Il Grande Black Out

27 12 2021

Correva l’anno 2003, precisamente la notte tra sabato e domenica 28 settembre, durante lo spazio di tempo che intercorse tra l’invasione dell’Iraq da parte degli angloamericani nel marzo-maggio precedente (“aprile è il mese più crudele”) e la – allora futura – cattura del latitante Saddam Hussein con la barba lunga, su tutti gli schermi del globo nel dicembre di quello stesso anno, naturalmente acciuffato nei deserti iracheni dagli angloamericani.

Era la notte di un week end di fine settembre e chi scrive si trovava a un piccolo concerto del gruppo ska italiano Statuto, vestito – come tutti gli altri in un locale vicino Savona – in stile mod, a ballare la musica di quel gruppo, che in quell’anno commemorava i vent’anni dalla sua fondazione, a Torino nel 1983, gruppo nato dagli appuntamenti tra quei allora ventenni vestiti mod in Lambretta, i quali avevano assimilato la nuova ondata ska a quei tempi proveniente da Oltre Manica. In quel 2003, l’album della commemorazione del ventennale fu l’orecchiabilissima compilation intitolata “I campioni siamo noi.

Precedentemente, nel tardo pomeriggio, gli Statuto si erano già esibiti davanti a noi dentro un posto underground di estrema sinistra a Savona e poi si era andati tutti quanti insieme a mangiare a una gran tavolata in pizzeria, a cui avevano partecipato altri gruppi della scena ska e anche “rude boys-oi! punk” italiana, i più noti dei quali erano i Klasse Kriminale.

Una volta conclusasi la pizzata, con gli automezzi avevamo tutti preso la direzione verso la vicina località di Albisola, dove gli Statuto si sarebbero di nuovo esibiti. Dalle 22:00 in poi, con tutti i gruppi coinvolti in quel raduno modernista, si ballava in pista: brani reggae, rythm’n blues, funk e naturalmente ska.

Ogni tanto si usciva fuori per prendere una boccata d’aria e, durante un’ennesima uscita, noi tutti, componenti delle band e partecipanti al raduno dei mods, abbiamo improvvisamente fatto caso a qualcosa che era successo nel frattempo. Non c’era più un lampione acceso che fosse uno in tutto l’isolato in cui ci trovavamo; una volta tornati nel  locale avevamo visto che dentro era tutto e solo avvolto fiocamente dalla luce lunare che proveniva dalle grandi finestre: luci elettriche ovunque spente, tutta la strumentazione ferma, altoparlanti compresi.

Dopo che ogni speranza che la corrente elettrica ritornasse, passata un’ora buona di attesa, aveva abbandonato tutti – componenti delle bands, inservienti della sala da ballo-dance floor e baristi, partecipanti al raduno mods-rude boys in abiti anni ’50-’60 (simpatizzanti compresi) – si era capito che quel black out era più grave di quanto avessimo pensato in un primo momento: intorno alle 4:30-5:00 del mattino, le automobili, gli scooter, le lambrette e i furgoncini con dentro la strumentazione musicale, presero la via del ritorno, ci salutammo al buio completo con gli Statuto, gli altri e noi compresi cioè una delle compagnie di amici vestiti in stile mod della quale io ero un componente, via assieme dentro l’automezzo verso il capoluogo ligure, in un’autostrada spettrale completamente immersa nelle tenebre più fitte, così come la salita consueta che feci per ritornare a casa, ormai alle 6 del mattino passate.

Meditabondo, nella mia cameretta dentro cui non potevo accendere nessuna luce, e fuori dalla finestra nemmeno mezzo lampione era illuminato, nel buio a letto cercavo faticosamente di addormentarmi, con nella testa la preoccupazione che potesse essere successo qualcosa di grave tale da mettere in black out tutta la regione.

Una volta sveglio a mezzogiorno di quella domenica, seppi che la corrente era ritornata e che il black out era avvenuto in TUTTA Italia, isole comprese (https://it.wikipedia.org/wiki/Black_out_in_Italia_del_2003), con alcune regioni che sarebbero state in panne ancora fino al giorno dopo; a Roma era successo durante la prima cosiddetta “notte bianca” (voluta dall’allora sindaco Veltroni) con iniziative inerenti spettacolo & cultura previste quasi fino al mattino, coinvolgenti migliaia di persone e, infatti, molta gente di ritorno dalla notte, rimase bloccata dentro metropolitana e ascensori.

La causa sarebbe stata in seguito rinvenuta in un grosso albero caduto in Svizzera a un’ora ben precisa (le 3:01) che avrebbe provocato il danneggiamento di linee elettriche comuni allo stato elvetico, all’Italia e alla Slovenia, che fu parzialmente coinvolta in quel black out.
L’estate europea del 2003 viene ricordata come una delle più calde della storia, con una lista di vittime all’attivo (soprattutto anziani) mai così lunga  e preoccupazioni per possibili black out (qualcuno anche avvenuto) dovuti a un sovraccarico delle linee elettriche per vie dei tantissimi impianti di refrigerazione e condizionamento d’aria, si erano già avute polemiche, dovute anche proprio al fatto che una bella parte dell’elettricità usata nel territorio italiano è importata da fonti straniere seppur paesi limitrofi (https://www.lavoce.info/archives/21803/gli-enti-locali-ci-regalano-il-black-out/), problema tuttora non risolto, come vedremo.

2020, mai così tanti black out come quest’anno in Italia https://www.prontobolletta.it/black-out-record-italia-2020/

Da un po’ di tempo in qua, galleggia nelle narrazioni alternative (su internet in particolar modo ma forse non soltanto), l’idea di un black out generalizzato che potrebbe bloccare tutto il sistema tecnologico su cui poggia l’ Occidente e il non Occidente, sistema di vita collettiva sociale e di sostentamento stesso, basato soprattutto sull’energia elettrica ma anche sui gas e gli idrocarburi, fonti di energia le quali però stanno in posizione subordinata rispetto all’elettricità: se salta questa infatti salta tutto poiché anche la stessa estrazione di gas, idrocarburi e anche carbone si basa sull’elettricità.

Una versione più mite di un evento di questo tipo, riguarda lo spegnimento soltanto della rete internet e non di tutta la rete elettrica.

Quasi una decina di anni fa, nel luglio 2012, avvenne una tempesta della corona solare, con venti provocati da materia stellare eiettata (https://en.wikipedia.org/wiki/July_2012_solar_storm) che, se fossero andati nella stessa direzione della Terra, avrebbero potuto generare una distorsione del campo elettromagnetico terrestre confrontabile a quella del cosiddetto “evento di Carrington” avvenuto nel 1859: ai tempi, forse anche condizionati da alcune idee fantasmagoriche sulle profezie incentrate sulla data allora futura del 21/12/12, si ritenne che se fosse avvenuto un evento analogo (https://it.wikipedia.org/wiki/Evento_di_Carrington), in cui le aurore boreali (https://it.wikipedia.org/wiki/Aurora_polare), per dire, furono viste pure in cieli innaturalmente meridionali (a Roma!), le linee elettriche del mondo avrebbero rischiato di saltare quasi tutte e in effetti nel precedente evento di tempesta solare, quello quarant’anni prima del 2012 (https://en.wikipedia.org/wiki/August_1972_geomagnetic_storm), nell’agosto ’72, delle aurore boreali si videro nei cieli non solo della Britannia ma anche della Spagna, vi furono qui e là  black out di linee soprattutto radio-telefoniche, ci si trovò di fronte a diversi problemi per i progetti astronautici dell’epoca e quell’evento del ’72 causò anche la detonazione accidentale di mine navali USA in Vietnam! (nella tempesta del 1859 saltò invece l’unica e sola tecnologia comunicativa di quei tempi basata sull’elettricità, ovvero il telegrafo.)

Nel 2012, la stessa Unione Europea, in un documento adesso irreperibile nel web (http://ipsc.jrc.ec.europa.eu/fileadmin/repository/sta/docs/SWAD_OUTCOME_EUR.pdf), manifestava preoccupazione che una tempesta solare, interferendo rovinosamente con il campo elettromagnetico della Terra, avrebbe potuto provocare una rottura della rete elettrica potenzialmente a livello globale. Furono tanti coloro che sul web in quel famoso 2012 previdero il “grande black out”, molti di quei documenti e testimonianze sono oggi scomparsi, com’è solito succedere spesso su internet, soprattutto se passa un po’ di tempo.

Per esempio, se provate ad andare sulle pagine web (come questa, http://paolofranceschetti.blogspot.it/2012/09/ancora-sul-blackout-prossimo-venturo.html) in cui il celebre avvocato, complottista e astrologo Paolo Franceschetti, nel 2012, profetizzava il black out totale prossimo venturo provocato dall’ “élite degli Illuminati” che terrebbe in pugno il mondo dall’alto dei suo schemi di potere gerarchico-piramidali, oggi non troverete più nulla, ma solo un “redirect” all’attuale sito di Franceschetti ovvero “Petali di loto.” (https://petalidiloto.com/)

A destra Edgar Cayce, a sinistra David Wilcock, personaggi affini tra loro non solo fisionomicamente.

In quell’anno, inoltre, succedeva che, in fibrillazione per la prossimità della data (21/12/12) della presunta fine del “lungo computo” del calendario Maya, da una parte ci fossero personaggi come Franceschetti i quali mostravano di temere come l’ “élite degli Illuminati” potesse provocare lei stessa un “black out generale totale” per i suoi fini di ulteriore assoggettamento delle popolazioni (in vista della supposta implementazione completa del Nuovo Ordine Mondiale-NWO basato su quei comandamenti scritti sulla pietra delle cosiddette Georgia Guidestones), dall’altra; al contrario, dall’altra parte c’erano personaggi come il divulgatore New Age David Wilcock, i quali invece, a quell’epoca avevano preso l’abitudine di dire, ricevendo informazioni segrete da degli “insiders” e/o “whisteblowers”, che l’élite degli Illuminati (pedofili-satanisti?) era in procinto di essere arrestata tutta al completo cominciando da tutti i suoi tirapiedi e “correvano voci” sul web di come “arresti di massa” di più di diecimila persone, sarebbero stati mostrati al mondo in diretta tv in mondovisione e sarebbero avvenuti in seguito a – anzi, durante – un’interruzione totale dell’energia elettrica in tutto l’Occidente se non in tutto il globo, proprio per spezzare il “mondo di prima” (il quale sarebbe dominato – o almeno molto condizionato – nascostamente da quelle “élites pedofile-sataniste”) dal “mondo di dopo”, una volta che l’élite psicopatica sarebbe stata tutta arrestata e quindi la sua influenza sul mondo debellata; veniva detto segnatamente da uno di quegli “insiders”, un certo DRAKE Bailey, da cui Wilcock diceva di ricevere informazioni sul futuro immediato, di come la durata del black out globale sarebbe comunque stata piuttosto limitata per contenere i danni, all’incirca non più di DUE-TRE SETTIMANE, nemmeno a un mese intero ci si sarebbe arrivati e, anzi, questo Drake suggeriva anche di fare scorte di tutti i generi di prima necessità nei supermercati finché ci se lo poteva ancora permettere, ma soprattutto di fare scorta di carta igienica, tanta carta igienica, perché è di quella che ce n’è più gran bisogno se non la si può reperire, diceva semi-serio quel Drake; all’inizio del testo nella seguente webpage risalente ai primi di luglio ’12, David Wilcock disse di come gli “insiders” dentro l’intelligence gli avessero rivelato di quanto questi “mass arrests” fossero “imminent” e, successivamente, nel corso della disquisizione con Drake al riguardo, Wilcock volle far notare come nella Virginia e nel Maryland, ci fossero già state informazioni in merito a massicce interruzioni di energia elettrica, pure vicino alla città di Washington, “mai così spiccate in USA al di fuori di eventi come gli uragani” (probabilmente i recenti “power outage” in California hanno sorpassato di dimensione quei blocchi della corrente di quell’inizio estate ’12!), ecco la webpage in cui si raccontano tutte quelle cose tenendo presente una lunga precedente intervista di Wilcock a Drake e la “luce verde” del titolo si riferisce a un comando militare tipo “semaforo” che avrebbe fatto scattare la grande…”retata”: https://divinecosmos.com/davids-blog/1062-green-light/

Comunque se andate a ricercare sui motori di ricerca usando le chiavi di ricerca “David Wilcock” “Drake” “Interview”, “Mass Arrests”, potete trovare un mucchio di materiale riguardante l’ “attesa degli arresti di massa” di quella primavera 2012, qualcosa venne anche citato in italiano, https://www.oltre12.net/2012/04/david-wilcock-e-drake-informazioni-su.html, dove, inoltre, è riportata una serie di punti elencati da quel Drake riguardanti la mega operazione militare-di polizia internazionale contro i “cattivi”, tra i quali leggiamo il seguente:

Potrebbero verificarsi interruzioni nelle catene di distribuzione. La nostra società si basa su organizzazione complessa degli approvvigionamenti di cibo, energia ecc.. Pertanto sarebbe opportuno preparare una settimana / auspicabilmente un mese di provviste/acqua e beni di necessità. La cosa è cautelativa ma verosimile, anche se cercheranno di ridurre i disagi al minimo.

L’unica immagine che nel 2012 circolò sul web di Drake Bailey, quel (presunto) “insider”, informatore segreto, di David Wilcock.

Questo blog su cui sto scrivendo, partì nel 2008, intorno ai tempi in cui cominciava a farsi più acuta la grande crisi finanziaria-economica dovuta a crolli di grosse strutture finanziarie negli USA, che si estese anche in Europa dal 2010-11: da quel momento lì in poi non abbiamo fatto altro che far notare quanto e come l’Occidente stesse ristagnando, soprattutto culturalmente e nelle sue psicologie collettive ritmate dai massmedia, di come alla velocità sempre più elevata delle tecnologie della comunicazione si contrapponesse un essere FERMI come intelligenza collettiva, bloccata da atteggiamenti inadeguati e disfunzionali dal momento che tutto il possibile “nuovo” (frutto proprio della grande crescita delle tecnologie comunicativo-telematiche), il quale stava emergendo dal 2006-2008 in avanti, era ostacolato dalle vecchie infrastrutture, soprattutto a livello di pensiero di massa (soprattutto in Italia, ça va sans dire, ma niente affatto soltanto lì) e quel possibile “nuovo”, rovinosamente imbastardito da tutto il vecchio ancora presente, vigente e agente, non poteva che prendere delle pieghe grottesche e ridicole, così come sta succedendo col movimento “woke” ovvero il “politicamente corretto cool” (vedere per esempio a questo proposito https://civiltascomparse.wordpress.com/tag/woke)

Gli anni ’10 del XXI secolo sono stati uno strazio, un muoversi “tecnocraticamente” senza un perché plausibile ma solo coazioni a ripetere collettive, mediate dall’iper-tecnologia “come se non ci fosse un domani”, tutto si muoveva vorticosamente e tutto era fermo contemporaneamente. Tantissima azione e zero (spaccato) vero cambiamento radicale visibile a tutti di cui tanti ormai sentivano la necessità. Le illusioni sono seguite a delusioni senza soluzione di continuità: tanti “salvatori del mondo”, “uomini del destino” mass-mediatizzati, gettati (“nella pattumiera della storia” si sarebbe detto un tempo): ovvio che molti alternativi e “leoni da tastiera”, saltellanti sul web tra la terra di “cospirazionopolis” (ovvero gli USA) e la colonia Italia – ma non solo – si buttavano tra le braccia di illusioni, speranze, timori i più campati in aria mentre gli altri pedalavano anno dopo anno in un “business as usual” tra lavoro e “tempo libero” entrambi parcellizzati da ogni tipo di rete sociale fatta di quei piccoli computers ovunque chiamati smartphone (erano ormai lontani i tempi in cui venivano chiamati soltanto “I phone”)… l’atmosfera era satura di una RETROMANIA ormai divenuta quasi un sistema di lettura della realtà, unita a una tecnocrazia reticolare in cui erano ingoiati persino politici carismatici importantissimi che non si capiva mai da che parte veramente stessero poiché sul web ogni parere sul loro conto veniva sconfessato e smontato da altri pareri di solito equipollenti, vicendevolmente, senza respiro.

Il triennio 2017-2019 fu il peggiore, non farò alcun nome tanto li conoscete tutti: da una parte il politicamente corretto militarizzato che avrebbe dato origine al cosiddetto “movimento woke”, dall’altra “parte della barricata” il bullismo e il…”bomberismo” (https://www.vice.com/it/article/gv3vqx/cose-il-bomberismo-pagine-facebook-italiane) oltre a un cosiddetto “sovranismo” che purtroppo spesso e volentieri era soltanto nazionalismo nostalgico (nel senso di “passato recente pre-globalizzazione”, non nel senso di “ventennio”, sebbene tuttavia ci fossero e ci siano fascisti da quelle parti), eppoi smartphone-social network-dipendenze, videogame (in rete)-dipendenze, siti di dating-dipendenze, l’impossibilità di far finire una volta per tutte sia finti politici vecchi e vecchie vedette musicali bollite, sia i reality e talent show; l’invasione di cuochi stellati, mangioni, mangiatori (anche super-mangiatori influencer sul web) e ovunque il trionfo dell’individualismo tecno-manageriale falsamente mitigato da un’economia della condivisione ancora in gran parte inesistente, sebbene la si volesse vedere in giro più frequentemente di quanto in realtà vi fosse; le centinaia di serie tv dalle trame sempre più involute e nerd nel senso più catastrofico del termine; la musica pop radiofonica e da MTV che mostrava tutta la sua decadenza “fashion-mondana-gossippara” ormai quasi compiaciuta di essere decadente e di far rimpiangere la musica delle radio del passato; le scimmiottature delle icone pop del passato da parte delle numerosissime influencers; sul web complottista, le idee asfittiche che ancora perduravano immobili anno dopo anno in un riciclo perenne; eventi riguardanti personaggi famosi diventati tali in uno schioccare di dita: sia capitane di navi cariche di migranti sia ambientaliste poco più che bambine le quali in fondo – nonostante non l’avrebbero mai ammesso – non convincevano nemmeno poi tanto i veri ambientalisti e antifascisti, ai quali sotto sotto non convincevano nemmeno certi movimenti…spontanei di piazza in rappresentanza di un vuoto spinto pneumatico contro dei “rappresentanti della destra” i quali, dal canto loro, per pubblicizzarsi, facevano leva sull’ “essere pop nei social network”, sull’andare a fare i trasgressivi in spiaggia tra gli aperitivi oppure sfruttando mediaticamente l’essere diventati “virali” per via di un motivetto dance, sempre però dicendo di essere devoti alla patria o a figure religiose.

