2001 prossimamente e i disastri (annunciati) di WOKE, il politicamente corretto autoritario e militaresco

10 05 2022

Nell’attesa che riescano a vedere la luce prima o poi qui sul blog due impegnativi post lunghissimi per la cui stesura ho preso ispirazione da diversi post del blog di Christopher Knowles, faccio un po’ di riscaldamento presentando in italiano qualche suo ultimo aggiornamento.

Mi scuso per aver di recente latitato con i post, ma sono stato molto impegnato in alcune immersioni profonde a livello di Fossa delle Marianne nei rituali senza fine, così come nella tana del coniglio senza fondo della Sibilla [“https://civiltascomparse.wordpress.com/?s=elisabeth+fraser“]. Stiamo parlando qui di sincromisticismo dei più duri. Faccio questo lavoro da quasi trent’anni e ne rimango ancora sbalordito quasi ogni giorno.

Nel caso in questione, il recente lavoro da me svolto su “2001: Odissea nello spazio”, ha legato tutti i tipi di questioni in sospeso con il mio lavoro sulla magia degli astri e la mia ricerca su tutto il ritualismo di alto livello che sembra essere ovunque in questi giorni. Come probabilmente già sapete, “2001” è zeppo di strati su strati su strati di simbolismo, sebbene mi sembra di star cominciando a capire che la maggior parte di essi sia una deviazione dal suo messaggio principale, il che sarebbe del tutto coerente con tutti quei bizzarri rituali che abbiamo visto di recente.

Credetemi, tutto questo ha a che fare con ciò che sta succedendo in questo momento e tutto ciò che ha a che fare con il futuro pianificato per noi!

• Considerate solo che l’uomo più ricco del mondo – sapete, colui che è stato nelle notizie 24 ore su 24 nell’ultimo mese – non solo possiede la sua “agenzia spaziale”, ma ha anche legami tangibili con l’Oracolo dell’Apocalisse.

• Considerate che il dottor Stranamore sta rapidamente diventando una realtà, con membri di alto rango dello Stato di sicurezza nazionale che esaltano le virtù della guerra nucleare.

• Considerate che il seguito di Kubrick a “2001” è stato un film che mostrava tecniche di lavaggio del cervello che sono ovunque oggi, specialmente nelle nostre scuole.

• Si consideri che un oscuro tizio del Congresso, viene preso in giro su tutti i social media per aver incautamente denunciato la sottocultura sessuale alla “Eyes Wide Shut” nella capitale della nazione.

https://secretsun.blogspot.com/2022/05/hiding-in-plain-rite-livestream-at-6-pm.html

L’Impero delle bugie – cioè l’asse del male che lega Hollywood, la Silicon Valley e i grandi conglomerati dei mass media – sta collassando più rapidamente di quanto chiunque sognerebbe. 

Le news cercano accuratamente e assiduamente di evitare l’argomento, ma chiunque abbia più di due neuroni in testa, sa esattamente cosa sta bombardando a tappeto l’impero delle bugie: quell’ideologia chiamata “Woke.” https://civiltascomparse.wordpress.com/tag/woke/

Woke, una pseudo-“estrema sinistra” abbracciata quasi esclusivamente da iper-privilegiati quanto malati mentalmente – è stata foraggiata dai miliardi provenienti dalle agenzie d’intelligence e dalle élites che tengono le redini dei più grossi conglomerati industriali. 
 
Il piano era quello di avvelenare la politica, influenzando i giovani suscettibili ormai clinicamente malati [a causa dell’iper-onnipervadenza dei media], dividendo la cittadinanza facendole lavaggi del cervello inerenti “[pseudo]giustizia sociale e diritti civili”, volendo dividere la popolazione in schieramenti contrapposti per far sì che non sarebbe stata più unita [come ai tempi di “Occupy Wall Street”, diciamo] per domandare giustizia economica alla rapace congrega global-capitalista [la stessa che s’è inventata l’ideologia “Woke.”]

 

Sfortunatamente, quella psyop chiamata “Woke” ha evocato un’infestazione demonica a livello globale, in modi mai visti a memoria d’uomo. E ora i demoni dell’ideologia “Woke” si stanno rivoltando contro gli stregoni che li hanno evocati.

Vedete, un sacco di persone che si definiscono “cercatori di verità” pensano che le élites siano come Lex Luthors e Braniacs, non rendendosi conto che lo stesso Sistema è una EGGREGORA, e i membri che lo compongono non soltanto sono tutt’altro che arguti e previdenti, ma sono anche rimpiazzabili.

 

NIENTE VA##INI PER IL VIRUS WOKE!

Un sacco di persone hanno descritto Woke come un Virus, così come il sottoscritto Christopher Knowles fece nel 2019:

CONSIDERATE QUESTO …
 
E se “Woke” NON fosse un’eruzione spontanea di fervore rivoluzionario, o persino un piano insidioso da parte di George Soros e i sorosiani, per far scoppiare una “rivoluzione colorata” in America?
 
E se “Woke” fosse un tipo di virus artificiale, scatenato da forze sconosciute che desiderano far crollare tutte le istituzioni che formano l’opinione pubblica in America?
 
Considerate che mentre alcuni americani potrebbero vedere queste istituzioni come bastioni del liberalismo, molte altre persone in tutto il mondo le vedono come nient’altro che armi di propaganda per le brutali macchine statunitensi di guerra e debito.
 
E se “Woke” fosse stato davvero progettato per distruggere Hollywood, i media, le università e la Silicon Valley dall’interno?
 
Suona pazzo, vero?
 
Bene, sembra folle solo finché non vi accorgete del monte Everest di cadaveri che “Woke” ha lasciato sulla sua scia.

“Woke” è una Jonestown al rallentatore

Considerando i giocatori e la sequenza temporale, direi che è più che probabile come in origine Woke fosse nientemeno che certi piani operativi di guerra psicologica descritti esaurientemente dal disertore del KGB Yuri Bezmenov [leggete per esempio qui: “https://appelloalpopolo.it/?p=49858“, “

Perché le lezioni del 1984 di un ex-agente del KGB sono ancora attuali

Il che è ironico, visto quanti dei Woke oggi come oggi siano così genocidiaramente anti-russi e desiderosi di guerra contro di loro in questi giorni: e ognuno di loro, se fossero veri i legami coi piani dell’URSS spifferati all’Occidente nel 1984 da Bezmenov, marcerebbe quindi al ritmo del KGB in un modo o nell’altro, come piccoli marmocchi viziati senza cervello, quali peraltro i “wokers” sono, calzati e vestiti.

Non posso fare a meno di chiedermi se i mistici nella cerchia di Putin abbiano preso il modello della guerra psicologica spifferato da Bezmenov e lo abbiano potenziato con incantesimi satanici e demoniaci, soprattutto considerando quanti tra quei Woke parassiti si stanno inesorabilmente spostando verso la magia nera e l’adorazione del diavolo. 

Curiosamente, leggete cosa venne scritto sul blog a un certo punto qui: “https://civiltascomparse.wordpress.com/2016/11/28/liper-normalizzazione-e-i-memi-dai-ranocchi-di-estrema-destra-alle-pizze-pedo-sataniste/

Curtis, nel film, evidenzia le inusuali strategie di un personaggio: l’uomo d’affari Vladislav Surkov, vicino all’attuale presidente russo. Surkov, nelle operazioni da lui chiamate di “guerra non lineare”, è capace di finanziare l’appoggio all’attuale politica russa così come la sua opposizione, e questo sia in patria che fuori, per esempio durante la guerra civile in Ucraina. Quanto c’entra tutto ciò con l’immagine controversa che i media danno dell’attuale presidente russo, la quale passa disinvoltamente da quella di “grande statista che vuol mantenere la sovranità del suo paese, sdradicare il terrorismo e rimettere in sesto le cose anche in Occidente” a quella di “autocrate oligarca anti-democratico con manie di grandezza neo-imperialiste e tiranniche”?

Certo, qualcuno potrebbe obiettare che è sempre andata così da Napoleone in avanti e forse anche prima: le grandi personalità pubbliche – soprattutto se a capo di grandi nazioni – polarizzano le opinioni su di loro. Ma se tutto ciò fosse fatto…APPOSTA, come suggerisce il film di Curtis?

Chiusa parentesi.

