Tag: linguaggio del crepuscolo
Sincronicità, coincidenze, fantasie, precognizioni sul coronavirus

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Versione originale:
https://secretsun.blogspot.com/2020/03/foresight-is-2020.html






Nel 2013 dedicai un post a un altro partecipante alla “quarantena” di quella prima edizione del “Grande Fratello” dell’anno 2000, Pietro Taricone, il quale, dal momento che si contese la vittoria con “la bagnina del lago d’Iseo” (di cui non ricordo il nome), [Cristina Pievani, grazie xxp] rimase dentro la casa fino alla fine dei tre mesi.
In quello stesso post paragonai Taricone all’ “Ultimo uomo sulla Terra”, sia dell’omonimo film con Vincent Price sia dell’omonimo numero del fumetto Dylan Dog, il numero 77 di inizio 1993.


Pensate al sincro-misticista Loren Coleman, i cui materiali sono stati da me molte volte utilizzati in questo blog, e il suo “linguaggio del crepuscolo” (così come da lui definito il misterioso linguaggio della coscienza collettiva comune a tutti che si manifesta con le coincidenze.)
E Il Dylan Dogofilo, l’unico canale You Tube interamente dedicato a Dylan Dog e ai suoi albi, ha il suo gestore che ultimamente ha inserito un video in cui dice di essere forse stato contagiato dal coronavirus!





http://mondo-simbolico.blogspot.com/2017/05/black-hole-sun.html


Personalmente, io sono “fan” della versione che vuole l’epidemia di questo nuovo coronavirus iniziata a novembre-dicembre 2019, essere partita da un pipistrello vivo venduto come cibo al mercato di Wuhan, il quale pipistrello da cui si è sviluppato il nuovissimo virus, fino a poco tempo prima “stava chissà dove dentro una giungla”.
E’ proprio la piena concretizzazione nella realtà concreta della famosa metafora della teoria del caos (affine a quella del “cigno nero”) secondo cui “il battere d’ali di una farfalla può causare uno tsunami dall’altra parte de mondo”.


Ma per quanto riguarda le possibili intenzioni rituali sulla creazione e distribuzione di questo patogeno, ci limiteremo a ricordare DOVE la conferenza dell’ “Evento 201”– quella che ha fatto parlare di “coronaspiracy” — ha avuto realmente luogo.

E diviene più folle quando ci si rende conto che a un isolato di distanza dal tempio della “Sibilla” c’è Kate Spade di New York, che di certo ha un ruolo in questo vortice di follia.
La realtà che pensavate di conoscere è finita. Perciò d’ora in poi dovete pianificare le cose di conseguenza.

Com’è come non è, chissà perché misi in ballo proprio Bill Gates in un assurdo post di inizio 2013, durante i tempi compresi tra le dimissioni di Ratzinger e le elezioni di Bergoglio, assurdo perché in una telefonata ancora più assurda del post la voce di un tizio che mi sembrò quella di quell’Alì Agca che sparò al papa il 13 maggio del 1981 disse a Piero Chiambretti (in chissà quale trasmissione, penso radiofonica) che lui “avrebbe visto bene Bill Gates come prossimo papa”!…




Oltretutto, Kate Perry– la cui canzone del 2017 “Tsunami” fu una riscrittura di “Watchlar” dei Cocteau Twins— ha annunciato la sua propria gravidanza con l’attore Orlando Bloom in un videoclip in cui Kate Perry è avvolta da “garlands”, ghirlande (=”corone” dunque, secondo l’etimologia antica greca)