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Posso dire, in tutta sincerità, che uno degli eventi simbolo di quel 2019, per afferrare un po’ quell’atmosfera collettiva ormai satura d’imbecillità senza rimedio, fu quando la vedette televisiva Pamela Prati girava da un talk show all’altro per confessare affranta che un certo suo “principe azzurro”, la quale credeva di aver sposato per corrispondenza dall’America, che pensava fosse “l’uomo della sua vita”, il “protagonista della sua storia d’amore”, un certo Mark Caltagirone, in realtà aveva poi scoperto essere un uomo assolutamente inesistente, nient’altro che un personaggio di fantasia!!!
Vicenda accoppiabile ad altre, come quella in Argentina dell’ex calciatore del Napoli Claudio Caniggia, per mesi e mesi sui talk show, una certa Marianna Nannis, sua ex moglie, monopolizzava l’attenzione parlando e riparlando – soprattutto sparlando – della “nuova fiamma” dell’ex marito Caniggia: una tale Sofia Bonelli (forse giornalista, sicuramente “influencer” su “insta”, con tutti i suoi “selfie” uno dopo l’altro), dicendo peste e corna di entrambi: il nulla totale imperante, per ore e ore, per mesi spacciato come cose importanti! E questa è solo una, solo una delle migliaia e migliaia – a dir poco – delle vicende di questo tipo, tutte quelle che non so, e che girano tra il web e le tv, a migliaia e migliaia, e sono e restano appunto il vuoto pneumatico, che monopolizza l’attenzione dei milioni di visualizzatori di schermi e che nel 2019 sembrava essere proprio al suo apice!

Nonostante la frenesia tecno-comunicativa, straripante di video-foto su schermi ovunque (e forse persino a causa di questa!) gli anni ’10, soprattutto gli anni 2017-2019, si possono riassumere in una parola sola: STERILITA’.

Ecco, le cose stavano così quando nel marzo 2020 ci fu una (prima, primissima penso) “interruzione dei programmi”, quelli di vita proprio s’intende, di tutti i giorni, come uscire di casa e andare semplicemente al lavoro, a far la spesa al supermercato oppure andare in macchina, al bar, al ristorante, in discoteca. Non si poteva far più niente come prima, si era immobilizzati.
Per due-tre mesi le cose si congelarono, non si fermarono mai proprio completamente (non è mai successo) ma le strade e tutti i locali si svuotarono comunque di botto, i movimenti di umani e automezzi ebbero una forte battuta d’arresto, circolavano dappertutto – anziché le persone – le immagini degli spazi vuoti nelle città normalmente pieni di umani e automezzi e che, talvolta, invece, ora – oltre quelli tutti in tuta d’astronauta protettiva che con le lance schiumavano i marciapiedi – quegli spazi vedevano piante e animali selvatici, i quali mai prima d’ora da chissà quanto tempo, si avventuravano in luoghi fino a qualche mese prima invasi dai turisti, come per esempio la laguna di Venezia: arrivarono fin lì dei delfini, per esempio, cosa che non si vedeva da secoli.

E anche dopo il maggio 2020, nonostante il “ripartire” (che l’ho sempre preferito nell’accezione di “ripartire le ricchezze”  e non di “ripartire con il lavoro per il consumismo” ), nonostante il “ritorniamo alla normalità” promanato dagli organi d’informazione, anche se mai si ritornò agli svuotamenti di strade e gli arresti domiciliari di massa di marzo-maggio 2020 – durante quella che allora la chiamavano ancora “quarantena” e non lockdown –  la socialità libera dai controlli ovunque di prima di marzo ’20, era tuttavia scomparsa…e come ci sarebbe potuta ancora essere, imbavagliati da mascherine, distanziati socialmente, controllati, monitorati, gestiti, salvaguardati per il nostro bene? coi bollettini di contagi e vittime quotidiani, e alla fine anche punzonati in massa facendo lunghe file davanti agli “hub”?
E’ come se i ritmi della storia avessero chiaramente voluto mostrarci, a noi occidentali e occidentalizzati, che eravamo fermi, bloccati, prima soltanto psicologicamente, adesso sempre più anche fisicamente. Il “blocco delle cose”, ormai era come tracimato e si era fatto anche fisico, non solo più psico-cultural-sociale.

Quindi lo ZEITGEIST, lo spirito del tempo, di questo tempo, sembra essere diventato (pericolosamente?): blocco, interruzione. Elettroencefalogramma piatto. Forse non a caso, possiamo dire, il presidente USA (ovvero colui che nei flim di Hollywood anni Ottanta- Novanta era il “comandante in capo del mondo che salvava tutti”) uscito dal 2021, è un tizio che viene chiamato “sleepy Joe” e in molte sue raffigurazioni satiriche che girano, viene mostrato alla stregua di un vecchietto con l’arteriosclerosi, o peggio la sindrome di Alzheimer.

Una certa aria che ha tirato in questo 2021, già ben ben distopico per conto suo (con i coprifuoco, le separazioni, le mascherine, le file per andarsi a vaccinare, i lasciapassare, i bollettini, le divisioni e inimicizie ovunque), è stata quella di “paura per il rischio di carenza/mancanza di approvvigionamenti di materie prime” (cercatele sui motori di ricerca e vedrete, soprattutto se aggiungete anche “black out”); a proposito poi di “insiders”, so che il giornalista economico-finanziario Leopoldo Gasbarro, venne qualche mese fa avvisato da uno di questi che la situazione al riguardo non fosse affatto rosea per il futuro, i vari indici non sono positivi e la situazione potrebbe anche sfuggire di mano, e ciò, Gasbarro ha lasciato intendere, potrebbe essere anche sinonimo di “black out.”

Spot andato in onda in Germania negli ultimi tempi.

https://www.ilcambiamento.it/articoli/aumento-materie-prime-e-rischi-di-black-out-gli-stregoni-dell-economia-sono-allo-sbaraglio

Se dunque questo “spirito del tempo” chiamato “blocco”, che possiamo chiamare “non si può più andare avanti” dovesse ulteriormente crescere d’intensità e magnitudo, forse potrebbe davvero concretizzarsi anche nel mondo reale questa, chiamiamola, “leggenda urbana proveniente dal futuro”, la quale aleggia nell’info-sfera da anni, inerente appunto un “black out globale prossimo venturo.” Così come ciò che successe – e continua a succedere – dal marzo-maggio 2020 in poi fu un’intensificazione di magnitudine del “lockdown socio-culturale” degli anni precedenti, il “black out prossimo venturo” potrebbe essere visto come un ulteriore step verso una ulteriore “interruzione di tutte le cose.”

In sintonia simbolica, oltretutto, con l’idea di quel RESET, ormai da anni presente nella mente collettiva e che negli ultimi due anni s’è fatto ancora più presente (vedere a questo proposito l’ultimo articolo sul blog gemello “Il mondo simbolico”, http://mondo-simbolico.blogspot.com)

Anche diversi autori famosi di libri, negli anni passati, hanno scritto di questo argomento, Umberto Eco come vedremo in seguito e, alquanto recentemente, uno degli scrittori statunitensi più celebrati dalla critica, Don De Lillo. con il romanzo “Silenzio.”

Il silenzio: il blackout prossimo venturo secondo DeLillo

La trama è molto semplice. Siamo nel 2022; una coppia, in volo verso New York, è coinvolta in un incidente aereo generato da un improvviso blackout totale.
In città, in un appartamento nell’East Side, tre amici li attendono per guardare tutti insieme il Super Bowl alla TV: una professoressa in pensione, suo marito, fervente tifoso, e un suo ex studente visionario e disadattato.
All’improvviso irrompe il silenzio. Lo schermo del televisore rimane nero e tutta la moderna tecnologia digitale ammutolisce, con tutti gli esiti devastanti che possiamo ben immaginare.
Cos’è accaduto? Una guerra alle porte, un nuovo attacco terroristico dopo l’11 settembre, evento peraltro di cui DeLillo si è occupato? Oppure si è verificata la temutissima implosione della tecnologia, dalla quale dipendiamo tutti, sia a livello personale che globale?

Gli effetti del blackout tecnologico
La descrizione dello smarrimento e delle reazioni dei vari personaggi allo spegnimento della tecnologia è quanto mai verosimile:

Adesso questi tossicodipendenti digitali non possono fare niente, i cellulari sono fuori uso, ogni cosa è fuori uso, completamente totalmente fuori uso. (…) Tutto quello che sta accadendo non era in fondo scontato? Non è quello che alcuni di noi stanno pensando? Era la nostra meta. Niente più meraviglia, niente più curiosità.

“Prossimo venturo” si, ma quando?
Non lo sappiamo…ma una finestra temporale potrebbe forse essere quella che ci suggerisce Marco Celada, un astrologo professionista ex cibernetico, consulente di grandi gruppi industriali, che in un’intervista nel 2013 previde la pandemia iniziata nel 2020 e ci dice che i primi mesi del 2022 avrebbero, secondo le sue analisi, “la configurazione più brutta di tutto il secolo.”

https://www.corriere.it/cronache/21_dicembre_17/marco-celada-fisico-cibernetico-ad-astrological-coach-manager-nel-2013-annunciai-pandemia-segreto-tutto-compleanni-8142245e-5f71-11ec-9db8-81822b3ce727.shtml

Aveva previsto la pandemia con sette anni di anticipo. Lo fece in un’intervista uscita nel 2013 su un quotidiano nazionale, firmata da tale Stefano Lorenzetto. Disse: «Dal 2015 al 2021 ci sarà il periodo più negativo di questo secolo. Più che bellica, l’emergenza sarà ambientale e sanitaria, con lo scoppio di epidemie molto aggressive». […] a suo dire, il peggio deve ancora arrivare: «Da febbraio a maggio, l’indice ciclico planetario raggiungerà il culmine della negatività, una situazione che mai più si ripeterà nel corso di questo secolo. Ma da giugno cominceremo a uscirne».

Dal momento che, negli anni passati, in particolare da dopo il 2008-2010 per culminare nel 2012, la questione del “black out totale prossimo venturo” è stata talvolta convergente a quelle leggende sulle manovre d’intelligence segrete in azione “underground” da tanti decenni, le quali sarebbero a un certo punto sfociate in un’ operazione di polizia internazionale contro quella cabala-deep state (con i suoi centri nevralgici in ordine crescente d’importanza, a Washington, Londra e Roma) responsabile del sistema occulto di potere criminale del pianeta, è chiaro come, dal momento che il black out è visto, in questa linea di pensiero, come il necessario momento di “vuoto operativo” (nel senso di vuoto in cui si opera) tra il mondo vecchio condizionato dalla cabala crudele, perversa e psicopatica e il mondo nuovo in cui ci si sarebbe finalmente liberati, dopo tanto tempo, dal giogo della stessa cabala (arrestata in massa durante l’interruzione globale di energia elettrica): se però passati i giorni e settimane del “grande black out”, una volta ritornata la corrente, si sarebbero viste le cose della politica e della società ritornare lentamente più o meno allo stesso identico modo di prima, allora a quel punto sarebbe stato davvero chiaro una volta per tutte, che le storie circolanti in Rete sugli arresti della cabala oscura dominatrice del mondo, erano state appunto sempre soltanto favole senza fondamento.

Non sappiamo se accadrà nei mesi della prima metà del 2022, non sappiamo nemmeno se accadrà presto o se nemmeno accadrà davvero, fatto sta che dal nostro punto di vista – che di certo non è quello “scientifico-pratico” bensì quello “simbolico-sincromistico” – la direzione che il nostro mondo occidentale e occidentalizzato ha preso da quasi due anni a questa parte, pensiamo abbia uno zeitgeist, cioè uno “spirito del tempo” molto più propizio adesso rispetto che qualche anno fa, per uno sviluppo storico di questo tipo che noi energia elettrica-dipendenti, lo vediamo del tutto inaccettabile e non augurabile nella maniera più assoluta…ma leggiamo cosa va dicendo il fisico dell’Università di Roma Andrea Aparo von Flüe in un’intervista a “Il Giorno”, https://www.ilgiorno.it/economia/blackout-totale-1.7116347

Qualche settimana fa la notizia di un assalto ai ferramenta in Spagna per acquistare bombole di gas e torce nel timore che un enorme blackout potesse “spegnere la luce” nel Paese per giorni aveva suscitato reazioni fra lo stupore e l’ilarità. L’ipotesi di uno stop prolungato alla fornitura di energia elettrica in un mondo iperconnesso e abituato a impiegare le tecnologie 24 ore su 24 pare lontana, anche se l’esplosione dei consumi nel primo periodo della pandemia – seguente anche al ricorso generalizzato allo smart working – è stato uno dei cambiamenti più evidenti nel mondo travolto dal coronavirus. Andrea Aparo von Flüe, fisico, dirigente d’azienda (ha occupato ruoli di responsabilità all’interno della galassia Finmeccanica ma anche in Ansaldo) e docente all’università Sapienza di Roma, dove insegna Strategia aziendali, spiega perché l’ipotesi non è da considerarsi così peregrina.

Professore, perché dobbiamo preoccuparci?
“In Europa stiamo spingendo al limite della capacità il sistema di produzione e distribuzione dell’elettricità. Quanto più ci si avvicina al limite, tanto aumenta la probabilità di una crisi. Ricordando la legge di base di Murphy, ovvero ‘Se qualcosa può andare male lo farà’, nonché la legge di Drucker ‘Se una cosa va male, tutte le altre faranno lo stesso, allo stesso tempo’, c’è davvero da essere preoccupati.
Inoltre la capacità del sistema di soddisfare eventuali picchi della domanda è molto limitata a causa della modifica del mix dei modi di produzione. Abbiamo chiuso per motivi economici ed ecologici le centrali a carbone, ridotto quelle ad olio combustibile, aumentato le sorgenti intermittenti, non investito a sufficienza nei sistemi di accumulo. Insomma, abbiamo fatto di tutto per complicarci la vita”.

Quali sono le cause che potrebbero provocare un grande blackout?
“Un eccesso di domanda di energia rispetto a quanto viene effettivamente prodotto. Oppure una qualunque interruzione di linea del sistema di distribuzione. Pericoli a cui si aggiungono la criticità sul fronte delle scorte, l’aumento dei prezzi dei combustibili e l’obsolescenza di impianti e infrastrutture”.

Quanto potrebbe durare e quali sono le dimensioni dell’area che potrebbe essere coinvolta, se dovesse riguardare l’Europa?
“Per rimettere in piedi l’intero sistema viene stimato un tempo compreso fra i 7 e i 14 giorni. [caso strano, proprio lo spazio di tempo che disse “Drake” a Wilcock nel 2012!] Anche perché il sistema cui facciamo riferimento non si limita alla sola Europa. La cosiddetta ‘Area sincrona continentale’, già conosciuta con la sigla UCTE, è la più grande rete elettrica al mondo. 400 milioni di utenti in 30 Paesi. Comprende Albania, Austria, Belgio, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Macedonia del Nord, Montenegro, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo Romania, Repubblica Ceca, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ucraina, Ungheria, nonché Algeria, Marocco, Tunisia e Turchia [di certo quindi non si tratterebbe di qualcosa di analogo a ciò che successe ai due paesi toccati a fine settembre 2003…]

Quali sarebbero gli effetti di questo spegnimento “globale” sulla nostra vita quotidiana?
“Colpirebbe qualunque dispositivo o sistema che per funzionare ha bisogno di energia elettrica. Quindi se non tutto, quasi tutto. Telefoni, Internet, sportelli Bancomat, sistemi di pagamento, semafori, metropolitane, il comparto dei trasporti, ascensori, reti idriche e fognarie, televisione, radio, frigoriferi, lavatrici, lavapiatti, auto elettriche. Consiglio, come gioco da fare, di trovarne il maggior numero possibile”.

E se dovesse verificarsi cosa sarebbe necessario avere in casa per passare indenni l’intero periodo di black-out?
“Bisognerebbe avere in casa la dotazione prevista per eventi di emergenza, come terremoti e altre catastrofi naturali. Acqua da bere, almeno due litri al giorno a persona. Cibo. Disinfettanti, medicinali e generi di prima necessità per la cura della persona, carta igienica compresa. Sacchi per spazzatura. Candele e altri dispositivi di illuminazione non elettrici. Combustibile per cuocere e per il riscaldamento. Coperte. Una radio a batterie per eventuali comunicazioni di emergenza. E fatemi aggiungere anche una buona scorta di libri da leggere, giochi di società. E possibilmente una compagnia gradevole”.