Imbecilli strapagati a Tinseltown [“https://spiegato.com/cose-tinseltown“] – tutti sicuramente che si stanno muovendo ai ritmi della plutocrazia – hanno succhiato a lungo e voluttuosamente quell’ “oppio dei popoli” consistente nell’ideologia Woke. E come ogni drogato o aderente a una setta, Hollywood sta ora pagando un prezzo terribile per la sua sottomissione a quel fascismo del politicamente corretto chiamato Woke.

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/laffondo-elon-musk-su-netflix-inguardabile-causa-woke-2027908.html

https://www.hdblog.it/mercato/articoli/n554711/elon-musk-netflix-woke-virus-polemica-calo-twitter/

https://www.smartworld.it/streaming/musk-contro-netflix-ideologia-woke.html

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SEDUTI SUL PETARDO DA LORO STESSI COSTRUITO

L’intero scopo di Woke, come promulgato dalla Plutocrazia, è quello di distruggere il tessuto sociale, ridurre i salari in merda e spezzare la schiena alla classe media operaia e proletaria. Questo è tutto. Chiunque vi dica il contrario è cerebralmente morto.

Quindi diamo ora una breve occhiata a come se la cavano i nostri signori Woke quando si tratta di giustizia economica…

Apprezzate l’ironia: le gerarchie globo-capitaliste hanno visto l’ideologia Woke – ricordiamo, un vecchio programma di guerra psicologica del KGB – come un modo per spianare noi poveracci spingendo salari e redditi il più vicino possibile allo zero. Ma questi sono signori cresciuti dentro tali livelli di benessere economico e comforts da far sembrare dei barboni i principi del Rinascimento però, nello stesso tempo, non li potreste certo inquadrare come persone sveglie e lungimiranti. E quindi, come Wily Coyote, si sono sparati nelle palle usando la stessa pistola che avevano caricato per spararci a noi.
 
Perciò, se avete qualche familiare o amico infettato dal contagio dell’ideologia Woke, dovreste provare a fargli sapere che se le cose stanno in effetti cominciando ad andare in vacca, gli ex burattini faranno letteralmente a pezzi i burattinai lanciandoli ai lupi senza batter ciglio. Alle persone affamate, di solito non piace essere istruite sui loro “privilegi.” 
 
Sarebbe l’ora di svegliarsi rendendosi conto di essere come dentro una specie di gigantesca setta, e fare i conti con la realtà.

Questa è soltanto l’umile opinione del sottoscritto Christopher Knowles.

https://secretsun.blogspot.com/2022/05/rude-awokening-for-empire-of-lies.html





Pierre Menard, Don Chisciotte e quel punto che contiene tutti i punti

9 04 2020

Pierre Menard ha (forse inconsapevolmente) arricchito la lenta e rudimentale arte della lettura mediante una nuova tecnica — la tecnica dell’anacronismo deliberato e dell’attribuzione fallace. Questa tecnica, che richiede concentrazione e infinita pazienza, e ci incoraggia a leggere l’ Odissea come se fosse stata scritta dopo l’ Eneide, a leggere “Le jardin du Centaure di Madame Henry Bachelier” così come se fosse veramente stato scritto da Madame Henry Bachelier. Questa tecnica riempie di avventura i libri più tranquilli. Attribuire l’ Imitatio Christi a Louis Ferdinand Céline o a James Joyce — non è un sufficiente rinnovamento di quei deboli ammonimenti spirituali? 

— “Pierre Menard, autore del Chisciotte”, Jorge Luis Borges 

Dal momento che il presente articolo del blog prende in buona parte le mosse dal racconto di Jorge Luis Borges “Pierre Menard, autore del Chisciotte“, nella raccolta Ficciones, “Finzioni”, del 1942, spendo due parole per illustrare di che tratta quel racconto.

Scritto in forma di recensione o di testo critico letterario a proposito di Pierre Menard, un’eccentrico scrittore del XX secolo totalmente inventato da Borges, il racconto inizia con una breve introduzione e una lista delle opere di questo Menard.

La “recensione” di Borges descrive gli sforzi di Pierre Menard per andare oltre una semplice “traduzione” del Don Chisciotte immergendosi così approfonditamente nell’opera da essere in grado realmente di “ri-crearla”, riga per riga, nell’originale lingua castigliana del XVII secolo. Per questo motivo, “Pierre Menard autore del Chisciotte” è talvolta usato per intavolare dibattiti sulla natura dei diritti dell’ autore, sull’interpretazione e appropriazione dei testi.

La tecnica radicale di Pierre Menard per l’arte della lettura, che coinvolge sia un anacronismo deliberato — leggere un’opera letteraria come se fosse stata  pubblicata dopo le opere che ha influenzato — sia un’ attribuzione fallace — leggere un’opera letteraria così come se fosse stata scritta interamente da un altro autore — può venire ulteriormente radicalizzata.

Non solo, infatti, si potrebbero avere intuizioni leggendo l’epopea babilonese di Gilgamesh, per esempio, pensando però che il suo autore sia Nietzsche, o leggendo il Vecchio Testamento come se la sua stesura fosse stata influenzata dal Mabinogion, ma ulteriori scoperte potrebbero venire fatte se tutti i testi di ogni parte del mondo e di tutti i tempi fossero letti come se fossero stati scritti simultaneamente.

Applicando questo metodo, il  Don Chisciotte di Cervantes e il Don Chisciotte di Pierre Menard sono stati entrambi scritti e sono usciti allo stesso tempo, così come tutti gli altri testi letterari della Storia. Non si tratta, dunque, di un banale “ana-cronismo” ma di un “sin-cronismo.” Le influenze sono perciò omni-direzionali e onni-presenti convergendo e divergendo da ogni punto in un punto. E questa simultaneità della testualità prende spazio solo al momento della lettura. In effetti la creazione dei testi più che all’atto di scrivere è dovuta all’atto di leggere. Naturalmente ciò include l’intera Storia: l’intero resoconto dell’umanità scritto da lei stessa. Questo corrisponde ai seimila anni di creazione compressi in un solo istante, così come detto da William Blake.

Annotazione 2020-04-09 194747

Le sacre scritture di ogni religione, ogni trattato scientifico, manuale tecnico, scarabocchio, romanzo pulp, titolo di giornale, ogni opera di Shakespeare, canzone, sceneggiatura, poesia, scarabocchi sulle pareti dei bagni, in qualsiasi lingua di tutti i tempi: tutto si riflette, scorre dentro e fuori vicendevolmente, ogni riga, parola e lettera funzionano come fluttuazioni del tutto.

E, pensando a McLuhan e alla sua frase “il mezzo E’ il messaggio”, perché tutto questo dovrebbe essere limitato alla stampa? Esiste la simultaneità anche nei media elettrici ed elettronici. Tutti i suoni e le immagini prodotti si fondono e si fratturano, turbinano e danzano insieme vicendevolmente. Eppure i media sono solo estensioni particolari dei sensi e del sistema nervoso.

Tutte le tecnologie, tutti gli strumenti, tutti gli ambienti e le costruzioni, anche questi si trovano qui simultaneamente, ognuno che estende differenti parti della nostra propria forma fisica.

Li “leggiamo” mentre muoviamo i nostri corpi dentro di loro. Ma poiché sono estensioni delle nostre proprie forme fisiche , questi corpi, i nostri stessi corpi, sono cellule di un corpo più grande contenente tutte le genti. Siamo in salute insieme. Siamo malati insieme. Siamo sia malati che sani. Ma nessuna quarantena o isolamento sono assoluti. Le membrane tra i corpi sono porose, permeabili, ondulate e a volte svaniscono.
Il timpano vibra su entrambi i lati. Il margine può anche essere il centro. A nulla è impedito di trapelare.

Dal pipistrello al pangolino all’epidemia. Carovane, migrazioni, ratti, tosse, panico. Scavando troppo in profondità. Attraversando i regni. Fluidità di tutte le categorie. Mal di mare in ogni cellula. Interruzioni della catena di approvvigionamento. Scoppi schizofrenici generalizzati. Una concrescenza di tutti i simboli e le specie. Segreti degli ziggurat nei pattern (modelli) di condensazione all’esterno di un wc in acciaio inossidabile. […]

Meridiani fini, troppo sottili per essere rilevati empiricamente, garantiscono la dispersione della distruzione. […]. Nessuna base chiara, nessuna conclusione ferma, nessuna possibile predicabilità. […]. In questo momento niente viene filtrato, il sole accecante osserva gli occhi a ogni angolo, […]. Un virus, in fondo, è una cosa scarsamente biologica e la prossima epidemia sarà ancora più effimera a livello di biologia: nulla più di un contagio di punitori imbroglioni che scorrerà come fuoco vulcanico.

