Umanità fantasma – La vita dopo Internet e i cellulari

29 08 2014

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Vi siete mai chiesti come vivono gli adulti dagli anni ’80 in su questa invasione di Internet, e come si sentono ” quelli di mezzo ” che hanno fatto in tempo a godersi una infanzia piena senza Internet e senza cellulari e gradualmente verso i 13 anni hanno accettato qualcosa che suonava ancora come una novità assoluta, quelli come me, nato nel 1990 e usato il primo computer verso gli 11 – 13 anni e che si è visto regalare a 13 anni il primo cellulare…

Noi siamo gli ” ibridi ” che non accettano ancora pienamente questo mondo ancora un po’ alieno e alienante di Internet e che preferiscono ancora leggere su carta vera e attività dove Internet non è contemplato…

Pensate ai cellulari moderni, che distraggono la mente dal mondo circostante, riempiendoci di stimoli fino ad andare in overload, alle volte in cui non ci si guarda negli occhi, l’ usanza dei più giovani di parlare con tutto il mondo meno che con le persone accanto a loro.

Forse ci bastava il semplice telefono, che come la lettera, era più personale, più intimo, si sentiva una voce e non un blip del messaggio, si ascoltava il silenzio imbarazzato e consapevole, e non c’ era invece l’ attesa di chi magari sta facendo ben altro invece di guardare i tuoi messaggi…

Invece forse Internet ci aiuta un po’ di più, ci fa scoprire amici che mai avremmo potuto incontrare e mantiene il contatto costante fra le persone, permette di sentirci anche quando magari non ce la sentiamo di farci vedere, permette di sapere istantaneamente cosa succede dall’ altra parte del mondo e conoscere come comunicano le persone del mondo.

Quindi Internet unisce e ” ascolta “, il cellulare divide e distrae. Questa è la sostanza.

Ma non è ancora arrivata la ” transizione per tutte le transizioni “: quella si chiama realtà virtuale, e ve lo posso garantire. Entro i prossimi 25 anni o poco più, il turismo internazionale farà la fine del mondo della musica moderno post-you tube e si creeranno cyberspazi dedicati alla ricreazione di luoghi turistici, e soprattutto, vi garantisco che i giovani del futuro saranno sempre più silenziosi, imperscrutabili e distratti. Agli occhi di un anziano sembreranno tutti pazzi.

Questo perchè il futuro è della telepatia virtuale, con gadget e tecnologie che permetteranno di trasferire i propri pensieri come adesso facciamo con i dati, i documenti, il download e upload, possibilmente arrivando a trasmetterli sottoforma di immagini e addirittura ” video “.

Stiamo attenti a non perdere una buona parte della nostra umanità; la mente sta prendendo il posto del corpo, la mente sembra più interessante del corpo, e l’ uomo verrà sempre di più visto come una mente, una astrazione , piuttosto che come un corpo e una fisicità.

Quando la transizione ci permetterà di creare cybervillaggi, cybercittà, cybernazioni e soprattutto sempre più strane, alienanti, veloci e bizzarre cyberculture allora sarà tutto fatto. Perderemo il contatto con il mondo reale e concreto e ci perderemo nei meandri di un altro universo, quello delle realtà virtuali, mondi virtuali che immergono completamente la mente insieme ai sensi, alla personalità, come un buco nero.

Persino la nostra identità sarà strapazzata, scaricheremo le mentalità come le app di oggi, esiste già l’ idea, trasferirsi mentalmente nel corpo di un altro, la metamorfosi. Le menti verranno messe in vendita.

Forse resisteremo, torneremo ai bei vecchi tempi, ci saranno divisioni, ci sarà chi se ne andrà e chi rimarrà, forse sarà la natura a salvarci da noi stessi, e forse invece, di quella umanità che abbiamo creato e che quelli del Ventesimo secolo ricordano bene, rimarrà solo una immagine spettrale, come quella di un fantasma.


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2 responses

1 10 2014
VHS

Io sono convinto che quelli come me nati ad inizio anni ’70 siano in una posizione di vantaggio rispetto agli altri nella gestione di questa invasione digitale, come se avessimo sviluppato degli anticorpi naturali….ma purtroppo, temo che saremo solamente gli ultimi a poter raccontare come realmente andarono le cose.
Generazione Zero nata analogica ed evoluta??? in digitale; generazione cavia, con la quale avviarono le prime massive implementazioni sperimentali sul campo, per poter interfacciare l’uomo alla macchina.
Il vantaggio che noi avevamo (abbiamo ancora? Credo di si, per quanto mi riguarda è così) dato l’elementare livello di sviluppo, era quello di saper vedere oltre la schermata che i nostri occhi vedevano, era quello di saper identificare lo schema.
Per quanto Space Invaders, Pac Man, Donkey Kong fossero intrattenimenti irresistibili era comunque noto a tutti i videogiocatori di un certo livello, il fatto che in realtà fossero solamente sequenze di schemi ripetute sempre identiche in interminabili partite senza vinti o vincitori.
Schemi, padroneggiati i quali, qualsiasi livello era già terminato ancora prima di cominciare.
Dico questo perché oggi, che in queste nuove generazioni native digitali, il digitale ha totalmente annichilito qualsiasi umano discernimento per me è ancora possibile individuare quegli stessi schemi all’ opera, sempre ripetuti e sempre identici, a cui qualsiasi macchina attinge per compiere un ciclo prima di ripartire daccapo, magari con una versione superiore degli stessi schemi e vi assicuro che, per quanto siano schemi molto più raffinati, impercettibili e fruibili delle sperimentazioni da noi subite, alla fine ti resta sempre e solo un cerino spento in mano…praticamente una noia mortale, che per essere sconfitta abbisogna di una continua versione successiva in un mordersi la coda tendente all’infinito lasciandoci perennemente in un vorticoso punto morto al centro del niente.
Noi umani siamo capaci di ben altro, ma oramai queste future generazioni sembra lo abbiano scordato o, ancora più atroce, sembra che nessuno glielo abbia mai mostrato.

5 11 2017

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