Il politicamente corretto negli USA forse sta tirando le cuoia

11 02 2020
“Birds of prey” al botteghino peggio di quanto si pensava.

Mi sono a lungo domandato se il movimento chiamato “Woke” — o PC (Politicamente Corretto), o in qualunque modo vogliate chiamarlo — non sia per caso un’operazione di controspionaggio vasta, insidiosa e auto-replicante ingegnosamente progettata non solo per sabotare ma per distruggere e disintegrare le aziende e le istituzioni di quelli che abboccano a questo amo.

Perché, anche se non è così, lo sembra proprio. E ora le fondamenta marce stanno cominciando a sgretolarsi…

Penso che Woke seminerà ancora molta più distruzione ma anche che siamo forse all’inizio della sua fine, quando persino il torrente di innumerevoli miliardi di cui molti di questi Woke sono dotati non riesce più a riciclarsi e rallenta fino a divenire un rigagnolo.

E’ come un applauso dopo un discorso di Stalin: a quei tempi nessuno osava applaudire in ritardo mentre qui nessuno osa correre il rischio di saltare giù per primo dal treno suicida. 

C’è una pressione insopportabile che porta non solo ad aderire a ogni singolo, diktat “Woke” – pena il “ban” da Twitter – ma c’è così impegno a mostrarsi costantemente più “Woke” degli altri tale che nessuno osa sottolineare come quasi l’intera infrastruttura dell’opinione pubblica nel mondo occidentale sta buttando centinaia di milioni– se non miliardi– nel cesso di “Woke”.

E ogniqualvolta a Hollywood gli gira di dar gas al “Woke”, le cose finiscono solitamente in lacrime e rovina.

Così vediamo l’attore Ewan McGregor affermare orgoglioso che il film “Birds of prey” affronta la MISOGINIA di tutti i giorni e queste tematiche sono sempre lì presenti a tal punto nella loro testa che lo stesso McGregor e il suo collega Chris Messina congetturano sui “cattivi” di “Birds of prey”, i quali sono probabilmente GAY. 

Così come abbiamo visto con altre catastrofi a nove cifre, la Warners ha speso un sacco di tempo e denaro nel “Woke-marketing” di Birds of Prey, e come tutte le volte sono finiti a bagno.

“Birds of prey” “crociata femminista contro il patriarcato” delude le aspettative finanziarie.
E’ questo il miglior modo di illustrare quanto sia suicida rischiare centinaia di milioni di dollari a caccia di un pubblico che non risponde all’appello sostenendo i prodotti commercializzati appositamente per loro?
 
Cooptando giornalisti e critici a cui comunque gli lasci visionare gratis i film? Dove sta qui la salute mentale?
 
Naturalmente, uno dei problemi è che molti contratti d’affari per questi film vennero chiusi anni fa e le penalità per averli infranti di solito sono piuttosto rigide, il risultato è che quindi ora sugli schermi scorrono tutti questi film lanciati da infallibili scialacquatori di denari.
 
Scommetto che nello specifico molti di quei contratti furono chiusi nel 2017, quando sembrava che l’America stesse avendo un crollo psicotico tale da poter essere vittima di una “rivoluzione colorata”.
 
Questo potrebbe essere stato il piano, ma sfortunatamente, i piani divengono pii desideri una volta che sono andati a bagno.
Elisabeth Banks, nonostante il crollo al botteghino del suo remake “Woke” di “Charlie’s Angels”, eccola lanciarsi di nuovo in una nuova impresa!

Non so voi, ma io non sono ottimista sul fatto che finirà presto. Hollywood è troppo abituata al denaro facile, ed è una tale serra soffocante, devota ipocritamente a questa ortodossia maoista del “Woke”, che i fallimenti catastrofici meritati vengono ricompensati con altre opportunità per spremere dagli investitori somme ancora più grandi di denaro. 

Lo vediamo con Elizabeth Banks consegnare un nuovo progetto che finirà in bancarotta, poche settimane dopo la bancarotta del suo remake politicamente corretto di Charlie’s Angels.