Così come rivelato nel più blasfemo dei versi ermetici, l’immaginazione è divina. Nell’undicesimo libro del Corpus Hermeticum, agli iniziati viene consigliato di praticare esercizi visionari. La facoltà dell’immaginazione ci fornisce già il potere di trasportarci ovunque, di trasformarci in qualsiasi cosa. Tutto grazie alla velocità del pensiero. E’ solo e soltanto per via di questo potere che possiamo avere la capacità di capire la mente di Dio.

Crescete fino a dimensioni incommensurabili. Siate liberi da ogni corpo, trascendiate sempre. Diventate l’eternità e così capirete Dio. Supponiamo che nulla sia impossibile per voi stessi. Consideratevi immortali e capaci di capire tutto: tutte le arti, le scienze e la natura di ogni creatura vivente. Diventate più alti di tutte le altezze e più bassi di tutte le profondità. Sentitevi l’intera creazione: fuoco, acqua, l’asciutto e l’umidità. Concepite voi stessi in tutti i luoghi allo stesso tempo: in terra, in mare, in cielo, in ogni luogo; che non siete ancora nati, che siete nel grembo materno, che siete giovani, vecchi, morti; che siete oltre la morte. Concepite tutte le cose contemporaneamente: tempi, luoghi, azioni, qualità e quantità; allora potrete capire Dio.

–  Corpus Hermeticum : Libro 11, Verso 20

Tale passaggio non solo chiarisce che possiamo trasmutarci in qualsiasi forma attraverso l’immaginazione, ma attraverso essa possiamo fare qualcosa che non possiamo fare utilizzando solo la logica e la ragione. Possiamo abitare molti luoghi in un solo istante, tutti i luoghi in effetti. Possiamo esistere simultaneamente in ogni posizione. Possiamo comprendere ogni contraddizione, ogni contrario. Possiamo essere sia A sia non-A. In breve, possiamo diventare IMPOSSIBILI.

https://civiltascomparse.wordpress.com/2010/02/12/andre-breton-nel-secondo-manifesto-del-surrealismo/

L’anima, la psiche, è già ubiqua, onnipresente e dunque potenzialmente onnisciente. Suo terreno di gioco è il paradosso logico. Persino la morte non è una barriera. Il campo o vortice della simultaneità che si apre attraverso l’eco del “Don Chisciotte di Pierre Menard” inghiotte tutto, concepibile o meno.

Questa virtù dell’immaginazione, indipendentemente dal fatto che sia attivata o meno da sostanze del mondo esterno o sorga “naturalmente”, “spontaneamente”, attraverso facoltà o tecniche interiori, è precisamente la spiegazione del perché ci viene detto che “siamo stati creati a immagine di Dio.” Dio infatti non ha nessuna forma individuabile infatti, proprio come la nostra mente, ed è in ciò che ci somigliamo. Siamo stati fatti a immagine di “Colui che crea le immagini”, “Colui che immagina”. Come spiega Coleridge

L’immaginazione la considero come primaria e secondaria. L’immaginazione primaria la ritengo essere il potere vivente e agente di tutta la percezione umana, come ripetizione nella mente finita di un eterno atto di creazione dell’infinito IO SONO. L’immaginazione secondaria la considero come una eco della prima, coesistente con la volontà cosciente, eppure identica alla primaria nella sua sostanza, che vi differisce solo in grado, e nel modo del suo operare. Dissolve, diffonde, dissipa, allo scopo di ri-creare; o laddove questo processo sia reso impossibile lotta comunque per idealizzare e unificare. E’ essenzialmente vitale, anche se tutti gli oggetti (quali appunto oggetti) sono essenzialmente fissi e morti. 

Biografia Letteraria, Capitolo XIII, Samuel Taylor Coleridge

L’immaginazione primaria — l’infinito IO SONO dentro la nostra propria percezione di “io sono” — si confonde quasi perfettamente nell’immaginazione secondaria. Ed è difficoltoso distinguere le due immaginazioni. La seconda è come una “eco” della prima – così come Menard ri-echeggia Cervantes – eppure ancora identica. Il processo creativo si ripete in un impulso continuo, tornando indietro alla sua “origine” rendendo poco chiaro dove finisce una creazione e inizia l’altra. Una ripetizione che diventa una rievocazione dell’espressione proto-cosmica  “Sia fatta la luce.

Eppure Coleridge ha contrapposto questi due tipi di immaginazione a ciò da lui chiamato “Fancy,” che “altro non è che un modo di funzionare della memoria emancipato dall’ordine del tempo e dello spazio [spazio-tempo]”, mescolato e influenzato dalle impressioni sensoriali e dalle parole da cui sono espresse.

La “Fancy” di Coleridge  è semplicemente una modifica del mondo così com’è, non si tratta di un nuovo mondo che emerge. La maggior parte di ciò che ci distrae e ci diverte, incluse le NEWS, cioè proprio la nostra intera “realtà interpersonale consensuale” è un prodotto/esempio della “Fancy” di Coleridge. Nei termini di Blake, è il sistema percettivo da cui siamo schiavizzati. Eppure è solo un’altro aspetto dell’ IO SONO ed è soggetto alla costante incontrollata trasformazione e occasionalmente dissoluzione, così come sta succedendo globalmente proprio adesso.

Mi sembra che l’espressione “storie di fate (‘faerie)” sia troppo stretta. Anche in senso diminutivo, poiché per “fairy-stories” non intendo il senso che gli inglesi normalmente danno alle storie di fate e di elfi, bensì storie inerenti le fate: “Fairy”, nel senso di “Faerie”, cioè il regno o lo stato (condizione) in cui le fate hanno il loro essere. Il termine “Faerie” contiene dunque molte cose accanto agli elfi e alle fate, molte, molte altre cose oltre a nani, streghe, troll, giganti, o dragoni: contiene anche i mari, il sole, la luna, il cielo; e la Terra, e tutte le cose che vi sono: alberi e uccelli, acqua e pietra, pane e vino, e pure noi stessi, gli esseri umani mortali […]. 

J.R.R. Tolkien, nel suo saggio “On Fairy Stories” (“Sulle storie di fate”) ha più simpatia per la “Fancy” di quanto ne abbia Coleridge, presa da Tolkien come forma diminutiva e quasi sprezzante del suo termine “Fantasy.” Infatti, il “Fantasy” è creato attraverso la modifica di semplici parole, cioè attraverso la stessa poesia e comporta una semplice alterazione di questo mondo, vale a dire “il mondo primario” così come attualmente appare ai nostri sensi ed è compreso dal nostro pensiero.

Ma si ha la sensazione, leggendo il suo saggio, che ciò che Tolkien ha in mente è qualcosa di differente di ciò che Coleridge ha sprezzantemente definito “Fancy”, qualcosa che implica un più attivo coinvolgimento dell’immaginazione, sia la primaria che la secondaria.

Tuttavia, nella terminologia di Tolkien, un mondo secondario si dirama dal mondo primario quando si apre, o è aperto, da un “incantesimo.” “Faerie” è il suo nome — il vecchio nome — per questo “regno o stato” (ciò implica che può essere sperimentato esternamente e internamente, o entrambi simultaneamente), ed è qui che abitano ancora le genti, i popoli e le creature dei miti.

E in questa terra, le fate di ogni tipo non sono ridotte, come “Fancy”, in una ombrosa e infantile insignificanza, ma sono a grandezza naturale, calde e respiranti, belle e terrificanti. Il Fantasy è solo un loro proseguimento. Ma gli esseri esotici non sono le sole cose che abitano “Faerie”. Il nostro intero mondo potrebbe essere contenuto al suo interno, e anch’esso diviene “incantato.”

L’incantesimo produce un mondo secondario in cui sia il “regista” che lo spettatore possono entrare, con soddisfazione dei loro sensi mentre sono dentro; ma nella sua purezza è artistico nel desiderio e nello scopo. La magia produce, o pretende di produrre, un’alterazione nel mondo primario. Non importa da chi si dice sia praticato (essere immaginario o essere mortale), rimane distinto dagli altri due; non consiste in un’arte ma in una tecnica; il suo desiderio è potere in questo mondo, è dominio di cose e volontà.