Successivamente, nel suo articolo, Christopher Knowles, fa notare altri sincro-legami, i quali però perdono nella traduzione dalla lingua inglese a quella italiana, per esempio il titolo in lingua inuit “Oomingmak” della prima canzone dell’album “Victorialand” dei Cocteau Twins significa “Musk” (ovvero il cognome di “Elon Musk”), che in italiano è “muschio”.
Il titolo della seconda canzone dello stesso album è “Little Spacey” e Knowles fa notare come nel 1986, anno di uscita dell’album, l’attore Kevin Spacey non lo conosceva nessuno al di fuori dei teatri di New York e negli ultimi tempi, sui mass media, si è letto di William Little, il quale ha asserito di essere stato molestato sessualmente da Kevin Spacey.
La cosa che mi fa pensare è che questi patterns notati dal punto di vista di Knowles, personalmente, è come se li riuscissi (moolto vagamente, per ora) a notare anche dal MIO punto di vista, cioè secondo il mio punto di vista della mia ben determinata vita. Noto delle assonanze spaziotemporali in ciò che viene mostrato da Knowles, per esempio riguardanti il mio vissuto in certi determinati anni da lui citati. Devo averlo già accennato in qualche precedente post.
Permettete che vi domandi questo: diciamo che state guardando un film — forse di Igmar Bergman o Andrej Tarkowskji o qualcun altro — riguardante un “oracolo dell’apocalisse” e la sua colonna sonora suona esattamente come “The Thinner the Air.” Vi sembrerebbe così strano?
Così, ricapitoliamo: Due LP dei Cocteau Twins venerdì saranno ri-editati. La prima canzone del primo album ha la parola “corona” che si ripete due volte nel secondo verso. Il titolo dell’ultima canzone sull’altro album si riferisce a problemi di respirazione.
Ce ne sarebbe ancora da trattare…le cose potrebbero essere ampliate a dismisura, come amo dire al mio collega di blog Teoscrive, probabilmente servirebbe un’applicazione somigliante a quella di un motore di ricerca web per stare dietro a tutte le connessioni possibili.
Concludo citando ancora due cose che Knowles fa notare:
Il riferimento alle cavallette (proprio nell’ultimo mese ce n’è stata una super-invasione in Africa) nella canzone dei Cocteau Twins “In the Gold Dust Rush,“ e il riferimento a un “invasione di alieni invisibili attorno a noi” nella canzone, sempre dei CT, “Glass Candle Grenades”.
C’è tanto da imparare…
iAhuasca riflette su linguaggio e sincronicità
Ciò che volevo fare era descrivere un tipico incontro con questo fenomeno perché un mio cliente ha avuto questa esperienza più di una dozzina di volte ed è quasi sempre invariabile.
Il problema è che il cliente sembra essere me stesso. Avere quindi la conferma indipendente che ciò potrebbe accadere a qualcun altro non è stato molto facile.

Ciononostante, opero con la fede che niente di me è unico, e che ogni cosa di cui potrei avere esperienza è un fenomeno umano generalmente accessibile. Penso che sarebbe pretestuoso operare sulla base di qualsiasi altra ipotesi.


Ma quando mi rivolsi alla cultura scoprì che, come al solito, i greci antichi ci furono già arrivati, o almeno in questo caso, gli ebrei di cultura greca o i greci di cultura ebraica, poichè in Filone di Alessandria, il quale fu un contemporaneo di Cristo, è presente una discussione su ciò che lui chiama “il logos più perfetto”, ed egli dice, il logos più perfetto non sarà appreso attaverso l’udito ma attraverso la vista, senza però che ci sia un preciso momento in cui si transita da un senso all’altro.

