Ponti, aquile e unicorni

Il viadotto sulla autostrada A26 “Savona-Torino” crollato il 24 novembre presso la località di Altare.
Già preoccupavano più di tre anni fa i ponti autostradali di Altare.
https://www.ivg.it/2016/06/cemento-pezzi-ferro-arrugginito-preoccupa-ponte-della6-altare-ferrania/

Nelle stesse ore in cui venne giù il ponte Morandi sulla A10 vi fu un tentativo di attentato terroristico a Londra.

https://civiltascomparse.wordpress.com/2018/09/11/impressioni-e-immaginazioni-sul-crollo-del-ponte-morandi-il-14-agosto-2018/

Tra l’altro, lo stesso 14 agosto 2018, un’auto si è schiantata contro le ringhiere intorno al palazzo del parlamento di Westminister a Londra provocando diversi feriti tra i passanti, in un sospetto atto di terrorismo http://www.repubblica.it/esteri/2018/08/14/news/londra_auto_contro_barriere_fuori_al_parlamento_un_uomo_arrestato-204069540/

La cosa particolare è che l’anno precedente Londra fu coinvolta in due azioni terroristiche più gravi: una compiuta il 22 marzo (a un anno esatto di distanza dall’attentato terroristico di Bruxelles!) e l’altra il 3 giugno 2017. Sono coinvolti dei PONTI in entrambi i casi: nel primo il ponte di Westminster (vicino al palazzo del parlamento) nel secondo il London bridge. In tutti e due gli attentati sono stati coinvolti alcuni malcapitati passanti proprio come nello strano attentato di Londra – di minore entità ma comunque ben presente sui mass media anche lui – del 14 agosto 2018.

[…]

A ciò si può collegare un curioso episodio avvenuto prima di quegli attentati, nel febbraio 2016, quando molti passanti furono spaventati da uno dei classici autobus rossi londinesi che esplose e prese improvvisamente fuoco nel bel mezzo del London bridge https://www.mirror.co.uk/tv/tv-news/bus-explodes-london-bridge-terrifying-7326412 non si trattava di un atto terroristico vero e proprio ma erano riprese per una scena di un film su Jackie Chan. Verrebbe quasi da pensare che gli autori degli attentati di Londra dell’anno dopo si siano ispirati a questo film!

Due giorni dopo il crollo del viadotto di Altare avviene un terremoto in Albania, soprannominato “il paese delle Aquile” e la sua bandiera non sono due aquile ma un’aquila bicipite, che guarda “a ponente e a levante”. Una città italiana interessata da diversi terremoti durante la sua storia è proprio L’Aquila, colpita duramente il 6 aprile di esattamente dieci anni fa da un sisma che fece molto parlare di sè anche perché nello stesso anno, in seguito, il premier di allora organizzò proprio a L’Aquila la riunione del G8.

http://www.latelanera.com/misteriefolclore/misteriefolclore.asp?id=333

Aquila bicipite, simbolo araldico usato per la prima volta dall’imperatore Costantino nel IV secolo.

https://it.wikipedia.org/wiki/Aquila_bicipite

A inizio novembre la città de L’Aquila ha subito nuove scosse sismiche, una di queste avvertita anche a Roma.

https://www.fanpage.it/attualita/terremoto-a-laquila-scossa-di-magnitudo-tra-4-4-e-4-9-avvertita-fino-a-roma-gente-in-strada/

https://tg24.sky.it/cronaca/2019/11/07/terremoto-l-aquila.html

Nel penultimo giorno di novembre, a pochi giorni di distanza dal crollo del ponte di Altare e del terremoto in Albania, Londra è di nuovo interessata ad attacchi terroristici, su un ponte.

…il London Bridge (già teatro dall’attentato del 3 giugno 2017)

https://www.repubblica.it/esteri/2019/11/29/news/londra_spari_a_london_bridge_la_polizia_interviene-242226470/

Un tizio di etnia araba, pare uscito troppo presto di galera, pare dotato di una finta cintura esplosiva, pare affiliato all’isis, ha spaventato i passanti sul ponte e poi si è messo ad accoltellarli prima di venire fermato con un estintore e con un altro oggetto di cui tra breve diremo.

