Una delle maggiori fissazioni del mio lavoro qui su questo blog è pensare che la “pop culture” non sia solo un inerte, inutile passatempo ma possa essere anche una forma di profezia.
E non sono sicuro sia sempre una buona cosa.
Sono sicuro che un mucchio di gente sa del virus chiamato “Wuhan” comparso in un romanzo di Dean Koontz del 1981. Ciò che forse non sa è che il “Wuhan virus” era originariamente chiamato “Gorki virus” e venne cambiato in un’edizione successiva del libro.
Non lo posso dare per certo ma dato che Koontz piuttosto inserito può essere che abbia saputo dell’esistenza di un istituto di ricerca virologica dentro Wuhan quando ha modificato quella parte del suo romanzo.
Anche solo così, è una sincro interessante.
All’incirca nel 2020 una seria malattia polmonare resistente si diffonde attraverso il globo. Di questa malattia crea anche sconcerto il fatto che improvvisamente sparisce così com’è arrivata, attacca ancora dieci anni dopo per poi scomparire completamente.
Quel libro di Sylvia Browne (“End of days”, “Fine dei giorni”) predice un’epidemia virale nel 2020. So che la Browne è vista da un mucchio di gente come un’ingannatrice, ma dovete ammettere che quel passo del suo libro letto ora fa un po’ impressione.
E uno si chiede allora quante altre precognizioni possano trovarcisi dentro
Post del 9 gennaio 2020 in cui Christopher Knowles fa notare una corona intorno alla Luna piena.
Fate questo tipo di lavoro abbastanza a lungo e cominciate ad accorgervi che profezia e preveggenza sono ovunque. Penso che le nostre menti abbiano accesso a punti dello spaziotempo a cui non hanno accesso i nostri corpi e che ognuno si può trovare a estrarre informazioni ordinariamente inaccessibili.
Penso che soprattutto le persone creative riescono a trascendere con le loro menti i limiti che ordinariamente poniamo a noi stessi. Il problema è che di solito le fonti di materiale profetico vengono scoperte soltanto dopo gli eventi profetizzati.
Ma una volta che mettete da parte la visione meccanicistica causa-effetto lineare dal passato al futuro con cui siamo stati imbottiti fin dalla più tenera età, vi rendete conto che il mondo ci sta continuamente parlando in un linguaggio che la maggior parte di noi ha dimenticato.
Il pittore Giorgio De Chirico, conosciuto per i suoi quadri rappresentanti delle “piazze d’Italia” completamente vuote, somiglianti ai luoghi turistici d’Italia pressoché deserti che stiamo vedendo in questi giorni. Nel 2002 lessi la biografia di De Chirico in cui raccontava anche di come contrasse l’influenza spagnola durante la pandemia del 1918-20.
Il giornalista Nicola Porro, il primo volto televisivo ad aver contratto il coronavirus, qualche tempo fa conduceva una trasmissione chiamata “Virus”.
Rocco Casalino divenne conosciuto al grande pubblico dei mass media per essere stato uno dei partecipanti alla prima edizione (quella più storica) del “Grande Fratello” nell’anno 2000, durante la precedente congiunzione Giove-Saturno prima di quella di questo 2020, in cui si ritrova, come portavoce del premier, a essere dentro in pieno nella “task force” scientifico-politica che ha messo in quarantena l’Italia. Nella trasmissione “Grande Fratello” i partecipanti rimangono chiusi in casa, come in quarantena, per un determinato tempo che per gli ultimi due che alla fine si contendono la vittoria arriva fino a 90 giorni.
Nel 2013 dedicai un post a un altro partecipante alla “quarantena” di quella prima edizione del “Grande Fratello” dell’anno 2000, Pietro Taricone, il quale, dal momento che si contese la vittoria con “la bagnina del lago d’Iseo” (di cui non ricordo il nome), [Cristina Pievani, grazie xxp] rimase dentro la casa fino alla fine dei tre mesi.
In quello stesso post paragonai Taricone all’ “Ultimo uomo sulla Terra”, sia dell’omonimo film con Vincent Price sia dell’omonimo numero del fumetto Dylan Dog, il numero 77 di inizio 1993.
Dylan Dog, ultimo uomo sulla Terra in una Londra dopo la “fine dei tempi”.
