La caduta del satellite UARS è simbolica

26 09 2011
Sergio BonelliE’ strano notare come venerdì 23 settembre (lo stesso giorno in cui è stato divulgato il neutrino più veloce del fotone, il quale rovina l’immaginario einsteniano del “non si può andare più veloci della luce!”) sia piombato giù nell’atmosfera terrestre, in tanti minuscoli frammenti, il satellite NASA per le rivelazioni nell’alta atmosfera, chiamato UARS, che era in orbita da esattamente 20 anni, tanti ne sono passati dal crollo dell’impero URSS. Ora, la contrazione di USA e URSS potrebbe risultare proprio comodamente UARS, alla perfezione (poichè UARSS è troppo sbilanciata in favore di URSS e fa aumentare di una lettera, e URAS e USAR non funzionano, la prima perchè non sembra una sigla, sembra il nome di una divinità, e la seconda sbilanciata a favore di USA), e in un post precedente abbiamo accennato di come per andare oltre le colonne d’Ercole, verso la sintesi del Nuovo Ordine Mondiale è necessario che vengano giù – nel giro di vent’anni, 1992-2012 – i due poli in cui consisteva il Vecchio Ordine, quello bipolare, quello formato da due opposti sistemi politico-economico-sociali, USA e URSS (tesi e antitesi). E’ dunque probabile che, prima o dopo della fine dell’anno, assisteremo a un breakdown del sistema finanziario, un reset forse spettacolare, con tanto di arresti di massa.
In questo caso, è forte la tentazione di vedere nel satellite UARS che fa piovere i suoi pezzettini sul Nord Italia – come avrebbero dovuto piovere i missili a medio raggio se ci fosse stata la guerra tra i due blocchi – uno dei simboli che annuncia la specularità di ciò che è avvenuto 20 anni fa con ciò che avverrà presumibilmente nei prossimi mesi, non si sa con quale tempistica, non si sa con quale successione di avvenimenti.
Quindi, la definitiva caduta di UARS, del vecchio mondo, e la nascita del nuovo mondo, assolutamente multipolare e new age, guidato da un governo centrale mondiale, dove non ci sarà più nessuna nazione ad accumulare così tanto potere in modo da dominare e soggiogare le altre, come disse il mondialista canadese Maurice Strong, lo stesso che si mostrò speranzoso in una demolizione controllata della civiltà industriale per preparare il nuovo ordine.
Lo sappiamo che prima o poi, quell’impero americano che tanto ha influito sulle nostre vite quotidiane, giorno dopo giorno, ci dovrà lasciare, probabilmente nel modo preferito dalle forze che guidano gli avvenimenti storici, ovvero il CROLLO pirotecnico e simbolico, con tanto di pioggia di frammenti sulle nostre teste, magari invisibili.
Lo sappiamo, e ci sembra finora esistente solo nella nostra immaginazione fantapolitica. Certo, a volte in passato mi sono anche immaginato come sarebbe stato il mondo del fumetto italiano senza Sergio Bonelli, vedevo questa possibilità come fantascienza, e adesso scopro che è mancato davvero! Tra l’altro, Sergio Bonelli è legato personalmente ad alcune coincidenze della mia vita, l’una avvenuta, guarda caso, proprio 20 anni fa esatti (quando ho iniziato a leggere i fumetti bonelliani, come Dylan Dog). Aprofitto di questo articolino per fargli un ultimo saluto, anche se era il grande vecchio alla guida di una casa editrice che ha esaurito qualsiasi parvenza di novità, come tutte le altre case editrici, del resto.
Ciao Sergio!
UARS





