Una Rivoluzione Copernicana nella percezione della “esistenza personale”

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https://applebutterdreams.wordpress.com/2016/08/22/the-odds-of-you-existing/

https://civiltascomparse.wordpress.com/2019/09/27/l-universo-locale-la-realta-preconfigurata-per-l-individuo-osservatore-un-nuovo-modello-di-reincarnazione-localizzata-e-il-solipsismo-di-dio/

https://civiltascomparse.wordpress.com/2019/09/25/l-universo-mentale-e-la-teoria-filosofica-dell-individualismo-sequenziale-aperto-il-modello-di-una-fisica-spirituale-e-di-una-religione-naturalistica-il-reportage-ufficiale/

Questo post di Civiltà Scomparse è composto da due lunghe citazioni: una da un articolo appena uscito su https://not.neroeditions.com/ di Giuseppe Genna e Pino Tripodi, intitolato “Cosmotica” e l’altra da un libro disponibile interamente on line su pdf, “The odds of existing or why death is not the end” di Joe Kern.

La tradizione filosofica, il pensiero religioso e gli studi scientifici degli ultimi secoli ci lasciano in un universo per quanto aperto, immenso, illimitato, proliferante, in-finito, pur sempre insufficiente e angusto. Il motivo di queste insufficienza e angustia va attentamente indagato. La filosofia ha compiuto un immenso sforzo per fornire risposte diverse ardite, contraddittorie, complicate, alla domanda di senso – dove siamo – propedeutica all’altra – chi siamo –, ineludibili per poter vivere. Se non ci domandiamo dove siamo e chi siamo la nostra vita scorre trascinata da un flusso d’insensatezza cosmica, risulta essere impasto scoppiato, sfarinata forma già prima di diventare polvere. Per dare senso alla sua vita, la filosofia ha proiettato l’umano nelle sfere cosmiche a metabolizzare il caos e a trasformarlo in ordine, in logos. Tanto più l’universo risultava ordinato quanto più il logos lo era. L’ordine del logos fondava e reggeva l’ordine del mondo.

In questo secolo – nonostante la scienza non sia più quella scienza dell’osservazione che emancipava completamente l’oggetto dal soggetto, la realtà esteriore da quella interiore, la cosalità dall’umanità – i dispositivi di osservazione si sono raffinati così tanto da rendere il fenomeno umano potenzialmente un puro riflesso dei medesimi dispositivi. Ridotti a pura osservazione, a puro riflesso di qualcosa che ci è per sempre alieno, abbiamo perso la nostra purezza, la purezza dovuta all’essere cosa senziente, oggetto e soggetto, materia e spirito dell’universo. […]

Il salto quantico per poter produrre un sapere simile ci è stato elargito nell’ultimo stadio dalla scienza: la relatività e, a seguire, la meccanica quantistica hanno elaborato idee di mondo che contrastano apertamente con le idee pregresse della scienza. La relatività ha distrutto una volta per tutte le pretese di indipendenza dello spazio e del tempo. La meccanica quantistica ha demolito ogni pretesa di indipendenza tra oggetto e soggetto. Per effetto della doppia rivoluzione copernicana, nessuno può più pensare che spazio e tempo, oggetto e soggetto non siano intimamente, eternamente interdipendenti. La relatività e la meccanica quantistica, inoltre, hanno contribuito a compiere – si spera una volta per tutte – una terza rivoluzione copernicana: quella di distruggere l’idea dell’esistenza del vuoto e con essa di scoprire un’altra delle maraviglie dell’universo: l’intenso, intimo, eterno, indiscernibile legame tra macrocosmo e microcosmo, tra il nulla e il tutto, tra atomo e stelle. La pasta di cui è fatta ogni cosa affratella la materia al vivente, la materia che vive e la vita dei corpi.

Dopo le tre rivoluzioni copernicane del secolo scorso, ne rimane una ancora parzialmente incompiuta, pur se implicitamente inscritta nei paradigmi della relatività e della meccanica quantistica.

La quarta rivoluzione copernicana permette di concepire una diversa gerarchia dello spazio e dell’universo. Ciò è possibile solo a partire da una mossa prospettica principiale che riorienti il modo umano di concepire il proprio rapporto con lo spazio, con il suo spazio, con lo spazio terrestre e con lo spazio cosmico.

Nessuno mai avrà la mappatura completa dell’universo. Ne siamo certi. Siamo condannati per l’eternità al mistero. Questa condanna produce dolore e invece dovremmo viverla con entusiasmo.

