” 2010 is haunting me “

Il 2010 e’ un anno che ogni tanto ritorna, come l’ orbita di una cometa, e fa sosta nella mia mente, ogni volta che i malesseri invernali prendono piede in me, ecco che tutto quanto affrontato nel 2010 torna in vita…

Una primavera dove la morte di un compagno di scuola visto il giorno stesso e della cui vita conoscevo poco, tutto quello che successe, il momento in cui mi è stato detto, la magnitudo della impressione che mi ha fatto provare tutto l’ evento in se’…il tetro allinearsi del suo nome e della vicenda con i miei sogni ricorrenti… Un vero 11 settembre, nel senso simbolico, totematico del 9/11 come ” il grande shock ” …

Tanti 9/11 si sono susseguiti nella mia vita, ma due dei peggiori sono accaduti nel 2010, un anno che al solo nominarlo mi provoca un senso di ” haunting ” , un anno maledetto…

Una bellissima estate trasformata in un incubo e nella fine di una amicizia e una ” fratellanza ” che per me ha rappresentato moltissimo, la sensazione di aver fallito, di aver perso un fratello, il tentativo di redimere nella mia mente colui che ne fu la causa…l’ esorcizzazione dell’ odio nel tentativo di togliermi il malessere…il tentativo di controllare tutto, di non far cambiare nulla…

Ho una fobia dei cambiamenti, e una quasifobia per le emozioni di ogni tipo, il motivo per cui sono così controllato e’ perché per me il mondo delle emozioni viaggia a una marcia troppo profonda per me, rischio di affondarci, di crollare.

Sempre da allora, da quell ultimo sguardo negli occhi di un ragazzo morto poche ore dopo, la paura di perdere le persone care all’ improvviso, una spinta a comportarmi sempre come se fosse l’ ultima volta, la sensazione che la sicurezza e la calma interiore siano semplici utopie…

Il mio bisogno di avere un fratello, qualcuno di cui essere responsabile, qualcuno a cui fare da spalla e da roccia, perché aiutare un altro e’ aiutare se stessi allo stesso tempo…il tentativo di ricreare una gemellanza con l’ altro, per provare quel che non ho mai avuto chance di provare, per capire come sarebbe stato, il bisogno di confrontarmi con la parte gemella di me, il dialogo con la mia mente, la personificazione che ho io della mia parte mentale come una immagine a se stante, un individuo che sa tutto di me, che mi osserva da altrove.

Per me il mio gemello di lassù e’ come Dio, ho una relazione complicata con Dio, non sono per niente certo che ci sia, ma sento che siamo osservati, che questo e’ un mondo artificiale, e le sincronicita’ sono il saluto dal’ Oltre… Piuttosto che parlare con Dio , io parlo con la metà di me.

Ho flashbacks del 2010, ogni morte mi fa tornare a quella primavera, certe altre cose mi riportano in quella estate…quest’ anno più forti che mai…poi mi rendo conto che questi eventi hanno dato origine a nuovi capitoli della mia vita, hanno aperto la strada verso nuovi ramificazioni della vita,  il ritorno di una vecchia amica con cui posso parlare di tutto, e un nuovo ” fratello ” con cui condividere scherzi, risate e discorsi seri, e sento che tutto ha una ragione, che non è successo tanto per niente, che fa parte di una storia, un film, che scorre attraverso la matrice…

E nel frattempo che lotto con i flashbacks, con l’ ” haunting ” di un anno che più intenso non si può, vado avanti, rido, lavoro, aiuto e riservo il peggio per la fine della giornata,  nel silenzio della notte, quando il sole sparisce e come i lupi mannari la gente si trasforma e si incupisce…

L’ inverno e’ una sfida, ma che una volta affrontata quando ti butta giù, ti regala un passaggio verso la superficie, gradualmente, cominci a rasserenarti di nuovo…