L’impossibile vittoria di Ron Paul alle presidenziali del 2012

10 09 2011
Il prossimo anno ci saranno le elezioni presidenziali americane. I repubblicani stanno già scaldando i motori per le primarie, e sulla stampa mainstream vanno forti i nomi di Mitt Romney, Michelle Bachmann e soprattutto l’outsider Rick Perry; anzi, si dice allegramente che la sua popolarità nei sondaggi superi quella dell’attuale presidente Obama, e magari potrebbe avere anche la meglio su di lui in un eventuale testa a testa elettorale.
Personalmente, io non credo per nulla che una faccia da soap opera come quella di Perry o di Romney possa essere quella dell’inquilino della Casa Bianca a partire dal 2013.
Anche se, per adesso, pochi scommettono davvero su di lui, sono persuaso che RON PAUL ce la farà a diventare presidente degli Stati Uniti.
Questo repubblicano di 76 anni, ex medico ginecologo, costituzionalista convintissimo, contrario ai maneggi dei banchieri creditori del nulla che invadono il pianeta di “pagherò”, liberalista viscerale, contrario all’aborto, al Patriot Act, alla tassa sul reddito IRS, e al mantenimento ad libitum dell’Impero a stelle e strisce con 300 basi militari nel mondo da sostenere, Ron Paul sarà – con ottime probabilità – il 45°presidente. Soprattutto se la situazione si deteriora ulteriormente, il che è molto facile. Ma è il suo VOLTO a parlare. Un volto che sa di possibilità che si può davvero concretizzare, che forse è stata preparata per concretizzarsi, in particolar modo se si intrufolasse qualche elemento anomalo catalizzatore, qualche CIGNO NERO, come lo chiama Teleb Nassim.
Al di là di tutto, vi invito a prendere con le molle ciò che scrivo, vi ricordo che i miei articoli sono soprattutto esercizi creativi, non voglio fare concorrenza al grosso dell’informazione alternativa sui blog, persone che svolgono degnamente il proprio lavoro di ricerca e cronaca, nonostante alcuni scivoloni ed esagerazioni.
Ancora più di Obama, Ron Paul è connesso a una Nuova Organizzazione Internazionale che si sta battendo dietro le quinte per smantellare il vecchio sistema e portare a un Nuovo Ordine Mondiale, procedendo a una specie di DEMOLIZIONE CONTROLLATA. Prima di tutto degli Stati Uniti, ovvero di ciò che sono gli Stati Uniti per il mondo, cioè il loro impero di 300 basi militari e passa. Due tra gli organi di informazione di questa Nuova Elite (un club globalista trasnazionale, come il vecchio) sono RussiaToday e PrisonPlanet, mentre quelli che fanno propaganda alle azioni della vecchia èlite li conosciamo bene (Cnn, Bbc, Fox, Al Jazeera…). Il giornalista canadese Benjamin Fulford è solito chiamare il vecchio gruppo di potere “Una Cabala criminale che sta dietro le decisioni di Washington, e si muove attraverso il Pentagono.” Due nomi che si possono ricondurre a questa Cabala sono Henry Kissinger e Zbgniew Brzezinskj, il loro massimo portavoce nell’attuale amministrazione è Hillary Clinton, e il loro aspetto più esplicitamente violento ed estremista è incarnato dai neoconservatori, parecchio attivi all’epoca dell’amministrazione Bush. Vi sono di certo molte sfumature, le carte in tavola non sono certo così nitide, in particolar modo il ruolo dell’ONU (e i suoi annessi) cambia di importanza a seconda dei personaggi coinvolti, ruolo centrale per alcuni – lo è per l’attuale amministrazione – e non per altri, e Ron Paul è uno di questi, come buona parte dei repubblicani.
Tenendo presente le ricorsività della storia, ovvero gli allungamenti, stiracchiamenti, accartocciamenti del grafico del tempo (riguardante eventi nella dimensione frattale dall’infinito piccolo all’infinito grande, che possono andare da situazioni della vita quotidiana del singolo alle più grandi dinamiche dell’umanità), che manifestano avvenimenti storici i quali poi hanno la tendenza a ripresentarsi più volte in vesti differenti, ho notato che – nel recente passato, durante gli ultimi 30 anni – a diversi “leader mondiali della crisi” sono succeduti “leader mondiali della risoluzione della crisi”, e sempre in seguito a una catarsi particolarmente drammatica. Nel caso del 39°presidente USA Jimmy Carter, il quale ha traghettato gli statesin un momento orrendo tra gli anni settanta e gli ottanta, fu il fallito raid per la liberazione degli ostaggi nell’ambasciata iraniana a Teheran, la goccia che fece traboccare il vaso per la sua fallimentare presidenza, e portò l’anno successivo il repubblicano Ronald Reagan a divenire 40°presidente USA ed essere portatore di una nuova rotta per l’economia americana e mondiale (la crescita liberista a credito supportata dall’alta finanza). Nel caso dell’ottavo e ultimo segretario del PCUS e presidente dell’URSS Mickail S. Gorbaciov, fu il tracollo di un suo progetto per tentare di risolvere lo stato disastroso dell’impero sovietico, ovvero una nuova unione socialdemocratica con le repubbliche ex sovietiche diventate sovrane (dovuto a un colpo di stato “preventivo” della vecchia guardia soprattutto nel KGB) a determinare la sua sconfitta e la vittoria del presidente della Russia Boris Eltsin, lo smantellatore definitivo dell’URSS, l’alfiere del liberismo all’occidentale, importato grazie a una democrazia basata sul potere autoritario. Anche qui, un NUOVO CORSO. Il rinnovamento dopo la crisi.