Nella stessa giornata, il 29 novembre, tra l’altro quella del cosiddetto “Black friday” si consuma un attentato simile, questa volta nella città de L’Aia nei Paesi Bassi: alcuni passanti del centro storico affollato di persone in preda allo shopping, sono presi di mira da un accoltellatore e vengono feriti da costui.

http://copycateffect.blogspot.com/2019/11/London2019.html

Lo chef polacco Luckasz della “Fishmongers ‘Hall” ha preso una zanna di narvalo da un muro per fermare l’attentatore del London Bridge. È abbastanza visibile nelle fotografie e nei video dell’incidente. Fonte
 

Il narvalo ( Monodon monoceros ) è una balena dentata di medie dimensioni che possiede una grande “zanna” proveniente da un dente canino sporgente. Vive tutto l’anno nelle acque artiche intorno alla Groenlandia, al Canada e alla Russia. È una delle due specie viventi di balena della famiglia Monodontidae, insieme al beluga. I maschi del narvalo si distinguono per una lunga zanna elicoidale, che è un canino allungato in alto a sinistra. Il narvalo era una delle molte specie descritte da Carlo Linneo nel suo Systema Naturae del 1758.

 
Il suo nome deriva dall’antica parola norrena nár , che significa “cadavere”, in riferimento alla pigmentazione grigiastra e chiazzata dell’animale, simile a quella di un marinaio annegato e la sua abitudine estiva di “fare il morto” galleggiando sull’acqua o a riva.
 
Secondo una leggenda Inuit, la zanna del narvalo fu creata quando una donna con una corda di arpione legata intorno alla vita fu trascinata nell’oceano dopo che l’arpione aveva colpito un grosso narvalo. La donna venne trasformata in un narvalo e i suoi capelli, da lei acconciati in un nodo attorcigliato, divennero la caratteristica zanna narvale a spirale.

Alcuni europei medievali credevano che le zanne di narvalo fossero le corna del leggendario unicorno. Poiché si riteneva che queste corna avessero poteri magici, come curare la malinconia o persino neutralizzare un veleno, i vichinghi e altri commercianti del nord furono in grado di venderli per molte volte il loro peso in oro.

 

Unicorn Cybertruck

Unicorn Cybertruck


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[…]

L’inaugurazione dell’automobile blade-runneriana “cybertruck” di Elon Musk del 21 novembre coinciderà con un raro sciame meteorico noto come “Alpha Monocerotid” o “scia meteoritica unicorno[…]

https://www.gqitalia.it/news/article/meteoriti-in-italia-2019-21-22-novembre

https://zednews.it/scienza/notizie-spazio-astronomia/meteoriti-oggi-tempesta-meteorica-meteore-costellazione-dellunicorno/

Unicorno sulla destra.

https://thesignificanceofr.blogspot.com/2019/11/the-lion-and-unicorn-london-bridge-is.html

Gettata nel mix mediatico dell’attentato londinese, troviamo dunque questa zanna di narvalo, un tempo ritenuta la prova dell’esistenza in passato degli unicorni, la quale trasforma questa vicenda quasi in una sorta di racconto fantastico o di fiaba, specialmente quando vedete che il simbolo dell’unicorno, così amato dai bambini in questi giorni, fa parte di molti emblemi, tra questi proprio lo stemma del Regno Unito.

Il leone e l’unicorno sono simboli pieni di significato esoterico. La polizia e la gente comune combattono insieme in modi bizzarri una minaccia terroristica in piena vista su un ponte nel mezzo di una delle città più famose del mondo. Si metterebbero a ridere se leggessero una roba così scritta da voi, ma è presente tra le notizie tv sul piccolo schermo alle due del pomeriggio. Credete proprio a tutto ciò che vedete in tv in questi giorni?

Il Ventunesimo secolo secondo Jacques Attali

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Jacques Attali è autore del libro “Una breve storia del futuro”, scritto nel 2006 e revisionato nel 2009. Egli individua una serie di “cuori”, come città centrali del mondo, periodo per periodo: Bruges ( 1200s – 1300s ), Venezia ( 1300s – 1400s ), Anversa ( 1500s ), Genova ( 1500s – 1600s ), Amsterdam ( 1600s – 1700s ), Londra ( 1700s – 1800s ), Boston ( 1800s – 1929 ), New York ( 1929 – 1980 ), Los Angeles ( 1980 – fine fra poco ).