Ritrovandosi “ultimo uomo sulla Terra” nel secolo XXIII o XXIV (non mi ricordo), Dylan Dog scopre che nell’anno 2001 il mondo è finito a causa di un’epidemia di raffreddore. Il virus del raffreddore altro non è che un CORONAVIRUS “non nuovo”, anzi ormai così antico e così circolante da tempo che, dal momento che l’umanità ormai ne possiede gli anticorpi e lo riconosce, ha smesso di poter degenerare in una polmonite virale potenzialmente molto pericolosa. Tra l’altro, quell’episodio dell’albo n°77 è connesso alla vicenda della “zona del crepuscolo”, infatti si scopre che Dylan Dog finisce in un futuro remoto proprio perché è stato mesmerizzato come gli abitanti della “zona del crepuscolo”.
Pensate al sincro-misticista Loren Coleman, i cui materiali sono stati da me molte volte utilizzati in questo blog, e il suo “linguaggio del crepuscolo” (così come da lui definito il misterioso linguaggio della coscienza collettiva comune a tutti che si manifesta con le coincidenze.)
E’ difficile da spiegare ma più si scava in questa “tana (anzi, tunnel) del bianconiglio” senza fondo, più evidenze si trovano. E anche se inizialmente credevo si trattasse di una folle illusione sostenuta da nessun altro sul pianeta, alla fine sono giunto a sospettare che un sacco di persone molto potenti sembrano essere d’accordo con me e provano — da decenni — a fare gli “apprendisti stregoni” con questa illusione.
Eventuali dubbi che avrei potuto avere su questa tesi dichiaratamente sbagliata sono stati spazzati via quando lo scorso autunno ho visto lo spettacolo Massive Attack-Adam Curtis alla Radio City Music Hall ed è stato testimone della più letterale presentazione immaginabile come “oracolo dell’apocalisse”. di questa altrimenti timida e piuttosto fragile donna di mezz’età.
E conoscendo la storia di potenti ma invisibili forze che provano a capitalizzare i suoi poteri, e vedendo ciò che si sta svolgendo intorno a noi ora, non posso dire di essere rassicurato dal fatto che una delle sue più esplicite profezie (“Five-Ten Fiftyfold”) sembra alludere a un’epidemia influenzale che spazzerà via metà della popolazione mondiale, così come discusso qui.
Notate che nella prima canzone (“2lood 2itch”) nel loro primo album Garlands, lei chiaramente canta per ben due volte la parola “corona”.
Il nome “coronavirus” è derivato dal latino “corona”, derivato a sua volta dalla parola greca che sta per “ghirlanda”, “garland” in inglese. Il nome si riferisce all’aspetto del virus al microscopio, virus che ha un aspetto di una “sfera coronata”, somigliante anche alla corona solare.
Judy GARLAND, la protagonista ragazzina del film “Il mago di Oz”, citata diverse volte in questo blog anche a proposito della cripto-kubrickologia (#cryptokubrology)
Da un po’ di tempo il blog “The Secret Sun” sta monitorando l’interesse di Bill Gates per “possibili pandemie”, andando indietro fino al post del 2017 “The Microbes Are Ready.” (“I microbi sono pronti”.)
Notate che la locandina della conferenza della Fondazione Bill Gates presenta computer grafiche proprio rappresentanti dei coronavirus.
Parliamo di profezia, eh? Chi è che una volta ha detto che il miglior modo di predire il futuro è quello di inventarlo?
Ad ogni modo, girano un sacco di voci sull’origine del COVID19 e la sua possibile origine come bio-arma. Buzzfeed è arrivato al punto di bannare il sito di contro-informazione “Zero Hedge” da Twitter per aver semplicemente riportato quelle voci, sebbene non sia esattamente chiaro il motivo di questo ban da parte di Buzzfeed.
Ma adesso il governo cinese sta accusando i militari USA di aver sviluppato il virus, portando a grossi attriti diplomatici. A proposito di questo, lungi da Knowles fornire dichiarazioni definitive.
Personalmente, io sono “fan” della versione che vuole l’epidemia di questo nuovo coronavirus iniziata a novembre-dicembre 2019, essere partita da un pipistrello vivo venduto come cibo al mercato di Wuhan, il quale pipistrello da cui si è sviluppato il nuovissimo virus, fino a poco tempo prima “stava chissà dove dentro una giungla”.
