Recensione di “Fenomenologia della fine” di Franco “Bifo” Berardi

Leggendo questo post di qualche giorno fa mi sono convinto della necessità di leggere il libro di Franco “Bifo” Berardi intitolato “Fenomenologia della fine”. E’ stato un impulso improvviso. A dispetto della passione che nutro per il sincromisticismo, non so fino a che punto è un bene seguire così ciecamente le intuizioni, gli impulsi e i colpi di testa, ma ad ogni modo, considerato che leggere un libro oggigiorno non può far mai troppo danno, mi sono procurato l’e-book e l’ho affrontato.

La copertina di “Fenomenologia della fine” di Franco “Bifo” Berardi

Devo ammettere una cosa. Parlando d’istinto, Franco Bifo Berardi non mi è naturalmente simpatico. Il suo modo di presentarsi, un po’ demodè, un po’ “trasandato con cura”, non fa che accrescere il mio pregiudizio. Il fatto che, da rapida ricerca web, risulti avere molta visibilità anche all’estero, con traduzioni e articoli internazionali, non aiuta a farmi cambiare idea, anzi. Sono tempi in cui cerchiamo Cassandre, profeti non necessariamente di sventura, ma possibilmente non-mainstream, di nicchia, su misura, capaci di interpretare un possibile sviluppo futuro con l’occhio libero dai condizionamenti.

Ritratto fotografico di Franco “Bifo” Berardi

Perciò quando comincio a leggere il suo saggio sono ancora, troppo, arroccato nella mia posizione di chiusura. Franco “Bifo” Berardi si professa anarcocomunista o comunque, come il suo amato Marx, fa sin dall’introduzione una analisi preliminare “teleologica” che vede nel comunismo l’obiettivo salvifico finale. Il suo sembra una ideologia vecchia, velleitaria, una posa fuori dal tempo, una distopia ancora in piedi perché non ha avuto ancora occasione di fallire o forse è già fallita e lui non se n’è accorto.
Ma Franco “Bifo” Berardi è onesto e riconosce, ad un certo punto del libro, il suo velleitarismo, anzi lo rivendica con coerenza.
Quando si continua a leggere, appare poi la vera natura dello scritto. Il suo, almeno nella prima parte, è un diario, un resoconto della pandemia che narra di vicende non troppo diverse da quelle che abbiamo vissuto tutti noi. Giornate scandite dalle stesse immagini che abbiamo visto nei drammatici momenti del lockdown ma raccontate con una certa freschezza, con linguaggio semplice ma non certo sciatto e con riflessioni intrise in parte col velleitarismo narrato prima, che finisce con il risultare anche simpatico, qualunque sia la nostra idea.
Amicizie, morti, ricordi, acciacchi personali, citazioni tratte da media digitali, storie di parenti, riti quotidiani si susseguono nei suoi ricordi su pagina come se fossero i nostri.
Sempre a prescindere dalla nostra idea, è impossibile tuttavia non ritrovarsi d’accordo con la sua posizione di fondo che appare forte e netta già in questa prima parte del saggio: gli ultimi decenni della nostra storia sono stati un delirio nevrotico che ha richiesto, da parte nostra, una accelerazione sempre più insensata nei ritmi per un ritorno ben magro, se non negativo, sulle nostre esistenze.
Se l’alternativa non sarà l’utopia di Bifo, dovrà comunque essere qualcos’altro. Il “There is no alternative” di tatcheriana memoria non ha più ragione di esistere.

Belle alcune immagini e metafore.
Quella iniziale ad esempio, che mi ricorda un fumetto di Martin Mystere che sono andato a ritrovare: la pandemia e le sue conseguenze (in particolare il “rallentamento”) non sono altro che il sintomo di una malattia che il pianeta terra sta cercando di debellare, come un organismo che si riposa per recuperare ed espellere il nemico biologico. Franco “Bifo” Berardi chiama questa malattia neoliberismo (una definizione fin troppo di moda per designare il “mostro moderno”) ma noi ci possiamo comunque sentir liberi di dargli ragione utilizzando un nome diverso. Perché dargli ragione, ormai, non sembra più questione di opinione.