L’incantesimo è qui in contrasto con la magia, e questa non aveva una connotazione positiva per Tolkien. Con l’ incanto creiamo, o almeno ci imbattiamo, in un mondo secondario realistico così come ogni altra cosa a cui assistiamo giorno dopo giorno. I nostri sensi ne sono soddisfatti — non dubitiamo di ciò che vediamo — e Tolkien ha scritto che possiamo entrarci corporalmente con la nostra forma fisica. Questo non è più solo un esercizio fantasioso o spirituale, così com’è nelle scritture ermetiche, ma è un viaggio di esplorazione, un “trip.”

L’incantesimo, “in (canto)” del mondo, è creato esclusivamente per il bene dell’arte, per il bene della bellezza e della meraviglia. E’ espressione di potere ma non è desiderio di ottenere il potere sugli altri. L’incantesimo funziona se l’intenzione di creare per il bene della creazione è pura. Se quell’intenzione non è pura, cessa di essere incantesimo e diventa magia.

La magia, e qui pensiamo a Sauron o Saruman, è l’alterazione voluta dal mondo primario per ottenere dominio sugli altri intrappolandoli in un mondo secondario. E’ una finzione, una simulazione, un maleficio o una rete per intrappolare o confinare. E’ “Fancy” nel suo senso negativo. E’ la realtà consensuale, sebbene senza un verace consenso a monte, che cerca di rivendicare il primato sul mondo primario. E’ un po’ come se Pierre Menard avesse cercato di cancellare tutte le tracce di Cervantes quale autore del Chisciotte e affermasse di essere lui e solo lui l’autore originale.

Succede che si compenetrino l’un l’altro il mondo dell’incanto-incantesimo e il mondo della magia e delle arti magiche Le porte che congiungono un mondo all’altro possono aprirsi di tanto in tanto, ma più spesso, quando accade qualcosa di così singolare, un mondo si sposta e si fonde nell’altro, come in un cine-montaggio o in una sovrapposizione anatomica di un antico testo di medicina. State camminando attraverso i boschi o lungo la strade e improvvisamente vedete il paesaggio mutare in Lothlorien o Mordor.

E in effetti le fiabe trattano in gran parte, soprattutto le migliori, principalmente, di cose semplici e fondamentali, non per forza “fantasy”. Queste semplificazioni sono rese ancora più luminose dalla loro ambientazione. Quegli autori di storie che si permettono di essere  “liberi con” la natura, possono dunque essere i suoi amanti e non i suoi schiavi. Fu nelle fiabe che per la prima volta divinai la potenza delle parole, e la meraviglia delle cose, come la pietra, il legno, il ferro; l’albero e l’ erba; la casa e il fuoco; il pane e il vino.

— “Sulle fiabe” J.R.R. Tolkien 

Oggetti familiari, cose semplici, e movimenti, forme e colori, assumono una potenza che hanno sempre posseduto ma che non abbiamo mai notato prima. Sono resi luminosi (e “numinosi.”)

E — tornando alla tecnica o metodo iniziale — sulla strada verso l’incanto, o lasciandoci volentieri incantare, o anche nel crescente riconoscimento degli attuali legami della magia dominante, ci stiamo dunque adesso dirigendo verso il punto di simultaneità totale, verso la massima compressione sia di novità che di significato (sebbene questi due siano inseparabili per definizione.)

Assistiamo all’incremento dei riflessi delle cose in tutte le altre cose. La rete delle corrispondenze si restringe mentre ci muoviamo a spirale verso il centro dell’integrazione mandalica. La salienza raggiunge la massima intensità, sebbene nulla smetta di muoversi, nulla perde la sua scintilla unica.

…Ogni persona, cosa o luogo nel caos-cosmo di Alle, comunque connessi alla turbolenta discarica abbandonata, si muovevano e cambiavano ogni parte del tempo…

Finnegans Wake, James Joyce, p. 118

Questo è, infatti, l’ anti-Borg. L’ordine perfetto e rigido — il cristallino cosmos — si rivela incompleto e piuttosto stantio e noioso in comparazione a questo granello o scintilla di potenziale e potenza totali. Il cosmos si sviluppa dal caos, essendo questo la vera Matrice di tutte le cose. La simultaneità è solo uno dei suoi milioni di nomi.

Cosmos è il regno della magia; il mondo primario e l’immaginazione primaria sono semplicemente il primo atto — così ritengono gli gnostici — della magia simulativa e maligna. L’incantesimo è la strada perduta che ci conduce attraverso il punto originale della “Creazione”: il peccato originale.

Quando sbirciamo attraverso questo caleidoscopio, ogni frammento di materia e psiche trema e brilla, si rifrange e risuona, con tutti i sensi, cadendo nell’ombra per poi tornare nella luce. Questo punto (della bussola di Yahveh e Newton), essendo tutti i punti, si apre ovunque su quella “Prima Volta” che è ogni momento dello spazio-tempo.

Attraverso la ripetizione dell’atto cosmogonico, il tempo concreto in cui ha luogo la costruzione, viene proiettato nel tempo mitico, in illo tempore quando si sono verificate le fondamenta del mondo. Così, la realtà e la resistenza di una costruzione sono assicurate non solo dalla trasformazione dello spazio profano in spazio trascendente (il centro) ma anche dalla trasformazione del tempo concreto in tempo mitico.

Cosmos and History, Mircea Eliade

Così come spiegato da Eliade, le società tribali “primitive” orientano il loro senso del tempo e dello spazio, del mondo intero in cui vivono, sulla rievocazione rituale perpetua dell’evento cosmogonico originale e singolare: sull’emergenza iniziale del cosmos dal caos.

La percezione del tempo nei tribali non è lineare, e nemmeno ciclica, ma simultanea. Quando i membri della tribù eseguono i rituali, ritornano in illo tempore, al “c’era una volta” delle fiabe. Lo spazio-tempo totalmente trascendente, il punto di simultaneità è pienamente sperimentato qui su questo pianeta, divenuto dunque incantato: mitico nel senso più profondo del termine.

Le domande su dove e come questo prenda posto sono davvero irrilevanti. Per esempio, è inutile domandarsi se l’esperienza sia interiore/mentale o esterna/fisica: la distinzione non conta se è coinvolta una condizione in cui tutti i contrari sono uniti.

Le civiltà della Storia, d’altra parte, quelle genti che “sono entrate nella Storia”, le persone che hanno separato il loro Libro — tutti i libri — dal loro mondo, hanno visto sempre di più con distacco lo spazio-tempo. A partire dal primario “punto dei punti”, questa immagine è stata fissata, uroboricamente, in ruota o ciclo, e in seguito l’ascesa di questo ciclo è stata segmentata e appiattita in una linea separata.

Punto —> Cerchio —> Linea.

Inizialmente, si era pensato che questa linea avesse un andamento quasi verticale che correva parallelo alla speranza del raggiungimento di un qualche summit o di una fine trascendente. Ma mentre la Storia passava dalla modernità alla post-modernità (e oltre), la linea divenne virtualmente orizzontale, andando a sbattere qui e là, prendendo casualmente la direzione verso il nulla. L’unica linea della Storia iniziò a logorarsi e disintegrarsi: l’attuale presente in cui i virus di materia somigliano straordinariamente ai virus informatici.

Ma il vecchio Libro, o Libro dei Libri, ancora prometteva un unico punto da cui tutto era emerso e in cui tutto sarebbe ritornato. Tuttavia,  il percorso attraverso le stelle per ritornare a questa origine è illuminato dall’immaginazione.

Tra il mondo della pura luce spirituale (Luces victoriales, il mondo delle ‘Madri’ nella terminologia di Ishrāq) e l’universo sensoriale, al confine della nona Sfera (la “Sfera delle Sfere”) si apre un mundus imaginalis che è il concreto mondo spirituale di figure archetipiche, forme apparenti, Angeli di specii e di individui; la sua necessità è dedotta dalle dialettiche filosofiche e il suo piano si situa lì; la sua visione in realtà è confermata dall’apparizione visionaria dell’immaginazione attiva.

L’uomo di luce nel sufismo iraniano, Henri Corbin 

Il senso dello spazio-tempo del sufismo, descritto qui da Corbin, è cosmologico e ciclico. Dentro questo paradigma, ci si avvicina alle altezze primitive e alle profondità del presente eterno quando si entra nel mundus imaginalis. Lo troviamo nella Nona Sfera, oltre le “stelle fisse”, ma non ancora nel “sempre ardente” empireo del puro Spirito.