La coscienza del carattere in parte misterioso della vita e dell’universo non è affatto una perdita, è una conquista. Una delle più importanti conquiste del pensiero umano. Avere coscienza del mistero. Del mistero, di quel mistero misto a maraviglia che ha coinvolto il pensiero filosofico e religioso e che adesso appartiene finalmente anche alla scienza.

Anziché chiedersi in che punto dell’universo siamo collocati? Anziché domandarci noi in che posizione gerarchica ci troviamo rispetto all’universo?, la domanda diventa l’universo in che spazio è collocato dentro di noi?

Qual è lo spazio che l’universo ha per noi, gli umani. Si trova al centro di noi, si trova alla nostra periferia, è un punto a caso nell’universo umano che si espande e si contrae come una fisarmonica?

Il cambio di sguardo prospettico richiesto è totale. Ma è una sfida possibile e sublime. Chiediamo ai nostri occhi di vedere dove è l’universo per noi umani, in noi umani. 

In un universo che non ha centro, riconoscere la centralità dell’universo per noi significa dedurre che ogni cosa, ogni vivente, dunque anche noi, si trova al centro dell’universo. L’universo non ha centro probabilmente per donarci questa sublime possibilità. Sapere che possiamo sentirci logicamente e realmente al centro dell’universo.

Se l’universo è al centro di noi, anche noi ci troviamo al centro dell’universo. Se sentiamo pulsare l’universo in noi come se fosse il nostro centro, allora pure noi ci possiamo sentire al centro dell’universo. 

Se l’universo è il nostro cuore, noi siamo il cuore dell’universo. L’universo è in noi. Noi siamo universo.

A unifying theory could still be lying just out of sight, and the structure we imagine modeling the human brain could also model the molecular level of the entire universe.“Would this theory mean we’re living in a simulation?” Futurism’s Victor Tangermann asked Vanchurin. “No, we live in a neural network,” he replied. “But we might never know the difference.”

La struttura che modella il cervello umano potrebbe modellare anche l’ intero universo a livello molecolare. Viviamo in un network neurale. Non sapremo mai la differenza fra una simulazione e la realtà.

Probabilità della tua esistenza personale 

Tuo padre aveva 1 possibilità su 20.000 di incontrare fra le sue conoscenze femminili tua madre. In tutto questo bisogna considerare anche le possibilità che i tuoi genitori arrivassero a parlarsi, a uscire assieme, di mettersi assieme e diventare una coppia e di generare un figlio. La combinazione di queste possibilità è 1 su 40 milioni.

Tua madre in tutta la sua vita riproduttiva produce 100.000 ovuli. Tuo padre produceva – 4 trilioni di spermatozoi – negli anni in cui potevi nascere.

Uno specifico ovulo e uno specifico spermatozoo dovevano incontrarsi per generare te e non tuo fratello o tua sorella. C’era 1 possibilità su 400 quadrillioni. 400 seguito da 15 zeri.

Ma per fare in modo che tu esistessi, ogni tuo antenato possibile immaginabile ha dovuto sopravvivere fino all’età adatta a generare figli. Rappresenti una sequenza di vite collegate fra di loro che va avanti da 4 miliardi di anni.

Sono servite 150.000 generazioni per arrivare a te. 

La probabilità che ogni tuo antenato a partire dal più lontano, la origine di tutto, un organismo unicellulare, rimanessero in vita abbastanza da generare tutti i tuoi antenati in sequenza – e poi infine anche te – è di 10 seguito da 45.000 zeri.

Questo è un numero enormemente più grande di quello di tutte le particelle nell’universo.

L’ incontro fra uno specifico spermatozoo e uno specifico ovulo doveva avvenire nel modo corretto per – ognuno – dei tuoi antenati lungo una timeline di 4 miliardi di anni di modo da arrivare infine a generare te. Per questo le possibilità sono di 1 su 10 alla potenza di 2,640,000. Questa congiunzione di spermatozoo e ovulo è accaduta 150.000 volte in precedenza prima di arrivare ai due che hanno generato te.

Mettendo tutto assieme viene fuori che la probabilità che tu esista è di 1 su 10 alla potenza di 2,685,000.

Il numero di atomi in un corpo umano è di 10 alla potenza di 27.

Il numero di atomi che compongono la Terra è di 10 alla potenza di 50.

Il numero di atomi presenti nell’universo conosciuto è di 10 alla potenza di 80.

Quindi le probabilità che tu esisti in pratica sono ZERO.

Eppure esisti.

