Allarme rosso Birmingham – Giochi del Commonwealth – cicli storici e transiti astrologici convergono

Questo è un articolo che vuole segnalare una inusuale convergenza di transiti astrologici e di cicli storici che mi hanno portato di recente ad intuire che potenzialmente lo svolgimento dei Giochi del Commonwealth del prossimo 28 luglio – 8 agosto 2022 potrebbe essere sconvolto da un attentato terroristico.  

In realtà, come mostrato nell’ articolo che ha inaugurato quest’ anno sulle prospettive annuali relative agli eventi secondo i cicli storici da me individuati molti anni fa, la mia attenzione era focalizzata sull’ ipotesi di un evento di grande magnitudo ai Mondiali di Calcio 2022 in Qatar fra novembre e dicembre, ma consultando una altra volta i cicli storici per capire a che punto siamo arrivati e che cosa è effettivamente accaduto che si può allacciare alle ipotesi da me proposte ho intuito che c’è un altro evento sportivo potenzialmente a rischio

Un altro potenziale allaccio ai potenziali eventi in Qatar è rappresentato dalla battaglia per il Kuwait del 1990 e l’ attacco in Giordania del 2005

Si comincia con il 1985 e la strage allo stadio dell’ Heysel: una tragedia avvenuta il 29 maggio 1985, poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni di calcio tra Juventus e Liverpool allo stadio Heysel di Bruxelles, in cui morirono 39 persone, di cui 32 italiane, e ne rimasero ferite oltre 600, l’ attacco alla Thatcher e all’ hotel dove alloggiava del 1990 tramite autobomba, la partita dell’ assedio del 1530, le OLIMPIADI DEL TERRORE con UCCISIONE DI ATLETI E OSTAGGI nel 1972 in Germania (segnalo anche nel 1956 la esplosione di 7 camion bomba in Colombia che uccisero 10.000 persone e potrebbero avere chi sa mai un allaccio) e in particolare segnalo anche l’ allaccio fra 2022 e 2005 e l’ ATTACCO TERRORISTICO A LONDRA nel mese di Luglio e l’ allaccio all’ “anno terribile” britannico del 1992, l’ attacco con esplosivi all’ evento sportivo del “Centennale delle Olimpiadi” a fine luglio 1996 che ha ferito più di 110 persone.

Quest’ anno è collegato al 1848 e alla sua Primavera dei Popoli, (ma anche ai Moti del 1830) e a dispetto della loro mancata apparizione nel mondo mediatico televisivo, in diverse nazioni del mondo il popolo appunto nel 2022 si sta ribellando e sta mostrando il suo potenziale, i casi più eclatanti dei quali sono lo Sri Lanka dove è avvenuto un evento simile a quello del Campidoglio nel 2021, e i Paesi Bassi, dove si stanno ribellando gli agricoltori.

Le dimissioni di Boris Johnson in Uk si collegano a diversi eventi come la vicenda di Stuarda del 1587, lo sciopero nazionale britannico del 1985, 1837 Vittoria diventa regina, l’ addio della Thatcher nel 1990 (due eventi che assieme ad altri possono segnalare la dipartita molto prossima della Regina di Inghilterra), lo sciopero generale britannico del 1926, la tragedia della dipartita della principessa Diana del 1997, la formazione del regno Britannico nel 1801, l’ annus horribilis britannico del 1992, la vittoria di Boris, paradossalmente, del 1996

Ricordo anche l’ allaccio fra 2022 e 1958, quando c’ era l’ epoca dello scandalo della medicina Talidomide, qualcosa che si può allacciare alle continue notizie di qualcosa che non va con i vaccini contro il Covid…e al 1798 quando si vaccinava contro il Vaiolo (Vaiolo delle scimmie 2022) ma anche al 1977 e al debellamento del Vaiolo!, l’ epidemia di colera del 1846, la piaga di Londra del 1665 e quella italiana del 1575, la epidemia del 1626, la epidemia cinese del 1538, la influenza aviaria del 1997, la pandemia di influenza asiatica del 1956, la campagna di vaccinazione contro la Polio del 1954, la epidemia influenzale del 2009.