Nel caso di Obama, il fatto che sia un presidente piuttosto sfiduciato, il quale ha deluso una grandissima parte del popolo che lo ha eletto, è di certo ben visibile. Il suo benestare alle continue iniezioni di soldi pubblici per salvare i gruppi finanziari “troppo grandi per fallire”, i dubbi e le ombre sul funzionamento dei progetti di assistenza sanitaria statale promossi dal suo governo, le guerre che procedono e si estendono con l’aggravante di nuove partecipazioni militari, l’impossibilità di quadrare i tetti del debito con la crescita e la disoccupazione, mostrano mister Soetorocome qualcuno che ben difficilmente sarà eletto il prossimo anno.Se succedesse un qualche tipo di “catarsi drammatica”, come abbiamo accennato poco fa, molto probabilmente riguardante la finanza, ma anche qualche ulteriore azione militare azzardata e pericolosa da parte della vecchia élite globalista ormai messa alle strette, la situazione potrebbe precipitare con molta velocità, e allora gli argomenti “antisistema” di Ron Paul diventerebbero più popolari che mai surclassando di gran lunga i discorsi triti delle due “facce da Beautiful” Perry e Romney, e una sua vittoria alla convention repubblicana e poi magari addirittura alle presidenziali, potrebbe diventare possibile quando fino a qualche mese prima appariva pura utopia, almeno a leggere i giornali di cartaccia e non solo.

I circoli che premono da dietro le quinte per una “Nuova architettura finanziaria internazionale” che faccia diventare il dollaro attuale buono per la numismatica, e ridimensioni fortemente l’impero militare anglo-USA-israeliano tuttora dominante, stanno agendo per rivoltare i tavoli del mondo nel momento in cui le condizioni diverrano buone per farlo, smantellando il giogo decennale di Wall Street e della City, contribuendo a mettere la parola FINE alla realtà che stiamo tuttora vivendo, basata sull’intreccio tra sistema monetario a corso forzoso non ancorato a nessuna base reale ma a valori di volta in volta stabiliti per accordi a porte chiuse, un modello di crescita industriale infinita – supportata dal marketing pubblicitario totalitario – per far quadrare il rapporto debito/P.I.L. con l’aggravante del prevalente utilizzo di energia inquinante di tipo non rinnovabile, e sempre più costosa.

Ritengo che Ron Paul sia una delle espressioni di questo nuovo andazzo, per adesso ancora in sordina. Non facciamoci fregare dalla sua aria old style, dal suo essere costituzionalista conservatore e isolazionista. Un governo globale e una moneta unica per tutto il globo si concilierebbero molto bene con degli Stati Uniti ridimensionati e assai meno “hollywoodiani” di prima, guidati da un settantasettenne di certo non rockstar come Obama. Non dimentichiamo che il progetto di un Nuovo Ordine Mondiale prevede lo smantellamento della potenza economico-militare degli USA per trasferirla a un governo centrale (evoluzione dell’ONU) per il quale il territorio degli Stati Uniti può benissimo tornare a essere ciò che era “nello spirito del 1776” – l’anno della dichiarazione d’indipendenza delle colonie dalla madrepatria inglese – quindi governato localmente più o meno allo stesso modo, senza più alcun pretesa di autoritarismo sulle altre nazioni e del tutto sgravato delle sue colonie militari, le quali verranno assorbite e in qualche modo riconvertite-trasformate nel NUOVO CORSO del NWO. Se poi questo NWO sarà una dittatura planetaria basata sul controllo del denaro elettronico e il controllo della popolazione ridotta di numero, o la manifestazione della PARUSIA, del cambio dimensionale o del nostro ingresso nella civiltà galattica, siamo qui per vederlo, prossimamente.