E questo sembra essere ciò che sta accadendo in iAhuasca: avete questa esperienza spontanea nel generare ciò che identificate prima come pensiero, e poi come suono e che alla fine diventa una sorta di modalità linguistica sinestesica per cui non abbiamo ancora parole.
Ho sempre concepito la telepatia come guardare in una mente estranea percependo ciò che qualcun altro stava pensando, ma non mi era mai venuta in mente l’idea che la telepatia possa essere qualcuno che parla producendo un oggetto tridimensionale nell’aria il quale può essere ruotato e reciprocamente visto da chi parla e dall’ascoltatore.
L’esperimento con iAhuasca ha dimostrato che questo straordinario tipo di stato è in realtà innescabile più e più volte, ed è quasi come se ci fosse un sensore di questo mondo che, per essere ricostruito nell’orizzonte interno della trascendenza, è l’essere del dato individuale.
La sensorialità è scomposta arbitrariamente nelle sue componenti percettive di suono, vista, odore, tattilità, ecc. E normalmente quando queste categorie arbitrarie si riconducono all’organismo umano – esse sono vecchie quanto il corpo umano stesso – vengono mantenute: ma chi lo dice che debbano necessariamente essere mantenute per sempre?
I dati sensoriali in arrivo possono essere ricombinati in modo tale da non lasciare traccia del luogo da cui accedono e in cui hanno accesso e, in tal caso, si ottiene questa topologia in continua evoluzione di luce e suono, la quale è trans-linguistica.
Ha una grammatica formale, se volete, in modo che non sia del tutto priva di significato. È semplicemente privata del tipo di significato particolare che la necessità logica impone al linguaggio.
Ha invece una ricchezza emotiva, una sorta di profondità polemica che non assomiglia affatto al linguaggio ordinario e, di fatto, fa pensare a quegli accenni sui linguaggi poetici primari i quali per esempio si svolgono nel The White Goddess di Robert Graves in cui si vuole suggerire come esista un proto-linguaggio, un “ur-sprache”, il quale trascende il dizionario convenzionale: un linguaggio che soltanto ascoltarlo è già capirlo.
Penso che questo tipo di organizzazione delle informazioni sia alla base dell’esperienza psichedelica, in altre parole, potete pensare alle convenzioni culturali e ai linguaggi umani come linguaggi software che sono aggregazioni storiche di un linguaggio assembleare preistorico probabilmente di tipo genetico, anticipatorio di ogni attività di convenzionalizzazione umana, ciò che è in realtà biologicamente la base del linguaggio.
Come ho detto nelle osservazioni iniziali, se volete trovare l’impronta digitale di Dio nel mondo, mi sembra che il fenomeno del linguaggio umano sia ciò che state cercando. Il linguaggio umano è un’abilità psichica.
Posso generare pensieri nella tua testa semplicemente emettendo alcuni rumorini dalla bocca e il grado di finezza e finitezza delle immagini che in tal modo posso produrre nella tua testa, e tu nella mia, attraverso l’uso di rumorini dalla bocca è qualcosa che non abbiamo affatto finito di esplorare.

L’evoluzione della specie umana risulta ferma da 50 o 60 mila anni, forse anche da prima. Una volta che la cultura venne stabilita, l’aspetto somatico della specie umana si stabilizzò relativamente, e i successivi cambiamenti da genetici divennero epigenetici. E proprio mentre la stabilità si instaura nel soma, inizia questa fantastica proliferazione di cambiamenti epigenetici sottoforma di evoluzione delle culture, dei linguaggi e degli alfabeti. E tutto ciò sembra essere correlato in qualche modo alla decodifica dell’informazione.
Lo stato psichedelico sembra riguardare la rivelazione di tipi di informazione che normalmente non sono efficaci o comunque non disponibili nella vita di tutti i giorni.
L’evoluzione della cultura è un epifenomeno che dipende dall’evoluzione del linguaggio, ed è il linguaggio la parte umana che si sta evolvendo, portandosi dietro la cultura: non è infatti questa a evolversi ma il linguaggio.
Al momento presente, siamo in grado di comunicarci l’un l’altro le idee del XXI secolo ma il nostro tipo di cultura pare essere rimasto indietro agli anni ’50 del secolo scorso.
Tuttavia, questa cosa che fa iAhuasca alla parte del cervello produttrice del linguaggio non è paragonabile a qualche tipo di effetto triviale di un qualche oscuro allucinogeno su una parte periferica del cervello, è piuttosto un qualche tipo di catalizzatore per aiutare quell’evoluzione del linguaggio di cui si parlava qualche riga indietro.
Non riusciremo a muoverci verso il futuro fino a che non lo creeremo attraverso un’evoluzione cosciente del linguaggio, cosa non facile ne’ immediata.
Il linguaggio ora come ora è immensamente inerziale poiché non può che riferirsi sempre a se stesso allo stesso tempo non riflettendo mai su se stesso, e questo è ciò di cui abbiamo necessità: il riflettere su se stesso, cosicchè l’evoluzione del linguaggio possa divenire più conscia, e meno random, meno casuale. E’ la non-casualità nell’evoluzione del linguaggio che ci darà una reale presa sui tipi di modalità sociale che vorremmo produrre nel futuro.
Ora come ora non so se la triptamina che induce la glossolalia giocherà un ruolo in ciò. Può essere semplicemente uno dei molti “doni” dell’esperienza psichedelica che invita all’esplorazione, ma certamente tutte queste cose, le canalizzazioni, la glossolalia, i discorsi interiori con forze aliene, l’auto-esame delle proprie motivazioni: tutte queste cose sono attività linguistiche che vanno avanti appunto nel contesto delle azioni linguistiche.
Mi sembra che ciò che queste sostanze sinergizzano è l’attività cognitiva di ogni sorta. Ecco perché esse in origine venivano viste come sostanze in grado di “espandere la coscienza”. Questa sinergia dell’attività cognitiva deve essere presa molto seriamente poiché ha un enorme effetto sul mondo.