E’ proprio la piena concretizzazione nella realtà concreta della famosa metafora della teoria del caos (affine a quella del “cigno nero”) secondo cui “il battere d’ali di una farfalla può causare uno tsunami dall’altra parte de mondo”.
“Event 201”, un’esercitazione tenuta il 18 ottobre 2019 riguardante una pandemia globale.
Esercitazione condotta il 18 ottobre 2019 sulle conseguenze di una pandemia globale, sotto l’egida di Bill e Melinda Gates.
Ma per quanto riguarda le possibili intenzioni rituali sulla creazione e distribuzione di questo patogeno, ci limiteremo a ricordare DOVE la conferenza dell’ “Evento 201”– quella che ha fatto parlare di “coronaspiracy” — ha avuto realmente luogo.
A pochi isolati di distanza dalla sede in cui “l’Oracolo” aveva eseguito una serie di spettacoli assieme ai Massive Attack e all’apocalittico “tour” di Adam Curtis nell’ottobre 2013.
Pensate un attimo a ciò: con tutti i posti nell’intero mondo in cui quella conferenza-esercitazione poteva tenersi, ha avuto luogo proprio in un hotel a poca distanza da quella sede!
Per se stessa sarebbe una coincidenza piuttosto insignificante. Ma nel contesto di tutto il resto, è decisamente folle.
E diviene più folle quando ci si rende conto che a un isolato di distanza dal tempio della “Sibilla” c’è Kate Spade di New York, che di certo ha un ruolo in questo vortice di follia.
Visto che sappiamo che il nuovo consiglio di amministrazione di Kate Spade a New York ha un nuovo capo, e il suo nome è LIZ FRASER!
La realtà che pensavate di conoscere è finita. Perciò d’ora in poi dovete pianificare le cose di conseguenza.
Bill Gates, il venerdì 13, lascia la Microsoft per dare priorità alle sue attività filantropiche.
Com’è come non è, chissà perché misi in ballo proprio Bill Gates in un assurdo post di inizio 2013, durante i tempi compresi tra le dimissioni di Ratzinger e le elezioni di Bergoglio, assurdo perché in una telefonata ancora più assurda del post la voce di un tizio che mi sembrò quella di quell’Alì Agca che sparò al papa il 13 maggio del 1981 disse a Piero Chiambretti (in chissà quale trasmissione, penso radiofonica) che lui “avrebbe visto bene Bill Gates come prossimo papa”!…
E potete aver saputo che Tom Hanks e sua moglie sono in quarantena in Australia per essere stati scoperti positivi al Covid19, ma potete non aver saputo che sono stati messi in quarantena proprio a Gold Coast in Australia, luogo che i lettori di lunga data lo ricorderanno per essere stato teatro, nell’inverno 1996, di una nuotata di mezzanotte da parte di colui, chiamato Jeff Buckley, il quale spezzò il cuore della Sibilla Liz Fraser: un tipo di attività (la nuotata di mezzanotte) che l’avrebbe poi portato alla morte il 29 maggio 1997.
Penso che gli Hanks saranno ospitalizzati per 17 giorni.
Hanks si trovava nella Gold Coast per le riprese di un film biografico su Elvis: Anche lo stesso Elvis gioca un ruolo chiave nell’eterno psicodramma rievocato in tempo reale dalla Sibilla e dal suo Pastore.
Alla fine dell’anno scorso, avevo trasferito tutto questo materiale sulla “Sibilla” in un blog privato ma, sfortunatamente, il blog privato si dimostrò non così privato come avevo sperato.
Stava infatti avendo un bel po’ di traffico web non desiderato, soprattutto dal mezzo del nulla assoluto dei deserti della California e del Nevada, così come da una grande organizzazione di cui ho parlato in passato, un’organizzazione conosciuta per impiegare una forza di polizia privata ben più grande della maggior parte dei dipartimenti di polizia normali.
Pensate se un’intelligenza artificiale fosse programmata per voler coltivare quante più fragole possibili e così coltivare nulla più di fragole e basta sulla superficie terrestre? Quindi ci sarebbero “Strawberry fields forever”! (“campi di fragole per sempre”, citando l’omonima canzone dei Beatles.)