Tra l’altro, è curioso pensare che nel 2008 Obama ebbe come sfidante il settantatreenne John McCain il quale aveva come vice una donna, Sarah Palin. Potrebbe crearsi una simmetria, una specularità mica male se tra un anno, nel 2012, lo stesso Obama si ritrovasse di nuovo ad avere un vecchio come sfidante: il settantasettenne Ron Paul, il quale magari potrebbe avere come vice una donna, Michelle Bachmann. Questa volta però le cose si potrebbero mettere peggio per il mezzosangue.
Certo, peggio ma, in fondo – vedendo le cose da un’altra angolazione – non potrebbe trattarsi di una specie di “staffetta” verso un nuovo assetto degli USA e del mondo, anno dopo anno, verso un obiettivo da raggiungere? Il TEMPO di Soetoro era CHANGE, quello di Paul è ancora di più, un livello ulteriore, è REVOLUTION!






Jazz 33 giri

3 09 2011

Vi presento un ulteriore segnale di come la realtà consueta in cui viviamo stia decisamente ristagnando e non produca più novità nel livello solito di percezione e CONOSCENZE STANDARD E UFFICIALI. Cosicchè vengono riciclate cose già note. Certo, paradossalmente questo in un momento di apparente "accelerazione degli avvenimenti", ma si tratta comunque di eventi già codificati dalla storia, e non davvero nuovi, già assimilati dal subconscio collettivo, pensiamo solo alla (risaputa) guerra in Libia o ai tanti "nuovi 1929" che sono avvenuti e avverranno o alla "Primavera araba" con i suoi risaputi riferimenti al 1968. Insomma, ad ogni modo, il cosiddetto PROGRESSO DELLA CIVILTA' INDUSTRIALE che ci ha tenuti svegli per due-tre secoli si è bloccato, inceppato. E' uno straniamento totale vedere i dischi di vinile 33 giri di nuovo in vendita in una collana DeAgostini, con tanto di pubblicità alla radio e alla TV. E leggete in questo comunicato ufficiale come la DeAgostini si sforzi di far sembrare tutto questo una "novità" (novità editoriale unica sul mercato per qualità e prezzo, dedicata a collezionisti e appassionati di musica; rispetto alla fredda riproduzione digitale il suono meccanico e analogico del disco in vinile conserva intatto il fascino e il calore della resa sonora delle esibizioni originali; rispetto ai vinili standard da 120 grammi De Agostini ha scelto infatti di puntare su una maggiore resa sonora proponendo una grammatura da 180 grammi ad un costo altamente competitivo.) Sconvolgente.





Gli USA mostrati come volgari, litigiosi bancarottieri!

2 08 2011

Era TOTALMENTE da immaginarselo che alla fine, in zona Cesarini, i Democratici statalisti e i Repubblicani liberisti avrebbero trovato l'accordo per aumentare il tetto del debito pubblico USA, una piramide di carta senza valore che è cresciuta enormemente ed esponenzialmente soprattutto negli ultimi dieci/vent'anni, ma che per costruirla c'è voluto più di un secolo. Adesso, a questo cumulo di spazzatura gli viene dato il valore di più di 15.000 triliardi di $ (+ diversi miliardi dell'accordo) e, visto che le agenzie di rating dell'occidente non possono dire le cose come stanno, a questa finanza insolvente peggio che i paesi PIIGS, gli si continua a dare la "tripla A", modo per dire che SONO AFFIDABILI.

La Grande Finzione dunque continua, e oggi 2 agosto il mondo è sempre lo stesso di sempre, purtroppo. Un globo invaso dalla moneta-debito, da un oceano di "pagherò" (come si chiamavano un tempo le obbligazioni), pretesto per mille proiezioni finanziarie-economiche su anni futuri che probabilmente non vedremo mai. Nonostante tutto, però, abbiamo un po' meditato su come i gloriosi Stati Uniti, l' "Impero del bene" per eccellenza, sia stato così preso a pesci in faccia dai mass media, trattato come un quasi bancarottiere di infimo ordine, persino il TG1 di sabato scorso aveva come primo titolo "USA, incubo fallimento". Cioè, non stiamo parlando dell'Irlanda o della Grecia o di Cipro, stiamo parlando di coloro che, oltre l'Hard Power, la rete militare in mezzo mondo, possiedono il Soft Power, cioè quel tipo di potere dato dall'immaginario che sono riusciti a infondere a tutto l'occidente, pensiamo alla lingua inglese internazionale delle canzoni pop-rock, a Facebook, a McDonald's, alle cose che "vengono dall'America perchè le cose nuove prima vengono da là", alla terra della libertà duratura contro i tiranni dell' "Asse del Male" e degli "Stati canaglia". E tanto altro.