Ancora da vedersi l’ evento (dirottamento aereo) segnalato da diversi cicli storici, come per esempio nel 1970 come si evince da diverse copertine di riviste di notizie statunitensi dell’ epoca, 1985 200 soldati periscono in un incidente aereo, il doppio attentato ad aeroporti del 1985, il disastro degli aerei di Tenerife nel 1977, il crash del Concorde in Francia del 2000, il disastro aereo in Germania del 1988 e anche la esplosione di un aereo in volo sempre dello stesso anno, l’ aereo Iraniano colpito e distrutto da parte degli Usa come errore militare, l’ abbattimento di un aereo statunitense a causa di una bomba, il disastro dell’ Hindenburg nel 1937, la caduta di un aereo Air France nel 2009 e il tentativo di far esplodere un aereo da parte di un kamikaze nello stesso anno, lo schianto di un aereo in una zona densamente popolata del 1996, il dirottamento di un aereo Etiopico con vittime del 1996.

La grande vicenda protagonista dell’ anno in Ucraina si allaccia alla sua indipendenza nel 1918, anno che porta anche l’ allaccio fra Covid e la sua ripresa nel 2022 e la grande pandemia influenzale del 1918, la figura di Caterina di Russia (1762), la peste di Crimea del 1348 che si è diffusa in tutta Europa portando cambiamenti e conseguenze radicali e di elevatissimo impatto sociale (e ricordiamo che nel 1348 avvenne anche la bancarotta Italiana…!), il blocco russo di Berlino del 1948, 1582 guerra fra Russia e Polonia e il 2022 si collega anche al 1630 e alla guerra dei trent’ anni che devastò in modo storico l’ Europa, la nascita della URSS nel 1922, 1772 e la partizione della Polonia, le riforme in Russia del 1722, 1697 e la modernizzazione della Russia fino addirittura al 1147 e al primo riferimento storico alla città di Mosca. Il debutto di Putin nel 2000, le accuse contro Stalin del 1956 e la rivoluzione violenta in Ungheria contro la armata Russa, l’ assassinio dello zar russo nel 1801, il transfer della Crimea nel 1954, 1937 e la epurazione della armata Russa, la disputa energetica con la Russia e il blocco delle risorse del 2007, la crisi nucleare del 1962, gli scioperi e la rivoluzione russa del 1917 con guerra civile e la abdicazione dello zar e il ritorno di Lenin, le manifestazioni contro il dispiegamento di missili nucleari del 1983 e la trasmissione del film sull’ attacco nucleare “The Day After”, lo Sputnik e il primo satellite russo del 1957 e in quell’ anno anche sventato colpo di stato in Russia e le esercitazioni per attacchi nucleari nelle scuole statunitensi, il 1944 e la fine dell’ assedio tedesco di Leningrado e l’ attentato fallito a Hitler e la liberazione della Crimea, il 1905 e la domenica di sangue in Russia e la soppressione delle manifestazioni e la sconfitta da parte del Giappone contro la Russia.

Per il 2022 – 2023 si prospetta anche la potenzialità di una focalizzazione storica contemporanea sul subcontinente Indiano (1970 enorme tifone in Pakistan, l’ Olocausto dei Sikh nel 1762, il sacco di Delhi del 1398, 1948 e l’ assassinio di Gandhi (anche se questo potrebbe essere un allaccio all’ assassinio dell’ ex premier giapponese Shinzo Abe di questo mese, personaggio culturalmente e politicamente molto legato all’ India come anche quello della Bhutto ad un rally politico nel 2007), lo spodestamento della Bhutto nel 1990 e la sua uccisione nel 2007, 1947 i massacri durante l’ esodo del territorio Indiano e la sua partizione, 600 vittime in proteste violente in India nel 1983.  L’ assassinio dell’ ex premier Giapponese potrebbe anche collegarsi all’ assassinio del premier Italiano del 1978. Attenzione anche all’ 8 novembre e alle elezioni di medio termine in Usa, che potrebbero riservare sorprese, sempre se Biden davvero ci arriverà visto il potenziale rischioso per il suo governo, visto l’ allaccio fra il 2022 e la “elezione più pazza della Storia Americana” del 2000. La sparatoria scolastica di fine maggio 2022 a Uvalde si allaccia potenzialmente al disastro scolastico statunitense del 1937 e alla sparatoria universitaria del 2007.