Una pagina tratta dal fumetto Martin Mystere Extra n. 4 (gennaio/febbraio 1997)

Quando leggo un libro, non mi aspetto mai di essere completamente d’accordo con l’autore. Talvolta mi piace un punto di vista diverso, a volte invece mi basta ricordare uno o più particolari, riflessioni, idee significative.
Ce ne sono varie nel libro, ma mi è piaciuta particolarmente questa, perché era già “mia”:

Ma cos’è il terrore? Terrore è una condizione in cui l’immaginario domina completamente l’immaginazione. L’immaginario è l’energia fossile della mente collettiva, le immagini che l’esperienza vi ha depositato, l’imitazione dell’immaginabile. L’immaginazione è l’energia rinnovabile e impregiudicata. Non utopia ma ricombinazione dei possibili.

E’ una riflessione che fa il paio con quella già citata in un altro articolo linkato in questo blog:

Chi immagina per primo vince – questa è la legge universale della Storia.

A cui fa seguito il giusto dubbio:

Almeno credo.

Cosa abbiamo di profetico o sincromistico in questo libro?
Ad esempio la citazione di un suo romanzo, praticamente invenduto, intitolato “Morte ai vecchi”, di cui Bifo ci racconta la trama:

Scoppia una specie di epidemia inspiegabile: ragazzini di tredici-quattordici anni ammazzano i vecchi, dapprima alcuni casi isolati poi sempre più frequenti, poi dovunque.

Il suo racconto fa parte di una pagina del diario del 18 marzo, in cui Bifo sembra leggere metaforicamente, oltre che una precisa dinamica della pandemia Covid che colpisce gli anziani, un collegamento coi ragazzi di FridayForFuture e Greta Thumberg, ignorati dai Grandi Vecchi dell’economia e della politica, che ottengono per vie traverse un riscatto alleandosi con Gea, la divinità del pianeta Terra.
Io ci leggo invece (a posteriori) una visione premonitrice della colpevolizzazione dei media nei confronti dei ragazzi della “movida”, additati come untori.

Movida, Covid e Giovani

Nella seconda parte del saggio poi, il tono si eleva e lo sguardo spazia ben oltre e ben sopra il quotidiano, approdando a citazioni letterarie più o meno pop (da Ugo Foscolo a William Burroughs, da Giacomo Leopardi a Philip K. Dick) ma anche a riflessioni sociologiche miste a visioni svincolate dal razionale dominante. Il titolo di questa seconda parte è “Sei meditazioni sulla soglia” e una di esse, “La profezia sensuale” è esattamente il materiale di questo blog, come appare chiaro leggendo, ad esempio:

Quel che mi interessa dell’attività profetica è questa capacità della mente umana (di alcune menti umane) di sintonizzarsi con l’inconscio collettivo, o, forse meglio, la capacità di leggere i flussi che circolano nella psicosfera.

Trovo che queste riflessioni costituiscano la parte più interessante dell’opera.

Due parole conclusive poi merita il titolo e la tematica apocalittica. Come in vari altri autori, il Covid, abbinato ad altri elementi di discussione pubblica quali l’inquinamento e il riscaldamento globale, fa emergere in modo naturale la tematica tipicamente evoluzionista dell’estinzione della razza umana. Bifo prevede una apocalissi e una catastrofe (analizzando l’etimo di questa parola: andare oltre la soglia) ma, pur evocando lo scenario, la identifica con la fine di una vecchia fase e dell’inizio di una nuova in cui la volontà dell’uomo non ha più un ruolo centrale. Si tratta di un passaggio che, tuttavia, è convinto non avverrà in modo pacifico, né scontato nei suoi esiti.
Bifo colloca l’inizio di questa guerra ideologica e fisica esattamente dopo la fine della pandemia ma, fortunatamente, il suo tono non è né quello del profeta, né quello del futurologo che prendono i propri vaticini troppo sul serio.

E’ definitiva di una lettura molto interessante, anche se, forse, siamo ancora troppo immersi nelle vicende descritte per poterle valutare con la lucidità necessaria a trarre una qualche intuizione utile. Come sostiene anche l’autore ad un certo punto della sua disamina, l’apocalisse che tanto aspettavamo è scesa sulla Terra. Prevedevamo una deflagrazione improvvisa e non una catastrofe al rallentatore, ma ormai l’apocalisse è qui e ci siamo esattamente in mezzo.