Vede il corso della Storia come un percorso verso la libertà politica e la espressione mercantile. Parla di Asia dominante ( anche se è europeista, e affermò che la Unione Europea è la più grande potenza mondiale, anche se non si vuole riconoscere in questo modo – problema, l’ Europa non piace a nessuno ).

Dice che il Partito Comunista Cinese non durerà oltre il 2030, perché nessun partito al mondo è mai rimasto al potere per oltre 70 anni. Regnerà disordine, ma potrebbe sorgere una nuova democrazia fondata da “signori della guerra”. Ipotizza anche che venga coinvolta nel “fenomeno della decostruzione delle nazioni” e che potrebbe accanirsi contro il Taiwan. Nella decade anni ’20 del 2000, l’ India diventerà il paese più popoloso del mondo. La sua crescita pareggia con la Cina. Siccome l’ unione dell’ India risale alla colonizzazione britannica, anche il subcontinente potrebbe disgregarsi. Attali parla della potenziale nascita di un centinaio di nazioncine nuove nel corso del secolo.

Il Giappone potrebbe diventare il prossimo “centro” del mondo, anche se la sua popolazione invecchierà, anche se non accoglierà abbastanza stranieri, non rilancerà la natalità, ha un altissimo potenziale tecnologico. Verrà accerchiato dalla Cina e dalla Corea, reagirà militarmente, possiederà armi nucleari, diventerà difensivo e protezionista.

La Corea ha il più alto potenziale economico e culturale in Asia, ottima in tecnologia e dinamismo. Il problema è che la Corea del Nord potrebbe ridiventare aggressiva, potrebbe crollare il regime, potrebbe avvenire una riunificazione, dal costo economico troppo rischioso, una escalation militare, e l’ uso del nucleare sono altri rischi.

Altrimenti emergerà anche il Vietnam, che diventerà la terza potenza economica in Asia. Anche l’ Indonesia ha del potenziale, sarebbe la prima potenza islamica, se non ci fosse di mezzo la Turchia. Anche l’ Indonesia potrebbe frammentarsi. Attali è più ottimista sulla Russia, anche se io ritengo che dopo Putin, dopo il 2024, parlare di una potenza Russa sarà assai difficile.

In America Latina emergeranno il Brasile, futura quarta potenza del mondo, e il Messico, la cui crescita verrà rallentata da rivolte politiche antiamericane, nel secondo paese.  

Attali non pensa che ci sia del potenziale positivo di crescita nel continente Africano. Non ci sarà una ampia classe media. Parla di disgregazioni in Nigeria e Congo, costruiti a tavolino. Positivi solo il Sudafrica, l’ Egitto ( su questo avrei dubbi ), Botswana e Ghana, ( io aggiungerei anche l’ Uganda ). L’ Algeria e il Marocco collaboreranno in un mercato comune.

In Medio Oriente, la contesa sarà fra Iran e Turchia.

Attali parla di declino della superpotenza Americana nella decade anni ’20 del 2000. Parla di problema del deficit, spese interne ed esterne, stop al finanziamento dalla Cina, rimpatrio dei capitali investiti in titoli Usa, selezione di altre valute alternative al Dollaro dalle banche centrali, prezzi del settore immobiliare in calo, e crollo del credito, con debiti insolvibili, e compagnie di assicurazione che esigeranno pagamento di premi. La produzione rallenterà, e la disoccupazione esploderà, culminando in una crisi finanziaria generalizzata. Gli Usa potrebbero diventare una democrazia socialista di tipo scandinavo oppure una dittatura. Gli Usa si chiuderanno nei loro territori, cercheranno di risanare le finanze, difendere il territorio, rischiando una nuova guerra civile.