Persino un ministro dell’attuale governo, recentemente ha toccato la questione: https://www.ilmessaggero.it/video/politica/giorgetti_black_out_energetico_non_da_escludere_attuale_sistema_approvvigionamento-6354632.html:
(Agenzia Vista) Roma, 30 novembre 2021 “Un black out non è da escludere rispetto all’attuale assetto dell’approvvigionamento energetico. Lo sforzo che dobbiamo fare è quello di sterilizzare questo tipo di impatto nei confronti delle famiglie, al netto che a livello europeo si definisca un piano per evitare conseguenze peggiori come arrivare a un black out”. Lo ha afferma il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti durante l’assemblea di Confartigianato. Confartigianato Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev agenziavista.it
Questa volta evitiamo di parlare di kW o di Kwh, non parliamo di potenza elettrica o di energia elettrica: parliamo della seria possibilità che ci si possa ritrovare, per un periodo di tempo significativo, senza l’una e senza l’altra. Semplicemente al buio.

Sicuramente, il più dettagliato degli articoli da noi letti al riguardo, è apparso sullo spazio web di un quotidiano italiano a grande diffusione, https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/11/19/non-sono-un-indovino-ma-siamo-vicini-a-un-grande-blackout-ipotesi-assurda-per-nulla/6396634/, lo stesso fisico dell’Uniroma intervistato da “Il Giorno”, approfondisce la cosa entrando meglio nella questione:

Ricordate il 28 settembre 2003? Ore 3:01 del mattino, l’Italia dorme. Il carico della rete elettrica è basso, circa 28 mila MW. Il 25% viene importato da Francia e Svizzera. Notte di tempesta sul Lucomagno, al confine fra il cantone Ticino e quello dei Grigioni, Svizzera centro-meridionale. Il vento fa avvicinare troppo un ramo alla linea a 380kV che trasporta energia elettrica verso l’Italia, interrompendola. Il carico viene ridistribuito fra gli altri collegamenti in funzione, sovraccaricandoli. Intervengono le protezioni. Uno dopo l’altro, si interrompono anch’essi.

Il gestore svizzero alle 3:11, non riuscendo a ristabilire i collegamenti interrotti, telefona al Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale – oggi si chiama Terna – chiedendogli di ridurre la richiesta di potenza di 300 MW. Poca roba. Alle 3:21 Grtn soddisfa la richiesta e alle 3:25 le protezioni interrompono la linea del San Bernardino, sempre in Svizzera, sovraccarica al 110%. Segue altra sequenza di chiusura di collegamenti, il sistema elettrico italiano diventa instabile. La frequenza che caratterizza le grandezze sinusoidali di tensione e corrente inizia a oscillare. Dai nominali 50 Hz scende a 47,6 Hz, frequenza non sostenibile dal sistema che collassa alle 3:27.

La maggior parte dei 59 milioni di italiani continua a dormire, con l’eccezione dei romani, che stanno vivendo la “Notte Bianca”, ma al buio. La rete elettrica cade come in un domino, una tessera dopo l’altra. Per rimettere il tutto in piedi si segue la stessa dinamica, senza scorciatoie. La corrente torna verso le 9:00 del mattino nel nord-Italia, al centro alle 16:30 e al sud alle 19:00. In Sicilia si torna alla normalità alle 22:00. Solo la Sardegna e alcune isole minori rimangono sempre accese, perché non collegate alla rete principale.

Ci vollero due minuti e mezzo per spegnere tutto, ma circa 19 ore per rimettere in sesto la rete elettrica italiana. Domanda: poiché l’intero sistema di distribuzione dell’elettricità in Europa è interconnesso, Regno Unito compreso – alla faccia della Brexit – cosa potrebbe accadere se l’intera rete europea diventasse instabile e cadesse?

Ipotesi assurda, diranno i più. Invece no, non è assurda per nulla. Anzi.
Sabato 4 novembre 2006: più di 15 milioni di europei rimangono senza corrente elettrica per due ore. Venerdì 8 gennaio 2021, ore 13:04. Problema di fornitura in Romania. La frequenza inizia a essere instabile, viene raggiunto il terzo dei quattro livelli di attenzione della Entso-e (European Network of Transmission System Operators for Electricity, ovvero Rete europea degli operatori per la trasmissione dell’energia elettrica) che raggruppa 42 soggetti, che recita: “Situazione deteriorata, inclusa interruzione di rete a grande scala. Elevato pericolo per i sistemi adiacenti. Princìpi di sicurezza non soddisfatti. Sicurezza globale a rischio”.

Siamo molto vicini al grande buio. Per stabilizzare la rete vengono avviate le centrali in grado di generare energia elettrica in modo rapido, ovvero impianti idroelettrici e a turbogas. L’intervento di emergenza ha successo, questa volta. Cosa accadrà la prossima?
La crescente quota parte delle fonti di energia rinnovabile, altamente volatili, insieme all’eliminazione di grandi impianti sia dedicati a soddisfare il carico di base (nucleare e carbone), sia di scorta (back-up a turbogas), stanno peggiorando la situazione. In passato sono state registrate 15 operazioni di emergenza all’anno. La media annuale degli ultimi anni è di 240 interventi.

Possiamo solo sperare che il prossimo inverno sia mite, perché se fosse rigido aumenterebbero i consumi di energia elettrica. Per stabilizzare la rete in caso di domanda eccessiva occorre avviare le centrali a turbogas e farle andare nel tempo. Purtroppo l’Europa sta registrando una massiccia riduzione dei suoi approvvigionamenti di gas, le scorte sono limitate. Intervenire con successo, in caso di necessità, diventa più difficile, se non impossibile.

27 ottobre 2021. Klaudia Tanner, ministro austriaco della Difesa, dichiara che esiste un’elevata probabilità di un black-out elettrico che avrà significativi impatti su reti informatiche, telefonia cellulare e utenze private, non solo in Austria, ma su scala europea (NdA: La Difesa austriaca non è nuova a predizioni azzeccate: nel 2017 avevano parlato di una possibile epidemia nella prossima decade che avrebbe paralizzato il mondo. Nessuna magia, nessun “gomblotto”, solo buon senso…). Il che significa affermare che la questione non è se ci sarà un black-out, ma quando. Comunque, le conseguenze saranno catastrofiche.

Cosa fare se si spegne tutto? Bisogna avere cibo, almeno due litri di acqua al giorno a persona, combustibile, candele, batterie per radio e per torce tascabili, denaro contante perché Atm e Pos non funzionano, medicine. Si fermano le infrastrutture: semafori, trasporti pubblici, treni, impianti idrici, ascensori, trattamento rifiuti, frigoriferi. Niente televisione. Si spengono computer e quanto è digitale. No Facebook, no social, no web. Nessun cinguettio. Per quanto tempo? La stima è che per rimettere in piedi la rete europea servono da un minimo di sette al massimo di quindici giorni.

Si consiglia di prepararsi per tempo seguendo un corso di pronto soccorso, prevedere un punto di incontro per familiari e amici se il black-out non permette di comunicare, distribuire compiti e responsabilità fra vicini per gestire al meglio le risorse disponibili (aspetto positivo: sospensione delle liti condominiali?).Nessuno sa esattamente quali saranno le conseguenze di un black-out europeo. Di sicuro non si riuscirà a tornare alla normalità in modo rapido. Si deve prevenire per quanto possibile e prepararsi a gestire la crisi.

Ovviamente stanno già rumoreggiando i complottisti anonimi: “Si tratta di azione concertata dai poteri forti per convincere le masse della bontà della costruzione di impianti nucleari…”; “Per evitare di rispondere alle critiche sull’efficacia del green-pass e dei vaccini, per sostenere la menzogna dell’esistenza di un virus Covid, i digerati, i digitati, le cavallette di Sion, i marinai della Potëmkin, o chi per loro, stanno pianificando l’interruzione programmata del sistema di distribuzione elettrica”; “Si tratta di una strategia di diversione finalizzata all’interruzione del sistema economico-finanziario mondiale per permettere ai rettiliani di prendere il controllo del mondo…”.

Siamo spiacenti di informare che un black-out su scala europea – o nord-americana, perché non sono messi molto meglio di noi – è un evento possibile, basato su solide basi statistiche e di probabilità, funzioni dell’architettura e della complessità del sistema che è stato messo in posto negli anni, delle decisioni molto spesso politiche e non tecniche che sono state assunte.

Il poter finire tutti al buio per un paio di settimane non è una previsione, una divinazione, il risultato di complicati calcoli astrologici o altre tecniche di divinazione, bensì semplice evidenza sperimentale. Dati i consumi, la tipologia delle capacità installate, i sistemi di riserva, le scorte di combustibili, il possibile andamento climatico della prossima stagione invernale, i conti non tornano e, se spingendo i dati un po’ di qua e un po’ di là, li facciamo tornare, il margine è così sottile da non tranquillizzare nessuno.
Dovesse accadere prendete nota che non sono stato io, non ho predetto nulla, anche perché non scrivo quartine, non mi interessano le frattaglie animali o i fondi di tazze di thè e non frequento Cuma e nemmeno Delfi. Meditate gente, meditate, e non dimenticate di fare scorta di coperte calde. Si è dimenticato di citarle.

Torniamo al 2012, torniamo alle profezie di allora, di Paolo Franceschetti, gran parte di esse oggi irreperibili sul web…si faceva evidentemente avvertire la paura del “grande black out” il quale, nel luglio di quell’anno, come si seppe solo in seguito, fu un’eventualità tutt’altro che remota, tutt’altro che favoleggiata solo da complottisti o fuori di testa:
La tempesta solare perfetta (che mancò la Terra)
https://www.lescienze.it/news/2014/03/19/news/tempesta_solare_magnetica_perfetta_espulsioni_plasma_corona_sole-2055531/

La super tempesta solare del 2012 così come l’evento di Carrington. La NASA: siamo stati fortunati
https://www.meteoweb.eu/2014/07/super-tempesta-solare-2012-come-levento-carrington-nasa-fortunati/305914/

Tempesta solare: nel 2012 avrebbe potuto distruggere la Terra
https://www.nextme.it/scienza/universo/sistema-solare/8107-tempesta-solare-2012-distruggere-terra
Etc, etc…

 

Nel seguente aggiornamento che Franceschetti postò nel 2012, l’avvocato-complottista-astrologo presenta uno strano testo di Umberto Eco che il famosissimo semiologo e romanziere italiano fece pubblicare dal settimanale “L’espresso” nel 2003 [vi ricorda qualcosa quest anno?] e che, presentato nella sua rubrica “La bustina di Minerva”, venne poi raccolto nel volume “A passo di gambero.” L’atmosfera di quel raccontino è del tutto in linea con l’idea di un “reset di tutte le cose”, un “nuovo inizio”, uno “staccare la spina dopo così tanto tempo in cui non veniva staccata”, un’ “interruzione dall’ipnosi dei gadget multimediali”, che di certo ha raggiunto livelli d’intensità maggiore adesso rispetto al 2003.

Certo, lo scenario del testo è immensamente più grave e radicale rispetto a quello che finora abbiamo tratteggiato, e Umberto Eco, lo noto leggendo, a questa sua fantasticheria fanta-apocalittica, vi mescola arbitrariamente dei suoi ricordi risalenti a quella seconda guerra mondiale da lui vissuta quando era bambino.

https://forum.comedonchisciotte.org/opinioni/franceschetti-sul-black-out-globale-prossimo-venturo/

Come ho detto nella conferenze e in alcuni articoli, pare si prepari un black out globale, di proporzioni mondiali, che toglierà la luce elettrica per settimane in tutto il globo.
http://paolofranceschetti.com/?p=655 (se ci cliccate sopra finite su uno spazio web vuoto)
I segnali erano diversi e inquietanti.
Attualmente poi ne iniziano a parlare quotidiani come Repubblica e il Sole 24 ore. E già nel 2003 era comparso questo inquietante articolo di Umberto Eco, su L’espresso, segnalatoci da un lettore. Ve lo propongo perché, casualmente, dice le stesse cose che diciamo noi su questo blog da tempo, prospettando scenari possibili, ma anche le soluzioni:

Sogno che dopo un Black Out mondiale si scateni una guerra planetaria

Ho sognato l’Apocalisse.
Quando qualcuno dice “io sogno che…” oppure “ho fatto un sogno”, s’intende di solito che in quel sogno si siano materializzati, o svelati, i suoi desideri. Ma un sogno può anche essere un incubo, in cui si annuncia ciò che non si desidera affatto, oppure un sogno divinatore, che richiede l’intervento dell’interprete autorizzato, il quale ci dica che cosa esso annunciava, prometteva o minacciava. Di questa terza natura è il mio sogno, e lo racconto così come lo sogno, senza chiedermi in anticipo se corrisponda ai miei desideri o alle mie paure.

Sogno dunque che dopo un ‘black out’ globale, che immobilizza l’intero mondo civile, nella ricerca folle delle responsabilità, e nel tentativo di reagire a una minaccia, si scateni una bella guerra planetaria. Ma di quelle coi fiocchi, non un incidente marginale come la seconda guerra mondiale, che ha fatto solo cinquanta milioni di morti. Una guerra vera, di quelle che la tecnica ci consente oggi di fare, con intere aree del pianeta desertificate dalle radiazioni, con almeno la metà della popolazione mondiale che scompare, per fuoco amico, fame, pestilenze, insomma una cosa per bene, fatta da generali competenti e responsabili, all’altezza dei tempi. Naturalmente (si è egoisti anche nei sogni) sogno che io, i miei cari, i miei amici, viviamo in una zona del pianeta (possibilmente la nostra) in cui le cose non siano andate del tutto in modo disperato.

Naturalmente, non avremo più comunicazioni televisive, per non parlare d’Internet, visto che anche le linee telefoniche saranno ormai andate in tilt. Sopravviverà qualche comunicazione radio, usando vecchi apparecchi a galena. Non ci saranno più le linee elettriche, ma rabberciando alla buona alcuni pannelli solari, specie nelle case di campagna, si potrà avere qualche ora di luce, e per il resto si andrà a borsa nera per alimentare dei lumi a petrolio, tanto nessuno starà ancora a raffinare benzina per macchine che, se ancora esistono, non hanno più strade dove correre. Al massimo qualche camioncino, e per il resto carretti e calessi trainati da cavalli. A questa luce scarsa, e possibilmente accanto a un caminetto alimentato con parsimonia disboscando di qua e di là, di sera, ai miei nipoti, ormai privi della televisione, potrò leggere vecchi libri di fiabe ritrovati in solaio, o raccontare di come fosse il mondo prima della guerra.

A una cert’ora ci accucceremo davanti alla radio e capteremo alcune trasmissioni lontane, che ci informano su come stanno andando le cose, e ci avvertono se si addensano pericoli nella nostra area. Ma per comunicare si saranno anche riaddestrati colombi viaggiatori, e sarà bello staccare dalla loro zampetta l’ultimo messaggio in arrivo, che ci dice che la zia ha la sciatica ma tutto sommato continua a campare, o trovare il quotidiano di ieri in ciclostile. Può darsi che, se ci siamo rifugiati in campagna, nel paesino abbiano tenuto in piedi una scuola, e in tal caso darei il mio contributo, insegnando grammatica o storia – non geografia, perché i territori saranno nel frattempo così mutati che parlare di geografia sarebbe lo stesso che parlare di storia antica. Se poi la scuola non ci fosse, radunerei i nipoti e i loro amici e farei scuola in casa, prima le aste, per addestrargli il polso, e non solo alla scrittura, ma ai molti lavori manuali che dovranno fare, e poi via via, se ci fossero ragazzi più grandi potrei fare anche delle buone lezioni di filosofia. Può darsi che per i ragazzi rimanga il cortile della parrocchia, dove sarà sopravvissuto un campetto di calcio (e si potrà giocare anche con una palla di stracci), forse sarà stato ricuperato dalla cantina un vecchio calciobalilla e il parroco avrà fatto costruire dal falegname un ping pong, che i giovani scopriranno più appassionante e creativo dei videogiochi di un tempo.

Si mangerà molta verdura, se la zona non sarà ancora radioattivizzata, e saranno buone le ortiche cotte, che sembrano spinaci. Siccome si moltiplicano per vocazione, non mancheranno dei conigli, e forse ci sarà un pollo di domenica, alla più piccola il petto, al più grande la coscia, l’ala al papà, l’anca alla mamma, e per la nonna che è di bocca buona il collo, la testa e il portacoda, che nei polli ruspanti è il più saporito. Si riscoprirà il piacere delle passeggiate a piedi, il tepore dei vecchi giacconi fuori moda, e dei guanti di lana, con cui si può anche giocare a palle di neve. Non dovrebbe mancare il vecchio medico condotto, capace di mettere insieme qualche riserva di aspirina e di chinino. Si sa, senza più le camere iperbariche, le tac e le ecografie, la vita umana tornerà su una media di sessant’anni, ma non sarà male, calcolando la lunghezza della vita media in altre zone del globo. Rifioriranno sulle colline i mulini a vento. Davanti alle loro grandi braccia i vecchi racconteranno la storia di don Chisciotte, e i piccoli scopriranno che è bellissima. Si farà musica, e tutti impareranno a suonare qualche vecchio strumento ritrovato, per male che vada con un coltellino e una canna si possono fare intere orchestrine di flauti, alla domenica si danzerà sull’aia, e forse qualche fisarmonicista sopravvissuto suonerà la Migliavacca.