“Che cosa significa veramente esistere? Che cosa intendi quando parli della tua esistenza personale? Come la interpreti? Esistere significa percepire un io, avere esperienza soggettiva di uno specifico punto focale nell’universo: il tuo corpo. Procedere attraverso una specifica timeline temporale: il tempo della tua vita. Ma anche se credi che tutti attorno a te percepiscono una esistenza separata e indipendente dalla tua, in realtà c’è una sola coscienza, una sola entità che fa esperienza in successione di tutti questi punti focali, questi soggetti, questi “io”, una sola identità: la tua. Ogni persona o creatura che è esistita, esiste ora ed esistera’, tu ne percepirai la specifica esistenza, in successione, percepirai di essere ogni volta un “io” diverso, senza sapere che è solo una variante, una riconfigurazione, della stessa identita’ “

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“Questo ragionamento logico porta ad una straordinaria conclusione: alla morte non si cessa di esistere. Si diventa una altra persona o creatura. Il fatto è che hai sempre creduto che la tua esistenza personale fosse qualcosa che non poteva essere, incoerente nei dettagli, inconsistente, paradossale. La vecchia credenza deve essere rifiutata. “

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“Non dovresti credere che un qualche fattore fisico abbia portato all’emergere della tua personale esistenza: una specifica coppia di genitori, una specifica coppia di gameti, una particolare combinazione nel Dna? No. La tua specifica percezione di esistere sarebbe emersa in qualunque corpo. Ogni qual volta qualcuno o qualcosa nasce e percepisce una esistenza in soggettiva, o percepira‘ un proprio io, sarai tu a percepire il suo io o la sua esperienza in soggettivo.”

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“La credenza che la tua esistenza dipende dalla congiunzione fra i due gameti dei tuoi genitori non puo’ essere corretta. C’e’ davvero una connessione fra il tuo Dna e la tua specifica esistenza? (No) Altre persone con la tua stessa sequenza di dna potevano venire alla luce e – non essere te – allo stesso modo in cui chi ha un gemello identico a se’ sa che l’altro non è la stessa persona, ha solo lo stesso aspetto; infatti una specifica sequenza di DNA non è connessa alla percezione del tuo specifico io, e ciò è dimostrato dalla possibilità che esistano due gemelli identici senza percepire lo stesso io contemporaneamente”

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“Quando scopriamo a che cosa realmente ci riferiamo quando diciamo “io esisto” scopriamo che questa “entità“ (la esistenza) non può comportarsi nel modo in cui crediamo: emergere in un corpo particolare e dissolversi alla morte di quel corpo. La logica delle cose inevitabilmente ci porta alla conclusione che la “reincarnazione naturalistica” è la corretta visione della “esistenza personale”.

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Le basi della mia filosofia

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Il caso non esiste.

Esiste un solo universo.

L’ universo ha avuto un inizio. Il Big Bang è realtà.

La realtà dei sensi non è sufficiente per conoscere la realtà totale. La realtà dei sensi è illusoria e incompleta.

La realtà che percepiamo deriva da una realtà differente e attualmente irraggiungibile dal pensiero umano.

Siamo attori inconsapevoli. Nella nostra vita seguiamo un copione prestabilito dalla quale non si può uscire, e abbiamo uno scopo, un percorso e un destino.

Il libero arbitrio non può esistere. Ma questo non ci rende oggetti pensanti. Può darsi che abbiamo deciso noi individualmente e collettivamente il nostro ruolo in questo ambiente artificiale e disegnato che chiamiamo realtà.

Siamo personaggi. Non siamo diversi dai personaggi dei libri, dei cartoni animati, dei romanzi, dei personaggi televisivi e cinematografici.

La conoscenza del proprio passato, possibilmente nei dettagli, è essenziale per comprendere ed eventualmente provare ad anticipare il nostro futuro individuale. Esiste un ciclo vitale ( penso sia uguale per tutti, 3 anni e multipli di 3 in particolare, ma potrebbe essere più complesso e flessibile di così ) e tutte le persone che conosciamo ritornano in forma diversa, e gli eventi della nostra vita ritornano in maniera e magnitudo differente.

La nostra vita non è così diversa dalla fiction. Possiamo capire quando stanno avvenendo ” eventi decisivi e significativi ” , quindi quando siamo ” in onda ” e quando invece siamo ” fuori onda ” e attraversiamo momenti e periodi di transizione.

Come diceva Mckenna, dobbiamo mettere la letteratura, ed eventualmente anche la cinematografia, al centro del nostro pensiero umano per carpire la verità delle cose.

Se l’ uomo è capace di trovare il senso e il significato nelle cose, anche solo tentando di farlo e ipotizzando, significa che esiste un senso e un significato effettivo.