La prossima grande potenza dovrà: avere un porto o aeroporto importante, avere un modo diplomatico liberale e dinamico, aprirsi ad una classe creativa e produrre i prossimi importanti oggetti di consumo per rilanciare la crescita mondiale. Ipotizza: San Diego ( Quindi California – Messico ), La Jolla, Stanford, Berkeley in Usa. Poi un possibile ritorno dell’ Inghilterra, del Belgio, il potenziale della Francia, e soprattutto del Giappone, e dal 2035 anche Cina, India, ma anche Australia, Turchia, Indonesia. Attali crede nel riscaldamento climatico e nel Global Warming, e per questo esclude Russia e Canada. Siccome le potenze globali si sono sempre spostate da est a ovest, propende per il Giappone e la Cina, poi dapprima l’ Australia e poi l’ India.

Sarà quindi un secolo dall’ ordine policentrico, anche se questo sistema non potrà durare a lungo, ed emergerà un mercato senza democrazia. Le democrazie aumenteranno di gran numero entro il 2035, anche in territorio Cinese e islamico. Altri paesi si divideranno, come Fiandre e Vallonia, Italia del Nord e Italia del Sud, Spagna e Catalonia, il Regno Unito si smonterà, il Kurdistan emergerà da Iraq e Siria, e gli Indù si separeranno dagli islamici indonesiani. Avverrà la “decolonizzazione africana finale”.

Il duello ideologico del secolo sarà fra democrazie e mercato, nazioni teocratiche o di estrema destra, e nazioni capitalistiche.

Secondo Attali, l’ Occidente diventerà simile all’ Africa di oggi, mentre l’ Africa cercherà di occidentalizzarsi. Molte persone cercheranno cittadinanze valide solo nei social networks virtuali, distaccandosi dalla nazionalità di paese.

Il capitalismo distruggerà tutto quello che non è sé stesso. Questo iperimpero avrà aspetti profondamente liberatori, e allo stesso tempo alienanti.

Nel ventunesimo secolo ci sarà una Guerra Mondiale. L’ innesco a Taiwan, Messico o Medio Oriente. Casus belli potenziale un attacco contemporaneo all’ Occidente da parte di Iran e Pakistan. Ecco alleanze e rivalità:

Iran – Cina, Russia e Venezuela

Venezuela – Lega Araba, Russia e Cina

Cina – Pakistan

Russia – L’ Europa

Pakistan – Egitto, Indonesia, Iran

L’ Europa – Gli Stati Uniti

Russia – Algeria e Venezuela

Brasile – Stati Uniti ( almeno finchè durerà Trump, poi? )

Stati Uniti – Taiwan, Israele

Stati Uniti VS Iran, Egitto, Algeria, Marocco 

Asean ( sudest asiatico ) VS Usa, Cina e Giappone

Cina VS Taiwan e Giappone, Kazakistan, Siberia

Giappone VS Corea, Cina e possibilmente gli Usa

India VS Pakistan

Russia VS Cina, Turchia, Europa dell’ Est

Turchia VS Curdi e Kazakistan e altre regioni turcofone, Grecia

Pakistan VS Afghanistan e Kashmir

Indonesia VS Australia

Iran sciita VS Paesi sunniti, Arabia e Turchia, Pakistan

Algeria VS Marocco ed Egitto

Nigeria VS Congo e Sudafrica

Brasile VS Venezuela e coalizione andina, Messico e Argentina

Venezuela VS Stati Uniti

Messico VS Stati Uniti

Paesi Arabi VS Israele

Germania VS Francia per il predominio in Europa

Secondo me il nuovo ASSE DI GUERRA sarà costituito da BRASILE, TURCHIA, COREA DEL NORD / GIAPPONE e questi perderanno la guerra, tranne forse la Turchia, che potrebbe rientrare fra i vincitori, come la Urss. Ricordo che Bolsonaro è un Italo – Tedesco, Erdogan è lo Stalin turco con le sue purghe.

Nel corso del secolo prolifereranno: entità pirata, le gangs di strada, zone di guerriglia urbana, zone fuorilegge, bande armate, zone no police, cartelli della droga, le mafie, i traffici illegali, masse di nomadi e invasori, immigrati e ONG, pirati, hackers e mercenari, questi ultimi assoldati anche a protezione dell’ ONU. Questo soprattutto in Brasile, Nigeria, Congo e Colombia, Somalia, Pakistan.