Nei bar e nelle osterie si giocherà a briscola, bevendo spuma e vino giovane. Circolerà di nuovo lo scemo del paese, costretto ad abbandonare la vita politica. I giovani demotivati si consoleranno aspirando vapori di camomilla con un asciugamano sulla testa, e diranno che è uno sballo. Riprenderanno fiato, a mezza montagna, molti animali, tassi, faine, volpi, e lepri a non finire, e anche gli animalisti accetteranno di andare talora a caccia per procurarsi cibo proteinico, con vecchie doppiette se ci sono, con archi e frecce in ogni caso, e vibratili cerbottane. Nella notte, a valle, si udranno abbaiare i cani, ben nutriti e tenuti in gran conto, perché si sarà scoperto che sostituiscono a poco prezzo sofisticati sistemi elettronici d’allarme. Nessuno li abbandonerà più sull’autostrada, sia perché avranno acquistato un valore commerciale, sia perché non ci sono più le autostrade, sia perché se anche ci fossero nessuno le prenderebbe più, perché arriverebbe troppo in fretta in zone che sarà meglio evitare, ‘ubi sunt leones’.

Rifiorirà la lettura, perché i libri, tranne casi di incendio, sopravvivono a molti disastri, saranno ritrovati in stanzoni abbandonati, sottratti alle grandi biblioteche cittadine andate in rovina, circoleranno per prestito, verranno regalati a Natale, ci terranno compagnia nei lunghi inverni e persino d’estate, quando faremo i nostri bisogni sotto un albero. Pur udendo dalla radio a galena voci inquietanti, sperando di farla franca, ringraziando il cielo ogni mattina perché siamo ancora vivi e il sole risplende, i più poetici tra di noi inizieranno a dire che, tutto sommato, sta rinascendo un’età dell’oro. Calcolando che questi rinnovati piaceri dovrebbero essere pagati con almeno tre miliardi di morti, la scomparsa delle piramidi e di San Pietro, del Louvre e del Big Ben (New York nemmeno a parlarne, sarà tutto Bronx), e che dovrò fumare paglia, se non sarò riuscito almeno a perdere il vizio, mi sveglio dal mio sogno con molta inquietudine e – dico la verità – spero che non si avveri.

Ma sono andato da uno che pratica la mantica e sa persino leggere le viscere degli animali e il volo degli uccelli, e costui mi ha detto che il mio sogno non annuncia soltanto qualcosa di orrendo: suggerisce anche come quell’orrore potrebbe essere evitato se riuscissimo a contenere i nostri consumi, astenerci dalla violenza, non eccitandosi neppure troppo a quella altrui, e riassaporare ogni tanto gli antichi riti e i desueti costumi – perché dopotutto anche oggi si può spegnere il computer e il televisore e – invece di partire in volo charter per le Maldive – raccontare qualcosa accanto al fuoco, basta averne la voglia.
Ma, ha aggiunto il mio oniromante, proprio questo è un sogno, che si abbia il coraggio di fermarci un momento per evitare che di sogni si avveri l’altro. E quindi, ha aggiunto l’oniromante, che è saggio ma stizzoso come tutti i profeti a cui nessuno dà retta, andate un poco a farvi fot…e tutti quanti, perché è anche colpa vostra.

Possiamo dire che Umberto Eco, nel testo che abbiamo appena presentato, è riuscito a farci comunque evocare certe cose che sarebbero probabilmente presenti in una realtà la quale, a causa della mancanza dell’iper-tecnologia ovunque, farebbe riemergere comportamenti e interessi umani che la computerizzazione portata agli estremi e l’ipnosi della multimedialità 24/7 aveva fatto dimenticare e fatto diventare desueti.
Se, secondo quelle previsioni che abbiamo visto, l’interruzione di energia elettrica su grande scala, dovesse durare al massimo sette, quattordici giorni – a dir davvero tanto un mese – forse non ci sarebbe nemmeno il tempo di abituarcisi ma, anche solo durasse qualche giorno e nel frattempo ci fossero spesso certe nottate invernali limpidissime, la visione della volta celeste stellata non disturbata da nessun tipo di inquinamento luminoso, potrebbe attirare quei tanti che, soprattutto tra quelli nati negli ultimi decenni, uno spettacolo così nel cielo non l’avevano mai visto in vita loro nelle città.
Non sapendo che altro fare nelle prime ore della notte, anche solo per un periodo di tempo non lunghissimo, in una realtà in cui è venuta a mancare del tutto l’energia elettrica, molti – soprattutto i cosiddetti “alternativi” ma non solo – potrebbero aggregarsi a osservare i cieli notturni che, soprattutto nelle zone molto urbanizzate, da tempi immemorabili non avevano avuto più modo di far vedere degli astri così ben visibili!

Concludo questo lungo post, sperando abbiate avuto la pazienza di seguirlo da cima a fondo, aggiungendo una MORALE (?), diciamo così, come alla fine di una fiaba e, infatti, molto recentemente, il 21 dicembre passato, mi sono imbattuto nella seguente storiella, scritta su pannelli su una stradina vicino ai boschi, per invogliare i più piccoli al rispetto della natura: avendo già in testa di postare questo post, mi ha fatto un certo effetto leggerla:

In un luogo molto, molto lontano e circondato dalla natura, due proprietari terrieri di nome Dorothy e Riccardo volevano costruire nuove fabbriche e così iniziarono a disboscare il bosco.
In quel bosco però vivevano il Mago della Natura e la Strega Ghignetta che, preoccupati per la salute delle piante e degli animali che abitavano il bosco, decisero di trasformare Riccardo in un tasso e Dorothy in un capriolo per fargli smettere di distruggere la natura circostante.
Dorothy e Riccardo così trasformati, dentro quei nuovi corpi si sentivano un po’ strani, tuttavia provarono ad adattarsi e a cercare cibo e rifugio nel bosco.
Stanchi e affamati, dopo alcuni giorni decisero di andare a cercare il Mago e la Strega per supplicarli e convincerli a farli tornare umani.
Così si misero in viaggio. Lungo il tragitto, quasi nascosta da un arbusto d’alloro trovarono una volpe ferita, era stata investita da un camion diretto al cantiere della nuova fabbrica in costruzione.
Il tasso e il capriolo la soccorsero, le procurarono acqua e cibo e la curarono con un infuso di bacche di sambuco e foglie di nocciolo.
Una volta guarita la volpe, che voleva sdebitarsi coi suoi nuovi e gentili amici, si offrì di aiutarli a cercare il nascondiglio segreto e per farlo chiese aiuto al suo fidato compagno, il cinghiale grufolante.
Il cinghiale non sapeva dove si trovasse il rifugio ma conosceva qualcuno che poteva saperlo: il saggio gufo, lui di solito era informato di tutti i fatti che accadevano nel bosco.
Il gufo abitava in cima a un’altissima montagna , protetto tra i rami di un’antica roverella.

Il viaggio per raggiungerlo fu lungo e faticoso, pieno d’imprevisti ma grazie alle capacità di ognuno e al lavoro di squadra, gli animali riuscirono a raggiungere la cima.
Giunti a destinazione, dopo essersi rifocillati con un’abbondante scorpacciata di ciliegie e fichi, incontrarono il saggio gufo, che in effetti conosceva il luogo dove abitavano il Mago e la Strega, ma lo avrebbe rivelato solo se avessero prima superato una prova: il tasso e il capriolo dovevano salvare il nido dell’aquila che si trovava in pericolo.
Il capriolo e il tasso passarono tutta la notte a parlare e studiare un piano e il giorno dopo, di buon mattino, partirono alla ricerca del nido.
Nessuno sa veramente cosa combinarono, ma tornarono poco prima del tramonto, portando tra le zampe le uova di aquila intatte.
La prova era stata superata brillantemente!!!
Il gufo sorrise e rivelò la sua vera identità: era lui il Mago della Natura e l’aquila era la Strega Ghignetta!
Durante il tempo trascorso nei panni di un tasso e di un capriolo, Dorothy e Riccardo avevano capito l’importanza della natura e della sua tutela.
Supplicarono il Mago e la Strega di farli tornare umani e promisero in cambio di non costruire più fabbriche.
I due, finalmente umani, decisero di costruire al posto della fabbrica un’oasi protetta per animali e piante, dove pian piano arrivarono abitanti da tutto il bosco.
Gli animali, le piante e gli umani vissero così felici e contenti senza più fabbriche!!!





Il caos magico di TODO MODO (10 anni esatti dopo “Obama Biden 1 – Osama Bin Laden 0)

11 05 2021

Perciò, dove voglio arrivare? Credo che tutto quanto sia inter-connesso e se  prendiamo un dato sistema di informazioni-intrattenimento e lo guardiamo in maniera veramente approfondita, a un certo punto vedremo apparire dei patterns, degli schemi. È così che cerco di usare soprattutto la cultura pop e i film. Così come un mistico interpreterebbe la vostra carta natale, le carte dei tarocchi o i sogni, sto cercando di usare ciò che vedo sui mass media come una sfera di cristallo per rintracciare patterns rilevanti che fanno emergere possibili realtà sconosciute dalla trance della realtà consensuale ordinaria. Gli artisti proiettano i loro desideri e i desideri della società nei libri e film che realizzano e noi stabiliamo la validità delle loro idee con la forza delle nostre convinzioni collettive, le quali si traducono in ciò che ci piace pensare come “realtà concreta condivisa.” Credo che possiamo leggere le sceneggiature cogliendovi possibilità imminenti le quali potrebbero derivare dalla spinta di una volontà collettiva di cui normalmente non siamo affatto coscienti. Un’altra possibilità è che possiamo scoprire verità nascoste le quali sono state soppresse e riescono a trovare espressione nell’oceano creativo inter-connesso sbloccato sempre più ogni giorno da tecnologie come Internet. La maggior parte del mio lavoro è stato possibile solo negli ultimi mesi poiché internet collega sempre più tutto a tutto (essendo Youtube, Wikipedia, Blogging, Imdb, Google, ecc. i miei strumenti magici appena scoperti per trovare connessioni) con velocità crescente man mano che ci si avvicina al 2012.
Jake Kotze, 20 ottobre 2006

«Todo modo para buscar la voluntad divina.»
Sant’Ignazio da Loyola, fondatore dell’ordine dei gesuiti

«Forzai le mani (…) [dello scrittore Leonardo] Sciascia anche nel tono del film (…), e mi sembrò così, non soltanto di seguire [una sua indicazione] (…), ma di evocare quel clima di farsa nerissima che si respirava e si continua tuttora a respirare in Italia.»
Elio Petri

Sinossi ridotta all’osso del film Todo Modo di Elio Petri, uscito nell’aprile 1976, ottenibile come risultato su un motore di ricerca:
Per salvarsi da un’epidemia che incombe, alcune personalità di spicco della politica e dell’industria si ritirano in un luogo isolato al fine di sottoporsi a dei rigorosi esercizi spirituali.

Todo Modo si svolge in gran parte all’interno di un albergo sotterraneo catacombale di cemento e metallo, chiamato “Zafer” gestito da un inflessibile prete gesuita, don Gaetano. Quell’ambiente underground è decorato da statue religiose stilizzate dentro quei luoghi ctonii, sotto terra, che possono far venire in mente il cristianesimo arcaico all’epoca delle persecuzioni ma nello stesso tempo si tratta di luoghi post-moderni, sembrano quasi enormi parcheggi metropolitani o bunker post-atomici nello stile tipico della chiesa post-conciliare, in quell’inizio di seconda metà anni ’70: tempi che, nonostante in seguito sarebbero stati ricordati con nostalgia (poiché erano ancora presenti tutte quelle cose di cui nei decenni successivi se ne sarebbe sentito la mancanza), quando invece erano l’ oggi, quei tempi potevano essere vissuti con molta pesantezza, soprattutto in Italia ma non solo.

Dopo un trentennio di suo governo senza rivali in Italia, in quegli anni la Democrazia Cristiana, la “Diccì”, veniva vista in modo apocalitticamente drammatico, soprattutto sulle produzioni dei mass media meno allineate ai poteri istituzionali.

Nel film Todo Modo – tratto da una libera interpretazione dell’omonimo libro di Leonardo Sciascia – quanto detto sopra viene mostrato dal regista Elio Petri in senso onirico-grottesco, direi utilizzando non coscientemente una specie di “caos magico” (lo vedremo tra poco.) Gli uomini politici della D.C., il potere governativo allora trentennale in Italia, dal post-seconda guerra mondiale in poi, appaiono come quelle figure pesantissime quali erano in tutto e per tutto anche nella realtà “vera” al di fuori del film, con i loro occhiali, le borse, i portaborse, quegli abiti sempre scuri di ordinanza e rappresentanza assieme al loro modo di parlare impolverato di cultura classica-giuridica: sempre a mediare, a diplomatizzare tra pubblico e privato, tra civile e militare, tra laico e religioso, tra esoterico ed essoterico. In quei tempi, quegli uomini erano un po’ come il cosiddetto Politburo del Comitato centrale del PCUS – Wikipedia) nell’allora ancora esistente U.R.S.S.:, erano ieratici, eburnei e inaccessibili (soprattutto linguisticamente) dalle “persone normali”, nonostante ci si trovasse in una Repubblica dell’Occidente, seppure pesantemente condizionata da quegli U.S.A. e quella N.A.T.O. di cui la D.C. incarnava la colonna governativa in Italia.

In quell’albergo-bunker sotterraneo chiamato “Zafar” gli uomini della D.C. in blocco sono significativamente loro, e non quelli del P.C.I., a rifugiarsi lì dentro dall’epidemia in corso per compiere degli imponenti “esercizi spirituali” dentro un ambiente in cui sullo sfondo ci sono sculture che sembrerebbero fatte da uno di quegli artisti, come l’architetto Pier Luigi Nervi – Wikipedia, tipici della Chiesa post-modernista di quei tempi, circa un decennio dopo il Concilio Vaticano II: vediamo sugli sfondi quelle figure religiose bianche dalle forme stilizzate le quali mi ricordano straordinariamente certe sculture che conosco bene sulla superficie esterna in cemento della parrocchia post-conciliare post-moderna in cui si sposarono i miei un anno esatto prima dell’uscita del film!

Inoltre, la sagrestia e gli ambienti di ritrovo dietro e sotto la zona dell’altare di quella parrocchia, vi garantisco che, immaginandoli sotto un’illuminazione diversa e più cupa, quando ero bambino e li frequentavo, avrebbero suscitato un’atmosfera penso simile a quella degli interni dell’albergo-bunker del film…

Negli ultimi giorni ho cercato a più riprese di scrivere qualcosa al riguardo di Todo Modo sul blog, ma finora non c’ero ancora riuscito…temevo finisse per succedere, posso proprio dire, quasi esattamente come dieci anni fa spaccati, quando – dopo che in quel 1°maggio vi fu il processo sommario, la cattura e l’esecuzione di “colui che fece buttare giù le torri gemelle” – pur avendo in testa un post da fare al riguardo, non sarei mai riuscito a buttarlo giù, infatti e a metterlo sul blog, a up-loadarlo pensando di intitolare quel post mai fatto “Obama Biden 1 – Osama Bin Laden 0”!

Nella conclusione del film di Petri, dentro un parco in condizioni tali da sembrare di essere stato investito in pieno dalla Fine Dei Tempi (così come tra l’altro lo sarebbe stato, in un certo senso, di lì a poco il parco Lambro [vedere Festival del proletariato giovanile – Wikipedia edizione 1976]) dappertutto è disseminato, oltre che di uomini politici e dirigenti ammazzati, “di cose segrete venute alla luce” potremmo dire e, in sostanza, succede che, in quel parco, alla fine di una lunga pista di fogli di carta tra l’erba e gli alberi (documenti dentro archivi che avrebbero dovuto rimanere nascosti?!) Todo Modo si conclude col Presidente della D.C. (interpretato da Gian Maria Volonté) a cui viene “eseguita la sentenza” usando un’arma da fuoco, da parte di un personaggio anomalo e inclassificabile interpretato da quel Franco Citti che fu tra gli amici e attori preferiti di uno scrittore-regista, Pier Paolo Pasolini, il quale favoleggiò a proposito di un “processo giudiziario universale” che secondo lui si sarebbe dovuto svolgere un giorno o l’altro per alla fine condannare tutti gli uomini della Democrazia Cristiana, da lui visti come i responsabili del Male in Italia dal dopoguerra in poi.

Quel Pasolini che venne poi ucciso pochi mesi prima l’uscita nelle sale di Todo Modo dopo che venne distribuito un film da lui diretto, il suo ultimo, in cui l’indicibile del Potere sarebbe stato esposto allo sguardo del pubblico come probabilmente mai prima nella storia del cinema, come (forse) sarebbe riuscito soltanto al suo collega Stanley Kubrick nel 1998-1999, nel bel mezzo di quella fine anni Novanta dove sugli schermi apparvero diversi film (come abbiamo ricordato più volte nel blog) in cui veniva mostrata l’ “escatologia” forse prossima ventura, il cosiddetto “esaurimento della storia conosciuta”, cioè la scoperta scioccante che il proprio mondo sempre creduto tanto indiscutibilmente reale e concreto si trattava in realtà di un’illusione frutto di condizionamenti collettivi andati avanti per così tanto, tanto tempo (secoli o addirittura millenni) al punto da perderne la memoria e la coscienza. Kubrick morì dopo aver cercato di fare un film su qualcosa che avrebbe dovuto essere tenuto per sempre celato dietro le quinte, pena, appunto, la “fine del mondo.”

Sia per Kubrick che per Pasolini si trattò del loro ultimo film prima di morire. A Elio Petri andò diversamente, Todo Modo fu infatti il suo penultimo film.

