoli che non è così, ma la intensità della loro interiorità è tale che siccome loro sono così turbolenti e all’ erta dentro di sé, gli altri appaiono come spenti, sfumati, freddi, troppo razionali. L’ altra persona sente davvero amicizia e comprensione, ma dalla parte del borderline non si riesce a recepirlo. I borderline hanno paura, una paura intensa e direi quasi come quella di un animale selvatico, di perdere tutto, di vedersi crollare la terra sotto i piedi. Paura di dover ricominciare da zero, di dover trovare un rimpiazzo potenziale, anche mentre si continua ad avere una FP, ci si sente costretti a guardarsi attorno, in attesa della occasione giusta per cominciare a focalizzarsi su qualcun altro, per evitare che il degrado della amicizia FP provochi un urto emotivo troppo intenso. I borderline sono sempre consapevoli di essere come sono, e cercano di non darlo mai a vedere. Possono apparire come tranquilli, riservati e indifferenti o contemplativi, e nel frattempo dentro di loro si agitano emozioni intense, a volte dentro sono destabilizzati e devono continuare a concentrarsi su altre cose, e per le altre persone sembra che non stia succedendo niente, ma dentro di loro è tutto agitato, tutto confuso. Nonostante tutto, ai borderline piacciono le persone pacate e razionali, che non si lasciano coinvolgere e rimangono sempre gli stessi. E’ qualcosa che loro non potranno mai realizzare perché lasciarsi coinvolgere e trasportare dagli eventi è una condizione inesorabile, In momenti particolarmente difficili si tralascia tutto, persino il mangiare, per rimuginare e riflettere, focalizzarsi e ritornare sempre con la mente al recente passato. Gli altri diventano un contorno, una alternativa, una varietà, mentre la FP gradualmente occupa sempre più spazio nei pensieri del borderline. Ci si diverte anche con gli altri, si sta bene, e a volte ci si sente sollevati perché non è presente tutta quella pressione autoindotta, quella sensazione di dover sempre presentarsi al meglio perché altrimenti si rischia di venire abbandonati e scartati. Si vuole bene alla FP, è un affetto sincero, si è capaci di fare tutto e di cambiare le proprie abitudini per adattarvisi, ma la fiducia è davvero difficile da dare. Il timore di un capovolgimento è troppo intenso.”

“Si potrebbe dire che non siamo molto bravi a sceglierci FP che sono abbastanza affidabili e consapevoli e comprensivi in modo da poterci rapportare senza turbolenze e disagi … Non ce ne rendiamo nemmeno conto all’ inizio di cosa sta succedendo. C’è questa persona molto diversa da come siamo noi, che ci incuriosisce e lasciamo che le cose accadano e all’ improvviso siamo diventati amici stretti. La mia prima FP era il mio amico fraterno e in questo primo caso la presenza era praticamente inossidabile, se c’ era una cosa su cui potevo contare era che lui ci sarebbe stato, ma era praticamente, dopo un certo punto, un obbligo, una richiesta. Mi chiedo quanta apprensione c’ era dietro quell’ atteggiamento, come era la sua interiorità … Era davvero un gioco di potere, una questione di forza, una costrizione “tossica” o forse dietro questo atteggiamento c’ era un bisogno simile al mio? Una incapacità di modificare delle abitudini che dovevano rimanere ferree, pena una serie di turbolenze emotive insopportabili? Era davvero solo un giovane dittatore oppure, a modo suo, era un modo per non farmi distaccare? Difficile da capire. La seconda FP che ho trovato era totalmente diverso da me, e grazie a lui ho cambiato drasticamente il mio stile di vita, il mio modo di essere. C’ erano periodi dove era comprensivo, ma altre volte era (legittimamente?) esasperato, diceva che ero una persecuzione. Con lui era come su un ottovolante … abbiamo passato diverse giornate io e lui da soli, e io glielo dicevo, gli dicevo che con lui stavo bene, che ci sarei sempre stato, che quelle erano le mie giornate preferite, e lui di solito rispondeva che ero troppo buono, come se questi apprezzamenti lo mettessero a disagio, come se sentisse di non meritarlo. A volte si arrabbiava per piccole cose, e allora io mi chiudevo nel silenzio e nel rancore, e lui sorrideva e cercava di capire cosa stava succedendo, e io facevo fatica a dirgli il motivo. Mi ha portato a casa sua tante volte, mi ha fatto conoscere sua madre e sua nonna, abbiamo pranzato assieme, e dopo quella estate, sei mesi dopo che eravamo diventati amici, contro ogni aspettativa, visto che nei mesi precedenti non mi stava particolarmente simpatico, anzi, non era neanche nei miei pensieri, sei mesi dopo ho avuto la mia prima crisi di “rabbia borderline”. Aveva deciso di escludermi all’ improvviso, mi diceva “ma dobbiamo per forza essere amici” e allora sono diventato cattivo, frustrato, cattivo e aggressivo anche con altri. Per me era una grande ingiustizia perché io sapevo che, o almeno ritenevo, che io c’ ero per lui, che ero una persona diversa per lui, che come me non poteva trovare nessuno a cui importasse davvero di lui, e allora questo respingimento e tentativo di allontanamento era inaccettabile, era un affronto, un dispetto maligno. In seguito abbiamo risolto, e quell’ autunno siamo diventati ancora più legati e ci sono state le giornate migliori forse della nostra intera amicizia. L’ anno successivo è stato più difficile, anche se per i primi cinque mesi ci vedevamo molto spesso, io avevo cominciato a non accettare determinate cose, e mi chiudevo nel silenzio, poi mi sentivo in colpa, agitato e cercavo di rimediare, ma anche lui era permaloso, e si chiudeva nel suo broncio, nei suoi silenzi e negazioni di parola, e a giugno c’è stata una altra “crisi” perché lui mi ha fatto male per sbaglio e io, che non so tenermi un pensiero in testa, proprio come mio padre, ho reagito in modo un po’ “teatrale” e sono andato a dire a tutti cosa era successo, e qualcuno se l’ era presa con lui, dicendo che era ingiusto questo modo di comportarsi.”

Visualizza immagine di origine

“In certi casi cerchiamo di evitare di manifestare fastidio e frustrazione quando la nostra FP cambia i programmi e si tira indietro, e dice che la serata si svolgerà in modo diverso e noi non siamo inclusi, e bisogna rimandare ad un altro giorno. Facciamo di tutto per far sembrare che va tutto bene, che comprendiamo, che portiamo pazienza, e mandiamo delle risposte gentili e comprensive, e sono quel genere di risposte che sembrano troppo “nice” per essere credibili, e mentre le mandiamo il nostro umore cambia, siamo capricciosi, demoralizzati, tristi, infastiditi. Anche per le piccole cose. Comprendiamo che anche l’ altro deve assecondare altre persone, che ci sono altre persone importanti nella sua vita, che ci sono delle priorità e delle necessità ma abbiamo bisogno di sentire e recepire che siamo necessari e importanti. Ma non vogliamo causare problemi e quindi ci nascondiamo dietro a questi messaggi, apparentemente calmi e comprensivi. E sì, pensiamo che quando queste piccole difficoltà e cambiamenti sono un sintomo della mancanza di onestà dell’ altro, dell’ incapacità di decidere, che sono tasselli di qualcosa che prima o poi crollerà e si disintegrerà, o almeno così temiamo, e pensiamo che dall’ altra parte non c’è interesse e perdiamo fiducia, briciola dopo briciola. Ma facciamo tentativi, anche se abbiamo paura che le parole siano buttate al vento e inutili, noi ci proviamo lo stesso.”   

“Sono stato io a cominciare a dichiarare che volevo allontanarmi e prendere le distanze, nel gennaio dell’ anno dopo, anche se non è veramente cominciato fino ad aprile. Ero arrivato ad una fase in cui avevo bisogno di cambiamenti importanti. Non me la sentivo di continuare a frequentare una persona che non era davvero interessato alla mia amicizia. E poi, due anni dopo, c’è stato il suo ritorno, qualcosa di voluto da me, che avevo ricominciato a scrivergli, e lui rispondeva, e ad un certo punto, così, lui mi ha chiesto se poteva venire da me. Ero felice di averlo convinto a recuperare e ricominciare. A dire il vero, non ero semplicemente soddisfatto, ero proprio su di giri. E così era tornato nella mia vita. Il mio sbaglio è stato ripetere le stesse identiche dinamiche di comportamento del passato: presentarmi senza essere richiesto, cercarlo o aspettarlo nelle vicinanze di casa e altre cose simili. Cercavo di inserirmi di nuovo, forzatamente, nella sua vita e nella sua quotidianità. Aveva un nuovo migliore amico, e io cercavo di rabbonirmi e forse facevo tentativi di manipolare anche lui, di modo da potermi appoggiare a lui in qualche modo, ma erano tentativi abbastanza vani, e sono durati solo qualche settimana. Nel frattempo, si stava gradualmente sviluppando una altra amicizia FP, questa volta con una ragazza, e ci sono stati momenti significativi condivisi con lui e la ragazza, e io contemplavo lo scenario con curiosità. La ragazza era una personalità forte e dinamica, che mi aveva coinvolto, che era comprensiva, mi diceva già da quasi subito che lei ci sarebbe sempre stata, e l’ altro è arrivato ad un certo punto di dirmi “ma allora, hai trovato lei e adesso hai dimenticato me?” in modo ironico e scherzoso e mi diceva di tenermela stretta e di vivere al massimo. Poi, a giugno, ha passato una serata con me, mi ha pagato la cena e qualche giorno dopo per me è arrivato un potente esaurimento nervoso “borderline”.

Avevo ricominciato a passare nei pressi di casa sua, così che se mi vedeva saremmo potuti uscire assieme, ma lui ad un certo punto ha avuto un attacco di rabbia e mi ha mandato degli audio dicendo che era tutto finito, che dovevo stare lontano da lui e dal suo quartiere, che mi avrebbe aggredito se avessi continuato, e tutta una altra serie di cattiverie. Ero nel suo parco quando ho sentito gli audio, e sono piombato immediatamente nell’ ansia e nella disperazione. Continuavo a chiamarlo, a pregarlo e implorarlo di rispondere, e poi è arrivato il pianto, un pianto sconvolto e disperato, chiamavo lei e non riuscivo a parlare, non riuscivo a esprimermi, continuavo a dire che non doveva essere così, che non ce la facevo più, e sono rimasto così, al telefono, con una mano fra i capelli, girando in tondo, continuando a piangere in modo drammatico. Una persona si era fermata a osservarmi. Ad un certo punto è arrivato un mio amico a prendermi e mi ha calmato, abbiamo parlato un poco. Lei non capiva invece la vera motivazione dietro le quinte, non poteva capire, e continuava a dirmi che dovevo accettare il fatto che era una amicizia finita. Ma in qualche modo si è risolta anche questa, lui ha ricominciato a salutarmi, qualche settimana dopo a parlarmi, ma ci sono voluti quattro mesi per recuperare. Era tornato una seconda volta, anche se ogni tanto manifestava ancora segni di fastidio ed esasperazione, era comunque tornato amichevole. E poi ha deciso di voltare pagina: trasferirsi per una offerta di lavoro. E io ovviamente sono stato uno degli ultimi a saperlo. E si faceva pregare per salutarlo, e i miei messaggi erano parole al vento. E allora, questa volta privatamente, sono piombato in una altra crisi di pianto intenso, ero di nuovo a terra, sconfitto. Non capivo come sarei potuto andare avanti, nonostante ci fosse comunque ancora la ragazza FP, ero fragile. Noi non siamo in grado di accettare queste situazioni, questi cambiamenti di vita nell’ altro, non siamo in grado di essere lieti per l’ altro, abbiamo un intenso inesorabile bisogno di essere soddisfatti, considerati, compresi, e se ci scontriamo con delle mancanze, e se queste mancanze sono molteplici, anche al di fuori dell’ ambito dell’ amicizia, se ci sentiamo negati di tutto, non riusciamo a ragionare in modo razionale, è più forte di noi, ci sentiamo perseguitati, maledetti, incapaci, crediamo che non potremo mai conquistare qualcosa e tenercelo stretto, perché la vita sarà sempre contro di noi, a ostacolarci e farci dispetti crudeli.”