Allo stesso modo, Hollywood non sembra stancarsi mai di bruciare centinaia di milioni di dollari in olocausto all’altare pagano dell’appello al botteghino immaginario di Kristen Stewart.

Si noti che il risultato mondiale per il suo Alien è arrivato a una piccola frazione di ciò che serviva a raggiungere il pareggio di bilancio. Sono sicuro che ci sono paesi la cui cifra del PIL è più bassa dei soldi che Hollywood ha perduto provando a fare di questa tizia senza fascino una star.

 
Ma come ho detto, è del tutto possibile che i contratti per la sfilata di fallimenti della Stewart vennero chiusi quando le sue interpretazioni nei film di Twilight diedero un’aura scintillante di popolarità milionaria ai suoi sguardi senza carisma.
Il popolare sito d’intrattenimento “CollegeHumour” crolla dopo due decenni di sciocche battute virali.

Più di recente, abbiamo visto il crollo del sito College Humor, un tempo molto popolare, il quale si è suicidato auto-infliggendosi col “Woke”. Forse avrebbero dovuto rimanere fedeli allo spaccio di sciocche battute da far diventare virali e non assecondare il politicamente corretto in modo insincero e ipocrita.

Allo stesso modo, l’un tempo molto popolare cracked.com ha finito per soccombere alle inevitabili conseguenze della “wokeificazione”. 

Nessuno va più in quel sito. Ormai è come visitare una casa di riposo per millennials moribondi. 

Come la chiusura dei college americani sta devastando le famiglie – quando i college chiudono della gente soffre.
Potete visitare QUI una lista di “fabbriche di indottrinamento maoista” (una volta conosciute come “college di arti liberali”) che si sono negli ultimi anni lasciate assoggettare dal “Woke”. 
 
Per non dimenticare mai come le tendenze suicide di coloro che lavorano nel “Woke” hanno un prezzo devastante per delle famiglie innocenti.

I promotori di “Woke” non stanno scherzando con il loro proprio denaro, ma con il benessere e il livello di vita di persone comuni che non c’entrano nulla con quelle scorribande nella follia.

 
Quando arriverà la resa dei conti — perché arriverà, segnate le mie parole — i costi della Woke-mania in sangue e oro dovranno essere messi nel conto.
 
E ora che abbiamo internet, sapremo esattamente dove andare a cercare.

AGGIORNAMENTO: Questo è interessante. Salon, il quale ha permesso di farsi spogliare e ischeletrire dal cancro di “Woke”, sta ora immergendo le dita dei piedi nell’ anti-Woke

 
 
Versione originale di Christopher Knowles:
 




Serie tv in affanno, non solo a causa di “Woke”

19 01 2020
Il “doctor Who” perde milioni di spettatori.
Il culto totalitario-suicida di “Woke” reclama un’altra vittima: il rifacimento del venerabile Doctor Who, il quale fin qui s’era sempre mostrato “devoto ai valori liberali tradizionali”, è l’ultimo sacrificio sull’altare dell’intersezionalità
 
Anche il Doctor Who è stato quindi preso nelle spire della sindrome “Woke”. La sindrome, dei “ricchi di sinistra” posseduti dal demone del politicamente corretto e di quello della difesa dei diritti civili di presunte minoranze perseguitate, ha finito per assorbire film e serie tv.

Probabilmente non si riprenderanno mai anche se la sanità mentale alla fine potrebbe prevalere e il percorso venire corretto. Ma troppi ego che sfoggiano trofei e statuette — e troppi falsi sondaggi dai social media — sono investiti dallo schianto del treno merci della [sotto]cultura pop che adesso colpisce il muro di mattoni della realtà finanziaria.
Mi rendo conto che un mucchio di persone intrattiene fantasie paranoiche sugli angoli degli uffici dell’ “entertainment-industrial-complex” [“complesso industriale d’intrattenimento”, sullo stampo del “military-industrial complex”] pensando sia pieno di grandi capi machiavellici con quozienti intellettivi da super genii, ma il nocciolo della questione è che quegli angoli in realtà sono perlopiù riempiti da banali funzionari, mortalmente terrorizzati di commettere la più debole delle eresie contro l’ortodossia infinitamente arbitraria e quindi cascare giù dall’albero dei loro lauti stipendi.
 