Gli archetipi intellettuali qui è come se s’incarnassero. E’ il regno degli angeli e dei demoni. Lo Spirito tùrbina assieme alla Materia. Questa può essere l’immaginazione secondaria. Può essere il regno di “Faerie.” Può essere il “locus” di Finnegans Wake.

I testi sono tutti concentrati nel mio saggio, giustapposti e male interpretati, poiché nella simultaneità tutto viene accartocciato assieme, tutto viene esaminato contemporaneamente senza contraddizioni. Questo è il metodo, la nostra tecnica letteraria post-Pierre Menard: leggere per liberarsi.

Ma una volta che abbiamo viaggiato attraverso il caleidoscopico mundus imaginalis, quando ci siamo tuffati nel Fuoco interiore, scopriamo che è solo una particella del caos. Il sistema-mondo viene rivoltato. Il centro della ciambella si attorciglia srotolandosi fuori dal buco: siamo al centro della Terra, nella più remota profondità dell’inferno. Satana.

“Viaggio al centro della Terra”

Tutto è invertito e disorientato, e l’ordine intricato delle sfere concentriche cristalline, risuonante con le armonie celesti, si frantuma in un secondo, e siamo di nuovo qui a scrivere, scorrere, girare pagine.

Bene, mi chiedo come qualsiasi poeta possa essere attratto dal junghismo. Per me i poeti usano i simboli per essere iniziali e nell’universo. Jung li usa per essere nella psiche e attorno a un centro. Quando noi, dalla mia generazione, guardavamo l’universo, non c’era quel centro apparente nello spazio-tempo. Charles [Olson] ha fatto la stessa osservazione. Ma la distinzione tra un universo centrato e uno non centrato non lo hai mai disturbato. Ha preso il centro per essere ovunque tu sia. Comunque, non sono una creatura del “centro”, sono una creatura del “fuori”. 

Verso una nuova poetica americana, da un ‘intervista a Robert Duncan.

Robert Duncan sottolinea che anche la risoluzione di Jung sulla domanda di dove sia il vero centro, è troppo semplice da considerare. “Il centro può essere trovato nella psiche.” Ma dove? Jung insegna che la psiche contiene sia la coscienza che l’inconscio: la luce e l’ombra, il Sole e la Luna. Inoltre Jung spiega che l’inconscio non ha confini riconoscibili; esso offusca l’individuale e il collettivo. Può non avere limiti. In effetti, la psiche personale (o “anima”) e l’ “anima del mondo” potrebbero essere identiche, e troviamo questo insegnamento proprio nelle società tradizionali, dalla Cina all’Amazzonia.

Quindi raggiungere questo centro, da integrare o individuare, è trovare ancora una volta Dio. Dove? La risposta di Duncan è che i poeti insistono sempre sul particolare, non sul generale o l’archetipo. L’albero nel tuo cortile, per i poeti, non rappresenta l’Albero del Mondo, lo è. La distinzione potrebbe sembrare meschina, ma in realtà non è così. Una soltanto è la ricerca di un Centro, sebbene le sfere non sono più nelle stelle ma dentro la nostra mente, e l’altra è l’accettazione che il centro si trova ovunque e/o in nessun luogo.

[…]

Il Johnny Truant di Casa di foglie prova a dare un senso a un manoscritto chiamato “Navidson Record” del vecchio cieco Zampanò, in cui il Don Chisciotte di Cervantes viene citato, seguito da una citazione identica da Pierre Menard. Questo ci riporta all’indagine iniziale, e un ritorno della spiegazione della tecnica o metodo. Johnny, che ovviamente non ha letto il racconto di Borges, non può capire per niente come i due testi sono in qualche modo differenti.

E ha ragione: sono identici. Tranne che il libro di Menard è una eco di Cervantes, e questo cambia del tutto il suo significato. Tutta la storia umana dai tempi di Cervantes è quindi contenuta, come conoscenza ombra, nell’opera di Menard. Questo è il genio di Menard, ma Johnny non lo capisce. O forse finge solo di non capirlo?

Forse lo sta già leggendo dal punto di vista della simultaneità, dove tutti i testi appaiono nello stesso tempo, ma non lo sa ancora. E questo lo tormenta. Il centro perduto che sperimenta tenta di ritornare come Ombra, come puro male, come il Minotauro, e lui sperimenta questo some sofferenza fisica ed emozionale estrema.

In Casa di Foglie, ogni riferimento al Minotauro e alla sua storia è scritto in rosso e cancellato. Zampano lo ha infatti tolto dal suo manoscritto, e riappare solo come assenza nell’edizione di Johnny. Eppure appare anche una reale presenza terrificante per entrambi — segni di taglio sul pavimento di legno di Zampano nella scena della sua morte –  che si insinua come un gusto metallico e si sviluppa a spirale in un insopportabile incubo di nausea e orrore per Johnny.

Proprio come Minosse non avrebbe potuto costruire un labirinto grosso o complesso abbastanza per contenere il suo figlio abortito e trasformato, così il punto centrale spalancato di tutta la creazione — il caos stesso — sorgerà necessariamente per infestare e sopraffare qualsiasi Creatore auto-disegnato: sia egli autore, re o Dio.

…Il che senza dubbio ricorda che al di là del testo filosofico non esiste un margine vuoto, vergine, vuoto, ma un altro testo, un intreccio di differenze o forze senza nessun centro di riferimento attuale: (il tutto — “Storia”, “politica”, “economia” “sessualità” ecc. — ciò che non si trova scritto nei libri: l’espressione logora con cui  sembriamo non aver finito di fare un passo indietro, nelle argomentazioni più regressive e nei luoghi apparentemente più imprevedibili); è anche per ricordare che il testo scritto della filosofia (questa volta nei suoi libri) trabocca e ne spezza il significato.

— “Tympan,” Margini della filosofia, Jacques Derrida

Anche questo saggio di Derrida è citato nel “Navidson Record,” in Casa di foglie. “Tympan” è il timpano, proprio quella membrana vibrante che fa entrare i suoni nelle orecchie. In un certo senso, questa membrana è un margine, il bordo di una stanza, di un corpo o di un testo. Come bordo o limite vibra in entrambi i lati. Vibra dall’interno o dall’esterno? Ciò è impossibile da determinare, Il suono si increspa in entrambe le direzioni.

Nessun testo è dunque perfettamente contenuto, tutto si spezza e trabocca. Una barriera può essere attraversata, ci si può muovere da una stanza del labirinto (o della casa) a un’altra, ma nessuna completa struttura può mai essere mappata, nessuna struttura può mai essere completamente mappata. Le categorie testuali, soggetti o campi, che sovrapponiamo alla nostra “conoscenza” con la speranza di proiettare una parvenza di ordine, sono essi stessi trapelati, decentrati, suscettibili di trasformarsi improvvisamente in uno successivo.

Dove si trova dunque il centro in questa biblioteca di Babele? Si trova nel punto di massimo significato o nel punto di totale nonsense? E come può essere determinato? Dove si trova il nesso o “punto di Archimede”, forse al di fuori del cosmos, da cui possiamo stare in piedi su un terreno solido e giudicare?

E chi sono i giudici? Chi sono i Grandi Cospiratori? Chi sono questi esseri onniscenti e onnipotenti che possono tracciare con successo tutti i risultati quando, come abbiamo visto, anche gli dei, persino la Divinità Suprema, si illudono se pensano di aver dominato il caos?

Una membrana, persino un muro o una fortezza, non è un ostacolo per un virus. Nemmeno è limitato dalle categorie di vero/non vero, reale/non reale. Non gli importa se gli si crede o no. Funziona oltre la dicotomia della presenza e dell’assenza. E’ il rapporto centro-margine soppresso che riappare ovunque simultaneamente, il Minotauro si scatena proprio dietro ogni angolo e si replica esponenzialmente.

Un intreccio di differenze o forze senza alcun centro di riferimento attuale.” E, paradossalmente o meno, le tracce di questa apertura verso “Faerie”, incantata o magica, possono essere trovate anche nel più comune degli angoli o delle fessure.