“Il mio comportamento cripto – ossessivo si manifesta solo nei confronti di amicizie maschili. Con la mia amica FP non avvertivo questa sensazione, non c’erano quelle dinamiche per cercare di inserirsi nella quotidianità altrui. Con le femmine non funziona: il mio modo di ragionare è più distaccato e razionale, mi affeziono e mi attacco di più ai maschi che alle femmine, forse perché per me c’è la consapevolezza che è più difficile trovare un rapporto stabile con una femmina. Ad ogni modo, la mia presenza era costantemente richiesta, non avevo bisogno di chiedere, manipolare, persuadere, pregare o addirittura supplicare. Semplicemente quando lei chiamava dovevo “correre, a rapporto soldato”. E poi la situazione era diversa, avevamo legato in modo profondo e sincero per altri motivi, e il mio affetto come anche il suo era onesto e naturale. Nonostante questo, dopo un po’ le cose non sono andate bene, e l’ ho allontanata. Anche se poi è tornata. Il motivo per cui ho deciso di iniziare una altra pausa di amicizia e distaccarmi, successivamente, dopo lungo tempo, era perché ero diventato un recipiente che doveva ascoltare le storie della sua vita, obbedire e accompagnarmi a lei, e in un certo modo lei era consapevole del mio atteggiamento e se ne approfittava, mi dava dei compiti, delle commissioni, delle missioni da svolgere. E io ero coinvolto in altre cose, in altre amicizie e la mia vita stava cambiando, e quindi le ho detto che avevo bisogno di tempo per riflettere, di spazio. Ad ogni modo adesso ci parliamo ancora, è stata lei a tornare a parlarmi. E’ questo che mi rende contradditorio. Mi lego, mi fisso, mi ossessiono e poi appena arrivano delle novità, delle svolte, delle opportunità, decido che è tempo di cambiare e mollo la presa di colpo per buttarmi a capofitto in altre diverse situazioni, più coinvolgenti. Senza annunciare finalità, sempre cercando di far capire che è un periodo e lasciando le finestre aperte, in attesa di cambiamenti futuri.”

Visualizza immagine di origine

“La personalità borderline viene percepita come una questione femminile, prevalentemente, ma affligge anche i maschi, e in un certo senso, io non sono sicuramente uno che ragiona in modo puramente maschile, virile, freddo e razionale. Sono lunatico, sensibile, protettivo e accondiscendente. Non riesco ad impormi, non è il mio stile. Le mie manipolazioni sono sotterranee, soft, più dei tentativi che delle cose effettive ed efficaci. Io ci provo, poi vedo come va, e se non funziona, mi arrendo e mi adeguo, Ho dei bisogni che sono poco comprensibili, e le motivazioni sono inconsce e nascoste.“

“Difficoltà di memoria non riguardano il mio caso, ho dei diari, registro gli eventi che accadono, così fisso i ricordi, ma la concentrazione è scarsa, e la costanza nei progetti quasi inesistente. Tanto entusiasmo e carica iniziale, e poi distrazioni ovunque, mancanza di tempo, bisogno di avere un umore abbastanza stabile per poter funzionare, sprazzi di creatività rapidi e intensi e poi lunghe pause di inerzia e passività. Spesso non riesco ad essere pienamente presente nella realtà del momento perché i miei riflettori mentali sono puntati altrove, e allora vengo percepito come indifferente, pensieroso, freddo, distaccato ma dentro di me sono nervoso, agitato, teso. Se poi sono coinvolto dai miei rimugini mentali è come se guardassi attraverso chi cerca di coinvolgermi, di attirare la mia attenzione. Faccio capire in silenzio che non è il momento adatto, che non riesco a distrarmi da me stesso.“

“Abbiamo un problema con la moderazione degli umori e delle emozioni: inizialmente ci sentiamo entusiasti, coinvolti, affascinati, idealizziamo la persona, ne neghiamo i difetti e le incoerenze, e se la persona commette uno sbaglio e si rivolta contro di noi, ci rendiamo conto della realtà delle cose, ci sentiamo offesi e lesi interiormente, e allora proviamo una rabbia violenta, abbiamo bisogno di sfogare fisicamente la nostra rabbia, non riusciamo più a vedere la persona in giro, non riusciamo a guardarla, proviamo disgusto e un forte e avvolgente rancore. Il pensiero base è “come ha potuto farmi questo?” ma poi quando riemerge la stabilità e la razionalità ci rendiamo conto di aver esagerato, di essere esplosi in modo sbagliato, ci pentiamo, cerchiamo a tutti i costi di manifestare calma, cerchiamo di spiegare, e non veniamo compresi perchè siamo diventati improvvisamente antagonistici, aggressivi e inquietanti. Vediamo le cose in bianco e nero, e le ambiguità e contraddizioni nell’ altro ci infastidiscono intensamente. Improvvisamente l’ altro diventa il nemico, il rivale, l’ avversario, e ci vengono pensieri cattivi che devono essere scaricati in modo creativo per non diventare una zavorra e un trigger. Continuiamo a dirci che lo odiamo, ma è come se ci fosse un’ ombra dietro a quelle parole e in realtà mentre stiamo dicendo che lo odiamo stiamo pensando che abbiamo ancora bisogno di lui, ma siccome sappiamo che sono diventate persone inaccessibili facciamo di tutto per raggiungere lo stadio dell’ indifferenza, che viene dopo il disgusto e l’ insofferenza, e lo facciamo per il nostro bene, cerchiamo di dimostrare che andiamo avanti a testa alta, anche se spesso cerchiamo di stimolare il senso di colpa nell’ altro, ci mostriamo e lasciamo che l’ altro cominci a pensare: “ecco, adesso è da solo per colpa mia, sono responsabile della sua situazione di solitudine”. E’ una cripto – sfida. Guardami adesso, ti rendi conto di cosa hai fatto? Ma nelle giornate normali vorremmo tanto riprendere il dialogo, scusarci per le manifestazioni eccessive e cercare di recuperare ciò che si è perso. Ma troppo spesso rimaniamo in silenzio perchè siamo consapevoli di essere inaccessibili all’ altro.”

“Non sono ufficialmente diagnosticato, ho dovuto capirlo da solo, quando ad un certo punto mi sono sfogato e mi è stato detto che poteva essere una questione di questo genere, ma non riuscivo a capire e accettare una altra difficoltà, un altro marchio di diversità e minoranza sociale. Ma poi ho fatto delle ricerche e appare ovvio che si tratta di questo. Ho un QI di poco sopra alla media e sono fin troppo consapevole di me stesso, e sono empatico, cerco di sforzare la mia mente, fino a coinvolgermi in trip e channeling mentali, giochi mentali dove mi immedesimo nell’ altro, cercando di rimuovere la mia mentalità e producendo una versione simulata e artificiale della mentalità altrui, per il mio profondo interesse negli altri, per invidia, e necessità di sentirsi altro da sé, con un sottofondo di frustrazione e insofferenza per come sono a livello emotivo, anche se per me è importante la mia conoscenza delle cose e la mia mentalità che approfondisce tutto ed è curiosa di conoscere tutto, e mi chiedo come facciano gli altri a non essere come me, a restare nelle loro nicchie, nelle loro piccole bolle di realtà, ignorando e sottovalutando tutte le variegate realtà del mondo. “

Ho voluto fare questa analisi per mostrare cosa si cela dietro alla mentalità borderline “generalizzata”, così che possiate riconoscere negli altri attorno a voi queste dinamiche e forse vi capiterà di realizzare la verità, e magari sarete in grado di comprendere, di realizzare che queste persone non sono cattive, ma che rischiano di autodistruggersi e autosabotarsi. Non sono una minaccia, sono capaci di grande affetto e fedeltà e sono consapevoli delle loro difficoltà comportamentali ed emotive. Sono persone preziose, che vanno trattate con cura, rispetto, tanta pazienza e tanta comprensione. Bisogna entrare nella loro testa per capire quanto sia difficile la loro quotidianità, e forse qualcuno di voi in futuro sarà in grado di dare un supporto e aiutare qualcuno a evitare di diventare talmente fragili da crollare. Sono consapevole che ci sono persone che non sarebbero in grado di comprendere tutto questo, che non sentono il bisogno di affrontare tutto questo da parte di un altro, ma ci sono anche persone che sono abbastanza stabili e razionali da riuscire a gestire amicizie e altri tipi di rapporti con queste persone. L’ unico modo per rassicurare queste persone è rapportarsi in modo onesto e consapevole, e far sempre presente che l’ interesse e la amicizia sono sinceri e che le cose andranno bene, e che non ci rivolteremo contro di loro, e che non li allontaneremo e respingeremo per motivi egoistici. Abbiamo tutti delle debolezze, tutta la vita è una serie di esperienze ignote, e loro sono i più consapevoli di tutto questo.        





Vi racconto la mia vita – parte 3 – 20s, la mia seconda vita

27 05 2019

180FDDE6-24F4-4033-8521-699C76D4793B

CHI ERO: Da “creatore di mondi” in questa fase della mia vita sono diventato scrittore occasionale, e la mia fantasia è ancora attiva. Ho imparato a passare molto tempo da solo, diventando uno di quelli che escono da soli senza programmi per il pomeriggio. Le mie letture si sono concentrate sui libri di testo scolastici. Il legame con mio fratello si affievolisce sempre di più in questa fase. La mia giornata comincia al mattino prestissimo.

COSA E’ CAMBIATO: praticamente ogni cosa di me ora è diversa. Anche il modo di parlare. Ho scritto racconti e libri, ma la mia costanza periodica e quasi del tutto inesistente non mi ha ancora permesso di ricavare qualcosa da questa mia passione. La grafomania si è intensificata. Non smetto mai di scrivere, e se non è su carta è al computer. Il tempo che passo da solo è diminuito negli anni sociali, ma ci sono stati ancora anni dove stavo sempre per i fatti miei. Leggo ancora tanto, e dal 2015 ho cominciato a seguire e collezionare Stephen King, che ha monopolizzato il mio mondo letterario. Il legame con mio fratello in questa fase è …sempre più scarso, anno dopo anno, passiamo le giornate a condividere una casa ma senza parlarci. I ritmi della mia vita di anno in anno si sono spostati dal mattino prestissimo al primo pomeriggio e ho cominciato a vivere la notte sveglio. Dalle curiosità sulle cose quotidiane ma enigmatiche dell’ infanzia, passando attraverso channeling ed evocazioni al modo di giochi mentali, in questa fase approfondisco la passione per l’ astrologia professionale divorando libri e siti web voracemente, e il mio nuovo metodo di esplorazione mistica è quello della sincronicità, per poi concentrarmi stabilmente nell’ ambito della ciclologia, metafisica e filosofia. Anche la mia dieta negli anni è cambiata, c’è stata una lunga pausa con il cioccolato, mentre le patatine sono difficilissime da lasciare, e di recente ho ripreso con il cioccolato in grandi quantità, ma mangio sempre pesce, carne, ogni tanto la pizza ( 2010, per esempio ), panini ( dal 2010 ) e ho introdotto i wurstel ( 2015 ) e il caffè ( 2019 ).