Per il 2023, anno che si anticipa come di più che significativo impatto c’è la potenzialità di una grande eruzione, di un notevole cambiamento climatico verso il raffreddamento globale, una riconfigurazione dell’ Europa con le potenzialità per un principio di collasso del sistema politico e monetario, con la prospettiva della fine dell’ Euro (1815), la grande epidemia si diffonde in Europa (1347), un evento relativo ad una centrale nucleare o ad una escalation nucleare in Ucraina (1986), un allaccio alla nascita della Repubblica Popolare Cinese del 1949, il 1912 e il Titanic, il 1801 e l’ assassinio dello Zar, la potenzialità di un conflitto in Iran, paese che ha appena annunciato essere in grado di produrre una bomba nucleare (La guerra del Golfo nel 1991, che porta anche alla guerra civile Balcanica, un colpo di stato in Russia e la fine di una superpotenza: Russia, Unione Europea o Stati Uniti?), il 1799 e il colpo di stato in Francia, il golpe cileno e la crisi energetica e petrolifera del 1973 causato dall’ avversione verso l’ Iran (ricordiamo anche 2022 – 1947 la crisi alimentare europea), la iperinflazione apocalittica in Germania del 1923, la Primavera dei Popoli che ha scosso l’ Europa nel 1848, 1773 la ribellione del Tea Party a Boston, il 2001 l’ 11 settembre e il ritorno del terrorismo nel mondo, le violenze di Genova (!) e le manifestazioni no global del G8, la rivoluzione Iraniana e l’ attacco e la tenuta di ostaggi all’ ambasciata statunitense in Iran e Pakistan, l’ incidente nucleare in America del 1979, il ruolo del pontefice Polacco e l’ invasione della Russia all’ Afghanistan, il 2006 e la vicenda delle rivolte violente contro le vignette offensive agli Islamici, e la ascesa geopolitica di una Corea del Nord dotata del nucleare, il 1989 e la “rivoluzione tedesca” e quella violenta in Romania e le soppressioni di manifestanti in Cina. La annessione dell’ Austria del 1938, la crisi dei Sudeti, il falso allarme dell’ invasione aliena via radio, la Notte dei Cristalli e i saccheggi, la grande crisi economica e bancaria del 2008, 1963 il discorso del Sogno Afroamericano e l’ assassinio del presidente statunitense, una cosa che si allaccia (il primo) all’ ascesa di Obama del 2008, lasciando spazio alla potenzialità di una ascesa al comando politico di Kamala Harris, vicepresidentessa attuale, poi 1918 e la uscita della Russia dalla guerra in pessime condizioni, la liberazione dei campi da parte della Russia nel 1945, i grandi attacchi della fine della guerra mondiale compreso quello NUCLEARE, il fallimento dei dittatori e i processi di Norimberga, il Big One in California del 1906 e la eruzione del Vesuvio sempre nello stesso anno e la Rivoluzione Francese del 1789 (Plutone approderà in Acquario nel marzo 2023: Libertè, Egalitè, Fraternitè). Poi anche ancora qualcosa riguardante l’ India, Pakistan e Bangladesh con il “terribile anno per il subcontinente” del 1984 (assassinii, massacri e il disastro del Bhopal)

Passiamo ora alla spiegazione dei transiti astrologici che portano potenzialità di grossi rischi geopolitici il 26 LUGLIO 2022, il 28 LUGLIO 2022 e il 1 AGOSTO 2022:

MERCURIO QUADRATO MARTE: paranoia, discussioni potenzialmente pericolose e importanti, aggressioni, combattimenti, sentire che tutto è contro di noi, negoziazioni fallimentari, volatilità e imprevisti di vario genere, decisioni prese di fretta, litigiosità e battibecchi e dibattiti, frustrazioni ed escalations di vario genere, atteggiamento disinibito, esacerbazione dei problemi, commenti pungenti, ostilità, assalti, corsa alle conclusioni sbagliate, passionalità dei discorsi, commenti sarcastici, viaggiare ad alta velocità con potenzialità di incidenti, irritabilità, mettersi sulla difensiva, provocazioni rischiose, necessità di difendere idee e credenze in modo aggressivo, esprimere la rabbia repressa e accesi diverbi.   

MERCURIO IN QUADRATO CONTRO URANO: cambiamenti improvvisi nei piani e progetti per la giornata, bisogno di adattarsi a nuove circostanze, notizie sorprendenti e scioccanti, informazioni arrivate in modo inaspettato, interruzioni delle comunicazioni, viaggi, parlare o dire qualcosa di scioccante per gli altri. Stimoli mentali, bisogno di eccitazione, esasperazione, piccoli imprevisti, cambiamenti fastidiosi, iperattività, ma anche trascuratezza, incalzare degli eventi rende nervosi e sbadati, giudizi avventati, scatti improvvisi e potenziali incidenti alla guida, flash di genialità e intuizione. Può significare “fare un gran casino” e “bruciare i ponti con”.

