Pescatori di uomini e montagne di formaggio

21 11 2019

Ieri mi è capitato di vedere una serie di video dello youtuber e bodybuilder Giovanni Fois, video di una sua serie ambientata a Los Angeles; in uno di questi, dopo essersi allenato in una palestra, incontra il suo idolo Arnold Schwarzenegger giustamente emozionandosi così tanto da scoppiare in lacrime; in un altro video si trova nel quartiere di Beverly Hills dentro un locale a mangiare cheescakes supercaloriche, concludendo l’episodio mettendosi a parlare ai “followers” in mezzo alla strada rischiando di farsi investire da un’automobile elettrica Tesla.

Durante quelle sue riprese lì a Los Angeles, Fois non fa che notare i macchinoni californiani e ne guida anche uno a noleggio per andare fino in quel di Las Vegas attraversando il deserto.

Mi piace Giovanni Fois anche perché un po’ mi ricorda Pietro Taricone.

https://civiltascomparse.wordpress.com/2013/04/25/e-ne-restera-soltanto-uno-la-parabola-di-pietro-taricone/

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Il giorno dopo ecco che vedo il seguente aggiornamento di Goro Adachi:

Blade Runner cybertruck


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Il “cybertruck” “alla Blade Runner” della Tesla in uscita giovedì 21 novembre…

https://it.wikipedia.org/wiki/Blade_Runner (ambientato nel piovoso autunno del 2019)

Tesla, Los Angeles, “Blade Runner”…Philip K. Dick.

Philip K. Dick assieme a Ridley Scott, regista dell’unico film tratto da un testo di Dick girato mentre costui era ancora in vita e morì in quello stesso 1982 di “Blade Runner”, il film in questione.

Arnold Schwarzenegger iniziò la sua ascesa come star proprio nell’anno di “Blade Runner”

Philip K. Dick nacque a Chicago nel 1928, stesso anno di Kubrick, ma visse a lungo in California, a Los Angeles e morì nel 1982 in un suo sobborgo.

https://civiltascomparse.wordpress.com/2013/12/09/breve-appunto-veloce-su-grace-kelly/

Philip K. Dick’s spiritual epiphany

Nel febbraio del 1974, la vita di Philip K. Dick’s cambiò. Mentre era ricoverato per un’operazione ai denti, dichiarò in seguito, ebbe un’epifania spirituale. […]. Tre giorni dopo l’operazione di Dick, gli vennero recapitati dei farmaci portati dalle mani di una donna straordinaria. Ella indossava una collana con un pesce d’oro come ciondolo, che lei disse essere un simbolo del Cristianesimo primitivo. Dopo aver preso il pacco dei medicamenti, Dick vide un flash misterioso di luce rosa e poi collassò sul suo letto. Essendo un mistico contemplativo, Dick suppose che la luce rosa fosse una forza spirituale attivata dal pendaglio a forma di pesce. Mentre giaceva a letto gli visioni come di dipinti astratti seguiti da idee filosofiche e progetti ingegneristici…

Nei giorni e nei mesi seguenti le visioni di Dick “triggerate” da quel pesce d’oro proseguirono, dandogli una bizzarra quanto profonda sensazione di come la realtà percepita fosse in realtà una simulazione artificiale generata da un’entità da lui soprannominata “Zebra”, che in realtà ci si trovava ancora ai tempi del Cristianesimo primitivo, quasi duemila anni prima e che l’Impero da cui Gesù Cristo fu ucciso in realtà non ha mai avuto fine ma si è solo progressivamente camuffato.

 

Venite, vi farò diventare pescatori di uomini (Mc 1,14-20)

 

“Vescica pistis”

https://civiltascomparse.wordpress.com/2013/04/01/la-vittoria-dello-sgarbo-o-la-coscienza-rivoluzionaria-del-berlusconismo/

Il movimento “delle sardine”.
Esponenti del “movimento delle sardine”.
Antico sacerdote mediorientale vestito in quel modo per pregare-impersonare la divinità Dagon a forma di pesce.

Teoscrive ha detto più volte del “ciclo dei venticinque anni”: nell’autunno 1994 chi scrive partecipò un week end a una bizzarra gita scolastica del tutto fuori programma in cui per la prima e per ora unica volta nella sua vita visitò Venezia nello stesso periodo in cui leggeva “La cosa buffa”, un romanzo ambientato nella città lagunare (senza sapere che entro breve ci sarebbe poi stata la gita lì) e in cui uscì in edicola uno speciale del tutto fuori programma del fumetto Nathan Never intitolato “Fantasmi a Venezia” avente come location la “Serenissima” del futuro del tutto sotto le acque.