Spiritualmente, nei primi anni sono stato influenzato dalle lectures di Terence Mckenna, ho continuato a credere in Dio, ma a modo mio, in modo molto personale e individuale, e nel 2018 sono diventato anti – evoluzionista ( non esiste la macroevoluzione ) e ho abbracciato la filosofia – teoria dell’ Individualismo Aperto: esiste una sola coscienza, la coscienza è l’ unica cosa che esiste veramente, siamo tutti Uno, e reincarnazione. Non è necessaria la presenza di Dio per ammettere che l’ Individualismo Aperto è l’ unica cosa che certamente è vera.    

Visualizza immagine di origine   

Il 2010 fu l’ anno che cambiò ogni cosa nella mia vita, ma in seguito venne superato di netto dal 2014, e dal 2015 la mia personalità ha subito una scissione completa da quella di prima, almeno nel mondo esterno.

Frequentai l’ università fino a maggio, poi decisi di interrompere. L’ inizio dell’ anno fu tranquillo, a parte per quel gennaio quando tutti in famiglia venimmo coinvolti da un attacco di intossicazione alimentare e venni ricoverato in ospedale assieme a mio fratello.

Poi ad aprile un mio compagno di classe di elementari e medie MORI’ IN UN INCIDENTE D’ AUTO, un evento che rimase impresso a fuoco nella mia psiche perché lo incontrai lo stesso pomeriggio per strada.

Fu una occasione per riprendere i contatti con la mia amica delle elementari, fu lei a contattarmi per prima il 2 maggio. Conobbi anche la fidanzata di questo ragazzo e cercai di consolarla con testi di canzoni e poesie. Ritrovai anche i contatti con una compagna del primo anno delle superiori che cambiò poi scuola e città perché all’ epoca stava vivendo un anno difficile in classe per problemi privati. Si dimostrò molto maturata e cambiata.

In estate venni pagato per un lavoro per la prima volta, e partecipai come animatore ai centri estivi di una scuola elementare, e per le prime settimane mi venne affidato un bambino autistico, ma ebbi molta difficoltà a gestirlo. Così decisero di affidarmi altri bambini. In dicembre divenni stagista membro dello staff di segreteria di una scuola professionale.

In febbraio scrissi il remake del libro del 2007. Alla festa di carnevale dell’ oratorio, dove ero con il mio amico storico, conobbi anche un ragazzo di 6 anni più giovane che sarebbe entrato presto nella mia vita, e anche rientrato dopo, ma come cattiva influenza. 

Ad una cena di classe scoprii l’ inganno della mia amica del 2009, motivazione per interrompere i contatti con lei. Andai 2 volte a Torino con il mio migliore amico e la sua ragazza. Nel frattempo ero particolarmente amico di quel ragazzo del 1995/ 1996 che con l’ amico mi aveva seguito per giorni in bici, insistendo per conoscermi. Non discutevamo mai. Uscivamo spesso come un trio. Un giorno si scontrò con la bici contro quella di un bullo che lo perseguitò, cosa che lo scosse molto e danneggiò la nostra amicizia, perché lui si sentiva appunto perseguitato e allarmato. Mi ricordo che mi portava spesso alla stazione ad osservare i treni che lo appassionavano. Dopo la vicenda del bullo, ci perdemmo di vista. Avevamo avuto una prima discussione in estate perché non mi fidavo più tanto di lui, l’ altro amico mi diceva che mi mentiva su tante cose.

In estate non andammo al mare con la famiglia, ma trascorsi una settimana al sud con mio zio e la sua famiglia. Non facemmo altre vacanze.

Fu occasione per un AGOSTO DI FUOCO quando, poco dopo aver recuperato i contatti con il mio “pseudofratello”, conobbi un ragazzo del 1996 che lo conosceva, che entrò di impatto nella mia vita con una pallonata sulla mia testa, data per errore.

Dopo ferragosto, avevo avuto la pessima decisione di portarmi in giro i soldi rimasti dalle vacanze con lo zio, e capitò che mi vennero rubati. Tutti mi portavano ad un unico colpevole: quel ragazzo del 1996. Io tentai di affrontarlo da solo, ma i miei genitori scoprirono il furto ed eruttarono in uno SCONTRO ATOMICO con i genitori di questo ragazzo, che fra l’ altro mi aveva portato davanti a casa sua già in passato nelle settimane precedenti. Tranne in un’ altra occasione, io e il mio “pseudofratello” interrompemmo per ( quasi ) sempre i contatti. La vicenda del furto aveva causato un terremoto nella mia psiche.

Loro non lo seppero mai, ma in autunno io e il ragazzo del 1996 ritornammo in contatto per qualche settimana, in maniera pacata e tranquilla. Anche se sapevo che fidarmi di lui era rischioso … però non successero altri pasticci. In quell’ estate inoltre, il mio amico del 1995/6 un giorno mi presentò il mio futuro  “pseudocugino” del 1998 con cui si accompagnava in quell’ occasione. Dopo la “guerra del furto”  cominciammo a scriverci online e poi ci conoscemmo meglio, ma fu il suo migliore amico che entrò a far parte della mia vita, seppure all’ inizio in modo abbastanza superficiale, quell’ autunno.

A dicembre  quest’ ultimo mi invitò a conoscere sua madre a casa sua. Sarebbe diventato COME UN SECONDO FRATELLO PER ME, anche di più del mio reale fratello, e divenne il rapporto di amicizia e fratellanza più intenso della mia vita.

Visualizza immagine di origine

In autunno i miei genitori per distrarmi decisero di provare a convincermi a trasferirmi in un collegio con il mio migliore amico a Torino, per riprovare con l’ università, ma io rinunciai perché non mi sentivo ancora pronto a lasciare casa per un collegio, poi, che non sapevo che gente c’ era … In estate ripresi i contatti con la mia amica “platonica” per un breve tempo, e lei era molto contenta di incontrarmi in quelle occasioni. Poco prima di Natale mia nonna paterna venne a vivere in soffitta da noi perché si era ammalata e mio padre la voleva far seguire dall’ ospedale locale.

Il 2011 è stato un anno più tranquillo, monopolizzato dal mio “secondo fratello” come assoluto protagonista di una nuova mini era nella mia vita. Dal mattino alla sera i miei pensieri giravano intorno a lui. Lui lo considero la persona in assoluto più influente sulla mia vita. L’ ombra della sua personalità è ancora presente dopo anni nella mia mentalità.   

Questo fu l’ anno in cui iniziai a tenere un diario rudimentale. Il mio amico storico mi aiutò a comprare online, usati, gli ultimi due libri della saga degli Animorphs, in inglese. In gennaio mi incontrai per l’ ultima volta con il mio “pseudofratello”.

Mi tenevo in costante contatto telefonico con la mia amica con cui avevo ripreso i contatti nel maggio 2010. Poco dopo Fukushima, cominciai a comprare la rivista Internazionale ( ho smesso nel 2018 ). Quel febbraio approfondii l’ amicizia con il mio “pseudocugino”, un omonimo sostituto simbolico del mio vero cugino paterno, e il suo migliore amico. In aprile quest’ ultimo mi chiese di aiutarlo con i compiti in biblioteca, e finii per aiutare lui e altri due ragazzini.

A partire da agosto cominciai ad andare sempre più spesso a casa sua, per aiutarlo con LEZIONI PRIVATE e conobbi quindi la sua famiglia, una casa che divenne virtualmente come LA MIA SECONDA CASA.

In settembre andai anche spesso in biblioteca con il mio “pseudocugino”, con il quale ebbi anche una discussione, occasione in cui lui mi insultò duramente. Tornò anche un mio amico del 2010 ( quello di futura cattiva influenza ), con il quale andavo spesso a giocare a pallone all’ oratorio l’ anno scorso e a casa sua in cortile in questi due anni.

Il mio secondo fratello era un ragazzino difficile all’ epoca, affezionato perché mi chiamava spesso al telefono per conversazioni serali, ma anche difficile da gestire e da capire. Abbiamo avuto tre discussioni intense durante il corso dell’ anno, ma invece di crollare il nostro rapporto di fratellanza si faceva sempre più stretto.

Divenni completamente inglobato nella sua vita, letteralmente mettendo da parte la mia. Ancora adesso mi domando come possa essere accaduto, ma era chiaramente destino.

Non nascondo che cominciavo a sentirmi come se fosse una anticipazione di un ipotetico figlio, una anticipazione karmica, un test preparatorio ad un futuro remoto. Il mio “pseudocugino” venne a vedere casa mia per la prima volta in estate.

Quell’ estate siamo tornati in Corsica, ancora una volta saltando il mare del sud. Cominciai anche a raccogliere particolari sul mio passato, stimolato dalla teoria della timewave. Per un periodo breve frequentai due volte a settimana uno stage poco significativo a Torino. Mio fratello nel frattempo prese la patente. Fino a giugno frequentai lo stage di segreteria nella scuola professionale. Tornai anche al centro estivo della scuola elementare del 2010. Il mio migliore amico diede una festa di compleanno a casa sua, occasione per una riunione di compagni di classe. Cominciai anche a leggere tutti i diari di mia madre per raccogliere i dati sul mio passato.

Il 2012 non è stato da me percepito come un cambiamento d’ anno come le altre volte, e si è svolto come una diretta continuazione del 2011, un anno di transizione.

Visualizza immagine di origine

Tutto l’ anno venne dedicato al mio rapporto di fratellanza con il ragazzino, e alle lezioni private, e al rapporto fra me, lui e sua madre.

A febbraio ci fu una eccezionale nevicata. Ormai passavo ogni singolo giorno a casa del mio secondo fratello, e praticamente VIVEVO A CAVALLO FRA DUE FAMIGLIE. Scoprii una effimera passione per i disegni artistici. Tornai alla segreteria della scuola professionale. Il mio “pseudofratello”  mi contattò online e riallacciammo superficialmente i contatti, ma ormai il suo ruolo era stato definitivamente occupato. Avevo anche perso di vista il mio “pseudocugino” e praticamente avevo perso di vista chiunque altro. Il rapporto con il mio “secondo fratello” migliorò per un breve periodo.

Poi arrivò il giorno in cui mi venne un acufene all’ orecchio sinistro, che rimane ancora adesso nel 2019. Per un mese persi il controllo, scosso e preso dai timori per questa condizione. Poi me ne feci una ragione e divenne come il battito cardiaco, un suono normale del mio corpo. Erano tornati gli attacchi di panico. Non so se fu perché quel giorno il mio secondo fratello era tornato dalla gita, e quindi, in qualche modo psicologicamente preoccupato, consapevole di essere rimasto inglobato completamente nella sua vita, ciò ha avuto un effetto fisico sul mio corpo. Non so.

Ritrovai comunque i contatti con il mio amico storico. Il mio “secondo fratello” venne a vedere casa mia per la prima volta in estate e ci venne spesso, ma a me dava fastidio che se ne approfittasse per usare il mio computer. Lo lasciavo fare, ma non ero d’ accordo. In settembre lui e il suo migliore amico divennero acerbi l’ uno con l’ altro. Con l’ avanzare del rapporto di fratellanza con me, non riusciva più a tollerarlo.

In estate morì mia nonna paterna, e papà era sconvolto. Mia nonna ha avuto due funerali, uno al nord, e uno al sud. Ancora una volta saltammo il mare al sud. Quando morì ero al mio secondo giorno con mia madre in Veneto, così dovemmo tornare indietro. Ci tornammo poi in agosto.

In autunno riprovai a frequentare l’ università di lingue straniere, anche per cambiare abitudini e distaccarmi gradualmente dal mio secondo fratello, anzi, diciamo che era esclusivamente per quel motivo che decisi di riprovare. Volevo che si abituasse alla mia assenza e a lasciarmi i miei spazi, ma lui non mantenne la promessa, e questo incrinò il nostro rapporto di fratellanza per sempre.