MARTE CONGIUNTO URANO: il fascino per il pericolo, la innovazione e la velocità, atti di ribellione drastici, flash mentali improvvisi, potenziale alto di incidenti di vario genere, eventi stressanti, reazioni improvvise, bisogno di fare rumore e di farsi sentire, grandi scariche di energia fisica, irrompere in una stanza all’ improvviso, alienazione dagli altri, fascino del cielo, visionarietà, turbo charge, impazienza, incidenti relativi ad uso di coltelli, osare qualcosa, pericolo di incidenti riguardanti il proprio fisico, campagne di liberazione e attivismo politico, estremismo intellettuale, comportamento precipitoso, incidenti straordinari, cose che accadono improvvisamente e in fretta, scarsi e turbolenti rapporti con le autorità, impulsività, incoscienza, rabbia sfogata con violenza, necessità di operazioni chirurgiche, conseguenze inaspettate, mosse azzardate, paura dei cambiamenti, presa di rischi, tensione nervosa, potenziali eventi riguardanti esplosioni

Inoltre il 28 luglio 2022 è anche LUNA NUOVA IN LEONE, il segno dello spettacolo e del fuoco solare cosa che indica nuovi inizi e scoperte, eventi relativi a GIOCHI, SPORT e la RETROGRADAZIONE DI GIOVE, il pianeta della ESPANSIONE E DELLE COSE ENORMI ED ESAGERATE, che porta anche SFORTUNA se retrogrado e una nuova prospettiva interiore sugli eventi, e la perdita di entusiasmo e di fiducia verso il prossimo, crisi di fede e perdita della speranza, e nel segno dell’ Ariete si allaccia a conflitti ed eventi violenti e scontri a fuoco.  

Alessandro Dal Lago e Valerio Evangelisti

Ciao a tutti, sto preparando due lunghi post, che mi sono stati ispirati da una serie di aggiornamenti del blog di Christopher Knowles, non so quando vedranno la luce. Nel frattempo, ho avvertito il bisogno di onorare qui su “Civiltascomparse-il punto zero” la memoria di due uomini di grande cultura scomparsi di recente a poca distanza l’uno dall’altro: Alessandro Dal Lago e Valerio Evangelisti. Bisogno, anche perché m’è sembrato di notare come, a causa di una certa somiglianza tra loro sia per l’appartenenza politica – la sinistra non moderata – sia per i temi affrontati, sia per il loro forte piglio critico, per la loro appartenenza generazionale, finanche per il loro stesso aspetto fisico… il non essere passato nemmeno un mese tra le loro scomparse potrebbe far si che i due siano inclusi nel fenomeno descritto a questo indirizzo: “https://civiltascomparse.wordpress.com/2014/03/22/icone-massmediatiche-morte-nello-stesso-periodo/” , sebbene, sinceramente, sia Dal Lago sia Evangelisti “icone massmediatiche” non lo siano mai state visto che la loro fama era comunque sempre piuttosto di nicchia, nonostante (e mi sa forse proprio per questo) il valore delle cose che scrivevano.

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Alessandro Dal Lago
Alessandro Dal Lago 24/07/2003 Copyright Giovanni Giovannetti/Effigie/Writer Pictures NO ITALY, NO AGENCY SALES

Da qualche tempo sono iscritto alla newsletter di “https://pianetica.org/”, un progetto sia sul web sia su libro cartaceo, ideato da due scrittori italiani. Periodicamente, all’indirizzo della mia casella di posta elettronica con cui mi sono abbonato alla newsletter, mi vengono inviati aggiornamenti sulle nuove uscite di articoli i cui files di testo, destinati esclusivamente agli iscritti, passato un certo tempo, spariranno da internet, cioè “da remoto”, e saranno irreperibili, tranne magari nelle memorie dei computer “in locale” di quegli abbonati che nel frattempo avranno salvato i files, i quali possono però essere rimessi in circolazione nel web dagli stessi iscritti, basta che citino la fonte.

Per ora, presentiamo qui un testo solo di Valerio Evangelisti (anche perché è quello che ci è arrivato per email), non ne presentiamo anche uno di Alessandro Dal Lago (il quale per un breve periodo – proprio nel 2005 in cui fu scritto il testo di Evangelisti! – peraltro fu insegnante di chi sta scrivendo)…ma prima o poi potrebbe darsi che un suo scritto lo presenteremo qui sul blog. Il prof. Dal Lago è scomparso il 26 marzo.

Ciao subscriber,

viene rilasciato “Una narrativa adeguata ai tempi”, un saggio di Valerio Evangelisti, il grande scrittore scomparso il 18 aprile scorso. Il saggio è preceduto da un testo di chi scrive Pianetica. Per scaricare lo scritto è sufficiente cliccare sul pulsante azzurro qui sotto.