Ebbene, questo mito – quasi a partire da quando il ministro del tesoro Geithner ha parlato per la prima volta di DEFAULT lo scorso 11 gennaio – è stato impietosamente mostrato a tutto schermo sull'orlo del disastro, e per giunta con le galline litigiose nel pollaio che si azzuffano, con elefantini rossi e asinelli blu che si battibeccano inutilmente rischiando di non giungere a un accordo e far saltare la baracca, di arrivare a un Armageddon, per dirla col comandante in capo nero e brizzolato. Gli USA sono stati fatti vedere come il pugile Rocky che, preso a pugni (dalla Cina? dai BRICS?), col volto tumefatto e sanguinante rischia di crollare sul ring da un momento all'altro, con il direttore della Federal Reserve Bernanke il quale fa l'arbitro che conta fino a dieci per poi fare un'altra iniezione di dollari freschi di stampa, assolutamente senza valore.
Insomma, sappiamo che le televisioni, i giornali, le radio e una buona fetta di internet sono controllate dai manovratori, e allora perchè questi manovratori vogliono che gli Stati Uniti siano così umiliati sulla pubblica piazza del mondo? Ecco una buona questione su cui meditare a Ferragosto!





Zibaldone di pensieri estivo in attesa di un possibile default

19 07 2011
Come del resto lo avvisa anche il suo titolo, il presente articoletto sarà un melange alquanto variegato, un po’ come certe canzoni di Lorenzo Cherubini-Jovanotti. Avevo intenzione di scrivere qualcosa a proposito di ciò che mi hanno fatto venire in mente gli amici di NWO-TRUTHRESEARCH, blog documentatissimo che smaschera come facenti parte della “Grande Cospirazione” anche personaggi generalmente considerati come ANTI Grande Cospirazione, persino il più complottista di tutti, ovvero sua maestà David Icke (e il suo mentore mai dichiarato Jordan Maxwell).Di solito i personaggi alla guida di questi blog strapieni di informazioni capillari, nel loro considerare come disinformatori il 90% della popolazione dei media alternativi, mostrano una supponenza e una chiusura mentale non molto diversa da quella dei “megadebunker”, degli smascheratori di bufale complottiste, di quelli come Paolo Attivissimo e Massimo Polidoro per intenderci. Sia per gli uni che per gli altri l’istinto e l’intuizione non hanno alcuna importanza, sono unicamente devoti al loro emisfero sinistro del cervello, e solo la presentazione cronachistica – e un po’ noiosa – dei FATTI per loro ha valore sacerdotale.
Bene, prendevo giusto spunto da queste considerazioni, magari un po’ stupide chissà, per arrivare a una possibile verità, forse amara, forse persino divertente. Cioè che non serve a niente pensare che noi ricercatori, noi blogger d’inchiesta sui maligni governi ombra (il blogger di Civiltà Scomparse non è tra questi), ci pensiamo FUORI dagli inganni e dai condizionamenti che abbiamo presentato sui nostri spazi web. E’ una stupidaggine pensare questo, e non solo perchè qualsiasi ricercatore modifica l’oggetto della sua ricerca osservandolo ed entrandone in relazione (osservazione partecipante), ma anche perchè noi stessi, qualunque persona sul pianeta vittima di condizionamenti secolari (e tutti noi lo siamo, inutile raccontarcela) fa a pieno titolo parte della Grande Cospirazione Millenaria anche se se ne chiama fuori, e allora si dovrebbe essere così onesti con se stessi da non fare la maestrina con la matita rossa e blu che striglia una volta i sionisti, un’altra i gesuiti, un’altra la massoneria di rito scozzese, pensandosi fuori da questo meccanismo di sonno planetario, pensandosi vergine, innocente e pulito. Ogni uomo condizionato (e tutti noi lo siamo) OCCULTA LA VERITA’ come il più bieco degli Illuminati. Non c’è molta differenza tra occultarla a miliardi di persone o a una persona sola: noi stessi, ma è ciò che facciamo ogni giorno. E allora dobbiamo autosmascherarci!