Tornando a quel video di Giovanni Fois, naturalmente ho pensato che mi sarebbe piaciuto di più vederlo mangiare non cheesecakes bensì pesce fritto dentro quel locale di Beverly Hills a Los Angeles però, tenendo presente che l’ingrediente principale delle cheesecakes è formaggio fresco spalmabile mi sono ricordato di una certa cosa detta da Sant’Agostino…

I versetti 16 e 17 del salmo 67 (68) si rivolgono alle montagne. In ebraico e nella traduzione italiana, risulta : « Monte di Dio il monte di Basan, monte dalle alte cime, il monte di Basan» Ma nella Bibbia dei Settanta[1] e nella Vulgata[2], si trova piuttosto : « Monte di Dio, monte grasso, monte fermentato come formaggio [3] ! » Per Sant’Agostino, che si basa su questa versione del testo, le montagne sono un’immagine di Dio, e più precisamente di Cristo. Questo tipo di monte non ci stupisce : è un elemento ricorrente del linguaggio poetico della Bibbia, come immagine di Dio[4]. Invece, l’immagine del formaggio per parlare di Cristo è piuttosto unica (pensando alla metafora alimentare, abbiamo piuttosto l’abitudine di evocare il pane e il vino…). Ma Agostino non ha paura di evocare un’immagine nuova, e riprende nel suo commentario l’espressione del salmo scegliendo una parola latina che evoca ancora più precisamente il formaggio :impiega la parola « incaseatus », « che si è trasformato in formaggio » (derivato da « caseus », « formaggio »). Il Cristo è dunque proprio paragonato à un monte « trasformato in formaggio ». La traduzione di « incaseatum » fa si che Sant’Agostino abbia stabilito un inequivocabile legame tra la grazia divina e il formaggio.

 Jésus, c’est du fromage

Che l’ingrediente principale delle cheesecakes gustate da Fois e amici possa essere considerato il gemello simbolico del pesce lo si può evincere anche dal testo seguente:

Riferendo un episodio di questo periodo, il De quantitate animae dice che Licenzio e Trigezio «erano accovacciati a terra all’ombra» (15). In questa campagna crescevano numerosi alberi in ragione della fertilità del suolo (16). Le loro foglie, strappate dal vento dell’autunno, ostruivano i canali d’acqua corrente (17). Questi alberi non portavano frutti commestibili, ma erano utili per la loro ombra, il loro legno e le loro foglie (18). Colpito da questa esuberante vegetazione dovuta non solo al fertile terreno, ma pure alle piogge abbondanti dell’inverno, Agostino, provenendo dall’altopiano della Numidia, paragona gli inverni piovosi d’Italia alle «siccità di cui soffre costantemente la nostra povera Getulia» (19). Per descrivere il paradiso celeste di cui Cassiciaco è un’immagine, Agostino usa il versetto del salmo 67: «in monte incaseato, monte tuo, monte uberi». Il paragone è palesemente indicato sia dall’inversione del testo biblico, sia dal pronome possessivo che vi è apposto.

La struttura originale e completa di questo versetto si legge nell’Enarratio in Psalmum 67: «montem Dei, montem incaseatum, montem uberem» (20). Agostino ha dunque invertito l’ordine, cosa che non può essere effetto del caso, tanto più che questo curioso versetto è citato raramente (21). La ragione di questa inversione è probabilmente l’assonanza con il nome di Cassiciacum: Cassiciaco-incaseato. L’assonanza era una figura retorica e si sa quanto le Confessioni, soprattutto il libro VIII, brulichino di procedimenti tratti dall’arte oratoria (22). Cosa significa dunque mons incaseatus? Secondo l’Enarratio in Psalmum 67, si tratta del Cristo che nutre i piccoli (=neofiti) di grazia come di latte (23). Nelle Confessioni mons incaseatus esprime pertanto la pienezza della grazia e della gioia in paradiso e anche, per la sua relazione con il rus Cassiciacum, la ricchezza in formaggio e latte prodotti in montagna (o in collina). Commentando il «butyrum et mel comedet» di Isaia (24) san Gerolamo parafrasa così: «Questo ragazzo che si è ingrassato di burro e di miele e nutrito fra le montagne ricche di formaggio (inter caseatos nutritus montes) cresce velocemente» (25). Cassiciacum sembra dunque che sia stato ubicato sia in montagna (o collina), sia in mezzo a montagne, dove ci si dedicava all’allevamento delle mucche, dei montoni o delle capre e alla produzione del formaggio. La letteratura e l’arte bucolica hanno forse giocato un ruolo nella scelta del salmo 67, poiché esse influenzavano da lungo tempo gli autori e gli artisti cristiani che descrivevano e rappresentavano il paradiso: si pensi ad esempio al tema del Buon Pastore (26). Si può andare più lontano e dedurre dall’espressione mons incaseatus l’aspetto della montagna di Cassiciacum ? I Romani erano ghiotti di una varietà di formaggio a forma di cono e di piramide, da cui il suo appellativo di «meta», nome che indicava di solito il termine conico dello stadio (27).