Ricordiamo che “Pianetica” è anche un libro cartaceo, di cui sono autori Giuseppe Genna e Pino Tripodi, autoprodotto in alta tipografia e acquistabile al prezzo al di là del mercato di 50 euro a questo link: http://www.milieuedizioni.it/prodotto/pianetica/.

 

Il 18 aprile 2022 è mancato Valerio Evangelisti.

È tra gli scrittori che è necessario ritenere fondamentali negli ultimi decenni di letteratura e critica e impegno nella regione italiana del pianeta. Non si intende qui tracciarne un ricordo o peggio un bilancio. Si possono recuperare in Rete moltissime e sincere testimonianze dell’ammirazione e dell’affetto tributatigli da lettrici e lettori, oltreché valutazioni sulla statura e la profondità del suo lavoro (ci permettiamo di segnalarne una per tutte: il ricordo in audio di Wu Ming 1 su radiocittàfujiko).

Se c’è un autore contemporaneo totale e non contenibile in una forma destinata a sclerotizzarsi, per chi scrive Pianetica è proprio Evangelisti. Dalla terza fase della sua raccolta di saggi ibridi, uscita col titolo Distruggere Alphaville, al momento fuori catalogo, ci preme riprodurre il saggio che qui segue, intitolato Una narrativa adeguata ai tempi.

Si tratta di un intervento che ebbe la sua pubblicazione nel 2005 e che risente di un processo storico, peraltro analizzato e perfino profetizzato dall’autore, in cui la riflessione si sofferma sulle crepature di ciò che fu ai tempi il presente e che le vicende si sono incaricate di spalancare ad abisso: per esempio, la questione dei generi. Tuttavia il rigore e la visione di Valerio Evangelisti lanciavano già l’elemento dei generi letterari in una dimensione ben più profonda e ora di clamorosa attualità: i generi esistenziali. Anche la visuale sul controllo e sulla dinamica tecnologica sembrerebbero collocabili nel contesto del 2005, ma le profondità dell’analisi del “Magister” surclassano la dittatura dei giorni e lanciano la prospettiva ben oltre l’attualità che stiamo vivendo, ben oltre l’ingenuità che sconta l’idolo critico del “capitalismo della sorveglianza”.

Il punto di vista pianetico è definitivamente la fase di confronto estremo a cui ha teso e non smette di tendere la scrittura di Valerio Evangelisti: l’uscita dai protocolli e dai canoni, la storia che non è più storica e però non cessa di esserlo, le plebi autonome e diffuse in un quadro di economia non più economica, la fine del politico a vantaggio dello sguardo planetario che ragiona su rapporti tra pianeti e sulla formazione e morte dei cosmi. La sorte biologica ha impedito a Evangelisti di approfondire questo confronto con un simile oggetto non formale, che abbisognerebbe di menti e di scritture come la sua: capaci di cambiare per sempre le percezioni, anticipandole attraverso la messa di se stessi in periferia, per poi distruggere l’intera città morente.

(La pòlis della politica è l’Alphaville di Evangelisti. La politica fondata sulla pòlis cede a un’infinità di relazioni e apparizioni fondata sul pianeta e non più sulle vetuste e inique categorie implicite nell’idea e nella storia di ciò che fu città).

Salutiamo il fratello sorella Valerio Evangelisti, nella notte ci guidano le stelle.

 

 

“Una narrativa adeguata ai tempi”

di Valerio Evangelisti

 

La globalizzazione dell’economia, il ruolo egemone dell’informatica, il potere del denaro astratto, le nuove forme di autoritarismo legate al dominio delle comunicazioni sembrano lasciare indifferenti gli scrittori di letteratura “alta”, quanto meno in Europa. Nella maggior parte dei loro romanzi il mondo pare rimasto immutato. Prevalgono le storie intimiste, identiche a quelle che avrebbero potuto svolgersi cinquanta anni fa, o che potranno svolgersi tra cinquant’anni. Amori, passioni e tradimenti continuano a consumarsi entro contesti dai colori tenui e dalle luci soffuse, in cui si annusa la polvere e il borotalco. Ci sono eccezioni, certo; ma rimangono isolate e non alterano il quadro generale, minimalista a oltranza.