Il Moloch, la palla di fuoco di Atlantide e il Re per una notte

Statua dell’antico dio dei sacrifici di bambini esposta davanti al Colosseo a Roma.

Moloch al Colosseo: riflessione su simboli, significati, cospirazione e occultismo

La divinità taurina (originaria dell’epoca precessionaria della costellazione del Toro – più di seimila anni fa – dove sono situate le Pleiadi) come appare nel film di più di cent’anni fa, “Cabiria”, un kolossal italiano del muto.
Il “Moloch” a cui vengono sacrificati umani, come appare in Metropolis, un film fantascientifico dell’epoca del muto.

Avvengono ancora sacrifici umani di massa?

Ai moloch dei film del muto “Cabiria” e “Metropolis” vengono date in pasto masse di umani…come pegno per poter continuare a fare andare avanti un’intera civiltà basata sul sacrificio?…

Pink Floyd “The Wall”
Pink Floyd, “The Wall”.
Bafometto (altra divinità cornuta come Moloch, Baal, Giove Ammon) vicino al duomo del Campidoglio di Washington.
Gigantesco murales nella città di San Francisco dedicato alla giovanissima pasionaria ambientalista Greta Thumberg: da perfetta sconosciuta a oggetto di culto della personalità nel giro di un anno!
Altro gigantesco murales a Bristol della “grande sorella” Greta Thumberg, immersa “nell’assenzio” fino oltre il collo.

https://civiltascomparse.wordpress.com/2019/11/03/lincendio-maria-e-la-sequenza-assenzio/

I mass media ci dicono che gli ammalati d’asma peggiorerebbero il cambiamento climatico a causa delle loro terapie a base di spruzzatori…
…e la piccola star di Broadway Laurel Griggs muore a tredici anni a causa di un massiccio attacco d’asma poco tempo dopo…
La calamità di epiche proporzioni intitolata “Terminator destino oscuro”, interpretata da una donna, sta perdendo al botteghino più di centoventi milioni di dollari.
Il trio protagonista di “Terminator destino oscuro”.

https://it.wikipedia.org/wiki/Terminator_-_Destino_oscuro

E’ avvenuto un “High School Scare” ad Halloween 2019, presso gli alti studi di arte e business a Corona nel Queens di New York. Un tempo quello era un posto dove si giocava a bowling, poi venne cambiato in un posto in cui si studia. Un quattordicenne travestito da Joker ha minacciato una sparatoria nel doposcuola.

Corona = crown 
“Corona” nel Queens, ciò ci fa pensare si alla regina ma ovviamente anche al “king,” a un re per caso, come nel sotto-plot dark in Joker coinvolgente Robert DE NIRO [Italian: southern variant of Nero, from niro, niru ‘black’ (Latin niger)]. Il “King of Comedy” [titolo italiano “Re per una notte”, opera di Martin Scorsese], In “Joker” De Niro ritorna indirettamente al suo precedente film.
“Re per una notte”, un film della stessa “famiglia”, si può dire, a cui appartiene “Una poltrona per due” di John Landis, girato nello stesso 1983 di “King of comedy”; “Una poltrona per due” è una commedia avente la caratteristica di essere stata finora trasmessa decine e decine di volte la vigilia di Natale anno dopo anno su Italia 1.

https://www.lastampa.it/spettacoli/2015/12/24/news/perche-a-ogni-vigilia-di-natale-c-e-una-poltrona-per-due-su-italia-1-1.37634758

https://www.facebook.com/lvdnconunapoltronaperdue/

“Una poltrona per due” su Italia Uno, una delle poche sicurezze della Vigilia di Natale

Mi sa che “Una poltrona per due” è ormai diventato una specie di profezia che si autoavvera e anche quest’ anno sicuro che verrà programmato il 24 dicembre, alla vigliia di Natale.

https://www.repubblica.it/spettacoli/tv-radio/2018/12/25/news/una_poltrona_per_due-215101589/

Se gli incassi di “Terminator destino oscuro” si sono inabissati, in compenso “Joker” ha macinato record di incassi e, mi viene da dire, giustificatamente.