Cambiamo in apparenza argomento. Di questi tempi la finanza del grande capitale a credito non se la passa granchè bene, in Italia, in Grecia, in zona euro, e soprattutto negli USA: entro il 2 agosto sapremo se gli States andranno o no in fallimento perchè insolventi a causa del loro debito semplicemente mostruoso accumulato in decenni. Intanto è già partito un anello debole della catena, il Minnesota. Gli operatori dell’informazione si scannano tra loro per cercare di mostrarci nel miglior modo possibile “cosa sta succedendo”, i capi istituzionali delle nostre sacre istituzioni ci pregano la COESIONE SOCIALE – e parlano di questo a chi? Ai drogati del consumo e di Facebook? – mentre annunciano tagli sociali ancora più odiosi. Perchè i soldi pubblici DEVONO mantenere a galla il sistema borsistico-finanziario che continua a far girare la ruota del capitalismo consumista spettacolarizzato dalla pubblicità.

Con un’accelerazione si spera il più possibile sostenuta, la FINZIONE FUORI TEMPO MASSIMO dell’attuale stato di cose sta venendo a galla. Per trenta/quarant’anni (mica un giorno!) si è cercato di mantenere il moloch consumista in piedi attraverso una finta “pace sociale” tra padroni e sudditi, ottenuta grazie al commercio di un numero sterminato di aggeggi tecnologici a basso costo, cibi e golosità industriali e all’intontimento dei sudditi da parte dei beniamini della politica e dello spettacolo. Quest’ultimo poi (come profetizzò bene Guy Debord) è tracimato OVUNQUE, rendendo prodotto da supermarket pubblicizzabile qualsiasi cosa: dal centro artistico di una città presentato ai turisti, all’Unità d’Italia ai rapporti quotidiani tra la gente. Per quanto la pubblicità possa ancora spettacolarizzarlo, sta venendo giù l’impero del formalismo/buonismo ipocrita, del “divertimento” a tutti i costi e della estraneità pilotata tra le persone, suggellata e glorificata dal DANARO farcito di debito. La stessa industrializzazione potrebbe collassare dopo tre secoli di violenza spacciata per progresso, quei mostri fumanti che stanno incatenando milioni di persone, tenendole staccate dall’ANIMA della Terra, un pianeta che – come l’incredibile Eugenio Siragusa ha detto una volta alla televisione – “GEME DI DOLORE”. Però forse, chissà, per tornare a essere di nuovo un tutt’uno con Gaia dovevamo passare per tre secoli attraverso le forche caudine dell’industrializzazione e dell’alienazione dai ritmi della natura. Dovevamo fare qualche passo indietro per farne uno grandissimo in avanti, oltre tutto ciò che conosciamo, per raggiungere l’Utopia Reale?

Tra l’altro, ritornando a ciò di cui scrivevamo qualche riga fa, anche Davide Nebuloni, in uno dei suoi ultimi articoli, si è detto DELUSO da uno dei baluardi del regime globale a guida USA – assieme al clown di McDonald – ovvero TOPOLINO, il giornaletto edito ogni settimana dalla corporation “The Walt Disney (Italia)©”. Tanto poetico e leggendario ieri, soprattutto ai tempi della Mondadori vecchia maniera, quanto senza più nulla da dire oggi; solo pastoni fritti riscaldati milioni di volte. Nebuloni si sofferma sul fatto che Mickey Mouse & C. pubblicizzano delle terrificanti fette di prosciutto in busta di plastica, ma noi (come abbiamo già fatto) vogliamo soffermarci sul suo proseguire per inerzia numero dopo numero, assieme a tutti gli altri fumetti e opere dell’ingegno umano che troviamo in edicola. Fa parte di un mondo troppo risaputo, troppo secolarizzato, troppo pieno di passato. Per quanti sforzi possono fare gli sceneggiatori per “trovare qualcosa di inedito” non lo troveranno MAI PIU’. La stessa cosa vale per la pornografia, si è esaurita ogni possibile perversione sessuale umana, animale o altro, si è raschiato il fondo della pentola. Stesso identico discorso per la letteratura e i suoi mostri sacri, che sono stati davvero troppo pubblicizzati in questo ultimo trentennio, loro e i loro epigoni, a causa della folle diffusione del marketing culturale di massa. Idem per qualsiasi altra opera dell’ingegno umano distribuita a piene mani dai circuiti informativi-distributivi. Si è trasmesso troppo, si è pubblicato troppo, si è messo in internet troppo. E adesso a noi ci sembra di veder piombare giù qualcosa che identifichiamo come “finanza”, come “economia”, e ci sembra di vedere che niente funziona più come prima, ma non è altro che un contenitore riempito troppo di passato (senza un reale, concreto, palpabile rinnovamento) e che sta esplodendo. E’ questa la vera esplosione del debito: i milioni di milioni di insolvenza monetaria sono questa eccessiva accumulazione di passato. Sono tonnellate e tonnellate di cose risapute e NON NUOVE che stanno spaccando il tavolo su cui sono collocate. E questo tavolo non è altro che il TEMPO LINEARE.