Nulla si crea da solo e nulla si organizza da solo. Dunque, proprio perché non esiste il libero arbitrio, deve esistere un coordinatore ( o un gruppo di coordinatori ).

Non esiste un ” nulla ” da contemplare. Tutto – esiste – e tutto è.

Ci sono tre ” destinazioni potenziali ” alla fine della vita individuale: il ritorno alla realtà originaria e veramente reale. Un ciclo di reincarnazioni che è organizzato secondo un sistema che è simile alle fasi di una singola vita individuale. Una singola vita è un frammento dell’ insieme di molteplici esperienze di vita.

La terza opzione potenziale è quella dell’ individualismo aperto: Dio siamo noi, ognuno di noi è un frammento di Dio, pertanto viviamo ogni singola vita ( umana, poiché io credo nell’ esistenza di due essenze in dualità, una che vive attraverso l’ istinto, e una che vive attraverso il pensiero cosciente ) una alla volta, sperimentando miliardi di modi diversi di vivere l’ individualità e la soggettività. L’ oggettività dunque è illogica.

Ovviamente la – teoria dell’ evoluzione – non ha alcun senso e non esiste. Darwin è abominio. Il nichilismo e l’ ateismo sono abomini del pensiero umano. Dobbiamo elevare l’ uomo al di sopra di tutte le creature allo scopo di creare e permettere l’ esistenza di un numero sempre costante di individui, se davvero viviamo in ogni persona una volta per ciascuno.

Può darsi che l’ umanità non avrà mai fine.

L’ uomo è inarrivabile e assolutamente differente da ogni altra creatura. Diffondere un pensiero diverso da questo è nocivo e disumanizzante.

Terence Mckenna aveva ragione. C’è una dualità nell’ esistenza, quella della Novità e del Progresso e Cambiamento e quello della Continuità, Status Quo e Staticità.

Viviamo in una esistenza con qualità frattali, cicliche e autoripetenti. Nell’ Uno si trova un frammento dell’ Insieme. Tutti i cicli della vita e della natura portano a pensare che tutto si ricicla e tutto ritorna.

L’ Astrologia descrive un fenomeno psicologico – ciclico – temporale – fenomenologico realmente esistente.

Il cervello è un ricettore di pensieri e non un creatore di essi. Il cuore non produce il sangue ma dipende dalla circolazione di esso.  Gli elementi corpuscolati presenti nel sangue vengono originati da cellule prodotte nel midollo osseo.

Da ciò si deduce che i pensieri giungono da un altrove ancora indefinito e certamente intangibile dai sensi.

La Storia è un fenomeno artificiale misteriosamente inserito in un ambiente naturale. La Storia ovviamente è dotata di processo, è ciclica e, come diceva Mckenna, è diretta verso un obiettivo finale.

Il futuro esiste, e influenza retroattivamente il presente, che riceve riverberi sia dal passato che dal futuro. Non è ancora chiaro se i sogni possono aiutarci nell’ interpretazione del futuro, ma sicuramente la sincronicità come fenomeno può spiegare tutto questo.

Esiste anche la possibilità che la mente è attratta e influenzata dall’ attrito con una forza indefinita che funziona in modo simile alla gravità e che fa invecchiare il corpo e assopisce la mente. Da qui si può dedurre che potrebbe esistere un futuro verso il quale siamo tutti attratti che usa la morte come funzione retroattiva allo scopo di trasportare tutte le menti in questo futuro, e questo fenomeno potrebbe aver stimolato l’ emergere delle religioni.

La vita è fare esperienze. Gli unici mali sono la violenza fisica e psicologica. Nient’ altro è veramente male. Ma le religioni servono ad uno scopo: stimolare la pratica del pensiero morale in noi. L’ ateismo e il nichilismo sono immorali e di conseguenza nocivi.

Gran parte della scienza è ” mitologia per adulti ” e di gran lunga incompleta. Chi confida nella scienza e nel progresso capace di spiegare e sostituire ogni cosa è un ingenuo. In questo ambito rientrano la archeologia, la climatologia, gli studi sulla macroevoluzione, l’ antropologia, gran parte della psicologia psichiatrica in particolare e alcune cose riguardanti la medicina.

 

L’ universo come entità ” vivente “

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Forse, oltre alla dualità nel tempo pensata da Mckenna ( abitudine e novità ) c’è un’ altra dualità presente nell’ essenza dell’ universo – Mente istinto e mente self aware quindi mente cosciente.

Prima dell’ emergere della vita l’ universo era come una specie di entità embrionale e cieca. L’ universo è quindi, in un certo senso, nato assieme all’ emergere della vita, che rappresenta una prima singolarità. Dopo il Big Bang abbiamo il Big Life.