Emergeranno i Protestanti statunitensi e la Bible Belt, a difesa dei valori cristiani e dei cittadini cristiani stranieri nel mondo, in opposizione alla mancanza dei valori della società moderna, e in opposizione al capitalismo. Riemergerà il conflitto con l’ Islam. Gli Usa potrebbero attuare un “isolamento teocratico”. Africa e Brasile saranno anche sensibili alla teocrazia, come anche la Cina diventerà il primo paese cristiano al mondo, che cambia tutto. Questo emergerà anche in India e Indonesia, e soprattutto in Europa, dove lo vediamo già in atto questo movimento teocratico. Verranno valorizzati i partiti filocristiani e le autorità religiose, e i valori religiosi ritroveranno visibilità politica. L’ estrema destra accompagnerà queste teocrazie. Il Cristianesimo farà parte delle costituzioni.

Successivamente si instaurerà una democrazia globale, una “nuova globalizzazione” che limiterà i mercati e il capitalismo. Verranno altamente valorizzate le donne e le relazioni diplomatiche, e la collettività, l’ altruismo.

L’ immigrazione rimarrà la “condizione per la sopravvivenza” delle nazioni, a livello demografico. Ispanici e africani costituiranno la maggioranza negli Stati Uniti. Il nomadismo e la ricerca di lavoro all’ estero aumenterà.     

 

           

 

Specularità quarant’anni dopo (Callaghan – Carter, Thatcher – Reagan, May – Trump)

 

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Al culmine del periodo estivo dell’epoca dell’Occidente iniziata dopo la Seconda Guerra Mondiale, come rappresentanti visibili dell’Establishment dell’epoca (USA e UK) abbiamo due figure estive (Reagan e Thatcher); al culmine del periodo invernale della stessa epoca, come rappresentanti visibili dello stesso Establishment abbiamo due figure somiglianti a Reagan e Thatcher ma opposte, invernali (Trump e May). L’estate è il momento di massima del ciclo mentre l’inverno è il suo momento di minima seguito dalla distruzione dello stesso ciclo per fare spazio a quello successivo.

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Le attuali figure visibili dell’establishment USA UK Donald Trump e Theresa May appaiono oggi come piuttosto simili a come apparivano le figure visibili dello stesso establishment USA UK nel 1977-1980, ovvero Jimmy Carter e James Callaghan, due personaggi rappresentanti un momento di sbandamento degli alleati di ferro (e “dominatori dell’universo”) Stati Uniti e nel Regno Unito. Queste due figure (Carter e Callaghan) sono state “bruciate dal sole” dell’acme d’intensità del periodo estivo – successivo al 1978/1980 – dell’epoca dell’Occidente iniziata dopo la Seconda Guerra. Per questa intensità prossima al Ferragosto, due come Carter e Callaghan erano inadatti e, una volta bruciati, hanno dovuto lasciare spazio a Ronald Reagan e Margaret Thatcher. Donald Trump e Theresa May appaiono come un Reagan carterizzato e una Thatcher callaghanizzata, segno che ci troviamo adesso all’opposto speculare di quel picco dell’estate che iniziò quaranta anni fa.

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Dopo James Callaghan e Jimmy Carter, una volta bruciati, vi fu il “voltare pagina” di Margaret Thatcher e Ronald Reagan e dopo Theresa May e Donald Trump, una volta bruciati (anzi congelati e poi disgelati) chi o cosa ci sarà???

Allarme sincromisticismo: occhio al 23 giugno

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Il 23 giugno il film “Indipendence day resurgence”, il 23 giugno i britannici votano se rimanere o no nell’Unione Europea. Europa e Gran Bretagna evidenziate nel poster del film.

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Solstizio d’estate 2016, due giorni prima del 23 giugno.

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Stonehenge, la struttura neolitica in Gran Bretagna fatta apposta per cose come il Solstizio d’estate.

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La rivista “THE SUN”, di proprietà dell’influente magnate Rupert Murdoch, mostra di appoggiare l’uscita dall’Unione Europea.