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https://it.wikipedia.org/wiki/L%27Aleph

Sotto il gradino, sulla destra, vidi una sfera iridescente di una luminosità quasi insopportabile. Sulle prime pensavo che stesse ruotando; poi mi sono reso conto che quel movimento era un’illusione prodotta dagli spettacoli vertiginosi al suo interno. L’Aleph aveva probabilmente un diametro di due o tre centimetri, ma lo spazio universale era contenuto al suo interno, senza nessuna riduzione di dimensioni. Ogni cosa (la superficie di vetro dello specchio, diciamo) era infinite cose, perché potevo chiaramente vederla da ogni punto del cosmo. Ho visto il popoloso oceano, l’alba e il tramonto, le moltitudini delle Americhe, una ragnatela argentea al centro di una piramide nera, un labirinto rotto […] Ho visto l’Aleph da ogni luogo contemporaneamente, ho visto la Terra nell’Aleph, e l’Aleph nella Terra e di nuovo la Terra nell’Aleph…, ho visto il mio volto e i miei visceri, ho visto il tuo volto, mi sono sentito girare la testa e ho pianto, perchè i miei occhi hanno visto quell’oggetto ipotetico segreto il cui nome è stato usurpato dagli uomini ma che nessun uomo ha mai veramente guardato: l’inconcepibile universo. 

 — “L’Aleph”, Jorge Luis Borges —

Nel racconto “L’Aleph”, Borges passa da una biblioteca infinita di testi in cui il centro è impossibile da discernere a un comune seminterrato dove l’intero universo è contenuto in un singolo Centro. Eppure questi “spazi” sono gli stessi.

L’Aleph è simultaneità; è il “chaosmos” di Alle in Finnegans wake. Contiene ogni movimento e tuttavia questa è semplicemente “l’illusione prodotta dai vertiginosi spettacoli al suo interno”: l’immagine in movimento dell’eternità. E’ l’istante, la scintilla, la creazione del cosmos dal caos. E’ “Aleph” poiché è l’inizio, l’origine, il Keter (ovverosia “crown” = corona) ma questo solo dal punto di vista del nostro tunnel prospettico basato sullo spazio-tempo lineare.

Civiltà antiche testimoniarono questa concentricità dei grandi cicli: popoli ancora più arcaici, hanno potuto partecipare a queste concentricità composta da molteplici punti: nell’erba, nel lucicchìo della luce del Sole su uno stagno, nel lampo dell’ala di un uccello, nella nascita di un bambino. Per noi, la linea del tempo sferza come delle redini improvvisamente rilasciate, l’ombra o il barlume dell’Aleph giunge a noi, dalla Fine.

Borges lo chiama “oggetto ipotetico segreto”, McKenna lo chiama “oggetto iperdimensionale trascendente”, Couliano lo chiama “oggetto ideale”, Yeats lo chiama “la seconda venuta”.

E’ un “oggetto” sia cellulare che geopolitico, sia biologico che metafisico, sia singolare che plurale. Ancora una volta, le categorie sfumano e si confondono. Tutti gli sforzi per contenerlo e negarlo, presto finiranno per tramutarsi in esso, anzi ne sono già avvolti. C’è come un senso diffuso, infine, che sta già iniziando a trasformare ogni cosa .

E Borges, da joker qual è, fa un altro numero su di noi. Più avanti nel racconto, scopriamo infatti che c’è un altro Aleph, in un’altra posizione poco appariscente, cioè scopriamo che quello potrebbe essere un FALSO Aleph, un anti-Aleph per così dire.

Ma in che modo quest’ultimo sarebbe differente dall’altro? Come potremmo discernere la differenza? Importerebbe? Sarebbero necessariamente identici? Se l’Aleph contenesse tutte le cose, non conterrebbe anche l’ Anti-Aleph? E non sarebbe vero anche il contrario allo stesso modo? O l’uno è solo l’eco dell’altro, entrambi intrappolati nella trama delle differenze?

I due rappresentano due lati opposti dell’universo, Dio e anti-Dio, stato totalitario globale di polizia o giubileo de-centralizzato di autonomia individuale e mutuo soccorso? O tutto dipende dal nostro particolare punto di osservazione? 

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“Bene” si disse Don Chisciotte, “l’uomo predicava bene a un muro di pietra, come ci si poteva attendere, infatti, di persuadere con suppliche simili che una tale feccia del genere umano facesse una buona azione? Due saggi incantatori certamente si scontrano in questa avventura, e l’uno contrasta l’altro.[…] Il Paradiso ci invierà tempi migliori! Non si può far altro che complottare e contro-complottare, minare e contrastare, in questo mondo. Bene, non posso fare altro.”

Don Chisciotte, Miguel de Cervantes Saavedra

C’è un profondo significato nel fatto che Borges segua Cervantes, Menard segua Borges, Zampano segua Menard, Truant segua Zampano, Danielewski segua Truant. E tutti lo fanno simultaneamente.

Don Chisciotte, il primo romanzo, è anche il primo meta-romanzo sperimentale d’avanguardia, post-postmoderno. La storia della letteratura romanzesca inizia dalla sua fine. E’ già simultanea. Questo libro meraviglioso è già stratificato e raddoppiato, già cosciente di se stesso in ogni punto. Al suo interno c’è un vero Don Chisciotte e un falso Don Chisciotte. Il testo appare come il personaggio principale e il personaggio principale è egli stesso un testo. Anticipando ed evocando tutti i suoi echi futuri.

Menard si trova già nel libro, in completa autonomia da Borges. Finnegans Wake viene scoperto qui nella sua interezza, sebbene scritto come narrativa in prosa “convenzionale”. Attraverso le lenti del Don Chisciotte, tutti i testi con/senza margini e centri, divengono un’avventura in cui almeno “due saggi incantatori certamente si scontrano.” Incantesimo e magia, caos e cosmos, Aleph e anti-Aleph, assenza e presenza, virus e non virus, gatto e non gatto nella scatola, Chischiotte e falso Chisciotte…

Ogni complotto è almeno doppio. Il metodo abbraccia entrambi i corni della contraddizione. Il suo unico oggetto di studio è l’ “oggetto ipotetico segreto”, scintillante e affascinante in tutte le sue sfaccettature.

https://it.wikipedia.org/wiki/Cabala_ebraica

L’ “influenza” è il grande Io sono del discorso letterario, e trovo il suo analogo più adatto in ciò che la Cabbalà chiama il primo Sefirot, il primo attributo o nome o emanazione di Dio, Keter o la “corona suprema”. Il Keter è allo stesso tempo ayin o “niente” e ehyeh o “io sono”, assenza assoluta e presenza assoluta. La prima emanazione della Cabbalà è dunque un’entità dialettica.

Keter è la prima emanazione, o immaginazione, dell’ “io sono”. L’ultimissima pagina di  Casa di foglie invoca Yggdrasil, l’albero nordico del mondo, ma in divergenza da questa mitologia afferma che “le sue radici devono contenere il cielo.”

Più precisamente, questo albero l’Albero della Vita della Cabbalà, in cui la sephirot “più alta”, Keter, si trova alla base dell’albero. L’inversione è anche un rispecchiamento. La corona sopra riflette la corona sotto, Malkuth o Shekinah. E l’albero è multiplo in alcune tradizioni della tradizione cabalistica. Malkuth diviene il Keter di un altro, and Keter diventa la sephirot inferiore di ancora un altro Albero in una catena senza fine di creazione e influenza.

Pertanto, anche l’ “influenza corona” è ambigua. Facilità e benedizioni da “sopra,” malattie e maledizioni da “sotto.” Eppure anche ciò è troppo semplicistico, troppo impelagato nella dualità. Ogni influenza ha sempre la sua ombra e la sua luccicanza. Possiamo anche pensare all’espressione “influenza letteraria in relazione all’ ‘attuale stato del mondo’ visto come testo.”

Il nostro metodo sfuma nella “schizofrenia” i nostri rituali falliti possono alterare la tempo-linea della Storia. L’influenza, di autori precedenti e di libri precedenti, è sia presente che assente, così come l’ (ironica) influenza del Keter. Ogni opera, modellata dal caos, è solo una di una serie infinita, che incoraggia una matrix dopo l’altra, in un gioco di specchi opposti, e forse ritorna indietro ciclicamente a quell’ assenza che è poi la vera origine.