Lo stile fiacco, estenuato, viene considerato realista. A esso apparterrebbe la verità, tanto da farne l’unica forma di letteratura veramente nobile. Poco importa che l’autore, se non ha tempo da perdere, batta il proprio testo su un computer e lo spedisca per posta elettronica. Poco importa che i tempi di stampa si siano più che dimezzati grazie a nuove tecniche tipografiche. Queste innovazioni vili non possono riflettersi nella storia narrata, salvo contaminarla e ridurne la carica di sublime. La prosa “realistica” si colloca fuori del tempo. Ciò che vi sta dentro è robaccia.

Certo, la letteratura “bianca” si trascina dietro la propria antitesi, il roman noir. Qui il sociale, la strada, la vita metropolitana, il conflitto hanno un ruolo importante. Non ve ne hanno, però, salvo rari casi, le strutture planetarie del sistema, i cambiamenti epocali, le modificazioni psicologiche e comportamentali indotte dallo sviluppo tecnologico. La vicenda si risolve, in fondo, nello scontro tra pochi individui animati da passioni eterne: l’odio, la vendetta, l’amore, la sete di giustizia. Il massimalismo della cornice si risolve nel minimalismo dello svolgimento. Poliziotto corrotto, o dubbioso, o onesto, contro criminale onesto, o dubbioso, o corrotto. Non è sempre così, per fortuna, ma lo è assai spesso. Se non altro, però, viene chiamato in causa il sistema nel suo assieme. È un minimalismo più grande, o un massimalismo rimpicciolito.

Due passi avanti e uno indietro.

Il fatto è che, oggi come non mai, il sistema si è diluito a livello di continenti, e il controllo sulle vite individuali è passato a centrali di potere anonime e distanti. Un volume di scambi vertiginoso decide nello spazio di una giornata centinaia di migliaia di destini. Una fabbrica chiude in Francia, una rivolta esplode in Indonesia, un’industria italiana sposta la produzione in Albania, un avventuriero guadagna miliardi in Australia e li perde in Spagna il giorno successivo. A tutto ciò, si accompagna una miriade di drammi che nessuno si incarica di registrare. E, quando si va a vedere chi è l’agente di tante tragedie, si scopre che si tratta di azionisti inconsapevoli che hanno affidato i propri risparmi a un gestore di fondi. Ma anche questi è parzialmente inconsapevole: tutto ciò che conosce è il mercato. E il mercato non è un’entità fisica, ma un’assieme di equilibri retti da norme. Chi ha dettato quelle norme? I governi. Ma anche i governi sono inconsapevoli, seppure in minima parte: assumono decisioni in sintonia con altri governi, che a loro volta sono condizionati dai governi più forti. E a chi obbediscono questi ultimi? In realtà a nessuno, in teoria al mercato…

Se si cercasse il vero elemento scatenante, forse si finirebbe per scoprirlo nel professore alcolizzato di una piccola università americana di provincia. Costui, in un momento di delirio etilico, ha elaborato una teoria basata sul nulla, ma molto in sintonia con quelle che erano, in quel momento, le esigenze politiche del suo governo. La teoria si miscela all’ideologia, il composto si trasforma in politica, la politica si converte in comando, il comando si fa potere. Il disoccupato sa a quel punto chi ringraziare. Anzi, non lo sa. Non lo sa nessuno. Mentre la letteratura “alta” si compiace di ignorare tutto ciò, nei piani bassi della narrativa c’è chi ne ha fatto da tempo il proprio oggetto.

Alludo alla fantascienza.

Non a tutta, è chiaro.

Se c’è una cosa che vi abbonda è la paccottiglia. Ma il genere è per sua natura massimalista, e incline a occuparsi di grandi temi: trasformazioni su larga scala, sistemi occulti di dominio, società alternative, effetti tragici o bizzarri della tecnologia. Come il più balordo degli spaghetti-western poteva contenere grande cinema, così il più illeggibile dei romanzi di fantascienza può contenere grandi intuizioni. Magari si disperderà in avventure fini a se stesse, in profili psicologici abborracciati, in semplificazioni degne di una favoletta per bambini. Ciò che non potrà mai tollerare è il minimalismo, estraneo al suo codice genetico.

È solo nella fantascienza che si trovano descrizioni realistiche (sì, realistiche!) del mondo in cui viviamo. Quale altro genere letterario ha mai dedicato un romanzo ai meccanismi delle crisi economiche? Nessuno. Prendete invece Depression or Brust (1974) di Mack Reynolds. L’annullamento dell’ordinazione di un frigorifero, da parte di un uomo qualunque, provoca il fallimento del concessionario, poi della casa produttrice, poi, di gradino in gradino, il crollo dell’intera economia statunitense. La storia non ha un protagonista vero e proprio che non siano la crisi in sé e la fragilità complessiva del sistema.

