Era il megadirettore galattico in persona, colui che nessun impiegato al mondo era mai riuscito soltanto a vedere, correva anzi voce che non esistesse neppure e non fosse un uomo ma solo un’entità astratta.
“Ma, scusi, questa…è la sua stanza?”
“Certo.”
“Va be’, ma le cento piante di ficus, e le poltrone di pelle umana, e il grande acquario nel quale nuotano dei dipendenti sorteggiati…”
“Voci, caro Fantozzi, messe in giro dalla propaganda sovversiva.”
“Prego, si accomodi.”
“Si ma, dove, dove andiamo?”
“Si sieda, qui.”
“Ma qui, al suo posto?”
“Certo. Un sorso d’acqua? Un tozzo di pane?”
“Scusi conte ma…io…mangiare con lei?”
“Ma certo, che differenza c’è tra me e lei?”
“Ma abbia pazienza! Ma come che differenza c’è?! Non mi vorrà mica dire, signor duca, che siamo uguali io e lei, voi siete i padroni, gli sfruttatori, noi siamo gli schiavi, i morti di fame!…”
“Ohh…ma caro Fantozzi, è solo questione di intenderci, di terminologia, lei dice padroni e io datori di lavoro, lei dice sfruttatori e io dico benestanti, lei dice morti di fame e io classe meno abbiente, ma per il resto la penso esattamente come lei.”
“Come, altezza, come?”
“Io, come lei, sono un uomo illuminato e sono convinto che a questo mondo ci sono molte ingiustizie da sanare, la penso esattamente come lei, e come il nostro caro dipendente Folagra.”
“Ma…mi scusi, sire, ma…non mi verrà a dire che lei è, scusi il termine sa,…comunista!”
“Be’…proprio comunista…no, vede, io sono un…medio progressista.”
“Ahh. Ma in merito a tutte queste rivendicazioni e a tutte le ingiustizie che ci sono, lei cosa consiglierebbe di fare, maestà?”
“Ecco, bisognerebbe che per ogni problema nuovo, tutti gli uomini di buona volontà, come me e come lei, caro Fantozzi cominciassero a incontrarsi senza violenze in una serie di civili e democratiche riunioni fino a che non saremo tutti d’accordo.”
“Ma…mi scusi, santità, ma in questo modo…ci vorranno almeno…mille anni!”
“Posso aspettare…IO.”
“Grazie.”
Il dialogo che ho appena presentato, tratto dal film Fantozzi del 1975, m’ha ricordato fortemente qualcosa letto qualche anno fa (sui blog Tra Cielo e Terra e The Synopticon) a proposito della cosiddetta Fabian society, m’ha ricordato un testo tratto dalla voce corrispettiva di Wikipedia in lingua italiana, che traduce Fabian society con Fabianesimo (altre fonti italiane lo traducono anche come “socialismo fabiano.”) A differenza della stessa voce nelle versioni in inglese e in francese di Wikipedia, il testo della versione italiana è meno dettagliato e particolareggiato e, in un certo senso, più orientato verso una lettura quasi immaginifica della Fabian society (tradotta in Fabianesimo) come se fosse una società segreta che agisce nell’ombra per influire pesantemente sulla politica sociale dell’intero Occidente, partendo dall’Inghilterra.
Il dialogo della scena finale del film Fantozzi pare essere una stringata spiegazione della filosofia, della Fabian society, il suo modus operandi, a cui sembrerebbe proprio accennare!


Il Fabianesimo […] Prese tale nome in quanto si avvalse sempre di una tattica gradualistica e temporeggiatrice che ricordava, sotto alcuni aspetti, la politica di Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore, che nella lotta contro Annibale e i suoi cartaginesi si avvalse di una strategia attendista di lento logoramento. Il Fabianesimo difatti, crede nella graduale evoluzione della società, tramite riforme incipienti che portino gradualmente al socialismo, a differenza del marxismo che predica un cambiamento rivoluzionario.
Il Fabianesimo era caratterizzato principalmente dal pragmatismo, rifiutava le idee utopiche.
Il loro socialismo non è stato un movimento rivoluzionario, ma finalizzato allo sviluppo e all’evoluzione in senso socialista delle istituzioni esistenti.
I Fabiani erano in favore di un’alternativa alla proprietà dei mezzi di produzione per porre fine al disordine economico e gli abusi provocati dal capitalismo.
Concludiamo con questo passo, che, pensando al dialogo del film, è davvero degno di nota, sempre tratto dalla immaginifica pagina italiana di Wikipedia dedicata alla Fabian Society alias “fabianesimo.”
Leon Trotsky pensava che il Fabianesimo fosse un subdolo tentativo di salvare il capitalismo dalla furia della classe operaia. Ha scritto “in tutta la storia del movimento laburista britannico vi è stata pressione da parte della borghesia sul proletariato attraverso l’ uso di radicali, intellettuali, salotto e chiesa socialisti, e owenisti, che respingono la lotta di classe, difendono i principi di solidarietà sociale, predicano la collaborazione con la borghesia, imbrigliano, e indeboliscono politicamente l’avvilito proletariato”