All’ università mi ricordo una saggia professoressa che portava in parte il mio cognome, letteratura straniera, e la prof. di inglese, una simpatica Texana con l’ accento americano. Feci anche amicizia con un professore della scuola professionale che aveva deciso di iniziare l’ università, e parlavamo di attualità durante i passaggi in auto verso casa che mi dava. Aiutai il mio “secondo fratello” con le verifiche e venne promosso quest’ anno. In autunno mio fratello iniziò l’ università e si trasferì.

Il fenomeno 2012 si ridusse in un nulla di fatto, cosa che mi deluse molto, e mi fece perdere la fiducia per il futuro. Anche questo ebbe influenza su quello che avvenne nel 2013.

Il 2013 è stato l’ anno dove il mio io interiore ha avuto il monopolio, un anno di solitudine meditativa quasi assoluta, un viaggio nel tempo come ritorno ad un passato che credevo non avrei mai più percepito.

Il 2013 fu anche l’ anno in cui conobbi l’ autore principale di questo blog, che è diventato l’ “amico di penna” più durativo della mia vita ( quasi 6 anni ormai ) e una specie di “mentore a distanza” e “compagno di pensieri e riflessioni”.  

Visualizza immagine di origine

Questo fu il mio anno sabbatico dal mondo. Il mio “secondo fratello” chiedeva sempre più tempo da me, prendeva e prendeva e in cambio dava ben poco. Fu un inverno spento e spossato per me. In febbraio mi misi in contatto con Peter Meyer e cominciai a fare una ricerca indipendente sulla teoria timewave e sulle alternative che Meyer proponeva. I problemi e le discussioni con il mio “secondo fratello” erano sempre più frequenti. Non gli dissi che avevo interrotto gli studi.

Andai una unica volta a cena a casa sua, ma i miei genitori erano ormai stufi di tutto questo tempo dedicato a lui e a sua madre, così in marzo, da un giorno all’ altro, crollò tutto come il muro dell’ 89. Fu un severo trauma per me distaccarmi da lui e riprendere possesso della mia vita. Lui portò rancore per tanto tempo e si comportò con freddezza e rabbia, incapace di capire che ero ormai esausto e mangiato dalla routine e dalla quantità di ore passate con loro ogni giorno. Un mese dopo mi seguì durante una mia passeggiata e allora lo mandai via con rabbia. Fu la fine.

Recuperai i contatti telefonici con la mia amica del 2010, ma non trovammo modo di incontrarci di persona per una serie di contrattempi, cosa che all’ epoca non comprendevo e che ha creato un breve fraintendimento fra di noi.

Nel frattempo mi ero chiuso in me stesso, recuperando il mio mondo interiore, incapace di fidarmi delle persone, nel timore che potessero inglobarmi nella loro rete.

Gli attacchi di panico ogni tanto tornavano. In aprile morì mio nonno materno. Tornai a leggere i diari di mia madre, e temevo che nella mia vita non ci fosse più nulla da dire, e il futuro era fosco. Ricominciai a scrivere racconti. Partecipavo molto di più online. Scrissi un intero libro di astrologia, recuperando la passione acquisita a 15 anni. Anche mio fratello cominciò a chiudersi in sé stesso e tornò a vivere a casa qui. Non venne in vacanza con noi e preferì rimanere a guardare la casa, mentre noi andammo al mare al sud.

Quell’ estate entrai in contatto su questo blog con il proprietario, che divenne gradualmente un amico e compagno di vita a distanza. Cominciai a fornirgli materiale per scrivere articoli.

Visualizza immagine di origine

In autunno scoppiò un dibattito di gruppo su fb per i miei interessi mistici, cosa che incrinò il mio rapporto di amicizia con il mio migliore amico scettico. Acquistai la biografia di Terence Mckenna e compresi la sua vita. In primavera arrivò il numero 3000 di Topolino che acquistai anche stavolta due volte, e stimolò di nuovo il mio interesse per i fumetti. Conobbi anche il padre del mio “rivale” delle medie, e cominciammo a uscire spesso in autunno in bici, conversando di tante cose. In estate ci fu un ritorno al passato remoto e conobbi meglio, una sera, i miei vicini di casa del sud. Ritrovammo anche gli amici storici di mio padre.

Provai ad entrare in contatto con il ragazzo della mia storia onirica ricorrente, e i sogni ripresero all’ improvviso, ma non riuscii a raccontargli la verità sui sogni. In autunno, per solitudine, ripresi i contatti online con il ragazzo del furto, e chiarimmo tutta la situazione, decidendo di essere amici da quel momento. Lo aiutai in qualche modo come potevo a cercare una potenziale location per un suo stage lavorativo e parlammo del passato. Il mio amico del 2009 e 2010, il ciclista, tornò occasionalmente ma non riuscimmo a recuperare l’ amicizia e ci perdemmo di vista di nuovo per sempre. Quest’ anno inoltre cominciai ad appassionarmi ad una serie canadese sulla scuola superiore, Degrassi, che andava avanti dagli anni ’80 con una pausa fino al 2001, e mi guardai – tutti – gli episodi online.

Il 2014 è stato l’ anno fondante della mia seconda vita, diciamo la fase secondaria, e l’ anno con più “momenti memorabili” della mia vita. E’ stato anche il primo anno ” della compagnia”, un cambiamento di stile di vita per me, e il primo approccio con la “vita di gruppo” piuttosto che con le amicizie a due.

Visualizza immagine di origine

L’ anno è iniziato con calma, anche se con qualche turbolenza famigliare. A gennaio sono caduto in bici e mi sono quasi spaccato un ginocchio. Il compleanno l’ ho trascorso a Torino con mio padre.

In marzo, ho cominciato a lavorare nel centro nuoto dove in passato avevo frequentato il corso di nuoto, anche se ha cambiato sede. E’ il luogo dove nel 2019 lavoro ancora adesso. Quindi tutto ha cominciato a cambiare.

Nel frattempo, ho finito di leggere la biografia di Mckenna, ho approfondito l’ amicizia online con il ragazzo del furto, e sono tornato amico del mio “pseudocugino” che è diventato un po’ il protagonista del mio anno.

Ho ritrovato anche i contatti con il mio amico delle superiori, è venuto per la prima volta a vedere casa mia, e ho assistito ad un suo “corso” di lezioni private. Ho provato a riallacciare i contatti anche con la mia migliore amica “platonica” ma tutto è andato male, e lei mi ha cacciato dalla sua vita, cosa che mi fece stare male. Infatti cancellai il suo numero e la bloccai su fb.

Anche giugno fu un mese turbolento in casa. In aprile trovai un nuovo amico online, un Peruviano che vive a Roma. In maggio ho conosciuto il nuovo migliore amico del mio “pseudocugino” e la fidanzata di questo. A fine maggio ho interrotto i contatti con il ragazzo del furto. Gradualmente, in maggio, e poi definitivamente da fine agosto, ho cominciato a frequentare la compagnia di amici del mio “pseudocugino”, in un tentativo di ritrovare e avere esperienza della mia adolescenza “non vissuta veramente” anni fa.

Inoltre in maggio ho riallacciato i contatti con un amico dell’ oratorio, e assieme a lui anche con la fidanzata del mio migliore amico delle superiori, che era una ragazza appassionata di misticismo come l’ altro, mentre il mio amico era scettico, ma all’ epoca cominciò ad essere più aperto di mente, temporaneamente. L’ amicizia con questa ragazza è stata molto interessante, anche se effimero il periodo in cui ci siamo frequentati, durato solo qualche settimana. Per quel breve periodo avevamo formato un trio. In seguito, ho aiutato il mio amico a riallacciare i contatti con lei e a tornare assieme a lei. Avevo conosciuto nel frattempo, alcune sue amiche.

Io e il mio amico in estate siamo andati in campagna, a dei concerti anche, e in biblioteca, girando con la sua auto. Inoltre, ho frequentato come membro dello staff il mio primo centro estivo organizzato dal centro nuoto.

Poi sono diventato, sempre in estate, co – autore del blog Civiltà Scomparse, sul quale nel 2019, scrivo ancora adesso.

Ho partecipato anche alla festa serale a casa del mio amico delle superiori, dove c’ era anche il mio trio. Inoltre ho avuto una “conversazione conclusiva” con il padre del mio secondo fratello. Assieme al mio trio per breve tempo ho frequentato i locali bar della mia città, cosa anomala per me. In settembre ho cambiato cellulare, dopo anni. Ho scoperto whatsapp. In ottobre ho provato a spiegare al ragazzo quella mia vicenda dei sogni ricorrenti, ma non ho ottenuto niente che risolvesse il mistero e questo mi scoraggiò. Almeno adesso lui ne era consapevole. In autunno mi sentivo in competizione per il mio “pseudocugino” con un altro amico che avevamo in comune, che lo invitava sempre nella sua grande casa fuori città.

In ottobre, ho ottenuto le chiavi della mia soffitta, dove lui è venuto a trovarmi spesso quell’ autunno.

Al sud, al mare, abbiamo conosciuto altre famiglie amiche, e ritrovato gli amici di mio padre. A ferragosto abbiamo fatto un torneo di calcetto, e una cena di gruppo in campagna.

In settembre si era formato un gruppo molto affiatato, e io ero il più grande. Loro erano fra il 1996 e il 1999. Lo possiamo chiamare IL GRUPPO CLASSICO: Io, il mio “pseudocugino”, il mio amico rumeno ( all’ epoca il suo migliore amico ), due cugini di primo grado ( fra di loro ) e un ragazzo del 1996, e occasionalmente c’ era anche una ragazza bionda ( “Britney” )  e un albanese che successivamente si è trasferito. Questo gruppo classico è durato fino alla fine del 2014, per poi espandersi.  

 Ogni tanto mi vedevo ancora con il mio amico storico.  In novembre, il mio “secondo fratello” ha discusso con me, mentre ero con gli amici, ma non ho reagito.  Ogni tanto io e il mio “pseudocugino” accompagnavamo a casa la sua migliore amica, la bionda. Vidi anche un film sulla vita di Terence Mckenna, online. In dicembre, ci sono state turbolenze, e in una occasione, una sera un nostro amico ( il tipo del 1996 ) si è sentito male in un locale bar e ci siamo spaventati molto, è andato all’ ospedale, ma poi si è ripreso. In quell’ occasione, ci sentivamo come una “grande famiglia di amici”. Inoltre, ho conosciuto anche la famiglia di uno dei miei nuovi amici. Il mio amico storico è venuto a trovarmi a casa mia, dopo Natale.

Quest’ anno mi sono concentrato molto sulla scrittura del mio diario personale. Entro la fine del 2015 queste “note” avrebbero raggiunto le centinaia di pagine. Questa fase è durata fino alla prima metà del 2016, quando ho interrotto.

Il 2015 è stato l’ anno più sociale della mia vita, una vera esplosione di nuove conoscenze, dove la protagonista assoluta è stata l’ espansione del gruppo compagnia. E’ stato anche l’ anno più trasformativo in assoluto per me.

Visualizza immagine di origine

Quest’ anno, come fu anni fa, ho approfondito l’ amicizia con il migliore amico del mio “pseudocugino”, il ragazzo della Romania, e lui non era ( di nuovo ) più al centro della mia vita sociale, cosa che ( di nuovo ) ha provocato avversità nei miei confronti, per lui, a lungo andare. 

Nel frattempo, quest’ anno è stato ricchissimo nel campo sociale, ho conosciuto tantissime altre persone determinanti. E’ stato anche un anno di esperienze e comportamenti molto diversi dalle mie abitudini.