Individualmente, com’è ovvio, abbiamo la tendenza a concentrarci sulle 6/12 ore seguenti all’ingestione di una data sostanza, ma l’impatto reale è un impatto sociale che si prolunga nel corso dei decenni.Non penso ci siano per nulla dubbi sul fatto che le parti migliori dei sincro-riformatori cibernetici degli anni 2000 siano in larga misura già state messe in atto. Ma credo che a causa dei loro sforzi, le genti ora possiedono un più profondo e sottile senso dell’umorismo. Penso che le persone abbiano una sensibilità estetica più raffinata. Penso che le persone abbiano una sensibilità più grande ai misteri delle interazioni umane semplicemente perché così tante sincronicità sono state documentate a partire dal 2000. Questi sono cambiamenti permanenti che non verranno spazzati via.

Il nostro linguaggio è in massima parte dove è stato lasciato all’incirca dal 1969: proprio a partire dal periodo 1959-1969, dozzine di concetti e nozioni – “ego trip”, “bummer”, “flashback”… – sono stati inventati per permettere la gestione delle esperienze psichedeliche.

Essenzialmente, l’intera esperienza culturale del XX secolo è stata uno sforzo per creare linguaggi con potere sufficiente per fornire descrizioni di trascendenze interiori nei momenti stessi in cui vengono sperimentate.

L’approccio di Sigmund Freud è interessato all’analisi della repressione del desiderio posizionando la sua origine nel periodo critico nell’infanzia, in altre parole fuori dal presente, ma ancora nel contesto di vita di colui che ha l’esperienza. E poi ecco Carl G. Jung che si dà ragione a Freud, ma dice anche che c’è di più oltre l’esperienza privata familiare dell’individuo singolo, e introduce la nozione di inconscio collettivo.
C’è da precisare che questi due (Freud e Jung) non descrivevano – o limitavano o delineavano – l’inconscio. Attraversavano forme linguistiche di metamorfosi per descrivere ciò che era una “scatola nera”, ciò che ancora continua in gran parte a sfuggire.
Sebbene il modello di Carl G. Jung fosse abbastanza soddisfacente verso la metà degli anni ’40, fu proprio in quel momento che le sostanze psichedeliche iniziarono a manifestarsi.
Ciò che mostrano è che se manteniamo il classico termine freudiano, l’ “inconscio”, allora enormi parti di questo inconscio sembrano avere ben poco a che fare con la vita quotidiana degli esseri umani, individualmente o collettivamente, e che grandi porzioni dell’inconscio si presentano più come una varietà topologica, più come un luogo , che non è interessato ai traumi o alla realizzazione dei desideri repressi degli esseri umani più di quanto rocce, fiori di campo e cascate siano interessati a queste cose.
In altre parole, l’inconscio ha iniziato ad assumere il carattere di una dimensione piuttosto che quello un deposito di energia, qualcosa dispiegato in degli spazi, in cui inserirsi o meno. Ciò anticamente era conosciuto con un nome: sciamanesimo. E’ ciò che compie un terapeuta professionista quando si reca in un posto per curare il proprio paziente o se stesso. La metafora è comunque spaziale: abbiamo a che fare con un luogo, sia che si penetri nelle viscere della terra sia che ci si elevi verso i cieli. Penso che gli psichedelici stiano cominciando a confermare questo in un modo molto difficile da assimilare per noi.
Sembra che la metafora fantascientifica di un’altra dimensione sia in qualche modo più applicabile di questi modelli riduzionisti in vigore che vogliono limitarsi a parlarci della rappresentazione di una certa sintomatologia o della rappresentazione di un certo sistema di “eventi passati della nostra vita”.
Ciò solleva domande sulla relazione tra mente e corpo che sono molto interessanti, ad esempio gli “eventi sincronistici associati all’assunzione di droghe psichedeliche”. Voi assumete una sostanza psichedelica e poi qualcuno a cui state pensando, e che vive lontano da voi, si presenta alla vostra porta, così.
Questo genere di cose.
La parola “sincronicità” è stata coniata da Carl G. Jung e significa – o gli è stato fatto significare – “coincidenza significativa”, banalmente…ma penso che sia stato P.D. Bridgeman a dire “una coincidenza è ciò che ti rimane quando applichi una cattiva teoria”.