Il personaggio del Presidente è apertamente calcato sulla figura di Aldo Moro (che, all’uscita del film, era a capo del governo da due anni), pur senza mai nominarlo direttamente; ma la fisicità, il modo di comportarsi e il ruolo rivestito non lasciano spazio a dubbi in merito.

Volonté per quest’interpretazione prese a studiare i comportamenti di Moro, i suoi discorsi, la sua mimica facciale e corporale, l’inflessione della sua voce, la sua vena conciliatrice. Petri ricordò che i primi due giorni delle riprese furono cestinati di comune accordo perché la somiglianza tra i due “era imbarazzante, prendeva alla bocca dello stomaco”, considerando che egli non doveva interpretare direttamente Moro, bensì fornirne una maschera, una caricatura, un simulacro. Anche perché, se il personaggio fosse stato esplicitamente Aldo Moro, il film non avrebbe mai potuto essere distribuito.

Http://it.wikipedia.org

Petri – che sarebbe morto ancora giovane dopo aver girato “Buone notizie”, il suo ultimo deprimente film – in quella metà anni Settanta, forse come trascinato dalla precognizione di un allora futuro prossimo maggiormente escatologico rispetto a quel presente, realizzò Todo Modo, volendo mettere una pietra tombale a quel cinema politico (da militanza, da comizio extraparlamentare) di cui diventò una specie di maestro nei tempi tumultuosamente di critica e azione politica generalizzata in Italia dopo il 1969 i quali già poco più di cinque anni dopo non ci sarebbero più potuti essere.

Leonardo Sciascia, lo scrittore del romanzo Todo Modo da cui fu molto liberamente tratta la sceneggiatura del film, disse che Petri, in un certo senso, riuscì a rappresentare sullo schermo cinematografico quel “processo universale” alla Democrazia Cristiana che il collega (di entrambi) Pasolini, come si è detto, avrebbe voluto un giorno vedere, così come scrisse su quel suo articolo giornalistico intitolato “Io so.”
Ma qui è in ballo qualcosa di più secondo noi, di molto di più: sia Pasolini che Petri (e anche Kubrick e altri?) attinsero a conoscenze “altre” di cui loro per primi non sospettavano minimamente e in essi avvenne un certo fenomeno per cui un certo sistema di potere occulto, un certo dominio occulto comprendente tutta la realtà da noi conosciuta, veniva da loro, per così dire, ridotto di dimensioni e minimizzato dalla dimensione metafisica-metastorica a quella politica e sociale: per esempio, nel caso di Pasolini, era la “Democrazia Cristiana” a essere colpevole del Male, nel caso di Kubrick le “congreghe di culti satanici” e sia Pasolini che Petri, negli stessi 1975-1976, fecero due film grotteschi i quali, proprio per via delle loro esagerazioni (somiglianti a una specie di delirio organizzato) si avvicinarono pericolosamente come mai prima al cinema al cuore spaventoso della Storia occidentale, finendo, a causa del loro talento senza freni, per diventare dei profeti senza volerlo e senza nemmeno saperlo; finora generalmente s’è tenuto a pensare che i testi profetici siano sempre i soliti famosi – da determinati libri dell’ Antico Testamento all’Apocalisse a Nostradamus, tutt’al più la Monaca di Dresda o il Ragno Nero – e si pensa di solito che i profeti siano sempre coscienti di esserlo, sappiano sempre bene di essere tali…ma le libere associazioni fantastiche di uno scrittore o di un cineasta (o, perché no, di un autore di videogiochi), se per un miracolo riescono a essere davvero libere, arrivano a sollevare per un attimo la tenda, il più delle volte senza nemmeno saperlo come si è ripetuto, dietro a cui si celano le cose che non sono ancora successe ma succederanno.

16 Ma questo è ciò che fu detto dal profeta Gioele: 17 “E avverrà negli ultimi giorni, dice Dio, che spanderò del mio Spirito sopra ogni carne; e i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri giovani avranno delle visioni e i vostri vecchi sogneranno dei sogni. 18 In quei giorni spanderò del mio Spirito sopra i miei servi e sopra le mie serve, e profetizzeranno. (Atti 2,16-21)

Per non incorrere in problemi di tipo censorio o denunce da parte degli ambienti istituzionali, Petri scelse dunque di utilizzare per Todo Modo un registro surreale-grottesco-metafisico-onirico e grazie a ciò plasmò il film generando quindi, secondo noi, una specie di “caos magico”: tradizionalmente con queste parole si intende un tipo di pratica della magia nera all’insegna del “nulla è vero, tutto è permesso” (espressione che ricorda personaggi come il mago nero Aleister Crowley) ma noi vogliamo invece intendere “caos magico”, senza intenderlo nella maniera corrente propria di certi circuiti esoterici e perciò senza utilizzare giudizi di valore negativi o positivi, lo intendiamo alla stregua di un tipo di azione precognitiva, in cui la deformazione nelle maniere più fantastiche della realtà presente – usando le associazioni mentali libere – porta a descrivere appunto nel presente ciò che succederà in un futuro più o meno prossimo, magari credendo di descrivere qualcosa d’ altro o non rendendosi conto di stare descrivendo nello stesso momento due o più cose che avverranno sì nel futuro ma distanti tra loro nel tempo e nello spazio quando invece – nella “visione” creativa – le si erano viste entrambe assieme: questa ultima cosa può essere significativa perché potrebbe voler dire che avvenimenti distanti tra loro nello spaziotempo della Storia, possiedono in realtà un senso intrinseco che li accomuna sebbene l’uno possa precedere l’altro di parecchi anni, decenni o persino secoli se non millenni.
Da un altro punto di vista, il futuro è già in nuce presente nel passato e in determinate condizioni di percezione lo si può già percepire anticipatamente prima della sua manifestazione concreta e tangibile, sebbene quasi sempre in maniera deformata e inesatta: questa è una considerazione a cui il ricercatore americano Eric Wargo e noi di questo blog siamo giunti indipendentemente gli uni dagli altri.

Vedere I principi della precognizione onirica (Eric Wargo) | Civiltà Scomparse – Il Punto Zero (wordpress.com)

Così Elio Petri – non rendendosi conto di star “profetizzando” – usando una sorta di “caos magico” come sfera di cristallo, è riuscito a vedere e mettere insieme l’epidemia coi vaccini obbligatori alla morte di Aldo Moro, ai drammi immensi della Chiesa dopo la morte di Paolo VI, fino a quei processi del “pool di Milano” (con Antonio Di Pietro e gli altri giudici) che anni e anni dopo avrebbero fustigato quella classe dirigente mostrata messa tutta “in lockdown” da Petri nel 1976: il “pool di Milano del 1992-1993” avrebbe portato nella realtà la fantasia di Pasolini del “processo universale alla classe politica”, però facendolo somigliare quasi a quello di un film trash di serie B, senza in fondo nulla di davvero metafisico o metastorico.

Concludiamo, ricordando altri due film di registi italiani che, secondo noi, possono ricollegarsi a Todo Modo (o, almeno ve li associamo mentalmente): uno è Il seme dell’uomo di Marco Ferreri, mi sembra del 1971, che fa vedere i tempi finali dopo lo sterminio della specie umana – in una maniera terribile perché si passa in poche decine di minuti dai supermercati con le canzoncine diffuse dalle radio e i telegiornali a una preistoria prossima ventura senza nome – in cui una coppia superstite cerca di far continuare a proseguire l’Homo Sapiens Sapiens appartandosi in una villa abbandonata su una spiaggia. In una scena allucinante di questo film, viene mostrata in tv la distruzione di Roma  con Paolo VI moribondo come ultimo papa portato via agonizzante in barella dal Vaticano ormai somigliante a un cratere.
L’altro film è Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada, di Lina Wertmüller, uscito nel 1983 in cui un importante uomo politico rimane bloccato dentro un’auto blu super blindata da cui, nonostante l’aiuto del resto dell’intera classe dirigente coadiuvata dai servizi d’intelligence, non potrà mai più uscire.

Vedere anche Civiltà Scomparse in pausa e avviso importante | Civiltà Scomparse – Il Punto Zero (wordpress.com)

Todo Modo: il significato simbolico del film-accusa di Elio Petri – Auralcrave





Teniamo d’occhio la vicepresidente USA Kamala Harris!

29 01 2021

Loren Coleman colpisce ancora!

Un’altra “profezia” dei Simpson sta facendo discutere sul web: si sta infatti parlando delle similitudini tra l’abbigliamento della nuova vicepresidente Kamala Harris e quello di Lisa Simpson nel diciassettesimo episodio dell’undicesima stagione “Bart va nel futuro”, che uscì nel maggio 2000.

“Come sapete, abbiamo ereditato una forte crisi di bilancio dalla precedente amministrazione Trump”, così veniva testualmente detto a una Linda Simpson (dentro l’ufficio ovale della Casa Bianca) vestita come Kamala Harris oggi nel 2021, in una puntata dell’anno 2000.
Di quell’episodio dei Simpson uscito nell’anno 2000 parlammo già in questo post https://civiltascomparse.wordpress.com/2016/11/28/liper-normalizzazione-e-i-memi-dai-ranocchi-di-estrema-destra-alle-pizze-pedo-sataniste/ ma in quell’occasione Lisa Simpson alla Casa Bianca la si associammo a colei che sarebbe potuta diventare il primo presidente donna degli USA, ovvero a Hillary Clinton.

Ma c’è di più: il 16 ottobre 2018 Loren Coleman postò il seguente post sul suo blog: 

 
Dentro la Casa Bianca è entrato il “linguaggio del crepuscolo”, e non sono sicuro se il presidente Donald Trump se ne sia reso conto.

Sabato 14 ottobre 2018 il presidente Trump ha toccato una vasta gamma di argomenti durante la sua intervista nel programma 60 Minutes tenuto dal reporter della CBS Lesley Stahl. Tra i vari discorsi, ciò che ha catturato una certa attenzione è stato un quadro appeso a una parete di una stanza della Casa Bianca in cui si è svolta l’intervista.

Donald Trump, infatti, ha fatto appendere un quadro di Andy Thomas rappresentante i presidenti repubblicani del passato a un tavolo assieme a Donald Trump. Quadro intitolato “The republican club.”
Il quadro di Andy Thomas “The republican club.”

Altri due quadri di Andy Thomas raffiguranti presidenti USA repubblicani:

“Grand ol’ gang”
“Callin’ the blue”

I seguenti quadri raffigurano invece presidenti USA democratici:

“True blues”
“Callin’ the red”

Poi c’è un certo quadro di Andy Thomas raffigurante presidenti USA democratici chiamato “The democratic club”…

In cui, se stiamo attenti, possiamo osservare una figura sullo sfondo che sembra volerli raggiungere…

La stessa identica figura che possiamo vedere anche sullo sfondo del quadro “The republican club”!

Di chi si può trattare?!

https://it.wikipedia.org/wiki/Kamala_Harris

kamalaharris

Forse Kamala Harris, appunto.

L’attuale vicepresidente, donna e “di colore” la quale, associata a un presidente quale Joe Biden, quasi ottantenne e non, diciamo, “in perfetta forma” è alquanto probabile possa diventare PRESIDENTE, magari anche prima del 2024, l’anno dell’eclisse solare totale dell’8 aprile che chiuderà la ZONA X aperta con l’eclisse solare totale del 21 agosto 2017.

Vedere a questo proposito: https://civiltascomparse.wordpress.com/2020/12/14/14-dicembre-2020-siamo-a-meta-della-zona-x/

Qualche mese fa, il mio collega di blog Teoscrive, ha cominciato a aprire le danze puntando i riflettori sulla Harris, utilizzando anche ovviamente gli studi sulla timewave, di cui posso dire in tutta sicurezza Teoscrive è ormai un’autorità in Italia, con tutta l’esperienza che si è fatto!

Teoscrive ha per esempio connesso Kamala Harris col primo ministro indiano Indira Gandhi, la prima donna a capo dell’India, la Harris ha origini indiane e secondo questo articolo (https://miningawareness.wordpress.com/2020/09/27/kamala-harris-channels-indira-gandhis-state-of-emergency/) suo nonno fu al servizio del regime politico della Gandhi e prima ancora di quello del padre Nehru. Nello stesso articolo viene detto che il primo ministro donna indiano negli anni ’70 dichiarò uno “stato di emergenza” e nel 1984 venne assassinata dalle sue guardie del corpo sikh per vendicare la repressione di un movimento rivoluzionario del loro gruppo. Teoscrive ha trovato, studiando la timewave, delle connessioni sincroniche tra sia Indira Ghandi sia Benazir Bhutto, il primo primo ministro donna del Pakistan (ovvero, in un certo senso, dell’ “India a prevalenza musulmana”), anche lei assassinata (nel 2007, benché non durante uno dei suoi due incarichi come premier pakistano.) Se associamo questi due ricorsi a quelli dei presidenti USA assassinati, 4, e tutti eletti in un anno con lo zero) e ai presidenti – molto più numerosi – di cui è stato tentato l’assassinio (diversi tra questi, come Reagan, eletti in un anno con lo zero, da qui la “maledizione”), possiamo dire che, nel caso Kamala Harris diventasse per davvero la prima presidentessa degli USA, sulla sua testa penderebbe una ‘spada di Damocle’ che, secondo gli studi di Teoscrive, i cicli storici e le connessioni sincroniche della timewave indicherebbero con chiarezza.

I PRESIDENTI NEL MIRINO – la Repubblica.it

Joe Biden e Kamala Harris furono oltretutto previsti nel 2016 da Teoscrive quali possibili candidati presidenziali del 2020 in questo post https://civiltascomparse.wordpress.com/2016/11/10/confronto-fra-elezioni-e-previsioni-elezione-usa-2020/ e messi in quella lista come rispettivamente penultimo e ultima!

Di più forse, dopo l’ Emmanuel Macron del 2017 (vedere https://civiltascomparse.wordpress.com/2017/05/07/emmanuel-macron-luomo-dei-ricorsi-concentrati/) e in seguito allo stranissimo duello Donald Trump-Joe Biden, da cui è uscito come (anomalo) presidente USA un Joe Biden che sembra proprio una specie di George W. Bush “turbo” (il quale, in uno dei suoi numerosi lapsus e gaffes, Biden ha anche citato! erroneamente ovviamente) la Kamala Harris presidentessa USA, in quanto forse ennesima riproposizione concentrata sotto nuove vesti di eventi politico-simbolico-mediatici già accaduti nel passato,  potrebbe trattarsi di un ulteriore avvicinamento a quel “punto zero” della civiltà occidentale di cui parlammo nell’articolo testé linkato e di cui comunque ne stiamo parlando da anni:

Noi di questo blog abbiamo ripetuto più volte come, a nostro parere, la linea spaziotemporale della storia incentrata sull’Occidente non è una linea dritta, continua e uniforme, indefinitamente dal passato al futuro, ma una specie di spirale di Fibonacci, e a un certo punto di quello che per noi è il futuro, si arriverà a una specie di “anomalia spazio temporale” della storia occidentale, un punto di fine-origine della spirale.

2000px-fibonacci_spiral_34-svg

Il processo di progressiva accelerazione verso questo punto di fine-origine è dato dal ripetersi ricorsivo di avvenimenti già accaduti in passato che ricorrono e si ripropongono sotto altre vesti, contemporaneamente vecchie e nuove.





Non perdete la testa dietro a delle elezioni!

14 11 2020

Continua da:

https://civiltascomparse.wordpress.com/2013/04/16/lo-svolgimento-del-programma-kali-e-implacabile/

https://civiltascomparse.wordpress.com/2014/02/01/1febbraio-2003-1febbraio-2014-columbia/

https://civiltascomparse.wordpress.com/2018/04/01/diverse-coincidenze-e-simbolismi-su-donald-trump/

Due famose citazioni che forse ricordate:

“Il mondo è governato da tutt’altri personaggi che neppure immaginano coloro il cui occhio non giunge dietro le quinte.” Benjamin Disraeli

“L’Impero non è mai finito.” – Philip K Dick

Nell’immagine sotto, un tifoso di Biden porta in giro su un bastone un’effigie della testa decapitata del presidente Trump, con tanto di ciucciotto e di naso rosso da maiale.

Qui sotto, un rappresentante dei Black Lives Matters si diverte a ballare assieme a una testa di Trump decapitata.

“Lo studioso delle religioni David Ulansey ha mostrato che la divinità del mitraismo non era per nulla originaria della Persia. Infatti veniva adorato il dio greco Perseo sotto mentite spoglie. Cosa c’è infatti di meglio, per una religione dei misteri che nascondere la vera identità del dio dietro quella di un’altra religione? Sembra che il culto fosse di origine astronomica e la sua teologia scritta nelle costellazioni del cielo notturno. La sua rivelazione principale incarnava una scoperta fatta da un astronomo greco di nome Ipparco, all’incirca nel 120 a.C.”

https://civiltascomparse.wordpress.com/2014/01/21/rossoblu/

La statua della libertà è probabilmente un uomo. Un nuovo documentario afferma che quella figura sarebbe in effetti una drag queen.

“Il livello successivo è quello di Ninfa (maschio-sposa) sotto l’ala protettiva di Venere. Il neofita indossa un velo portando una lampada in mano. Non è in grado di vedere la ‘luce della verità’ fino a quando il ‘velo della realtà’ viene tolto. Egli è devoto al culto, e diventa celibe per la durata almeno di questa fase.
 
“Egli è una sposa (amante) di Mitra. Inoltre offre una tazza di acqua alla statua di Mitra, la tazza rappresenta il suo cuore e l’acqua il suo amore.”