Una poltrona per due… E chi sarà il joker ovvero il “re per una notte”?

https://www.italiaoggi.it/news/papa-bergoglio-non-e-purtroppo-in-grado-di-controllare-le-parole-2384798

https://www.huffingtonpost.it/entry/ce-chi-vuole-le-dimissioni-del-papa-dentro-e-fuori-la-chiesa-ma-lui-non-le-dara_it_5d5bde6fe4b0d1e11367f088

https://www.ilmessaggero.it/vaticano/papa_francesco_complotto_dimissioni_stragegia_ultime_notizie-4686089.html

L’attuale crisi della Chiesa Cattolica (si parla persino di “bancarotta”, di “conti in rosso”), talvolta esce fuori da qualche angolo dei mass media che potrebbe avere come esito le dimissioni di papa Francesco, il quale sarebbe il primo papa della storia dimissionario dopo un altro papa a sua volta dimissionario. Ipotizzando un “papa di emergenza” dopo il secondo papa dimissionario di fila, costui potrebbe finire alla guida della Chiesa persino senza essere prima eletto da un conclave, dal momento che magari la gravità della situazione sarebbe tale da richiedere persino questo inusitato strappo alla regola che non succedeva da secoli. Visto che il papa sostitutore del dimissionario Bergoglio non sarebbe quindi uscito da un conclave, non prenderebbe nemmeno il nome pontificale e lascerebbe il suo nome di battesimo, altra cosa che non succede da secoli.

La “profezia di Malachia” della lista dei papi ognuno con un suo soprannome specifico, ci dice che alla fine di questa successione, il cosiddetto “ultimo papa” è nominato “Pietro II” (ovvero colui che conclude la serie iniziata tradizionalmente con l’apostolo Pietro) ma guarda caso il “papabile” – è proprio il caso di dirlo – attuale segretario di stato vaticano cardinale Parolin, come nome di battesimo ha proprio PIETRO.

Pietro “Romano”, l’ultimo difensore della curia di Roma.

E “dovrà durare poco” ci dice Malachia o chi per lui.

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Palla di fuoco atlantidea


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C’è stato un addizionale “segno dal cielo” ad accompagnare il transito di Mercurio di ieri (11 nov.) sotto la forma di una palla di fuoco sopra St. Louis nel Missouri

https://www.ilpost.it/flashes/la-meteora-che-ha-illuminato-il-cielo-di-st-louis/

…sottolineando il tema “atlantideo” in cui procediamo – vedere per esempio “Dorian’s Atlantean Portal”  – così come St. Louis è soprannominato “Il portale per l’ovest” riflettendo le colonne d’Ercole (stretto di Gibilterra), letteralmente il portale più a ovest del vecchio mondo oltre il quale, secondo Platone, una volta esisteva Atlantide.

Assieme al ponte sul “Golden Gate” di San Francisco all’estremo ovest americano, St. Louis e il suo arco-portale sono in effetti un “portale per Atlantide“.

Portale per Atlantide, la ricerca delle fonti di una civiltà scomparsa.
Il Cile, teatro di violenti e massicci disordini negli ultimi tempi.

Questa combinazione, Atlantide e una roccia spaziale, è esattamente ciò che abbiamo visto in quest’anno “dell’assenzio” al  Super Bowl di “Atlanta/Atlantis” – un super presagio che stiamo evidenziando più e più volte quest’anno.

Un potente segnale.

Guardate indietro nel passato, con tutti i suoi imperi che sorgono e cadono, e prevederete il futuro.

Marco Aurelio

Coloro che non conoscono la storia sono condannati a ripeterla

Edmund Burke

Il progresso, lungi dal consistere in cambiamenti, dipende dalla ritenzione. Coloro che non possono ricordare il passato sono condannati a ripeterlo.

George Santayana

Coloro che dimenticano il passato sono condannati a ripeterlo.

Sara Shepard

Quelli che falliscono nell’imparare dalla storia sono condannati a ripeterla.

Winston Churchill

Ho una notizia per il signor George Santayana: siamo condannati a ripetere il passato qualunque cosa accada, ecco cosa significa essere vivi.

Kurt Vonnegut

La storia non si ripete, ma spesso fa rima con se stessa.

Mark Twain

Atlantean fireball

http://copycateffect.blogspot.com/2019/11/JokersWild.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+TwilightLanguage+%28Twilight+Language%29

https://secretsun.blogspot.com/2019/11/so-this-happened.html