La verità schietta e brutale è che i livelli C di questi conglomerati non hanno una risposta al virus ebola del “Woke”, almeno con le loro solite proposte. Una manciata minuscola di chiusure su Twitter può tenere sotto ricatto anche la più potente multinazionale, e non c’è nulla da fare.
Mettono le mani avanti quelli del Guardian: “Doctor Who troppo ‘woke’? No, al contrario, non è mai stato così offensivo” — Dal momento che è tornato assieme a una dottoressa femmina, ‘doctor Who’ è stato accusato di ‘politicamente corretto’, ma come provano le recenti trame, la verità è ben peggiore.
E il maledetto inferno dovuto a tutto ciò è che non c’è MAI alcun piacere.

 

MAI.

Il “Woke” è come il bicchiere del supplizio di Tantalo su cui posate le labbra e non riuscite mai a bere, ripetutamente all’infinito. Pensando alla metafora del bastone e della carota, la carota non è mai raggiunta e tutto ciò che voi ottenete è solo e sempre il bastone.

Perché niente di ciò ha mai a che fare con la giustizia e tutto ciò ha invece a che fare col narcisismo ferito di mediocrità iper-privilegiate, narcotizzate dal potere effimero.

 
Suppongo che qui ora ci sia in gioco una specie di retribuzione karmica, ma sarà un conforto gelido quando l’intero “eco-sistema” collasserà. Cosa che, col ritmo attuale, avverrà molto prima piuttosto che poi.

Il nocciolo della questione è che la macchina dell’intrattenimento spettacolare, così come esiste oggi,  va avanti per via dell’inerzia e delle eredità del passato, così come va avanti grazie al sudore di migliaia di artigiani sottovalutati i quali fanno prodotti commerciabili che sono spesso una totale e completa mancanza di senso. 

E’ una specie di Idiocracy.

Dal momento che i concetti e le storie su cui si basa l’attuale industria dell’intrattenimento furono creati e perfezionati molto prima di quando la maggior parte della gente in questi film e tv show nemmeno era nata: a continuare a far andare avanti la baracca è quell’impressionante apparato di tecnologie e di saperi, il quale prosegue ormai in modo inerziale.

Per dire, senza gli effetti speciali della computer grafica 3D,  l’intera fantascienza e il genere dei supereroi retrocederebbe nella marginalità, letteralmente dall’oggi al domani. Al ritmo attuale, non so se anche la perenne incombente promessa della realtà virtuale potrà fermare questa emorragia.

Immagino che non dovrebbe sorprendere nessuno che questo Doctor Who abbia avuto origine da un terreno estremamente familiare, almeno per i canoni dei lettori del blog. 

Mi piacerebbe dirvi che tutto quanto è un super-schema di vecchia data, che i semi del collasso imminente vennero piantati sessant’anni fa da una grande congrega invisibile di Blofeld, ma in buona coscienza non posso dirvi una cosa simile. 

Comunque se davvero fosse all’opera una tale congrega, sarebbe composta da gente  magari malvagia, spietata e infinitamente intelligente, ma di fatto stupida. Stupida non nel senso del loro quoziente intellettivo, ma nel fatto che incappano nell’errore di sostituire ai fatti le loro fantasie pre-adolescenziali. Cosa che, tendendo all’apoteosi, li fa allontanare dalle basi stesse del loro potere.

Stiamo vivendo tempi orrendi ma interessanti.

https://secretsun.blogspot.com/2020/01/doctor-who-another-woke-bites-dust.html





Status Quo Über Alles

15 01 2013

Il seguente articolo, dedicato al problema euro, di cui la versione originale è a questo indirizzo, ben identifica – soprattutto all’inizio – come gli attuali poteri politici dell’occidente, per far sì che non frani tutto, siano obbligati a non muoversi di un passo, a seguire sempre gli stessi schemi, sempre gli stessi programmi, dentro una specie di regno dell’immobilismo ristagnante. Esattamente come un cliente del supermercato che, per non far rotolare la piramide di scatole per terra, non si azzarda a spostarne nemmeno una. Infatti, da anni e anni, all’interno delle istituzioni europee e americane, all’interno del “regime occidentale”, circolano sempre le stesse facce che fanno sempre le stesse cose.