I nuovi arrivati nella compagnia sono stati: Rocco e i suoi amici, uno in particolare. Rocco e io ci prendevamo sempre in giro, amichevolmente, cosa che era fonte di continue discussioni, un vero e proprio tormentone, e spesso io non lo sopportavo, ma nel corso del tempo le cose sono migliorate ed è ancora adesso nel 2019 mio amico; i due “giganti”, ex giocatori di basket, fratelli, di origini miste fra Italia ed Europa, e con uno di questi in particolare nel 2015 ho legato. Un altro cugino dei due cugini del gruppo classico, un mio ex amico che si è inserito ma era una cattiva influenza, un ragazzo già conosciuto nel 2014, altri due fratelli anche loro di origini miste ( con la casa più bella che io abbia mai visto ), una ragazza loro amica, una ragazza con la passione del canto, un ragazzo che voleva fare il poliziotto ( si è poi trasferito nel corso dell’ anno ), un ragazzo che era stato estromesso dal gruppo originale prima che arrivassi io, e che tentava di ritornarci, un altro ragazzo in particolare, e altri in seguito.   

Ci sono state varie turbolenze abbastanza gravi quest’ anno, fra me e il “pseudocugino” in particolare. Il mio gatto Mino si è ammalato in autunno, ed è morto il 7 dicembre, e il giorno dopo lo abbiamo sepolto a casa di una amica di famiglia in montagna. Ho passato il compleanno del mio amico rumeno con lui a casa sua. Anche quest’ anno siamo tornati al sud, per l’ estate. Poi c’è stato un amico che è riuscito anche ad allacciare i contatti con mio fratello, è venuto a conoscere la mia famiglia, e ha passato a cena da me il mio onomastico, conversando anche con mia madre. Lui è uno dei due “giganti” della compagnia.

Inoltre quest’ anno è iniziata la mia passione per i libri di Stephen King, a cominciare da The Dome.

In quell’ epoca, eravamo soliti andare a casa della nonna di uno della compagnia, in gruppo, anche se lui spesso non tollerava il casino. E’ stato anche un anno abbastanza caotico, infatti. Anche con un altro amico ci sono stati momenti okay, e dibattiti molto accesi. Ho conosciuto anche una amica simpatica. Sono stato per l’ ultima volta a casa del mio amico storico, nella nostra città. Ho anche riallacciato per un po’ di tempo i contatti con l’ ex migliore amico del mio “pseudocugino “, cosa che ha creato dibattiti.

Ho anche contattato online la madre della mia compagna delle superiori del dibattito online e della lettera, in due occasioni, per parlare di come mi sentivo all’ epoca. Ho frequentato ancora il centro estivo qui nel mio posto di lavoro. Due amici si sono trasferiti. La compagnia si era allargata quasi a sproposito quest’ anno.

La mia soffitta era diventata un luogo di riferimento per la compagnia, in numerose occasioni. Ad un certo punto la compagnia ha rischiato di dividersi in due.

In estate ho fatto un tentativo di riallacciare i contatti con il mio “secondo fratello”, ma c’è stato un “sabotaggio” e siamo finiti di nuovo a discutere in modo acceso, e tutto è sfumato. Sono stato costretto ad allontanarmi di nuovo da lui, nonostante un amico che avevamo in comune avesse cercato di darci una mano. In autunno, la nostra compagnia ha assistito ad un “torneo di boxe” ai giardini, con una altra compagnia. Io ovviamente non ho partecipato, solo guardato. Sono passato brevemente per altre compagnie, nel frattempo, quest’ anno.

In autunno, ho frequentato molto il mio amico rumeno, una delle persone che più mi hanno cambiato nella mia vita. Nella mia vita futura, di tutto questo periodo, mi ricorderò principalmente di lui.

Quest’ anno, inoltre, ho ricominciato a scrivere racconti.

Il 2016 è stato un altro anno tormentato e complicato e fonte di numerosi brutti ricordi.

Visualizza immagine di origine

In gennaio mio fratello ha fatto un piccolo incidente d’ auto. In generale è stato un brutto e turbolento anno.

La mia festa di compleanno in soffitta è stata complicata da un forte diluvio, ed è uscita fuori controllo, e i miei genitori si sono infuriati. In maggio è finita l’ era della soffitta, dopo che mio fratello ha fatto una sfuriata con due miei amici. ( Gli amici sono tornati a frequentare la mia soffitta a partire dal 2019 ).

Quest’ anno ho comprato altri libri di Stephen King. Sia l’ amicizia con il mio “pseudocugino” che con il suo migliore amico, ( dalla Romania ) dopo un periodo normale, con tanto di “after” in soffitta in una occasione, si è complicata ed è stata diverse volte sul punto di finire. Anche quest’ anno ho partecipato al centro estivo del centro nuoto.

Il mio amico storico ha fatto una passeggiata con me per annunciarmi che si sarebbe sposato a breve, e ho partecipato al suo matrimonio, sono andato lì con un passaggio da un amico in comune, quello del  trio del 2014. Ho avuto una lunga conversazione con la mia prof. delle medie, in occasione di un diluvio, per strada. Anche quest’ anno mi sono appassionato alla serie televisiva canadese Degrassi. Ho approfondito l’ amicizia con un amico disegnatore.  Ho ricominciato a scrivere racconti, anche quest’ anno. Un amico della compagnia ha fatto un brutto incidente in moto. E’ tornato un tizio ( un mio ex amico, la cui cattiva influenza ha causato problemi )  di tanti anni fa, già dall’ anno scorso, ma è cambiato molto, e non mi stava simpatico quasi per niente. Io e il mio amico storico ci siamo anche ritrovati in occasione del funerale di una nostra maestra delle elementari. In sostanza è stato un anno di continuazione del 2015, ma in peggio. Ho cominciato anche a diminuire la scrittura del mio diario personale, fino a perdere l’ abitudine verso giugno 2016.

In estate abbiamo ritrovato le famiglie dei miei amici del mare e degli amici di papà. Rocco e un altro ragazzo venivano spesso in soffitta, e anche il mio amico dalla Romania, in particolare in inverno almeno due volte a settimana. Da maggio l’ era della soffitta si è interrotta quando mio fratello se l’ è presa con una sfuriata contro Rocco e l’ altro ragazzo. Ho anche recuperato per un po’ l’ amicizia con il mio coetaneo amico delle superiori, fra giri in auto e serate spiritose. L’ amica appassionata di canto ha cantato per me, un giorno che ci siamo trovati. Il mio ex amico dalla cattiva influenza ha combinato il pasticcio definitivo. Poi quest’ anno ho frequentato anche un ragazzo con la passione del disegno, e uno con la passione del computer.

Intorno a inizio febbraio e terza settimana di giugno ci sono stati due momenti critici per la compagnia. La primavera è stata fitta di imprevisti ed eventi di forte impatto. In estate ho frequentato brevemente anche un’ altra compagnia. In estate, poi, sono tornati in voga i Pokemon fra gli amici, grazie alla app di Pokemon Go.

Ho conosciuto una persona che avrei ritrovato successivamente nel 2019, e con la quale inizialmente non andavo d’ accordo. Poi ho cominciato a seguire la serie di Stranger Things. Uno dei “giganti” si è trasferito per un periodo. In ottobre ho cominciato ad appassionarmi di nuovo agli amici di penna, e ne ho raccolti almeno uno per quasi tutti i paesi del mondo, grazie a Penpals.net.

Il 2017 è stato un “anno diverso”, di distacco dalla compagnia, sia classica che allargata, per frequentarne stabilmente una nuova, evento protagonista dell’ annata.

     Visualizza immagine di origine

Questo è stato l’ anno in cui io e il mio “pseudocugino” ci siamo allontanati così tanto da perdere l’ amicizia che c’ era. Era diventato un elemento negativo nella mia vita, e non lo tolleravo più. Di conseguenza, con l’ amico dalla Romania che avevamo in comune, ci siamo persi di vista.

Io mi sono distaccato e sono passato direttamente ad un’ altra compagnia, formata dagli amici di un altro della compagnia ( uno dei due cugini del gruppo classico ) che si era distaccato dalla nostra l’ anno prima. Questi sono: il “saggio”, “Gandalf”, i due Marco, una ragazza, la ragazza piombata da me in soffitta e le altre due sue amiche, e un ragazzo albanese.

La nuova compagnia è stata anche anticipata dall’ arrivo inaspettato in soffitta a casa mia, durante uno degli ultimi incontri di gruppo, di una ragazza. Quel giorno mia madre è intervenuta per la prima volta dicendo di non fare casino. Ormai non si fidavano più dei miei amici. Sono sopravvissuti in pochissimi alla fine della compagnia del 2014, uno in particolare era quell’ amico ( Rocco ) con il quale fra me e lui ci prendevamo in giro in continuazione in modo amichevole.

Quest’ anno, assieme ad un nuovo amico, in autunno ho frequentato per breve tempo un corso di giapponese, dove abbiamo anche trovato per poco tempo una nuova amica polacca, che poi si è trasferita.

Quest’ anno sono tornati in voga i videogiochi ( nella nuova compagnia di gamers ), con l’acquisto della Play 4, ma sorprendentemente Tekken 7 non è durato molto, e invece la storia ( videoludica ) dell’ anno è stata Life is Strange e Before the Storm. Con i nuovi amici per un po’ abbiamo preso l’ abitudine di comunicare attraverso la Play.

Inoltre in giugno sono andato con loro al Comiccon ( fumetti e videogiochi ), una fiera in città, dove ho conosciuto il mio “amico dell’ anno”, con il quale poi ho frequentato il corso di giapponese. Per un giorno e una notte abbiamo ospitato una gattina di pochi mesi. Anche quest’ anno ho partecipato al centro estivo del centro nuoto. Sono andato per la prima volta a casa del mio “amico dell’ anno” in dicembre, appena prima di Natale. In autunno, inoltre, mi sono appassionato alla storia del libro e al film di IT e al gruppo di attori. Sono andato a vedere il film due volte, prima con il mio amico, poi con la compagnia.

Il 2018 è stato un altro anno di ritiro della marea, l’ anno più scarso di cambiamenti della mia vita, che ha superato il vecchio 2013 per momenti di solitudine. Un anno di transizione.

Visualizza immagine di origine

Anche quest’ anno siamo andati al mare al sud. Life is Strange ( 2 ) è tornato con una nuova serie videoludica, con due fratelli per metà latini come protagonisti. Io e il mio amico abbiamo interrotto il corso di giapponese. Abbiamo provato a studiare a casa sua, ma non ci siamo riusciti. Quest’ estate abbiamo fatto un pranzo nella casa di campagna del sud, con gli amici del mare, come ai vecchi tempi. Anche quest’ anno ho scritto racconti, e in primavera ho concluso un saggio, Le Leggi della Storia. A inizio settembre il mio amico storico ha avuto un figlio. Me lo ha annunciato appena prima del mio compleanno. Il mio amico del corso di giapponese è venuto almeno una volta in soffitta in occasione della seconda volta che siamo andati al Comiccon della nostra città con la compagnia. In settembre, siamo andati anche a quello di Alessandria. Mio fratello è tornato a frequentare con convinzione l’ università di medicina. Da quest’ anno la compagnia del 2017 non è più così unita come l’ anno scorso, e li incontro meno costantemente. Ogni tanto però ci ritroviamo anche con l’ altra parte della compagnia che si è allontanata, delle ragazze. Con noi è rimasta solo una ragazza, in particolare. Io e il mio amico dalla Romania della vecchia compagnia ci siamo chiariti sul passato ma non avevamo ancora veramente riallacciato i contatti. Un anno di transizione, non particolarmente significativo, e ristagnante, una continuazione dell’ anno scorso. A metà ottobre è avvenuto un ritorno dal passato, del mio “pseudocugino”, anche se non ha aiutato a cambiare le cose, a parte occasionali e molto rari incontri con membri della vecchia compagnia.