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Anche la regina! Sempre secondo “The Sun”.

La Scozia riuscirà ad annettere l’Inghilterra?

La copertina del quaderno usato come ricettario da mia mamma, che da piccolo attirava stranamente la mia attenzione.
La copertina del quaderno usato come ricettario da mia mamma, che da piccolo attirava stranamente la mia attenzione.

Le elezioni britanniche del prossimo mese saranno particolarmente insolite. Non vi sarà solo l’UKIP del Nigel Farage totalmente contro l’Unione Europea e i laburisti di Ed Milliband che bloccarono l’operazione militare USA contro la Siria nel settembre 2013, ma anche il partito indipendentista scozzese di Nicola Sturgeon che, dopo il fallimento – quasi di misura – dei si all’indipendenza nel settembre scorso, é diventata una forza elettorale in grado di poter essere influente nel prossimo governo britannico, chiunque vinca.

Pensiamo che una possibile discontinuità nella linea spaziotemporale storica occidente-centrica in cui ci stiamo tuttora dibattendo, un possibile “cigno nero”, possa venire proprio da Oltremanica. In quel quadrante si stanno, infatti, accumulando molti segnali premonitori già da un bel po’ di tempo, pensando anche alle recenti inchieste-scandalo sulle reti pedofile ad alto livello insabbiate dalle strutture politiche dell’era Thatcher (la quale, guarda caso, iniziò la sua paradigmatica parabola politica venendo eletta a capo dei Tory esattamente quarant’anni fa.)

Cosa succederebbe alla popolarissima Union Jack se la Scozia riuscisse a essere indipendente dal Regno Unito? Già il fatto che circolano riflessioni del genere (sul “The Guardian”) è degno di nota.

http://www.williampfaff.com/modules/news/article.php?storyid=726

I Britannici potrebbero votare per uscire dall’Unione Europea e dalla politica estera degli Stati Uniti?

Le elezioni generali britanniche all’inizio del mese prossimo potrebbero rivelarsi significative per l’Europa, e anche per gli Stati Uniti, come per lo stesso Regno Unito. L’elettorato britannico deve fare una scelta senza precedenti tra i conservatori, i laburisti, i liberaldemocratici, i nazionalisti scozzesi, gli indipendentisti dell’ UKIP, che vogliono lasciare l’UE e i Verdi, per citare solo i partiti che possono avere qualche influenza sul risultato.

Questo emozionante caleidoscopio di scelta politica, per elettori abituati da quasi un secolo a votare solo per i conservatori, i laburisti, i liberali e una sinistra ineleggibile, offre un enigma per coloro che vorrebbero prevedere l’esito di quest’anno. Mentre scrivo, i conservatori e i laburisti sono così strettamente abbinati nei pareri degli elettori da rendere praticamente nulla alcuna differenza. Vincendo coi margini minuscoli suggeriti oggi, è quasi certo che chiunque vinca avrà bisogno di un partner di coalizione per costruire un governo. I candidati per questo ruolo sono i liberaldemocratici, che hanno condiviso il posto con i conservatori nell’attuale esecutivo uscente, ma che hanno sempre nutrito simpatie di sinistra e non sarebbe così scioccante se si unissero a un ipotetico nuovo governo di Ed Milliband con un riformato partito Laburista.

Tuttavia, ciò che i commentatori britannici trovano interessante è la possibilità che i nazionalisti scozzesi, di recente guidati da Nicola Sturgeon, potrebbe essere terzi (o anche secondi, ma senza un risultato abbastanza grande per essere l’opposizione ufficiale). E ‘ ora comunque il terzo partito in Gran Bretagna, con 110.000 membri, e potrebbe quindi pretendere un posto nella coalizione, ed essere abbastanza forte per marchiare le politiche del nuovo governo. In questo caso, la Scozia, dopo aver perduto l’occasione per l’indipendenza lo scorso anno, avrebbe però un’influenza irresistibile in un governo di coalizione britannico.

