L’IPad, e vecchi e nuovi tipi di energia

IPad_Apple_NuovaEnergia

Nonostante sia stata criticata per alcuni suoi difetti, l’ultima creazione Macintosh Apple, IPad, è di sicuro un ulteriore passo in avanti verso l’abbandono dei supporti cartacei e, più generalmente "materiali".
Qualcuno potrebbe anche pensare all’ulteriore smacco che potrebbero subire le "case discografiche" (un tempo lontano si chiamavano così) vista l’accresciuta facilità con cui si potrà fare il download e l’upload (illegale!) di brani musicali, e la stessa cosa con i video e i film.
A proposito di quest’ultimo argomento – e al monopolio delle major audiovisive che fanno il bello e il cattivo tempo – è sicuramente stato rivoluzionario un progetto come Emule- EDonkey (o il vecchio Gnutella), applicazioni open source che, si sa,  permettono la condivisione di qualsiasi file, dai documenti .txt, .doc e .pdf, alle immagini .jpg, .png, ai video .mpg, .avi e altri, e soprattutto gli .mp3 ed .mp4, di qualunque genere. Quale può essere il valore aggiunto nel pagare la quota copyright alle "case discografiche" e la SIAE agli autori per poi ottenere un file con la stessa identica qualità digitale di quella che si ottiene scaricandolo da un programma di condivisione completamente open source? ITunes store non mi vende un disco LP di cui andare orgoglioso, magari, ma semplicemente un file audio, il quale, nè più nè meno, posso scaricarmelo attraverso un programma P2P senza spendere un centesimo (da dare alle major musicali e poi alle banche).

Ritornando a parlare dell’IPad, e delle sue implicazioni socioculturali, vediamo come i supporti che possono connettersi alla Rete globale sono estremamente più compatti rispetto a qualche anno fa (in termini informatici, "qualche generazione fa"), esistono pure lavagne e la carta digitale (e-paper) da poter connettere alla Rete col sistema wi-fi, e tutto ciò fa apparire i supporti cartacei su cui ancora vengono pubblicate riviste in edicola (le quali spesso, quelle di gossip, sembrano appendici del portale Libero.it), enciclopedie, libri di testo, scolastici e universitari, persino fumetti, come sempre più obsoleti e appartenenti a un mondo che si sta sgretolando dagli anni 90, e a una velocità sempre più visibile negli ultimi tempi.
L’IPad può essere visto come un simbolo di tutto questo, di una riconsiderazione totale dei materiali culturali, documentali e di informazione, che è davvero necessaria.
"I libri esisteranno sempre", come ci ricorda Umberto Eco perlomeno dal lontano 1994, ma di certo non avranno mai più l’importanza che avevano ancora nel XX secolo. A meno di non pensare a una catastrofe globale che faccia sparire l’elettricità dal pianeta, e che, perciò, obblighi forzatamente a ritornare ad assimilare informazioni, cultura e divertimento soltanto dai libri di carta che si sfogliano, oppure, magari, addirittura dalle tavolette di terracotta, come ai tempi dei Sumeri.
Come abbiamo scritto in un altro post, non pensiamo che la comunicazione possa essere del tutto digitale e basta, e ricordiamo bene certi episodi del fumetto Nathan Never – intorno alla metà degli anni 90 – in cui il  personaggio della serie si dedicava alla collezione di vecchi supporti, come libri, videocassette, audiocassette, dischi, attraverso un suo fornitore di fiducia – un androide – il tutto immerso in un’ambientazione futuristica alla Blade Runner, dove nessuno leggeva libri e veniva solo guardata l’olotelevisione e i film olografici. Ebbene, pure noi, come Nathan Never, non vediamo di buon occhio una digitalizzazione estrema dell’ambiente comunicativo in cui siamo immersi tutti i giorni, anche perchè il mondo digitale vive esclusivamente grazie alla produzione di energia elettrica, e questa viene prodotta per una buona parte attraverso l’utilizzo di fonti non rinnovabili (petrolio, carbone, gas naturale). Si tratta, perciò, di un ambiente comunicativo fragile, appeso – è proprio il caso di dirlo – "a un filo", quello della corrente elettrica.
Il presente blog, come ha mostrato più volte, è orientato a pensare ad un tipo di comunicazione – estremamente diffusa e capillare come oggi – ma oltre il digitale, oltre la computazione numerica GigaHertz, funzionante con un tipo di energia distribuita senza bisogno di cavi e fili, forse non di tipo elettrico ma di tipo magnetico (guardate questo video, per esempio).
L’IPad, dunque, pur essendo visto – soprattutto dalla Apple – come una nuova importante tappa verso la compattezza e la maneggiabilità di un dispositivo informatico per l’utilizzo di applicazioni on e off line (ha lo schermo di vetro antigraffio e il resto è quasi tutto robusto alluminio), continua a funzionare con la stessa, identica, energia che faceva funzionare le radio con le valvole degli anni 30.

Autore: Civiltà Scomparse

Questo blog tratta di punti di vista inconsueti sul mondo che mi circonda, in particolare inerenti l'esaurimento storico del tipo di realtà a cui siamo abituati. Il suo approccio al riguardo non è nè troppo credulone nè troppo scettico, consapevole della complessità del reale e della parzialità dei vari punti di vista. Perciò qui dentro non troverete né ossessioni complottiste-new age né atteggiamenti da scettico iper-razionalista e scientista: due facce della stessa medaglia, a mio parere. Civiltà Scomparse si limita a percepire quanti "punti di fuga" ci sono nella realtà che viene considerata normale, prendendo anche, occasionalmente, spunto dall'informazione alternativa, per tracciare nuove vie dell'immaginario. Buone visite.

Lascia un commento