http://www.cassiciaco.it/navigazione/cassiciaco/vexata/moderni/perler.html





Sync to the Top: L.A. Coincidental

17 08 2019
Ciao ciao. Mi fa piacere che abbiate scelto di prendervi una sosta qui, vedendo quanto le cose siano state placide da queste parti durante l’estate. Ho avuto da fare e non posso essere aiutato da nessuno nel blog ma ora siamo tutti qui e questa è la cosa che conta.
 
Così, prendetevi una sedia a sdraio da spiaggia, versatevi una bella bibita fresca e mettetevi ad assistere a questa mia ultima fucilata di nonsense e castronerie.
 
[…]
 
Il modo in cui andranno le cose in questo paese vedrà alcune centinaia di milioni di persone diventare così tremendamente cospirazioniste da far apparire Alex Jones e Louise Mensch come le voci della ragione e della moderazione. Twitter è già così, a tal punto che passo il mio tempo a ri-twittare solo immagini di gattini, cagnolini e cose simili.

Vedete, immagino che ormai abbiamo troppi tipi che sparano nei centri commerciali degli USA oggi così come sono. Forse video virali di salvataggi commoventi di cuccioli e di piccoli elefanti renderanno l’atmosfera meno rovente, facendo rientrare la gente in sè.

[…]

Qualche settimana fa mi trovavo a Los Angeles ed è stato per me uno spasso vedere l’ultima opera di Quentin Tarantino, Once Upon a Time in Hollywood, anche se, a dire il vero, l’opera avrebbe potuto essere dimagrito di un’ora buona senza che il pubblico ne soffrisse.
 
Nel caso abbiate vissuto dentro un bosco quest’estate — o abbiate saggiamente evitato internet — “Once” è incentrato su una star tv sul viale del tramonto e la sua controfigura stuntman, i quali provano a sopravvivere al cambiamento di paesaggio culturale.
 
Voci di corridoio dicono che il personaggio di Leonardo Di Caprio è vagamente (o non così vagamente) basato su Burt Reynolds e il personaggio di Brad Pitt è basato su Hal Needham, per anni sua controfigura stuntman
 
La Manson Family gioca un ruolo importante nella storia, così come probabilmente sapete. Una manciata di attrici ben conosciute si fondono abbastanza bene nei loro ruoli alla Charlie’s angels (o Charlie’s Nine Angles),  così come fa il tipo che impersona Tex Watson. Non ne sono così altrettanto sicuro sul tipo che interpreta Manson ma nessun problema; Margot Robbie non sarebbe stata certo la mia prima scelta per Sharon Tate, ma se la cava comunque piuttosto bene.
 
Il film non vuole essere un biopic o una lezione di storia, è un’elegia per un’ America assassinata e un epitaffio per il maschio alfa. Non tanto il personaggio di Di Caprio– un po’ emo a dire il vero– ma il personaggio di Pitt, eroe di guerra il quale vorrebbe farla finita con la sua arpia di moglie, e si limita a pigliare tutto ciò che gli arriva nel suo laconico, buon passo falcato. Direi che il suo genus particolare sia oggi in via di estinzione, in special modo nel sud della California.
 
Ma orde di Millennials in manbuns, jeans da ragazza barbe da ZZ top sono ancora in giro.

Come ci si potrebbe aspettare da un’opera tarantiniana, Once è affollato fino alle travi del soffitto con ogni tipo di micro-riferimento vintage, culturalità effimere, tributi, inside joke e uova di Pasqua con sopresa. C’è una scena interessante in cui Bruce Lee parla della lotta con Cassius Clay (aka Muhammad Ali) la quale ha spinto a domandarmi se Quentin non abbia per caso visto lo stesso”kung fail” tipo di video di You Tube da me visti recentemente.