Quando fu scritto il primo libro? Quando accadde la prima emanazione? Ciò non può essere determinato. E’ lo stesso Dio solo una eco di un qualche Dio precedente? Cosa succede quando tentiamo di comprimere queste serie in un singolo punto? O forse sono proprio il “tempo” e la “Storia” a iniziare a fare questo per noi? Quindi l’Aleph, che è solo un altro nome per la sefiroth Keter, inizia a venire alla luce. Questa è l’ “influenza della corona”, la corona della creazione, una sbirciatina attraverso il caleidoscopio nella pura simultaneità. La strada da sempre percorsa dalla poesia alla fine raggiungerà ciò che noi chiamiamo “realtà.”

I “super-poeti” devono essere letti male; non ci sono errori generosi da fare per assimilarli, non più di quanto siano generosi i loro stessi errori di lettura  Ogni tradizione caricaturizza i “super-poeti” e ogni “super-poeta” è perciò necessariamente “letto male” dalla stessa tradizione che lo promuove. I “super-poeti” vengono letti in modo così gravemente erroneo che le interpretazioni ampiamente accettate della loro opera tendono ad andare addirittura nella direzione opposta rispetto a ciò che intendevano quei “super-poeti.”

Cabbalà e critica, Harold Bloom

Qui viene concessa la licenza assoluta, sebbene, assumendo ciò, lo stesso Bloom potrebbe lamentarsi di essere stato letto male. Dobbiamo diventare tutti cattivi lettori. Le nostre interpretazioni errate devono infatti diventare così egregie ed estreme da interpretare erroneamente tutte le cose come fosse “poesia da interpretare male.”

“Poesia” è inoltre probabilmente un termine troppo formale, troppo condizionato, troppo lecito ma ogni bit di testo, immagine, rumore, profumo, movimento ed emozione possono e andrebbero essere letti così come leggeremmo una poesia.

E la Tradizione a implodere in se stessa, compressa in un buco nero in cui la progressione lineare, le trame, la causa e l’effetto, divengono senza significato eppure allo stesso tempo le cose assumono un significato infinito. Il Don Chisciotte lo fa già. Anche il Finnegans Wake lo fa. Sono libri simultanei che vengono scritti/letti proprio in questo momento.

L’ansietà dell’influenza è l’ansietà per un centro perduto. Ma noi sappiamo che un vero centro non c’è mai stato — sia nella psiche che nel mondo — e ciò indica che l’ “ovunque” si apre simultaneamente nel centro.

“Attenzione! Un falso Glimmung è attivo! Prendete le procedure di emergenza! Attenzione! Un falso Glimmung–” 

L’oggetto sorto dal mare che sbatteva e si agitava non era il Glimmung. 

Guaritore galattico, Philip K. Dick 

PKD descrive “Guaritore galattico” come uno dei suoi libri più junghiani. Per quanto mi riguarda, questo trascurato classico di Dick è quello che si avvicina di più al delinerare la sua intera teologia, supponendo che PKD abbia mai posseduto qualcosa di così noioso come una stabile e coerente teologia.

Il Glimmung, un’immensa e spesso ironica creatura mutaforma è essenzialmente il nuovo Dio del pianeta Plowman, il quinto pianeta del sistema di Sirio. Ma il Glimmung ha una grande missione da compiere, per la quale ingaggia vari specialisti solitari da tutta la Galassia. Suo desiderio è quello di innalzare una cattedrale di trascurate divinità aborigene dal fondo del mare oscuro del pianeta per restaurarla sulla terraferma. Ma tutto in questa storia è duplicato, riflesso come in uno specchio, in conflitto.

Accanto alla cattedrale sul fondo del mare risiede una sinistra cattedrale nera, e a guardia di questa c’è il (falso) Glimmung nero, il quale apparentemente sconfigge il vero Glimmung dopo un’intensa battaglia sottomarina. L’inconscio, il sè ombra, è emerso dal mare, come previsto, ma ha sopraffatto il controllo cosciente, facendo così traboccare tutti i letti ospedalieri disponibili, minacciando la dissoluzione totale, la completa cancellazione nel nulla.

Philip Dick si tuffava spesso in queste acque oscure e, da sciamano qual era, era in grado di ritornare a galla con il suo bottino di metafore e storie nel suo retino da pesca. Però temeva continuamente di annegare durante queste sue immersioni: questo è ciò che probabilmente alla fine gli accadde. Tutti i suoi altri libri potrebbero essere fruttuosamente re-interpretati attraverso le lenti di Guaritore galattico. Anche la distorta tempo-linea alternativa di The Man in the High Castle (“La svastica sul Sole”) è un’espressione dell’Ombra.

Jung, così come Dick ben sapeva, avrebbe detto che il destino del Glimmung e del Glimmung nero sarebbe stato quello di fondersi insieme come un simbolo completo allo scopo di rendere il “Self” o “Selbst” o “Sè” intero, integro e in salute. Ma esiste un pericolo incredibile in ogni fase di questo viaggio: non abbiamo alcuna idea di ciò che può emergere dal fondo del mare.

E Jung, ancora una volta come Dick, si preoccupa non solo dell’integrità-totalità dell’individuo, dell’anima, ma anche dell’integrità dell’umanità, dell’ “anima del mondo”. Per integrare il mondo, seguendo i suoi cicli ed eoni, la sua Ombra deve emergere. Il Cristo deve incontrare, combattere e alla fine fondersi con l’Anti-Cristo. L’ “oggetto iperdimensionale trascendente alla fine dei tempi” è sostanzialmente l’incarnazione del syzygy — o i gemelli congiunti ermafroditi gnostici, qualcosa di cui PKD era ossessionato al livello più personale — in questo (prossimo) eone acquariano.

Il “2012” è stato un simbolo della sua prima apparizione e, sebbene fosse stato a lungo prefigurato, proprio in questo momento è divenuto VIRALE, biologicamente e informazionalmente. Tutto può essere proiettato su di esso: peste, xeno-fobia, stato di polizia, paranoia, nuovo ordine mondiale, insurrezioni di massa, immigrazione illegale, invasioni di cavallette, inquinamento, rivolte per il cibo, la febbre globale, la mancanza di carta igienica nei supermercati. Tutti i siti sacri sono chiusi: la Kaaba, il Vaticano, i santuari di Qom, il Muro del Pianto, la messa di Pasqua non si fa, la stessa Betlemme è chiusa. Un centro del mondo è ora introvabile.

https://civiltascomparse.wordpress.com/2010/02/05/una-delle-considerazioni-di-civilta-scomparse/

Tutti i sistemi, politico, economico, sociale, della sanità, psicologico, ecologico sono in caduta libera proprio in questo momento. Nessuna narrativa che “spieghi le cose” è soddisfacente. Sia esso uscito da un laboratorio di armi biologiche, un esotico mercato di animali rari, un incidente vaccinale, un meteorite, un panico mediatico… i cinesi, gli americani, gli europei, i russi, sono ora essi stessi specie in via di estinzione? E’ una bufala, un’isteria di massa, una profezia, un Giudizio, un incubo?

Si macinano e sputano teorie del complotto allo stesso modo di ogni narrativa stabilita ed entrambe, negli anni recenti, si sono fratturate e sbrindellate come non mai. La “Guerra al Terrorismo Globale” sembra ora solidamente comprensibilissima in rapporto a ciò che stiamo vivendo ora, lo sembra quasi in una maniera nostalgica. Ogni testimone è divenuto un partecipante. Ansia mentale e panico interrompono il sonno e il benessere, compromettono il nostro sistema immunitario e invitano il “virus.” Il mondo vola gridando verso un qualche tipo di unità e la – a lungo soppressa – “Ombra” sta esplodendo da ogni crepa. L’Aleph (positivo) e il falso Aleph (negativo) sono presenti e assenti in ogni cellula.

Il traboccare-straripamento (e il tuffarsi) era inevitabile. I nostri corpi e le nostre menti, estesi per abbracciare l’intero pianeta, ci hanno tutti intessuti in una singola trama, un singolo individuo contenente moltitudini. La natura lo ha già realizzato milioni di anni fa e il caos è sempre stato questo, ma ci è voluto un sacco di tempo per fare di ciò una conscia e personale realizzazione, per connettere assieme tutte le nostre storie.