La quiete, anzi il “quieto vivere”, che precede la tempesta?

La palude dentro cui cade dentro il meteorite?

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 «Governare per non cambiare nulla»: oggi, questa è la cifra di tutti i poteri politici nel mondo, secondo la geniale intuizione di Fedor Lukianov, eccezionale analista della Novosti.
«L’aspirazione al potere per non fare nulla è un fenomeno nuovo della politica internazionale», per giunta in un mondo che invece cambia freneticamente.
Il presidente Obama è un modello addirittura caricaturale di questo immobilismo: ha chiesto per la seconda volta i voti per governare, e dopo non aver fatto nulla la prima, non sta facendo nulla nella seconda.
L’indecisionismo, la timorosa incertezza di Francois Hollande in Francia è diventato oggetto di satire e vignette.
Ma per Lukianov, anche Putin «nelle sue azioni mette l’accento soprattutto sui molteplici rischi da cui occorre proteggersi. I suoi tentativi di assicurare la stabilità interna s’incagliano sull’instabilità estera; ma questa dipende da fattori innumerevoli su cui Mosca non può influire». Per cui il governo «cerca soltanto di minimizzare i rischi». Non è solo un limite di «capacità», ma «di comprensione»: eccesso di complessità globale, ormai indominabile intellettualmente.
E non parliamo delle oligarchie che hanno preso il potere senza voto in Europa. Un’Europa, dice Lukianov: «dove gli uomini politici non osano neppure parlare di cambiamenti strutturali in seno all’Unione Europea, preferendo tappare i buchi indefinitamente. LEuropa ha perduto la sua forza innovatrice e il desiderio di cambiamento» (Gouverner pour ne rien changer).
Ahimè, quanto la politica italiana entra perfettamente in questo modello. Il Paese ha bisogno di una riforma fondamentale dello Stato, della costituzione e dell’amministrazione pubblica, ma non c’è una voce che ne delinei almeno i contorni, e nessun politico che la vuole, né che sia capace intellettualmente di porre il tema. Berlusconi chiede per la sesta volta voti per non far nulla, nemmeno fà finta di avere un programma. Il Pd sta per andare al potere ma tutto quel Bersani sa dire delle sue intenzioni è: «Servono più equità, più lavoro» (d’accordo: ma come? In che modo, nella pratica? Non lo dice), e per il resto gli va bene «l’agenda Monti». Ma anche l’agenda Monti, come Monti stesso (e i suoi reggicoda del «centro») è non far nulla, oltre che il «tappare i buchi – del debito, e delle banche a livello europeo – ordinatoci dall’eurocrazia e da Berlino, cura che tutti sanno peggiorare il male, ma che nessuno fa nulla per cambiare.
Si può dire che la democrazia terminale, la lunga egemonia del «pensiero unico», i disegni sovrannazionali oligarchici tipo UE che hanno avuto l’effetto di de-responsabilizzare il politici nazionali, sia il potere su di essi del turbo-capitalismo letale (che i politici li compra e congiura alla stessa de-responsabilizzazione), hanno ottenuto questo risultato: «politici» che chiedono voti e mancano delle tre qualità elementari necessarie all’uomo di stato: audacia, visione e previsione, e decisione esecutiva. Gli aspiranti a governarci sono invece vigliacchi, e mancano di ogni forza intellettuale per concepire visioni alternative a quelle, rovinose, dello status quo imposto dai profittatori.
Questa deficienza intellettuale vien prima della loro disonestà e corruzione, e ne è la causa: non avendo una visione complessiva da proporre ed attuare, cedono a tutti gli interessi particolari che li premono, a tutte le lobby. Persino risibili, come la lobby dei gestori di spiagge in Italia; figurarsi se possono resistere alla lobby bancaria mondiale e locale e imporre, poniamo, la separazione fra l’attività commerciale e quella speculativa. Mancando di idee alternative, accontentano tutti i gruppi che hanno qualche interesse da difendere, che li pagano o in cui sperano di trovare un elettorato.