E anche se potrebbe facilmente essere tagliato di un’ora buona, è decisamente il mio film preferito di Quentin dai tempi di Jackie Brown (il quale resta il mio preferito, vedendo quanto sia un grande fan di Elmore Leonard che da bambino amava i film di Blaxpoitation).

Il problema è che ormai odio andare al cinema. Odio il prezzo dei biglietti, odio gli sguardi imbambolati così come i popcorn stantii e più che decisamente odio gli orridi trailers a cui siamo sottoposti, che fanno vomitare gli occhi. L’intera esperienza è solo una seccatura, e non sembra proprio più un viaggio verso un ultraterreno tempio dei sogni così com’era un tempo.

E dal momento che questa qui oggi è l’America del 2019, qualche stronzo ha azionato l’allarme anti-incendio facendo fuggire tutti nel parcheggio, a domandarsi se qualche cazzone armato di AR15 avesse aperto il fuoco durante la proiezione di Toy Story 4 o similari.

Ma se avete bisogno di domandarmi esattamente quando qualche pirla ha premuto l’allarme, poiché i tempi erano piuttosto… non fatemi dire di più.

Gli allarmi iniziano a suonare quando il personaggio di Leonardo DeCaprio incontra questo giovanissimo prodigio attoriale, chiamato Trudy. Immagino che dovesse essere un’impersonificazione di Jodie Foster, data la timeline del film. 
 
E’ una scena tenera, in cui la piccola Trudy conforta l’attore più anziano mentre egli affonda nella triste realtà del suo status. […]
 
Sono sicuro che avete già indovinato…
….è la Fraser! il personaggio [del personaggio] di Trudy è infatti Maribel, il diminutivo di Mary Elizabeth.
 
E quindi, certo. “Elizabeth Fraser,” in sostanza.
 
Gli allarmi hanno iniziato a partire quando incontriamo Elizabeth Fraser.
 
E il personaggio [del personaggio] di Di Caprio è DeCoteau. Scommetterei soldi, non quelli del Monopoli, che è il cognome da dove “Cocteau” è originariamente derivato.
 
Quindi “Elizabeth Fraser” e “Cocteau.” 
 
Ho parlato degli allarmi che suonano, vero? IRL? 
 
OK.

E Brad Pitt (la controfigura) interpreta il doppio di DeCoteau. O, se preferite, il suo gemello.

Oltretutto, così come abbiamo saputo un anno fa, il primo ruolo importante da protagonista di Burt Reynolds  fu in Riverboat (“Avventure lungo il fiume”, e interpretava…Ben Frazer. 

E oltretutto Reynolds morì lo stesso giorno della leggendaria attrice britannica Liz Fraser. 

E “Trudy Fraser” è apparentemente basata su Jody Foster, la quale…voi sapete.

Ebbene si. 

Ve l’ho detto. Non andate ora in giro dicendo che non ve l’ho detto, perché l’ho fatto.

LO SCINTILLIO VENUTO DALLO SPAZIO

Sulla falsariga di Annihilation dell’anno passato, è in arrivo un adattamento de Il colore venuto dallo spazio, e non vedo l’ora di vederlo. C’è Nicholas Cage ed è diretto dalla leggenda cult Richard Stanley, il quale sono pronto a scommettere abbia qualche 4AD album nella sua collezione. Non so ancora se vi comparirà Asenath Waite.

Forse lo farà Elspeth Wade.

Ad ogni modo, ricordate quando qualche tempo fa vi ho detto che Annihilation è in sostanza basato su un virus alieno che piomba sulla Terra trasformando il mondo in un video dei Cocteau Twins?

E avete scosso le teste dicendo, “Peccato, Knowles era così interessante prima che non riuscisse più a togliersi quel chiodo fisso dalla testa!”

Puro vangelo che ciò è vero. Ma c’è anche questo…

La parte del film girata in quel posto umido somiglia alle paludi della Lousiana o Mississipi, è in realtà girata vicino Londra, nel Windsor Great Park.
 
…quando entrano i cinque folletti armati, gli esterni non sono stati realmente girati nei luoghi melmosi della Florida…
….ma nella STESSA ESATTA FOTTUTA AMBIENTAZIONE degli esterni per “Pearly Dewdrops’ Drop” videoclip filmato 33 anni prima, nello stesso Windsor Great Park.
 
Cioè…andiamo. 
Basta ciò per dire che il loro incontro con lo scintillio alieno intelligente assomiglia molto, moltissimo a un video dei Cocteau Twins. C’è anche coinvolto un gemello.
Così, in altre parole, quando feci la incosciente, senza basi, dissennata osservazione che Annihilation è in realtà su un virus dello spazio che trasforma il mondo in un video dei Cocteau Twins, AVEVO LETTERALMENTE RAGIONE. Ciò è in sostanza ciò che vedrete.
 