A Natale ho scritto un messaggio al mio “secondo fratello”, conosciuto nel 2010, e dal quale mi sono allontanato nel 2013, per chiedergli ufficialmente di tornare nella mia vita.

E’ stato un autunno molto sotto tono, con quasi nessun genere di cambiamento, dal 2013, questo è il secondo anno con cambiamenti più scarsi nella mia vita, e potrei persino dire che sia il mio anno più transizionista di sempre.

In autunno ho cominciato inoltre a guardarmi tutti gli episodi della serie di SKINS, le cui tematiche, curiosamente e sincronicisticamente, avrebbero anticipato alcuni aspetti della mia vita del 2019. Se la compagnia pre – 2017 aveva i toni degli episodi di Degrassi, si può dire che gli amici del 2019 mi rimandano ai personaggi di Skins.

  Visualizza immagine di origine  

Visualizza immagine di origine

Visualizza immagine di origine

Il 2019, al momento in cui scrivo, che è il 27 maggio, appare essere un anno di forti e importanti cambiamenti, un ritorno ai tempi d’ oro del 2015, ma non privo di turbolenze occasionali.

Quest’ anno Marzo ha portato grandi cambiamenti: non solo ho iniziato scuola guida ufficialmente, ma, sempre all’ insegna dei ritorni ciclici, ho riscoperto due persone che hanno “assorbito” il ruolo dei due ragazzi che nei miei primi anni di vita, fra il 1993 e il 1995, giocavano con me quando ero piccolo. Loro erano Sardo – Torinesi, mentre questi due di oggi, uno è Torinese, mentre l’ altro è rumeno ( quello del 2015 ) ( la lingua presenta la particolarità delle parole che finiscono per u come nel sardo ).

Dopo una pausa sociale durata per quasi tutto il 2018, ho ripreso i contatti con diversa gente, e in particolare mi sono legato ad uno dei due giganti che nel 2016 si era trasferito e poi è tornato qui.

C’è stata un’ altra festicciola in soffitta, un evento che ha inaugurato una nuova compagnia formata da “vecchie leve” e nuovi arrivati: il Torinese e il mio amico della Romania, il gigante n. 2, e la mia migliore amica ( nuova ) del 2019. La mia migliore amica, in particolare, mi ha portato a conoscere e ritrovare altre persone, una sua amica che già conoscevo e una nuova, uno dei due fratelli con la casa bella conosciuto nel 2015, e un altro ragazzo del 1996, ma anche un altro dalla Romania, che già avevo conosciuto.

Di “contorno” per incontri occasionali ci sono anche “il saggio” della compagnia del 2017, l’ amico albanese della compagnia del 2017 e il suo amico che già conoscevo, Rocco e i suoi amici, un altro ragazzo albanese, una ragazza che ho conosciuto nel 2018, proveniente da un’ altra compagnia, l’ amica con la passione per il canto, almeno altri due della compagnia del 2017 ( una coppia ), e altri.       

Il “nuovo” amico ( in realtà conosciuto nel 2016 – e c’ era già anche prima, nel 2015 ) mi ricorda il mio amico delle superiori, inoltre mi ricorda anche il mio “pseudofratello” del 2007 – 2008 e il mio “secondo fratello” del 2011 – 2012

E’ stato un febbraio di malattia, fra tosse, influenza, e la colica, a fine febbraio una notte sono andato al pronto soccorso.

Quest’ anno ho provato a scrivere messaggi al mio “secondo fratello” per convincerlo a riprendere i contatti, ma non è andata bene, lui aveva accettato ma poi si è tirato indietro. Mi sono sentito di nuovo trascinato nel passato, e ho riversato la mia rabbia su di lui, che mi ha bloccato.

Anche con il mio “pseudocugino” tornato lo scorso autunno, le cose non sono andate bene, e c’è stata un’ altra discussione, fra l’ altro nel sesto anniversario del 2013 e di ciò che avvenne a marzo con l’ altro, e la nostra amicizia è finita di nuovo. Invece ho recuperato i contatti con il mio amico dalla Romania, è venuto a casa mia e mi ha fatto una sorpresa. Sono stato diverse volte a casa del torinese.

Fra il 16 e il 18 maggio sono caduto due volte dalla bici, la prima mi sono distratto un attimo e sono andato a cozzare contro un’ auto ferma, e per poco il manubrio non mi è entrato dentro, e ho un piccolo livido vicino all’ ombelico. La seconda volta, la strada era bagnata ( come nel 2014, e a pochi metri dallo stesso punto in cui son caduto allora ) e ho battuto il ginocchio, che si è gonfiato, ma non come nel 2014, e mi sono graffiato una mano.

Ho visto per la prima volta dal vivo il figlio del mio amico storico, e sono stato un po’ con lui e la moglie, e i nonni di lui al parco. Quest’ anno sto collezionando le copertine metalliche di Topolino, che saranno 30 ed usciranno fino a metà novembre. La nuova amica che ho conosciuto fra febbraio e aprile è un altro caso di persona piombata nella mia vita, e questa volta è diventata la mia migliore amica in un lampo, e lei rappresenta un misto di tutte le ragazze principali che ho conosciuto. Grazie a lei si è creata una sub-compagnia dove praticamente sono tutte persone che negli anni scorsi, principalmente nel 2015 e 2016, erano dal mio punto di vista nel background della mia vita, e invece ora vengono approfonditi. Nel frattempo, a metà maggio ho completato la revisione e l’ approfondimento del mio saggio “Le Leggi della Storia” scritto nella primavera del 2018, ma non ho ancora avuto il tempo di mandare le lettere alle case editrici. 

Con l’ amico torinese mi vedo un po’ meno spesso.  Grazie alla mia migliore amica ha cominciato a piacermi il caffè. La ricerca sulla timewave ha ripreso vigore quest’ anno. Però non ho avuto tempo nè di scrivere racconti, nè ( abbastanza poco ma cerco di andare avanti ) per le lezioni di scuola guida. Maggio è stato un mese finora particolarmente intenso, come non succedeva da anni a questa parte.

Rimane abbastanza costante l’ amicizia con il mio amico dalla Romania. Ci sono state due occasioni in cui mi sono visto sia con lui che con la mia migliore amica. Di questi anni probabilmente ricorderò principalmente loro due. A metà aprile sono stato invitato da lui alla grigliata del suo compleanno, ed è stata proprio una bella giornata. A Pasqua invece ho partecipato ad una grigliata con 5 persone, organizzata dalla mia migliore amica. 





Vi racconto la mia vita – parte 2 – L’ adolescenza

26 05 2019

180FDDE6-24F4-4033-8521-699C76D4793B

CHI ERO: Un “creatore di mondi” fin dall’ inizio e un “escapista” immerso nella fantasia. Non potevo stare da solo nemmeno per un momento quando non ero con la mente nel mio mondo. Se non creavo storie, le leggevo, e i fumetti di Topolino e i libri di Animorphs e Piccoli Brividi erano la mia vita. Altre cose che leggevo erano le enciclopedie, comprese quelle di animali. Sono sempre stato un osservatore meditativo, alle prese con “fenomeni curiosi ed enigmatici” che in realtà facevano parte delle esperienze di vita di tutti i giorni, per gli altri. Ero molto legato a mio fratello, che coinvolgevo nella mia attività creativo – simulatoria, ma facevamo anche delle azzuffate memorabili. Ad un certo punto ho cominciato ad avere la necessità di tenere sempre qualcosa in mano da manipolare, come quel personaggio dei Peanuts con la sua copertina. Ho mangiato verdure solamente alla mensa scolastica, e in seguito non ne ho più mangiate, preferendo carne e pesce. La mia dieta è sempre stata ristretta e selettiva, e non ho mai avuto il gusto di mangiare, vivendo pranzi e cene come brevi momenti di transizione fra un’ avventura mentale e l’ altra.   

COSA E’ CAMBIATO: Da “creatore di mondi” in questa fase della mia vita sono diventato scrittore occasionale, e la mia fantasia è ancora attiva. Ho imparato a passare molto tempo da solo, diventando uno di quelli che escono da soli senza programmi per il pomeriggio. Le mie letture si sono concentrate sui libri di testo scolastici. Il legame con mio fratello si affievolisce sempre di più in questa fase. La mia giornata comincia al mattino prestissimo. Frequentando l’ oratorio e la parrocchia locale, continuo a credere in Dio.  

Visualizza immagine di origine

Nel 2003  sono andato ancora in gita in montagna con la classe, potevamo fare sci di fondo e anche delle discese, ma io soffrivo davvero troppo il freddo, però un po’ di ricordi nell’ usare lo sci ce le ho ancora. In stanza in albergo sono stato messo ovviamente con il compagno di classe che mi sopportava poco, che ha reagito male, anche se io ero per lo più indifferente e non capivo tutto questo suo disagio. Una notte l’ ho passata anche nella stanza con l’ ex amico della sfuriata e non è successo niente. A quanto pare frequentavo ancora il corso di nuoto.  Per il compleanno ho organizzato una festicciola in soffitta, ho invitato il mio amico storico, una mia amica stretta e due sue amiche. Per l’ occasione mi sono dichiarato a lei ed è cominciata una storia più o meno platonica che sarebbe durata anni. Per qualche tempo ripetemmo questi incontri a casa mia, ma poi tutto sfumò.  Papà in giugno è stato a Barcellona. Guardavo ancora i Digimon alla televisione. Quell’ anno divenni amico con la figlia di un collega di mia madre, e sono anche venuti a trovarci al mare d’ estate. In aprile sono stato ancora in gita con l’ altra scuola. Per Pasqua siamo andati in Corsica, in una casa prestata per l’ occasione. Mio fratello ha fatto il saggio di pianoforte. Io ho fatto uno spettacolo di classe a teatro sulla storia di Ulisse, ma ho sbagliato una parte e i miei compagni hanno avuto da ridire. Quell’ anno ho fatto la cresima, e sono venuti amici di famiglia per l’ occasione. Fu un’ estate caldissima, ma non me la ricordo così. Ad agosto morì una zia che viveva assieme ai miei nonni materni, e ho assistito al mio primo funerale. L’ ho presa malissimo. In autunno, papà è andato a Berlino. A fine ottobre ho fatto la cresima, e ci sono stati ospiti, invitati da noi. A fine scuola, in palestra, il mio amico storico ha avuto un incidente. La faccenda era piuttosto complicata, e sarebbe finita solo l’ anno dopo.

Nel 2004, Anche se guardavo ancora i Digimon, in primavera ho cominciato ad appassionarmi di una serie tv americana su una famiglia ( 7th Heaven ) che mi ha appassionato per 4 anni.  Il mio compleanno venne rovinato dalla varicella, che mi colpì il giorno prima, e mi mise a letto per 15 giorni. In quell’ anno scambiavo continui messaggi con la mia amica platonica, ed eravamo vicini di banco. Ogni tanto ci scrivevamo sul banco mentre la prof. spiegava. Nell’ ultimo mese delle medie ho cominciato a fare più amicizia con il mio “rivale”. L’ ultimo giorno siamo andati ai giardini pubblici e abbiamo giocato al gioco della bottiglia, credo anche in classe. Io e il mio amico storico non saremmo più stati in classe assieme da ora in poi. In aprile sono stato ancora in gita con l’ altra scuola. Credo che siamo andati a Bruxelles e in Olanda. Abbiamo anche visitato una scuola lì. In autunno il mio amico storico ha concluso la sua vicenda di salute con una operazione chirurgica, e sono andato a trovarlo all’ ospedale.