Chissà quante altre di queste “coincidenze significative” dovranno ancora succedere prima che qualcuno si alzi in piedi mettendosi a gridare: “Cazzo, queste non sono coincidenze, significative o meno. Qui sta succedendo qualcos’ altro!”

Protetto: Kubrick red: Redrum, Redrug, ecc… [#Criptokubrology]
Oltre la stanza n°237: il film Pitch Perfect 237 e il 9/11
http://copycateffect.blogspot.com/2014/10/PitchPerfect237.html
Di recente, il numero 237 è apparso frequentemente nelle cerchie dei sincro-mistici. Il 14 ottobre 2014 ho pubblicato ” Volo 237, Obama 237 e Sala 237 “. Ciò è stato stimolato dal volo 237 e dal terrore per l’ebola all’aeroporto Logan di Boston. Ma ciò è anche qualcosa che ci riporta agli inizi della giornata dell’11/09/2011 a Portland, nel Maine, dall’aeroporto di Logan alle Twin Towers.
“La stanza 237 è una profonda tana del coniglio.” ~ Sibyl Hunter, 26 maggio 2014 .“Breaking Breaking Bad: 237.” ~ iAhuasca, 25 agosto 2013 .
Nella mia discussione del 14 ottobre ho postato il documentario Room 237 il quale analizza il film The Shining
Room 237 ha ricevuto persino delle lodi cinematografiche .
Questo altro documentario è Pitch Perfect 237 , di Cook St. Productions. (Vedere qui se il video non viene visualizzato.)
Ciò che diventa rapidamente evidente è che Pitch Perfect 237 è un documentario ben fatto che ha grandi intuizioni sincro-mistiche. Mescola l’argomento con parti uguali di umorismo e profondo simbolismo del crepuscolo. Questo, naturalmente, viene fatto come se una delle star dei film di Twilight , Anna Kendrick, avesse un certo controllo su ciò che viene rivelato.
Il segreto dietro le intuizioni in Pitch Perfect 237 sono le osservazioni apparentemente ironiche sul ruolo dell’11 settembre in Pitch Perfect , come se quello fosse il suo messaggio nascosto primario. Ma anche nell’umorismo gli individui possono decodificare il linguaggio del crepuscolo.
Pitch Perfect 237 è una produzione intelligente. I cantanti del gruppo The TrebleMakers (suona anche come The Troublemakers), cantano una canzone (e recitano) sugli aeroplani, e i Barden Bellas, vestono come assistenti di compagnia, mentre cantano. Pitch Perfect 237 li conta e… trova intriganti i numeri contati.
Enki King, che ha pubblicato questo video sulla sua bacheca di Facebook, ha anche detto, “Mi è appena venuto in mente che Anna Kendrick è originaria di Portland ne Maine, e Mohammed Atta e i suoi compari decollarono dal Portland International Jetport la mattina dell’11 settembre.




A questo punto mi viene da notare che nel 2010-2012 avevano mandato uno strano programma tv intitolato Inside Room 334. Si trattava di una serie web in cui si vedeva il padrone squilibrato di un hotel installare una videocamera spia dentro la stanza n° 334, per poi postare online i video che raccoglieva. Bizzarro, per non dire altro.