Si è fatto notare come l’uccisione del “Re del terrore”, non Diabolik ma Osama Bin Laden (che da una grotta dell’Asia Centrale progettò il crollo di due altissimi grattacieli gemelli per opera di due aerei di linea!), sia stata cucita su misura per il suo personaggio che – anche a causa dei suoi comunicati video dalle caverne, che spuntavano in TV quando meno si ce li aspettava – era un fantasma mediatico perfetto, praticamente un attore, poco più di un cattivissimo di un film di James Bond. E ricordiamo ancora, durante quell’autunno 2001, lo strano senso di FINZIONE, mai provato prima, che ci coglieva nel leggere le notizie sui giornali e alla TV. Questa stessa sensazione l’abbiamo avuta a maggio (ma non siamo stati certo gli unici) quando si è diffusa la notizia dell’uccisione pirotecnica dello “Sceicco del terrore” ad Abboddabad in Pakistan da parte delle forze speciali USA, accompagnata poi da una ridda di foto fasulle e diversi dubbi spuntati fuori fin dall’inizio dell’azione.

Personalmente, una pallida idea ce la siamo fatta, e può essere anche legata all’allora futuro passaggio di consegne al Pentagono tra Robert Gates e Leon Panetta (a capo della CIA quando venne braccato Osama): con questo gesto eclatante e simbolico si è voluta in qualche modo archiviare una certa atmosfera internazionale che durava da dieci anni, per APRIRNE UN’ALTRA – che ancora non vediamo – la quale potrebbe essere legata alla scadenza del 2 agosto prossimo e al rischio di blocco della spesa pubblica americana.
Avremmo voluto scrivere un articoletto sulla questione lo scorso maggio, e volevamo intitolarlo sincronisticamente “Obama-Biden 1/Osama-Bin Laden 0”, ma poi non se n’è fatto più nulla.

Istinitivamente, nonostante migliaia e migliaia di informazioni facciano pensare il contrario, pensiamo che Obama in se stesso sia una figura POSITIVA. Anche se l’amministrazione che presiede non ha revocato il Patriot Act, fa da stuoino ai pescicani di Wall Street, non abbassa le spese militari, partecipa a operazioni belliche in Libia e Pakistan e tanto altro ancora che i suoi critici acerrimi sanno benissimo, sono dell’idea che Obama sia stato messo lì da quella che Gianluca Freda chiama “nuova élite internazionale” in questo suo post dedicato al contrasto tra le due versioni dell’11 settembre, ovvero un gruppo di potere inedito e trasversale che sta facendo in sordina le scarpe all’IMPERO-Vecchio Ordine Mondiale. Lo stesso gruppo di potere che permette l’esistenza di una TV come “Russia today”, piena di interviste ai “cospirazionisti”, per esempio, o la rivista “Riza psicosomatica” nelle nostre edicole. Anche questa élite – come l’altra che si raduna al club Bilderberg – è in stretto contatto con ambienti occulti e diversi suoi membri provengono da essi. Riteniamo che Obama (uomo che fa parte di questo nuovo indirizzo della politica internazionale senza che nessuno se ne renda conto) stia semplicemente lottando dall’interno del globalismo aggressivo affrontando difficoltà tali – soprattutto di tipo comunicativo con l’esterno – che non sospettiamo minimamente. A nostro parere, dentro l’amministrazione, è il ministro degli esteri Hillary Clinton il vero portavoce di coloro che vogliono portare l’umanità all’involuzione e al suo possibile sterminio, proseguendo con una lenta schiavitù inconsapevole e con la distruzione dell’ecosistema. Ciò salta agli occhi anche solo scorrendo le varie frasi dell’ex moglie di Bill riportate dell’informazione standard. E’ straordinariamente ingenuo pensare che ogni responsabilità per le violenze e le ingiustizie dell’Impero USA sia da addebitare in tutto e per tutto (anche se LEGALMENTE è così) al suo presidente e comandante in capo, c’è una quantità di forze in gioco molto complessa e i giochi possono essere doppi o tripli.