Guardate, uno di questi giorni mi dedicherò proprio a questa storia qui, sapete? E vi dispiacerà assai.
Sapevate che le supernove possono aver guidato l’evoluzione della vita sulla Terra? — Un legame tra perle e anime.
Così, adesso cosa ne pensate a proposito della mia incosciente, senza basi, speculazione da pirla che “Pearly Dewdrops’ Drop” riguarda realmente i raggi cosmici e/o particelle da una supernova che cambia il DNA umano seppur in modo meno drammatico rispetto a come vediamo in Annihilation?
 
Prima di rispondere, ricordate ancora a chi molto spesso l’aggettivo “luccicante” molto spesso si riferiva. Cercate se non lo ricordate.
 
Inoltre, sapete, gli occhi.
 
Inoltre, Alex Garland.
 
Inoltre, Bentwaters.

Ricordate: “The Secret Sun” ha sempre ragione. Soprattutto quando ha torto.

ALLA LUCE DEL LAGO D’ARGENTO

Un film che m’è piaciuto anche più di Once Upon a Time in Hollywood è Under the Silver Lake, con Andrew Garfield. In qualche modo posso dire che si tratta di un compagno del film di Tarantino, in un modo molto strano. Lo scrittore-regista il cui nome sono troppo stanco al momento per cercarlo, stava definitivamente viaggiando sulla frequenza dei noir di Hollywood degli anni sessanta, e lo fa col piglio assolutamente brillante di…qualcuno il cui nome non riesco a rintracciarlo nella scheda di IMDB. 

Ogni modo, ha una soundtrack grandiosa e m’ha fatto sentire così come se stessi guardando una produzione di Quinn Martin, quando ognuno era vestito alla grande con elegantissimi tagli di capelli guidando automobili sfolgoranti. Come in The Invaders. 

Prima che gli anni settanta arrivassero e tutti cominciassero invece a somigliare a squallidi stronzi sempre diretti verso qualche party fondamentale.

Under the Silver Lake non è un film da poter esattamente descrivere, ma è un film che penso adatto a tutti quelli che seguono questo blog. Più di una volta mi ha ricordato qualcosa che David Lynch potrebbe fare se fosse più giovane, arrapato ed esperto di pop. Ha almeno una caratteristica di cui i lynchies saranno contenti ed è pieno fino all’orlo di cifre, sigilli e simboli, per non menzionare alcune starlette scarsamente vestite che faranno la gioia degli occhi.

Inoltre, acqua, nuotate e linguaggi segreti. 

Non so se qualcuno ha visto Die, Mommy Die!, ma in un certo senso m’ha ricordato anche questo. E inoltre, Ritual of Evil. Non chiedetemi perché.

Vorrei entrare di più nella simbologia, ma non voglio spoilerare nulla. Oltretutto, simboli e codici, società segrete e tutto il resto non sono più romanzi e cose misteriose, sono ovunque questi giorni. Sono la nuova normalità. 

A questo punto, vostra nonna è probabilmente un’esperta nell’individuare sigilli. Magari meglio di me.

https://secretsun.blogspot.com/2019/08/sync-to-top-la-coincidental.html





– 128 GIORNI – Alla fine del tempo ( periodo fra 30 Marzo e 7 Aprile 2015 )

26 11 2014

DOPO LE PROTESTE DI FERGUSON A REPLICARE IL 1992 SI PUO’ DIRE CON QUASI ASSOLUTA CERTEZZA CHE LE PROSSIME VACANZE PASQUALI SARANNO…ESCATOLOGICHE…

29 APRILE 1992 – 24 NOVEMBRE 2014 – 3 APRILE 2015

QUALE STRAORDINARIA IRONIA SAREBBE ARRIVARE AL RISULTATO FINALE NEL QUINDICESIMO ANNIVERSARIO ESATTO DELLA DIPARTITA DI MCKENNA…

SUL GRAFICO TIMEWAVE SIAMO NEL CICLO IN CUI TUTTA LA STORIA UMANA SI RIPETE IN 384 GIORNI…6 GIORNI CORRISPONDONO ORA A 1 ANNO DEL PASSATO…ARRIVEREMO PRESTO AL PUNTO IN CUI 6 GIORNI CORRISPONDERANNO A — TUTTO QUANTO — …