Gìà da tempo sembra esserci una certa consapevolezza strisciante che il nostro modo attuale consumistico di vivere (accentuato da circa vent’anni con la globalizzazione dei mercati), dopo aver raggiunto il picco in un anno imprecisato degli ultimi novanta o dei primi duemila, sarà destinato a interrompersi in una maniera più o meno traumatica, o dopo un collasso o in seguito a disastri, catastrofi naturali o tecnologiche, guerre, o tutte le cose assieme.
Magari non succederà nulla di tutto ciò ma il destino della società turbocapitalistica, pubblicitaria, consumista, global, “su di giri”, pare comunque condannato, secondo questa consapevolezza strisciante, e il periodo in cui questo succederà sembra essere seconda metà anni 10/prima metà anni 20 del XXI secolo, secondo diverse opere della fantasia umana comparse tra gli anni settanta dello scorso secolo e i primi anni duemila.
Nel film “Soylent green” (in Italia “2022 i sopravissuti”) viene profetizzato un mondo distrutto dalla sovrappopolazione, la civiltà industriale è collassata, New York è diventata una baraccopoli tentacolare, dove la frutta fresca vale più dell’oro, si ci uccide per l’acqua e l’unico cibo a buon mercato (il soylent green del titolo originale) è qualcosa di inenarrabile, che si scopre alla fine del film e non lo dico per non rovinare la sorpresa e il colpo di scena finale a chi non l’ha ancora visto.
Il protagonista è l’attore americano Charlton Heston, già noto per aver interpretato un’altro film con un colpo di scena finale catastrofico, “Il pianeta delle scimmie.”
“2022 i sopravissuti” è basato sulle conclusioni del rapporto “I limiti dello sviluppo” del cosiddetto “Club di Roma”, risalente a inizio anni settanta, in cui l’italiano Aurelio Peccei e diversi suoi amici del Massachussets Institute of Technology mettevano in guardia dai rischi di un progresso tecnologico consumistico continuo.
Nell’anno 2000, in un gruppo di Yahoo!, uscì fuori un sedicente viaggiatore del tempo, che diceva di venire dal 2036, di chiamarsi John Titor, e di provenire da una società del prossimo futuro arcaica e collettivista, molto diversa da quella attuale che, a suo dire, era collassata dopo una forte crisi in seguito a una nuova guerra civile degli USA e a un bombardamento missilistico termonucleare intercontinentale nei primi mesi del 2015.
Nonostante il mondo da dov’era partito il viaggiatore del tempo fosse parecchio simile a quello dei pionieri americani del XVII secolo, la tecnologia avanzata era comunque riuscita a conservarsi, tanto da far sì di rendere appunto possibile i viaggi nel tempo. All’epoca in cui John Titor scrisse su quel forum di Yahoo!, dovevano ancora succedere episodi come la seconda guerra USA in Iraq, ma Titor sembrava essere informato, su quello e su altri dettagli. E, inoltre, sembrava conoscere molto approfonditamente, e a livello di dettagli tecnici di cui pochissimi sono a conoscenza, la tecnologia alla base del viaggio temporale, tanto da mostrare grafici e foto, Ciononostante, è molto probabile che si fosse trattato di una BUFALA, ma quel che importa, come nelle altre opere di fantasia di cui sto parlando, non è certo la veridicità o meno, ma il captare in modo fantastico tendenze REALI di un determinato e preciso periodo futuro, come se le si percepisse già, anche se in maniera deformata e arbitraria.
Proprio nel già citato episodio della mia vacanza in Calabria nel 1995, acquistai in edicola il n°50 di Nathan Never – personaggio del fumetto italiano che vive in un mondo futuristico – dove era raccontato il passato del suo futuro (quindi il futuro del nostro mondo), dopo che per cinquanta numeri non era stato rivelato, e si scopriva che, nell’anno 2024, un parente di Nathan Never (suo bisnonno o trisnonno), studioso di tecnologia estrattiva, era stato tra coloro che avevano cercato di ostacolare il cosiddetto “Inner space project”, un progetto che intendeva sfruttare le risorse sotto la crosta terrestre, spingendo dentro la terra una sonda somigliante a uno Space shuttle, in modo da prelevare il magma per utilizzarlo a scopi energetici.
Inutile dire che il progetto fallì-fallirà, provocando disastri, terremoti, eruzioni ovunque sul pianeta, tanto da spingere il nuovo pontefice, eletto proprio in quel 2024, Gregorio XVII, proveniente dall’isola di Bali, a voler cominciare una “nuova era”, spostando indietro il calendario di 77 anni, utilizzando quello della sua isola natale, tramutando il 2024 in 1946, anno simbolico perché quello dopo la fine di un’altra catastrofe, ma facendo sì, con questo, di confondere irreversibilmente la corretta comprensione della storia agli uomini futuri, visto che gli avvenimenti degli anni originali e degli anni clone si sarebbero così confusi per sempre.
Tra l’altro, è curioso notare come Gregorio XVII sarebbe stato anche il nome pontificale del cardinale Giuseppe Siri, a dar retta a quella storia che dice come sarebbe dovuto essere lui papa nel 1958, anzichè Angelo Roncalli-Giovanni XXIII, ma la sua elezione fu annullata dai servizi segreti USA perché temevano che il suo anticomunismo viscerale avrebbe rovinato i rapporti dell’Occidente con l’URSS.