L’anno scorso, all’assemblea plenaria dell’ONU, il presidente iraniano Ahmadinejad, ha palesato i suoi numerosi dubbi sulla versione ufficiale del 9-11, aggiungendo che le prove emerse contribuiscono a tratteggiare uno scenario dove l’attentato terroristico è stato preparato come un ghiotto pretesto per giustificare legislazioni repressive e azioni belliche in modo da far andare avanti il progetto del dominio occidentale nel mondo nonostante le condizioni mutate rispetto a qualche anno prima. Immediatamente, i rappresentanti USA e UE sono usciti sdegnati dall’aula senza farvi ritorno, e qualche tempo dopo in TV, l’inquilino della Casa Bianca ha detto che le parole di Ahmadinejad erano “offensive e odiose”. Se anche Obama fosse tra coloro i quali pensano (come Paul Craig Roberts, assistente del segretario del tesoro durante la presidenza Reagan) all’11 settembre come un grande imbroglio ai danni dell’umanità, e bisogna dunque farla pagare a coloro che l’hanno messo in piedi, non avrebbe potuto certo esprimersi liberamente in diretta TV, sbracandosi dicendo che le parole del presidente iraniano erano “rispettabili e degne di attenzione”. Vi sarebbero stati in questo caso serissimi rischi di essere rimosso su due piedi dall’incarico e far naufragare del tutto i piani di cui è uno degli esecutori insospettabili, di sicuro il più di spicco e il più ESPOSTO.

Concludiamo portando l’attenzione su quanto in questi ultimi tempi – parliamo della controinformazione in Rete, ma non solo, scommettiamo – vi sia un disamoramento, una disaffezione, forse persino un certo DISGUSTO nello stare troppo spesso su internet a scrivere e commentare, nell’utilizzarlo massicciamente. Infatti, a questo proposito, leggiamo questo articolo di Carlo Brevi, e quest’altro su “Stampa Libera.com”. Sul banco degli imputati non c’è tanto l’intricato gomitolo senza fine di materiali d’ogni tipo – testi, immagini e video – diventato tanto invadente quanto piovresco, e non è tanto l’interazione istantanea a distanza tra le menti in se stessa, ma le MODALITA’ con cui questo avviene: un tipo di interfaccia (schermo, tastiera…) che sembra fatta apposta per rischiare di rendere ALIENANTE l’usufruire della Rete, facendo distaccare l’utente di internet dai ritmi sani e dai percorsi della realtà fuori dallo schermo. Qualche tempo fa avevamo parlato di una evoluzione di tutto questo, prevedendo un’internet degli oggetti che trasporti finalmente OLTRE LO SCHERMO, nel mondo solido delle cose, magari utilizzando sistemi che esulano dai frutti della modernità industriale come siamo abituati a conoscere, ma che riguardano realtà più in linea con lo spirito della natura, come il concetto di NOOSFERA proposto dal teologo gesuita Tehillard De Chardin ridefinito in seguito dal ricercatore Josè Arguelles, e gli studi sul cosiddetto DNA “spazzatura” e il DNA “fantasma”, che unirebbero in modo sottile (senza bisogno di infrastrutture elettroniche e cavi, modem, tastiere, schermi) i contenuti prodotti dalle menti degli individui di una stessa specie, utilizzando i quanti di luce. Infine, potrebbero aiutare in questo processo verso la “liberazione di internet dalla materia” le attuali ricerche della fisica d’avanguardia, che indagano l’aspetto e le proprietà dello spazio cosiddetto “vuoto” visto come una disposizione di energia frattale-olografica secondo le figure della geometria cosiddetta “sacra”.

La questione dell'”internet degli oggetti”, tra l’altro, ci è ritornata di nuovo in mente uno di questi giorni, quando abbiamo scoperto che esistono i distributori automatici a moneta che erogano spremute, e sul display, intanto che la spremitura delle arance prosegue, c’è la percentuale di “download” che scorre, come se si stesse scaricando un file da internet o da un programma di condivisione. Un’unione istantanea tra virtuale e reale!