Sebbene questa non può che essere una “casuale coincidenza”, nientemeno che un luminare quale lo stesso Elon Musk in persona ha postato l’enigmatico tweet di cui sopra solo un paio di ore dopo un mio post su Philip K. Dick (nel mio blog privato) e la sua epifania “Strawberry Fields Forever”, così come la Sophia posseduta dall’intelligenza artificiale nel romanzo di Dick VALIS.
Dovrete amare quelle coincidenze.
Elon Musk sta anche avendo un bambino assieme a Grimes, una ben nota fan dei Cocteau Twins.
Dovrete amare queste sincro.
Oltretutto, Kate Perry– la cui canzone del 2017 “Tsunami” fu una riscrittura di “Watchlar” dei Cocteau Twins— ha annunciato la sua propria gravidanza con l’attore Orlando Bloom in un videoclip in cui Kate Perry è avvolta da “garlands”, ghirlande (=”corone” dunque, secondo l’etimologia antica greca)
Così come ha fatto Beyonce quando ha annunciato la nascita delle #CarterTwins, nel trentacinquesimo anniversario dell’uscita di Garlands.
“Love Draught” di Beyonce e stata anche piena di riferimenti ai Cocteau Twins, quasi sicuramente a causa del contributo di The Weekend, grande fan dei Cocteau Twins.
Più recentemente, Janelle Monae si è abbigliata di “Garlands”!
Riuscite a vedere questo pattern che si ripete?
Successivamente, nel suo articolo, Christopher Knowles, fa notare altri sincro-legami, i quali però perdono nella traduzione dalla lingua inglese a quella italiana, per esempio il titolo in lingua inuit “Oomingmak” della prima canzone dell’album “Victorialand” dei Cocteau Twins significa “Musk” (ovvero il cognome di “Elon Musk”), che in italiano è “muschio”.
Il titolo della seconda canzone dello stesso album è “Little Spacey” e Knowles fa notare come nel 1986, anno di uscita dell’album, l’attore Kevin Spacey non lo conosceva nessuno al di fuori dei teatri di New York e negli ultimi tempi, sui mass media, si è letto di William Little, il quale ha asserito di essere stato molestato sessualmente da Kevin Spacey.
La cosa che mi fa pensare è che questi patterns notati dal punto di vista di Knowles, personalmente, è come se li riuscissi (moolto vagamente, per ora) a notare anche dal MIO punto di vista, cioè secondo il mio punto di vista della mia ben determinata vita. Noto delle assonanze spaziotemporali in ciò che viene mostrato da Knowles, per esempio riguardanti il mio vissuto in certi determinati anni da lui citati. Devo averlo già accennato in qualche precedente post.
Secondo le interviste, il titolo della canzone strappalacrime “The Thinner the Air” è riportato abbia un riferimento alle difficoltà che la gente ha nel respirare nelle più alte, elevate zone dell’Antartide.
Respirare difficoltosamente è una possibilità che preoccupa moltissimi nel mondo in questi giorni.
Permettete che vi domandi questo: diciamo che state guardando un film — forse di Igmar Bergman o Andrej Tarkowskji o qualcun altro — riguardante un “oracolo dell’apocalisse” e la sua colonna sonora suona esattamente come “The Thinner the Air.” Vi sembrerebbe così strano?
Abbastanza interessante, no?
Così, ricapitoliamo: Due LP dei Cocteau Twins venerdì saranno ri-editati. La prima canzone del primo album ha la parola “corona” che si ripete due volte nel secondo verso. Il titolo dell’ultima canzone sull’altro album si riferisce a problemi di respirazione.
Ce ne sarebbe ancora da trattare…le cose potrebbero essere ampliate a dismisura, come amo dire al mio collega di blog Teoscrive, probabilmente servirebbe un’applicazione somigliante a quella di un motore di ricerca web per stare dietro a tutte le connessioni possibili.
Concludo citando ancora due cose che Knowles fa notare:
Il riferimento alle cavallette (proprio nell’ultimo mese ce n’è stata una super-invasione in Africa) nella canzone dei Cocteau Twins “In the Gold Dust Rush,“ e il riferimento a un “invasione di alieni invisibili attorno a noi” nella canzone, sempre dei CT, “Glass Candle Grenades”.