L’ universo necessita di forme di vita sempre più complesse per far emergere sé stesso, e per vedere ed esperienziare se stesso. L’ occhio e il senso della vista è un’ altra singolarità: il Big Sight. Ogni senso acquisito da una forma di vita costituisce una singolarità.

Quando tutte le possibili credenze vengono annullate, rimane una sola cosa da           “credere”: nell’ universo esistono solo due essenze di coscienza. Una è nata solitaria, è istintuale e muta. Poi è avvenuta una grande singolarità: una separazione, il Big Divide che costituisce il Big Awareness, il Big Thought. La coscienza ha subito una netta separazione: è emersa, come per magia effettivamente, una coscienza capace di pensiero, che sa di essere tale, e che non è più muta ma pensante: quindi l’ emergere del linguaggio rappresenta un’ altra singolarità: il Big Language.

Ogni Singolarità rappresenta un nuovo livello di awareness dell’ universo, un nuovo livello di evoluzione: l’ universo necessita di forme di vita intelligenti per avanzare ed evolversi, e per conoscere pienamente sé stesso.

Noi umani siamo speciali: la nostra coscienza è perennemente separata e incomprensibile al nostro compagno – in – esistenza. Condividiamo l’ universo con una entità che non possiamo in alcun modo comprendere, come allo stesso tempo essa non può in alcun modo comprendere noi. Effettivamente, agli occhi degli animali noi siamo entità incomprensibili, inspiegabili, incommensurabili. Praticamente degli dei. Esattamente come la storia narrata in precedenza nello scorso articolo, siamo dei in – training.

La separazione individuale è un’ illusione, al fondo di tutto ciò che ci rappresenta, siamo una unica coscienza osservatrice pensante, trasformante, e stiamo spiegando sé stesso all’ universo. Quindi è vero, è effettivamente vero, che noi siamo tutti noi, ognuno di noi rappresenta una piccola frazione di una sola cosa, una sola essenza che può esprimersi solo appunto una frazione alla volta, e continuerà a impersonare una illusionistica individualità alla volta.

In un certo senso, si può collegare tutto questo ai vari concetti religiosi: la separazione dell’ uomo dal divino è in realtà la separazione delle due essenze di coscienza fra solo istinto e awareness – pensante. Abbiamo mangiato il frutto proibito, e non importa se siamo emersi come un – bop – , la natura ci ha fatto vedere i limiti, ci ha fatti coscienti della mortalità, ci ha intrappolati in una espressione individuale, a differenza di molte specie animali, che in un certo senso non possiedono una forte individualità e vivono in collettivo, agiscono ed esperienziano in collettivo.

Questo il prezzo di aver magicamente acquisito la totale superiorità. L’ agricoltura era un’ altra singolarità: un fenomeno incomprensibile di produzione di cibo e di trasformazione del territorio. Se uno si sofferma a pensare, tutto si può spiegare e allo stesso tempo – niente – si può veramente spiegare. La creazione di creature rappresenta un’ altra singolarità: un giorno creeremo creature dal nulla, in un certo senso.

L’ immaginazione, l’ animazione, la capacità di fornire movimento a oggetti inanimati, una grandissima singolarità, probabilmente il tassello più importante dell’ evoluzione dell’ universo.

Terence Mckenna in certe cose aveva ragione: tutto ciò che ci rappresenta è attirato dal futuro, da una forza che ci sospinge continuamente ad evolverci e a modificare. Dio è nel futuro, e noi ne abbiamo avvertito l’ eco in tutta la storia dell’ umanità. Pensavamo di sentirlo dalla Fonte, ma lo sentiamo invece dall’ Oltre. E’ come se l’ annuncio dell’ universo che esclama – esisto – si fosse propagato riverberandosi attraverso il passato, oltre lo spazio – tempo.

Tutto è inspiegabile, tutto è incomprensibile: la piccola mente umana è paragonabile a tutti gli effetti alla formica che non può concepire l’ esistenza di Giove, mentre noi sappiamo che Giove esiste anche se la formica non potrà mai visionarlo.

La verità di ieri è la follia di oggi, e la verità di domani, vero? Chi capisce l’ universo – sa – che c’è qualcosa dietro il sipario, ma non si può più dire, se non sottovoce, girandoci attorno, per non sembrare un citrullo agli occhi degli altri. Non diffidate di questo. La realtà che conosciamo, e che l’ universo conosce, si è trasformata in modi incommensurabili, periodicamente, rendendo tutto diverso, tutto sbagliato e tutto giusto.