Non sarà letteratura raffinata, ma non la si può relegare nell’ambito dell’effimero e dell’irrilevante. Il tema è tanto forte da non lasciarsi emarginare. Risaliamo indietro. Prendete Hell’s Pavement di Damon Knight (1955). In una società di poco futura rispetto alla nostra, viene trovata la medicina definitiva contro il crimine. Ogni delinquente abituale viene condizionato ad avere allucinazioni al momento di commettere un misfatto. La trovata finisce però nelle mani di alcune multinazionali, che l’adattano ai loro scopi: il misfatto supremo, che provoca le allucinazioni, è acquistare i prodotti di una società concorrente. Risultato: il mondo intero si divide in aree di potere, in cui ogni multinazionale esercita il proprio dominio imponendo ai cittadini le allucinazioni a lei favorevoli.

Fa sorridere? Bè, io non sorrido troppo. Vivo in un paese in cui un intero movimento politico è sorto da un momento all’altro, per via del fatto che il suo leader possedeva una rete di catene televisive… Sempre in tema di allucinazioni, un autore italiano di fantascienza, Vittorio Curtoni, scrisse una ventina di anni fa alcuni racconti che avevano al centro una guerra futura. Le parti in lotta avevano fatto uso di armi psichedeliche. La conseguenza era stata quella di creare un’umanità ormai incapace di distinguere il vero dal falso, e anche di riconoscere se stessa come appartenente a un’unica comunità solidale… Chi abbia ancora in mente l’orgia di false notizie, presentate dalle fonti più autorevoli, che ha accompagnato la guerra nel Golfo e quella nel Kossovo, ha già capito a cosa alludo. I neonati che gli uomini di Saddam Hussein avrebbero strappato alle incubatrici, i 700 bambini kossovari che sarebbero stati rapiti e sottoposti a trasfusioni di sangue a favore dei soldati di Milosevic… Altrettante false notizie, che inducono a pensare che la guerra allucinogena sia veramente cominciata. Non voglio dilungarmi con gli esempi. Me ne permetto un ultimo.

Ho alluso alla difficoltà di trovare chi regga, oggi, le leve del potere. C’è un delizioso racconto di Jack Vance che si intitola Dodkin’s Job (1964). Un operaio è sconcertato dagli ordini irrazionali che, in una società rigidamente suddivisa in classi, gli pervengono dall’alto. Si mette alla ricerca di chi li emana. Dopo lunghe indagini, scopre che non provengono da nessuno. O meglio, è un anziano custode dei palazzi del potere che si incarica di batterne l’abbozzo su una vecchia macchina da scrivere. È poi l’intero sistema che li fa propri, li deforma e li muta in assurde imposizioni. A prima vista, poco più di una barzelletta. In realtà, un apologo sulla mancanza di democrazia che può manifestarsi nelle moderne forme del vivere civile, quando il comando si esercita senza controllo. Attraverso la metafora, la fantascienza ha saputo cogliere meglio di qualsiasi altra forma narrativa le tendenze evolutive (o involutive) del capitalismo contemporaneo. Ciò le ha permesso di frequente di superare i limiti della letteratura e di dilagare nel costume, nei comportamenti, nel vocabolario d’ogni giorno, nel vivere quotidiano. La corrente detta cyberpunk, attiva fino a una decina di anni fa, ne costituisce il principale esempio. Per la prima volta nella storia, molto in anticipo sugli attuali sviluppi di Internet, una folta schiera di scrittori assumeva a tema dei propri romanzi l’informatica, quale forma di connessione tra uomo e macchina.

Romanzi “fantastici”, lontani da quel realismo che è ritenuto forma letteraria privilegiata? Mi si permetta di dubitarne. Allorché Internet si è imposta, le opere di Gibson, Sterling, Rucker ecc. hanno fornito alla nuova realtà la terminologia adatta a descriverla, oltre a una mappa dei suoi possibili futuri. Più ancora, hanno indicato a gruppi di oppositori le vie per una possibile resistenza, culturale e pratica, alle minacce implicite nell’emergere di una rete comunicativa onnipresente, capace di riprodurre i rapporti di dominio sul terreno insidioso dell’immaterialità. Si sono visti spezzoni dell’ultrasinistra europea, influenzati per loro stessa ammissione dalla narrativa cyberpunk, creare la rete ECN (European Counter Network) e usare per primi la rapidità del nuovo sistema informativo per coordinare le proprie iniziative. I centri sociali dei giovani antagonisti si sono riempiti di modem e di computer, regolarmente distrutti dalla polizia durante le proprie irruzioni. Gli hackers hanno condotto titaniche battaglie individuali contro i grandi gruppi economici, rallentandone l’accesso al Web e la conquista del suo controllo. Si era già visto la letteratura popolare influenzare la vita concreta (penso al feuilleton ottocentesco e alle ricadute sociali dei romanzi di Sue), ma mai in forma così massiccia e sistematica. Tanto che il cyberpunk si è estinto non per debolezza propria, ma perché era divenuto superfluo, a fronte del proprio dilagare fuori del campo narrativo.