E’ già da un po’ che su civiltascomparse non tratto di un tipo di musica, di sound che, si può dire, sia uno dei più originali del nostro oggi. Un tipo di musica che parte dal synth pop-new wave-new romantic-italo disco anni ottanta ma che non è una rielaborazione nostalgica, non è un operazione revival, non si tratta affatto di ciò. Quei materiali vengono utilizzati per generare qualcosa di nuovo, inedito, un nuovo immaginario musicale, vengono utilizzati un po’ come Giorgio De Chirico utilizzava le statue e i templi greco-romani nei suoi quadri metafisici. E questo tipo di nuova musica (che si trova sottotraccia, soprattutto su internet, su video You Tube non professionistici) penso possa essere definita metafisica, penso che l’intenzione dei suoi autori sia raggiungere una condizione senza tempo, a-temporale, adoperando materiale strettamente legato alla musica pop anni ottanta, che viene riproposta in modo onirico, deformato, con sample e campionature ripetitive il cui ascolto somiglia a quello di una radiolina a pile sul comodino, ascoltata in dormiveglia di notte o all’alba, le cui pile si stanno scaricando a poco a poco.
Su civiltascomparse abbiamo trattato di questo tipo di veramente nuova musica diverse volte, ecco i link:
Questo tipo di musica pare si possa chiamare con diversi nomi. Io da qualche anno la conoscevo come hypnagogic pop, chillwave, glo-fi; recentemente ho scoperto che è diventata “famosa” col nome di vaporwave. Sulla blogosfera italiana si trova scritto poco e nulla su questo argomento (ma anche su quella inglese, tuttalpiù, si trovano solo playlist e immagini) eccetto qualcosina su Prismomag. A parte Prismomag, solo Ilmegliodinternet ha scritto qualcosa sul tema vaporwave, concludendo in un modo che riesce a illustrare un certo senso della vaporwave ma che, a mio parere, non coglie il fatto che gli autori di questo tipo di sound (e di immagini e video legati a questo sound) vanno oltre (senza rendersene conto ovvimamente), riuscendo a generare sensazioni somiglianti preoccupantemente a quelle che sorgono guardando i migliori risultati dell’arte della prima metà del XX secolo.
Cosa dice Ilmegliodiinternet:
E quindi, per quale motivo sta roba dovrebbe essere interessante? Beh, pensateci: il vaporwave risucchia frame culturali che hanno completamente perso il valore originario (se mai ne hanno avuto uno) e li mischia insieme creando un artefatto e bizzarro senso di nostalgia che ineluttabilmente colpirà i nati negli anni ’80 o primissimi ’90. Beh, in fondo, non è un po’ tutta la sottocultura di internet a funzionare in questo orrendo e splendido modo? Vabbè, vista la natura fluida e ridondante del microverso Vaporwave, mi pare alquanto palloso continuare a menarla sulla sua mitologia, sui valori simbolici, esoterici e salcazzo cosa. E’ abbastanza facile arrivarci da soli, comunque. Se sta roba vi ha incuriosito, scopritela.
Non solo: la vaporwave mi risulta proprio imparentata con un altro tipo di sound originale uscito negli ultimi anni, che è quello chiamato witch house: l’incontro tra lo spirito del gothic dark e della new wave più cupa con quello della house.
Questo non è un video di revival dell’atmosfera e dello spirito degli anni ottanta, per attizzare la nostalgia e il senso di appartenenza mainstream di coloro che erano giovani, o giovanissimi, in quegli anni.
Probabilmente non si tratta nemmeno di immagini risalenti a quell’epoca ma realizzate in questi anni dieci del XXI secolo in modo che sembrino imitare quei tempi.
E’ un video METAFISICO.
Come Giorgio De Chirico utilizzava i calchi di gesso delle sculture classiche greco-romane, le colonne, le piazze e i palazzi rinascimentali e i monumenti risorgimentali,
così Lazerhawk, nel video del brano Distress signal, utilizza le videografiche sorpassate, i videogame tipo Pac Man, i nastri delle videocassette nei videoregistratori (magari anche Betamax e Video 2000), gli spot pubblicitari degli impianti stereo con la doppia piastra, le pettinature phonate, le audiocassette dentro i walkman… ma l’intenzione di Lazerhawk, come ho detto, non è quella che sta dietro a programmi tv come Anima Mia, per intenderci, ma di raggiungere una condizione di tempo sospeso, dove i riferimenti a epoche precise giungono a un punto poco prima di collassare in una specie di condizione a-temporale.