Ogni anno il club, a cui ci si accede solo su invito, ospita una cena con scenette comiche, spettacoli musicali e scherzi. Nessuno si era mai imbattuto in una di queste feste fino a quando Kevin Roose non riuscì a realizzare l’impresa nel gennaio 2012. Entrando nella sala da ballo del prestigioso hotel St.Regis di New York in smoking preso a nolo.

“Entrare fu inaspettatamente facile — una camminata veloce oltre il banco di registrazione – ed ero lì dentro all’ora dell’aperitivo,” scrisse. “Immediatamente, riconobbi volti visti sui giornali.”
 
Il New York Magazine ha anche pubblicato una lista di partecipanti con cui Roose passò la notte. C’erano certi grossi nomi, come l’ex sindaco di New York Michael Bloomberg e l’ex senatore Jon Corzine. Oltre a un pugno di potenti finanzieri e consiglieri di amministrazione.
 
Come unico estraneo nella sala, Roose volle rimanere defilato, quindi si accovacciò a una parete del fondo fingendo di giocherellare col suo cellulare. La scena che si presentò di fronte a lui fu perlomeno…strana.
“Passata l’ora dell’aperitivo, i nuovi candidati (del club) — a cui era stato richiesto di abbigliarsi in body,  gonne con paillettes dorate e parrucche — iniziarono i loro show,” raccontò Roose.
 
In questi show era inclusa una parodia a tema finanziario della canzone “YMCA”, un brano sulla crisi finanziaria globale impostato sul tema di “Dixie” assieme a qualche battuta sessista da parte di due pezzi grossi quali Paul Queally e Ted Virtue.
 
“Qual è la differenza più grande tra Hillary Clinton e un pesce gatto?” domandò uno di loro. “Uno ha i baffi e puzza, e l’altro è un pesce.”
 
Questo solo per dare un’idea…
 

https://it.wikipedia.org/wiki/Sol_Invictus

Il mitraismo raggiunse l’apogeo della sua popolarità durante i secoli II e III, diffondendosi con una velocità “sorprendente” nello stesso periodo in cui l’adorazione del Sol Invictus venne incorporata nei culti sponsorizzati dall’impero romano. 

“Allevato dai lupi”: la religione mitraica e il dio Sole spiegati.

“Allevato dai lupi”, la nuova serie di Ridley Scott su HBO Max, incentrata su un ordine religioso conosciuto come culto di Mitra, a cui si dedicarono gli antichi romani.

Sol Invictus (“Sole invitto, ‘non vinto’ “) fu il dio ufficiale del Sole nel tardo Impero Romano e un patrono dei soldati. Il 25 dicembre 274 a.C., l’imperatore romano Aureliano ne fece una religione ufficiale assieme ai culti romani tradizionali. Gli studiosi sono tra loro in disaccordo sul fatto se questa nuova divinità fu una rifondazione dell’antico culto latino di Sol, un revival del culto di Eliogabalo, o qualcosa del tutto nuovo.”

https://it.wikipedia.org/wiki/Eliogabalo#Provenienza_e_cultura

PARENTESI MARY WOLLSTONECRAFT, MITRA, PROMETEO E FRANKENSTEIN

In questi giorni, sui media si sta parlando di come in un parco a Londra sia stata inaugurata una statua dedicata a Mary Wollstonecraft, antesignana delle FEMMINISTE. Il punto è che la figura di quella statua ha zero somiglianza con le immagini raffiguranti Mary Wollstonecraft!

Quindi se quella statua inaugurata a Londra NON rappresenta Mary Wollstonecraft, allora CHI rappresenta?
Potrebbe mica essere…MITRA?
Qundi abbiamo Mitra che fa nascere se stesso da una roccia (ROCK), al ROCKefeller Plaza, portando il sacro fuoco. Da lungo tempo si è stabilito che questo è un riferimento moderno all’iconografia molto diffusa di Mitra nel mondo antico. 
La figura di Mitra che porta la fiaccola della conoscenza è assimilabile a quella del personaggio mitologico dell’antica Grecia di nome Prometeo, che rubò il fuoco agli dei. Mary Wollstonecraft ebbe come figlia Mary Wollstonecraft Shelley, la quale nel 1816-1818 diede alle stampe “Frankenstein o il PROMETEO MODERNO.” E’ soltanto una coincidenza, ma molto di recente chi scrive ha parlato di Frankenstein e Mary Shelley in un video.

QUI STA LA SAGGEZZA

“C’è questo libro molto strano scritto in qualche momento dei tardi anni Settanta del XX secolo dallo scrittore di fantascienza Philip K. Dick. S’intitola VALIS, ed è veramente il più strano, il più esasperante libro da me mai letto. Da una parte è chiaramente autobiografico, contenendo dettagli sulla stessa vita di Dick, il fallimento del suo matrimonio e il suo esaurimento nervoso, dall’altra parte ci sono elementi fantastici i quali potrebbero sì descrivere qualcosa di realmente accaduto ma potrebbero anche essere esagerazioni fantascientifiche della trama. Non entrerò nei dettegli, sappiate solo che c’è una riga  ripetuta tante volte durante tutto l’intero libro, sempre in grassetto, sempre in lettere maiuscole. L’IMPERO NON E’ MAI FINITO – così dice – L’IMPERO NON E’ MAI FINITO.
 
Sta parlando dell’Impero Romano.
 
“In una forma o l’altra, l’Impero Romano ha continuato ad andare avanti, molto oltre la sua apparente scomparsa, assumendo vari travestimenti. Infatti, dice Dick, il lasso di tempo trascorso tra l’epoca dei primi cristiani in guerra spirituale contro l’Impero e adesso – cioè gli anni in cui Dick scriveva VALIS, i tardi ’70 – è un lasso di tempo fasullo.
“Quell’epoca e quest’epoca stanno cominciando a fondersi. Questi sono – i tempi in cui ora stiamo vivendo – letteralmente dei tempi apostolici.”

THE EMPIRE NEVER ENDED

Versione originale:

https://secretsun.blogspot.com/2020/11/dont-lose-your-head-over-election.html

https://secretsun.blogspot.com/2020/11/get-piece-of-rock.html

Concludo facendo un “ringraziamento” al twitter indipendente antifascista https://mastodon.bida.im/ per avermi CENSURATO del tutto uno spazio di sincro-ciclologia che avevo sul loro social network, presumibilmente per via dell’ultimo articolo di Civiltà Scomparse da me presentato lì cioè https://civiltascomparse.wordpress.com/2020/09/26/il-dio-nascosto-e-cornuto/, forse considerato troppo complottista-fascista per i loro gusti…





Elezioni 2020 – Cosa possiamo prevedere attraverso i cicli storici

10 11 2016

Questo articolo è in parte inglese in parte italiano.

Noi di Civiltà Scomparse abbiamo scoperto l’ esistenza di tre cicli storici diversi e collegati fra loro: uno di 87 anni, uno di 44-45 anni, uno di 25 anni attraverso i quali si verificano eventi storici simili fra loro a quelli del passato.

The United States presidential election of 2016 was the 58th and most recent quadrennial American presidential election. It was held on Tuesday, November 8, 2016. The Republican Party nominee, businessman Donald Trump, and his running mate, incumbent Governor of Indiana Mike Pence, defeated the Democratic Partynominee, former Secretary of State Hillary Clinton, and her running mate, incumbent Senator Tim Kaine. The US Elections Project estimates that 128.8 million Americans cast a ballot in 2016, out of 231 million eligible voters—a turnout rate of 55.6 percent. Trump is expected to take office as the 45th President on January 20, 2017; Mike Pence will take office as the 48th Vice President.

Businessman and reality television personality Donald Trump became the Republican Party‘s presidential nominee on July 19, 2016, after defeating U.S. Senator Ted Cruz of Texas, Governor of Ohio John Kasich, U.S. Senator Marco Rubio of Florida and other candidates in the Republican primary elections.[7] Former Secretary of State and U.S. Senator from New York Hillary Clinton became the Democratic Party’s presidential nominee on July 26, 2016, after defeating U.S. Senator Bernie Sanders of Vermont. Clinton had hoped to become the first female president of the United States.

Nel 1928 venne eletto un uomo dalla personalità e idee simili a quelle di Trump: Herbert Hoover.

hoover

” One of them is a free trade-wary millionaire and political neophyte who locked up the Republican presidential nomination with promises to make America great and to get the economy firing on all cylinders.

The other is Donald Trump. “

The United States presidential election of 1928 was the 36th quadrennial presidential election, held on Tuesday, November 6, 1928. Secretary of Commerce Herbert Hoover was nominated as the Republicancandidate, as incumbent President Calvin Coolidge chose not to run for a second full term. New York Governor Al Smith was the Democratic nominee. Hoover and Smith had been widely known as potential presidential candidates long before the campaign of 1928, and both were generally regarded as outstanding leaders. As each candidate was a newcomer to the presidential race, each presented in his person and record an appeal of unknown potency to the electorate. Each candidate also faced serious discontent within his party membership, and neither had the wholehearted support of his party organization.

In the end, the Republicans were identified with the booming economy of the 1920s, whereas Smith, a Roman Catholic, suffered politically from anti-Catholic prejudice, his anti-prohibitionist stance, and his association with the legacy of corruption of Tammany Hall. The result was a third consecutive Republican landslide.[2] Hoover narrowly failed to carry a majority of former Confederate states, but nonetheless made substantial inroads in the traditionally Democratic Solid South.

This was the last election until 1952 in which a Republican won the White House.

Vediamo ora il paragone 1972 – 2016:

The United States presidential election of 1972 was the 47th quadrennial presidential election, held on Tuesday, November 7, 1972. The Democratic Party‘s nomination was eventually won by Senator George McGovern of South Dakota, who ran an anti-war campaign against incumbent Republican President Richard Nixon, but was handicapped by his outsider status, limited support from his own party, the perception of many voters that he was a left-wing extremist and the scandal that resulted from the stepping down of vice-presidential nominee Thomas Eagleton.

Furthermore, the Presidential term of 1973-1977 is notable for being the only one in American history in which both the original President and original Vice President would fail to finish the presidential term.

Vediamo ora il paragone 1992 – 2016:

The United States presidential election of 1992 was the 52nd quadrennial presidential election. It was held on Tuesday, November 3, 1992. There were three major candidates: Incumbent RepublicanPresident George H. W. Bush; Democratic Arkansas Governor Bill Clinton, and independent Texas businessman Ross Perot.

Bush had alienated much of his conservative base by breaking his 1988 campaign pledge against raising taxes. The economy was in recession and Bush’s perceived greatest strength, foreign policy, was regarded as much less important following the dissolution of the Soviet Union and the relatively peaceful climate in the Middle East after the defeat of Iraq in the Gulf War.

Clinton won a plurality in the popular vote, and a wide Electoral College margin. The election was a significant realigning election after three consecutive Republican landslides.[2][3] Northeastern, Upper Midwest, and West Coast states which had previously been competitive began voting reliably Democratic. As of 2016, this is the most recent election in which an incumbent president was unseated, the previous one having been the 1980 election in which Ronald Reagan unseated then-incumbent Jimmy Carter.

Perot’s campaign took 18.9% of the vote, finishing second in Maine and Utah. This was noted for being the highest vote share of a third-party candidate since 1912, though he did not obtain any electoral votes.

Ora vediamo i personaggi di queste elezioni:

Herbert Hoover è una versione quasi identica di Trump: Herbert Clark Hoover (August 10, 1874 – October 20, 1964) was an American politician who served as the 31st President of the United States from 1929 to 1933. A Republican, as Secretary of Commerce in the 1920s he introduced Progressive Era themes of efficiency in the business community and provided government support for standardization, efficiency and international trade. As president from 1929 to 1933, his ambitious programs were overwhelmed by the Great Depression, that seemed to get worse every year despite the increasingly large-scale interventions he made in the economy. He was defeated in a landslide in 1932 by Democrat Franklin D. Roosevelt, and spent the rest of his life as a conservative denouncing big government, liberalism and federal intervention in economic affairs, as Democrats repeatedly used his Depression record to attack conservatism and justify more regulation of the economy. In the presidential election of 1928, Hoover easily won the Republican nomination, despite having no elected-office experience.

When the Wall Street Crash of 1929 struck less than eight months after he took office, Hoover tried to combat the ensuing Great Depression in the United States with large-scale government public works projects such as the Hoover Dam, and calls on industry to keep wages high. He reluctantly approved the Smoot–Hawley Tariff, which sent foreign trade spiralling down. He believed it was essential to balance the budget despite falling tax revenue, so he raised the tax rates. The economy kept falling and unemployment rates rose to about 25%.

L’ avversario di Hoover nel 1928:

Alfred EmanuelAlSmith (December 30, 1873 – October 4, 1944) was an American statesman who was elected Governor of New York four times and was the Democratic U.S. presidential candidate in 1928. He was the foremost urban leader of the efficiency-oriented Progressive Movement and was noted for achieving a wide range of reforms as governor in the 1920s. He was also linked to the notorious Tammany Hall machine that controlled New York City’s politics; was a strong opponent of Prohibition, which he did not think could be enforced, and was the first Catholic nominee for President. His candidacy mobilized Catholic votes—especially of women, who had only recently received federal suffrage. It also brought out the anti-Catholic vote, which was strongest among white conservative Democrats in the South.

As a committed “wet” (anti-Prohibition) candidate, Smith attracted not only drinkers but also voters angered by the corruption and lawlessness that developed alongside prohibition.[1] Many Protestants feared his candidacy, including German Lutherans and Southern Baptists, believing that the Catholic Church and the Pope would dictate his policies. Most importantly, this was a time of national prosperity under a Republican Presidency. Smith lost in a landslide to Republican Herbert Hoover, who gained electoral support from six southern states. Four years later Smith sought the 1932 nomination but was defeated by Franklin D. Roosevelt, his former ally and successor as New York Governor. Smith entered business in New York City and became an increasingly vocal opponent of Roosevelt’s New Deal.

Forse Trump sarà una rievocazione di Nixon?

Richard Milhous Nixon (January 9, 1913 – April 22, 1994) was an American politician who served as the 37th President of the United States from 1969 until his resignation in 1974, when he became the only U.S. president to resign from office. He had previously served as a U.S. Representative and Senator from California and as the 36th Vice President of the United States from 1953 to 1961 under the Presidency of Dwight D. Eisenhower.

Nixon ended American involvement in the war in Vietnam in 1973 and brought the American POWs home, and ended the military draft. Nixon’s visit to the People’s Republic of China in 1972 opened diplomatic relations between the two nations, and he initiated détente and the Anti-Ballistic Missile Treaty with the Soviet Union the same year. His administration generally transferred power from Washington to the states. He imposed wage and price controls for a period of ninety days, enforced desegregation of Southern schools and established the Environmental Protection Agency. Nixon also presided over the Apollo 11 moon landing, which signaled the end of the moon race. He was reelected in one of the largest electoral landslides in U.S. history in 1972, when he defeated George McGovern.

The year 1973 saw an Arab oil embargo, gasoline rationing, and a continuing series of revelations about the Watergate scandal. The scandal escalated, costing Nixon much of his political support, and on August 9, 1974, he resigned in the face of almost certain impeachment and removal from office. After his resignation, he was issued a pardon by his successor, Gerald Ford. In retirement, Nixon’s work writing several books and undertaking of many foreign trips helped to rehabilitate his image. He suffered a debilitating stroke on April 18, 1994, and died four days later at the age of 81.

L’ avversario di Nixon nel 1972:

George Stanley McGovern (July 19, 1922 – October 21, 2012) was an American historian, author, U.S. Representative, U.S. Senator, and the Democratic Party presidential nominee in the 1972 presidential election.

McGovern grew up in Mitchell, South Dakota, where he was a renowned debater. He volunteered for the U.S. Army Air Forcesupon the country’s entry into World War II and as a B-24 Liberator pilot flew 35 missions over German-occupied Europe. Among the medals bestowed upon him was a Distinguished Flying Cross for making a hazardous emergency landing of his damaged plane and saving his crew. After the war he gained degrees from Dakota Wesleyan University and Northwestern University, culminating in a PhD, and was a history professor. He was elected to the U.S. House of Representatives in 1956 and re-elected in 1958. After a failed bid for the U.S. Senate in 1960, he was a successful candidate in 1962.

As a senator, McGovern was an exemplar of modern American liberalism. He became most known for his outspoken opposition to the growing U.S. involvement in the Vietnam War. He staged a brief nomination run in the 1968 presidential election as a stand-in for the assassinated Robert F. Kennedy. The subsequent McGovern–Fraser Commission fundamentally altered the presidential nominating process, by greatly increasing the number of caucuses and primaries and reducing the influence of party insiders. The McGovern–Hatfield Amendment sought to end the Vietnam War by legislative means but was defeated in 1970 and 1971. McGovern’s long-shot, grassroots-based 1972 presidential campaign found triumph in gaining the Democratic nomination but left the party badly split ideologically, and the failed vice-presidential pick of Thomas Eagleton undermined McGovern’s credibility. In the general election McGovern lost to incumbent Richard Nixon in one of the biggest landslides in American electoral history. Re-elected Senator in 1968 and 1974, McGovern was defeated in a bid for a fourth term in 1980.

Throughout his career, McGovern was involved in issues related to agriculture, food, nutrition, and hunger.

E ora vediamo che Trump sembra essere l’ esatto opposto di Clinton:

Ma se la sua storia nei prossimi 4 anni seguisse la linea narrativa dei primi 4 anni di Clinton?