Poi abbiamo l’UKIP, il partito anti Unione Europea. O, per meglio dire, una dei due partiti anti-europei in Gran Bretagna, se contiamo le posizioni molto critiche verso l’UE del partito conservatore. La finanza, la City di Londra, e la pressione degli Stati Uniti mantengono il partito Tory un po’ scollegato dalla sua tradizionale posizione ortodossa pro-establishment: i suoi membri, in genere, detestano l’Unione europea, ma i suoi leader accettano le argomentazioni pragmatiche che l’economia manifatturiera britannica ha bisogno dell’Europa e sarebbe improbabile per l’alta finanza britannica tenere la sua posizione come principale concorrente al mondo di Wall Street, senza l’adesione all’UE. Infine, qual è il ruolo della Gran Bretagna se cessa di essere il cavallo di Troia di Washington in Europa e l’agente della sua influenza a Bruxelles?

David Cameron, Tony Blair, e tutti i loro predecessori del dopoguerra, han subordinato l’ orgoglio nazionale ai desideri di Washington. Lo hanno fatto perché ciò è quello che il loro Grande Uomo, Winston Churchill, aveva detto loro che devono fare, e perché Dwight Eisenhower minacciò gravi danni per la sterlina inglese se la Gran Bretagna, quando invase l’Egitto per il controllo del canale di Suez nel 1956, non avesse fermato il suo tentativo di libertà militare dall’America.

Churchill era convinto che la Gran Bretagna dovesse inventare e nutrire la special relationship con gli USA, anche se il suo paese aveva vinto la seconda guerra mondiale in Europa. Tenne contro Hitler, vinse la battaglia d’Inghilterra, controllò Rommel in Nord Africa, e vinse la battaglia di El Alamein, nel momento in cui i russi conquistarono Stalingrado; Dopo di ciò, Hitler non vinse più una sola battaglia.

Ma Churchill riconobbe che furono le masse di uomini e materiali americani a produrre il D Day in Europa (anche se l’impero britannico mise più uomini a terra in Normandia durante il D-Day rispetto agli Stati Uniti). Inoltre, Churchill prevedeva la special relationship come una relazione tra eguali dal punto di vista morale, come la Grecia con Roma. Washington vedeva ciò solo come una subordinazione essenziale della Gran Bretagna. Per questo motivo è molto interessante il fatto che il co-autore della biografia politica del leader laburista Ed Miliband, il corrispondente Mehdi Hasan, scrive nel New York Times che, nonostante l’infanzia di Miliband negli Stati Uniti e il tempo passato a insegnare ad Harvard, è stato un avversario coerente della politica estera degli USA e di Israele.

Dunque le elezioni di maggio potrebbero produrre uno (o più) esiti drammatici nelle relazioni transatlantiche e trans-canale della Manica. Il primo è il ritiro dall’UE da parte dei britannici. Questo è ciò che vuole il leader dell’UKIP Nigel Farage. Ma dopo una pre-campagna molto pubblicizzata, Farage sembra oggi più indebolito. Il suo dibattito alla BBC della scorsa settimana non è stato un successo. I critici hanno detto che è stato completamente oscurato dalla grintosa Nicola Sturgeon del Partito nazionale scozzese. Il leader Tory David Cameron, se vince, promette un eventuale referendum nazionale sul ritiro dall’Europa. Il sostegno popolare in Gran Bretagna per lasciare l’Europa è notevole, ma può svanire quando è il momento di confrontarsi con la realtà di un passo così drastico

Se vincono i laburisti, e formassero una coalizione con i nazionalisti scozzesi o liberaldemocratici, le principali conseguenze sarebbero domestiche, in politica economica e sociale, e nel ruolo della Gran Bretagna a Bruxelles.

Se Mehdi Hasan ha ragione, un governo guidato dai laburisti potrebbe produrre un serio cambiamento nelle relazioni tra UK e UE e tra UK e politica estera degli USA. Ciò potrebbe essere drammatico, infatti, dal momento che si inizia a capire negli Stati Uniti, così come in Europa, che la configurazione post-Seconda Guerra Mondiale delle  organizzazioni internazionali, e il potere sia economico che politico, sta spostandosi a est per via dell’influenza della Cina e della Russia di Vladimir Putin, e per via degli errori di calcolo dell’amministrazione Obama

William Pfaff