Visualizza immagine di origine

A settembre cambiò tutto. Ho conosciuto una nuova amica, che si è introdotta a me facendo finta di parlare inglese, lol. In autunno ero molto impressionato da lei, e lei era amica stretta della mia amica platonica, e a me piaceva anche lei. Ma lei mi disse di no perché stava con un altro. Conobbi anche fin dal primo giorno di Liceo Classico un altro amico importante, anche se ogni tanto discutevamo spesso. Per i primi mesi ero stato soprannominato “il silenzioso”. I cambiamenti non erano il mio forte. Con me in classe di persone conosciute c’ era solo una ragazza delle medie e una mia “amica” dei vecchi tempi delle elementari. Nell’ intervallo curiosamente andavo spesso a trovare due ragazzi dell’ ultimo anno, che erano vicini a noi di classe. Inoltre cominciai ad avere lezioni private a casa di Latino e Greco, l’ inizio di una Era di lezioni private di qualunque cosa. Fortunatamente la mia insegnante privata era come una grande sorella per me.

Visualizza immagine di origine

Nel 2005  in primavera morì mia nonna materna, ma non partecipai al funerale, come anche mio fratello, per motivi scolastici (una scelta discutibile …). Avevo due migliori amiche, ma con l’ altra nuova c’ erano solo conversazioni al telefono e messaggi. Avevamo provato a uscire con le sue amiche, ma io non ero ancora pronto ad affrontare uscite con gli amici. Sono maturato tardi, e ancora adesso credo di essere abbastanza per i fatti miei dal punto di vista della “maturità”. La prima uscita con i compagni di classe venne inaugurata con un film horror (per la mia felicità …) da adolescente non avevo quasi mai tempo di uscire con gli amici, ero troppo impegnato con la scuola. Con la mia amica platonica, invece, questo fu l’ anno più intimo. Andavo spesso a passare i pomeriggi a casa sua. Giocavamo anche a scacchi, e flirtavamo, ma niente di serio. Siamo – sempre – stati soli a casa sua, ma io non ero un approfittatore, tutt’ altro, ero ancora ingenuo e intimidito, se fossi stato una persona diversa chissà cosa sarebbe potuto succedere. Di certo non avvenne quel che di solito avviene nelle serie tv. Credo che lei fosse terribilmente irritata dalle mie esitazioni. Un primo litigio avvenne in prossimità del suo compleanno. Ma facemmo pace giusto in tempo. Quel giorno ci dicemmo che ci amavamo per la prima volta. Ma a maggio abbiamo avuto un acceso litigio al telefono fisso, alla quale ha assistito indirettamente anche l’ altra mia e sua amica, via cellulare. Cose che succedevano nel 2005, suppongo. Ci siamo “lasciati”, ma poi facemmo ancora pace, ma ci volle molto tempo. In estate trovai una nuova amica di cellulare, che poi sarebbe entrata a far parte della mia classe. Parlavamo spesso, anche se delle volte tendeva a ignorarmi. In pochi si fidavano di lei. Nell’ intervallo andavo spesso a trovare i miei due amici grandi dell’ ultimo anno, e passavo poco tempo con i miei compagni. Osservavo spesso gli studenti più grandi della scuola, quando potevo. Conobbi anche due fratelli albanesi con i quali strinsi una amicizia per anni. In classe, in sala conferenze, ci hanno fatto vedere il funerale del Papa. Un’ altra mia amica di una altra classe si trasferì al sud in autunno. Avevo poi anche trovato una altra amica di cellulare. La mia amica dell’ anno scorso andava allo Scientifico come il mio amico storico. I due edifici erano collegati, ma ci incontrammo lì in rarissime occasioni. Inoltre, da quest’ anno, per una “casualità” durante i miei giri in libreria, comincio ad appassionarmi all’ astrologia, dapprima superficialmente, ma poi, una volta compresa la versione professionale, questa passione non mi ha mai più lasciato.

Visualizza immagine di origine

Nel 2006 * in gennaio partecipai ad una festa doppia di compleanno fuori città, e il mio migliore amico mi raccomandava di non azzardarmi a bere alcolici, ma poteva stare tranquillo, perché ero letteralmente un puritano all’ epoca. Quella festa mi rimase molto impressa. Ci fu un compagno che si fece tutte le ragazze, e io osservavo con invidia. Io facevo da tappezzeria e lui era il più spigliato della classe. A gennaio inoltre, cominciai a scrivere una fan fiction degli Animorphs di 70 pagine a mano, che poi a marzo presentai in classe, all’ attenzione soprattutto della mia professoressa di Italiano, che volle leggerla a casa sua e darmi dei consigli. In autunno abbiamo partecipato al matrimonio della mia babysitter da bambino. L’ Italia vinse i mondiali a luglio. Andammo in strada a festeggiare. Demolimmo la Fiat Tipo in luglio, cosa che presi malissimo, ma era ormai alla fine dei suoi giorni. In aprile, il giorno prima del tredicesimo compleanno di mio fratello, per ironia ( se leggete 2003 capirete ), io e la mia amica “platonica” ci siamo lasciati definitivamente, e quando tentai di andare a parlarle, sua madre mi guardò male dalla finestra di casa. Non andai più a casa sua. Sinceramente, però, ricordo molto meglio il litigio del 2005. Ci tenemmo ancora in contatto per un po’, poi sfumò tutto. Conobbi una amica di penna sul forum dedicato alla serie tv americana. Curiosamente aprii all’ epoca un sito dedicato assieme ad una misteriosa amica di Malta, ( una di tre gemelle ) e durò per molto tempo. A giugno partecipai come animatore al mio primo grest dell’ oratorio. C’ erano anche i miei due amici albanesi, e un amico con cui sono in contatto ancora adesso. In autunno la mia amica di infanzia che era mia compagna di classe ebbe un incidente d’ auto. Per un periodo molto breve divenne più gentile con me, perché mio padre aveva aiutato lei e le sue amiche durante la terapia successiva all’ evento.

Visualizza immagine di origine

*E’ stato a partire da quest’ anno, che durante i miei giri in bicicletta meditativi, da solo, ho cominciato a fare giochi mentali di “channeling” cercando di evocare un’ altra personalità da sovrapporre alla mia, senza alcuna influenza sulla realtà dei fatti. Ho sempre voluto essere una persona diversa da come sono veramente.

Del 2007 a dire il vero ricordo poco rispetto agli altri anni. I primi cinque mesi saranno stati così abitudinari che li ho dimenticati completamente. Quell’ anno al grest conobbi il mio primo “pseudofratello”  , un bambino di 10 anni che si era affezionato a me, e che sarebbe presto entrato nella storia della mia vita. In autunno divenni aiutante nella sua classe di catechismo, dove c’ era anche la sua migliore amica, e anche questa sarebbe diventata brevemente parte della mia vita. Dopo le lezioni lo accompagnavo a casa.

Quell’ anno scrissi un altro libro, abbastanza rudimentale. Ricordo pochissimo i primi mesi a scuola, invece in autunno mi ricordo che ebbi il primo dei miei ricorrenti attacchi di panico, e mi misero sdraiato in corridoio. Il mio migliore amico venne ad aiutarmi ai servizi della scuola, cosa straordinaria, perché io ero conosciuto per essere l’ unico della scuola a non usare i bagni, cosa che provocava qualche sussurro in classe. Quindi , quando chiesi per la prima volta in assoluto di andare ai servizi, e non scherzo, era la prima volta che ci entravo, il mio amico mi seguì a breve.

Presentai anche il mio nuovo “libro” in classe, ma il più spigliato della classe mi disse che l’ inizio del racconto non aveva senso. A dicembre, io, mio fratello, mia madre e la sua migliore amica, siamo andati in comitiva in viaggio a New York. Fu una esperienza memorabile, siamo stati dentro all’ Empire St. Building, ad una partita di basket, e abbiamo visto l’ albero di natale gigante e la pista di pattinaggio.

Mia madre ha tentato di farmi mettere l’ apparecchio, ma io soffrivo , non lo tolleravo, e quindi me lo feci togliere. Io respiro con la bocca e quell’ affare mi faceva respirare male. Questo fu anche l’ anno in cui cominciai ad interessarmi all’ onirica, ai sogni, quello più memorabile fu quello dove sognai una bambina bionda, Giulia, che nasceva in estate, un sogno dove eravamo al mare al sud, e c’ erano stranamente anche i miei nonni materni.

In autunno, inoltre, partecipai ad un ritiro spirituale assieme allo staff dell’ oratorio e al mio amico storico, con la quale condivisi la stanza di albergo. In classe ero un tipo abbastanza strano e silenzioso, la classe nei primi anni era ossessionata con il mio criptico diario, dove scrivevo frasi italiane in caratteri russi, perché in questi anni ero appassionato di lingue straniere e me le studiavo da solo. Per esempio quest’ anno imparai l’ olandese. Loro credevano che io scrivessi in russo, ma erano tutte frasi italiane, solo scritte con caratteri diversi. Era il mio codice segreto. Credo di non aver mai smesso veramente di scrivere. Quest’ anno catalizzai l’ attenzione di un forum online con le mie biografie ( decine ) di personaggi di Tekken.

Visualizza immagine di origine

Il 2008 fu un anno molto complicato e tortuoso per me. In gennaio rimasi molto impressionato dalla morte di Brad Renfro, un attore di 25 anni, e all’ epoca usavo il computer fisso in camera da letto, che usavo per giocare ai Sims, e vidi il film più commovente di sempre, The Cure, che mi distrusse. Nel film c’ era anche l’ attore morto.

Quest’ anno incominciai lezioni private di matematica per prendere la sufficienza, da tre insegnanti diversi. Uno di questi aveva praticamente un business con la sala d’ attesa in casa. All’ epoca c’ era ancora il carnevale in città, e andai in giro con il mio amico storico e un nostro amico in comune. A marzo divenni maggiorenne, ma fui l’ unico della classe a non fare la patente.

Quella primavera ero alle prese con una serie di attacchi di panico accompagnati da intensa fotofobia. La fotofobia mi rimane ancora adesso, ma meno intensa, mentre all’ epoca avevo attacchi di panico in continuazione, dal dentista ebbi una sorta di attacco epilettico cosciente, poi dal barbiere, e anche a casa da solo dove venni soccorso dai vicini di casa per tachicardia, poi venne a soccorrermi anche mio padre. Parte di questi attacchi era connessa alle difficoltà scolastiche. In autunno mia madre e io cominciammo ad andare una volta al mese da uno psicologo.

Provai ancora a mettere l’ apparecchio, ma anche questa volta non funzionò. A marzo, quando incontrai ai giardini pubblici il mio “pseudofratello”, conobbi anche un ragazzino che l’ anno dopo sarebbe entrato a far parte di una mia mistica misteriosa saga onirica mai spiegata. Ritrovai lo stesso ragazzino in compagnia dei miei due amici albanesi.

Cominciai poi ad appassionarmi di cinema, in particolare dei film di River Phoenix. All’ epoca ero in contatto con due ragazze che erano parte di una famiglia di 6 gemelli in Indiana. I gemelli mi ossessionavano a quei tempi, e loro erano unici, più o meno. Usavamo messenger, ragazzi, messenger hahaha, che tempi. Entrai nel social network facebook verso la fine dell’ anno. Continuavano i miei sogni sulle persone più impensabili.

Il mio “pseudofratello” con gli altri diceva che ero veramente suo fratello. Io lo accompagnavo a casa dopo la lezione di oratorio e giocavo con lui a pallone, e gli regalai anche il mio gameboy con i giochi dei Pokemon, e un videogioco della play. Siamo anche andati ad un parco acquatico con l’ oratorio.