William JeffersonBillClinton (born William Jefferson Blythe III; August 19, 1946) is an American politician who served as the 42nd President of the United States from 1993 to 2001. Clinton was Governor of Arkansas from 1979 to 1981 and 1983 to 1992, and Arkansas Attorney General from 1977 to 1979. A member of the Democratic Party, ideologically Clinton was a New Democrat, and many of his policies reflected a centristThird Way” political philosophy.

Clinton was born and raised in Arkansas and is an alumnus of Georgetown University, where he was a member of Kappa Kappa Psiand the Phi Beta Kappa Society and earned a Rhodes Scholarship to attend the University of Oxford. Clinton is married to Hillary Clinton, who served as United States Secretary of State from 2009 to 2013, who was a Senator from New York from 2001 to 2009, and who was the Democratic nominee for President of the United States in 2016. Both Clintons earned law degrees from Yale Law School, where they met and began dating. As Governor of Arkansas, Clinton overhauled the state’s education system, and served as chairman of the National Governors Association.

Clinton was elected President in 1992, defeating incumbent George H. W. Bush. At age 46, Clinton was the third-youngest president, and the first from the Baby Boomer generation. Clinton presided over the longest period of peacetime economic expansion in American history, and signed into law the North American Free Trade Agreement. After failing to pass national health care reform, the Democratic House was ousted when the Republican Party won control of the Congress in 1994, for the first time in 40 years. Two years later, in 1996, Clinton became the first Democrat since Franklin D. Roosevelt to be elected to a second term. Clinton passed welfare reform and the State Children’s Health Insurance Program, providing health coverage for millions of children.

In 1998, Clinton was impeached by the House of Representatives for perjury before a grand jury and obstruction of justice during a lawsuit against him, both related to a scandal involving White House (and later Department of Defense) employee Monica Lewinsky. Clinton was acquitted by the U.S. Senate in 1999, and served his complete term of office. The Congressional Budget Office reported a budget surplus between the years 1998 and 2000, the last three years of Clinton’s presidency. In foreign policy, Clinton ordered U.S. military intervention in the Bosnia and Kosovo wars, signed the Iraq Liberation Act in opposition to Saddam Hussein, and participated in the 2000 Camp David Summit to advance the Israeli–Palestinian peace process.

Clinton left office with the highest end-of-office approval rating of any U.S. President since World War II. Since then, Clinton has been involved in public speaking and humanitarian work. Clinton created the William J. Clinton Foundation to address international causes, such as the prevention of AIDS and global warming. In 2004, Clinton published his autobiography My Life. Clinton has remained active in politics by campaigning for Democratic candidates, including his wife’s campaigns for the Democratic presidential nomination in 2008 and 2016, and Barack Obama‘s presidential campaigns in 2008 and 2012.

L’ avversario di Clinton nel 1992:

George Herbert Walker Bush (born June 12, 1924) is an American politician who was the 41st President of the United States from 1989 to 1993 and the 43rd Vice President of the United States from 1981 to 1989. A member of the U.S. Republican Party, he was previously a congressman, ambassador, and Director of Central Intelligence. He is the oldest living former President and Vice President. He is also the last living former President who is a veteran of World War II. Bush is often referred to as “George H. W. Bush”, “Bush 41”, “Bush the Elder”, or “George Bush Sr.” to distinguish him from his eldest son, George W. Bush, who was the 43rd President of the United States. Prior to his son’s presidency, he was known simply as George Bush or President Bush.

Bush was born in Milton, Massachusetts, to Prescott Bush and Dorothy Walker Bush. Following the attack on Pearl Harbor in 1941, Bush postponed college, enlisted in the U.S. Navy on his 18th birthday, and became the youngest aviator in the U.S. Navy at the time.[1][2] He served until the end of the war, then attended Yale University. Graduating in 1948, he moved his family to West Texasand entered the oil business, becoming a millionaire by the age of 40.

Bush became involved in politics soon after founding his own oil company, serving as a member of the House of Representativesand Director of Central Intelligence, among other positions. He failed to win the Republican nomination for President in 1980, but was chosen as a running mate by party nominee Ronald Reagan, and the two were elected. During his tenure, Bush headed administration task forces on deregulation and fighting the “War on Drugs“.

In 1988, Bush ran a successful campaign to succeed Reagan as President, defeating Democratic opponent Michael Dukakis. Foreign policy drove the Bush presidency: military operations were conducted in Panama and the Persian Gulf; the Berlin Wall fell in 1989, and the Soviet Union dissolved two years later. Domestically, Bush reneged on a 1988 campaign promise and, after a struggle with Congress, signed an increase in taxes that Congress had passed. In the wake of a weak recovery from an economic recession, along with continuing budget deficits and the controversy over his appointment of Clarence Thomas to the Supreme Court, he lost the 1992 presidential election to Democrat Bill Clinton.

Ora vediamo chi sono i personaggi che rievocano in qualche modo qualche aspetto biografico di Roosevelt, Clinton e Carter. 

Come potrebbe essere la elezione statunitense del 2020? Guardiamo a quelle del 1932 1976 e 1996.

The United States presidential election of 1932 was the 37th quadrennial presidential election, held on Tuesday, November 8, 1932. The election took place against the backdrop of the Great Depression that ruined the promises of incumbent President and Republican candidate Herbert Hoover to bring about a new era of prosperity. The Democratic nomination went to the well-known governor of the most populous state, New York’s Franklin D. Roosevelt, who had been reelected governor in a landslide in 1930. Roosevelt united all wings of his party, avoided divisive cultural issues, and brought in a leading Southern conservative as his running mate, House Speaker John Nance Garner of Texas.

Roosevelt repeatedly blamed Hoover for the Depression and worsening economy. With unemployment above 20% in 1932 alone, Hoover was remiss to defend his record,[1] and Roosevelt promised recovery with a New Deal for the American people.[2] Roosevelt won by a landslide in both the electoral and popular vote, receiving the highest percentage of the popular vote for a Democratic nominee. The election marked the effective end of the Fourth Party System, dominated by Republicans. Subsequent landslides in the 1934 mid-term elections and following presidential election two and four years later respectively, signified the commencement of the Fifth Party System, dominated by Roosevelt’s New Deal Coalition.

The United States presidential election of 1976 was the 48th quadrennial presidential election, held on Tuesday, November 2, 1976. The winner was the relatively unknown former Governor of Georgia Jimmy Carter, the Democratic candidate, over the incumbent President Gerald Ford, the Republican candidate.

President Richard Nixon had resigned in 1974 in the wake of the Watergate scandal, but before doing so, he appointed Ford as Vice President via the 25th Amendment after Spiro Agnew resigned in the light of a scandal that implicated him in receiving illegal bribes while serving as Governor of Maryland. Ford was thus the only sitting President who had never been elected to national office. Saddled with a poor economy, the fall of South Vietnam, and paying a heavy political price for his pardon of Nixon, Ford first faced serious opposition from within his own party, when he was challenged for the Republican Party’s nomination by former California governor and future President Ronald Reagan. The race was so close that Ford was unable to secure the nomination until the Party Convention. Carter, who was less well known than other Democratic hopefuls, ran as a Washington outsider and reformer. He narrowly won the election, becoming the first president elected from the Deep South since Zachary Taylor in 1848. The 1976 election was also the last election to date in which a Democratic candidate garnered Texas’ electoral votes. It was also a notable election as all four presidential and vice-presidential candidates would ultimately lose a presidential election.

The United States presidential election of 1996 was the 53rd quadrennial presidential election. It was held on Tuesday, November 5, 1996.[2] The contest was between the Democratic national ticket of President Bill Clinton from Arkansas and Vice President Al Gore from Tennessee and the Republican national ticket of former Senator Bob Dole of Kansas for President and former Housing Secretary Jack Kemp from New York for Vice President. Businessman Ross Perot ran as candidate for the Reform Party with economist Pat Choate as his running mate; he received less media attention and was excluded from the presidential debates and, while still obtaining substantial results for a third-party candidate, by U.S. standards, did not renew his success of the 1992 election. Turnout was registered at 49.0%, the lowest for a presidential election since 1924.

President Clinton’s chances of winning were initially considered slim in the middle of his term as his party had lost both the House and the Senate in 1994 for the first time in decades; he had reneged on promises to cut taxes and to reduce the deficit, enacted a Federal assault weapons ban, and had a failed healthcare reform initiative. He was able to regain ground as the economy began to recover from the early 1990s recession with a relatively stable world stage. He went on to win re-election with a substantial margin in the popular vote and electoral college. Despite Dole’s defeat, the Republican Party was able to maintain a majority in both the House of Representatives and the Senate.

Ecco i personaggi che rievocano aspetti biografici e forse politici dei tre personaggi:

( Ricordando che Clinton era stato definito il ” primo presidente nero ” perchè la sua vita da bianco sembrava essere quella dello stereotipo della vita di un nero…)

https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwjMs4H-mp7QAhVLVhQKHYcSAYQQFggeMAA&url=https%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2Fwiki%2FUnited_States_presidential_election%2C_2020&usg=AFQjCNGiLeuGPSBEPQWFTfEdpadFBTyz8A&sig2=iFhNFaklrKVys-uItfIO_A&bvm=bv.138169073,d.d24

The United States presidential election of 2020, scheduled for Tuesday, November 3, 2020, will be the 59th quadrennial U.S. presidential election. Voters will select presidential electors who in turn will elect a new president and vice president through the electoral college. The series of presidential primary elections and caucuses are likely to be held during the first six months of 2020. This nominating process is also an indirect election, where voters cast ballots selecting a slate of delegates to a political party’s nominating convention, who then in turn elect their party’s presidential nominee.

Barring any change in circumstances, President Donald Trump, who was elected in 2016, will be eligible to seek re-election.

https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=2&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwjXqtaVm57QAhVF1RQKHQejDBgQFggjMAE&url=http%3A%2F%2Fwww.bostonmagazine.com%2Fnews%2Fblog%2F2015%2F09%2F23%2Fdeval-patrick-president-joe-biden%2F&usg=AFQjCNGC_9I76T3LlOjsG2-CoooLQAyrgg&sig2=f2Xh08WxBpEJa8TTLAgVgw&bvm=bv.138169073,d.d24

devalpatrick DEVAL PATRICK

Figlio del musicista Laurdine “Pat” Patrick, si è laureato in legge all’università di Harvard nel 1978 ed ha esercitato la professione di avvocato. Sposato con Diane Patrick dal 1984, ha avuto con lei due figlie: Sarah e Katherine.

Patrick ha cominciato ad occuparsi di politica agli inizi degli anni novanta, quando Bill Clinton gli affidò la delega ai diritti civili. Successivamente ha intrapreso, con grande successo, la carriera imprenditoriale e manageriale.

Nel 2006 si candida come governatore del Massachusetts col Partito Democratico: vinte le elezioni primarie con il 49,57% dei voti, Patrick trionfò anche nelle consultazioni generali con il 55,6% dei consensi e divenne il 71° governatore dello Stato.

In vista delle elezioni presidenziali statunitensi del 2008 Patrick ha appoggiato la candidatura di Barack Obama. Il 2 novembre del 2010 si ricandida alla guida del Massachusetts e viene confermato nella carica con il 48,4% dei voti.

In seguito all’attentato alla Maratona di Boston del 15 aprile 2013 fu lo stesso governatore a rassicurare la popolazione con un comunicato stampa.

Born to and raised by a single mother – Come Clinton

Patrick was born, on July 31, 1956, in the South Side of Chicago, where his family resided in a two-bedroom apartment in the Robert Taylor Homeshousing projects. Patrick was born to his mother, Emily Mae (née Wintersmith), and his father, Laurdine “Pat” Patrick, a jazz musician in Sun Ra‘s band. In 1959, Patrick’s father abandoned their family in order to play music in New York City[3] and because he had fathered a daughter, La’Shon Anthony, by another woman.[4] Deval reportedly had a strained relationship with his father, who opposed his choice of high school, but they eventually reconciled.[4] Patrick was raised by his mother, who traces her roots to American slaves in the American South, in the state of Kentucky.[5] The family spent many months living on welfare.

https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwjemJb9m57QAhWHwxQKHXyzBE0QFggbMAA&url=http%3A%2F%2Fwww.motherjones.com%2Fpolitics%2F2016%2F11%2Fdemocrats-defeat-trump-president-2020&usg=AFQjCNG-ALVdnqmU82GkdVuByGJQW_kvTA&sig2=uxTLap6LBHuX4c3CIwnuEg&bvm=bv.138169073,d.d24

hickenlooper JOHN HICKENLOOPER

John Hickenlooper (Narberth, 7 febbraio 1952) è un politico statunitense, governatore democratico del Colorado dal 2011.

Ricordiamo che Carter era una personalità poco conosciuta salita alla ribalta durante le elezioni.

John Wright Hickenlooper, Jr.[1] (born February 7, 1952) is a member of the Democratic Party and the 42nd and current Governor of Colorado. Hickenlooper has served as governor since 2011. He serves as a member of the Western Governors’ Association,[2]and was the chairman of the National Governors Association, from 2014-2015.[3]

Born in Narberth, Pennsylvania, Hickenlooper is a graduate of Wesleyan University. After his career as a geologist, Hickenlooper entered a career in business and cofounded the Wynkoop Brewing Company in Denver. Hickenlooper was elected the 43rd mayor of Denver in 2003, serving two terms, until 2011.

He was raised by his mother after his father died when he was young.

Hickenlooper worked as a geologist in Colorado for Buckhorn Petroleum, in the early 1980s. With the decline of the local oil industry, Hickenlooper was laid off. Instead of moving away, he decided to start the Wynkoop Brewing Company brewpub in 1988.[10]Wynkoop and a few other businesses contributed to the redevelopment of the LoDo area following the arrival of major league baseball to the neighborhood.

Come Clinton, aveva in mente una altra carriera prima di concentrarsi sulla politica.

Hickenlooper married Robin Pringle on January 16, 2016.[40] His first wife, Helen Thorpe, is a writer whose work has been published in The New Yorker, New York Times Magazine, George, and Texas Monthly. In 2010, Hickenlooper told the Philadelphia Inquirer that he and Thorpe attended Quaker meetings and tried to live by Quaker values.[41]Prior to the separation, they lived in Denver’s Park Hill neighborhood with their son, Teddy.[42] Upon taking office as governor, Hickenlooper and his family decided to maintain their private residence instead of moving to the Colorado Governor’s Mansion.[43] On July 31, 2012, Hickenlooper announced that he and Thorpe were separating after 10 years of marriage.[44] Following his divorce, Hickenlooper moved into the Governor’s Mansion.

https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwiSsd6CnZ7QAhUCtBQKHXILCA8QFggeMAA&url=http%3A%2F%2Fwww.nationalreview.com%2Farticle%2F433695%2Fbill-de-blasios-presidential-future-be-warned&usg=AFQjCNGO8qToDk3-PnhPT-nIN_Nkw3v2tg&sig2=ijCnWiTJi3_4VwsufWpK8g&bvm=bv.138169073,d.d24

de-blasio BILL DE BLASIO

Bill de Blasio, nato Warren Wilhelm Jr.[1] (New York, 8 maggio 1961), è un politico statunitense del Partito Democratico, sindaco di New York dal 1 gennaio 2014.

Nasce a Manhattan, distretto della città di New York, da Warren Wilhelm e Maria De Blasio. Il padre, militare dislocato nell’Oceano Pacifico, aveva ascendenze tedesche mentre i nonni materni, Giovanni De Blasio e Anna Briganti, erano italiani.

De Blasio aveva sette anni quando suo padre, alcolizzato e fumatore accanito, andò via di casa creando i presupposti per il successivo divorzio[3] ottenuto circa un anno dopo; il genitore finirà per suicidarsi nel 1979 con un colpo d’arma da fuoco all’esterno di un hotel.

Anche il padre di Bill Clinton aveva problemi con l’ alcool, e si suppone fosse violento alle volte, tanto che Clinton doveva intervenire per difendere la madre.

Socialista da giovane, De Blasio supportò, tra la fine degli anni ottanta e l’inizio della decade successiva, la lotta dei sandinisti in Nicaragua, combattuti dall’allora presidente statunitense Ronald Reagan.[9] È poi stato consigliere del presidente statunitense Bill Clinton e dirigente della campagna elettorale del 2000 per il Senato degli Stati Uniti, risultata vincente, di sua moglie Hillary.[10]Esponente dell’ala sinistra del Partito Democratico, De Blasio si definisce liberal e progressista.

Sposato dal 1994 con la poetessa afroamericana Chirlane McCray, attivista per i diritti degli omosessuali dichiaratamente lesbica nel periodo di nubilato precedente[11][12], fece il viaggio di nozze a Cuba nonostante l’embargo. Ha avuto da lei due figli, Dante e Chiara[13].

tim-scott TIM SCOTT

Timothy Eugene “Tim” Scott (Charleston, 19 settembre 1965) è un politico statunitense, attuale senatore per lo stato della Carolina del Sud e in precedenza membro della Camera dei Rappresentanti per lo stesso stato dal 2011 al 2013.

Nato a Charleston, Scott fu cresciuto da una madre single e dopo aver ottenuto un bachelor in scienze politiche lavorò come assicuratore.

Nel 1995 venne eletto come repubblicano all’interno del consiglio comunale di Charleston. Fu poi rieletto per altri due mandati nel 2000 e nel 2004. Nel 2009 approdò alla Camera dei Rappresentanti della Carolina del Sud e dopo un solo mandato nella legislatura statale, Scott si candidò a vicegovernatore.