E in nessun modo la palude è stata ancora prosciugata. Anche adesso, l’ “oggetto ipotetico segreto” è soltanto appena in vista per alcuni. Una nuova Incarnazione invade la nostra dimensione: una Bestia e un Minotauro e uno  “Starchild” (detto anche “Figlio delle stelle”), ma per adesso solo pochi (sebbene in crescita costante) riconoscono il suo profilo e la sua eco. Non sappiamo ancora se Esso porterà la pace, la spada o entrambi. Non sappiamo ancora se vi ci immergeremo o vi ci affogheremo.

Ma il metodo, il nuovo modello di lettura: la simultaneità, l’ “epifania oltre le sincronicità”, è la nostra pratica nel tentativo di cogliere tutto in una volta l’intero simbolo.  E’ lì dove coincidono avventura, arte e abilità di sopravvivenza.  E’ un mezzo e nello stesso tempo un rituale per cambiare la natura dello spazio-tempo, e per guarire sia il sè sia il mondo. Insomma, è un viaggio attraverso “Faerie” e il cosiddetto mundus imaginalis.

Versione originale:

http://groupnameforgrapejuice.blogspot.com/2020/03/gobblydumped-simultaneity-crown-of.html





Siamo nell’ Era della Corona: simbolismi a cascata – la fine dell’ inizio è qui, gente

27 02 2020

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“Osservate bene questo simbolo, la Corona. È iniziata una nuova era nel sincromisticismo, un nuovo filone. Pare che ce lo ricorderemo per molto, molto tempo, tanto è che ne siamo letteralmente bombardati in questi giorni.”

MA QUANTE COSE POSSONO ESSERE UNA CORONA ?

Un virus: Coronavirus (aka CRONO – VIRUS?) 

“Si chiama ‘Abisso’ la nuova edizione del libro che contiene la ‘wuhan 400’ in arrivo al 13 marzo, nono anniversario di Fukushima, un po’ come dire ‘abisso della timewave’ XD”

https://civiltascomparse.wordpress.com/tag/timewave-theory/

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2010 Kelley number set

https://www.urbandictionary.com/define.php?term=Koontz

“Corona in senso medico: ‘Medicine/Medical. (of a baby in childbirth) to reach a stage in delivery where the largest diameter of the fetal head is emerging from the pelvic outlet.’ (‘corona’ significa “quando spunta fuori il volto della nuova creatura in divenire” …)”

“Parole legate al contesto di corona: culmine, pinnacolo, zenith, acme, vertice, cima, summit, picco, vetta, climax, ultimate…”

“Crow significa anche ‘pianto di neonato’ in inglese onomatopeico.”

“Oppure il canto del gallo al mattino … alba di una nuova era …a posto siamo XD

LA GALLIA!”

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“Dire la corona = recitare il rosario”

“‘Coronamento’ in senso di compimento”

“Nella loc. (fis.) ‘effetto corona’, fenomeno di dispersione di energia elettrica che si manifesta sulla superficie dei conduttori elettrici ad alta tensione sotto forma di effluvio luminoso accompagnato da un caratteristico crepitìo.”

“Parigi come ‘Paride’, colui che rapì Elena e iniziò la guerra di Troia … Trojan è il virus … e il cavallo Di Troia? Paride che colpì il tallone di Achille”

“PENSA, i media di tutto il mondo non stan facendo che ripetere milioni di volte questa parola inondando la coscienza collettiva, qualcosa vorrà dire.”

 “Comunque sono praticamente sicuro che a livello di ‘zeitgeist’ la ‘sequenza tellurica di pre sisma’ è iniziata … quanto durerà non è dato saperlo, ma abbiamo chiaramente un ‘background’ per qualcosa di enorme in avvicinamento … mi ricorda il 2011 quando abbiamo dapprima avuto la primavera araba, poi Fukushima e la Siria, insomma, 2 eventoni dopo quella che sembrava la nuova era … Cieux ha ragione, siamo su un binario molto particolare.”

“E’ più o meno quello che volevo dire io prima, troppe cose nello stesso tempo stanno andando avanti senza che nessuna di queste si avvii a una ‘normalità’ anzi, come si vede ora, possono prendere pieghe inusitate mai viste prima. Ora come ora, distratti da questa emergenza ci dimentichiamo di tutta la roba mondiale apparentemente in sospeso ma che è come un fiume sotterraneo che non si ferma e attende il momento propizio per (ri) spuntare in superficie, magari in stile geyser.”

“E’ la legge della serialita’, il 2020 è sinceramente l’ anno più turbolento dal 2011, e noi sappiamo come ogni cosa viene anticipata, dagli echi, noi abbiamo cominciato dalla cina a sentire ‘la musica’, per un po’ sembrava che Wuhan fosse la nuova Fukushima! Ecco, adesso ci penso, allora è proprio vero che stavolta tocca all’ Europa, che in fondo, non penso che i siriani a febbraio 2011 pensassero di ritrovarsi con la guerra sotto casa per un decennio, insomma, adesso con il passaggio all’Italia ci siamo avvicinati alla fonte della musica, manca quindi poco che entriamo nella sala musica a tutto volume! Il paragone con il 2011 è intrigante!”

“Secondo me c’è uno ‘zeitgeist’ da legge marziale, che non possono “permettersi“ di mancare una così buona occasione e non scatenare un casino, io lo avevo detto che il nuovo 9/11 è imminente.”

“Il ‘nuovo tempo’ che sostituirà il ‘vecchio tempo’ in cui ancora ci troviamo, all’inizio lo percepiremo come una specie di virus informatico che danneggia o addirittura distrugge la società. Ma una società basata sul ‘vecchio tempo’ non potrà mai funzionare nel ‘nuovo’ e allora….”

MA ADESSO, si entra davvero in gioco: 

” ‘Corone’ dell’ orologio: Watch crowns are a necessary, and very important, part of a watch. The most common functions of a watch crown are to allow you to change the time, to change the date, to wind the watch, and to stop the watch (to extend the battery life).”

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“Corona: il pulsante posizionato lateralmente all’orologio per impostare data e ora.”

“Occhio, cavolo!!!! Fra poco si – cambia ora – !!!!!!!!

28-29 marzo 2020″

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” ‘Corona orologio’ significa cambiamenti in arrivo sulla lancetta del ‘doomsday clock’ ?”

https://it.wikipedia.org/wiki/Orologio_dell%27apocalisse

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“SABATO 28 MARZO 2020 … mmm, sembra un buon giorno per iniziare un NUOVO ORDINE MONDIALE, non credete? Si propaganda il risparmio energetico!”

THE – CROWS – ARE COMING! ‘I cieli si oscureranno …’ come diceva la profezia? I cieli si oscureranno … durante il giorno della Terra si spengono le luci!”

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“Join the International Dark-Sky Association for a week of celebration, learning, and action!”

“2020 International Dark Sky Week is Sunday, April 19 – Sunday, April 26!”

“Il simbolo dell’ accensione e lo 0/1 della matrice! Il simbolo di accensione, in inglese «power» è ormai conosciuto da chiunque abbia un elettrodomestico in casa. Se in passato si è sempre optato per l’utilizzo delle parole «On» e «Off» in corrispondenza della relativa funzione oggi esiste solo un pulsante. Ma che significato ha questo simbolo? Le origini risalirebbero alla Seconda Guerra mondiale quando gli ingegneri militari cominciarono a usare, 0 e 1, cifre del sistema binario per indicare l’accensione e lo spegnimento di un determinato apparecchio. Nel 1973, la Commissione Elettrotecnica Internazionale ha poi scelto il simbolo dato dall’unione dei due numeri come standard. Ecco quindi spiegato il cerchio aperto con una linea al suo interno. Un’icona che indica «power» appunto «accensione».”

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LA CORONA è il LOGO della KEEP CALM! (Keepcalm and posters)

https://www.keepcalmandposters.com/

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“Crown of a nuclear bomb explosion over Mururoa atoll, French Polynesia, Pacific Ocean.”

CAPOLINEA

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“2020 paragonato al 2011, la equazione – Wuhan è Fukushima, il ‘coronavirus’ è la ‘primavera araba’, l’ Italia è Egitto o Libia, ora attendiamo di capire da cosa verrà rappresentata la nuova Siria … lo ‘zeitgeist’ con la guerra chimico – batteriologica – legge marziale è in atto. Direi che mettersi in allerta rossa è dire poco. Le ‘frequenze sincroniche’ sono in fibrillazione.”

“NESSUNO IN SIRIA A FEBBRAIO 2011 pensava di trovarsi davanti ad una guerra civile lunga un decennio!”