Quella primavera, inoltre, terminai le mie terapie per la schiena, mensili, a Vigevano. Per la prima volta dovetti fare i recuperi estivi. Ma ai centri estivi ebbi una discussione con una delle animatrici, e quel giorno me ne andai dall’ oratorio sbattendo il cancello e interrompendo il mio lavoro, poi venni chiamato per parlare con il parroco. Io e il mio “pseudofratello” usavamo la webcam per comunicare, e mi ricordo anche che una volta io, lui e la sua amica giocammo a palle di neve davanti all’ oratorio, e vennero anche una volta a vedere casa mia, in quella occasione. In autunno i miei compagni di classe ebbero la bizzarra idea di candidarmi e farmi vincere il posto di rappresentante di classe ( io mi ero pure dimenticato del giorno della votazione, fate voi), ma non funzionò “per svegliarmi”. La ragazza mia collega era più brava. Le mie compagne di classe erano molto contrariate dalla mia vittoria.

Visualizza immagine di origine

Nel 2009, a maggio la mia classe e io partecipammo ad una festicciola a casa di una professoressa. Fu l’ anno dei miei esami di maturità. Iniziarono il giorno che morì Michael Jackson, in quella che divenne l’ estate del soundtrack Jackson.

E’ anche l’ estate della Timewave e di Terence Mckenna. Mi ricordo qualcosa di remoto a proposito di quella teoria di come i miei compagni avevano scoperto questa mia passione, durante gli ultimi giorni, e mi prendevano in giro.

Conobbi altri amici di penna stranieri, una delle quali l’ avevo sognata esattamente come era in foto l’ anno prima, e finì una amicizia al femminile, quando lei mi diede buca al cinema. Smettemmo di tenerci in contatto da allora.

In gennaio scrissi un copione in inglese, ispirato a The Cure, e provai a partecipare ad un “concorso” indetto da un tizio su fb, ma non penso che fosse reale … non importa, il testo era pieno di errori. Gliel’ ho mandato nel 2009, e credo non se ne sia fatto niente.

Festeggiai il carnevale all’ oratorio assieme al mio amico storico e altre persone. All’ oratorio spesso passavo il tempo di “intervallo” nella sala giochi con l’ amica del mio “pseudofratello” . Una volta accompagnai anche lei e la sua amica allo skatepark, e mi fecero provare lo skateboard, ma lo feci volare contro un palazzo… Quell’ anno approfondii l’ amicizia con i fratelli albanesi e conobbi meglio i loro genitori e la nonna. Una volta, per un compleanno, mi invitarono anche a cena, e in autunno diedi loro lezioni private per aiutarli con la scuola.

Fu una primavera tempestosa, perché io e la mia amica delle elementari che fu gentile e carina con me 3 anni prima ( per un progetto di classe andai anche a casa sua, e per un poco siamo stati soli … a me piaceva moltissimo ma non successe niente ) ci siamo incastrati in un conflitto di interessi legato in parte al mio “stato di privilegiato” in classe, punto di vista che non condividevo. Lei finì per bloccarmi, e oh, mi tiene bloccato ancora adesso nel 2018. Lei in classe mi stuzzicava spesso, e siamo diventati i protagonisti dell’ high school drama show della classe. Io mi ero innamorato follemente di lei. Per la fine della scuola e dell’ ultimo anno delle superiori, le scrissi una lettera e gliela inserii nella buca della posta a casa sua. Il giorno dopo mi salutò all’ ingresso e mi sorrise durante una verifica, voltandosi verso di me. Poi l’ ultimo giorno non si presentò. Entrai che i miei compagni si stavano passando quella lettera e molti si sono complimentati con me per quanto era bello quello che avevo scritto. Durante le nostre famose discussioni dell’ intervallo i maschi mi dicevano di reagire, e la prendevano in giro. Le ragazze mi dicevano di diffidare di lei. Io ne rimasi molto imbarazzato e scosso. Ancora una volta un ultimo giorno di scuola rovinato. Passai spesso nei pressi di casa sua per tentare di parlare con lei nelle settimane successive, ma lei mi guardò con uno sguardo minaccioso all’ ingresso di casa sua e non ebbi il coraggio di parlarle.

Inoltre una altra mia “migliore” amica finse di essere malata e mandò messaggi ai compagni, fra cui me, fingendo un tumore, per assentarsi a scuola… ma io scoprii l’ inganno solo l’ anno dopo.

Per il mio compleanno mi feci lasciare una sala libera all’ oratorio, e invitai il mio amico storico, un altro nostro amico, i fratelli albanesi, il mio ” pseudofratello ” e la sua amica e ci divertimmo assai. Fu il migliore compleanno della mia vita. Passai il Natale con entrambi i nonni, la paterna e il materno.

_________________________________________________________________________________________

In autunno, a ottobre, avvenne un cambio di Era nella mia vita. Cominciai l’ università di lingue straniere in un’ altra città, e lo stesso giorno, nella mia città, conobbi due nuovi amici che volevano conoscermi, mentre giravo da solo in bici. Anche loro erano sulla bici, ma siccome avevano diversi anni in meno di me ( 5 o 6 se non sbaglio ) all’ inizio mi rifiutai di associarmi a loro e gli diedi persino un numero di telefono falso. Ma loro insistettero e trovando ridicolo nascondermi in casa per farli andare via, decisi di arrendermi e fare amicizia con loro. All’ università feci amicizia con due amiche albanesi, e un ragazzo di colore alto 2 metri , dalla Costa d’ Avorio. Inoltre in autunno cominciò la mia saga onirica misteriosa che catalizzò la mia attenzione per anni.

E questo è stato l’ ultimo anno di quella che ormai considero come “la mia prima vita”, completamente separata da tutto quello che riguarda la seconda.





Blocchi di ” vita vissuta ” – Quando non siamo ” Off the air “

1 03 2018

Cory-and-Shawn1

La vita vista dal mio punto di vista è strana. Ho avuto solo due amici fraterni nella mia vita. Con il primo siamo diventati amici all’ incirca a 10 anni e lo siamo ancora adesso, e quest’ anno la sua vita raggiungerà una tappa fondamentale.

Il secondo l’ ho conosciuto a 20 anni e poco dopo il mio 23esimo compleanno, mi trovavo consumato psicologicamente dall’ amicizia più intensa della mia vita passata e futura. Lo sentivo più vicino del mio vero fratello. Ho vissuto più a casa sua che nella mia per 2 anni. Negli ultimi mesi passavamo insieme un minimo di quattro ore al giorno. Avevamo otto anni di differenza, e lui era più giovane.

La mia vita si è scissa per anni. Mi sentivo fratello, insegnante, padre, non sto scherzando, probabilmente si è trattato di un test, non so se si tratta di un fenomeno di quelli che affrontiamo qui, riverberi dal futuro, non so. Il fatto è che l’ ho conosciuto nel momento più difficile per un ragazzo. E’ stato quello a condannarci.

Se era un test, non ero pronto. Ero un ventunenne – ventiduenne e avevo voglia di nuove prospettive e libertà, indipendenza e spazi personali, e ho perso ogni contatto con la mia vita in quel periodo, completamente assorbito e plasmato. Lui era il mio primo e ultimo pensiero.

Pensare a quel periodo, in qualche modo, mi fa sentire più a contatto con una certa linea di pensiero spirituale. Era un incontro designato. Non ho dubbi a riguardo. Nella parte centrale mi sentivo più maturo, mentre ora sono regredito a giovincello. Certo, nella parte conclusiva del ” test ” ero assolutamente fragile psichicamente. La separazione è stata forzata, ma io lottavo. Mi sentivo vuoto senza quella condivisione giornaliera. Ho deciso di chiudere il portone quando le giornate si allungavano, e cominciavo a stare a casa sua per per il 95% del giorno.

L’ ho chiamato un giorno ” out of the blue ” ( all’ improvviso ) e ho detto che bisognava terminare tutto. Ero scisso internamente, ed ero affranto. Lui era freddo, incomprensivo, rancoroso.

L’ anno successivo è stato il più solitario e isolato della mia vita. Non riuscivo più a condividere il tempo con nessuno, ero traumatizzato, pensavo che chiunque altro poteva succhiarmi la vita, ma un anno esatto dopo ho cominciato un nuovo lavoro, quello che ho ancora, e tutto è cambiato.

Ma non sono sicuro di aver fatto la cosa giusta. Certo, la mia vita deve avere valore e deve essere sfruttata per le mie passioni e le mie ambizioni, ma sono sicuro che non troverò nessuno che dedicava tanto tempo a me. Due anni dopo un estate, nella casa delle vacanze, solo, mi sono reso conto che forse avrei dovuto riallacciare i contatti. Non siamo durati 24 ore. E così l’ ho ” abbandonato ” due volte. Quella volta è crollato anche lui. Avevamo disseppellito qualcosa che forse doveva rimanere lì, nel passato.

L’ ho seguito mentre studiava, con lezioni quotidiane, per due anni. L’ esperienza ha messo alla prova il mio senso del dovere. Non sono riuscito ad apprezzare quello che era apprezzabile, e non sono riuscito a rientrare nel ” ruolo ” che le circostanze mi hanno assegnato. Nessuno l’ ha imposto, nessuno l’ ha chiesto, è accaduto, è accaduto che mi sono messo a fare il ” mentore “.

La separazione mi ha segnato con una cicatrice profonda. Ho cominciato a voler riportare la ” situazione ” in quello stato, ho cominciato a cercare una figura sostitutiva, e ci sono riuscito, ma il karma mi ha assegnato un altro test. Sono diventato lui. Ero io questa volta che chiedevo più tempo assieme, ero io quello più coinvolto a livello emotivo, e sono stato io quello abbandonato.

Col tempo ho imparato a condividere relazioni di amicizia sane, e meno intense a livello psicologico. Il ciclo che corrisponde a quella ” timeline ” è tornato l’ anno scorso, e ho incontrato una figura di amico che rappresenta lo stesso archetipo, ma non è più un test. Sono cambiato, sono maturato, non chiedo, non pretendo, non mi sacrifico, non mi lascio inglobare. E’ condivisione del tempo per accettazione reciproca.

Ho scritto questo per mostrarvi come la vita spesso ti mette sotto test e ti fa affrontare periodi di vita particolarmente intensi, che, a mio parere possono essere visti come ” predictive – previsionistici “.

La stessa persona che ho incontrato a 20 anni era a sua volta una ripetizione di un test precedente, che ho attraversato a 17 anni. E mentre il primo test, nel quale mi sentivo fratello maggiore, e, solo in modo vago, padre, finiva, quello successivo iniziava. Non scherzo. L’ ho conosciuto la stessa settimana in cui un altro evento improvviso metteva fine alla conoscenza precedente. E’ stato un passaggio.

Negli scorsi anni sono tornato indietro con l’ età a livello psicologico, perché mi sentivo già come un adulto traumatizzato. La mia età non è lineare, è psicologica. E la vita non è lineare, ma ti fa crescere ed evolvere apportando una parentesi fra la tua vita di prima e la tua vita dopo, e in quella parentesi ” si vive “, mentre nel frattempo ” si attende “. E’ come un corso intensivo.

La parte spirituale della vita si vive attraverso questo, si vive nella parentesi, nel blocco dove la vita, come fa la tenaglia quando afferra i pupazzi nel distributore alle giostre, ti prende e ti trasporta altrove.

E lo spettacolo inizia. E’ un nuovo episodio, una nuova stagione, e qualcuno guarda. Potete starne certi. Qualcuno guarda. Nel tempo che separa ogni blocco di ” vita vissuta ” siamo off the air.