Non credo che altre correnti letterarie possano vantare una fine tanto gloriosa.

Viene il sospetto che il fantastico, e in particolar modo la fantascienza, rappresentino il solo modo per descrivere adeguatamente, in chiave narrativa, il mondo attuale. È un mondo in cui l’immaginario ha assunto un peso sconosciuto in precedenza. Se dovessimo riformulare una teoria del valore (e sarebbe quanto mai necessario), dovremmo aggiungere l’informazione ai fattori individuati dalle varie scuole economiche. Quantità di lavoro contenute nelle merci, scarsezza dei beni, gioco tra domanda e offerta non bastano più. Una merce è tanto più richiesta quanto più è conosciuta, e il suo valore cresce di conseguenza… Il capitalismo tradizionale si accontentava della pubblicità. Oggi penetra oltre: nella fantasia, nei sogni, nelle visioni del mondo più intime. La crescita della comunicazione gli ha offerto il destro per fare ciò, imponendo modelli di vita, creando bisogni dove non ce n’erano, accrescendo la sete di affermazione individuale. Non si capisce nulla della società attuale se non si tiene presente la rapida colonizzazione dell’immaginario che è stata attuata in questi anni. Una volta si svolgeva un ruolo produttivo per un certo numero di ore al giorno, e il resto del tempo era dedicato alla ricreazione e al riposo, cioè a se stessi. Oggi le attività ricreative, tutte basate sulla comunicazione, espandono l’area della produttività a detrimento dell’ozio e della quota di riposo. Praticamente ogni spettacolo televisivo contiene incitamenti all’acquisto, si tratti di pubblicità esplicita o di riferimenti ai modi di vivere ritenuti ottimali per tutti. Si sono visti interi rivolgimenti sociali dovuti all’immagine: la corsa alle merci occidentali dopo la caduta del muro di Berlino, l’afflusso massiccio di albanesi in Italia sull’onda delle trasmissioni televisive captate oltre Adriatico… Ma un conto è l’informazione, un conto è la manipolazione. La comunicazione capitalistica punta ormai direttamente all’inconscio. La produzione di simboli, un tempo affidata a evoluzioni secolari, è diventata frenetica. Lo smarrimento della propria identità è spudoratamente agevolato. Di contro, informazione e comunicazione sono state scisse quando ci sono in ballo grandi temi. Tragedie immense sono state ridotte a sequenze velocissime di immagini, tanto veloci da non sedimentare nulla. Assistere a un notiziario della CNN significa non assistere a niente. Se ne esce con una serie di nozioni inservibili, dato che mancano di antecedenti, di analisi, di riflessione. Il fatto è che il grande nemico comune, per chi controlla i destini altrui (sia pure in forma anonima), è la profondità. Il sistema sopravvive solo se chi è subalterno vive in superficie. Salvo l’esigenza di far penetrare nel suo intimo, e perfino nella sua psiche, false informazioni e false simbologie perché non si accorga della propria condizione. La fantascienza, il fantastico, la letteratura che ha al proprio centro l’immaginario, hanno il potere di fortificare la fantasia contro queste aggressioni. Lo usano meno del dovuto, e talora non lo usano affatto. La fantascienza statunitense contemporanea è lo spettro di ciò che era: standardizzata, miserabile, si riduce a forme spurie di divulgazione scientifica, nulle sul piano letterario e su quello intellettuale. Non le giova l’avere rinunciato, in nome del politically correct, all’ambiguità e alla provocazione. Ma non c’è da attendersi che sia il mainstream, tanto indifferente alla società che lo circonda da avere fatto del disimpegno e del ripiegarsi su se stessi un criterio qualitativo, a guidare la resistenza contro la colonizzazione dell’immaginario.

Occorre una narrativa massimalista, autoconsapevole, che inquieti e non consoli.

La fantascienza lo era.

Può tornare a esserlo.

 

[da Distruggere Alphaville, L’ancora del Mediterraneo, 2005]