Poco dopo tuttavia abbandonò la competizione, candidandosi invece al Congresso come deputato alla Camera. Scott venne eletto con un ampio margine, divenendo il primo afroamericano repubblicano eletto al Congresso dallo Stato della Carolina del Sud. Nel 2012 venne riconfermato per un altro mandato e pochi mesi dopo, quando il senatore Jim DeMint annunciò le proprie dimissioni, Scott venne scelto come suo sostituto dalla governatrice Nikki Haley.

Tim Scott si configura come un conservatore ed è un esponente del Tea Party; dopo la sua elezione ha rifiutato di aderire al Congressional Black Caucus.

Però: Scott is unmarried.[10] He owns an insurance agency and he is also a partner in Pathway Real Estate Group, LLC.[5] Scott is a devout evangelical Christian.[80][81][82] He is a member of Seacoast Church, a large evangelical church in Charleston, and is a former member of that church’s board. Republican leadership has praised Scott’s background as an example of achieving the American dream according to a conservative model.[8

huntsman JON HUNTSMAN JR.

https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwiHqozXn57QAhVCbxQKHW64BI8QFggbMAA&url=http%3A%2F%2Fwww.deseretnews.com%2Farticle%2F865569642%2FAssessing-Jon-Huntsman-Jr-and-the-Republican-Party-Is-2020-his-year.html%3Fpg%3Dall&usg=AFQjCNEAePokG0lHrHIu9DUsrAjB1fonsw&sig2=XFYh_-Fwnz5JHjvf8xAFPg&bvm=bv.138169073,d.d24

Jon Meade Huntsman, Jr. (Palo Alto, 26 marzo 1960) è un politico e diplomatico statunitense, ex-Governatore dello Utah ed ambasciatore in Cina dal 2009 al 2011.

Figlio dell’imprenditore miliardario Jon Huntsman, Sr. e nipote dell’Apostolo David Haight, dopo gli studi si recò come missionario mormone a Taiwan, dove imparò il cinese.

Nel 2004 fu eletto Governatore dello Utah con il 57% delle preferenze; quattro anni dopo fu rieletto per un secondo mandato con il 77.7% dei voti. Nel 2009 tuttavia rassegnò le dimissioni dopo essere stato nominato ambasciatore in Cina dal Presidente Obama.

Come governatore si è occupato di questioni come il controllo delle armi, l’omosessualità e l’ecologia. Per quanto riguarda le materie sociali, ha mantenuto una linea moderatamente conservatrice, per esempio schierandosi contro il matrimonio gay. Tuttavia ha dato il suo appoggio alle unioni civili.

Huntsman è sposato con Mary Kaye Cooper e la coppia ha sette figli, di cui cinque naturali e due adottate (Gracie Mei, dalla Cina e Asha Bharati, dall’India).

Il 1º febbraio del 2011 Huntsman rassegnò le dimissioni da ambasciatore e lasciò la sede diplomatica cinese ad aprile per dedicarsi completamente alla campagna elettorale in vista delle elezioni presidenziali del 2012.

Mostra interessi e talenti musicali come Clinton:  He is a self-proclaimed fan of the progressive rock genre and played keyboards during high school in the band Wizard.[122] On July 30, 2007, he attended a concert by progressive metal band Dream Theater. Later that day, Huntsman signed a proclamation creating “Dream Theater Day” on that date for the state of Utah.[123] He also is a fan of avant-garde musician Captain Beefheart, citing Trout Mask Replica (1969) as his favorite album by Beefheart.[124] Huntsman also joined REO Speedwagon on the piano for two songs during their concert at the Utah State Fair on September 16, 2005. Huntsman is a fan of riding motocross, and he helped in pushing outdoor sporting activities and outdoor tourism for the State of Utah.[1

Huntsman was brought up as a member of the Church of Jesus Christ of Latter-day Saints (LDS), and stated in a May 2011 interview with George Stephanopoulos of ABC News, “I believe in God. I’m a good Christian. I’m very proud of my Mormon heritage. I am Mormon.

Tutti gli occhi puntati su quest’ uomo: ha caratteristiche che replicano Roosevelt:

abbott  GREG ABBOTT

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Gregory Wayne “Greg” Abbott (Wichita Falls, 13 novembre 1957) è un politico e avvocato statunitense, governatore repubblicanodel Texas dal 2015.

Abbott è nato a Wichita Falls, nel Texas. Sua madre, Doris Lechristia Jacks, era casalinga e suo padre, Calvin Roger Abbott, era un agente immobiliare. All’età di 6 anni si trasferisce con la famiglia a Longview, a est del Texas. Dopo aver iniziato la scuola media, lui e la sua famiglia si trasferisce a Duncanville, nella contea di Dallas. Al secondo anno di liceo, suo padre muore per un arresto cardiaco e la madre decide di seguire le orme del marito diventando un’agente immobiliare. Si è laureato alla Duncanville High School. Nel 1981 entra nel mondo della politica e intraprende i suoi studi all’Università di Austin, dove diventa membro della confraternita Delta Tau Delta e del club dei Giovani Repubblicani. Nel 1984 consegue la laurea J.D. all’Università di Nashville, nel Tennessee. Nello stesso anno rimane vittima di un incidente, nel quale una grossa quercia sarebbe crollata su di lui mentre faceva jogging a seguito di una tempesta, rendendolo paraplegico e costretto sulla sedia a rotelle. La sua carriera politica inizia a Houston, dove ha servito come giudice di Stato presso la Corte Distrettuale per tre anni.

Dal 1981, Abbott è sposato con Cecilia Phalen, figlia di immigrati messicani.

Abbott was born on November 13, 1957 in Wichita Falls, of English descent. His mother, the former Doris Lechristia Jacks, was a homemaker, and his father, Calvin Roger Abbott, was a stockbroker and insurance agent.[2][3] When he was six years old they moved to Longview and the family lived in the East Texas city for six years.[2]

At the beginning of junior high school, Abbott’s family moved to Duncanville. In his sophomore year in high school, his father died of a heart attack, and his mother went to work in a real estate office.[2] He graduated from Duncanville High School.[4] He was on the track team in high school and won every meet he entered his senior year.[5] He was in the National Honor Society and was voted “Most Likely to Succeed”.[5]

In 1981, he earned a Bachelor of Business Administration in finance from the University of Texas at Austin, where he was a member of the Delta Tau Delta fraternity and the Young Republicans’ Club. He met his wife, Cecilia Phelan, while attending UT Austin.[2] In 1984, he earned his J.D. degree from the Vanderbilt University Law School in Nashville, Tennessee.[2] He commented about his marriage, that “San Antonio is also where Cecilia and I got married at Our Lady of the Lake, 31 years ago. Our marriage wasn’t just the joining of two families. It was a uniting of cultures: My Anglo heritage and Cecilia’s Irish and Hispanic heritage. We may have come from different cultures but we realized that we share the same foundation: “Dos casas. Pero, una fundacion.”The story of my family is as old as the story of Texas itself: the uniting of cultures to create one unique people, Texans.”[6]

He went into private practice, working for Butler and Binion, LLC between 1984 and 1992. Abbott’s political career began in Houston, where he served as a state trial judge in the 129th District Court for three years.[7]

Abbott became a paraplegic when an oak tree fell on him while he was jogging following a storm in 1984.[7][8] He had two steel rods implanted in his spine, underwent extensive rehabilitation at TIRR Memorial Hermann in Houston, and has used a wheelchair ever since.

Abbott, a Roman Catholic, is married to Mexican-American Cecilia Phalen Abbott, the granddaughter of Mexican immigrants.[77][78] His election as governor of Texas makes her the first Latina to be the First Lady of Texas since Texas joined the union.[78][79] They have one adopted daughter, Audrey.[16][77][78] They were married in San Antonio in 1981.[2]She is a former school teacher and principal.[7] He is the first elected governor of a U.S. state to use a wheelchair since George Wallace of Alabama, 1983–87.[80]

Abbott knows some Spanish but is not fluent in the language.[

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booker CORY BOOKER

Cory Anthony Booker (Washington, 27 aprile 1969) è un politico statunitense senatore per lo stato del New Jersey negli Stati Uniti D’America.

Politico del Partito Democratico, attivista comunitario, ex consigliere comunale di Newark, ha concorso, senza successo, alla carica di sindaco nel 2002 contro il sindaco “storico”, Sharpe James. Booker si è candidato nuovamente nel 2006, vincendo contro Ronald Rice e diventando il trentaseiesimo sindaco di Newark.

Booker è un laureato del Stanford University, l’Università di Oxford (come un Rhodes Scholar presso il The Queen’s College), e Yale Law School.

Booker began his political career as a Newark city councilor from 1998 to 2002. He ran for mayor in 2002, but lost to incumbentSharpe James; he ran again in 2006 and won against deputy mayor Ronald Rice. During his tenure as mayor, Booker’s priorities were reducing crime and encouraging economic development projects. He gained a national reputation for his personal involvement in public service, particularly through his use of social media tools such as Twitter to connect with constituents.

Considered one of the most prominent Democrats in New Jersey,[1] he became a candidate for the United States Senate in the 2013 special election to succeed Frank Lautenberg, who died in office. He won the Senate Democratic primary on August 13, 2013, and then won the general election against Steve Lonegan on October 16, 2013, becoming the first black U.S. Senator from New Jersey. Booker subsequently won the next regular election for the Senate seat against Jeff Bell in 2014.

Booker was born on April 27, 1969, in Washington, D.C., and grew up in Harrington Park, New Jersey, 20 miles (32 km) north of Newark, New Jersey.[2] His parents, Carolyn Rose (née Jordan) and Cary Alfred Booker, were among the first black executives at IBM.[2][3][4] Booker has stated that he was raised in a religious household, and that he and his family attended a small African Methodist Episcopal Church in New Jersey.[5] One of Booker’s maternal great-grandfathers was white, and Booker also has other European and Native American ancestry.

Booker regularly exercises and has been a vegetarian since 1992, when he was a student at Oxford.[169] He abstains from alcohol and “has no known vices or addictions” other than books and coffee.[170][171] In 2014, Booker began practicing a vegan diet[169] and has expressed his vegan ethical philosophy and advocacy for animals.[172]

Booker has never been married, and in 2013 he was named one of Town & Country’’s “Top 40 Bachelors”.

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joe biden.jpeg JOE BIDEN

Joseph Robinette Biden, Jr., detto Joe (Scranton, 20 novembre 1942), è un politico statunitense, 47° vicepresidente degli Stati Uniti.

Laureato in giurisprudenza nel 1965 a Newark, ha conseguito la specializzazione in legge nel 1968 a Syracuse, New York, per poi essere ammesso nell’albo degli avvocati nel 1969 esercitando per un breve periodo e con scarso successo. Di religione cattolica, nel 1966 si sposò con Neilia Hunter e con lei ebbe tre figli: Beau Biden (che ha seguito le orme paterne diventando anch’egli politico), Robert ed Amy, la figlia minore. Nel 1972 i suoi familiari ebbero un terribile incidente stradale: la moglie Neilia e la figlia Amy morirono mentre Beau e Robert rimasero seriamente infortunati.

Il figlio Beau è morto il 30 maggio del 2015, a 46 anni per un tumore al cervello.

Nel 1988 si candidò alle primarie presidenziali democratiche, dichiarando di ispirarsi al modello laburista di Neil Kinnock, ma nelle consultazioni venne sconfitto da Michael Dukakis. Nel 2004 fu tentato dal candidarsi nuovamente alle primarie, ma alla fine rinunciò all’intento dichiarando di non essere disponibile nemmeno per fare il vice di John Kerry (per questo ruolo Biden suggerì al collega del Massachusetts il senatore John McCain, pur essendo quest’ultimo repubblicano).

Il 7 gennaio del 2007 ha dichiarato in un’intervista televisiva di volersi presentare alle primarie del 2008 e il 30 gennaio dello stesso anno è stato ufficialmente iscritto nell’elenco dei candidati.

Il 4 gennaio del 2008, al termine del caucus dell’Iowa (primo test elettorale delle primarie) ha annunciato di volersi ritirare dalla competizione a causa dello scarso risultato ottenuto (0,93%)[1], ma il 22 agosto Barack Obama, il candidato alle elezioni presidenziali del 2008 per il Partito Democratico, ha annunciato che Joe Biden sarebbe stato il suo vicepresidente. Con l’elezione di Barack Obama, Joe Biden è divenuto vicepresidente degli Stati Uniti il 20 gennaio 2009, il primo cattolico a ricoprire la carica.

Biden was born in Scranton, Pennsylvania, in 1942, and lived there for ten years before moving to Delaware. He became an attorney in 1969, and was elected to the New Castle County council in 1970. Biden was first elected to the Senate in 1972, and became the sixth-youngest senator in U.S. history. He was re-elected to the Senate six times, and was the fourth most senior senator at the time of his resignation to assume the Vice Presidency in 2009. Biden was a long-time member and former chairman of the Foreign Relations Committee. He opposed the Gulf War in 1991, but advocated U.S. and NATO intervention in the Bosnian War in 1994 and 1995. Biden voted in favor of the resolution authorizing the Iraq War in 2002, but opposed the surge of U.S. troops in 2007. He has also served as chairman of the Senate Judiciary Committee, dealing with issues related to drug policy, crime prevention, and civil liberties, and led the legislative efforts for creation of the Violent Crime Control and Law Enforcement Act, and the Violence Against Women Act. He chaired the Judiciary Committee during the contentious U.S. Supreme Court nominations of Robert Bork and Clarence Thomas.

Biden unsuccessfully sought the Democratic presidential nomination in 1988 and in 2008, both times dropping out early in the race. In the 2008 U.S. presidential election, Barack Obama chose Biden to be his running mate in the race, which they won. Biden became the first Roman Catholic, and the first Delawarean, to be Vice President of the United States.

As Vice President in the Obama administration, Biden oversaw the infrastructure spending aimed at counteracting the Great Recession, and U.S. policy toward Iraq up until the withdrawal of U.S. troops in 2011. His ability to negotiate with congressional Republicans helped bring about legislation such as the Tax Relief, Unemployment Insurance Reauthorization, and Job Creation Act of 2010 that resolved a taxation deadlock, the Budget Control Act of 2011 that resolved that year’s debt ceiling crisis, and the American Taxpayer Relief Act of 2012 that addressed the impending “fiscal cliff“. In 2011, Biden opposed going ahead with the military mission that resulted in the death of Osama bin Laden. Obama and Biden were re-elected in 2012. In October 2015, after months of speculation, Biden chose not to run for President of the United States in 2016.[

https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=9&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwi1qp2zo57QAhUHbxQKHeUWDWkQFghaMAg&url=https%3A%2F%2Fwww.entitymag.com%2Fhillary-cracked-glass-ceiling-1-5-women-break-2020%2F&usg=AFQjCNG1iJY9BAz0a9cOUtJ7Rf18lRQ0FQ&sig2=_ID-mtLeR13aT65hR6Nhpg&bvm=bv.138169073,d.d24

kamalaharris KAMALA HARRIS

Kamala Harris (/ˈkɑːmələ/;[1] born October 20, 1964) is an American lawyer, politician, and member of the Democratic Party, who has been the 32nd and current Attorney General of California since 2011.

Harris graduated from Howard University and University of California, Hastings College of the Law. She worked as a Deputy District Attorney in Alameda County, California, from 1990 to 1998. She served as Managing Attorney of the Career Criminal Unit in the San Francisco District Attorney’s Office, from 1998 to 2000, and as Chief of the Community and Neighborhood Division in the office of San Francisco City Attorney, from 2000 to 2003. In 2003, she was elected District Attorney of San Francisco, defeating incumbent Terence Hallinan. She was re-elected in 2007 and served from 2004 to 2011.

Harris was elected California’s Attorney General in 2010 and was re-elected in 2014.[2][3] Harris is the first female,[4] the first African-American,[5][6][7][8][9] the first Indian-American, and the first Asian-American attorney general in California.[10][11] On November 8, 2016, she became the first Indian-American and second African-American female to serve in the United States Senate, defeating Loretta Sanchez in the 2016 election to replace outgoing Democratic senator Barbara Boxer.[12]

Harris was born in Oakland, California. She is the daughter of an Indian-American mother, Dr. Shyamala Gopalan Harris, a breast cancer specialist, who immigrated from Chennai, Tamil Nadu, India, in 1960,[13] and a Jamaican-American father, Donald Harris, a Stanford University economics professor.[14][15][16] She has one younger sister, Maya, who is now married to Tony West, a former Associate Attorney General of the United States.[17] Kamala’s parents divorced when she was young.[18]

Her mother had primary custody of the two girls, who were raised in Berkeley, California; Oakland; and Montreal, Quebec, Canada, where their mother took a position doing research at the Jewish General Hospital and teaching at McGill University.[19][20] Harris’s mother died in 2009.[21] In Berkeley, the family lived in a black neighborhood and the girls sang in a Baptist choir.

After graduating from Westmount High School, Harris attended Howard University in Washington, D.C.,[22] where she joined the Alpha Chapter of Alpha Kappa Alpha sorority, and received her Juris Doctor (J.D.) from University of California, Hastings College of the Law in 1989.[23] Harris failed the California bar exam her first time, later observing, “it’s not a measure of your capacity.”[24] She was admitted to the State Bar of California in 1990.

While she was an Alameda County Deputy District Attorney in the 1990s, she dated Willie Brown, the Speaker of the California State Assembly. They broke up shortly after he was elected Mayor of San Francisco.[119]

On April 7, 2014, Harris announced that she was engaged to be married to California attorney Douglas Emhoff,[120] the partner-in-charge at Venable LLP‘s Los Angeles office.[121]They married on August 22, 2014 in Santa Barbara, California.[12