
Il terremoto di Lisbona del 1531 fu praticamente un ricorso retrospettivo moolto meno famoso (fino al XX secolo venne quasi dimenticato prima di ritrovare un documento scritto da un testimone oculare del disastro) del terremoto di Lisbona del 1°novembre 1755, che, invece, fu assai più storico e celebre, ed ebbe anche conseguenze a livello politico e nel dibattito filosofico dell’epoca. In qualche modo, quindi, scosse la coscienza collettiva dei tempi, fornendo una spinta in più all’elaborazione delle idee antireligiose che poi diverranno tipiche dell’illuminismo settecentesco, a differenza del terremoto di Lisbona del XVI secolo, il quale per me ha il fascino degli eventi già accaduti precedentemente ma che, quando si ripetono a una maggiore magnitudine (proprio come un terremoto), scuotono maggiormente la coscienza collettiva (infatti gli eventi che colpiscono maggiormente e progressivamente la coscienza collettiva GENERANO il tempo storico) rispetto all’evento precedente, il quale, invece, non aveva trovato le condizioni giuste per incidere sull’andamento progressivo del tempo storico.
Penso per esempio all’attentato terroristico del 1993 alle Twin Towers e anche all’eruzione pliniana del Vesuvio detta “delle pomici di Avellino”, del secondo millennio a.C.: un ricorso retrospettivo (anticipazione) molto meno celebre dell’eruzione pliniana (dal letterato Plinio il vecchio, che ne fu testimone oculare) del Vesuvio nel 79 a.C., la quale scosse molto di più la coscienza collettiva, come ben sappiamo.